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Autore: ElseW    25/05/2011    8 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shadow
Capitolo 6:
Mostro
 
-
 
“Ancora non riesco a credere di aver accettato di mettere in piedi questa pagliacciata.”
Le calzamaglie sono ciò che di più scomodo io abbia mai indossato.
“Ehi, è stato il tuo 'maestro kung-fu eccetera' che mi ha convinto ad organizzarla, quindi se vuoi prendertela con qualcuno… !”
Lascia la frase in sospeso e io trattengo un ringhio, scacciando malamente una ciocca di capelli neri che ha deciso di prendere residenza sul mio naso.
Fortunatamente la febbre è passata in soli tre giorni: non avrei sopportato di restare inattiva ancora per molto.
Maestro kung-fu: Solo Dorian poteva trovare un soprannome tanto ridicolo per Brayden.
Lancio un’occhiata al mio complice che sta cercando di starmi dietro passando da un palazzo ad un altro.
Entrambi siamo vestiti da giullari.
Già.
Sto per saltare il prossimo palazzo quando, lanciando un’occhiata di sotto, trovo finalmente ciò che stavo cercando.
Apro il braccio e Dorian che mi aveva appena raggiunta ci sbatte contro, producendo un rumore a metà tra il singhiozzo e il risucchio. Ovviamente ignoro il tintinnio delle campanelle che abbiamo attaccate dappertutto. Roteo gli occhi, aspettando che si ricomponga.
“Hai finito di rumoreggiare?”
Arrossisce e stringe gli occhi. “Scusami se ho dimenticato di allenarmi a saltare da un tetto ad un altro. Avrei dovuto saperlo che sarei diventato complice di un omicidio!”
Lo interrompo. “Parla un po’ più forte, Orion non ti ha sentito bene.” e indico qualcosa che accade nel vicolo di sotto. Una guardia.
Sogghigno. “Trovato.”
Dorian si acciglia. “Non sarà mica lì dentro. È una topaia.”
Srotolo una Liana (corda di un materiale resistentissimo creato dagli alchimisti del Regno) e la lego ad uno dei comignoli.
“I giullari che abbiamo pagato profumatamente per farci prendere il loro posto erano stati assoldati per divertire la figlia del Ministro, ciò vuol dire che si è portato dietro tutta la famiglia durante il suo trasferimento e non poteva certo essere portato in una villa altrettanto appariscente quanto la sua. Orion è stato intelligente, ha capito che lasciarlo vivere in casa avrebbe significato firmare la sua condanna a morte, conosco troppo bene quelle abitazioni, ci sono entrata moltissime volte. Mentre qui? Non ho idea di dove siamo, né di dove siano tutti... ma lui non si aspetta certo un attacco dall’interno, non uno così evidente. Pensa che sfrutterò ancora la mia invisibilità… e quale migliore copertura, se non quella di ballare davanti alle fauci del nemico? La faccenda dei giullari è stato un diversivo brillante, devo ammetterlo. Non so come Brayden abbia scoperto che sarebbero stati assunti. Geniale, davvero geniale.”
Dorian si volta verso di me mentre indossa la maschera. “Ma non avevi appena definito tutto questo una pagliacciata?”
Mi aggancio alla liana. “E lo penso ancora. Resta comunque una buona idea.” e mi lancio di sotto, nel piccolo vicolo che dà sulla stradina sorvegliata. Dorian mi segue un attimo dopo.
Quando emergiamo dal vicolo la guardia scatta sull’attenti e toglie la sicura dal fucile a fiale. “Siete sotto tiro. Nominativi.”
Per precauzione ho indossato delle lenti a contatto nere. “Messere, con quanto ardore svolge il suo compito. Sono davvero onorata di essere alla sua presenza e di assistere ad una dimostrazione di cotanto zelo ma… ci aspettano all’interno di questa modesta dimora per allietare la giornata ad una pargola tediata.”
Il trucco fornisce al mio viso un costante sorriso. Inquietante.
Non capisco come alcuni bambini possano trovare certe cose divertenti.
Dorian si inserisce nella conversazione. “Non vorrà irritare la prole di colui per cui lavora, nevvero?”
La guardia continua a fissarci, un po’ confuso dal linguaggio aulico, ma non sembra sospettare nulla. “Aspettate qua fuori.” Apre la porta e la chiude alle sue spalle.
Dorian prende un bel respiro. “Ok, lo ammetto, è una follia.”
“Ma non mi dire.”
La porta si apre e la guardia ci fa segno di entrare.
“Vi stanno aspettando. Muovete le chiappe, raggi di sole.”
Dorian emette un leggerissimo ringhio, ma è abbastanza discreto da non farlo sentire al cafone qui davanti. Entriamo nel piccolo e sudicio ingresso, mentre la porta si chiude alle nostre spalle. Niente luce, solo una vaga penombra.
“Proseguite verso la porta in fondo, quindi girate a destra e aprite la terza porta.” Faccio un inchino volutamente esagerato, scuoto i campanelli e con Dorian al seguito mi dirigo verso la porta indicata. Sento che l’idiota-giullare si accosta a me. “Questa pantomima con campanelli e inchini è necessaria?”
Gli tiro una gomitata nelle costole, ottenendo un singulto soffocato. “È indispensabile. Non dobbiamo destare sospetti.”
Apriamo la porta e giriamo a destra.
 
La terza porta.
Ombra alza il pugno e con delicatezza batte la nocca contro la superficie in legno.
Dall’interno proviene un acuto, “Avanti!” e lei abbassa la maniglia.
Il rosa è un colore che ho sempre odiato profondamente.
Forse è per questo che adesso avrei voglia di lanciarmi dalla finestra:
Le pareti sono rosa;
Le poltrone sono rosa;
I tavolini sono rosa;
Le bambole hanno vestiti rosa;
Anche l’abitino della nostra ospite è di una sfumatura rosa confetto.
Ha capelli biondi e pieni di boccoli, grandi occhioni azzurri e pelle di porcellana.
È una bambola. Sta accucciata al centro del tappeto (rosa), con un’espressione a metà tra il curioso e l’annoiato. “Siete i giullari che ha chiamato mio papà?”
Ombra fa un passo avanti e si esibisce nell’ennesimo profondo inchino. “Sì, Madame! Siamo qui per portare contentezza su quel visino candido!”
In risposta ottiene solo un sospiro. “Se proprio ci tenete…”
“A me non sembra molto entusiasta... ”
Mi pesta un piede e sibila. “Fai qualcosa di ridicolo. Dobbiamo liberarci di questa scocciatura nei prossimi dieci minuti, devi ottenere tutta la sua attenzione, così non si accorgerà della mia assenza.”
Sbuffo e faccio un passo avanti. “Allora dolce fanciulla, conosci la storia del Principio?”
La piccola scuote la testa. “No, non la conosco.”
Sorrido e tiro fuori dal nulla un mazzo di carte da poker. Modestamente me la cavo parecchio bene con i trucchi di prestidigitazione. “Beh, allora credo sia il caso di colmare questa lacuna, Madame! Non crede anche lei?”
Annuisce, vagamente più interessata e io ne approfitto per mescolare rapidamente le carte.
“In principio, esistevano il Bene e il Male.” Separo velocemente le carte rosse da quelle nere, poggiandole su un tavolino - rosa, per inciso. “Il rosso è il Bene,” e indico il mazzo rosso “e il nero è il Male.” e indico il mazzo nero. “Ma un giorno, Bene e Male si fusero. Il Male contaminò il Bene.” Prendo i due mazzi e li mescolo. “Adesso Bene e Male sono mischiati, non è vero?” La piccola annuisce, curiosa. “Un giorno però, arrivò un cavaliere, un eroe!” Indico me stesso in un gesto volutamente ridicolo e la bimba si lascia scappare un risolino. Sento lo sguardo di Ombra addosso. Mi sento uno scemo. “e Bene e Male tornarono ad essere separati.”
Picchietto sul dorso e poggio le dita ai lati delle carte, quindi ne tiro fuori alcune, senza voltare il mazzo fino ad ottenere un altro mazzetto.
Volto i due gruppi di carte e li apro, mostrando che si sono riformati nuovamente il mazzo rosso e quello nero.
La bimba spalanca gli occhi e salta in piedi. “Come hai fatto?”
Sorrido, enigmatico. “Segreto di giullare, Madame… posso avere l’onore di chiamarla per nome?” La piccola annuisce. “Mi chiamo Carlotta.”
“Un nome tanto delizioso, quanto chi lo porta.”
 
Se la cava egregiamente.
La bambina è completamente ipnotizzata da Dorian che gioca e fa magie come se ne andasse della sua vita. Il che è un po’ vero.
Faccio qualche passo indietro fino a fermarmi con le spalle contro la porta e a tentoni cerco la maniglia.
Scivolo fuori in pochi secondi e richiudo la porta con un impercettibile click.
Mi guardo intorno e osservo con attenzione il corridoio cercando tracce di telecamere ma, come avevo previsto, non ce ne sono: traffici troppo loschi e discorsi troppo pericolosi per correre dei rischi con delle telecamere di sorveglianza. Non credevano certo che sarei arrivata fin qui.
Orion mi ha sottovalutata per l’ennesima volta.
Mi dissolvo e percorro il corridoio scrutando all’interno di ogni stanza con estrema discrezione. Arrivata all’ottava stanza vuota del corridoio comincio ad avvertire una leggera frustrazione. Odio perdere tempo.
Davvero pensa che io possa credere alle sue parole?
Quasi sobbalzo quando questa voce esplode nel silenzio dell’abitazione.
Stai tranquillo, non ti accadrà niente, sei un buone mani, sei al sicuro… diceva le stesse cose ad Aironi e guarda com’è finito!”
Sento il rumore di qualcosa che sbatte pesantemente contro del legno. Seguo il rumore e mi accosto alla porta, mantenendo sempre la mia non-forma.
“Sono così… stanco.”
Spio dal buco della serratura e lo vedo: il ministro Igor Demidoff, soldato in pensione della - ormai inesistente - milizia russa si sta massaggiando le tempie seduto su uno sgabello dall’aria poco stabile, mentre Ghaam, lo stesso che ho quasi ucciso durante la cerimonia di Diploma delle Reclute, ascolta i suoi discorsi con uno sguardo di vaga compassione mista a preoccupazione.
“Ti capisco. Mi dispiace che abbia scelto te per prendere il mio posto, ma come sai Ombra non mi ha lasciato alternative.”
È come ricevere una padellata in testa. Ha parlato.
So per certo che non ci sono telecamere, altrimenti non avrebbero discusso di un argomento tanto delicato. Di conseguenza posso entrare.
Passo sotto la porta e mi apposto nei pressi di un’ombra particolarmente scura proprio sotto la sedia di Demidoff.
“Già… l’assassina.” Si lascia scappare una risata amara. “Mi ucciderà.”
Ghaam si piega in avanti con un’espressione accigliata. “Non è detto. Potrebbe darti una scappatoia, come ha fatto con me.”
La mia vittima sospira. “Appunto. Ha già lasciato in vita te e ancora non capisco perché. Non ha mai avuto pietà dei suoi obbiettivi… silenziosa e letale.”
Non sembra arrabbiato e la sua voce non ha alcuna inflessione aggressiva.
Accigliata continuo ad ascoltare. “Non mi dispiacerebbe avere un’occasione per parlare con lei.” Ghaam sembra sorpreso. “Parlare? Credimi, è stata più terrificante la chiacchierata che i primi due minuti in cui ero certo che stesse per uccidermi.”
Demidoff scoppia a ridere. “Non capisci… hai idea di quanto questa ragazza sia pericolosa? Orion ha paura di lei, non lo ammetterà mai ma sa che è l’unica che può opporsi a lui.” Ancora un tono di voce amaro. “L’unica che riuscirebbe a liberarci tutti.”
Interessante.
Probabilmente a zittirli è il fumo nero che sta fuoriuscendo da sotto la sedia di Demidoff visto che ho deciso di esaudire il desiderio del Ministro. Mi sto rammollendo…
“Signori?” Non oso ritornare solida. Non sono tanto sciocca da far capire a Demidoff che sua figlia è in mano ad un complice di Ombra.
Ghaam è impallidito e trema vistosamente. “Ho-ho fatto tutto quello che mi hai detto! Non ho detto nulla ad Orion, lo giuro.”
Quando gli passo vicino, il tremore aumenta. “Oh lo so, lo so, se avessi sospettato del contrario non saresti più… vivo.”
Una risatina attira la mia attenzione. “Sei qui per me? Sono onorato della tua visita. Mi ucciderai con un testimone o ti libererai anche di lui? Il che sarebbe strano visto che l’hai risparmiato.”
“Le mie decisioni non ti riguardano Demidoff, ma quello che hai detto mi ha… incuriosita.”
Continua a osservare il fumo nero con un’espressione di pacato interesse. “Hai ascoltato la nostra conversazione?”
Rido sommessamente. “Le tue parole soavi hanno attirato la mia attenzione.” Arrossisce lievemente e io mi accosto al suo orecchio. “Da quello che mi è sembrato di capire questa è una riunione di traditori… siete scontenti, spaventati e sentite i sensi di colpa farsi strada dentro di voi. Lo odiate quasi quanto lo odio io.”
L’espressione di Demidoff cambia, trasformandosi in una maschera di pietra. “Non so di cosa tu stia… ”
“Oh andiamo, sappiamo entrambi di cosa stiamo parlando e non ho il tempo né la voglia di parlare per codici; ho cose da fare, gente da uccidere… mi capisci, no?”
“Sei la morte più ironica che abbia mai immaginato.”
“Ti ricatta minacciando tua figlia.”
Il repentino cambio di discorso sembra confonderlo. “Co-cosa? Io… ”
“Sì, è così.” A parlare è stato Ghaam. Demidoff tace.
“Con il vostro aiuto potrei far cessare tutto questo.”
I due sembrano innervositi. “No, nono,” comincia Demidoff, “tra il lamentarsi e il ribellarsi c’è un abisso! Se osassimo rivoltarci contro di lui Orion colmerebbe questo abisso con il nostro sangue.”
“Non vi chiedo di ribellarvi. Vi sto offrendo la possibilità di sopravvivere.”
I due sembrano interdetti. Credevano forse che li avrei lasciati in vita se non avessi ottenuto qualcosa?
“Ovviamente pretendo che abbandoni il progetto di legge con una scusa qualunque. Della protezione di tua figlia me ne occuperò io.”
Il Ministro sembra dubbioso. “Ho un’alternativa?”
“Morire.”
“Igor, credo sia il caso di fare ciò che dice.”
“Avrei un’altra richiesta, ma questa è… facoltativa. Sto cercando di fare la brava bambina.”
I due si scambiano un’occhiata sospettosa mentre Demidoff chiede, “Quale?”
“Il vostro aiuto silenzioso. Informazioni, soffiate e… altro, se dovessi chiedervelo. Prometto che non vi costringerò ad uccidere nessuno e non metterò in pericolo la vostra credibilità agli occhi di Orion, anche perché perderei il privilegio di avere delle talpe così vicine a… ”
“Ci stai ricattando.”
“Per quanto riguarda l'abbandono della legge, sì. Sulla faccenda 'soffiate e sotterfugi' vi sto solo chiedendo di collaborare.”
Demidoff sembra aver perso tutta la cordialità iniziale. “Lo odi tanto, ma non sei poi così diversa da lui.”
Il buio si solidifica attorno alla sua gola.
“Non osare mai più paragonarmi a LUI. Mai.” Lo sento boccheggiare. Se avessi usato il bracciale probabilmente sarebbe già morto. “Io faccio tutto questo perché è necessario, lui invece lo fa per un suo tornaconto… mi ha rovinato la vita.” Lascio la presa sulla sua gola.
“Ven-vendetta.”
“Anche.”
“Io direi…”
“TACI.”
Mi allontano di scatto. “Se non abbandonerai la legge verrò a cercarvi e vi ucciderò. Vi sto anche offrendo la possibilità di aiutarmi a ripulire il mondo.” Poi aggiungo per Demidoff, “e a tua figlia non accadrebbe nulla.” Sto per andarmene quando decido di dar loro un po’ di tempo per pensare. “Voglio una risposta tra una settimana. Fatevi trovare davanti il Monumento ai caduti di Piazza della Conquista a mezzogiorno e io saprò che avete accettato.”
 
Sono passati venti minuti da quando la porta si è chiusa discretamente alle mie spalle e lei ancora non è tornata. Carlotta sta cercando di rifare uno dei miei trucchi con le carte con scarsi risultati, ma io la incoraggio, ridendo e facendone di altri tra un tentativo ed un altro.
“Sono davvero impressionato dalla costanza con cui lei, Milady, cerca di imitare le mie magie… sono certo che un giorno o l’altro ci riuscirà”
La bambina sorride e riprova, mescolando il mazzo con le sue manine piccole e delicate. Sembra una bambola.
“Sai, il mio papà non ha mai tempo per giocare con me. Lavora tanto.”
Mi limito ad annuire e a sorridere per l’ennesima volta mentre la bimba tende il mazzo verso di me, in una muta richiesta di scegliere una carta. Lo faccio e la osservo, quindi la infilo nuovamente nel mazzo. Mi sento un verme. Questa bimba è probabilmente già orfana e io sono qui, a giocare con lei come se niente fosse.
Sento la porta aprirsi e richiudersi con estrema discrezione, quindi una mano si posa sulla mia spalla.
“Dobbiamo andare”
La bimba alza gli occhi di scatto. “No!”
Ombra le fa un sorriso di circostanza.
“Sono costernata signorina, ma i nostri servigi sono richiesti altrove.”
Carlotta abbassa lo sguardo e annuisce. “D’accordo… ” Quindi mi guarda. “…tornerai a trovarmi?”
Rimango interdetto e sento un’ondata di tenerezza investirmi da capo a piedi.
“Farò il possibile, Milady.”
Lei sorride, rassicurata, quindi scorre le carte del mazzo e me ne mostra una.
Sorrido. “E quella giusta.” Il suo sorriso si allarga ancora di più, illuminandole gli occhioni azzurri; io mi alzo e dopo averle fatto un buffo inchino seguo Ombra fuori dalla stanza.
Non appena siamo a distanza di sicurezza, dico con tono irritato, “Potevamo anche stare qualche minuto in più… ”
Lei non si scompone e continua a camminare.
“Non siamo venuti qui per giocare a carte con una mocciosa, ma per… ”
Emetto un verso a metà tra la derisione e la rabbia. “Certo certo, lo so perché siamo venuti. Non sia mai che si provi pietà per qualcuno.”
I suoi muscoli si tendono nello sforzo di non aggredirmi mentre passiamo accanto alla guardia, ci infiliamo nel vicolo e ci arrampichiamo nuovamente su per la Liana.
Una volta arrivati sul tetto la sua voce diventa tagliente. “Se non ti sta bene il mio modo di agire perché non corri da mammina? Anzi, torna da Myers e fatti riammettere all’accademia, sono certo che troverà il modo di farti perdonare da Orion e dal Console.”
Scuoto la testa e tolgo la mascherina, buttandola di lato.
“Come puoi essere così fredda?! Quella bambina adesso è senza un padre e tu non hai battuto ciglio: è orfana! Si chiederà per quale motivo lui non c’è più, per quale motivo non potrà giocare con lei quelle poche volte che trovava il tempo di farlo. Il tuo fine forse è giusto, ma in realtà fai tutto questo per sfogare la tua rabbia nei confronti di Orion per qualcosa che ti ha fatto. Sei una creatura insensibile e fino a quando non cambierai atteggiamento il popolo ti vedrà come una sorta di demone punitore e non un salvatore! Ormai per te uccidere è come bere un bicchiere d’acqua, lo fai senza pensare minimamente al dolore che procurerai nelle persone che tenevano alle tue vittime, perché tanto tu lo fai per il bene di tutti! Peccato però che fino ad ora non ci sia stato alcun cambiamento e tu non fai altro che uccidere chiunque ti sembri vagamente coinvolto solo per punzecchiare Orion in un modo perverso e sanguinoso! Sei uno di quei cattivi che si diverte ad uccidere le persone solo per irritare il suo nemico giurato, sei... sei un mostro!
Ho il fiatone. Probabilmente sto rischiando la vita, ma non mi importa. Carlotta soffrirà e io non me lo perdonerò…
“Non l’ho ucciso.”
…mai.
Ci metto qualche secondo a metabolizzare la frase. L'istante dopo mi sento morire. “Oh… ”
“Orion ha minacciato di uccidere sua figlia se lui avesse rifiutato di portare avanti la legge, quindi mi sono offerta di proteggerla e in cambio lui abbandonerà il progetto. C’era anche Ghaam e ho offerto ad entrambi l’occasione di fare qualcosa contro Orion. Avrò una loro risposta tra una settimana.”
“Ombra, mi… ”
“Andiamo.”
Aspetta che io le afferri il braccio, quindi si dissolve.
Questa volta credo non avrò il coraggio di lamentarmi.
 
'Sei un mostro!'
Questa frase mi rimbomba nella testa da quando Dorian l’ha urlata con sentimento sul tetto di quella palazzina.
Sono nella mia piccola – ma proprio piccola - palestra e mi sto allenando con il sacco da boxe.
Mentre questa frase riecheggia nell’aria attorno a me, i miei pugni si fanno sempre più violenti e disperati.
Rabbia.
'Sei un mostro!'
Rabbia verso Dorian, per le frasi che ha detto;
Rabbia verso Demidoff, per avermi paragonata ad Orion;
Rabbia verso di me, perché ho permesso a quel ragazzetto di ferirmi.
'Sei un mostro!'
Continuo a colpire il sacco, distrutta, stanca, combattuta. Non lo vedo, però. I miei occhi sono accecati da lacrime di rabbia che mi rifiuto categoricamente di fare uscire.
'Sei un mostro!'
Annientata mi accascio contro il sacco, abbracciandolo, pensando stupidamente che in qualche modo lui possa fare lo stesso.
Sì.
Sono un mostro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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Spazio Autrice:
---
Beh, è successo un piccolo papocchio, ma abbiate pazienza :)
Mi piacerebbe che mi diceste con sincerità cosa ne pensate di questo capitolo. È quello che più mi rende dubbiosa e timorosa.
Siate schietti :) se pensate che ci sia qualcosa che non va - qualunque cosa - ditemelo, così avrò modo di verificare e in caso correggere o migliorare.
 
Vi ringrazio nel frattempo per le recensioni, i consigli e i complimenti.
Grazie di cuore, siete magnifici, davvero.
 
Alla prossima!
Besos*
 
 
Moony
   
 
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