How do you say ‘I love you’
in polish?
Świętego
i
króla~
«Ehi!»
«Ehi.»
Karofsky
è
lì, appoggiato a una ringhiera nel cortile. Il suo sguardo
è lontano, e il
bordo degli occhi è arrossato; non come se avesse pianto, ma
bensì come se nel
suo sguardo fosse ora imprigionata una strana ispirazione, che viene da
lontano
– quella che i più dicono sia l’essere
stralunati – mista a quel calmo
entusiasmo di un momento di riflessione; lo sguardo di chi è
tormentato da
rimorsi per un gesto, da mille ‘e se…?’.
Tipico momento di rimpianto.
Kurt sorride.
Sembra che Dave stia meglio, almeno lui.
Cala un
momento di silenzio pacato, la calma dopo la tempesta. Dave infila la
mano in
tasca e ne esce con un pacchetto di Malboro. Ne prende una, la accende.
Nel mentre
Kurt lo guarda e pensa che è veramente stupido stare
lì a prendersi il fumo
passivo, rischia di rovinarsi le corde vocali o chissà quale
altra porcheria
per respirare – e le Nazionali sono alle porte. Non pensa
‘fumare fa male’, né
‘Dave, ma perché?!’. Magari è
egoistico, ma sente che una critica simile nel
confronti dell’altro in questo momento sarebbe accolta
veramente male. Solo, si
appoggia alla sua stessa ringhiera e lo osserva incuriosito.
«Quando
hai cominciato?»
È
l’unica
cosa che non riguardi la sua voce che riesce a pensare. Interesse,
tutto qua.
Un interesse che è limitato fin dal suo nascere nella mente,
un pensiero che
non vuole apparire come una delle solite frasi che si rivolgono ai
neofumatori
con l’intento di dissuaderli dall’andare avanti con
il vizio neonato. Molto
spesso la gente inizia a fumare per frustrazione, e la sigaretta
diventa uno
sfogo – se ora iniziasse a questionare e polemizzare su
quanto sia dannoso il
fumo per Dave e per chi gli sta accanto
otterrebbe solo l’allontanarlo da sé e farlo
chiudere a riccio.
Karofsky
guarda il fumo che sale nell’aria notturna, ne aspira un
poco, lo soffia fuori:
un po’ dalla bocca, un po’ dal naso. Kurt lo trova
attraente, con quel suo
fumare senza darsi pose e lasciando che il fumo esca libero.
«Il
mese scorso. Ho accompagnato i miei in Polonia per il
centenario di mia nonna, così sono andato con loro per
‘scoprire le mie
origini’ – o giù di lì. In
ogni caso, ho scoperto di avere più cugini di
secondo grado di quanto mi aspettassi.»
Lo faceva
meno loquace, è vero, ma il soprano continua ad ascoltare
con interesse. Per
una volta Dave sta parlando di sé stesso senza farsi
problemi o cercare di
apparire ciò che non è: è una cosa
buona.
«E
niente. Vladek me ne ha
offerta una; ora appena sono solo me ne fumo una in
tranquillità.»
Kurt
annuisce. Vorrebbe anche lui poter fumare, a volte, ma la sua
spasmodica cura
per la voce glielo impedisce. Ma è okay, lui per rilassarsi
canticchia…
Torna il
silenzio, pesante con le sue scure vesti di velluto. Dave ci butta
sopra un po’
di cenere e di fumo, quasi a beffa di quella presenza come
trascendentale che
quella sera non li abbandona facilmente.
Poi
improvvisamente torna a prestare attenzione a Kurt: ne studia le gambe,
il
kilt, la giacca e il fiore appuntato al petto. Sbuffa sogghigna scatta
una foto
mentale a quella bambola di porcellana di fronte a sé
– sa che quella notte
sognerà il loro ballo mancato.
«Alla
fine avevo ragione io.» Un mugugno
compiaciuto esce da quelle
labbra che ora tengono la sigaretta in
equilibrio, mentre Dave cerca qualcosa in tasca – che
puntualmente non si fa
trovare. In mancanza di altro, prende il fiore scarlatto coordinato al
vestito
della sua dama e lo lancia lontano.
«Riguardo
a cosa?»
«I
motivi per cui ti lasciavano in pace.»
«Ah.»
Attimo di pausa. « Dave…»
Forse
Karofsky sta guardando da un’altra parte, verso il profilo
degli edifici
circostanti la scuola, perché volta di scatto la testa in
direzione di Kurt;
come un gatto intelligente quando lo chiamano per nome.
«Sì?» Domanda, e mentre
guarda Hummel il
groppo gli sale in gola. Kurt ricambia lo sguardo e allunga le mani in
sua
direzione.
«Balliamo?
Non… non c’è
nessuno in giro.»
Dave spegne
la sigaretta, Dave acconsente.
È
arrivato il
momento di riscattarsi dai suoi ‘e
se…?’, è il momento di riscattarsi dal
suo
cuore pavido.
Posa una mano
sul fianco di Kurt e intreccia l’altra col soprano. Ballano.
«A
dire il vero non sono così bravo. Nei lenti, intendo.»
«Finn
fa più schifo di te, credimi.»
Una breve
risata si consuma nello spazio nato tra loro due che sta diminuendo sempre più.
«Mi
piaceva il tuo fiore. Peccato tu l’abbia buttato.»
«Io
preferisco il tuo kilt.»
Frasi
scomposte, dialoghi a singhiozzo, piccoli monologhi che
s’incontrano,
collisione di haiku. Ballano. Lo spazio non esiste più;
dondolano piano stretti
l’un l’altro.
«Sono
la versione gay di Braveheart.»
«Non
sei scozzese.» Corruga la fronte,
sembra pensare. « Finn?»
«Già.»
Stavolta i
sorrisi non si vedono, ma ci sono. Nascosti nella stoffa di una giacca
o in una
capigliatura ordinata, si esauriscono in un arco di tempo maggiore
– forse
perché non possono constatare se l’altro sta
ancora sorridendo? In ogni caso,
non rischiano di essere fuori luogo.
La danza si
interrompe, quando Dave smette quel dondolio.
«Święty.
Vuol dire ‘santo’ in polacco. Posso chiamarti
così?»
«Non
sono cristiano…»
Ma al
difensore dei Titans non interessa. Con un gesto abbastanza rapido
– sebbene
mantenga il suo flemma tipico di quelle classiche situazioni da film
romantico
di quarta categoria – si abbassa all’altezza di
Kurt e preme piano contro le
labbra dell’altro. Un bacio casto, semplice, innocente come
il loro primo.
Poi finisce,
mentre in lontananza un cane abbaia e la musica continua ad andare.
«Lo
so, święty. Neanche io lo sono.»
Un sussurro
roco a fior di labbra attonite di Kurt, e poi c’è
l’allontanarsi brusco dei
loro corpi. David se ne va in silenzio, ignorando se la Reginetta del
Ballo ha
accettato di buon grado o meno quel bacio rubato.
Mentre
cammina incrocia Blaine. Sta andando verso Kurt.
A Dave non
importa, non per davvero; sapeva di non avere possibilità
fin dall’inizio, non
avrebbe ottenuto nulla con quel semplice incontrarsi di labbra, leggero
come il
battito delle ali di una farfalla.
Scacco matto al Re, pensa. Ride,
perché ciò che ha pensato
non ha né un filo logico né un senso, ma di
sicuro appena sarà certo che la
coppia se ne sarà andata, tornerà in quel luogo a
fumare un altro po’ su quel
silenzio che adesso lo circonda. Fumerà sui suoi pesanti
drappi di velluto.
Well, well,
well. ♥ Secondo capitolo
arrivato!
A dire il vero
è stato scritto da prima del primo, ma
visto che ero impaziente di pubblicare e la shot Samcedes era
già pronta perché
più corta, ho deciso di cambiare l’ordine.
In questa shot ci
sono alcune cose veramente
importanti che riguardano Dave. So che non è molto fedele al
carattere, ma ho
provato a immaginare un viaggio che lo abbia cambiato dal profondo, che
gli
abbia donato una visione del mondo diversa. Ho provato a cercare nel
suo modo
di agire e parlare una malinconia e un distacco che non ha, qualcosa
che ha
appreso dalla sua conoscenza del cugino Vladek – sul quale mi
piacerebbe
scrivere qualcosa, ma casomai lo farò in un'altra fic e in
futuro. A dire il
vero avrei anche la fan fiction quasi pronta, ma sarebbe scomodo
trasformare la
raccolta di shot sul Prom in una fic Kurtofsky.
È come
andare OffTopic, anche se personalmente lo
adoro.
Ah, e vi consiglio
di cercare la pronuncia di święty su google
translate per ascoltarne
il suono. Io me ne sono innamorata perdutamente :D
Angolo
recensioni (perché sì, sono una persona a cui
piace rispondere alle recensioni.
Mi piace il dialogo, e non ho la pazienza di inviare messaggi ;_;)
Annina9: Ho
corretto immediatamente, purtroppo né la mia memoria
né google search sono
molto affidabili 3
Clary87: Mi
fa tantissimo piacere che ti sia piaciuta! :D Purtroppo non sono
abbastanza
paziente da riuscire a scrivere una long, ma ho in programma diverse
shot su di
loro – sempre che l’ispirazione non mi abbandoni
x°
GleeKinn518:
E Mercedes è troppo stupenda, è impossibile che
proprio lei sia senza uomo. L’unica
cosa che mi spiace, è che non hanno fatto sapere nulla su
come si siano messi insieme
o se si sono visti da soli a New York come Finn e Rachel – e
questo significa
una sola cosa: possiamo scriverci tante belle fanfic. *w*
E per ultima,
ma non meno importante (♥) amby: OGGOSH. H-hai
recensito… Cioè, sono secoli che
non mi recensisci una fic. E, anche se c’è la
soddisfazione di non aver fatto
un pastrocchio, mi mancano un po’ di sane critiche e
correzioni di eventuali
errori. O anche di suggerimenti. Amby, uere ari u?
çOç
Al prossimo
capitolo! <3