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Autore: walking disaster    27/05/2011    6 recensioni
Nella secolare Accademia Red Line, si susseguono le (dis)avventure di un gruppo di ragazzi, studenti, tra i quali Rain e la sua amica Bonney. All'appello non manca nessuno, Rufy, Trafalgar, Zoro, i ragazzi più popolari della scuola. Nami, Robin e Boa tanto belle quanto pericolose. Ed infine Ace, il ragazzo più sfuggente ed insopportabile con cui Rain abbia mai avuto a che fare. Tra feste clandestine, falsi amici, balli in maschere e segreti ce la farà Rain a sopravvivere?
[La notte prima che tutto ciò che conosceva cambiasse, Rain rimase alzata fino a tardi.
E pioveva. Anzi, dire che pioveva era ancora poco. Come ad accogliere la nuova arrivata il cielo ed il mare stavano dando spettacolo. Lampi accecanti seguiti da infiniti tuoni. Il vento ululava e sferzava contro le alte onde rendendo il frastuono ancora più insopportabile.
Rain non capiva come Bonney potesse riposare così beatamente, stretta al suo pupazzo a forma di pollo, al di là del vetro.
La rossa invece, si trovava sul balcone, nel suo pigiama grigio e giallo assaporando il fresco profumo che la tempesta portava con se.
Rain aveva sempre avuto un legame tutto particolare con i temporali, forse perchè quando nacque fuori impazzava una tempesta, dal quale derivava il suo nome. Forse perchè quella sera di un sei mesi fa, la pioggia non voleva saperne di smettere, come a voler coprire le sue lacrime.
E la stessa cosa stava accadendo su quel balcone.]
Dal capitolo II
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scacchi – Sai di buono

Du riechst so gu - Rammstein

Un turbinio di luci che sfumavano dal bianco più puro al giallo ocra fece capire a Rain che si stava finalmente destando. Era certo però che non aveva la più pallida idea di dove si potesse trovare. Dischiuse appena le palpebre e fu colta da una violenta ondata di intensa luce. Con un mugugno infastidito portò le mani al viso, coprendosi gli occhi e ritornando, con una smorfia soddisfatta, nel buio primordiale.
-Hey pigrona, allora sei sveglia!-
l'inconfondibile voce di Bonney trillò nel suo apparato acustico con la forza di un fischietto suonato a pochi centimetri dall'orecchio. Lasciandole in testa un fastidioso ronzio che la fece sentire ancora più stordita.
-Ti prego, parla piano.-
La supplicò Rain, trovando insopportabile persino la propria voce.
-Veramente lei sta praticamente sussurrando..-
aggiunse un'altra voce, questa volta maschile, più profonda e quindi meno fastidiosa.
-Sanji?-
-Indovinato my darling. Come stai?-
-Bene immagino, ma starò ancora meglio quando saprò dove diavolo sono.-
Domandò tentando di rialzarsi, sempre ad occhi chiusi. Sentì il materasso soffice sotto i gomiti ed il cuscino di piume sotto la nuca. Provò a fare pressione sui primi, contraendo gli addominali, ma fu un grosso errore. Una fitta acuta le lacerò il petto facendola ricadere, lasciandola al punto di prima.
-Ti consiglio di stare ferma se non vuoi aggravare la situazione. Comunque sei in infermeria... e sono ormai passati due giorni dalla festa.-
Le parole dell'amica le fecero tornare in mente gli ultimi avvenimenti, quelli che avevano preceduto il volto di Bibi, l'ultima cosa che ricordava. Tentò senza successo di ricostruire il lasso di tempo che le mancava, ma le procurò solo un'altra fitta al capo. Con riluttanza pose una nuova domanda, temendo quale sarebbe stata la risposta, ma notando che ormai la voce dei due iniziava a farsi sopportabile.
-Cosa è successo?-
-Hai fatto quello che avrebbe voluto fare metà dell'accademia, stampare un bel diretto in viso a Nami.-
Le parole di Sanji le strapparono un sorriso, anche se per un attimo le parve di cogliere un'espressione contrariata sul viso del biondo.
-Ma temo tu ti sia fatta odiare da praticamente tutti i ragazzi quando hai spedito Hancock a terra....-
mano a mano che Sanji parlava i ricordi riaffioravano più nitidi nella mente di Rain, la rissa, l'affronto a Bonney. E un pensiero la fulminò
-Come stai? Cosa è successo poi con Zo...-
ma Bonney la zittì con un'occhiata, invitandola a lasciar terminate Sanji. Le fece intendere che di quello avrebbero potuto parlare dopo, tra ragazze.
-Purtroppo hai fatto l'errore di attaccare briga con Bibi. So che può sembrare la più sciocca tra le tre, in realtà temo sia una delle ragazze più scaltre dell'accademia. Essendo ricca i suoi pretendono da lei l'eccellenza in tutto, quindi anche nell'autodifesa, credo sia la ragazza più forte dell'accademia. E ti ha colpita al capo, facendoti perdere i sensi.-
Con uno sforzo immenso Rain decise che era giunto il tempo di guardare negli occhi i due interlocutori e con estrema diffidenza socchiuse le palpebre. Questa volta l'impatto con la luce fu meno doloroso ma ugualmente fece fatica a mettere a fuoco le figure dei due. Entrambi sedevano su piccole poltrone accanto al suo letto. Guardandosi attorno si rese conto di essere circondata dalle tende bianche che delimitavano il perimetro della sua brandina, inglobando un paio di poltrone ed un comodino sul quale erano posate un mazzo di fiori e un pacchetto di caramelle, probabilmente dono dei due amici.
-Direi che per me è ora di andare a far visita anche a Nami e Hancock. A quanto pare Bibi non è l'unico che mena come un maschio qua dentro.-
E tentò di avvicinarsi fulmineamente a Rain probabilmente per stamparle un bacio ma Bonney fu altrettanto svelta nel piazzargli una manata in faccia ed allontanarlo.
-Stammi bene, my darling.-
Le spedì un bacio al volo e sparì dietro la tenda sogghignando qualcosa tra se e se a proposito di Nami o Hancock in vestaglia. Bonney tornò con lo sguardo su Rain e le rivolse un sorriso triste.
-Adesso puoi dirmi tutto.-
La incoraggiò dolcemente Rain, sollevando una mano e poggiandola sulla coscia dell'amica.
-Dopo che sei svenuta è stato Rufy a soccorrerti per primo, pare se la stesse ridendo sotto il palco per Zoro nelle vesti di principe. Era il più vicino. Il secondo ad arrivare è stato Sanji e ti hanno portata in infermeria, assieme a Nami e a Hancock. Alla fine sul palco siamo rimasti solo io e Zoro.-
Rain trattenne il fiato, ignorando il fianco che le doleva si alzò di qualche centimetro sulla schiena, in modo da osservare meglio l'amica.
-Ebbene lui mi si è avvicinato e mi ha domandato, testuali parole “senti ma questo fa parte della scenetta vero? Noi cosa dobbiamo fare ora?”-
A Rain cadde letteralmente la mascella dallo stupore, non avrebbe mai creduto che potesse esistere qualcuno di così stordito. Ma alla fine il racconto le strappò un mezzo sorriso, che contagiò Bonney e si trasformò rapidamente in una risata collettiva.
-Comunque grazie per quello che hai fatto, è anche colpa mi se ti trovi qui....-
-Non dirlo neanche per scherzo la colpa è di Hancock che non è capace di tenere il naso negli affari suoi. E ovviamente la colpa è di Nami e Bibi, quelle vipere che hanno organizzato il tutto per umiliarti. Ma non avevano calcolato una cosa, il quoziente intellettivo da vegetale di Zoro.-
-Non dire così, per essere intelligente lo è, solo fa un po' fatica a leggere tra le righe...-
E di nuovo ridacchiarono tra loro mentre Bonney scartò il pacchetto di caramelle gommose e ne offrì un paio alla ricoverata.
-Zoro sarà pure tonto, ma gran parte della scuola e Nami no. Il video della rissa è circolato sul cellulare di tutti. E Nami ora sa che sono innamorata del suo ragazzo, prevedo guai in vista....-
-Se non lascia immediatamente l'infermeria, può esserne più che certa, signorina Bonney.-
La voce acuta dell'infermiera, la professoressa Califa le sorprese mentre appariva da dietro la tenda, tenendola tesa invitando Bonney a fuoriuscire e lasciare sola Rain.
-L'orario delle visite è finito.-
Bonney annuì e Califa le lasciò sole per qualche secondo. La ragazza si destò dalla sedia e fece per allontanarsi, Rain la imitò, puntandosi sui gomiti e l'ennesima, ormai familiare, fitta al fianco la aggredì.
-Se al viso mi ha colpito Bibi, chi è stato a fracassarmi lo sterno?-
Bonney si guardò attorno con aria circospetta, indecisa se rivelare o no all'amica il nome.
-E' stato Ace, ma non credo abbia fatto apposta, voleva solo difendere Bibi...-
Di nuovo spuntò Califa, segno che il loro tempo era esaurito. Bonney la salutò con un gesto della mano e sparì oltre la tenda, lasciandola sola.

***

Dopo che Bonney se n'era andata aveva cenato ed infine sbocconcellato qualche caramella, che le avevano lasciato in bocca un dolciastro profumo di fragole. Le tende tirate le impedivano di guardare fuori dalla finestra, ignorava perciò che tempo facesse quel giorno e cosa succedesse al di fuori delle tende. Comunque su una cosa non c'era dubbio, era ormai sera, la luce se ne andava piano piano, lasciando una crescente oscurità ed inquietanti ombre proiettate sulla tenda dai tenui raggi di luna. Rain aveva sempre goduto di ottima salute a differenza di parte della sua famiglia.

L'ultima volta che era stata in ospedale era una stanza molto più lussuosa di dove si trovava ora e vi era un solo letto, vuoto. Le coperte non erano ancora state ripiegate e qua e la vi erano schizzi di sangue. Era sola in quella prigione di lusso, rannicchiata contro una parete, stringendo tra le mani una lettera, poche parole gettate di fretta. Ma la grafia le era inconfondibile, aveva letto migliaia di scritti, innamorandosi di quel modo di narrare fluido e fresco che le strappava lacrime e risate.

Anche la sua prima sera in accademia aveva riletto quella lettera. E quella era stata la sera in cui aveva incontrato Ace. Il pensiero che aveva tentato di allontanare, con scarso successo, per tutto il pomeriggio. Qualcuno che le era venuto in mente a causa alle ultime parole di Bonney.
-Hey-
un sussurro ruppe il religioso silenzio creatosi facendola sobbalzare e di nuovo salutò la fitta che le lacerò il petto. Il monosillabo era stato troppo breve per riconoscere l'identità dell'interlocutore, ma di una cosa era certa, era un ragazzo. Per un attimo temette fosse Sanji, tornato per prendere ciò che Bonney gli aveva impedito. Ma la figura che socchiuse la tenda era più alta e più massiccia. Più Portgas D. Ace.
-Lupus in fabula.-
sibilò Rain, sperando che cogliesse l'ironia, storcendo il naso con disappunto. Dopo Nami era forse l'ultima persona che desiderava vedersi spuntare al momento. Eppure era li, e la sua ombra la oscurava per intero, mostrandogli il suo volto dipinto di un'espressione che, strano ma vero, avrebbe detto divertita.
-Cosa ci fai qui? Come sei entrato-
domandò senza preoccuparsi di tenere la voce bassa, sperando che qualcuno al udisse. Non aveva idea di come fosse la planimetria dell'infermeria, ma era abbastanza fiduciosa di trovarsi a pochi metri da Califa o da altri pazienti.. Ci mise qualche secondo a riprendersi dallo stupore ed a ricordarsi di essere in pigiama e probabilmente spettinata come non mai. Con un gesto noncurante si tirò le coperte fino al naso.
-La tua amica Bonney non è l'unica che sa scassinare una serratura. Comunque dubito che ti sentiranno-
aggiunse indovinando i suoi propositi.
-Califa in quanto professoressa dorme negli alloggi degli insegnati, lontano da qui. L'infermeria si compone di cinque stanze e ti informo con piacere che nella tua, sei l'unica ospite.-
Con un ampio movimento del braccio spalancò le tende rivelando a Rain una stanza dalle pareti bianche, immersa nell'ombra e con altri due letti vuoti. Fuori dalla finestra le fronde degli alberi privi di foglie si agitavano, piegati dal vento che spesso spirava nell'isola proiettando altre inquietanti ombre nella stanza.
-Beh? Sei venuto per completare l'opera? Se vuoi puoi rompermi un braccio o una gamba; sai la testa e il petto sono già occupati.-
Scuotendo il capo Ace si abbandonò su una poltrona, poggiando i piedi, che calzavano anfibi, sull'altra. Indossava la divisa ed anche a quella distanza poteva sentire il profumo del suo dopobarba mischiato al bagnoschiuma. Doveva essersi fatto da poco la doccia, perchè i capelli corvini erano arruffati e ancora umidi. A quanto pare non aveva intenzione di picchiarla, non ancora.
-Allora a cosa devo l'onore?-
-Nulla, volevo solo fare una chiacchierata con te-
Rain lo guardò in tralice, sospettosa più che mai.
-Cos'è questa storia? E' da quando ci siamo conosciuti che mi guardi come se mi volessi vedere morta. E ora vieni qua a fare il simpaticone? Non mi quadra.-
-In realtà sono più che felice di vedere che tu e la tua amica siete entrate nel gruppo.-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Assolutamente no, da un po' di tempo la situazione era monotona, voi avete scosso un po' le acque, diciamo che rendete il tutto più... divertente-
Rain era esterrefatta, lo guardò con la bocca socchiusa dallo stupore, chiedendosi per l'ennesima volta se la stesse prendendo in giro.
-Non mi credi rossa?-
-No, prima di oggi non mi hai mai rivolto parola e ora...-
-Ora siamo pari, ricordi il ceffone che mi tirasti?-
La ragazza tacque per alcuni secondi, lasciando che solo il rumore delle fronde degli alberi che rigavano il vetro della finestra facesse da sottofondo ai suoi pensieri, graffianti ed aggrovigliati proprio come quei rami.
-Ebbene, ora sei soddisfatto?-
-Non ancora, come ti ho già detto quest'anno si prospetta divertente, la rissa di Halloween ne è la prova. Tu e Bonney state facendo un ottimo lavoro.-
-Tu sei malato, Bonney è stata messa in ridicolo davanti a tutta la scuola e tu lo reputi divertente?-
Come a darle conferma delle sue parole Ace scoppiò a ridere, una risata calda e contagiosa, che però non seppe smuovere Rain e la sua espressione furente.
-Andiamo rossa, è solo un gioco...-
-Non ho intenzione di essere una delle pedine della vostra stupida partita, se vi annoiate compratevi un cane, sono ottimi per la compagnia.-
Mano a mano che continuava a parlare si drizzava sempre più sul cuscino, dimenticandosi di essere spettinata e del dolore al petto. La furia del vento fuori dalla stanza cresceva assieme a quella di Rain e più i rami battevano sul vetro più la sua espressione si faceva rabbiosa.
-Una pedina? Oh no Rain, tu sarai la nostra regina, la regina nera.-
-Fuori di qui! Ogni parola che sento è sempre più sconclusionata-
Estrasse il braccio dalla coperta e puntò l'indice contro la porta, con un tono che non ammetteva repliche. Sembrava che i rami fuori volessero distruggere il vetro della finestra.
-Ma come? Non ti hanno insegnato le regole degli scacchi?-
E più velocemente di quanto Rain non avrebbe saputo fare da sana scattò sul materasso dalla poltrona. Le agguantò la mano che ancora tendeva verso la porta, intrecciando le sue dita con quelle della ragazza. Si fermò solo una frazione d'istante per osservare i suoi occhi spalancati dalla sorpresa.
-E' il bianco che fa la prima mossa.-
E così dicendo azzerò l'esigua distanza che li separava baciandola nel secondo il cui il vento cessò. Per una manciata di secondi tutto rimase immobile, i rami smisero di graffiare il vetro e Rain socchiuse le palpebre inebriata da quella fragranza fresca che ora poteva sentire così vicina. Solo per un attimo però.
-Sai di buono-
Proferì Ace con un sorrisetto soddisfatto allontanandosi da lei, ma senza lasciare la sua mano. Rain, dal canto suo, rimase come pietrificata fino all'istante in cui le sue dita non si chiusero a morsa sulla mano di Ace, affondandogli le unghie nella carne.
-AHIA!-
Ma il suo urlo di dolore fu coperto dall'ululare del vento, che aveva ripreso a tormentare le fronde degli alberi.
-Sparisci.-
Gli ordinò mentre un ramo frustava violentemente la finestra. Estrasse le unghie dalla carne e scansò la sua mano in malo modo. Senza più guardarla in volto Ace si lanciò agilmente giù dal letto, scansò le due poltrone e uscì sbattendo la porta, lasciando Rain sola con i suoi pensieri.
-Ben fatto.-
La voce divertita di Trafalgar lo colse alle spalle, senza però sorprenderlo. Nonostante ci fosse buio gli parve di scorgere quel suo sorrisetto soddisfatto che era solito stamparsi in volto quando portava a termine uno dei suoi stratagemmi.
-Ha reagito esattamente come avevi detto, tranne che per questo.-
E sollevò alla luce della finestra la mano che aveva quattro graffi più o meno profondi, ma tutti sanguinanti.
-Me la pagherai lo sai?-
-Pardon.-
Ed estrasse una benda dalla tasca sotto lo sguardo esterrefatto di Ace.
-Come potevi sapere anche questo?-
-Personalmente avrei preferito un pugno, fa più scena, ma quello già te l'ha dato, comunque per l'evenienza ho portato anche una pomata.-
-Tu più che genio, sei maledetto. Ora mi spieghi perchè ho dovuto recitare questa farsa?-
-Ogni cosa a suo tempo Ace, la prossima mossa è dei neri, attendiamo e meditiamo.-
Il ragazzo gli scoccò un'occhiata sconcertata, chiedendosi se fosse effettivamente un genio o avesse solo qualche rotella fuori posto. Ma quel sorriso enigmatico che gli increspava le labbra cancellava ogni dubbio. Mentre ritornavano silenziosi verso la loro camera si leccò sovrappensiero le labbra.
-hm, Fragola-

Fine!

Scusate l'interminabile ritardo, ma il computer su cui ho salvato la storia a causa dell'ondata di caldo è praticamente in fusione e per qualche giorno non abbiamo potuto accenderlo. Ora (incrociamo le dita) dovrebbe essere tutto okay!
Ma veniamo alla storia, spero vi piaccia questo capitolo, insomma, spero che l'attesa sia stata premiata (?) E che vi piaccia come scrivo di Ace! E.... ah quel maledetto Trafalgar!
Grazie mille a tutti quelli che han messo la storia nelle seguite/preferite/ricordate, non sapete quanto mi faccia piacere e ovviamente un grazie speciale a chi si impegna a recensire, gentilissimi!!!
Alla prossima!
xx






  
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