Scacchi – Sai di buono
Un
turbinio di luci che
sfumavano dal bianco più puro al giallo ocra fece capire a
Rain che
si stava finalmente destando. Era certo però che non aveva
la più
pallida idea di dove si potesse trovare. Dischiuse appena le palpebre
e fu colta da una violenta ondata di intensa luce. Con un mugugno
infastidito portò le mani al viso, coprendosi gli occhi e
ritornando, con una smorfia soddisfatta, nel buio primordiale.
-Hey pigrona, allora sei
sveglia!-
l'inconfondibile voce di
Bonney trillò nel suo apparato acustico con la forza di un
fischietto suonato a pochi centimetri dall'orecchio. Lasciandole in
testa un fastidioso ronzio che la fece sentire ancora più
stordita.
-Ti prego, parla piano.-
La supplicò Rain, trovando
insopportabile persino la propria voce.
-Veramente lei sta
praticamente sussurrando..-
aggiunse un'altra voce,
questa volta maschile, più profonda e quindi meno fastidiosa.
-Sanji?-
-Indovinato my darling. Come
stai?-
-Bene immagino, ma starò
ancora meglio quando saprò dove diavolo sono.-
Domandò tentando di
rialzarsi, sempre ad occhi chiusi. Sentì il materasso
soffice sotto
i gomiti ed il cuscino di piume sotto la nuca. Provò a fare
pressione sui primi, contraendo gli addominali, ma fu un grosso
errore. Una fitta acuta le lacerò il petto facendola
ricadere,
lasciandola al punto di prima.
-Ti consiglio di stare ferma
se non vuoi aggravare la situazione. Comunque sei in infermeria... e
sono ormai passati due giorni dalla festa.-
Le parole dell'amica le
fecero tornare in mente gli ultimi avvenimenti, quelli che avevano
preceduto il volto di Bibi, l'ultima cosa che ricordava.
Tentò senza
successo di ricostruire il lasso di tempo che le mancava, ma le
procurò solo un'altra fitta al capo. Con riluttanza pose una
nuova
domanda, temendo quale sarebbe stata la risposta, ma notando che
ormai la voce dei due iniziava a farsi sopportabile.
-Cosa è successo?-
-Hai fatto quello che
avrebbe voluto fare metà dell'accademia, stampare un bel
diretto in
viso a Nami.-
Le parole di Sanji le
strapparono un sorriso, anche se per un attimo le parve di cogliere
un'espressione contrariata sul viso del biondo.
-Ma temo tu ti sia fatta
odiare da praticamente tutti i ragazzi quando hai spedito Hancock a
terra....-
mano a mano che Sanji
parlava i ricordi riaffioravano più nitidi nella mente di
Rain, la
rissa, l'affronto a Bonney. E un pensiero la fulminò
-Come stai? Cosa è successo
poi con Zo...-
ma Bonney la zittì con
un'occhiata, invitandola a lasciar terminate Sanji. Le fece intendere
che di quello avrebbero potuto parlare dopo, tra ragazze.
-Purtroppo hai fatto
l'errore di attaccare briga con Bibi. So che può sembrare la
più
sciocca tra le tre, in realtà temo sia una delle ragazze
più
scaltre dell'accademia. Essendo ricca i suoi pretendono da lei
l'eccellenza in tutto, quindi anche nell'autodifesa, credo sia la
ragazza più forte dell'accademia. E ti ha colpita al capo,
facendoti
perdere i sensi.-
Con uno sforzo immenso Rain
decise che era giunto il tempo di guardare negli occhi i due
interlocutori e con estrema diffidenza socchiuse le palpebre. Questa
volta l'impatto con la luce fu meno doloroso ma ugualmente fece
fatica a mettere a fuoco le figure dei due. Entrambi sedevano su
piccole poltrone accanto al suo letto. Guardandosi attorno si rese
conto di essere circondata dalle tende bianche che delimitavano il
perimetro della sua brandina, inglobando un paio di poltrone ed un
comodino sul quale erano posate un mazzo di fiori e un pacchetto di
caramelle, probabilmente dono dei due amici.
-Direi che per me è ora di
andare a far visita anche a Nami e Hancock. A quanto pare Bibi non
è
l'unico che mena come un maschio qua dentro.-
E tentò di avvicinarsi
fulmineamente a Rain probabilmente per stamparle un bacio ma Bonney
fu altrettanto svelta nel piazzargli una manata in faccia ed
allontanarlo.
-Stammi bene, my darling.-
Le spedì un bacio al volo e
sparì dietro la tenda sogghignando qualcosa tra se e se a
proposito
di Nami o Hancock in vestaglia. Bonney tornò con lo sguardo
su Rain
e le rivolse un sorriso triste.
-Adesso puoi dirmi tutto.-
La incoraggiò dolcemente
Rain, sollevando una mano e poggiandola sulla coscia dell'amica.
-Dopo che sei svenuta è
stato Rufy a soccorrerti per primo, pare se la stesse ridendo sotto
il palco per Zoro nelle vesti di principe. Era il più
vicino. Il
secondo ad arrivare è stato Sanji e ti hanno portata in
infermeria,
assieme a Nami e a Hancock. Alla fine sul palco siamo rimasti solo io
e Zoro.-
Rain trattenne il fiato,
ignorando il fianco che le doleva si alzò di qualche
centimetro
sulla schiena, in modo da osservare meglio l'amica.
-Ebbene lui mi si è
avvicinato e mi ha domandato, testuali parole “senti ma
questo fa
parte della scenetta vero? Noi cosa dobbiamo fare ora?”-
A Rain cadde letteralmente
la mascella dallo stupore, non avrebbe mai creduto che potesse
esistere qualcuno di così stordito. Ma alla fine il racconto
le
strappò un mezzo sorriso, che contagiò Bonney e
si trasformò
rapidamente in una risata collettiva.
-Comunque grazie per quello
che hai fatto, è anche colpa mi se ti trovi qui....-
-Non dirlo neanche per
scherzo la colpa è di Hancock che non è capace di
tenere il naso
negli affari suoi. E ovviamente la colpa è di Nami e Bibi,
quelle
vipere che hanno organizzato il tutto per umiliarti. Ma non avevano
calcolato una cosa, il quoziente intellettivo da vegetale di Zoro.-
-Non dire così, per essere
intelligente lo è, solo fa un po' fatica a leggere tra le
righe...-
E di nuovo ridacchiarono tra
loro mentre Bonney scartò il pacchetto di caramelle gommose
e ne
offrì un paio alla ricoverata.
-Zoro sarà pure tonto, ma
gran parte della scuola e Nami no. Il video della rissa è
circolato
sul cellulare di tutti. E Nami ora sa che sono innamorata del suo
ragazzo, prevedo guai in vista....-
-Se non lascia
immediatamente l'infermeria, può esserne più che
certa, signorina
Bonney.-
La voce acuta
dell'infermiera, la professoressa Califa le sorprese mentre appariva
da dietro la tenda, tenendola tesa invitando Bonney a fuoriuscire e
lasciare sola Rain.
-L'orario delle visite è
finito.-
Bonney annuì e Califa le
lasciò sole per qualche secondo. La ragazza si
destò dalla sedia e
fece per allontanarsi, Rain la imitò, puntandosi sui gomiti
e
l'ennesima, ormai familiare, fitta al fianco la aggredì.
-Se al viso mi ha colpito
Bibi, chi è stato a fracassarmi lo sterno?-
Bonney si guardò attorno
con aria circospetta, indecisa se rivelare o no all'amica il nome.
-E' stato Ace, ma non credo
abbia fatto apposta, voleva solo difendere Bibi...-
Di nuovo spuntò Califa,
segno che il loro tempo era esaurito. Bonney la salutò con
un gesto
della mano e sparì oltre la tenda, lasciandola sola.
***
Dopo che Bonney se n'era andata aveva cenato ed infine sbocconcellato qualche caramella, che le avevano lasciato in bocca un dolciastro profumo di fragole. Le tende tirate le impedivano di guardare fuori dalla finestra, ignorava perciò che tempo facesse quel giorno e cosa succedesse al di fuori delle tende. Comunque su una cosa non c'era dubbio, era ormai sera, la luce se ne andava piano piano, lasciando una crescente oscurità ed inquietanti ombre proiettate sulla tenda dai tenui raggi di luna. Rain aveva sempre goduto di ottima salute a differenza di parte della sua famiglia.
L'ultima volta che era stata in ospedale era una stanza molto più lussuosa di dove si trovava ora e vi era un solo letto, vuoto. Le coperte non erano ancora state ripiegate e qua e la vi erano schizzi di sangue. Era sola in quella prigione di lusso, rannicchiata contro una parete, stringendo tra le mani una lettera, poche parole gettate di fretta. Ma la grafia le era inconfondibile, aveva letto migliaia di scritti, innamorandosi di quel modo di narrare fluido e fresco che le strappava lacrime e risate.
Anche
la sua prima sera in
accademia aveva riletto quella lettera. E quella era stata la sera
in cui aveva incontrato Ace. Il pensiero che aveva tentato di
allontanare, con scarso successo, per tutto il pomeriggio. Qualcuno
che le era venuto in mente a causa alle ultime parole di Bonney.
-Hey-
un sussurro ruppe il
religioso silenzio creatosi facendola sobbalzare e di nuovo
salutò
la fitta che le lacerò il petto. Il monosillabo era stato
troppo
breve per riconoscere l'identità dell'interlocutore, ma di
una cosa
era certa, era un ragazzo. Per un attimo temette fosse Sanji, tornato
per prendere ciò che Bonney gli aveva impedito. Ma la figura
che
socchiuse la tenda era più alta e più massiccia.
Più Portgas D.
Ace.
-Lupus in fabula.-
sibilò Rain, sperando che
cogliesse l'ironia, storcendo il naso con disappunto. Dopo Nami era
forse l'ultima persona che desiderava vedersi spuntare al momento.
Eppure era li, e la sua ombra la oscurava per intero, mostrandogli il
suo volto dipinto di un'espressione che, strano ma vero, avrebbe
detto divertita.
-Cosa ci fai qui? Come sei
entrato-
domandò senza preoccuparsi
di tenere la voce bassa, sperando che qualcuno al udisse. Non aveva
idea di come fosse la planimetria dell'infermeria, ma era abbastanza
fiduciosa di trovarsi a pochi metri da Califa o da altri pazienti..
Ci mise qualche secondo a riprendersi dallo stupore ed a ricordarsi
di essere in pigiama e probabilmente spettinata come non mai. Con un
gesto noncurante si tirò le coperte fino al naso.
-La tua amica Bonney non è
l'unica che sa scassinare una serratura. Comunque dubito che ti
sentiranno-
aggiunse indovinando i suoi
propositi.
-Califa in quanto
professoressa dorme negli alloggi degli insegnati, lontano da qui.
L'infermeria si compone di cinque stanze e ti informo con piacere che
nella tua, sei l'unica ospite.-
Con un ampio movimento del
braccio spalancò le tende rivelando a Rain una stanza dalle
pareti
bianche, immersa nell'ombra e con altri due letti vuoti. Fuori dalla
finestra le fronde degli alberi privi di foglie si agitavano, piegati
dal vento che spesso spirava nell'isola proiettando altre inquietanti
ombre nella stanza.
-Beh? Sei venuto per
completare l'opera? Se vuoi puoi rompermi un braccio o una gamba; sai
la testa e il petto sono già occupati.-
Scuotendo il capo Ace si
abbandonò su una poltrona, poggiando i piedi, che calzavano
anfibi,
sull'altra. Indossava la divisa ed anche a quella distanza poteva
sentire il profumo del suo dopobarba mischiato al bagnoschiuma.
Doveva essersi fatto da poco la doccia, perchè i capelli
corvini
erano arruffati e ancora umidi. A quanto pare non aveva intenzione di
picchiarla, non ancora.
-Allora a cosa devo
l'onore?-
-Nulla, volevo solo fare una
chiacchierata con te-
Rain lo guardò in tralice,
sospettosa più che mai.
-Cos'è questa storia? E' da
quando ci siamo conosciuti che mi guardi come se mi volessi vedere
morta. E ora vieni qua a fare il simpaticone? Non mi quadra.-
-In realtà sono più che
felice di vedere che tu e la tua amica siete entrate nel gruppo.-
-Mi stai prendendo in giro?-
-Assolutamente no, da un po'
di tempo la situazione era monotona, voi avete scosso un po' le
acque, diciamo che rendete il tutto più... divertente-
Rain era esterrefatta, lo
guardò con la bocca socchiusa dallo stupore, chiedendosi per
l'ennesima volta se la stesse prendendo in giro.
-Non mi credi rossa?-
-No, prima di oggi non mi
hai mai rivolto parola e ora...-
-Ora siamo pari, ricordi il
ceffone che mi tirasti?-
La ragazza tacque per alcuni
secondi, lasciando che solo il rumore delle fronde degli alberi che
rigavano il vetro della finestra facesse da sottofondo ai suoi
pensieri, graffianti ed aggrovigliati proprio come quei rami.
-Ebbene, ora sei
soddisfatto?-
-Non ancora, come ti ho già
detto quest'anno si prospetta divertente, la rissa di Halloween ne
è
la prova. Tu e Bonney state facendo un ottimo lavoro.-
-Tu sei malato, Bonney è
stata messa in ridicolo davanti a tutta la scuola e tu lo reputi
divertente?-
Come a darle conferma delle
sue parole Ace scoppiò a ridere, una risata calda e
contagiosa, che
però non seppe smuovere Rain e la sua espressione furente.
-Andiamo rossa, è solo un
gioco...-
-Non ho intenzione di essere
una delle pedine della vostra stupida partita, se vi annoiate
compratevi un cane, sono ottimi per la compagnia.-
Mano a mano che continuava a
parlare si drizzava sempre più sul cuscino, dimenticandosi
di essere
spettinata e del dolore al petto. La furia del vento fuori dalla
stanza cresceva assieme a quella di Rain e più i rami
battevano sul
vetro più la sua espressione si faceva rabbiosa.
-Una pedina? Oh no Rain, tu
sarai la nostra regina, la regina nera.-
-Fuori di qui! Ogni parola
che sento è sempre più sconclusionata-
Estrasse il braccio dalla
coperta e puntò l'indice contro la porta, con un tono che
non
ammetteva repliche. Sembrava che i rami fuori volessero distruggere
il vetro della finestra.
-Ma come? Non ti hanno
insegnato le regole degli scacchi?-
E più velocemente di quanto
Rain non avrebbe saputo fare da sana scattò sul materasso
dalla
poltrona. Le agguantò la mano che ancora tendeva verso la
porta,
intrecciando le sue dita con quelle della ragazza. Si fermò
solo una
frazione d'istante per osservare i suoi occhi spalancati dalla
sorpresa.
-E' il bianco che fa la
prima mossa.-
E così dicendo azzerò
l'esigua distanza che li separava baciandola nel secondo il cui il
vento cessò. Per una manciata di secondi tutto rimase
immobile, i
rami smisero di graffiare il vetro e Rain socchiuse le palpebre
inebriata da quella fragranza fresca che ora poteva sentire
così
vicina. Solo per un attimo però.
-Sai di buono-
Proferì Ace con un
sorrisetto soddisfatto allontanandosi da lei, ma senza lasciare la
sua mano. Rain, dal canto suo, rimase come pietrificata fino
all'istante in cui le sue dita non si chiusero a morsa sulla mano di
Ace, affondandogli le unghie nella carne.
-AHIA!-
Ma il suo urlo di dolore fu
coperto dall'ululare del vento, che aveva ripreso a tormentare le
fronde degli alberi.
-Sparisci.-
Gli ordinò mentre un ramo
frustava violentemente la finestra. Estrasse le unghie dalla carne e
scansò la sua mano in malo modo. Senza più
guardarla in volto Ace
si lanciò agilmente giù dal letto,
scansò le due poltrone e uscì
sbattendo la porta, lasciando Rain sola con i suoi pensieri.
-Ben fatto.-
La voce divertita di
Trafalgar lo colse alle spalle, senza però sorprenderlo.
Nonostante
ci fosse buio gli parve di scorgere quel suo sorrisetto soddisfatto
che era solito stamparsi in volto quando portava a termine uno dei
suoi stratagemmi.
-Ha reagito esattamente come
avevi detto, tranne che per questo.-
E sollevò alla luce della
finestra la mano che aveva quattro graffi più o meno
profondi, ma
tutti sanguinanti.
-Me la pagherai lo sai?-
-Pardon.-
Ed estrasse una benda dalla
tasca sotto lo sguardo esterrefatto di Ace.
-Come potevi sapere anche
questo?-
-Personalmente avrei
preferito un pugno, fa più scena, ma quello già
te l'ha dato,
comunque per l'evenienza ho portato anche una pomata.-
-Tu più che genio, sei
maledetto. Ora mi spieghi perchè ho dovuto recitare questa
farsa?-
-Ogni cosa a suo tempo Ace,
la prossima mossa è dei neri, attendiamo e meditiamo.-
Il ragazzo gli scoccò
un'occhiata sconcertata, chiedendosi se fosse effettivamente un genio
o avesse solo qualche rotella fuori posto. Ma quel sorriso enigmatico
che gli increspava le labbra cancellava ogni dubbio. Mentre
ritornavano silenziosi verso la loro camera si leccò
sovrappensiero
le labbra.
-hm, Fragola-
Fine!
Scusate
l'interminabile
ritardo, ma il computer su cui ho salvato la storia a causa
dell'ondata di caldo è praticamente in fusione e per qualche
giorno
non abbiamo potuto accenderlo. Ora (incrociamo le dita) dovrebbe
essere tutto okay!
Ma veniamo alla storia,
spero vi piaccia questo capitolo, insomma, spero che l'attesa sia
stata premiata (?) E che vi piaccia come scrivo di Ace! E.... ah quel
maledetto Trafalgar!
Grazie mille a tutti quelli
che han messo la storia nelle seguite/preferite/ricordate, non sapete
quanto mi faccia piacere e ovviamente un grazie speciale a chi si
impegna a recensire, gentilissimi!!!
Alla prossima!
xx