Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ElseW    28/05/2011    6 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shadow
Capitolo 7:
Ricordo
 
-
 
“Dorian?”
“Sì?”
“Hai idea del perché Ombra si sia rinchiusa in palestra da quando siete tornati?”
“Mmm… no”
“Dorian.”
“Eh.” Sguardo eloquente di Brayden. “Diciamo che abbiamo avuto una discussione e io sono stato... poco carino.”
Brayden stringe gli occhi e si avvicina di qualche passo. So che non è sua intenzione apparire minaccioso, ma sta di fatto che lo è.
“Quantifica il poco?”
Arrossisco, torcendomi le mani. “Molto poco carino.”
Lo vedo dai suoi occhi che vorrebbe farmi del male. Probabilmente tiene ad Ombra più di quanto sembri.
“Dimmi cosa le hai detto”
“In generale ho… ”
“Dimmi esattamente cosa le hai detto.” Oh cielo.
“Mi pare di aver detto qualcosa come: ‘Come puoi essere così fredda?! Adesso quella bambina è orfana!’ e anche ‘Il tuo fine è giusto, ma lo fai solo per sfogare la tua rabbia repressa nei confronti di Orion’ e poi che è una creatura insensibile, che il popolo la vede come un demone punitore e non un salvatore, poi ho accennato al fatto che magari, forse, può darsi, lei si diverta ad uccidere le persone e… e che… ” Io mi odio. Non solo sono stato davvero cattivo, ma adesso sono anche incapace di nasconderlo a Brayden che sicuramente mi farà fuori o, in alternativa, me le darà di santa ragione; e io non credo avrò la faccia tosta di ribellarmi.
E che, cosa?” Borbotto timorosamente una risposta. “Scandisci le lettere o te le faccio vomitare.”
“Le ho detto che è un mostro.”
Silenzio. Il silenzio è una buona cosa? Che vuol dire il silenzio?
Oh cielo, sono morto! Morto!
“Mi dispiace, sul serio, mi dispiace! Credevo avesse ucciso Demidoff e che Carlotta fosse quindi rimasta orfana mentre io, complice dell’ipotetico assassinio di suo padre, stessi giocando con lei come se fosse la cosa più corretta del mondo, ma in realtà non l’ha fatto. Mi sono sentito un verme subito dopo! Anche se lo avesse ucciso poi mi sarei sentito un verme comunque perché so che lei non si diverte a uccidere la gente, lo so… !”
“Tu non sai un bel niente.” Taccio. Brayden sembra allo stesso tempo furioso e sfiancato.
“Sei… sei solo un borghesino che ha tutti i suoi pensieri buonisti sulla società e sulla morale della vita. Hai vissuto nel tuo bel mondo fatto di soldi, buon cibo e amore dei genitori, così fiducioso verso gli altri che neanche ti rendevi conto del fatto che tuo padre si sbattesse delle bambine, quelle stesse bambine che tu tanto compatisci quando Ombra progetta di uccidere il loro padre; e non parlare di Ombra come se la conoscessi da sempre perché il fatto che lei abbia accettato il tuo aiuto durante questa missione denota soltanto che ti ritenga capace di darle una mano. Null’altro. Non sai niente di lei, non sai niente di chi è, di cosa ha passato, delle sue paure – perché, credimi, ne ha -, dei suoi sensi di colpa, della continua, straziante, dolorosa, distruttiva lotta con se stessa che l’ha portata ad indossare la maschera di una persona fredda, distaccata e crudele per non farsi del male. È convinta di essere irrecuperabile, di aver ormai macchiato la sua anima oltre il limite consentito, di non avere più possibilità di redimersi. Sta macchiando se stessa per pulire il mondo e tu l’hai chiamata mostro. Forse il mostro sei tu che l’hai giudicata senza conoscerla.”
Bene, uccidetemi.
“Io… ”
“Taci. Parlerò con Ombra e le chiederò se vuole ancora farti restare: se non sarà più d’accordo ti proibisco di cercare di convincerla o convincermi del contrario. Te ne andrai senza fare storie e se dirai una sola parola su ciò che hai visto, fatto o sentito, non sarà Ombra ad ucciderti: lo farò io. Lentamente.”
Deglutisco e annuisco, pallido e incapace di ribattere in qualche modo. Mi lascio cadere sul divano e ascolto i passi di Brayden che si dirigono verso la palestra, la porta che si apre e poi si chiude con un colpo secco alle sue spalle.
 
Brayden mi trova ancora abbracciata al sacco da boxe, con gli occhi gonfi, i guanti lanciati per terra e le dita sanguinanti. Erano anni che non mi vedeva in questo stato.
“Ho parlato con Dorian.”
Quel nome mi provoca una fitta di rabbia allo stomaco.
“Quale parte della frase dovrebbe suscitare il mio interesse?”
“Mi ha raccontato tutto e mi ha anche detto che gli dispiace enormemente. Io l’ho fatto sentire un verme, se ti fa piacere.”
Mi fa piacere, ma pur sapendo che Brayden ne è consapevole faccio finta di niente, anche se ho i capelli arruffati, gli occhi arrossati e un’espressione distrutta.
“Non capisco perché dovrebbe interessarmi.”
“Già. Gli ho detto che saresti stata tu a decidere se mandarlo via o lasciarlo restare.”
Proposta allettante. Sbatterlo per strada e darlo in pasto alle guardie.
Per un attimo i grandi occhi innocenti di Dorian mi compaiono in testa, ma li scaccio subito e cerco di pensare lucidamente.
“Non nego che mi libererei volentieri da questa scocciatura ma è troppo rischioso, Brayden. Non abbiamo la certezza che non parlerà e lui ha visto troppo. Sa chi sei, sa com’è fatta la nostra casa, sa come agiamo e ha anche intuito la zona in cui siamo nascosti. Non possiamo rischiare di essere scoperti solo perché questo stronzetto ha deciso di scaricare i suoi sensi di colpa su di me.”
Brayden annuisce lentamente.
“D’accordo.”
Quindi si avvicina e prende le mie mani tra le sue.
“Quante volte ti ho detto di non ridurti così?”
So che non si riferisce solo alle mani.
Scosto lo sguardo e faccio spallucce. “Avevo bisogno di sfogarmi.”
“Certo… ” Le sue braccia mi circondano le spalle e io mi ritrovo sprofondata sul suo petto ampio, caldo e accogliente. So che sto tremando, so che ho un aspetto orribile, che sembro appena uscita da una lotta contro un puma, ma Brayden non farà commenti.
Non espliciti, quantomeno.
“Bray?”
“Mh?”
“Grazie.”
“Di niente.”
 
È lì dentro da mezzora e non si sente nulla.
, sto origliando e , me ne vergogno, ma no, non smetterò di farlo.
Sistemo meglio l’orecchio, accostandolo più vicino alla serratura ma quando sto per premerlo di più sento la maniglia abbassarsi e subito faccio un salto di due metri, allontanandomi il più possibile dalla porta.
Cerco di avere un’aria meno colpevole di quella che so di avere, ma Brayden mi lancia un’occhiata gelida e comprendo che no, non ci sono riuscito. “Stavi… ”
“Origliando, sì. Scusa.”
“Non è con me che devi scusarti.”
Si scosta e Ombra compare sulla soglia. Sembra quella di sempre ma da grande stronzo quale sono non resisto all’impulso di Vederla: rabbia verso di me, rancore verso di me, sfiducia verso di me e un principio d’odio verso di me.
Bene. Pensavo peggio.
Il silenzio si prolunga fino a quando io, in ritardo come al solito, capisco che stanno aspettando le mie scuse. Mi riscuoto rapidamente. “Ah, io-io… ” Bell’inizio, attenzione a non apparire spavaldo. “Mi dispiace.” Non so che altro da dire. Mi sembra inutile impomatare queste scuse con altre mille parole. “Mi dispiace... ”
Mi scruta attraverso quella mascherina nera che nasconde metà del suo viso, con quegli occhi blu che, nonostante siano pieni di un qualcosa di freddo e indecifrato, continuano a sembrarmi indicibilmente belli.
“Puoi restare, ma solo perché è troppo rischioso per la nostra sicurezza lasciarti andare.” Mi supera e fa per entrare in camera, quindi si ferma e mi guarda. Per un attimo la rabbia che leggo nei suoi occhi mi toglie il fiato. “E delle tue scuse non mi importa assolutamente nulla.” Entra e sbatte la porta alle sue spalle.
Sono vivo.
Bel risultato.
 
 
*
 
 
Credo sia inutile specificare che siamo tornati al punto di partenza: io passo le mie giornate a guardare cartoni alla TV, mentre lei passa le sue a progettare omicidi e complotti rivoluzionari.
Niente di nuovo.
Tre giorni di silenzio.
Sono in cucina alle 3 e mezza della notte e alle prese con un panino ripieno di tonno, mozzarella e provola dall’aria particolarmente invitante. Manca il peperoncino, ma ne farò a meno per questa volta.
Un rumore attira la mia attenzione: una porta che cigola.
Abbandono - momentaneamente, è ovvio - il panino sul tavolo e, afferrata la scopa poggiata accanto alla porta, mi dirigo verso il rumore.
Nel momento esatto in cui entro in corridoio però scopro che il rumore è stato provocato da Ombra, che adesso mi sta di fronte con la sua solita mascherina nera e la sua mise noir.
“Spostati.”
Abbasso gli occhi, facendo un passo di lato, ma quando lei sta per aprire la porta d’ingresso qualcosa decide di ruggire all’interno del mio stomaco.
“Aspetta!” Sorprendentemente si ferma e si volta lentamente verso di me.
“Cosa vuoi?”
Il ruggito di prima sembra essere scomparso nell'attimo in cui aperto bocca, quindi sono costretto ad affidarmi alle mie brillanti capacità oratorie.
“Volevo… ok, sì, mi hai già detto che delle mie scuse non te ne frega nulla e… ”
“E non vedo perché dovrei aver cambiato idea.”
“… già, immaginavo. Infatti non voglio chiederti scusa.” Inarca un sopracciglio e mi lancia un’occhiata significativa. “Cioè, sì, ma non lo farò. Voglio solo dirti che quelle cose che ho detto sul tetto sono state il risultato dei miei sensi di colpa. Mi sentivo uno schifo perché io avevo, in un certo senso, contribuito all’ipotetica morte di Demidoff mentre giocavo con Carlotta. Non sopportavo l’idea di lasciarla sola, di sapere che, comunque, sarebbe stata anche colpa mia e quindi ho scaricato tutto su di te, che tra l’altro proprio questa volta non avevi fatto assolutamente nulla. Non che tu abbia – cioè - non sei mica... sì, è vero, uccidi - ok, lo fai soltanto per - è comunque piuttosto - non che questo ti trasformi in…” Respiro profondamente. Ricomincio. “Io ti sono grato per quello che stai facendo. Continuo a pensare che uccidere sia terribilmente sbagliato, ma so che in questo caso, nella situazione in cui verte il mondo negli ultimi venti anni, be'… il lavoro che stai facendo tu è comunque qualcosa e lo fai a discapito della tua coscienza perché, e sono stato stupido a pensare il contrario, tu hai sicuramente dei problemi nell’uccidere delle persone. Chiunque combatta per la libertà ha dei problemi ad uccidere delle persone, ma tu lo fai comunque, lo fai perché credi che ormai la tua anima sia così sporca e corrotta che un altro omicidio, un’altra minaccia distruggeranno ulteriormente la stima in te stessa, ma ripuliranno il mondo dalla feccia che lo abita,” Riprendo fiato. “E mi dispiace di non averlo capito prima.” Silenzio.
Mi osserva con quei suoi grandi e magnetici occhi blu, quindi si avvicina di qualche passo, fermandosi a circa mezzo metro da me. Poi sorride. No, non è ancora un sorriso vero e proprio, ma solo un semplice incurvarsi di labbra, però ciò che dice dopo mi fa capire che, grazie a Dio...
“Non credere che adesso scoppierò in lacrime singhiozzando tra le tue braccia.”
…mi ha perdonato. Sorrido.
 
Sorride.
Accidenti.
Dorian è disarmante. Risulta innaturalmente piacevole stare in sua compagnia nonostante non sia precisamente carismatico, anzi: è impacciato e imbranato come pochi.
Eppure è allo stesso tempo un concentrato di energia, allegria e gentilezza.
Un bambino. Un bambino adulto... o un adulto bambino.
Inutile tornare sul discorso innocenza perché credo di averlo detto già innumerevoli volte.
È la persona più innocente che conosca.
Continua a sorridermi con placida aspettativa, mentre i suoi occhi mi osservano completamente privi di rancore. Mi riscuoto solo quando il suo sguardo diventa interrogativo.
Mi acciglio. “Che c’è?”
Dorian inclina la testa da un lato. “Mi stai fissando.”
“Scusa, ero soprappensiero. Comunque vedi di tornare a letto, è tardi.”
Un sorrisino vispo attraversa il viso di Dorian. “Sì, mamma!”
“Vai a letto! Ora!”
Ride mentre, invece di dirigersi in camera, svolta in cucina. Lo sento trafficare con qualcosa e poi sospirare pesantemente.
Scuoto la testa mentre penso che anche Brayden fa gli stessi versi quando addenta un panino.
Uomini.
Apro la porta e mi dissolvo, rassicurata dalla presenza costante delle mie ombre.
 
Scivolo sui tetti e mi dirigo verso il solito vicolo. Ormai non faccio quasi altro che sorvegliare Carlotta e quando non lo faccio sto controllando il Tribunale per evitare che accada qualcosa a Demidoff e Ghaam. Saltuariamente vado a dare una controllata anche a Myers, tanto per essere sicura.
Non voglio correre rischi.
Mi posiziono all’interno della camera della bambina, quindi mi infilo all’interno del suo armadio per evitare di essere sorpresa dalla luce.
Mi accomodo all’interno di un’ombra particolarmente fitta.
Nonostante Dorian mi abbia spiegato che quelle frasi sono state urlate a causa del suo senso di colpa, continuo a sentire quasi come una eco quelle tre parole: sei un mostro.
So che non lo pensava sul serio, esattamente come mi ha confermato oggi. Dorian non è in grado di mentire, è terribilmente sincero e lo dimostra il fatto che è in fuga dallo Stato a causa, appunto, della sua esagerata onestà.
Mi raggomitolo ancora più in profondità, tra peluche e vestiti, quasi a volermi crogiolare nell’illusione di una vita normale. Odio restare sola in questi momenti perché davanti a Brayden e, di recente, davanti a Dorian, posso far finta che vada tutto bene, che io sia una sorta di guerriera nordica leggendaria, invincibile e spietata… ma nelle ombre, nel silenzio, nei momenti in cui l’unica ascoltatrice delle mie finzioni sono io stessa, non riesco a fingere. Come si può resistere? Come posso proteggermi da qualcosa che è all’interno delle mie mura?
Riesco a ingannare me stessa di fronte a terzi, ma nel momento in cui certi pensieri saltano fuori quando sono sola, non posso fare a meno di smettere di mentire.
Senza accorgermene contino a scendere nei meandri più inesplorati dell’ombra, fino a piombare nel suo cuore, nel punto più scuro, più nero, nel punto in cui la luce non è altro che un ricordo.
Una metafora di ciò che sono diventata: il ricordo di una luce, nelle profondità dell’ombra più nera.
La camera è silenziosa, l’unico rumore che arriva alle mie orecchie è il suono del respiro profondo e regolare di Carlotta che dorme placidamente nel suo letto rosa, ignara di tutto, ancora immersa nella sua infanzia fatta di bambole e giullari magici.
La invidio. La invidio terribilmente.
Lei è lì, serena, avvolta dalla sua morbida trapunta rosa, con il viso affondato nella sua federa bianca, abbracciata al suo grosso orsacchiotto color nocciola, mentre io sono qui, nelle ombre più nere, rincantucciata in un armadio, cullata da peluche e vestiti che non mi appartengono, quasi a volermi illudere che questi ricordi siano miei, che tutto ciò non sia altro che un incubo da cui mi sveglierò piangente e disperata mentre mia madre, il cui viso sta ormai svanendo dai miei ricordi, correrà dalla camera da letto a rimboccarmi le coperte, baciandomi la fronte e facendomi compagnia fino a quando il sonno non mi farà scivolare in sogni più sereni: via da questo incubo.
 
*
 
Fare pace con Ombra mi ha rimesso di buon umore. Odiavo sapere che ogni volta che posava lo sguardo su di me si sentiva rimbombare in testa le mie parole cattive.
È stata molto occupata in questi due giorni. Da quando si è sistemato tutto l’ho vista solo due volte, infatti fa avanti e indietro da casa di Carlotta, sorveglia quando può il tribunale e soprattutto è molto nervosa per l’incontro di domani. Ok, non propriamente un incontro ma ci siamo capiti: Demidoff e Ghaam daranno la loro risposta.
A parte ciò però continuo a passare le mie giornate nello stesso modo: TV, cartoni e pisolini pomeridiani. Ho scoperto che adoro i pisolini pomeridiani, mi rigenerano e soprattutto occupano gran parte del mio tempo, espediente che mi solleva dal problema della noia.
Sto per piombare in uno di questi pisolini ristoratori, quando la porta d’ingresso si apre con un tonfo sordo e io sobbalzo.
Mi metto a sedere di scatto, irritato. “Che diamine…”
La visione che mi trovo davanti mi lascia sconvolto per un paio di secondi.
Ombra si sta reggendo un fianco insanguinato con una mano mentre con l’altra tenta di aiutarsi a rimanere in piedi. Il sangue sgorga copiosamente e il suo sguardo è quasi vitreo, tale deve essere il dolore. “Orion… sapeva… ” e le sue ginocchia cedono, ma io sono già lì, pronto ad afferrarla.
“BRAYDEN!”
L’uomo esce dalla cucina con uno sguardo perplesso, ma non appena vede Ombra in un lago di sangue sembra quasi stia per svenire anche lui. Si riprende subito, quindi corre in bagno a recuperare la cassetta del pronto soccorso, nonostante in queste condizioni non serva poi a molto.
Contravvenendo ai suoi ordini la Vedo, cercando di capire cosa vogliono dire le due parole che ha mugolato prima di perdere i sensi. Ed è lì. Paura, sconvolgimento, fretta di arrivare qui. Vado più in profondità, cercando le motivazioni di questa frenesia che sembra scuoterla anche da svenuta:
 
Vedo tutto con gli occhi di Ombra. Carlotta sta riposando nel suo letto, stretta al suo orsacchiotto di peluche. Gli occhi di lei però si spostano verso la porta che si sta accostando.
Avverto il suo nervosismo, la sua tensione e soprattutto il suo totale sgomento quando, nel momento in cui la porta si apre, vede Ghaam.
Lo stesso stupore si dipinge sul volto del Ministro visto che, probabilmente, Ombra è così stupefatta da essersi dimenticata di nascondersi.
Tu.” Avverto la rabbia adesso. “Traditore! Demidoff si fida di te!”
Il Ministro però è sorprendentemente veloce. Approfitta dell’attimo di distrazione per estrarre un coltello e colpire Ombra. Il suo obbiettivo era evidentemente lo stomaco, ma lei riesce a riprendersi all’ultimo secondo, scansandosi e ferendosi però al fianco.
Estrae il coltello e lo lancia al mittente.
Il manico vibra, creando una sorta di macabra colonna sonora della morte di Ghaam.
Carlotta si sveglia con un sobbalzo e strilla, ma Ombra fa in tempo a prenderla in braccio e portarla fuori dalla camera, quindi corre, probabilmente alla ricerca di Demidoff. Lo trova appena fuori dalla sua camera da letto, in pigiama e con una pistola in mano. Appena la vede fa per alzarla, ma non appena nota il sangue sembra capire.
Era Ghaam, ha cercato di ucciderla. Ha fatto da spia in tutto questo tempo. Non venire all’incontro di domani, altrimenti sapranno che li hai traditi… ” Un mugolio di dolore le sfugge dalle labbra e Demidoff fa per sorreggerla, ma lei lascia Carlotta tra le sue braccia e si allontana. “La porti via, vada all’Accademia e chieda aiuto a Myers …” Non riesco a vedere chiaramente, segno che il suo sguardo si sta annebbiando. “ …devo andare, lei… lei faccia come le ho detto.” Quindi si dissolve e viaggia rapidamente fino alla nostra porta.
 
Rientro in me, sconvolto. Ombra è ancora qui, tra le mie braccia, svenuta e irrequieta. Sono stato via solo pochi secondi in realtà, infatti Brayden fa il suo ritorno solo qualche attimo dopo.
“Ci vorrebbe un Alchimista qua…” dice lui, ma io scuoto la testa.
“Fiale. Ci servono Fiale. Fiale per le ferite da arma da taglio, possibilmente di terzo grado. L’arma era un coltello di circa venti centimetri, manico escluso.”
Brayden mi fissa. “L’hai Vista?”
“Preferisci che muoia?”
“No, d’accordo… ma dove la troviamo una Fiala per ferite da arma da taglio di terzo grado? Dal terzo al quinto le hanno solo l’esercito e gli ospedali” L’idea ci fulmina nello stesso istante. “È troppo rischioso Dorian.”
“È l’unica possibilità che abbiamo.”
Mi osserva con sguardo grave. “D’accordo, ma sii cauto.”
Lascio Ombra tra le sue braccia e corro fuori.
 
Shine è pallida; pallida come non l’ho mai vista.
“Resisti piccola, arrivano i rinforzi.”
Quel pazzo...
Spero solo che non l’arrestino.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
________________________________________________________________________
Spazio Autrice:
---
Chiedo perdono per il ritardo, ma mi sono addormentata '-'
Vi lascio nuovamente il link di Undisclosed Desires, la canzone che fa da colonna sonora a questa storia e mi dileguo.
Grazie a tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite e tutto il resto u.u (?)
Besos*
 
 
P.S. Ho revisionato il capitolo molto rapidamente, nel caso ci fossero errori vi prego di segnalarmeli, anche se non credo ci sia neanche bisogno di chiederlo dal momento che alcune di voi l'hanno già fatto e ovviamente non posso che ringraziarvi con tutto il cuore :))
 
 
Moony
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ElseW