Ciao a tutti ragazzi. Lo so
che vi avevo promesso una storia tempo fa, ma l’ho cestinata perché era davvero
brutta. Spero che questa nuova vi piaccia, anche se è seria, e non ironica come
Rosso. Ne ho un’altra in serbo per voi abbastanza divertente…spero di non
cestinare anche quella. Aspetto le vostre recensioni. Grazie a tutti ciao.
Lunarossa
Gli occhi di Ginny
Cap 1
Naturalmente
la prima che si accorse che qualcosa non quadrava fu Hermione.
Me
lo fece notare una mattina a colazione, mentre Ron era intento a litigare con
Dean sull’ultima partita dei Cannoni di Chudley.
“Guarda
Ginny, ma senza che Ron se ne accorga per favore.” Disse mentre mi passava una
fetta di pane imburrato.
Guardai
prima Ron e, appurato che la conversazione con Dean lo stava assorbendo
completamente, mi voltai verso di lei.
Si
stava versando del caffè con gesti lenti e deboli.
Il
suo viso sembrava esausto e profonde occhiaie le solcavano gli occhi.
Non
si servì nulla da mangiare.
Zuccherò
il caffè e vi aggiunse del latte.
Era
estremamente dimagrita, ma questo lo aveva notato anche Ron qualche giorno prima.
Lei
aveva giustificato la cosa dicendo di essere a dieta.
Sospirò
e chiuse gli occhi dopo aver bevuto un sorso della bevanda calda.
Sembrava
sfinita ed il suo volto era incredibilmente … preoccupato, triste e angosciato
tutto insieme…no non poteva essere una sciocchezza a ridurla così, doveva
essere qualcosa di più grave, di pauroso.
Guardai
Hermione con sgomento. Come potevo non essermi accorto di niente? Da quanto
tempo Ginny era in queste condizioni?
“Avevi
altre cose a cui pensare, Harry, non sentirti in colpa.” Disse Herm leggendomi
nel pensiero, ed io pensai che non aveva tutti i torti, ma almeno a loro tre
potevo anche prestare attenzione no? Loro con me l’avevano sempre fatto…Erano
sempre lì quando avevo bisogno di loro.
Mi tornò alla mente la biblioteca e l’uovo di
cioccolato della signora Weasley, mentre Ginny cercava un modo per farmi
parlare con Sirius.
“Da
quanto tempo è così?” sussurrai.
“Io
mi sono accorta di qualcosa un paio di settimane fa…ma non so se sia cominciata
ancor prima.”
“Due
settimane?” dissi con sgomento cercando di controllare la voce per non attirare
l’attenzione di Ron, “e perché me lo dici solo ora?!”
“Ho
cercato di chiedere prima a lei se qualcosa non andasse, ma è muta come un
pesce. Dice solo di studiare troppo per i G.U.F.O.”
“Ma
è solo dicembre, non può essere già in questo stato!” Hermione non rispose
nulla, mi guardò solo con fare preoccupato.
“Dovremmo
farlo sapere a Ron.” Dissi con decisione. Non volevo che se ne accorgesse da
solo e si sentisse tradito.
Tolsi
gli occhiali e mi stropicciai gli occhi. Mi stava venendo un gran mal di testa.
“Cosa
facciamo con lei?” Domandai rimettendo gli occhiali.
“Pensavo
che potresti avvicinarla tu…Ron dovrà anche essere informato, ma non mi sembra
adatto a cavarle qualcosa.”
“E
ti sembro adatto io?”
“Bhè,
aiutare qualcuno mi sembra un bel modo per ritrovare anche se stessi.” Disse
con un piccolo sorriso.
“In
che senso?”
“Avete
lo stesso sguardo Harry…magari se aiuti lei a ritrovarsi, lei aiuterà te.”
“Io
so benissimo chi e dove sono…non ho bisogno di…”
“Non
è vero Harry?” …Ron e il suo tempismo perfetto.
“Ehmm,
certo, giusto!” risposi cercando di essere il più naturale possibile.
“Visto
Dean, anche Harry mi dà ragione.” Disse con aria di superiorità.
Mi
alzai contemporaneamente ad Hermione che disse:
“Dai,
muoviamoci o Piton ci spolperà vivi.”
Ron
si mise in bocca un altro pezzo di pane imburrato e si alzò recuperando tutti i
suoi libri. Ci incamminammo verso l’uscita, ma mi voltai verso il posto in cui
era seduta Ginny. Era vuoto.
Ma
quando si era alzata? Mi incamminai verso il sotterraneo con un gusto
leggermente amaro in bocca. L’avrei cercata nel pomeriggio.
Ma
lei mi avrebbe voluto tra i piedi?
***
Sentivo scorrere il getto
della doccia su di me ad una temperatura altissima.
Volevo sciogliere tutte
le preoccupazioni che avevo sulle spalle…Sirius, la profezia, Ginny.
Sarebbe stato bello rimanere lì sotto per sempre,
ma mi premeva parlare con lei. Non l’avevo mai vista così.
Di solito
era lei che tirava su tutti, senza che nessuno le chiedesse niente. Era sempre
lì quando le persone erano a terra e riusciva sempre a farle sorridere, anche
solo con quel suo sguardo così dolce e allegro. Dov’era quello sguardo ora?
Mi sorpresi di pensare che lo rivolevo. Lo rivolevo
per me.
Chiusi l’acqua e rimasi inebetito a fissare le
manopole della doccia.
Da quando pensavo che lo sguardo di Ginny fosse
dolce e allegro?
Il freddo mi fece ridestare così mi asciugai e mi
misi addosso qualcosa per scendere in sala Comune, lasciando il bagno a Ron e a
Dean.
Incontrai Hermione che stava scrivendo il lungo
tema che Piton ci aveva assegnato quel giorno con i capelli più gonfi che mai.
“Hai lavato i capelli?” le chiesi dandole un bacio
sulla guancia.
“Già, ho finito la crema sgonfiante…Ginny è già
scesa.”
“Ok, grazie. Mi siederò accanto a lei, tu mentre
spiega qualcosa a Ron.”
Hermione annuì e mi sorrise.
“In bocca al lupo.”
“Crepi.” E mi avviai in sala Grande.
Gli addobbi di Natale erano stupendi, come sempre e
tutti gli studenti erano indaffarati a scegliere i regali per i vari fidanzati,
amici e parenti.
Appena posai lo sguardo sul tavolo dei Grifondoro
la vidi.
Era accucciata sul tavolo, con il viso nascosto tra
braccia ed era sola.
Ero fortunato, non aveva nessuna delle sue amiche
invadenti tra i piedi.
Mi sedetti accanto a lei e rimasi guardarla.
Sembrava addormentata e non si accorse di me fino a quando la sfiorai sulla
testa, ma non se lo aspettava e si spaventò, facendo saltare dalla sedia anche
me.
“Harry, scusa…Io mi ero…”
“Ti eri addormentata.” Terminai io guardandola
divertito.
“Già, scusa.” Disse stropicciandosi gli occhi.
“Scusa di che?” Il mio sorriso non riusciva a farle
salire gli angoli della bocca. Non avevo il suo stesso potere…
“Ron e d Hermione?” chiese non guardandomi negli
occhi.
“Scendono più tardi.” decretai con noncuranza.
“Perché non li hai aspettati?”
“Volevo parlarti.” dissi senza preamboli. Non
credevo che a Ginny piacessero le persone che girano attorno alle cose, almeno
dall’ultima impressione che mi aveva dato di sé, ed avevo ragione.
“Oh…” lei era letteralmente incredula e ma non
riuscii a capire se fosse anche infastidita.
“Di cosa?” aggiunse continuando a guardare
dappertutto tranne che verso di me.
“Delle tue occhiaie, della tua debolezza e del
fatto che non mangi. Credi che ci siano argomenti sufficienti?” risposi io
serio prendendole il volto tra le mani e obbligandola a guardarmi.
Lei allontanò in fretta le mie mani dal suo volto,
quasi scottassero e divenne bianca come un cencio.
Mi
spaventai, mi spaventai a morte e cominciai a chiamare aiuto ad alta voce.
Lei era tra le mie braccia priva di sensi ed era
così bianca che sembrava morta.
In un lampo ricordai la camera dei segreti e lei
distesa sul pavimento.