8
«I Carphilly Catapults
devono tutto al cercatore, ma dai…» si lamentò Megan,
«Non si può fare affidamento su una squadra che non fa gioco di squadra!»
«Perché, le Holyheads adesso non dipendono
assolutamente da tua cugina?» ribatté Wayne, calmo.
«Come osi!»
«Oso, oso.
Vieni, devo comprare dell’inchiostro.»
«Fuori?» inorridì lei, «Con questo vento?»
«Capisco il
tuo orrore. Georgia e Monica.»
«I-Cosa?»
«Fuori.» disse lui, indicando oltre la vetrina di Mielandia.
Le due stavano passando, strette nei loro mantelli.
«Parlano?»
«No.»
«Wow.
Immagina quanto Georgia sarà gioiosa ai Tre Manici.»
«Allora,
volete dirmi o no perché volevate vedermi? State divorziando?»
domandò Sally-Anne di punto in bianco, e suo padre quasi soffocò nella
cioccolata calda.
«Che dici!» inorridì sua madre, «Stavamo chiacchierando così amabilmente,
come ti salta in testa?»
«Appunto, non
è normale! Allora?»
«Sei diventata insolente come tuo fratello…»
borbottò lei.
«Lascia Gah fuori da questa storia.» ribatté
Sally-Anne.
«Ora, ora,
non litighiamo. Sono sicuro che Gabriel può aver avuto una buona influenza su
di te, nonostante tutto. Non ti ho mai vista rilassata
come dopo le tue vacanze con lui.» disse
suo padre, calmo.
Entrambe le donne lo guardarono sorprese.
«Quindi ammetti che anche lui ha lati buoni, no?»
Sua madre fece un gesto convulso con la mano: «Non essere ridicola, certo
che tuo fratello ha lati buoni. Sarebbe carino se
sapesse anche chiedere scusa, magari.»
«Ha preso da te.» borbottò suo marito da dietro la tazza.
«Reginald.»
«Il motivo per cui siamo venuti a parlarti è che abbiamo saputo quello che
è successo alla tua amica Hannah ed eravamo preoccupati per te.» dichiarò
infine l’uomo, «Abbiamo parlato con i Bones a cena,
sappiamo che siete tutti molto…»
I due si scambiarono un’occhiata incoraggiante mentre la figlia attendeva
con ansia.
«Perché non
ci hai detto che eravate tutti molto legati a Diggory? Molto?» domandò
infine sua madre e Sally-Anne si irrigidì, «È come se non ci conoscessimo. Con
Gabriel era diverso, nonostante tu pensi che fossimo orribili con lui.
Litigavamo, certo, ma sapevamo ciò che faceva, e pensavamo che tu fossi
semplicemente introversa, ma ci siamo resi conto che non sappiamo nulla di te.»
«Mi state prendendo in giro?» sbottò lei, basita.
«Prego?»
«Come avrei potuto parlarvene se voi non ci siete mai?»
«A volte partiamo in viaggio, è vero, ma durante le vacanze di solito
tentiamo di esserci il più possibile, e se avessimo saputo qualcosa…»
cominciò sua madre, offesa.
«Anche quando
siete a casa voi non… Non abbiamo mai parlato perché
tutto ciò di cui vi importa è che io faccia bella figura con gli estranei
importanti. Non ve ne importa nulla né di me né di Gah
come persone, come figli.» disse Sally-Anne lentamente, fissando prima l’uno e
poi l’altra, «E non fate quelle facce, ho accettato molto tempo fa che gli elfi
domestici sono gli unici con cui posso parlare.»
«Ma… ma…» boccheggiò
sua madre, «Ma io… Sei tu
che non parli con noi! Sin da quando eri piccola, tu…
tu ti sei sempre rifiutata persino di abbracciarci!»
«Perché voi parlavate soltanto di soldi e di gente importante, a me non
interessa soltanto questo, io volevo parlare di me, di voi…»
«Allora perché non ce l’hai mai detto?» domandò il padre, incredulo.
«Io devo venirvi a dire di
parlare con vostra figlia?»
«E noi
dobbiamo capire che dobbiamo obbligarti
a parlare quando tu vuoi evidentemente, o apparentemente, restare in silenzio?
Volevamo rispettarti! Non volevamo sbagliare come abbiamo fatto con Gah, lo opprimevamo troppo-»
«Io non lo opprimevo.» sentenziò la moglie, ma lui la ignorò.
«E non
volevamo perdere anche te, abbiamo deciso di rispettare il tuo volere!
Credevamo che a te stesse bene così, non ti sei mai lamentata!»
«Non mi sono lamentata perché pensavo non vi importasse di me!» ribatté lei,
altrettanto sorpresa.
«Come puoi
dirlo? Noi amiamo te e tuo fratello più di ogni altra cosa al mondo!» esclamò sua madre con veemenza.
Sally-Anne batté le ciglia un paio di volte, cercando di realizzare
ciò che aveva appena sentito. Sua madre non faceva che parlare male di Gah, perciò se ammetteva di amarlo doveva fare sul serio.
«Credo che siamo tutti un po’ confusi qui…»
mormorò suo padre, «Che ci siano una serie di
malintesi da chiarire. Sally-Anne, io ho sempre pensato che fossi tu a non
voler parlare con noi per qualche motivo che non mi era chiaro…
E ho sempre cercato di includerti nei nostri discorsi perché volevo che ti
sentissi parte della famiglia. Forse siamo stati troppi duri nel tentare di
farti piacere solo le persone giuste, ma non volevamo che tu ci lasciassi come
Gabriel.»
«Perché non mi hai mai chiesto se ce l’avevo con voi, allora?»
«E tu perché non l’hai chiesto a noi?» ribatté sua madre, «Siamo umani, possiamo sbagliare anche noi, come vedi. Non
puoi aspettarti che ti leggiamo nella mente o ci comportiamo come tu pensi che
i genitori debbano fare, specialmente se non ci informi prima di come credi che
stiano le cose.»
«Non ho chiesto perché siete sempre così fissati con Gah
che…»
«Perché lo chiami sempre in quel modo?» la interruppe lei, aggrottando la
fronte.
Sally la guardò perplessa: «Perché lui dice sempre
di chiamarlo così. È come lo chiamavo io da piccola.»
«Tu e lui siete sempre molto legati… Ti scrive,
vero?»
«Ogni volta che può.» confermò lei.
Sua madre guardò altrove: «Io e lui litigavamo in continuazione per via dei
suoi amici, del suo rendimento, delle sciocchezze che faceva…
E del fatto che io ero fin troppo rigida, a detta sua.
Mi preoccupavo solo perché lui era il primo figlio e pensavo di poter decidere
della sua vita come se fosse mia. È per questo che se n’è andato. Lo so, che è
anche colpa mia.»
«Scappato è
il termine giusto. Ha parlato con te, ma a noi ha lasciato solo un biglietto. È
sparito da un giorno all’altro senza preavviso dopo una litigata come tante.»
aggiunse suo padre, lasciandola di stucco, «Ad ogni modo, Sally, siamo solo
persone anche noi e come tali possiamo sbagliare…
Avremmo dovuto parlare in questo modo dall’inizio…
Quando i genitori della tua amica Susan mi parlano di lei mi rendo sempre conto
che non abbiamo quel rapporto e che mi dispiace, e molto.»
Sally sentì gli occhi bruciarle e cercò di non piangere, premendo le unghie
nelle proprie braccia.
«Bando
all’orgoglio, mi sono detto, se voglio amore posso anche chiederlo, del resto
il troppo orgoglio non ha mai fatto bene a nessuno. Siamo venuti qui oggi perché vorremmo capire come stanno le cose tra noi,
se è possibile recuperare. E anche capire perché tu ci abbia sempre escluso
dalla tua vita. Certo, non ci aspettavamo che tu fossi convinta che noi avessimo escluso te.»
«Se nostra
figlia non ci dice neanche che è un suo amico, il ragazzo ucciso, qualcosa è
completamente storta. Non sapevo neppure che avessi invitato i tuoi amici
l’altro Natale.» commentò sua madre.
«Io conoscevo solo Stebbins di nomea e mi sono informato dopo averlo
trovato a casa… Era il migliore amico di Diggory,
vivevano assieme, non è così?» si informò il padre, «Non ho mai avuto occasione
di dirti quanto sono fiero di te per averli portati a casa e avergli dato un
po’ di conforto.»
«Certo che siamo fieri!» convenne sua madre, «Sally, hai fatto tutto senza
il nostro aiuto e guarda che persona sei diventata: qualcuno che ha buoni
amici, brave persone, non importa da che famiglia provengano, e che non si fa
problemi anche a invitarli a casa propria, a dividere tutto con loro… Ti ho sempre vista come la
mia bambina e non mi sono accorta di quanto tu sia cresciuta mentre io ero via… Pensi di poterci dare una chance?»
«Siete fieri di me?» ripeté Sally in un pigolio, ignorando il resto.
«Ti amiamo, principessa, certo che siamo fieri di te.» disse suo padre con
voce dolce mentre sua madre annuiva rigidamente, «Che ne dici di parlare un po’
con noi?»
«È triste che abbiano chiuso Zonko… Dev’essere per via dei gemelli Weasley.» commentò Georgia,
a disagio.
Monica annuì e lei si fermò.
«Senti, non hai parlato tutta la mattina…
Qualcosa non va?»
«No, scusami…» mormorò lei, abbassando lo
sguardo.
«Non devi
scusarti, vorrei solo capire che succede. Non vorrei che tu avessi problemi con
me perché Mike mi considera la sua migliore amica, ci sono già passata e non mi
è piaciuto.» mise subito in chiaro lei, scocciata.
Monica la guardò allarmata: «Quello non è un
problema, è che non ci conosciamo bene e mi vergogno un po’… tutto qui. Non
sono Sandy, io.»
«Bene allora.»
«Sei sempre così schietta?»
«Ci provo, cercando di non essere rude quanto Megan.» scherzò lei.
«Megan ha un carattere interessante… Non credo di
piacerle.» commentò lei distrattamente
«Non farne un fatto personale, a Megan non piace praticamente nessuno.»
ribatté lei, senza negare nulla, «Sai quando si dice “can che abbaia non
morde”?»
«Vuoi dire che lei fa solo chiasso ma non è pericolosa?»
«No, no. Lei
abbaia e morde. Ma non morderebbe te perché sei la fidanzata di Michael.» chiarì Georgia in tono rassicurante.
«Quando siete diventate amiche?» domandò Monica.
«All’inizio del quarto anno, prima non parlavamo quasi mai.» rispose lei
con un sorriso, «Vuoi diventare sua amica?»
«Non so se a
questo punto potrei diventare amica di uno qualunque di voi, sono arrivata
tardi e avete vissuto tante cose assieme… Sapevo
dall’inizio che anche avvicinandomi a Michael non avrei necessariamente
conquistato il gruppo. Non che mi importi davvero, a me importa solo di lui.»
ammise lei, con un tono di voce che ora aveva perso l’incertezza di poco prima.
Georgia si strinse nelle spalle: «Se ti sta bene
così, bene. Sono felice che tu non sia gelosa comunque, è bello essere
perlomeno civili tra noi.»
«Non ho bisogno di essere gelosa di te.» ribatté Monica serenamente, «Perché se anche mai Michael avesse avuto sentimenti diversi
dall’amicizia nei tuoi confronti, ora ama me e vuole stare con me
per sempre. Non lo lascerò andare perché io sento le stesso, perciò penso che tu ti debba solo preoccupare di riuscire
a ritagliarti un po’ d’attenzioni, ma io
no.»
«Oh. Beh,
neanche io devo preoccuparmi, come sai Michael tiene
ai suoi amici più di qualsiasi altra cosa al mondo, perciò…
E poi io ho Dorian, lui e gli altri sono entrati nel gruppo quest’anno
ma sono già praticamente amici di tutti,
perciò non ho bisogno di dovermi ritagliare attenzioni come dici tu, non sono
un animale da accudire. E non ho quel genere di sentimenti per Michael.»
«Spero di non averti offesa…»
«Affatto.» disse Georgia, sorridendo.
«E tu e Dorian siete una bella coppia.» riprese Monica, ricambiando il
sorriso.
«Non so come
le cose andranno tra noi ma penso che diventeremo amici molto stretti, ora che
gli altri sono tutti in coppia ho bisogno di qualche amico single come me. Poi
certo, è molto carino ed è anche molto buono, un punto fermo, insomma.» confermò lei, sincera.
«Ho visto.» affermò Monica, annuendo tra sé e sé con aria assorta. «Beh, a
me fa piacere conoscerti un po’ meglio.»
«Già.
Interessante.» approvò lei con un altro sorriso.
«Non siete obbligati a venire con me.» fece presente Kevin, «C’è la Perks,
Anthony.»
«Non ho nessun problema con questo e Georgia sembrava aver bisogno di tutto
il supporto possibile.» ribatté lui.
«Ci credo, era in giro con Bruttonica.»
«Terry, non chiamarla così…»
«Ma dai,
persino noi Ravenclaw aspettavamo di vedere Georgia e Michael insieme, e
neanche li conoscevamo! E abbiamo sempre tutti chiamato Monica “Bruttonica”, adesso non voglio certo diventare più gentile
con lei solo perché Georgia è troppo buona!»
«Sì, è troppo buona e continua a dire che sono migliori amici.» precisò
Dorian, «Cosa stupida. Se ami una persona è inutile
che continui a dire che siete solo migliori amici.»
La frecciata andò a segno e Kevin e Cindy gli rivolsero un’occhiata
sospettosa.
Poi lei annuì: «Sì, ma se lei dice che sono
migliori amici magari lo crede davvero. Magari sono solo migliori amici per
davvero e anche lei e Monica diventeranno amiche.»
«Cindy…» gemettero tutti.
«Ancora una
volta: capita che la gente menta. Come quando Greta Buggin ti ha detto di aver
ricevuto un Ordine di Merlino.» spiegò Terry.
«Veramente no, ne ha preso due, ma uno gliel’hanno
portato via perché dovevano venderlo e dare il ricavato ai babbani bisognosi.»
lo corresse lei, «Perché, non è così?»
Tutti si scambiarono un’occhiata e poi Kevin le mise un braccio intorno
alle spalle: «Sei fortunata ad averci.»
«Sì, lo so.» convenne lei, «Ma cosa c’entra?»
«Jack!» strillò Charlotte, andando ad abbracciarlo, «E Walter e Rent.
Ciao.»
«Sento l’amore.» commentò Walter allegramente; aveva una bruciatura su una
guancia ma sembrava felicissimo, oltre che abbronzato come non mai.
«Vado a salutare Rosmerta.» annunciò Rent, già sognante, ma prima di andare
tirò una guancia di Charlotte che rispose con un verso di protesta e un tentato
pugno.
«Hai tempo
fino all’arrivo degli altri. Sei in anticipo, pulce.»
disse Walter.
«Lo so.
Sally-Anne arriva tardi perché ci sono i suoi genitori!»
cinguettò lei.
Rent si bloccò e tutti la fissarono sorpresi: «Cosa?»
«Ah, e ieri
Buggin ha picchiato Megan e Wayne l’ha massacrato e l’ha minacciato di morte! O
così ho sentito!»
«COSA?» ripeterono tutti.
«Georgia invece è a un appuntamento con Monica, gliel’ha organizzato
Michael!»
«COSA?»
Rowan era seduto sullo steccato che delimitava la zona della Stamberga
Strillante e batteva debolmente le mani contro il legno. Per quanto alto a
Michael sembrava più giovane che mai, il quindicenne che era, con la testa
incassata tra le spalle e la cuffia premuta sui capelli scuri.
«Ho capito perché non me ne hai mai parlato prima…
Cioè, ti ha spinto giù dalle scale solo perché eri amico di Rent!»
«C’è un motivo se preferisco quando mi ignora.» ridacchiò Michael, il cui
viso era pallidissimo. Rowan aveva già notato che invece che piangere Michael
impallidiva sempre, aveva infatti pianto pochissime
volte da quando lo conosceva, e sapeva quindi che l’amico stava soffrendo a
parlarne così seriamente, lui che di solito si limitava a battute su quanto sua
madre fosse mostruosa, commenti che la gente prendeva appunto solo per battute
e che invece partivano da basi reali.
«Improvvisamente sento che la mia famiglia è meravigliosa.»
Michael rise sul serio: «Cedric lo diceva sempre.
Anche Georgia.»
«Parlando di Georgia… Tutto apposto?» cambiò
temporaneamente argomento lui, cercando di trovare qualcosa da dirgli per farlo
stare meglio.
«Certo!
Perché non dovrebbe?»
Rowan si strinse nelle spalle.
«Beh…» riprese Michael, «Devo ammettere che
quest’estate mi stavo quasi convincendo di avere una cotta per lei e la cosa mi
ha spaventato a morte.»
«Oh?»
«Già. Però
poi ho capito che era Monica la persona che stavo cercando, che era sempre
stata vicino a me senza che me ne accorgessi… E tutti quei dubbi su Georgia sono spariti in un secondo.
Georgia è rimasta solo un’amica normale, diciamo. Perché, mica ti piace?»
Rowan quasi cadde all’indietro: «NO!»
Ma Michael rideva già: «Lo so, ti prendevo in giro… Oddio, se ti piacesse, fa pure. Non sono geloso delle
mie amiche.»
«Non c’è bisogno che tu lo sia, comunque.» borbottò lui, rosso in faccia.
«Su, non
prenderla a male! Guarda che non c’è nulla di male a guardare le altre,
specialmente quando hanno il fisico di Georgia!»
L’amico lo guardò confuso.
«Va bene, non è alta, ma sapessi com’è sotto quei maglioni…» sghignazzò lui, e anche Rowan rise a voce alta,
una risata contagiosa che finì col far piegare in due Michael.
«E tu come lo sai, scusa?» domandò infine quando si calmarono, e l’altro si
irrigidì.
«Beh, dopo anni e anni ho notato…» mugugnò, e
Rowan assottigliò lo sguardo.
«Michael… Non avrai tradito Monica dopo tanti bei
discorsi?»
«Non dirlo
neanche per scherzo! Non lo farei mai!» protestò lui, «Vieni con me ai Tre
Manici, ci sono Walter, Rent, Jack e gli altri.»
«Oh, Michael!»
Michael si fermò, passandosi una mano tra i capelli corti che sfuggivano al
codino, ovvero quasi tutti.
«Guarda che
se vuoi venire a casa mia per me non ci sono problemi. So che hai un tuo
appartamento, ma mia madre cucina davvero bene…»
Lui rise di nuovo, annuendo: «Invito che non posso
rifiutare, quindi. Magari una domenica durante le vacanze di Natale, tanto per
terrorizzare i tuoi.»
«Guarda, i miei sanno così tanto di te che ormai ti conoscono.» replicò
Rowan.
«Anche i Diggory sanno moltissimo di te.» ridacchiò lui, «Avrai notato che
sono piuttosto chiacchierone.»
«Chi, tu?»
«Ed espansivo.»
«Io direi affettuoso.» lo stuzzicò Rowan e Michael fece una smorfia.
«Vero? Sono
quasi gay. Voglio dire, Cedric ogni tanto faceva discorsi sull’amicizia ma solo
perché io stavo male o cose così, Walter non è capace, Rent è un orso, a volte
è di peluche, d’accordo, ma non è che sia il migliore nel capire i sentimenti
della gente e Jack invece è bravo nel farlo ma non sta lì a parlarne. Il che è
giusto, perché siamo ragazzi, non è che passiamo il tempo a farci le trecce. Io
no, io parlo, parlo, e poi dopo mi accorgo di aver fatto la donna come stavo
facendo oggi sino ad adesso.»
Rowan stava ridendo e annuendo assieme.
«Tu abbracci anche tutti, maschi e femmine!»
«Appunto!
Tecnicamente non ho problemi neanche a baciare chiunque. Ma questo non è perché
sono affettuoso, quello è perché sono così sicuro di quanto mi piacciano le
ragazze che non ho problemi a scherzare sul fatto che possano piacermi gli uomini…»
«Ho notato
che non sei esattamente omofobico, sì. Aspetta, chi
hai baciato?»
«Cedric, un Natale.
C’era vischio e l’ho traumatizzato! Ma solo a stampo, eh!»
Rowan stava ridendo di nuovo, adesso fin quasi alle lacrime, immaginando la
scena: «Sai cosa, le ragazze ti vedono tutte come l’essere più virile e uomo di questa terra, ma tu sei una specie di cosa a metà…»
«Una specie
di cosa a metà. Penso che dovrei farmi una maglietta con scritta questa frase… Penso che anche mia madre me la farebbe.» considerò Michael, a metà tra l’amaro e il divertito.
«A proposito… So come…
funzioni e che quindi ti viene bene fare battute, ma ti offende quando le fanno
gli altri?» indagò lui.
«Certo che
no! Vuoi farne? Prego!»
«No, non
voglio farne! Ero solo curioso, non conosco molta gente incasinata come te…»
«Se facessi un sondaggio tra i tuoi amici magari ne saresti sorpreso.»
ribatté lui, «Hai visto Megan, Georgie e Sally-Anne,
no? Non se ne salva una. E neanche Wayne e Walter, il loro padre si è fatto
l’altra famiglia mentre stava ancora con la loro madre, l’ha scoperto Wayne coi
suoi occhi!»
«Pure!» esclamò Rowan, che non sapeva di quest’ultimo dettaglio, «Che schifo! È per quello che Walter gli aveva dato un pugno
l’anno scorso? Nel caos non si era capito bene cosa stesse succedendo…»
«Già. Ma ne sono usciti tutti bene e voglio fare lo stesso…
Merlino, non che Megan sia venuta su sanissima, e Sally-Anne…
Ma pazienza.»
«Ma come le hai conosciute?» domandò Rowan, «Quando ci siamo conosciuti noi
eri già amico loro, eppure non mi sembrano facili da avvicinare…»
«Wayne e Megan si sono scontrati dal primo giorno… era il fratellino di Walter quindi ho provato a
separarli e Megan mi ha detto qualcosa come: “come ti chiami? Stebbins. Bene, Stebbins, quando conoscerò le fatture ti verrò a cercare.”»
«Suona molto da Megan Jones.» ammise Rowan, non sorpreso.
«Con Georgia… Una volta, sempre al terzo, stavo prendendo in
giro uno dei Gryffindor, non mi ricordo chi… un
mocciosetto del primo. E lei, piccolissima e senza neanche conoscere nessuno
dei due, si è messa a difenderlo e abbiamo quasi litigato. Lei ha litigato, io
ero affascinato. Poi Wayne ci ha parlato qualche volta, dato che era sempre in
mezzo per via di Megan, sono diventati amici subito e lei ha deciso di provare
a conoscermi.»
«Georgia non la capisco bene.» dichiarò Rowan, «Sembra
buona e dolce come Helen, ma a volte l’ho sentita zittire la gente in un modo che… Ti fa capire, praticamente, che se ci si mettesse
minimamente di impegno ti schiaccerebbe a parole. E poi si vede che sta
benissimo anche quando sta da sola…»
«È molto indipendente e sa arrangiarsi, sì.»
«Ecco, però
non la capisco bene comunque. Tu hai detto che ha difeso uno sconosciuto, e per
farlo ha praticamente attaccato te che eri un altro sconosciuto più grande di
lei, ci vuole forza nel farlo. Però quando tu stavi male l’anno scorso lei
senza di te sembrava persa, non sembrava forte affatto. Non capisco il suo
carattere.»
«L’anno scorso ha fatto questa battuta sul fatto che Stephen è schizzinoso
e che non poteva di certo fare giochi erotici col cibo, una cosa del genere…»
«Chi, lei?»
«Sì! E mi ha
lasciato allibito! Poi però ho chiesto ad altri suoi amici, perché Georgia ha
amici ovunque a Hogwarts, è peggio di me, e loro mi hanno detto che con loro fa
sempre battute. Quindi devo ammettere che non la conosco completamente neppure
io, è più misteriosa di quanto non sembri, non è solo la persona che si
preoccupa per me quando faccio scemenze, è anche la prima che è rimasta fuori
dopo il coprifuoco al primo anno solo perché l’avevano sfidata a farlo e se n’è
andata a cercare le cucine. È strana.» Michael
sorrise, «Mi è sempre piaciuta per questo… Dovresti
conoscerla meglio.»
«Vedrò cosa posso fare…» mugugnò lui, pensieroso.
«Susan, ci sei?» chiamò Quill, facendola sobbalzare davanti alla vetrina.
«Sì, scusami… stavo pensando…»
«Ad Hannah?» suggerì Stephen, comprensivo.
«Pensa se Wayne fosse quello costretto a lasciare la scuola…»
mormorò lei, difensiva, «Mi sento così confusa…»
«Grazie per aver chiamato in causa Wayne e non me.» commentò Quill,
sarcastico.
«Oh, scusa!
Non ci ho pensato!»
«Stavo scherzando…»
«Ti trovo allegro in effetti.» osservò Stephen, «Che è un bel cambiamento
rispetto agli ultimi tempi.»
Quill si strinse nelle spalle: «I miei avevano problemi col lavoro ma
adesso è tutto apposto più o meno.»
«Che genere di problemi?» si incuriosì Susan.
«Colleghi
antipatici, semplicemente. Gente poco gentile. Ma quei colleghi ora li stanno
ignorando perché hanno altro da fare e anche il loro umore è migliorato, così
anche io sono più tranquillo.»
«Sei un bravo ragazzo.» commentò lei, sorridendogli.
Quill arrossì e si strinse nelle spalle.
«Buggin ti ha picchiata?»
«Hai picchiato Buggin?»
Jack, Walter e Rent avevano assalito Wayne e Megan appena li avevano visti entrare, con gli altri che se la ridevano alle
loro spalle.
«Ancora? Non
ho picchiato nessuno, è Megan quella.» rispose Wayne,
annoiato.
«Gli ho dato
un calcio volante! Volante!»
«Ah, fermi!» li bloccò Georgia, «Questi sono
Terry, Anthony e Kevin. Credo che conosciate già Dorian e Cindy…» presentò, dopo essersi aggrappata a Dorian come se fosse
un‘ancora di salvataggio.
«Ravenclaw, vero?» chiese Jack, «Sono amico di
Burt. Beh, rivale
forse è più corretto. Prende il Quidditch piuttosto seriamente.»
«Perché, lei no?» ribatté Terry, indicando Megan con aria divertita.
«Certo che tra lupi mannari e gente idiota tu stai sempre cercando di
finire o al san Mungo o ad Azkaban…» commentò Walter,
dando una pacca sulla testa a Megan.
«È un piacere.» salutò in quel momento Anthony, stringendo la mano a Rent.
«Che formali…» ridacchiò Justin.
«È Anthony, lo sai.» rise anche Terry.
Walter si rese conto di chi aveva accanto e cominciò a lamentarsi: «Rowan, piantala di crescere, facci il favore. Ci manca
giusto che tu raggiunga Rent.»
«Non è che possa farci molto…»
«Oh, ehi, sapete che ho un sacco di successo con le babbane?»
esclamò Rent, e più di una persona si voltò a guardare.
«Abbassa la voce, animale.» brontolò Jack.
«Sembri Sally-Anne… Dov’è la cara Perks? Sempre coi suoi?»
«Già… Monica, qui!» chiamò Michael, liberando il
posto accanto a sé dalla giacca.
«Ma possiamo occupare i posti in questo modo?» domandò lei, raggiungendolo
con aria felice.
«E chi se ne importa, purché paghiamo…» le
rispose Rent allegramente.
«Ernie, risorgi…» chiamò Stephen, che stava estraendo
un bicchiere dalla propria cartella.
«Non chiedere.» disse subito Wayne a Monica, che aveva notato e aveva
corrugato la fronte.
«Germi?» tentò Cindy, e Stephen la guardò con profonda stima.
«Non voglio morire giovane.» le confermò.
«Mi sembra giusto.»
«Quindi non ne è migliorato uno da quando ce ne siamo andati…»
commentò Walter a voce alta.
«Ma figurati…» commentò Wayne.
«Voglio una cioccolata calda!» annunciò Charlotte, aggrappandosi alla
sorella.
«Aspettiamo Sally almeno dieci minuti.» le disse Georgia.
«Non ce n’è bisogno, sta arrivando…» ribatté Wayne,
facedno un cenno verso la porta.
«Sempre bella.» commentò Rent, buttandosi sulla propria sedia.
«E in lacrime?» aggiunse Megan, alzandosi per vedere meglio.
Sally-Anne, appena entrata, si passò un fazzoletto sul viso, e lei notò che
era stranamente trasandata, con la sciarpa attorno ai capelli e senza guanti.
«Buggin?» le domandò quindi.
«Che è successo?» domandarono anche le altre ragazze.
«Chi ti devo picchiare?» chiese invece Michael in tono minaccioso.
«Oh, con questi Hufflepuff non ci si annoia mai.» commentò Kevin, e Terry
lo zittì con una manata sulla testa, «Perché?»
domandò, affranto.
Sally-Anne stava facendo segno di no con la testa.
«Sono lacrime di gioia?» azzardò allora Charlotte, vedendola sorridere
appena.
Lei fece segno di sì e si sedette tra loro, «Mi sento così scema ma non
riesco a non mettermi a piangere…»
«Cos’è successo di così bello?» domandò Megan,
piegandosi verso di lei con partecipazione.
«Ai miei genitori importa di me, mi vogliono bene!» esclamò la ragazza, «Ci
credi?»
«No, ma piantala!» ribatté lei, meravigliata, «È
bellissimo! So cosa provi, ci son passata pure io proprio quest’anno…»
«Lo so, per questo so che mi capisci…»
«È bellissimo!» convenne Susan, abbracciandola, «Finalmente qualcosa di
buono!»
«Mi hanno detto che sono fieri di me perché vi ho
ospitato e che non gli dispiacerebbe rivedervi… Mio
padre, lui l’ha detto, mia madre non vi ha visti.» farfugliò lei.
«Sì, lo sappiamo.» rise Michael, «Credevo che tuo padre fosse terrorizzato
da noi.»
«A quanto
pare quello è il suo modo di reagire standard, ci crederesti? Anche il tono di
voce indifferente, sai, è quello che mia madre ha sempre, è stata educata così,
ha detto, ma non è che non le importi…
Ci sono stati un sacco di malintesi, hanno detto, e praticamente hanno detto
che mi amano!»
I Ravenclaw e gli Hufflepuff che non la conoscevano bene si scambiarono
un’occhiata preoccupata.
«Ma non è normale?» domandò Cindy, dando voce ai loro dubbi.
«Ti stupiresti di scoprire quanto non lo è.» le rispose Megan, «Non per noi almeno. Cos’altro ti
hanno detto? Ti hanno dato altri soldi?»
«Megan!» protestò Susan.
«Lei sa perché glielo chiedo!»
Sally-Anne sorrise raggiante: «No, non me ne hanno dati! Abbiamo solo parlato! Mi hanno anche spiegato
perché mio fratello non parla con loro… Anche loro
avevano paura che con me succedesse come con lui, che l’hanno soffocato e lui è
scappato di casa!»
«Spero sinceramente che ti si sistemi tutto.» affermò Jack sinceramente,
«Mike ci aveva accennato qualcosina e comunque visto
che persino Megan sta riuscendo a concludere qualcosa con suo padre, magari ce
la farai anche tu.»
Sally ricominciò a piangere e ci fu una sorta di abbraccio collettivo,
seguito da versi inteneriti.
Anthony non si mosse, ma la guardò con un mezzo sorriso, constatando quanto
fosse immensamente più bella quando naturale, e anche capendo di non sapere troppe cose sul suo conto.
Madama Rosmerta passò a prendere le ordinazioni, cercando di non sembrare
troppo incuriosita dal loro atteggiamento, e Sally-Anne si riprese in fretta
per evitare un’ulteriore figuraccia.
«Quanto sei tenera… a volte, con l’allineamento
dei pianeti…»
«Sta zitto, Hopkins. Peccato che i draghi non ti
abbiano bruciato la lingua.»
«Appunto.»
«Voi
Hufflepuff siete veramente particolari. La gente delle altre case non è così
legata con persone delle altre, anzi, neanche tra i membri della stessa casa.» osservò poi Anthony, sorseggiando la sua cioccolata.
«Questo è il
nostro tratto principale, no? Gryffindor voleva i coraggiosi, Slytherin i sanguepuro ambiziosi, voi Ravenclaw la ricerca di
conoscenza e noi Hufflepuff tutto ciò che resta.» disse Georgia, «Non abbiamo,
in teoria, pregiudizi, e accettiamo tutti. Siamo leali tra noi e non abbiamo
paura di lavorare sodo, lo dice anche il Cappello Parlante, no? Sembra la cosa
più stupida e scontata di tutte, ma in realtà è solo la meno appariscente.»
«Vero, noi Hufflepuff siamo una famiglia per chiunque ne voglia una.»
convenne Michael, «Anche se a volerla è uno Slytherin.»
«O un figlio di Slytherin.» precisò Quill, «Tipo
me, che non sono bravo a far niente e mi intimidisco per ogni scemenza. Eppure
tutti loro mi hanno sempre trattato d’amico.»
«Certo che sì!» confermò Stephen con stupore, «Tu sei un amico!»
«Ma che hai oggi?» ridacchiò Susan.
«Mi sento speranzoso!» rispose Quill entusiasticamente.
«Eh, abbiamo visto!» confermò Rent, «Non sono sicuro di averti mai sentito
parlare così… o dire più di due frasi…»
«Veramente c’è il momento in cui mi ha praticamente urlato contro in Sala
Grande l’anno scorso.» precisò Michael e lui sbiancò, «No, ehi, resta felice!»
«Io sono del quinto e sono stato reclutato da Michael che ero al primo.»
fece presente Rowan, tornando al discorso “Hufflepuff e famiglia”, e i
Ravenclaw annuirono.
«Tecnicamente anche da Megan, al secondo.» precisò Michael.
«Chi?»
«Come “chi”?
Io.» gli rispose Megan bruscamente, «Mi sei sempre piaciuto.»
Rowan fu così scioccato da risultare inespressivo, limitandosi a fissarla.
«Wayne, e
così tu sei il fidanzato di Megan, eh? Che culo.»
commentò Kevin e tutti risero allegramente.
«Non
intendeva “piacere” in quel senso. Spero.»
«Non essere
idiota, deficiente. È più piccolo di me, non mi piace nel senso che voglio
farmelo, piace nel senso che mi piace il modo in cui risponde alla gente.»
«Tu sei meravigliosa.» commentò Terry di slancio, «E non lo dico come per
flirtare, dico che sei una persona che mi piacerebbe essere.»
«In effetti parlare senza peli sulla lingua come
lei non è per niente male.» concordò Dorian.
«No, il tatto secondo me non andrebbe sottovalutato.» ribatté Georgia,
«Anche se la capisco ogni volta che mi arrabbio.»
«Come quando hai tirato quello schiaffo alla Parkinson!» esclamò Charlotte
e Georgia avvampò.
«Cosa?» domandarono tutti, voltandosi verso le sorelle.
«Ah, sì, io la so quella storia!» ricordò Kevin.
«E quando mai, sei un tale pettegolo…» commentò Dorian,
alzando gli occhi al cielo.
«Sei tu che le hai fatto crescere le corna l’anno scorso?» domandò Cindy,
inclinando leggermente la testa con un dondolio di boccoli.
«Quella è
Megan. Megan le ha anche tirato un pugno al terzo anno, quando si è messa a
strillare che Lupin era un mannaro.»
«Povero professor Lupin, chissà che fine ha fatto!» esclamò Kevin,
accorato, «Era l’unico professore per cui studiavo… A
parte la McGonagall.»
«Ma come fai a farti promuovere se non studi?»
«Georgia, non
tentare di cambiare argomento! Vogliamo sapere!»
protestò Rent.
«Vogliamo
sapere! Vogliamo sapere!» cominciò il coro Michael,
seguito subito dagli altri che batterono le mani contro il tavolo.
«Ma dai… Eravamo al quarto e stava facendo
battute su noi due perché mi avevi portato via dal Ballo del Ceppo in braccio… Non sono la tipa che riesce a dare pugni come se niente
fosse, quindi le ho dato uno schiaffo e ho fatto l’errore di raccontarlo a
Charlotte, tutto qui.»
«C’è chi dice che la sua testa ha girato un paio di volte.» precisò Terry.
Cindy lo guardò inorridita.
«Non è vero, lascialo perdere…» borbottò Dorian.
«Lui ascolta sempre quello che si inventa Michael…
Corner, intendo.»
«Georgia, com’è che tutti sanno le tue gesta e i tuoi amici no?» domandò
Sally-Anne in tono di rimprovero.
«Ne stavo parlando proprio con Rowan prima.» confermò Michael.
«Ah, non lo so.» rispose lei, vaga, «E professor Lupin sta bene, credo,
l’abbiamo visto l’anno scorso alla stazione, penso stesse parlando con Harry
Potter.»
«Però davvero, come fai a farti promuovere?» domandò poi Megan a Kevin.
«Sono un
genio. Letteralmente. I miei mi hanno
fatto testare, pensavano fossi malato. Invece è venuto fuori che ho un Q.I. di
190. E praticamente basta che io mi metta d’impegno a metà maggio, per modo di
dire, e posso passare gli esami tranquillamente.»
«Sei una persona odiosa.» gli comunicò Ernie serenamente, «Io devo studiare
come un dannato.»
«Non solo tu.» rantolò Susan.
«Ah, io no.
Io leggo una volta e ricordo a memoria.» si intromise Stephen,
fiero della sua capacità. Molti gli rivolsero occhiatacce.
«Ma Ravenclaw non è appunto “voler conoscere”?» domandò Sally-Anne a Kevin.
«Io voglio conoscere quello che dico io.» rispose lui, «E
poi una cosa è conoscere, una è ammazzarsi di studio. Tra l’altro a undici anni
studiavo molto di più, poi ho visto che non mi serviva e ho diminuito l’impegno… Si cambia. Non tutti i Gryffindor arrivano al settimo anno coraggiosi, non credo che tutti gli
Hufflepuff siano come voi, basta pensare a Buggin…»
«A proposito, Wayne, ma l’hai picchiato o no?» riprese Walter, «Perché
sarei fiero di te!»
«È stato molto eccitante.»
«Megan, spero tu intenda “entusiasmante”.» disse Stephen, fingendosi
indifferente nonostante il leggero orrore.
«Stephen è nel coro.» dichiarò lei a mo’ di replica.
Lui quasi sputò il suo dolce.
«E canta benissimo!» aggiunse Georgia, pensando di essere d’aiuto.
«Ma perché, c’è un coro?» domandò Walter mentre tutti lo fissavano
scioccati.
«Io ero nel coro! Suonavo anche il piano!» gli ricordò Michael.
«Tu eri nel coro?» ripeté Rent.
«Ma chi
dirige il coro? Professori o studenti?» chiese Jack,
interessato.
«C’è qualcuno in questa scuola che mi conosce?» si lamentò Michael, «Moni, tu lo sapevi, vero?»
«Certo!
Venivo a sentirti cantare quando eri ancora al secondo!»
«Stalker.» tossì Sally-Anne, per fortuna coperta
dal rumore di Kevin che strisciava la sedia e si alzava annunciando di stare
andando a fumare.
«Puoi farlo?» domandò Wayne, chiedendosi perché Georgia e Megan ridessero e
Sally-Anne avesse una poco credibile aria innocente.
«Nessuno può
dirmi nulla se sono fuori dal castello. Vuoi venire? Te ne offro io.»
«Non fumo. Ero solo curioso.» spiegò lui.
«Sapete cosa
dovrebbero mettere qui? Un karaoke.» decretò Megan.
«Lasciami in pace…» gemette Stephen, con la
faccia sul tavolo.
«A me piace cantare.» affermò Cindy, «Una volta volevano farmi fare
un’audizione, ma Kevin non me l’ha permesso…»
«Scusa?» fece Sally-Anne, oltraggiata.
«Cindy, dille dov’era l’audizione…»
«Nel retro
del Paiolo. Ma quel tizio mi aveva assicurato che era un’audizione vera!»
«Oh, Cindy…» gemettero Dorian e Terry.
Justin si sbatté una mano in fronte: «Kevin, non lasciarla mai.» commentò.
Kevin annuì.
«E Jeremy dov’è?» chiese poi Rowan, guardandosi attorno.
«Con una ragazza, non lo so.» rispose Dorian.
«Non siete tutti amici?» chiese Sally-Anne con
un’occhiata a Kevin che si stava allontanando.
«Sì, beh, soprattutto io, dividiamo la camera da anni…»
rispose Dorian, suonando leggermente a disagio, «Anche
se non è che io e lui siamo uniti quanto lo siamo io, Kevin e Cindy. O Kevin,
Terry e Anthony.»
«Kevin fa parte di due trii.» notò Georgia, «Jeremy
è un po’ la versione Hufflepuff di Michael Corner, no? Il quarto amico che ogni
tanto manca.»
«Esattamente.» confermò Anthony.
«Però Michael è molto meglio di Jeremy.»
precisò Terry. «E io considero Michael uno dei miei migliori amici,
quindi no, Jeremy è giusto un po’ fuori dal mondo, a volte.»
«Lasciate stare.» disse Sally-Anne a Quill, che stava mettendo mano al
portafogli, «Pago io per tutti.»
«Oh, non credo proprio.» protestarono subito Anthony, Stephen e Wayne. Gli altri
sapevano che era inutile insistere o non se ne curarono troppo.
«Offro io ho detto. Ho abbastanza soldi da
comprare I Tre Manici interi e voglio festeggiare.»
«Non opponetevi, non c’è scelta con lei.» suggerì Megan.
«La prossima volta offro io allora.» precisò Anthony, «Non mi piace che sia
la donna a pagare.»
«Cosa ti fa pensare che mangeremo ancora assieme?» ribatté Sally-Anne, ma
il suo tono non era acido, bensì scherzoso.
«Georgia è già innamorata di noi.» rispose Terry per lui e lei annuì
serissima.
«Allora mollerò Georgia.» replicò la Hufflepuff;
l’amica la guardò e lei le fece l’occhiolino prima di andare al bancone.
«È così ricca?» domandò Cindy.
«Era per modo di dire…» disse Dorian.
«Tecnicamente no, lei avrebbe davvero i soldi per comprarsi Hogsmeade
intera.» lo contraddisse Michael, «È ricca sfondata, peggio dei miei.»
«A proposito, ho visto tuo padre!» esclamò Rent, «Sono andato al Ministero
per vedere se possono procurarmi un attestato che dica che ho un diploma babbano per trovare lavoro e c’era anche lui, aveva una cera…»
«In che senso?» si irrigidì Michael, «Era ferito?
Sta morendo?»
«No! Cazzo,
Mike! Ti pare che te l’avrei detto così? Era solo molto dimagrito, ma proprio
molto.»
«Forse quella donna non lo lascia mangiare…»
ipotizzò lui, «O si sta ammalando anche lui.»
«Tuo padre è un uomo adulto.» gli fece gentilmente notare Jack.
«No, mio padre è succube di mia madre e se quella pazza decidesse di
pestarlo magari la lascerebbe pure fare perché secondo lui la ama… Forse dovrei aiutarlo a scappare come sono scappato io…»
«Se ti serve una mano noi ci siamo.» ribatté subito Walter, «Non per modo
di dire, intendo se vuoi entrare in casa tua con la forza e sistemare le cose
una volta per tutte…»
«Guarda che
mia madre ha fatto mettere schiopodi in giardino,
oltre ai cani da guardia. È diventata paranoica, l’ultima volta che ho cercato
di entrare per prendere le mie cose c’erano più trappole lì che alla Gringott.»
«Appunto.»
«Ragazzi...» li chiamò Wayne, facendo cenno di
guardare gli altri presenti.
I Ravenclaw, Dorian, Cindy, Justin, Ernie, Susan, Quill e Stephen li
stavano fissando a occhi spalancati. Gli altri già sapevano, e Rowan era felice
di non far parte della schiera di persone allibite per una volta; Charlotte,
che invece era all’oscuro come gli altri, mantenne un cipiglio serio.
«Oh… Beh… Dimenticate
quello che avete sentito, okay?» fece Michael con estrema disinvoltura, «Sapete che siete simpatici? Mi dimentico anche di stare
attento a quello che dico.»
«Grazie?» rispose Anthony.
«Cosa mi sono perso?» domandò Kevin, appena rientrato e infreddolito.
Tutti si scambiarono un’occhiata.
«Parlavamo della cioccolata.» rispose Megan per tutti.
«Che giornata oggi…» commentò Dorian,
precipitandosi al camino.
«Abituatici, se hai intenzione di stare spesso con noi.» disse Georgia,
spingendolo per prendere il suo posto. Lui scoppiò a ridere e le rese la
spinta.
Monica lanciò loro un’occhiata e si strinse a
Michael.
«Dove sono finiti Wayne e Megan?» chiese Susan,
guardandosi indietro.
«Da qualche parte a pomiciare di sicuro.» rispose Cindy.
«Avete sentito cos’è successo?» esclamò Zacharias Smith, attirando
l’attenzione su di sé.
«No, cosa?»
«Katie Bell è finita in infermeria, le hanno dato qualcosa di maledetto,
non ho capito bene cosa, ed è quasi morta, si è salvata solo perché aveva i
guanti bucati e la sua pelle ha toccato pochissimo la cosa…
Credo l’abbia salvata Harry Potter!»
«Ma chi è che gliel’ha dato?» domandò una del primo anno, terrorizzata.
«Non si sa!
L’amica è sottoshock, non si è capito bene…»
«Noi abbiamo visto Hagrid che la portava al castello in braccio!» disse uno
del secondo, «E li abbiamo seguiti, ma anche loro non sapevano bene cosa fosse
successo!»
«Wayne non sarà contento…» commentò Stephen,
allarmato, dato che l’amico aveva trascorso sei anni con Katie come compagna di
classe.
«Beh, almeno la squadra di Quidditch ha perso un altro elemento valido.»
«SMITH!»
«Rowan, ti unisci a noi?» chiamarono i ragazzi del quinto.
«No, non
ancora. Il dormitorio è vuoto?»
Tutti loro annuirono.
Rowan si trattenne ancora mezzora, assicurandosi che nessuno avesse
intenzione di salire in camera prima di cena, e poi raggiunse Georgia che ora
era rimasta sola accanto al camino.
«Vuoi parlare?»
Georgia si voltò lentamente a guardarlo e poi annuì.
«Camera mia è libera.»
Ora, non ho potuto rispondere
alle recensioni perché sono veramente impegnata con l’università, ma mi è stato
fatto notare che, per dimostrare quanto ci tengo a tutti voi lettori-recensori,
è più carino pubblicare invece che aspettare di avere il tempo di rispondere a
tutti!
Tra l’altro so che la media
di persone con famiglie schifose è alta, ma A parliamo di Harry Potter, è
normale e B, anche la mia classe era così alle superiori, sto un po’
riproponendo le situazioni vissute da me XD Sia chiaro che ne ho il massimo
rispetto, non è che perché Michael ne parli a quel modo ciò che dico non sia
comunque un abuso, e non è che non mi renda conto di quanto sia terribile, ma
ho conosciuto una persona in una situazione simile che ne parlava esattamente
così.
E al momento non mi viene in
mente nulla, è mezzanotte passata e sono scioccata dallo studio, quindi vi abbandono
fino alla settimana prossima!
Grazie come sempre!