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Autore: Chanel483    01/06/2011    4 recensioni
Rose Weasley vive in un universo perfetto: va bene a scuola, ha Agnes, un'amica fantastica, è nella squadra di Quidditch di Grifondoro, adora suo cugino ed ha una famiglia stupenda.
Ma cosa accadrebbe se si accorgesse che il mondo non è tutto rose e fiori come lei lo conosce?
Cosa accadrebbe se un ragazzo, con una vita molto più difficile della sua le facesse aprire gli occhi?
Può l'amore cancellare anni di pregiudizi e risentimento?
Dalla storia:
“-Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy?-, chiese in tono di sfida.
La ragazza annuì con vigore:-Certamente-, rispose sicura.
Lui annuì tra sè:-Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno, e io faccio lo stesso-.”
***
"-Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy!-, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:-Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice-”.
(Seguito di “Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli opposti si attraggono'
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-Il passato non si dimentica

Un insistente squillo alla sua destra le fece aprire gli occhi. I numeri lampeggianti segnavano le 7.02. Si stiracchiò svogliatamente e diede un bacio sulle labbra del marito:<< Sveglio Ron. Arriverai tardi >>.

Il rosso grugnì qualcosa nel sonno che suonava come “ancora cinque minuti”. La riccia scosse la testa, si alzò dal letto ed andò ad inginocchiarsi da parte all'uomo:<< Amore... dai, devi svegliarti... >>, disse dolcemente, stampandogli qualche bacio vicino alle labbra. L'uomo si risvegliò di colpo – non solo lui, anche qualcuno più in basso – e cercò di approfondire il bacio, ma Hermione si fece da parte:<< Sbrigati tesoro. Sono le sette e cinque >>, disse prima di chiudersi nel bagno.

<< Miseriaccia! >>, Ron sorrise sollevando le coperte, intimando al suo stesso corpo di fermare il “festino non autorizzato” che si stava tenendo nei suoi pantaloni.

Era assurdo che dopo vent'anni di matrimonio un singolo bacio gli facesse ancora quell'effetto, ma con Hermione era così, ogni giorno era come il primo. Ormai non era più... innamorato perso come i primi tempi, quel sentimento grezzo ed anche un po' infantile era stato sostituito da qualcosa di più profondo; no, non ne era più innamorato, ora l'amava.

L'acqua della doccia iniziò a scorrere.

Si sentiva un po' uno stupido. L'unica cosa che avesse mai creato problemi nel loro rapporto era stata la... scappatella di Hermione con Malfoy (faceva fatica anche solo a pensare quel nome) o meglio, il modo in cui lui l'aveva presa.

Su questo argomento il suo cervello era diviso in due parti ben distinte; la prima – che spesso gli parlava con una voce che ricordava molto quella di sua moglie – gli diceva che era un'immaturo, che quel comportamente era da stupidi; la seconda invece gli ricordava in continuazione quanto male era stato in quel periodo...

L'acqua si spense un attimo, per poi partire nuovamente.

Eppure sapeva che quel suo comportamento infantile non faceva altro che allontanarla da lui ogni volta di più, eppure, masoisticamente, non riusciva a smettere.

Lo scrosciare dell'acqua cessò, e pochi secondi dopo il volto di Hermione, avvolta in un telo bianco, fece capolino dalla porta:<< Che aspetti Ron!? Scendi a preparare la colazione ad Emily! >>, disse prima di rientrare in camera e tirare le lenzuola scoprendo il marito. Poi tornò a chiudersi in bagno.

Il rosso si trascinò giù dal letto, ripensando con nostalgia ai suoi giorni alla tana, quando Molly gli faceva trovare tutti i giorni la colazione pronta. Andò in cucina e senza smettere un secondo di sbadigliare, ordinò a pentolini e fornelli di preparare una buona colazione.

Intanto Hermione era uscita dalla doccia e, dopo essersi asciugata i capelli con un colpo di bacchetta, stava indossando un tailleur beige.

Una decina di minuti dopo era sulla soglia della cucina vestita di tutto punto, con un filo di trucco ed una piccola ed assonnata Emily tra le braccia:<< Buongiorno tesoro >>, salutò il padre, anche se la bambina – che continuava a strofinarsi gli occhi con le mani paffute – non diede segno di averlo sentito.

Si sedettero a tavola ed iniziarono a mangiare i toast un po' bruciacchiati preparati da Ron. Una quindicina di minuti dopo il rosso fu spinto fuori di casa con Emily in braccio, mentre Hermione si smaterializzava al Ministero.

L'ufficio di Hermione era al quarto livello; un'angusta stanza dove stavano giusto due scrivanie, un armadio e decine di mensole stracolme. Circa sei mesi prima le avevano cambiato assistente, l'anziana e stanca Signora Suttery era andata in pensione da poco e dopo un mese a dover sbrigare tutto da sola, Hermione aveva deciso che le serviva una nuova segretaria.

<< Buongiorno, Hermione >>, salutò la ragazza dai lunghi capelli biondi legati in cima alla nuca:<< come sta oggi? >>.

La riccia sorrise:<< Buongiorno a te, Demetra. Io sto bene, e tu? >>, chiese accomodandosi dietro la sua scrivania ed iniziando a sfogliare un tomo di carte.

<< Oooh, direi che va benissimo; fantasticamente, è una giornata a dir poco favolosa. Oggi appena uscita di casa il cielo era limpido e gli uccellini cinguettavano tutt'intorno a me. Forse è una giornata così bella perchè ieri sera, quando sono arrivata a casa... >>, far star zitta Demetra, una volta che partiva in quarta, era impossibile. Decisamente meglio del continuo borbottio lamentoso della Signora Suttery, comunque, ma dopo una giornata, con lo voce della ragazza nelle orecchie, un bel mal di testa era assicurato.

<< … la mia sorellina, ieri era il suo compleanno! Le avevo preparato una torta; si ricorda quella di cui le parlavo ieri? Era a forma di fragola... >>, la bionda continuò a blaterare di praticamente qualsiasi cosa le passasse per la testa mentre Hermione svolgeva il solito lavoro d'ufficio. Come ogni giorno le due, di tanto in tanto, si rivolgavano qualche domanda su documenti o casi particolari, per il resto, tutta la mattina era accompagnata dalle chiacchere di Demetra.

<< è per lei, Hermione? >>, domandò dopo un paio di ore la ragazza, interrompendo il racconto di un annedoto del suo quarto anno ad Hogwarts, da dove era uscita solo due anni prima.

La donna sollevò lo sguardo, un bel gufo dal piumaggio chiaro aveva fatto capolino dalla porta, ed ora aspettava appollaiato sulla mensola:<< Bee >>, salutò estraendo da un cassetto della scrivania una scatola di biscotti gufici. Il barbagianni atterrò sulla scrivania – facendo cadere un portapenne – e tese la zampetta. Hermione prese la lettera e diede un biscotto a Bee:<< Chissà cosa avranno combinato quei due... >>, commentò un attimo prima di leggere la lettera, che consisteva in quattro o cinque righe con la scrittura della figlia.

In meno di cinque secondi il volto di Hermione si fece cereo.

<< Va tutto bene? I suoi... i suoi figli stanno bene? >>, domandò Demetra, per una volta, senza trovare le parole.

Con una calma esasperante, la riccia ripiegò la lettera e la rinfilò nella busta:<< Loro stanno bene. Io sono morta >>.

 

<< E poi l'hai vista? Abbinare quello smalto con quelle scarpe! >>.

<< Per non parlare del braccialetto! Ma chi mai si metterebbe un braccialetto del genere!? >>.

Rose non riuscì più a resistere:<< é un regalo di sua madre, Isabel! Possibile che tu non abbia un minimo di tatto!? >>, chiese stringendo forte i pugni, per non saltare al collo della compagna di stanza.

La mora la fissò sgranando gli occhi, come se non capisse un concetto elementare:<< Beh, avrebbe potuto benissimo indossarlo in un'altra occasione... >>.

A questo punto anche Agnes si sentì tirata in causa:<< La madre di Elizabhet è morta! Quel braccialetto glielo ha regalato sul letto di morte >>, tentò di spiegare con quanta più calma riuscisse a raccimolare.

<< Beh, questo non toglie che sia decisamente obsoleto >>, disse, questa volta Helena.

Agnes si aprì in un enorme quanto falso sorriso:<< Non ti facevo tanto colta da conoscere certi termini, Helena >>, commentò con un sopracciglio inarcato.

Entrambe le grifondoro spalancarono la bocca, in un'espressione offesa.

Rose ed Agnes si scambiarono un'occhiata complice e senza aggiungere nulla abbandonarono insieme il dormitorio.

Scherzarono per un paio di minuti sul decisamente basso quoziente intellettivo delle due compagne, finchè non si accorsero che in Sala Comune c'era anche James.

<< Potresti salutarlo >>, commentò la rossa, osservando l'amica che – seduta ad un tavolo insieme a lei – continuava a lanciare occhiate in direzione del moro.

La bionda distolse subito lo sguardo:<< Chi, scusa? >>, domandò con aria innocente.

Rose alzò gli occhi al cielo:<< James. Hai presente? Mio cugino... quello che ti piace anche se non vuoi ammetterlo... quello che l'altro giorno ti ha beccato con in uno sgabuzzino con il cacciatore di Tassorosso... quello con cui non parli da giorni... >>.

L'altra la interruppe:<< Ok, ok! So a chi ti riferisci >>, esclamò chiudendo gli occhi:<< Comunque no. Non penso che parlargli sia una grande idea >>, rispose dopo aver ritrovato il suo “equilibrio interiore”.

Questa volta fu quella di Rose per perdere la pazienza – che a dire il vero nessuna delle due sembrava possedere:<< Sai cosa penso, Agnes!? >>, esclamò alzando tanto il tono che buona parte dei grifondoro si voltarono per guardarla:<< Che tu non voglia parlargli solo per colpa del tuo fottutissimo orgoglio! Perchè per quanto tu possa dire, io ti conosco meglio di quanto tu non conosca te stessa! E so che non hai il coraggio di rivolgergli la parola solo perchè ti senti in colpa! Ma sai cosa ti dico questa volta!? Che mi sono rotta il cazzo! Sono fatti vostri. Fate quello che volete. Me ne lavo le mani! >>.

Per un secondo le due grifondoro si fissarono con intensità tale che parevano lasciare scintille dagli occhi, poi la rossa senza aggiungere una parola, girò sui tacchi e lasciò la Sala Comune.

Stupidi, infatili ed orgogliosi. Ecco cosa sono que due deficenti!

Rose non aveva una meta precisa; una ventina di minuti dopo avrebbe avuto un'ora di pozioni, ma in quel momento non sapeva proprio dove andare. Senza quasi rendersene conto si ritrovò davanti al portone d'ingresso, e con una scrollata di spalle lo varcò.

Ora se ne stava seduta vicino al lago nero, poco lontano dalla statua d'oro in memoria ai caduti della Seconda Guerra magica (è una statua che osserva Hermione in un capitolo di Lo Yin e lo Yang, consiste un una statua raffigurante i morti più importanti della seconda guerra magica, sul piedistallo sono incisi tutti i nomi dei caduti). Poco lontano da li c'era un gruppetto di tassorosso, e all'ombra di un albero Queen Rosier ciarlava con Annabelle Nott.

Annabelle era una serpeverde doc, nonché l'incubo peggiore di qualsiasi adolescente. Era quel genere di ragazza che prima di conoscere, pensavi che il mondo fosse giusto, ci fosse una certa... giustizia divina per la quale una ragazza non potesse essere contemporaneamente bella intelligente e ricca; poi, una volta incontrata Annabelle, tutto ciò in cui avevi creduto per anni si sgretolava. Lei aveva un corpo da foto modella, tutte E ed una camera stracolma di galeoni alla Gringott.

<< Weasley? >>.

Rose si voltò di scatto, in piedi, vestito di tutto punto se ne stava Scorpius Malfoy:<< Che c'è, Malfoy? >>, chiese passandosi una mano fra i capelli, con voce stanca.

Il biondo le si sedette di fianco:<< Nulla, ho anche io un'ora buca. È successo qualcosa? Hai il tono di voce di una che è appena tornata da un funerale... >>.

<< Niente che ti interessi. E tu? Perchè così disponibile oggi? >>.

<< Mi stavo annoiando e ti ho vista qui, così ti ho raggiunto. Ora non montarti la testa, è solo che l'altro giorno ho avuto un... incontro con la tua amichetta, la bionda... >>.

Rose spanlancò la bocca:<< Hai parlato con Agnes? >>, chiese stupida, non sapeva se più dal fatto che Agnes non gliene avesse parlato, o perchè aveva avuto a che fare qualcosa con un serpeverde senza il fine di portarselo a letto, a meno che quello non fosse varamente il suo scopo...

Scorpius ghignò:<< Non pensare male Weasley. Avevo solo il sospetto che tu avessi potuto dirle qualcosa su ciò di cui ti ho parlato l'altra sera >>, ammise con semplicità, quasi che la cosa non lo riguardasse:<< e ho trovato che la Dollow sia una ragazza molto... interessante >>.

Uno dei rossi sopraccigli della grifondoro si inarcò:<< Vuoi che ti combini un appuntamento? >>, chiese tanto stupita quanto infastidita.

Il biondo scosse la testa:<< No, assolutamente no. Non esco con le grifondoro, solo... è una ragazza interessante >>, ripetè.

Rose si strinse nelle spalle:<< Sarà che i tuoi standard non sono granchè alti... >>, disse lanciando un'oloquente occhiata verso la Rosier che ora, sola, le lanciava occhiate di fuoco da poco lontano.

Anche lo sguardo di Scorpius corse verso la serpeverde:<< Penso che Queen non solo non sia paragonabile alla tua amica, ma non è paragonabile ad una qualsiasi creatura dotata di cervello >>, commentò serissimo.

La grifondoro scoppiò a ridere, e fu subito seguita anche dal ragazzo.

Alle loro spalle la campanella suonò, facendo cessare in un istante il momento di ilarità. I due rimasero fermi per qualche istante, a fissarsi negli occhi l'un l'altra, per la prima volta senza disprezzo ne rabbia, riportati bruscamente da quello squillo insistente alla realtà.

Rose si schiarì la gola e si alzò in piedi:<< Io ho lezione. Vado. Buon pomeriggio >>.

<< Buon pomeriggio >>.

Così la rossa, senza aggiungere altro, si incamminò a testa alta, guardando sempre dritto verso il portone di ingresso, ben cosciente che, un paio di conversazioni da persone civili, non avrebbero cancellato ne sei anni di litigate, ne decenni di pregiudizi.

 

Cara Rose,

Sono felice che tu mi abbia scritto e che stiate tutti bene. Anche qui è tutto a posto, papà in questi giorni è molto uccupato con un caso di un certo mago che si divertirebbe a vendere oggetti stregati ai babbani, ma anche lui sta bene. Ti manda i suoi saluti.

Emily e la nonna mi hanno detto di salutarti, stanno bene e sono state tanto contente di avere tue notizie.

Ho anche parlato con la professoressa McGranit, la settimana scorsa, mi ha messo al corrente della punizione addottata per lo scontro in Sala Grande. La reputo più che adeguata, anche se spero che questa non abbia sottratto tempo al tuo studio.

Per quanto riguarda i Malfoy, si, io e tuo padre li conosciamo. Il padre di Scorpius , si chiama Draco, è un nostro coscritto ma, come ovvio, frequentava serpeverde, perciò non abbiamo mai avuto modo – ne motivo, a dire il vero – di passare del tempo insieme. Il risentimento che tuo padre prova nei confronti di quella famiglia è dato per lo più da fatti accaduti durante la guerra, nulla comunque che deve influenzare la tua opinione di Scorpius o della sua famiglia.

Felice di averti sentita. Un grande bacio anche ad Hugo (e tutti gli altri).

Tua, mamma.

 

Hermione ripiegò con cura la pergamena. Dopo una quantità un po' troppo consistente di convenevoli aveva risposto – in modo quasi del tutto veritiero – alla figlia. Infondo, che importanza aveva raccontare a Rose che era stata a letto con il padre di un suo compagno? Non era una rivelazione per nulla produttiva, poteva essere benissimo omessa. E comunque era vero, l'odio di Ron nei confronti di Malfoy era nato ben prima del loro ultimo anno ad Hogwarts...

Basta.

Doveva smetterla con tutte queste riflessioni inconcludenti.

Infilò la lettera in una busta e la legò alla zampa di Bee, si avvicinò alla finestra della sua camera e con un movimento del braccio fece spiccare il volo al gufo, con la netta sensazione di aver appena fatto un grosso errore.

Buongiorno (:
Per prima cosa mi scuso per queste "scene di vita quotidiana", ma mi servivano; in particolare la prima, quella del risveglio di Ron ed Hermione, perchè quando li avevamo lasciati, avevano appena litigato, quindi volevo far capire che questi piccoli litigi si dimenticano nel giro di 24 ore.
Un piccolo appunto (anche se non vi interessa xD) Demetra (il nome della segretaria di Hermione) nella mitologia greca era la "Madre Terra", la dea del grano e dei campi, nonchè artefice del ciclo delle stagioni.
Ultima cosa; un'altro personaggio da tener d'occhio è Annabelle Nott, che non è ne la figlia ne la nipote di Theodore Nott, ma diventerà abbastana importante nei prossimi capitoli.
Dopo questi inutili dettaglio, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensionerete.
Un bacio, Franci 

  
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