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Autore: ElseW    02/06/2011    7 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shadow
Capitolo 9:
Nelle ombre con te
 
-
 
In una macelleria?”
Sì”
Brayden ha… Brayden ha scelto una macelleria.”
Esattamente.”
Ma Myers aveva proposto la Biblioteca”
Biblioteca? È sorvegliata.”
Ma... una macelleria!”
Ti disturba vedere le carcasse sanguinolente di animali uccisi per riempire le nostre pance?”
Non è questo, ma - !”
Con estremo garbo, infine, Ombra riesce a farmi tacere.
Adesso sta zitto, siamo arrivati.”
Brontolando la seguo all’interno della piccola bottega. Il macellaio ci segue con lo sguardo mentre con precisione chirurgica e una brutalità quasi animalesca affetta una gigantesca bistecca colma di sangue; è così fresca che mi aspetto quasi che si metta a muggire da un momento all’altro.
Sento qualcosa di piccolo premere contro il mio petto, mi volto e scopro che è la mano di Ombra. Brivido.
Adesso io mi nasconderò addosso a te, ok? E tu chiarirai con Elijah. È lì, vicino la cella frigorifera.”
Alzo gli occhi e lo vedo. Non si è ancora accorto di noi.
D’accordo.”
Svanisce.
Cammino verso di lui, teso come una corda di violino… poi si volta. Sorrido.
Non devo dire nulla, non abbiamo neanche bisogno di parlare. Non ci siamo mai abbracciati spesso - orgoglio maschile, capite - ma questa volta non possiamo farne a meno.
Quando ci stacchiamo vedo che sta sorridendo anche lui. “Mi dispiace” comincia, con voce bassa e mortificata.
Scuoto la testa. “Dispiace anche a me… ”
Rimaniamo in silenzio, quel tanto che basta per renderci conto che, sì, è tutto sistemato.
Ti hanno lasciato venire da solo?” Chiede Eli, innocentemente.
Uhm… un po’.”
Elijah si acciglia. “Un po’?”
Credo intenda dire no.
 
Dorian è un bugiardo incapace: un po’?!
Scuoto la testa di fronte l’espressione sconvolta di Elijah e quella sorpresa e imbarazzata di Dorian. Sono abilmente nascosta dalla parete che porta alla cella frigorifera, di modo che il macellaio non mi veda; e ovviamente indosso la maschera. Porto però degli abiti civili in caso, come ultima spiaggia, dovessi fingermi una normalissima cittadina.
Sei… sei… ”
Sì, sono. Da quanto ho potuto sentire avete risolto i vostri problemi, giusto? Quindi potremmo anche andarcene.”
Dorian mi guarda, scandalizzato. “Ma siamo appena arrivati!”
Ti ho permesso di venire perché tu potessi risolvere i tuoi problemi con Elijah e non credo che delle fette di carne siano di grande interesse, non pensi? Avete intenzione di restare qui a rimirarle dibattendo su è più buona la carne rossa o quella bianca?” I due mi guardano con un’espressione che io interpreto come: non sappiamo cosa dire. “Appunto. Dorian, andiamo.”
No.”
Il suo tono di voce improvvisamente fermo mi spiazza. “Cos’hai intenzione di fare? Prova ad attirare l’attenzione e giuro che ti faccio a pezzi con la mannaia di quel macellaio.”
Scuote la testa. “No, però… potremmo andare a mangiare un gelato?”
Batto le palpebre innumerevoli volte, cercando di capire se l’ha detto veramente o me lo sono immaginato.
Un gelato?” Lui annuisce, sorridendo come un bimbo che ha appena proposto alla mamma di andare a comprare le caramelle; ma io ho avuto il tempo per riprendermi. Stringo gli occhi e afferrandolo per la maglietta lo attiro dietro il muro.
Mi vedi? Mi vedi Dorian?”
Lui annuisce nuovamente, ad occhi spalancati. “Sì che ti vedo!”
Bene, ciò vuol dire che se andassimo a prendere un gelato, mi vedrebbero tutti quanti! Non ti pare che ci sia una pecca nel tuo ragionamento? Oppure sei ancora convinto di continuare a battere su questa idea? Perché se è così, noi non siamo solo su due lunghezze d’onda diverse, siamo su due pianeti diversi! Non posso usare il mio potere a lungo per strada, ci sono telecamere agli incroci, ai semafori e anche davanti ad alcuni negozi, sai cosa vorrebbe dire?”
Dorian si libera con uno scrollone deciso dalla mia stretta.
Ho solo proposto di andare a prendere un gelato, basterebbe che ti togliessi quella maledetta maschera e nessuno ti noterebbe!”
È un idiota. “Devo ricordarti che anche tu sei nella lista dei ricercati? Che sono io che faccio la spesa? E che, tanto per la cronaca, uso proprio il metodo che mi hai brillantemente illustrato? Ma in questo caso il tuo amichetto conoscerebbe la mia identità e non posso permettermelo. Mi hai già visto tu, non posso rischiare Dorian.”
Puoi fidarti di lui, non lo direbbe a nessuno!”
Già, anche se questo nessuno gli puntasse una pistola alla testa? Scusami se non mi fido del tuo amichetto del cuore, ma ne dubito fortemente.”
Una risata mi distrae dalla sicura risposta di Dorian. Ci voltiamo entrambi verso Elijah che sta ridacchiando dietro la mano. “Scusate, ma siete piuttosto buffi. Carini.”
La mia mano parte subito in direzione del petto di Dorian, allontanandolo dalla precedente posizione di eccessiva vicinanza.
Sentite un po’, sono davvero felice che abbiate risolto le vostre controversie, sul serio, adesso dormirò serena sognando coniglietti rosa e unicorni, ma questa faccenda del gelato è fuori discussione!
 
Credevo di essere stata piuttosto chiara.
Invece mi ritrovo, non so come, con un cono al cioccolato fondente e caffè tra le mani, senza maschera, in mezzo ad una piazza gremita di gente e seduta su una panchina. Mi guardo intorno, nervosa.
Rilassati…” Il sussurro nel mio orecchio per poco non mi fa lanciare il gelato per aria. Stringo gli occhi davanti all’espressione beata di Dorian.
Non so come tu abbia fatto a convincermi, ma stai certo che se succede qualcosa ti faccio fuori con le mie mani.”
Sorridendo compiaciuto affonda il cucchiaio nel suo gelato al cioccolato e fiordilatte: bambino troppo cresciuto.
Ha indossato il cappellino di Elijah, calcandolo bene, in modo da coprire parte del viso.
Scuoto la testa mentre i due chiacchierano a ruota libera, ridendo e prendendosi in giro. Nel frattempo io mi guardo intorno, incuriosita, nonostante non sia qui di mia volontà: ci sono davvero tantissimi bambini con altrettanti genitori, vecchietti che danno da mangiare ai piccioni, ragazzini che giocano a pallone o vanno in bicicletta, giovani coppie, novelli sposi e anche gruppetti di ragazzi sparsi un po' ovunque. Uno di loro da una gomitata ad un altro e mi indica.
Un brivido gelido scende lungo la schiena. L'irrazionale paura che mi abbia riconosciuta si fa strada nella mia mente prima che possa fermarla.
Mi affretto a comunicare la mia angoscia al marmocchio di un metro e settantasette che trangugia felicemente il suo gelato. “Quel tipo mi ha indicata. Ha indicato me. Ricorda che se succede qualcosa ti uccido Dorian, ti uccido e sai che non sto scherzando.”
Lui segue discretamente le mie indicazioni e vede il gruppo di giovani. Avranno circa diciannove anni, massimo venti. Sento che si sta irrigidendo, il suo sguardo ha perso tutta la solita infantilità e le sue mani sono strette a pugno. Per poco non scappo quando i due ragazzi si alzano e vengono verso di noi. Faccio finta di nulla fino a quando non si fermano di fronte la panchina.
Ciao.” Dice quello, lanciandomi un’occhiata che ho imparato a riconoscere: la stessa che aveva Marcus quando era convinto di poter avere un Tête-à-Tête con la sottoscritta.
Trattengo a stento un respiro di sollievo: ormoni in subbuglio. Nulla di più.
Dorian invece è una statua di marmo e io mi chiedo perché. Dovrebbe aver compreso che non c’è alcun pericolo per nessuno di noi, ma la sua espressione non cambia, anzi, si indurisce ancora di più.
Come ti chiami?”
Ritenta quello, sempre con la stessa espressione da lepre in calore.
Non dovrebbe interessarti.” Rispondo io, piatta, ma lui insiste.
E invece mi interessa… che ne dici se ci scambiamo il numero di cellulare e ci incontriamo sabato da qualche parte? Per conoscerci meglio.”
All’apparenza sembra avere buone intenzioni, ma il suo sguardo non mente e a confermare le mie supposizioni ci pensa il ringhio di Dorian - devo ricordare che è un Vedente? - che scatta in piedi e dice, “Andiamocene.”
Lancia il gelato in un cesto e insieme ad Elijah comincia a camminare, trascinandomi dietro di lui.
Ehi! Stavo parlando con lei, chi cazzo credi di essere?”
Dorian si volta, imbufalito.
Lei non è interessata a te.”
I tizio si avvicina di qualche passo. “Non mi è sembrata così contrariata dalle mie attenzioni.”
Mi decido ad intervenire, “No, infatti…” Mi godo il suo sguardo di vittoria, quindi concludo, “... mi sei totalmente indifferente.”
Questo sembra irritarlo ulteriormente. “Senti un po’, vedi di non tirartela troppo.”
Figurati, non l'hai mai neanche sfiorata, non ho avuto alcun bisogno di tirare.”
Vaffanculo!”
Mi indichi la strada? Dalla tua faccia suppongo tu ci sia andato parecchie volte.”
Chiedilo a tua madre, ci siamo divertiti parecchio strada facendo.”
Sento Dorian trattenere il fiato.
Ci sono poche cose che riescono a imbufalirmi in questa maniera... e insultare i miei genitori, è una di queste.
Le ombre cominciano ad addensarsi… ma per fortuna Dorian è più rapido.
Prima che io faccia qualche stupidaggine lui da uno spintone al moccioso, mi afferra nuovamente per il gomito e mi trascina via, fuori dalla piazza.
Entriamo in un negozio di alimentari e ci inoltriamo tra gli scaffali, con Elijah alle calcagna. Quando ci fermiamo Dorian si volta verso di me, sconvolto. “Che cosa credevi di fare?!”
Ha insultato mia madre!”
E tu stavi per sbandierare ai quattro venti la tua identità!”
Ammutolisco.
Mi volto verso uno scaffale, mentre una parte della mia mente registra la presenza di una cinquantina di scatolette di tonno di cui almeno la metà ammaccate.
Dorian, io torno all’Accademia…” Li sento scambiarsi delle pacche sulle spalle, poi avverto una mano poggiarsi sulla mia schiena.
Grazie per averci permesso questo.” Ed Elijah se ne va.
Prendo un bel respiro e aspetto.
Qualche secondo dopo avverto nuovamente una mano sulla schiena e subito dopo Dorian entra nel mio campo visivo, sporgendosi dalla mia spalla sinistra. Ignoro bellamente una strana sensazione di calore dalle parti del mio stomaco e volto la testa dall’altra parte.
È normale che tu possa trovare inconcepibile non reagire ad un insulto diretto a tua madre, ma hai rischiato tanto… ” sembra stia per aggiungere qualcosa ma tace e ride, una risata bassa e amara. “Non so il tuo nome. Odio chiamarti Ombra.”
Chiudo gli occhi, poi li riapro e torno a guardare le scatolette di tonno di fronte a me.
Mi ha vista in faccia, sa dove abito… continuare a nascondere una cosa così futile come il nome mi sembra inutile.
Shine.”
Cosa?”
Il… mio nome. È Shine.”
Non apre più bocca.
 
Stiamo camminando verso casa. Non abbiamo più parlato da quando lei ha rivelato il suo nome, soprattutto perché io non sono ancora in grado di formulare una frase di senso compiuto.
Mi ha detto come si chiama.
Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra, quindi rallento, rimanendo un po’ indietro per evitare che lei - che Shine - se ne accorga.
Arriviamo davanti al portone e silenziosamente ci incamminiamo fino alla porta. Appena entriamo lei lancia la giacca sul divano e sparisce in corridoio, probabilmente diretta in palestra.
Sbuffo e mi getto sul sofà, giusto in tempo per accogliere Brayden che arriva dalla sua camera tenendo alcuni fogli tra le mani.
Com’è andata?” Chiede, non alzando gli occhi dalle pagine.
Bene. Risolto con Elijah.”
Sono felice per te.”
E lei mi ha detto come si chiama.”
Molto ben… cosa?”
Shine. Mi ha detto che si chiama Shine.”
Silenzio.
Brayden alza gli occhi dai fogli e si siede accanto a me.
Non hai intenzione di demordere o mi sbaglio?” Mi rifiuto di rispondere se non in presenza di un avvocato. “Dorian… Shine non è il genere di ragazza con cui puoi avere una relazione, questo lo capisci non è vero? Secondo te una ragazza ricercata da ogni autorità mondiale, con quasi una trentina di omicidi alle spalle, ha il tempo e la testa per avere una relazione con un… ragazzino?”
Sobbalzo. “Ragazzino? Io non sono un ragazzino!”
Brayden scuote la testa. “Oh, sì che lo sei Dorian. Sei l’uomo più bambino che abbia mai conosciuto.”
Scatto in piedi. “Tu non mi conosci! Non hai la più pallida idea di come sono, di cosa penso o di cosa provo e no, non basta Vedermi per saperlo! Ci sono cose che neanche un Vedente può scoprire, ok? Se ho intenzione di continuare per questa strada non sono affari tuoi. Se mi farò male ne risponderò io.”
Brayden si alza e mi punta un dito contro. “Invece sì che sono affari miei, perché se Shine soffrirà a causa di questa storia ti riterrò personalmente responsabile. Ha già sofferto abbastanza nella sua vita, l’ultima cosa di cui ha bisogno è un ragazzo con il cuore spezzato che le ronza intorno con una faccia da cucciolo bastonato… quindi attento a come ti muovi. Se dovessi capire che la tua presenza mette in pericolo Shine, farò di tutto per farti sparire dalla circolazione.”
Sostengo il suo sguardo, deciso a non cedere. “Io sono qui. Non mi aspetto nulla da lei… ma io sono qui. Me ne andrò solamente quando lei mi chiederà di farlo.”
Questo sembra sorprenderlo. Tace.
Brayden prende i fogli e torna nella sua camera, lasciandomi solo.
Quando sento il rumore della porta che si chiude lascio andare il sospiro che ho trattenuto. Scuoto la testa e mi lascio cadere nuovamente sul divano, accendendo la televisione e cercando il canale dei cartoni animati
Sei l’uomo più bambino che abbia mai conosciuto!
Mi blocco.
Il mio dito parte deciso, premendo il canale in cui mandano in onda il telegiornale del pomeriggio, quindi poso il telecomando accanto a me e fisso con determinazione lo schermo.
L’ultima cosa che ricordo è un servizio su una rapina.
 
Mi risveglio dal mio sonno catatonico che è già ora di cena. Sono scivolato lungo lo schienale e Brayden probabilmente mi ha sollevato le gambe.
Mi stiracchio e mi incammino con incedere flemmatico verso la mia camera, ma mentre passo davanti la cucina vedo che Brayden e Shine stanno mangiando; lei mi vede e solleva gli angoli della bocca in quello che, per i suoi parametri, è un sorriso. “Ben svegliato. Sei crollato come un ghiro. Mi spieghi perché stavi guardando il telegiornale? Lo odi. Ogni volta che tento di guardarlo mi fai cambiare canale per mettere i cartoni.”
Arrossisco vistosamente e noto che Brayden mi sta fissando con uno sguardo che, oserei dire, sembra essere sorpreso.
Io - io volevo… volevo controllare se parlavano di te o - o di Demidoff, sì, per… per sicurezza.”
Shine mi scruta con un sopracciglio inarcato e un sorriso ironico stampato in viso.
Hai finito di annaspare?”
Annuisco rapidamente.
Ovviamente sta facendo finta di credermi, non indaga oltre, scuote la testa e continua a mangiare. Faccio un cenno ad entrambi bofonchiando un 'buonanotte' imbarazzato e vado in camera, chiudendomi la porta alle spalle e gettandomi sul letto.
Shine: un nome tanto luminoso per un cuore così pieno di ombre; ma io non faccio altro che desiderare di illuminarla, di vedere le nubi diradarsi da quei suoi meravigliosi occhi blu.
Lei però non brillerà per me, non ancora; ma io aspetterò.
Aspetterò la tua luce e se non brillerai scenderò tra le ombre; con te.
Per te.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Spazio Autrice
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Eeeee rieccomi! In ritardo, come al solito :D
Questo capitolo lo odio immensamente. Non tutto, solo i primi tre quarti.
Attendo i vostri pareri e in caso, più che ben accetti, anche dei consigli :))
Alla prossima!
Besos*
 
 
Moony
   
 
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