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Autore: Mitsutsuki    05/06/2011    0 recensioni
Un portone senza maniglie accoglie i peccatori in un labirinto d’oggetti.
Al suo interno accumula averi la proprietaria, L’Avida, con articolo e apostrofo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
Intrappolare


Dopo qualche giorno, tutto tornò lentamente ad avere un senso.
Per quanto le cose nel Labirinto potessero vantare una propria logica.
Jamie riuscì anche a ritrovare “la gente” che L’Avida gli aveva detto affollava i corridoi: tramutati in oggetti e ammassati nelle credenze per i loro peccati.
Il motivo per cui lui godeva ancora di una forma umana sembrava essere la sua stessa avarizia, incapace di abbandonare il proprio corpo. Tuttavia, L’Avida gli aveva suggerito che questo fosse possibile nel momento in cui si fosse pentito e avesse abbracciato un’esistenza inanimata come infernale espiazione.
Cosa che evidentemente aveva provato a fare mentre cercava di uscire dal Labirinto: abbandonare il peccato capitale per la contrapposta virtù, in nome di una religiosità risvegliata dall’arrivo di alcune Bibbie. Preti che predicavano bene e razzolavano male.
Aveva pensato di essere libero, di poter decidere autonomamente della propria vita e redimersi.

Sciocchezze.
Erano tutti prigionieri.


L’Avida si accarezzò una gamba con fare distratto, lasciando che le pieghe del vestito sparissero sotto il suo tocco.
C’era una credenza più alta delle altre, persino di quelle all’entrata, posta al centro del Labirinto come un tempio. Seduti lì, si godeva il panorama di un intricato dedalo di corridoi, fino a quando non era possibile intravedere - come un misero puntino scuro all’orizzonte - il portone d’accesso.
— Perché hai deciso di restare? — Domandò lei dopo qualche tempo.
Jamie inclinò il capo, rigirandosi tra le mani il suo portafogli.

Il suo portafogli sdrucito.
Il suo portafogli rovinato.
Suo. Suo.
Suo.

— Non si può fuggire all’Inferno. Si rischia solo di cadere un girone più in basso. —
— E questo chi te l’ha detto? —
— Nessuno, ma è una buona scusa. —

Dopotutto, un peccato così ricco non era da tutti.

  
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