Ciao ragazze,vi ringrazio per
l'affetto che riservate anche a questa micro storia. Questo capitolo è più
corto del solito,ma recupererò con il capitolo 5,che invece sarà più lungo. Grazie
a tutte.
Silvia
Capitolo 4
Poi lei tornò.
Una sera di gennaio,con una valigia in mano e la
promessa di non lasciarlo mai più.
E Luce affogò,nel cappio d'amore che lei stessa
aveva preparato con cura.
Il sorriso di Riccardo,alla vista di Cristina,lo
strinse così forte,quel cappio, che fu costretta ad andarsene per cercare
respiro altrove.
Luce aveva smesso di galleggiare. E aveva
iniziato ad affogare.
Ad affondare aveva iniziato molto prima.
Dormendo accanto a lui.
Sintonizzando il suo cuore sul suo respiro.
Immagazzinando ogni informazione,ogni
smorfia,ogni sorriso di lui.
Ogni giornata bella,ogni giornata brutta
trascorsa con lui e per lui.
Giorno dopo giorno,notte dopo notte,si era
sintonizzata sulla vita di Riccardo,smettendo di vivere la sua di prima,e plasmando la sua del momento su quella di lui. Con quella
di lui.
Per lui.
E per se stessa,perché credeva di non poter farne
a meno.
Luce se ne andò in silenzio,quella sera di
Gennaio,con la stessa quiete e la stessa delicatezza con cui era entrata nella
vita di Riccardo.
Senza far rumore.
A piccoli passi.
Lasciando che lui si abituasse a lei,senza
sconvolgere ulteriormente la sua vita.
In fondo Luce lo sapeva:era un veicolo per il
bene,non il bene di Riccardo.
Si era solo illusa di contare qualcosa di più per
Riccardo.
Si era illusa che aiutandolo,avrebbe conquistato
un piccolo spazio nel suo cuore e con il tempo,poco a poco,lui avrebbe iniziato
a provare una briciola dell'amore che lei provava per lui.
Ma tutto questo era avvenuto nella sua mente.
La verità era che Riccardo non aveva mai smesso
di pensare a Cristina,non aveva mai tolto la foto di loro due sorridenti dal
comodino della sua camera,non aveva mai cancellato il numero di lei dalla
rubrica del telefono.
Luce sapeva tutto questo,eppure era stato così
facile cadere nella menzogna della sua mente.
Era stato facile cadere in trappola,ora era
impossibile liberarsi.
Tornò alla sua vecchia vita. Tornò a passare le
serata in casa,nella sua casa,da sola. Tornò ad occuparsi di nessuno,a parte sé
stessa.
Ma non aveva gran voglia di pensare a lei.
Non voleva pensare a lei senza Riccardo.
Pian piano nella sua mente affiorò un pensiero
che le parve la verità.
Lei aveva sperato che Riccardo sentisse il
bisogno di lei,come lei sentiva il bisogno di lui.
Sperava che,in quel modo,da quel bisogno,nascesse
l'amore.
E pianse per questo. Perché si rese conto di
essere stata egoista,di aver approfittato di quel momento così delicato della
vita di Riccardo per estromettere Cristina dal suo cuore.
Non era meglio degli altri. Non era meglio di chi
se n'era andato incurante di lui.
◊◊◊
Riccardo sorrideva a Cristina.
Cristina che era tornata e che diceva di amarlo.
Cristina che si scusava per averlo lasciato in
quel letto di ospedale,senza una spiegazione,senza una parola,senza una carezza,come
se fosse un gioco rotto abbandonato su un letto,su un angolo.
Ma pensava a Luce.
Quando Cristina lo svegliava,alla mattina,
pensava che il profumo di Luce era più buono e che la dolcezza di luce era più dolce.
Pensava che voleva di nuovo la mano di Luce che,prima
ancora che lui aprisse gli occhi,quando credeva che ancora dormisse,le passava
un mano sulla fronte e si chinava su di lui.
E allora poteva sentire il suo respiro. Allora
riusciva ad aprire gli occhi. Allora capiva che avrebbe potuto ad affrontare
un'altra giornata.
Quando andava a letto alla sera e Cristina si
coricava al suo fianco,pensava che non era lo stesso. Il calore che emanava
Luce era più forte e gli riscaldava la schiena, e le ossa e tutto quello che si
era spezzato in lui.
Anche senza toccarlo.
Perché Luce non lo toccava.
Non si stringeva al suo corpo,come faceva Cristina.
Non appoggiava le sue mani,la sua fronte,il suo viso sulla sua schiena.
Si rannicchiava dietro di lui,il viso verso le
sue spalle e dormiva,quasi fossero due coinquilini dello stesso letto.
Cristina lo abbracciava,ma il calore non era lo
stesso.
Era un calore freddo,sterile che lo faceva
rabbrividire e lo faceva sentire solo.
Luce possedeva il calore di cui Riccardo aveva
bisogno.
Luce se n'era andata e aveva portato via con sé
quel calore,e tutto quello di cui Riccardo aveva bisogno.