Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ElseW    06/06/2011    9 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shadow
Capitolo 11:
Brandelli
 
-
 
Saliamo sul tetto e ci spostiamo in quello della casa accanto scivolando lungo le tegole, nascosti a coloro che guardano dalla strada, quindi Shine si volta di scatto, mi afferra per un braccio e ci dissolve; che sensazione orrenda.
Quando il mondo torna diritto - e cioè parecchio tempo dopo, vista la destinazione - tento di guardarmi intorno senza vomitare, prendendo atto della nostra posizione. Siamo sul tetto del Tribunale, lo stesso posto in cui Shine mi portò dopo avermi salvato dal mio penoso discorso di congedo.
“Perché siamo… ?”
“Pattuglie mensili. Sono sempre passate delle pattuglie mensili in tutta la città, ma fino ad ora si erano limitati a mandare degli idioti che non sarebbero riusciti a catturare un criminale neanche se mi fossi offerta a loro con le mani legate e una pistola puntata alla schiena, oppure delle matricole ancora con la bocca sporca di latte… non tutte quelle dannatissime guardie! Quelle erano delle guardie addestrate, guardie da cui guardarsi, guardie che non molleranno la presa su Brayden, guardie con la traccia!” Tento di avvicinarmi, ma lei si scosta e comincia a passeggiare avanti e indietro. “Quello stronzo ha delegato la traccia del sangue di Brayden ad un ufficiale! Bastardo... ma come ha fatto a sapere che…” Shine si ferma e si passa le mani tra i capelli, mentre i suoi occhi si spalancano sempre di più.
È nel panico ed è furiosa.
Brutta miscela.
“Shine.”
“ …non c’è altra soluzione, ha saputo qualcosa. Deve aver capito che Brayden è collegato a me, in qualche modo.”
“Shine.”
“Non so come, non so chi abbia parlato – giuro che se sono stati Myers, Demidoff o Elijah, li farò fuori tutti – ma sicuramente non sarà accaduto per caso. Quello stronzo, quella iena, quel mostro non…”
“Shine!” La prendo per le spalle e la scuoto. “Controllati! Farsi prendere dal panico e dalla rabbia non serve a niente, ok?”
Lei mi guarda ad occhi sbarrati, come un coniglio davanti ai fari di un’automobile. Non l’ho mai vista in questo stato.
Il coraggio di aprire bocca non ce l’ho: ho paura di distruggere quel poco di equilibrio che ancora le rimane. Sto per proporre con cautela di andare all’Accademia, quando la vedo prendere un respiro tremolante e infine dire con voce flebile, “Mi ha portato via la mia famiglia. Ancora.”
Il tono che usa è talmente straziante che per un momento sono tentato di fare una pazzia e provare a riprendere Brayden, in qualche modo.
“Ce la farà. Tornerà da te e non ti…” Le sue braccia si stringono attorno al mio torace e il suo viso affonda nel mio petto. Sta tremando.
Il mio corpo reagisce prima della mia mente: l’abbraccio, protettivo e confuso. Vorrei farla stare bene, eppure so che l’unica cosa che potrebbe aiutarla sarebbe la vista di Brayden che le sorride dicendole qualcosa tipo 'Matricole. Non avevano possibilità contro di me'.
La sola cosa che posso fare è starle vicino ma, per quanto possa sperare che non sia così, so già che non basterà.
 
Quando arriviamo all’Accademia riesco a contattare Myers tramite una cabina telefonica dietro l’angolo: un lusso che, se Shine fosse stata in sé, non mi sarei mai potuto permettere.
Elijah si è precipitato fuori portando delle divise in una sacca e noi le abbiamo indossate sopra i vestiti. In tutto questo Shine non ha detto una sola parola.
Appena arriviamo nell’ufficio di Myers si dirige subito verso la sua camera, apre la porta e se la chiude alle spalle con forza. Abbasso gli occhi, impotente. Myers sospira, mentre Elijah sposta gli occhi da me alla porta dietro cui Shine si è barricata.
“Brayden?” Chiede il Maggiore con tono preoccupato.
Io scuoto la testa.
Mi accascio sulla poltroncina di fronte alla scrivania ed Elijah fa lo stesso, grattandosi la nuca. “Credi l’abbiano preso?” chiede cautamente e io faccio spallucce.
“Non lo so… spero di no. Se gli accadesse qualcosa Ombra ne morirebbe; avete visto in che stato è.”
Entrambi annuiscono, mentre Myers si alza in piedi e poggia una mano sulla mia spalla.
“Potrete stare qui fino a quando non troverete un posto più sicuro. Io ed Elijah faremo del nostro meglio.”
Tento un sorriso e mi alzo a mia volta, offrendogli la mano. “Grazie, grazie davvero.”
Il Maggiore risponde al sorriso e poi continua, “In privato datemi del tu. Siamo tutti sulla stessa barca.”
Il suo sguardo comprende anche Elijah che arrossisce e abbassa gli occhi, imbarazzato.
Annuisco. “D’accordo. Vado a vedere come sta Ombra.” Non posso dire il suo nome. Deciderà lei se rivelarlo o meno.
Un pacca sulla spalla ad Elijah, una stretta di mano con il Maggiore, quindi entro in camera chiudendomi la porta alle spalle.
 
Brayden è stato l’unico essere umano che mi abbia mai conosciuta. È stato un vero e proprio padre per me, una sorta di faro nel buio, un punto di riferimento. Sapevo che avrei potuto sbagliare, cadere, arretrare, fallire, perché lui sarebbe stato lì, pronto a correggermi, sorreggermi, spingermi, rimproverarmi e spronarmi. Almeno così credevo.
Stringo con più forza il cuscino, getto la maschera dall’altro lato del letto, rinunciando alla segretezza anche con Myers e affondo il viso fra le braccia. Mi lascio avvolgere dalle ombre, precipito nel cuore più profondo di questa oscurità e per qualche secondo, mi metto al riparo da tutto.
“Shine?”
O quasi tutto.
Mi raggomitolo ancora di più, aggiungendo altre ombre, ma Dorian continua a guardarmi.
Ricordo che è un Vedente e che, per quanto possa nascondermi, lui mi vedrà sempre.
Non potrò mai nascondermi da lui.
Taccio e distolgo lo sguardo quando Dorian si siede nell’incavo lasciato dal mio corpo “Sono certo che ce la farà. Brayden è l’uomo più attento e abile che conosca, quei pivelli non riusciranno mai a… ”
“Sta' zitto.”
Lo vedo trasalire, mentre mi guarda con quei grandissimi e terribilmente innocenti occhi azzurri. Spingo il senso di colpa tra le ombre ed esplodo.
È tutta colpa tua!
Dorian si alza e fa un passo indietro, come se lo avessi spinto o schiaffeggiato.
“Mia?” Chiede, confuso e ferito. Continuo ad ignorare quella voce che mi dice di fermarmi, di tacere, infatti scatto in piedi a mia volta, puntandogli un dito contro.
“Sì, è tutta colpa tua! Andava tutto bene prima che arrivassi tu, io e Brayden vivevamo senza alcun problema, poi arrivi tu e sconvolgi tutto! Hai distrutto la mia vita, hai raso al suolo ogni mia convinzione, hai mandato all’aria anni e anni di lavoro in poche settimane e adesso guardami! Guardami! Sono una stupida piagnucolona emotiva, Brayden è chissà dove e TU, tu sei tornato nella tua amata Accademia! Scommetto che mi hanno riconosciuta quel giorno che mi hai convinta ad uscire, ne sono certa. Sei solo un bambino viziato che non si rende conto di quanto il mondo faccia schifo, abituato ad avere tutto e a non rinunciare a niente, credi di conoscermi ma non sai niente di me, pensi di poter essere mio amico… ma io non te lo permetterò.” Non capisco nulla. Sto parlando, sto urlando, non so neanche cosa sto dicendo ma ho bisogno di dirlo. Deve star male almeno la metà di me.
“Devi starmi lontano Dorian, io sono un’assassina, non ho tempo per gli amici, io non voglio un amico, soprattutto se infantile come te!”
Prendo fiato e faccio per voltarmi, ma la sua voce, gelida come non l’ho mai sentita, mi blocca. “Farò esattamente come dici tu. Farò in modo di starti il più lontano possibile.”
Lo guardo, improvvisamente cosciente delle parole che gli ho rovesciato addosso.
Quegli occhi azzurri, solitamente dolci e rassicuranti, sono freddi e impenetrabili come il metallo. Si volta verso la porta, la apre e se la sbatte alle spalle con una forza tale da far cadere un quadretto sulla parete.
Non ho mai potuto nascondermi da lui, ma adesso non ne avrò più bisogno.
Lui non mi guarderà più.
 
È come se mi avesse pugnalato a morte.
Ha detto tutto quello che pensava di me, tutto quello che si è tenuta dentro in queste settimane, lasciando che io mi… affezionassi a lei.
Brayden aveva ragione, ha sempre avuto ragione: questa cosa ha portato solo dolore.
Se vuole che mi tenga lontano da lei, lo farò.
Myers è uscito, probabilmente subito dopo le prime urla di Shine, mentre Elijah è rimasto seduto, con gli occhi bassi e il viso arrossato. Mi accomodo nella poltroncina accanto alla sua, pallido e serio.
“Sono certo che non…” Comincia lui, ma io lo interrompo.
“Non giustificarla.”
Eli annuisce rapidamente, quindi torna all’attacco.
“Da quanto ho capito, Brayden è stato come un padre per lei. Non pensi sia stato il dolore a farle dire quelle cose? Per non parlare della rabbia e della confusione.”
Scuoto la testa. “Tu… tu non capisci, io…”
“Tu cosa?” Già. Cosa credevo di fare? Davvero speravo di rappresentare qualcosa per lei?
“Non è una santa, ma è piena di strati da scoprire man mano che lei te ne dà l’occasione. Pensavo di averne scoperti abbastanza, di… significare qualcosa per lei.” Faccio spallucce. “Mi sbagliavo.”
Elijah mi sta guardando con un’espressione strana, a metà tra il perplesso e il sorpreso.
Infine chiede cautamente, “Ti sei inna... ?”
Mi volto di scatto verso di lui, arrossendo furiosamente.
“Assolutamente no! Ma cosa vai a pensare?!”
Eli sorride gentilmente. “È molto bella.”
Lo fulmino con un’occhiataccia. “Non è solamente un bel faccino, lei è generosa e…”
Mi rendo conto di ciò che sto dicendo e arrossisco ulteriormente, mentre Elijah gongola soddisfatto. “Dicevi?” chiede lui, sorridendo.
“Chiudi quella bocca.”
Lo sento ridere, quindi continua serio. “Myers è andato a prendere un sacco a pelo. Suppongo le lascerai il letto.”
Annuisco duramente. “Sì e poi non ho alcuna intenzione di dormire in camera con lei. Dormirò qui, in ufficio.”
Elijah scuote la testa e si alza. “Non essere troppo duro. Sei l’unica persona che le rimane al mondo.”
Questa consapevolezza mi ammorbidisce tutto d’un colpo, spegnendo il mio animo rabbioso.
“Lo so. Spero solo che non pensi realmente ciò che mi ha detto.”
Eli scoppia a ridere. “Devi ammettere che talvolta sei terribilmente ingenuo.”
Inarco un sopracciglio. “Io?! Ha parlato l’uomo vissuto”
“Io quantomeno ammetto di essere innamorato di Asia.” Dicendolo arrossisce lievemente.
Io faccio un sorriso amaro. “Anche se ammettessi di essere innamorato di…”
“Scusate.” Mi volto di riflesso, incontrando per un secondo i grandi occhi blu di Shine.
Distolgo immediatamente lo sguardo, sapendo che se li guardassi troppo a lungo non riuscirei a tenerle il broncio.
Elijah sembra intuire i miei pensieri, infatti sorride e si rivolge educatamente a Shine.
“Ti serve qualcosa?”
“Posso utilizzare il bagno? Vorrei farmi una doccia.”
Elijah annuisce. “Certamente! Dorian, aiutala a preparare l’occorrente. Il bagno è identico al nostro.”
Emetto un ringhio e rispondo burbero, “Credo sappia farlo da sola, non ci vuole una laurea.”
La vedo trasalire con la coda dell’occhio. L’ultima volta che sono stato così ostile con lei è stata sul tetto di fronte il nascondiglio di Demidoff e solo perché credevo avesse ucciso il padre di Carlotta. “Dorian.” Continua Eli, con tono ammonitore.
Sospiro, quindi mi alzo e oltrepasso la porta, cercando di non avvicinarmi a Shine più del necessario. I suoi capelli hanno un profumo tutto loro. Li odio.
Spalanco la porta e indico il mobiletto accanto al lavandino.
“Lì puoi trovare gli asciugamani per i capelli, mentre nell’armadietto accanto alla doccia trovi i teli più grandi. Bagnoschiuma e shampoo sono all’interno del box.”
Shine annuisce senza guardarmi, poi si volta e apre la bocca per parlare. Non le do neanche il tempo di emettere un suono; esco dal bagno e sbatto la porta.
 
Ho ancora i capelli umidi quando sento Myers rientrare. Scambia qualche parola con Dorian e infine sento i suoi passi dirigersi verso la camera.
La porta si apre lentamente, quindi una mano si insinua tra l’anta e il muro.
“Vengo in pace.” Myers.
“Entri pure.”
L’uomo entra e si chiude la porta alle spalle. “Dammi del tu, non sono così vecchio.”
Accenno un sorriso mentre il Maggiore si siede accanto a me, facendo affondare di parecchio il materasso. È davvero gigantesco.
“Brayden è un soldato eccezionale. Ai miei tempi ne ho molto sentito parlare, era considerato la promessa dell’Accademia.”
Prima che riesca a fermarmi dico. “Un po’ come Dorian.” Taccio e abbasso lo sguardo, mantenendo un’espressione neutra che però non inganna Myers.
“Ho sentito una parte di ciò che gli hai detto. Non è stato molto carino.”
Faccio spallucce e tento miseramente di giustificarmi. “Non siamo parenti.” Patetica.
Myers sogghigna. “Grazie al cielo, aggiungerei.”
Mi volto verso di lui, accigliata “Che intendi dire?”
Il Maggiore scuote la testa “Nulla. Non è ancora il momento.”
Batto le palpebre, confusa “Momento di cosa? Di che stai parlando?”
Myers si alza e mi sorride “Dorian ha deciso di dormire in Ufficio. È un problema?”
Sì che è un problema, è un grandissimo problema.
“No.”
Bugiarda.
Un ultimo cenno e poi il Maggiore esce dalla camera da letto, lasciandomi sola.
Sorrido amaramente: credo sia il mio destino essere lasciata sola.
Con una persona però potrei anche rimediare.
 
È notte fonda e io non riesco a dormire. Sono tormentato dai sensi di colpa e comincio a pensare di mettere da parte il mio orgoglio e andare in camera, tanto per farle capire che sono pronto a sotterrare l’ascia di guerra.
Sto per alzarmi e mettere in pratica il mio pensiero quando la porta della stanza da letto si apre e una figura snella esce dall’ombra, avvicinandosi.
“Dorian?” La sento bisbigliare.
Emetto un grugnito in risposta, tanto per farle capire che sono sveglio.
“Qui… qui fa caldo. Non credi sia meglio venire in camera? C'è l'aria condizionata.”
Sta cercando, in maniera davvero goffa anche per i miei parametri, di far pace?
Sogghigno nel buio: credo che mi divertirò. “C'è anche qui. E la finestra è aperta.”
Shine ammutolisce “Uhm. Ok.”
Fa un passo indietro, ma sembra ripensarci subito dopo.
“Però poi non lamentarti domani, quando ti sarai praticamente sciolto nel tuo sacco a pelo.”
La osservo nel buio, concedendomi di Vederla per un attimo: il senso di colpa è il sentimento predominante ma riesco ad intravedere anche molto imbarazzo e… affetto?
Prima che riesca ad inquadrare bene ciò che ho visto la luce si accende e io sbatto le palpebre, accecato. “Ehi! Potresti anche avvertire.”
Mi metto a sedere e la brezza che entra dalla finestra mi da un po’ di sollievo. La temperatura sta salendo sempre di più, l’estate si avvicina.
Mi alzo in piedi e mi godo il disagio di Shine quando si rende conto che sono senza maglia. “L’ultima volta che siamo stati qui eri molto più intraprendente.” Dico, tentando disperatamente di non arrossire ricordando l’appellativo con cui aveva definito la mia voce e grazie a Dio ci riesco. La vedo fare spallucce e distogliere lo sguardo. “Mi stavo solo divertendo.”
Sbuffo e dico, prima di riuscire a fermarmi. “Già… poi hai capito che ero solo un bambino troppo cresciuto.”
Shine si volta di scatto verso di me, gli occhi ridotti a fessure. “Me lo rinfaccerai a vita?”
Rido, sarcastico. “A vita? Quando Brayden tornerà ti libererai di me, stai tranquilla. Non dovrai più sopportare i miei terribili tentativi di esserti amico.”
Shine si avvicina rapidamente fino a starmi di fronte. “Ero arrabbiata Dorian e… spaventata.”
Non piangerà. Lei non piange mai. “E secondo te questo ti giustifica?”
I suoi occhi scintillano pericolosamente “Tu mi hai chiamata mostro, Dorian; e io ti ho perdonato.”
“Se stai usando questa cosa contro di me, allora no, non mi hai affatto perdonato.”
“Non la sto usando contro di te, ti sto facendo notare che io, a differenza di te, ho accettato le tue scuse!”
“Scuse? Quali scuse? Credo di essermi perso questo passaggio.”
Finalmente tace. I suoi occhi si spostano nervosamente in ogni punto della stanza, infine, con tono tentennante e flebile dice, “Mi dispiace”
Metto una mano a coppa attorno all’orecchio e mi chino su di lei. “Come? Non ho sentito... ”
Shine sbuffa e agitando le braccia indietreggia.
“Mi dispiace! Ho detto che mi dispiace, ok?”
La Vedo nuovamente. È imbarazzata. Perché è imbarazzata?
Shine si stringe nelle spalle, esternando il suo disagio.
Decido di non indagare oltre e finalmente i miei occhi si fermano definitivamente nei suoi. Cedo.
Il rancore svanisce e viene nuovamente sostituito da quella dannatissima morsa allo stomaco, quello sfarfallio continuo che mi assale ogni volta che i suoi occhi si posano su di me.
È magnetica, ammaliante, ipnotica… letale.
Maledetta.
Improvvisamente mi rendo conto di quanto sia vicina: i suoi capelli hanno un profumo diverso - probabilmente a causa dello shampoo che ha usato oggi - e così la sua pelle. Inconsciamente faccio un passo avanti. Lei non indietreggia, continua ad osservarmi con quello sguardo tagliente, oscurato però da un velo di confusione e perplessità mischiata a sollievo.
Prima che riesca a fermarla una mia mano sta già giocherellando con una ciocca di quei capelli neri come la notte, un assaggio della sua oscurità.
Non è innocente, non vuole essere salvata, né protetta.
È ciò che di più lontano da una principessa io potessi trovare.
Sono io ad aver bisogno di lei.
Il suo profumo si fa più intenso, i suoi occhi più grandi e il resto della stanza diventa un patetico e misero sfondo mentre i nostri respiri si confondono.
La mia mano risale fino al suo viso e scivola tra i suoi capelli, accarezzandole il collo.
“No… ” Una sillaba, un sospiro.
Prendo un respiro improvviso e mi allontano di scatto, facendo qualche passo indietro, ponendomi ad una distanza di sicurezza da lei, dal suo profumo e dai suoi splendidi occhi blu.
“Già. Sì. Sì hai ragione, scusami.”
Credo di aver raggiunto la più accesa tonalità di rosso mai registrata su un viso umano.
“Dorian, non… non accadrà. Non accadrà mai.
“Non devi dire nulla, scusami, è che… ” È che, cosa? Ora dirò che non volevo farlo? Che è stata colpa del caldo o della litigata? Vigliacco, sono un vigliacco. Alzo gli occhi e la guardo, cancellando ogni traccia di imbarazzo. “... non devi dire nulla. Perdonami. Non avrei mai dovuto neanche pensarlo.” Chino leggermente la testa e le indico la stanza. “Credo sia meglio che andiamo a dormire. Rimarrò qui e accenderò il condizionatore, non credo che Myers se la prenderà.”
Vedo Shine annuire rapidamente, priva di espressione. “D’accordo, allora buonanotte.”
Si volta e torna in camera, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.
Non accadrà mai.
Brayden l’aveva detto, mi aveva avvertito, sapeva che sarebbe finita malissimo, che lei non avrebbe mai accettato di assecondarmi in questa follia; ma io non posso lasciarla.
Ormai sono con lei, sempre. Non posso più farne a meno.
Non mi vedi. Non mi vedrai mai.
 
Una volta chiusa la porta mi siedo sul letto, tremando. Sto tremando.
Ho caldo, sto letteralmente bruciando e allo stesso tempo rabbrividisco come se fossi distesa in mezzo alla neve in tanga. Perché non ho fatto un passo indietro quando lui si è avvicinato? Perché non ho schiaffeggiato quella mano invadente? Perché non l’ho semplicemente spinto via?
Sono riuscita solo ad emettere un sospiro tremolante, un monosillabo: no.
Ho detto solo questo.
Sono riuscita a ritrovare il dono della parola solo quando si è allontanato, quando i suoi occhi sono ritornati ad una distanza sopportabile, quando le sue mani non erano più su di me.
Per un momento ho pensato di non farcela, di non riuscire a respingerlo. Quando ho sentito il suo respiro sul mio viso, tutto il mio cinismo, la mia freddezza, il mio gelido autocontrollo stavano per andare a farsi friggere. Il mio cervello ha ripreso a funzionare per magia, proprio nel momento in cui stava per spegnersi definitivamente... e ho detto no.
Si è allontanato di scatto e ha fatto male, devo ammetterlo.
Per proteggermi da questo dolore ho detto la prima cosa che mi passava per la testa e cioè che non sarebbe mai accaduta una cosa del genere. Sinceramente non so neanche a cosa mi stessi riferendo, so solo che non accadrà mai.
Non rimane abbastanza di me, per poterne donare anche una parte a qualcuno. Ho consumato me stessa in questi anni, ho fatto a brandelli tutto ciò che ero per diventare Ombra.
Se mi ricomponessi ne morirei; e Dorian ha la terrificante capacità di farmi sentire me stessa più di chiunque altro.
No. Non accadrà mai.
Mai.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 







 
__________________________________________________
Spazio Autrice:
---
Sto facendo violenza su me stessa per non dire una sola parola :|
Taccio.
Ringrazio tutti come sempre e taccio.
 
A presto!
Besos*
 
 
 
Moony
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ElseW