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Autore: Stella94    08/06/2011    4 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                              Le lacrime dell'angelo
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<< Elena... >>
Damon aveva perso il conto. Non ricordava più quante volte avesse ripetuto il suo nome, nel buio torvo del seminterrato.
Non era la fame che lo uccideva, non era la vendetta che lo bramava, ma il sol pensiero di aver perso la cosa più preziosa che avesse mai potuto avere. Era solo. Lo era sempre stato.
Ma nella prima volta, nella sua lunga vita centenaria, aveva combattuto, aveva sofferto, non per la sua smania di possesso e potere, ma spinto dal più nobile e incontrastato dei sentimenti. Il più ricco, il più inarrestabile: l'amore.
Perché l'amava, l'amava davvero. Ma poco contavano i suoi sforzi. Non c'era più nulla da fare.
Era debole, fin troppo per alzarsi con le sue gambe e combattere. Il sentiero adesso era ricolmo di rovi d'acciaio, che la sua forza da vampiro mai sarebbero riusciti a tranciare. Dall'altra parte, lo sapeva, c'era Elena. Ma appariva come un'innocua immagine sbiadita, come un ricordo consumato dal tempo, come un fantasma senza identità.
Chiuse gli occhi, ancora una volta, e la rivide. Sorrideva. Sorrideva ancora. I suoi occhi brillavano come comete e il suo sorriso splendeva di gioia. Gli sarebbe bastato poco. Poteva toccarla. Ma nel momento in cui provò ad afferrarla, si dissolse come una nuvola di fumo.
<< Angelo mio...perdonami. >> Sconfitto ormai dalla sua coscienza che parlava al posto suo. Vulnerabile a quella sorte inferta dal suo stesso sangue. Inutile essere senza una meta. Vampiro o meno, ora non aveva più importanza.
Ma non poteva arrendersi. Avrebbe pagato un giorno i suoi peccati, ma non ora. Aveva stipulato una promessa di sangue con il diavolo. Non poteva essere revocata. Sapeva che, se non l'avrebbe mantenuta, il demone avrebbe preteso altre anime nobili. Anime potenti, anime pure. Elena.
Ma cosa poteva fare nelle sue misere condizioni?
Forse una risposta c'era e si nascondeva proprio nel suo cuore. Nell'affetto che la legava al giovane Spirito Magno.
Lei avrebbe ascoltato le sue suppliche, anche al di là del mondo. Il Potere non era al massimo, ma ne aveva abbastanza per provare un misero tentativo. Si concentrò sul suo volto. Sulla sua pelle ambrata, sul suo respiro caldo. Potette quasi sentirlo al di là di quelle mura annose e ricolme di polvere e muffa. Risentì il suo profumo delicato, il tocco delle sue mani, il rumore del suo battito.
Maledettamente lento. Bum, bum, bum. 
La vide nella sua stanza. Scriveva sul suo diario. Probabilmente parecchie cose che lui non avrebbe mai voluto ascoltare ne leggere.
Entrò nei suoi pensieri, e per un millesimo di secondo percepì un nome. Il suo.
Lo stava pensando. Forse c'era più che una speranza. La vide versare lacrime. Lui, fantasma senza un'anima, cercò di raccoglierle con la sua mano, ma le trapassò soltanto, senza poterle scalfire.
<< Ti prego, non piangere, angelo mio. >>
La vide sobbalzare. Forse aveva udito quella sua supplica. Ella si guardò intorno, impaurita. Sgranò gli occhi color nocciola e li riportò sul circondario, scrutandolo centimetro per centimetro.
Parve non trovar nulla quando si strinse nelle spalle e ricondusse la sua attenzione sul suo diario. Gran parte dell'inchiostro era sbavato. Colava in lungi fiumi di petrolio sulle pagine. Sgranando ciò che aveva scritto.
<< Aiutami, ti prego. Ho bisogno del tuo aiuto, amore mio. Salvami. >>
Questa volta si girò dalla sua direzione. Scontrò i suoi occhi, ma non parevano vedere. La sua espressione era dubbiosa, quasi impaurita. Non capiva, non comprendeva.
<< Elena, salvami. Salvami... >>
Si era alzata, la voce era diventata più forte. Non poteva essere un sogno, era tutto così vero e reale per esserlo.
<< Damon? >> Urlò a vuoto. Guardò il soffitto non sapendo dove potesse essere. Lo sentiva, lo sentiva forte nella sua testa, ma non lo vedeva, non riusciva a vederlo.
<< Damon, sei tu? Damon? >>
Ci furono attimi di silenzio. Troppo pochi per contarli. Troppi per sopportarli. Bum, bum, bum, bum. Il cuore di Elena batteva più forte. Esplodeva nel costato. Tumultava di trepidazione. La sua espressione trasudava paura mista ad una vena di rammarico, colma d'odio. La ignorò quasi, il vampiro, raccogliendo le sue ultima forze, sapendo di non avere altre possibilità.
Non più una frase di senso compiuto riuscì a formulare. Ciò che il suo cuore gli dettava era solo un nome. Accettò quel suggerimento e lo esalò faticando.
<< Elena. >> Si udiva e poi più fievole << Elena. >> ancora più fioco << Elena. >> Quasi un sussurro << Elena. >>
E poi cessò del tutto.
<< Damon? Damon dove sei? >>
Ma nessuna riposta le giunse. Solo un'informazione senza fondamenta. Solo un'ubicazione precisa e conosciuta: pensione Salvatore.

La mente offuscata, lo sguardo perduto nel nulla, un passo dettato solo dal suo presupposto.
Camminava incerta verso quella che sembrava una gabbia d'orata piena di macabri misteri. Una volta in salotto si guardò intorno, ma non scorse nessuno.
<< Stefan? >> Nessuna risposta. Molto probabilmente è andato a cacciare, pensò Elena, mentre rigirava inquieta nel vasto circondario. Perché era venuta li? Cosa cercava? Che cercava?
Non lo sapeva. Ciò che sentiva era una forte attrazione gravitazionale, che la spingeva nel seminterrato senza una plausibile spiegazione. Cercò di combatterla ma non vi riuscì. Quella voce tornò a rimbombarle nelle orecchie, più forte di prima. Era un richiamo, un sussurro, una preghiera che non poteva ignorare.
Era Damon. E nonostante tutto rimaneva ancora al centro del suo cuore.
La voce continuava a chiamarla, fino a quando non scorse una piccola cella ben chiusa.
Vi guardò all'interno e per suo estremo orrore e preoccupazione, vi scorse la figura del suo amato vampiro. Era sudato e sporco. A terra come un animale ferito. Sembrava senza forze e il suo respiro era pensate ed irregolare.
<< Damon, ma cosa ti hanno fatto? >> la voce del suo cuore prevaricò sulla ragione. Si espanse nel circondario tremante e imprecisa. Minacciava il crollo di un pianto senza precedenti. Minacciava il suo orgoglio.
<< Sapevo che saresti arrivata. >> Tossì poi, prima di alzarsi di quel poco che gli permetteva di intravedere dalle sbarre il suo dolce viso.
<< Cosa ti è successo? >> Non sprecò tempo a domandare Elena.
<< Stefan, ha messo della verbena nello scotch. Ma già sai il perché, non è vero? >>
Ed ora la ragione superò il cuore. Elena riagganciò le lacrime e crucciò il volto. Era come se all'improvviso avesse ritrovato la sua vera essenza. Combattiva ed autoritaria. Mai nessuno l'avrebbe scalfita, neppure l'amore.
Colui che aveva avanti non era un semplice ragazzo sofferente. Era Damon Salvatore. Colui che presto avrebbe sparso il suo sangue per l'amore di un'altra donna. Stupida, ingenua Elena, si disse. Eppure era ancora una volta li, in procinto di salvarlo.
In procinto, solo in procinto.
<< Mi fai schifo Damon. Come hai potuto mentirmi? Come hai potuto prendermi in giro? >>
La sentì tutta. La sua rabbia, la sua furia. La meritava. Ne era consapevole.
Ma non aveva peccato di falsità neppure una volta. All'inizio era stato un gioco, un passatempo, ma quel gioco aveva preso le pieghe di una partita troppo importante. Una partita che lui stava vincendo, ma l'avversario, proprio alla fine del match, aveva rimontato ed ora quasi si gustava la sua doppia vittoria.
Deglutì a fatica, come per far sgorgare le parole giuste.
Cercò le forze, si alzò lentamente. Barcollò per qualche centimetro e la raggiunse. Ma Elena si scostò bruscamente dalla porta. Non voleva neppure sfiorarlo. Damon chiuse gli occhi e scosse la testa.
<< Ti amo Elena. Ti ho amato davvero. >> Quando li riaprì incontrò i suoi. Lucidi, feriti, stanchi. << Tutto quello che ti ha detto Stefan è vero. Ma ti giuro che con te non ho mai finto. Nemmeno una volta. >>
<< Non ti credo! >> Urlò Elena. Stillarono dai suoi occhi quelle lacrime mal trattenute. Ignorò il suo orgoglio, il dolore era troppo grande per essere trattenuto. Si portò le mani sul viso, perché un barlume della sua ragione gli ordinava contegno.
Incontrò poi di nuovo i suoi occhi. Che fece abbassare addolorati, perché il suo volto non ammetteva pietà. Ira e collera. Dolore e smarrimento, l'artefice di tali emozioni sconcertanti era proprio di fronte ai suoi occhi.
<< Volevi solo Katherine. A te non è mai importato nulla di me! >>
<< No! >> Recuperò le sue forze. Non le aveva, ma le ritrovò per smentire un'assurdità che lacerava la sua essenza << Ho fatto un mucchio di cose spregevoli nella mia vita. Ma non mi sono mai macchiato fino a questo punto. Ero sincero, sono sincero! >>
Fece una breve pausa, il respiro si intensificò. Il petto si abbassava e si alzava freneticamente, il dolore e la fame crescevano.
Ma le sue parole non si arrestavano << Non ti avrei mai fatto del male Elena. Mai... >>
Stava per cedere. Lo sapeva. Ma ancora una volta si dimostrò più forte dei suoi sentimenti, quando il lacrime indietreggiò ancora.
<< Non ce la faccio. >> Mormorò << Non ci riesco a perdonarti. >>
<< Guardami negli occhi. >> La voce del vampiro sembrò essere tornata come prima. Un semplice comando che lasciò Elena nella più completa confusione.
<< Cosa? >>
<< Guardami negli occhi, ho detto. >>
Ed ella obbedì, quasi come se non potesse sottrarsi alla bellezza di quelle iridi azzurrine, che ora, anche se  contorniate di rosso, mantenevano la loro magia.
Terra e cielo si scontrarono. Lampi e tuoni parvero tumultuare. Fuco e fiamme divampare e l'amore ardere in esse, come una vittima sacrificale. E da tale vittima, una polvere stellala si diffondeva nell'aria. Chi la respirava ne rimaneva ammaliato. Trovava la risposta a tutte le sue domande.
<< Ti amo, angelo mio, più di chiunque altro. E so che anche tu mi ami ancora. Liberami da questo posto, altrimenti mi spegnerò giorno dopo giorno. Credimi Elena, perché questa è la verità. >>
E nella lacrime cedette. Gli si avvicinò, non potendo più trattenere quella lontananza. Lo fissò dritto nel suo sguardo di ghiaccio, incrociò le sue dita che fuoriuscivano dalle sbarre con le mani. Sentì il suo respiro sulla pelle e solo allora si rendette conto di quanto gli era mancato.
<< Ti amo anch'io Damon, ma non posso fare quello che mi chiedi. >>
Era sulla soglia di un confine inviolabile, per cedere a qualcosa di sbagliato, per percorrere una via senza meta. Ma Damon sapeva. Ciò di cui era certo era l'amore che Elena provava nei suoi confronti. Sapeva che di li a poco sarebbe esploso prendendolo per mano verso i sentieri della vittoria.
<< Angelo mio, la tua vita è appesa ad un filo. Più resterò qui dentro più il filo diventa sottile, fino a spezzarsi. Liberami e insieme combatteremo il male. >>
Non fu facile fare a pungi con la ragione ed uscirne vincitrice. Ma il cuore, si sa, vuole sempre l'ultima parole. Ed Elena lo ascoltò quasi stufo di doverlo azzittire.
Lentamente mosse la sua mano. Tremava ed era incerta. Giunse però al chiavistello e lo sfiorò in un gesto di pura ingenuità. I suoi occhi non si staccarono per un attimo da quelli del vampiro. Calamite ardenti portatrici di passione.
Le sue dita si intrecciarono sulla toppa. Fecero una lieve pressione, cercò di tirarla verso destra.
<< No! >> Si udì la lontano << No, Elena, no! >>
Stefan, in un battito di ciglio la raggiunse. Fu veloce e scaltro. Agile e impudente. L'afferrò per la vita, trascinandola lontano, mentre ella inerme, si rese improvvisamente conto della scempiaggine della sua azione.
La riportò a terra, cingendole in volto umido di lacrime con le proprie mani.
<< Elena non puoi liberarlo. E' malvagio, ci farà del male. Anche per me è difficile vederlo in quello stato. Ma sono state le sue scelte a condurlo li. >>
Nella cella intanto, una risata produsse un agghiacciante ego. La risata del corvo si espanse funesta e oltrepassò le pareti per bisciare nelle orecchie del piccolo Salvatore. Damon era ritornato supino sul quel terreno umido. Non sembrava incollerito, anzi, nei suoi occhi brillava una sconcertante verità.
<< Continua a riempirle la testa di frottole, Stefan. >> Disse << Potrei anche marcire qui dentro. Ma Elena ama me e amerà sempre me. Mettitelo bene in testa. >>
Una minaccia? Stefan non lo seppe mai. Ma furono proprio queste ultime parole a convincerlo della sua "presunta" cattiva fede. Smania di possesso e vendetta lo avevano condotto in un sentiero buio e impercorribile. In Damon non c'era più niente di buono.
La sua natura ormai aveva preso il sopravvento e così il suo smisurato ego. Ma per un impercettibile secondo Stefan ebbe paura.
Elena ama Damon, pensò, incupendo la sua espressione. Ma non si diete per vinto, perché la sua lingua si sarebbe frenata col passare dei giorni. Giorni che lui avrebbe condiviso con la sua Elena. Trascinandola nella rete dei giusti e dei nobili. Presto Damon sarebbe stato solo un ricordo.
<< Parla pure quando vuoi Damon. Nessuno ti ascolterà. >> E trascinò con se un Elena esterrefatta e non del tutto convinta nel seguirlo. Le sue gambe parevano reagire a altri stimoli. Il suo volto era ancora rivolto verso quella cella che custodiva l'essenza del suo amore.
<< Ti amo, angelo mio. Ricordatelo sempre. >> Damon urlava ancora << Non riusciranno a dividerci. Te lo prometto. >>
Poi si spense in due colpi di tosse. Ma sorrise perché fu certo che la sua Elena non l'avrebbe mai abbandonato.
Fu certo che il suo angelo lo amava ancora.

La poltrona del salone d'epoca era occupata da un singolare personaggio, quando Stefan Salvatore fece la sua comparsa.
Capelli ramati, occhi azzurri, giovane, vestito rigorosamente di nero. Se ne stava, a gambe incrociate, apparentemente incurante del padrone di casa. Beveva il suo drink con disinvoltura e prepotenza.
Si accorse della presenza del vampiro ma si limitò a sorridere, continuando a bere.
<< E tu chi diavolo saresti? >>
<< Klaus. >> Con naturale spontaneità, quasi fosse una realtà risaputa la conoscenza del suo nome.
Non molto naturale invece fu l'espressione di Stefan. Gli venne in mente ciò che suo fratello maggiore gli aveva rivelato a proposito di quel malsano personaggio, da cui risultava assai efficace starne alla larga.
Schiuse la bocca indietreggiando. Ma la sua caparbietà e pacatezza non ammettevano rivali << Conosco chi sei. So tutto di te. >>
<< Bene, allora. >> l'altro vampiro si alzò elegantemente << Possiamo saltare la parte dei convenevoli ed arrivare direttamente al punto. >>
Ancora a debita distanza i due si sfidavano con occhiate di fuoco. Vi era in atto una sorta di guerra fredda. Entrambi non volevano svelare la prima mossa.
<< E quale sarebbe il punto? >> Ora l'espressione di Stefan divenne più solenne.
<< Un'alleanza. >> Dichiarò asciutto << Tra me, te e lo Spirito Magno. >>

CONTINUA...

Rieccomi con anticipo. Questo capitolo doveva essere diverso e contenere il piano di Klaus. Ma la prima parte è uscita troppo lunga perciò ho deciso di finirlo qui. Nel prossimo capiremo le reali intenzioni del vampiro Klaus. Non lo trovate affascinante? Io si anche se è malvagio... Ritornando a noi le cose si mettono male. Damon è ancora vittima della verbena e per lui non ci sono speranze. Elena è fra le braccia di Stefan, che vuole conquistarla a tutti i costi.
Asmodeo vuole il sangue di Elena, Klaus la cerca, Damon cerca di salvarla, Stefan di conquistarla. Come andrà a finire??
E che fine avrà Katherine in tutto questo? Non dobbiamo di certo dimenticarci di lei...
Alla prossima, ragazze. Recensite mi raccomando!!! Datemi la carica che mi serve per andare avanti Ci conto!!! Baci baci dalla vostra
                                                                                                                                                       
 Stella94
   
 
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