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Autore: ElseW    10/06/2011    6 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shadow
Capitolo 13:
Senza maschere
 
-
 
La famigerata Ombra.”
La sua voce mi riscuote dal mio stato di momentaneo stupore. Sposto lo sguardo da Dorian alla figura elegante che avanza nel corridoio che si è aperto tra le Guardie.
Trattengoa stento un ringhio quando Orion si ferma a meno di due metri dalla sottoscritta. Do uno strattone alle braccia dei due soldati che mi trattengono, ma nel momento in cui oppongo resistenza Orion si limita a fare un cenno con la mano; sento la voce di Dorian emettere un lamento e poi il rumore di qualcosa che schiocca. Mi volto giusto in tempo per vedere la Guardia che ritira il bastone elettrico; questi cosi non sono dei normali taser: le scariche sono troppo forti e Dorian non ne reggerà molte altre.
Non ti conviene essere troppo audace, splendore. Come vedi tu sarai pure immune alle scariche, ma non puoi dire lo stesso del tuo amico.” Impreco mentalmente in direzione dello stronzo e, anche se in minor parte, verso Dorian. Sapevo che non avrei dovuto portarlo con me.
Siamo taciturne, eh? Direi che è inutile ormai tentare di nascondere informazioni su di te. Non hai la maschera. Sappiamo tutto. Non ci è voluto neanche tanto, una volta ottenuto il tuo sangue.”
Strabuzzo gli occhi e mi lascio sfuggire una domanda. “Come?”
Orion sorride, serafico. “L'incompetente che tu hai fatto fuori nella stanza della bambina mi è stato quantomeno utile. Quando i miei hanno esaminato la camera di Carlotta, hanno ritrovato delle macchie ematiche sul pavimento e, tenendo conto della qualità dei miei alchimisti, siamo riusciti a risalire ad una traccia abbastanza chiara di sangue. L'abbiamo confrontato con quello della bambina e con quello di quell'idiota di Ghaam ed erano incompatibili entrambi. Per poco non ho fatto i salti di gioia! Un colpo di fortuna che non mi sarei mai aspettato di avere ma che ovviamente ho accolto a braccia aperte!” Si avvicina di qualche altro passo e mi toglie gentilmente il cappello. “Sei una creatura davvero deliziosa. È un tale peccato doverti uccidere.”
Se vostra maestà non ha nulla in contrario possiamo scambiare i ruoli. Io non avrei alcun problema nel fare lo stesso con lei.”
Sento qualcuno afferrarmi per i capelli dietro la nuca e tirare forte. Non mi lascio scappare neanche un lamento, ma sono così costretta a guardare negli occhi Orion; a dispetto del tono scherzoso, i suoi occhi sono mortalmente seri.
Mi servirebbe proprio un tipo come te al mio servizio. Potrei lasciarti vivere se decidessi di… aiutarmi.”
Libero il nervosismo in una risata dal retrogusto acido. “Davvero credi che preferirei servirti piuttosto che morire?”
Orion sogghigna. Probabilmente non si aspettava di convincermi. “Sospettavo che avresti rifiutato l'offerta… eppure qualcosa mi dice che non sei disposta a sacrificare la vita di questo giovane disertore, non è vero?” Si dirige verso Dorian che sembra troppo stordito per capire la situazione. Sento i miei occhi spalancarsi sempre di più, fino a serrarsi in fessure quando Orion afferra qualche ciocca di capelli di Dorian, tirando poi indietro la sua testa. Il suo cappello giace qualche metro più in là.
Sono davvero distrutto. Tanta bella gioventù… ” Si volta verso di me. “Probabilmente ti starai chiedendo come mai il giovanotto qui presente non ha avvertito la nostra presenza. I Vedenti raramente possono essere colti di sorpresa, anche i più inesperti.” Lascia andare il capo di Dorian che torna a ciondolare verso il basso. Lo guardo, aggredita da sensi di colpa. Devo ammettere di non aver pensato all'utilità di Dorian come Vedente. L'ho sottovalutato. “Alcune menti sono molto difficili da penetrare e i soldati che lavorano per me sono addestrati sin da matricole a sapersi difendere dai Vedenti tramite un processo chiamato Schermatura. Ovviamente un Evoluto davvero esperto avvertirebbe comunque la loro presenza, ma sapevo che il giovane soldato fuggito tempo fa non era ancora un Vedente totalmente sviluppato.” Che Dorian fosse collegato a me sapevo già che sarebbe stato in grado di capirlo… ma sapere che le mie mosse erano state così prevedibili mi fa pensare che Dorian avesse avuto ragione a tentare di convincermi a desistere dall'idea di farlo fuori subito.
Non ho pensato con lucidità. Mi sono lasciata guidare dalla rabbia.
Ho sempre sospettato che avessi qualcosa a che fare con Brayden.” Si avvicina, godendo nel vedere come la Guardia si sta divertendo nel tirarmi i capelli e allo stesso tempo minacciarmi con quel ridicolo bastone elettrico. L’unica cosa che mi ferma dal prenderli tutti a calci nel culo è che lo stesso dannatissimo bastone è puntato contro la gola di Dorian. “Ricordo perfettamente la tua segnalazione. Tu fosti l’unica bambina dal Gene sconosciuto che non riuscii a catalogare, l’unica bambina che sfuggì ai registri; di conseguenza, una volta ottenute le tue gocce di sangue, è stato per puro scrupolo che le ho confrontate con quelle dei prelievi di sangue fatti quando tu eri appena una neonata: qualche settimana dopo la tua nascita ti sei ammalata gravemente – una febbre virale – quindi i tuoi ti hanno portata qui, dove i medici ti hanno fatto diversi prelievi. Quel sangue rimasto negli archivi purtroppo non era più buono per le ricerche; il Gene infatti, superato il primo anno di vita, modifica consistentemente il DNA dell’essere umano: in pratica non ci avrebbe portati da nessuna parte. Si è rivelato ottimo per il controllo però. Saresti stata impossibile da rintracciare, ma una volta avuto il sangue con cui confrontarlo, è stato un gioco da ragazzi avere la conferma.”
Ovvio. Ha confrontato il mio sangue di neonata con quello ottenuto nella camera di Carlotta; per puro scrupolo, a quanto pare.
Nel momento in cui mi rendo conto che Orion sta per finire il suo monologo in cui glorifica la sua straordinaria intelligenza e perspicacia, capisco che, una volta che accadrà, noi non avremo scampo. Penso in fretta.
Muovo leggermente le braccia e capisco, in un lampo di lucidità post-autocommiserazione, che per pura fortuna la guardia che trattiene il mio braccio destro mi regge da un punto poco sotto il gomito. Sento il mio bracciale stringermi il polso e capisco in pochi istanti che è la nostra ultima possibilità.
I serpenti stavolta si trattengono dal sibilare, seguendo esattamente ogni mio singolo pensiero, come un prolungamento del braccio stesso. Li sento sciogliersi tra di loro e scivolare cautamente lungo la mia mano. Noto con una certa soddisfazione che il pavimento è in marmo grigio cenere, particolare che certo contribuisce alla riuscita della mia impresa disperata.
Per fare un po' di scena tento un altro strattone, dimentica però che per ogni mio segno di ribellione - scossa - è Dorian a pagarne le conseguenze. Mi immobilizzo mentre vedo con chiarezza gli occhi blu del mio soldato strizzarsi e poi chiudersi. Sembra non avere più coscienza neanche di dov'è.
Orion si volta a guardarmi, interrompendo le sue ciance vanagloriose.
Oh. Sei preoccupata per il tuo amichetto. Non credevo che un'assassina a sangue freddo come te, un mostro sanguinario quale è la più spietata assassina del Mondo Lume, potesse farsi catturare il cuore in maniera così plateale.”
Ringhio e replico, caustica. “Il bue che dà del cornuto all'asino. E comunque non mi sono fatta catturare un bel niente.” Mi sento in dovere di specificare.
Orion scoppia in una risata da vero cattivo della Disney.
Sul serio, mi fai morire.”
Sogghigno. “Sempre a disposizione, per questo.”
L'uomo si avvicina fino a trovarsi a qualche centimetro dal viso della sottoscritta. “Bella e cattiva… forse non mi crederai ma sono davvero addolorato. Adoro le creature come te.”
Creatura. Mi trattengo dal non sputargli in faccia solo per Dorian. Con la coda dell'occhio vedo i serpenti arrampicarsi, silenziosi e impercettibili, sugli stivali della guardia che punta il bastone contro Dorian. Non riesco a trattenere un ghigno che Orion interpreta a modo suo.
Sapevo che un po' di lusinghe avrebbero sciolto anche il tuo cuore. In fondo, sei una donna.” Ginocchio. “La mia offerta è ancora valida. Lavoreremmo bene insieme e ti ricompenserei bene.” Coscia. “Non dovresti più nasconderti,” Fianchi. “Fuggire... ” Braccio. “... saresti libera.” morso.
La guardia lancia un urlo lancinante e lascia cadere il bastone elettrico. Nel momento in cui si voltano tutti a guardarlo, con un ringhio gutturale mi libero dalla presa dei due energumeni, quindi mi fiondo su Dorian. Trasporto entrambi all'altra punta della sala in un guizzo d'ombra, quindi mi volto a guardare le guardie confuse e Orion, che sembra l'unico ad essere perfettamente cosciente di ciò che è accaduto. I serpenti inosservati si ricongiungono al mio polso, fino a ricomporsi nel bracciale.
Come vedi non ho bisogno di te per essere libera. Godetevi le vostre paure.”
E lascio che le ombre si addensino in figure orrende, in incubi liberi dalla loro condizione di sogni. Rimango sorpresa quando noto che ai piedi di Orion si è formata invece una semplice pozza nera. Null'altro.
Non ho il tempo di psicanalizzarlo, quindi mi limito ad afferrare Dorian e a decompormi nuovamente, non dovendomi più preoccupare delle telecamere.
Scivolo lungo i corridoi fino a riversarmi all'esterno, slitto lungo le strade umide a causa della leggera pioggia e raggiungo i tetti. Mi fermo solo quando raggiungo il vicolo che sta esattamente di fronte l'Accademia Militare.
Ho solo bisogno di qualche istante per riprendere fiato e per controllare le condizioni di Dorian. Mi chino su di lui che tiene ancora gli occhi chiusi: il respiro è flebile, sottile e il cuore batte molto lentamente. Le scosse non erano fortissime, ma lui ne ha ricevute tre.
Un'altra scossa e avrebbe avuto un arresto cardiaco*.
Scaccio dalla mia testa l'immagine del suo cadavere e mi preparo ad entrare all'Accademia. Prima di andare Myers ci ha assicurato che avrebbe fatto disattivare delle telecamere con la scusa di un'esercitazione che effettivamente sta avvenendo - quei dannati soldati urlano come dei forsennati. Avrebbe scritto nei verbali che quelle telecamere sarebbero state disattivate dal finto-intruso contro cui i giovani soldati si stavano misurando. Questa sera non avrebbe potuto aiutarci a rientrare in nessun modo a causa della nostra missione. Se avessero rilevato degli strani movimenti da parte sua o delle chiamate sospette proprio la sera dell'ipotetico omicidio di Orion, avrebbe rischiato grosso.
Stringo Dorian e mi decompongo per l'ennesima volta, raccogliendo le ultime energie, quindi percorro rapida i punti ciechi delle varie telecamere fino a raggiungere l'ufficio di Myers, dove piombo con poca grazia e molta fretta.
Mi chino su Dorian e gli tolgo la divisa, setacciando il suo corpo alla ricerca di ustioni. Ne trovo una leggera sulla schiena, dove la guardia l'ha colpito per la prima volta e un'altra, più grave, su un fianco: l'ha colpito due volte nello stesso punto. È pallido e sfiancato, ma il suo respiro sta diventando più forte. Ciò che mi preoccupa adesso sono le ustioni. Corro ad aprire il piccolo frigo dello studio e prendo due bottiglie d'acqua, quindi recupero qualche benda e una pomata all'ossido di zinco. A causa del sempre maggior numero di Alchimisti le cassette del pronto soccorso sono sempre attrezzate per le ustioni.
Verso dell'acqua fredda sulle bruciature che, grazie al cielo, non sono eccessivamente gravi. Gli abiti hanno fatto da 'stato cuscinetto'. Sento la porta aprirsi e, ancora piena di adrenalina, sguaino lo stiletto che tengo nello scarpone. Sapevo già che avrei trovato Myers sulla soglia, ma il mio corpo è ancora troppo teso.
Lo vedo strabuzzare gli occhi, sconvolto. “Che cosa è successo?”
Infilo nuovamente lo stiletto al suo posto, quindi riprendo a versare acqua sulle ustioni, in modo da diminuire il dolore e far scendere la temperatura. “Era una trappola. Siamo riusciti a scappare solo per pura fortuna.” Poteva morire. Poteva davvero morire. La vista si appanna, ma naturalmente non piango.
Myers sembra accorgersi della mie condizioni. Devo avere un'espressione davvero orribile se ha messo su quello sguardo preoccupato da nonno di Heidi.
Dai a me, faccio io.”
Scatto, prima che il mio cervello ancora atrofizzato dal terrore si decida a farmi riflettere lucidamente.
No, posso farlo da sola. Lui… bisogna curarlo.”
Vedo Myers trattenere un sorriso dal sapore tenero.
Arriccio il naso, innervosita, mentre mi lascio togliere l'acqua e le bende dalle mani.
Vai a fare una doccia calda, io porto Dorian in camera da letto, curo le ustioni e applico pomata e bende, d'accordo? Quando si riprenderà gli somministreremo le compresse.”
Compresse prodotte dagli alchimisti. Quei bastardi ne sanno sempre una più del diavolo.
Mi alzo e lo seguo mentre prende Dorian e lo solleva come fosse un bambolotto. Lo poggia sul letto, prono, quindi si volta verso di me.
Vai pure, a lui ci penso io.”
Osservo il viso pallido e stanco di Dorian. Vorrei solo restare seduta su quel dannatissimo letto fino al momento del suo risveglio, ma so che non servirebbe a molto.
Annuisco lentamente, prendo dei vestiti puliti e mi chiudo in bagno.
A questo punto posso confidare solo nei poteri mistici di una doccia calda.
 
La doccia è andata abbastanza bene. Quantomeno non ho tentato di far fuori il bagnoschiuma.
Sono stata sotto il getto corroborante della doccia per circa tre quarti d'ora, quindi ho perso altri quindici minuti ad asciugare i capelli e a vestirmi. Apro la porta quel tanto che basta per curiosare in camera. Myers non c'è e Dorian e ancora steso sul letto, supino stavolta. Lo vedo respirare lentamente anche da qui. Entro silenziosamente, chiudendomi la porta alle spalle, quindi mi siedo sul letto, tentando di non svegliarlo.
Lo osservo: è ancora un po' pallido, ma il suo respiro è stabile. Poggio una mano sul suo petto, sentendo il cuore palpitare dentro la sua cassa toracica. C'è mancato così poco…
Spinta da una scarica di sollievo, mi ritrovo a passare la mano tra i capelli di Dorian. Sorrido divertita quando lo vedo imbronciarsi.
Il panico è ancora lì, dietro l'angolo, ma vederlo fare smorfie nel sonno non può che essere un balsamo per il terrore che ancora mi attanaglia le viscere.
Decido di cedere. Solo per qualche istante, solo quel tanto che basta per convincermi a stendermi accanto a lui e a lasciarmi rapire dal sonno: una debolezza.
Solo per questa volta.
Senza maschere.
 
*
 
Voglio la sua immagine in ogni singolo vicolo di questa città, in ogni negozio, in ogni ufficio, in ogni locanda, taverna o albergo, dal più lussuoso al più infimo… la braccheremo come un animale.”
Gli Ufficiali si allontano, andando ad eseguire i suoi ordini.
Orion guarda con soddisfazione la foto che tiene tra le mani. Grazie a lui l'Alchimia ha raggiunto vette che neanche la scienza degli ultimi anni del Vecchio Mondo era ancora riuscita a sfiorare.
Dopo la fuga di Ombra, estrarre l'immagine dell'assassina dalla sua mente non era stato affatto difficile. L'aveva guardata bene: occhi di un blu accecante, capelli neri come la notte e labbra rosse come quelle di una principessa delle migliori fiabe.
Incontrandola per strada nessuno avrebbe mai immaginato chi fosse in realtà.
Orion sospira, pensando quanto sia facile manipolare le masse: distribuire quella foto accompagnata da un cinque e qualche zero avrebbe sicuramente ottenuto gli effetti sperati. Sarebbe stato il popolo stesso a consegnargli la sua unica speranza di salvezza.
Scende con calma dal suo scranno, esce dalla Sala, quindi percorre con lentezza il corridoio fino a raggiungerne la fine; spinge una porta e scende una scala a chiocciola in pietra.
Il rumore delle sue scarpe risuona nel silenzio delle segrete e la sua ombra assume forme strane ad ogni passo, a causa della luce tremolante delle lampade.
Il suo sguardo percorre con pigrizia le celle, occupate da eroi occasionali, ladri intrepidi e ribelli abbandonati. Sapeva di star facendo un ottimo lavoro. La cosa importante per restare al potere era essere capaci di mentire con sincerità: la verità è pericolosa per i governi. Ci mette poco ad infiammare le folle. Per manipolare un popolo la prima cosa da fare è togliere loro ogni finestra sulla verità, costruire intorno a loro un mondo su misura, un mondo che non li soffochi ma che allo stesso tempo impedisca loro di vedere al di là del proprio naso. Inutile minacciarli di morte, inutile instaurare un regime di solo terrore: è un'alleato fidato, certo, ma bisogna sfruttarlo con parsimonia. Non bisogna dimenticarsi che l'essere umano è fondamentalmente un animale: terrorizzalo, opprimilo e prima o poi si ribellerà; dagli quello che crede di desiderare e si piegherà al tuo volere come un placido agnellino.
Ovviamente però ci sono le eccezioni, menti più forti che non riescono ad essere piegate e allora l'unica soluzione è… spezzarle.
I passi si interrompono improvvisamente. Gli stivali di Orion sono fermi di fronte alla cella più buia, la cella più lontana dalle piccole torce. Qualcosa si muove in uno degli angoli più nascosti, quindi una voce roca e arida, come di qualcuno che beve solo il minimo indispensabile per restare in vita, dice, “La stai sottovalutando. È riuscita a raggirarti guardandoti negli occhi e hai quasi ucciso una delle persone più importanti della sua vita. Dalle il tempo di riprendere il controllo di sé e tornerà. Non avrà pietà di te.”
Orion sorride in direzione del buio al di là delle sbarre. Ha rilasciato per un attimo la Schermatura appositamente per lui, per dargli modo di scoprire gli avvenimenti della giornata nonostante, ne era sicuro, avesse avvertito la presenza della giovane assassina sin da quando era entrata a palazzo.
Ne sei così sicuro?” L'uomo non gli da il tempo di rispondere e continua, “Beh, certo, dopotutto… l'hai addestrata tu.”
L'ombra si trascina con fatica in avanti fino ad entrare nel piccolo cono di luce che illumina una porzione della cella. Occhi grigi, stanchi ma decisi, guardano quelli neri del dittatore.
Modestamente.” È la risposta laconica.
Orion arriccia le labbra in una smorfia soddisfatta. “Sai… sarà un vero peccato toglierla di mezzo. Converrai con me nel dire che è una ragazza davvero sorprendente.” L'uomo si limita a fissarlo e Orion, incoraggiato dal silenzio, continua, “Eppure la tua dolce allieva ha un punto debole.”
Gli occhi grigi continuano a guardarlo di rimando. “Ah sì?”
L'uomo annuisce, con aria affranta. “Già. La tua piccola guerriera, al contrario di ciò che vorrebbe far credere, è sensibile. Non ha mai avuto affetti nella sua vita dopo la morte dei suoi genitori, se non quel ragazzo e… te.” I primi segni di nervosismo vengono a galla nell'espressione fino ad ora indifferente del prigioniero. “Ho cercato di convincerla a passare dalla mia parte e, non avendola catturata, non mi rimane altro che ricorrere ad una soluzione a cui, giuro, speravo di non dover arrivare.” Il sorriso vittorioso che appare però sulle sue labbra sembra dire tutt'altro. “Sei abbastanza importante per lei da spingerla a offrire se stessa in cambio della tua vita, Brayden?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Spazio Autrice:
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La storia si sta incamminando verso la conclusione e spero con tutto il cuore di non deludervi.
Taccio come sempre e vi ringrazio... come sempre xD
Alla prossima!
Besos*
 
 
Moony
   
 
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