Nome
autore sul forum:
MiaStonk
Nome
autore
su EFP: MiaStonk
Titolo: Requiem
for a love
Pairing: Pansy
Parkinson/Ronald Weasley
Personaggi :
Pansy
Parkinson, Ronald Weasley
Genere:
Introspettivo,
Malinconico
Eventuale
prompt: Lacrima
Eventuale
citazione: "Probabilmente
sorriderò al pensiero che qualcuno ti faccia presto quello
che mi stai
facendo..."
"La
nostalgia di te mi scivola tra le mani come la
vita... rimarrà con me fino all'ultimo giorno"
Avvertimenti :
One-shot
Rating: Verde
NDA: E’
un
pairing mai sperimentato dalla sottoscritta, cosa che mi ha spinto ad
affrontare questa ‘sfida’. Ho creduto fosse
più adatto utilizzare la seconda
persona, al fine di rendere al meglio il dolore di Pansy e Ron e allo
stesso
tempo creare una sorta di distacco dalla loro sofferenza. Come se li
vedessimo
attraverso un ‘vetro sporco’. Pensieri
simili eppure opposti, diversi.
Requiem for a love
Sin da bambina
hai saputo a
quale mondo appartenere: quello dei Purosangue, quello delle Serpi.
Mai hai esitato
nell’eliminare qualsiasi ostacolo intralciasse
il tuo cammino.
Determinata,
testarda e cieca ai sentimenti altrui.
Di una sola
persona t’importava, quella persona eri tu.
Scaltra,
arrivista e ambiziosa.
Ti sei
circondata di persone decise quasi quanto te, hai
sfruttato la loro forza per i tuoi scopi.
Ripetevi a te
stessa di essere forte e ferma sui tuoi
ideali, lo ribadivi quasi fosse un mantra.
Ma tu non lo
sei, non è vero?
E lo hai capito
quando lui
è entrato a far parte della tua vita, con la
stessa irruenza di una
tempesta.
Una di quelle
che non ti aspetti, che sostituisce un cielo
sereno e incontaminato.
Era
così la tua vita prima che lui la sconvolgesse,
incontaminata.
E hai ignorato
le nuvole grigie che oscuravano i raggi
fiochi di un sole spento.
Hai ignorato
quei segnali che ti suggerivano che qualcosa
sarebbe cambiato dentro te.
Lo hai fatto
perché sei una Parkinson, perché credevi di
essere incorruttibile.
E ora siedi sul
davanzale di un finestra, guardi attraverso
dei vetri sporchi.
Macchiati come
lo è la tua anima.
E una lacrima
cade sul tuo viso.
Non cerchi di
trattenerla,
perché dovresti.
In essa
è racchiuso il tuo dolore, la tua agonia.
Ti ricorda che
la tua sofferenza è reale, che lui
è stato reale.
Ti ricorda
quanto ingenua e poco lungimirante sei stata.
Tu che gli hai
permesso di violentare la tua carne e il tuo
spirito.
Tu che non hai
opposto resistenza quando la prima crepa ha
graffiato il tuo cuore.
Hai desiderato
la felicità fino all’ultimo istante.
Hai creduto che
tutti avessero il diritto di amare e di
essere amati.
Povera illusa.
Nessuno ti ha
detto che le fiabe sono solo fiabe?
Che nessun
principe sarebbe venuto a salvarti dalla tua
gabbia dorata?
Che
l’amore non è altro che insana illusione?
Porti una mano
al viso scarno, sfreghi con violenza una
guancia pallida.
Torturi il
labbro inferiore, affondando i denti in esso.
Tanto da farlo
sanguinare.
Non
t’importa, assapori il gusto acre del tuo stesso sangue
e un senso di nausea ti assale.
Provi ribrezzo
per te stessa e per lui, disgusto per quello
che siete stati.
Odialo.
Odia quegli
occhi che sapevano scavarti nell’anima,
afferrandone il senso.
Odia quella
bocca che indugiava sulla tua, bruciante di
passione.
Odia quei denti
che mordevano la tua carne, quasi fosse nutrimento
della sua ingordigia.
Odia quelle mani
che vagavano senza meta sul tuo corpo.
Odia la sua voce
roca e sensuale, odia le promesse che mai ha
avuto intenzione di mantenere.
Odia te stessa
per avergli creduto, odia il tuo cuore per
aver ceduto alle sue false lusinghe.
Altre lacrime
solcano il tuo viso, sembrano burlarsi della
tua sofferenza.
Vogliono
ricordarti che sei debole, che quell’odio è ancora
amore.
Ma tu le spazzi
via con un gesto secco della mano, ti
rifiuti di vedere la realtà.
Un
realtà scomoda che cerchi di soffocare insieme al tuo
dolore.
Non ci riesci,
tu non sei forte Pansy e mai lo sei stata.
Sempre in balia
dei suoi capricci, delle sue voglie e dei
suoi bisogni.
Sempre seconda
nel suo cuore, nei suoi pensieri.
E ora urli.
Cacci fuori la
rabbia, l’umiliazione e il senso di
inadeguatezza che ti attanaglia le viscere.
Ronald Weasley
ti ha solo usata, eri creta nelle sue mani.
Ancora rabbia,
ancora collera e desiderio di rivalsa.
E un pensiero
riesce a farsi spazio tra i meandri della tua
mente.
Zampilla da quel
barlume di orgoglio che ancora alberga nel
tuo corpo straziato.
"Probabilmente
sorriderò al pensiero che qualcuno ti faccia
presto quello che mi stai facendo..."
Ed
è questo il momento, l’attimo in cui decidi di essere
forte.
Perché
in fondo tu sei Pansy Parkinson, sei una
Purosangue, sei una Serpe.
E
sin da bambina hai saputo a quale mondo appartenere.
Un
mondo in cui amare non è permesso.
***
Sin
da bambino hai avuto dubbi sul mondo al quale
appartenere.
Hai
percorso una strada già spianata, tracciata dai tuoi
fratelli.
Insicuro,
arrendevole e preoccupato dell’opinione degli
altri.
Di
chiunque t’importava, tranne che di te stesso.
Ingenuo,
sprovveduto e stolto.
Ti
sei circondato di persone migliori di te,
riflettendoti nella loro forza.
Ripetevi
a te stesso di essere felice, lo ripetevi quasi
fosse un mantra.
Ma
tu non lo sei, non è vero?
E
lo hai capito quando lei è
entrata a far parte della tua vita, con la stessa violenza di
un tornado.
Uno
di quelli che non ti aspetti, che spazza via tutte le
tue effimere certezze.
Era
così la tua vita prima che lei la cambiasse,
prevedibile.
E
hai ignorato il senso di oppressione che ti dava
l’essere secondo a chiunque.
Lo
hai fatto perché sei un Weasley, perché credevi
di
essere nel giusto.
E
ora siedi sul davanzale di una finestra, guardi
attraverso dei vetri opachi.
Annebbiati
come lo è la tua mente.
E
una lacrima cade sul tuo viso.
La
scacci via, non vuoi ricordare.
Non
vuoi pensare a quanto lei sia stata
reale e a quanto male tu le abbia fatto.
Tu
che hai permesso che la ragione guidasse le tue
scelte.
Tu
che hai voltato le spalle alla felicità e lo hai fatto
consapevolmente.
Povero
stolto.
Nessuno
ti ha detto che la strada tracciata dal proprio
cuore è l’unica che debba essere seguita?
Che
la sua voce non va ignorata?
Dai
un pugno al pezzo di marmo su cui sei seduto.
Con
tanta foga da far sanguinare la tua mano.
Non
t’importa, fissi il rosso del tuo stesso sangue e un
senso di nausea ti coglie.
Provi
repulsione per te stesso così come cresce l’amore
per lei.
Amala
ancora.
Ama
quegli occhi scuri e profondi, occhi che turbavano il
tuo animo.
Ama
quella bocca che accoglieva la tua, calda e
invitante.
Ama
quei denti che mordevano con delicatezza la pelle
nuda del tuo collo.
Ama
quelle mani che, tremanti, esploravano il tuo corpo.
Ama
quella voce lieve come un sussurro, ama le promesse
che desiderava mantenere.
Ma
al contempo odia te stesso per aver perso tutto
questo.
Altre
lacrime rigano il tuo viso, vogliono ricordarti che
quest’amore sarà sempre amore.
Ma
ancora cerchi di ignorarle, ti rifiuti di riconoscere
la verità.
Una
verità con cui prima o poi dovrai fare i conti.
E
ora urli.
Nelle
tue grida c’è dolore, frustrazione e rimpianto.
Pansy
Parkinson non sarà più tua.
E
un pensiero si delinea nella tua mente stanca.
"La
nostalgia di te mi scivola tra le mani come la vita...
rimarrà con me fino all'ultimo giorno"
Ed
è questo il momento, l’attimo in cui ti rendi
conto
che mai più sarai felice.
Perché
in fondo sei Ronald Weasley, un codardo
Grifondoro, una nullità.
Sin
da bambino hai avuto dubbi sul mondo al quale
appartenere.
Un
mondo in cui essere te stesso non è permesso.
Riporto
il giudizio di IvanaEfp:
1°
posto:
Requiem for a love di MiaStonk.
grammatica 9/10
lessico e stile 5/5
Sviluppo del tema 15/15
Caratterizzazione
personaggi : 10/10
Utilizzo prompt 5/5
Utilizzo frasi 10/10
Gradimento personale 5/5
Totale 59 /60
Come ho già
spiegato nel forum quattro storie son
davvero poche; poche per valutarle senza essere davvero puntigliosa ed
attenta
e poche per poter scegliere.
Ti spiegherò,
quindi, il perché della mia scelta.
Ho letto la storia ben
quattro volte; mi sono domandata
la differenza dalla tua a quella delle altre partecipanti e, dopo un
attenta
analisi, sono giunta a conclusione che solo tu, più delle
altre, sei riuscita
ad emozionarmi.
Ho potuto percepire
‘la forza’ di Pansy e
‘l’arrendevolezza’ di Ron.
Ho sentito l’odio
dell’una e l’amore dell’altro;
le lacrime salate di entrambi riflesse nel ‘vetro
appannato’.
Ti ho tolto un punto alla
grammatica per delle
parti in cui, almeno io, avrei usato una punteggiatura diversa.
(Era così la tua
vita prima che lui la
sconvolgesse, incontaminata.)
Al posto della virgola, a
parer mio, ci stavano i
due punti.
Tu
‘descrivi’, sebbene con un solo aggettivo, come
era la sua vita prima. Quindi, grammaticalmente parlando, avrei messo i
due
punti.
(E ora siedi sul davanzale
di unA finestra, guardi
attraverso dei vetri sporchi.
Macchiati come lo
è la tua anima.)
‘Macchiati come
lo è la tua anima è il paragone
che fai tra l’anima e i vetri sporchi e, quindi, non
è corretto usare il punto’
Non è meglio
dire ‘ E ora siedi sul davanzale di
una finestra, guardi attraverso dei vetri sporchi; sporchi come lo
è la tua
anima.’
Poi ci sono delle altri
punti che io cancellerei;
come nel caso di ‘ Torturi il labbro inferiore, affondando i
denti in esso.
Tanto da farlo
sanguinare.’ In cui vale il
discorso di prima.
O, ancora una virgola qui,
come prima ‘Era così la
tua vita prima che lei la cambiasse, prevedibile.’
( Ci vogliono i due punti,
non credi?)
E, ancora ‘Dai un
pugno al pezzo di marmo su cui
sei seduto.
Con tanta foga da far
sanguinare la tua mano.’ (
Spieghi la forza che Ronald mette nel pugno che tira sul pezzo di marmo
e,
quindi, il punto sarebbe meglio non metterlo)
Per ultima cosa
c’è un errore di battitura qui
(Pany Parkinson) ma non è nulla di grave o che ha
infulenzato la grammatica;
io, almeno, tendo a non valutare sviste di poco conto.
Per quanto riguarda la
caratterizzazione dei
personaggi, puoi notare che ti ho dato il voto pieno.
Sei stata
l’unica, o quasi, a descrivermi entrambi
i personaggi con attenzione e accuratezza.
Capiamo, dalle tue righe,
che Pansy è una
Purosangue che si fida di sé stessa e che è
talmente forte e coraggiosa da non
lasciarsi abbattere. Soffre anche lei,sì, ma ha ‘
in piano’ una vendetta, ecco.
O, quanto meno, spera che qualcun’altra faccia provare a Mr.
Lentiggini quello
che lui ha fatto a lei.
Capiamo, anche, che Ronald
è uno stolto; un
Grifondoro buono a nulla che non si fida di sé stesso quanto
degli altri.
Un Grifondoro che si pente
di averle fatto del
mare e che non sarà mai più felice come, invece,
lo sarà Pansy.
Anche il mio gradimento
personale, dunque, è un
voto pieno; e, credo, di avertelo spiegato in modo abbastanza chiaro.
Ho scelto la tua storia
perché sei stata davvero
originale e perché, attraverso la narrazione di quello che
prova Pansy e quello
che prova Ronald, sei riuscita a farmi intendere quello che volevi
raccontarmi.
Sei riuscita a mettere in
contrapposizione quelle
che sono le due facce della fine di un’amore;
c’è chi si riprende, come Parkinson,
e chi, invece, sarà segnato da questo
‘errore’ per sempre.
Le frasi, infine, sono
semplici ma articolate; hai
usato un linguaggio forbito, quasi poetico senza, però,
cadere nel noioso o nel
‘complicato’.
A te vanno i miei
complimenti, cara; davvero un
buon lavoro.
Ancora ringrazio IvanaEfp per
questa meravigliosa sorpesa!!