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Autore: MiaStonk    11/06/2011    2 recensioni
Un amore finito, forse mai cominciato. I pensieri di una Pansy Parkinson accecata da un desiderio di rivalsa, contrapposti a quelli di un Ronald Weasley in preda al rimorso.
Questa storia ha partecipato al Contest 'Time to Say Goodbye', giudicato da IvanaEfp, classificandosi al primo posto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nome autore sul forum: MiaStonk
Nome autore su EFP: MiaStonk 
Titolo: Requiem for a love
Pairing:
Pansy Parkinson/Ronald Weasley 
Personaggi : Pansy Parkinson, Ronald Weasley
Genere: Introspettivo, Malinconico
Eventuale prompt: Lacrima
Eventuale citazione: "Probabilmente sorriderò al pensiero che qualcuno ti faccia presto quello che mi stai facendo..."

"La nostalgia di te mi scivola tra le mani come la vita... rimarrà con me fino all'ultimo giorno" 

Avvertimenti : One-shot
Rating:
Verde 
NDA:
E’ un pairing mai sperimentato dalla sottoscritta, cosa che mi ha spinto ad affrontare questa ‘sfida’. Ho creduto fosse più adatto utilizzare la seconda persona, al fine di rendere al meglio il dolore di Pansy e Ron e allo stesso tempo creare una sorta di distacco dalla loro sofferenza. Come se li vedessimo attraverso un ‘vetro sporco’.  Pensieri simili eppure opposti, diversi.

 

 

 

                                                                                                                                                                                        A DesdemonaMalfoy perchè scrivendo di Pansy, 

                                                                                                                                                                                                è stato il tuo personaggio ad ispirarmi.

                                           

                                            

                                              Requiem for a love

 

Sin da bambina hai saputo a quale mondo appartenere: quello dei Purosangue, quello delle Serpi.

Mai hai esitato nell’eliminare qualsiasi ostacolo intralciasse il tuo cammino.

Determinata, testarda e cieca ai sentimenti altrui.

Di una sola persona t’importava, quella persona eri tu.

Scaltra, arrivista e ambiziosa.

Ti sei circondata di persone decise quasi quanto te, hai sfruttato la loro forza per i tuoi scopi.

Ripetevi a te stessa di essere forte e ferma sui tuoi ideali, lo ribadivi quasi fosse un mantra.

Ma tu non lo sei, non è vero?

E lo hai capito quando lui è entrato a far parte della tua vita, con la stessa irruenza di una tempesta.

Una di quelle che non ti aspetti, che sostituisce un cielo sereno e incontaminato.

Era così la tua vita prima che lui la sconvolgesse, incontaminata.

E hai ignorato le nuvole grigie che oscuravano i raggi fiochi di un sole spento.

Hai ignorato quei segnali che ti suggerivano che qualcosa sarebbe cambiato dentro te.

Lo hai fatto perché sei una Parkinson, perché credevi di essere incorruttibile.

E ora siedi sul davanzale di un finestra, guardi attraverso dei vetri sporchi.

Macchiati come lo è la tua anima.

E una lacrima cade sul tuo viso.

Non cerchi di trattenerla,  perché dovresti.

In essa è racchiuso il tuo dolore, la tua agonia.

Ti ricorda che la tua sofferenza è reale, che lui è stato reale.

Ti ricorda quanto ingenua e poco lungimirante sei stata.

Tu che gli hai permesso di violentare la tua carne e il tuo spirito.

Tu che non hai opposto resistenza quando la prima crepa ha graffiato il tuo cuore.

Hai desiderato la felicità fino all’ultimo istante.

Hai creduto che tutti avessero il diritto di amare e di essere amati.

Povera illusa.

Nessuno ti ha detto che le fiabe sono solo fiabe?

Che nessun principe sarebbe venuto a salvarti dalla tua gabbia dorata?

Che l’amore non è altro che insana illusione?

Porti una mano al viso scarno, sfreghi con violenza una guancia pallida.

Torturi il labbro inferiore, affondando i denti in esso.

Tanto da farlo sanguinare.

Non t’importa, assapori il gusto acre del tuo stesso sangue e un senso di nausea ti assale.

Provi ribrezzo per te stessa e per lui, disgusto per quello che siete stati.

Odialo.

Odia quegli occhi che sapevano scavarti nell’anima, afferrandone il senso.

Odia quella bocca che indugiava sulla tua, bruciante di passione.

Odia quei denti che mordevano la tua carne, quasi fosse nutrimento della sua ingordigia.

Odia quelle mani che vagavano senza meta sul tuo corpo.

Odia la sua voce roca e sensuale, odia le promesse che mai ha avuto intenzione di mantenere.

Odia te stessa per avergli creduto, odia il tuo cuore per aver ceduto alle sue false lusinghe.

Altre lacrime solcano il tuo viso, sembrano burlarsi della tua sofferenza.

Vogliono ricordarti che sei debole, che quell’odio è ancora amore.

Ma tu le spazzi via con un gesto secco della mano, ti rifiuti di vedere la realtà.

Un realtà scomoda che cerchi di soffocare insieme al tuo dolore.

Non ci riesci, tu non sei forte Pansy e mai lo sei stata.

Sempre in balia dei suoi capricci, delle sue voglie e dei suoi bisogni.

Sempre seconda nel suo cuore, nei suoi pensieri.

E ora urli.

Cacci fuori la rabbia, l’umiliazione e il senso di inadeguatezza che ti attanaglia le viscere.

Ronald Weasley ti ha solo usata, eri creta nelle sue mani.

Ancora rabbia, ancora collera e desiderio di rivalsa.

E un pensiero riesce a farsi spazio tra i meandri della tua mente.

Zampilla da quel barlume di orgoglio che ancora alberga nel tuo corpo straziato.

 

"Probabilmente sorriderò al pensiero che qualcuno ti faccia presto quello che mi stai facendo..." 

 

Ed è questo il momento, l’attimo in cui decidi di essere forte.

Perché in fondo tu sei Pansy Parkinson, sei una Purosangue, sei una Serpe.

E sin da bambina hai saputo a quale mondo appartenere.

Un mondo in cui amare non è permesso.

 

                                                                  ***

 

Sin da bambino hai avuto dubbi sul mondo al quale appartenere.

Hai percorso una strada già spianata, tracciata dai tuoi fratelli.

Insicuro, arrendevole e preoccupato dell’opinione degli altri.

Di chiunque t’importava, tranne che di te stesso.

Ingenuo, sprovveduto e stolto.

Ti sei circondato di persone migliori di te, riflettendoti nella loro forza.

Ripetevi a te stesso di essere felice, lo ripetevi quasi fosse un mantra.

Ma tu non lo sei, non è vero?

E lo hai capito quando lei è entrata a far parte della tua vita, con la stessa violenza di un tornado.

Uno di quelli che non ti aspetti, che spazza via tutte le tue effimere certezze.

Era così la tua vita prima che lei la cambiasse, prevedibile.

E hai ignorato il senso di oppressione che ti dava l’essere secondo a chiunque.

Lo hai fatto perché sei un Weasley, perché credevi di essere nel giusto.

E ora siedi sul davanzale di una finestra, guardi attraverso dei vetri opachi.

Annebbiati come lo è la tua mente.

E una lacrima cade sul tuo viso.

La scacci via, non vuoi ricordare.

Non vuoi pensare a quanto lei sia stata reale e a quanto male tu le abbia fatto.

Tu che hai permesso che la ragione guidasse le tue scelte.

Tu che hai voltato le spalle alla felicità e lo hai fatto consapevolmente.

Povero stolto.

Nessuno ti ha detto che la strada tracciata dal proprio cuore è l’unica che debba essere seguita?

Che la sua voce non va ignorata?

Dai un pugno al pezzo di marmo su cui sei seduto.

Con tanta foga da far sanguinare la tua mano.

Non t’importa, fissi il rosso del tuo stesso sangue e un senso di nausea ti coglie.

Provi repulsione per te stesso così come cresce l’amore per lei.

Amala ancora.

Ama quegli occhi scuri e profondi, occhi che turbavano il tuo animo.

Ama quella bocca che accoglieva la tua, calda e invitante.

Ama quei denti che mordevano con delicatezza la pelle nuda del tuo collo.

Ama quelle mani che, tremanti, esploravano il tuo corpo.

Ama quella voce lieve come un sussurro, ama le promesse che desiderava mantenere.

Ma al contempo odia te stesso per aver perso tutto questo.

Altre lacrime rigano il tuo viso, vogliono ricordarti che quest’amore sarà sempre amore.

Ma ancora cerchi di ignorarle, ti rifiuti di riconoscere la verità.

Una verità con cui prima o poi dovrai fare i conti.

E ora urli.

Nelle tue grida c’è dolore, frustrazione e rimpianto.

Pansy Parkinson non sarà più tua.

E un pensiero si delinea nella tua mente stanca.

 

"La nostalgia di te mi scivola tra le mani come la vita... rimarrà con me fino all'ultimo giorno" 

 

Ed è questo il momento, l’attimo in cui ti rendi conto che mai più sarai felice.

Perché in fondo sei Ronald Weasley, un codardo Grifondoro, una nullità.

Sin da bambino hai avuto dubbi sul mondo al quale appartenere.

Un mondo in cui essere te stesso non è permesso.

 

 

 

 

 

 

Riporto il giudizio di IvanaEfp:

1° posto: Requiem for a love di MiaStonk. 

grammatica 9/10 
lessico e stile 5/5 
Sviluppo del tema 15/15 
Caratterizzazione personaggi : 10/10 
Utilizzo prompt 5/5 
Utilizzo frasi 10/10 
Gradimento personale 5/5 

Totale 59 /60 

Come ho già spiegato nel forum quattro storie son davvero poche; poche per valutarle senza essere davvero puntigliosa ed attenta e poche per poter scegliere. 
Ti spiegherò, quindi, il perché della mia scelta. 
Ho letto la storia ben quattro volte; mi sono domandata la differenza dalla tua a quella delle altre partecipanti e, dopo un attenta analisi, sono giunta a conclusione che solo tu, più delle altre, sei riuscita ad emozionarmi. 
Ho potuto percepire ‘la forza’ di Pansy e ‘l’arrendevolezza’ di Ron. 
Ho sentito l’odio dell’una e l’amore dell’altro; le lacrime salate di entrambi riflesse nel ‘vetro appannato’. 
Ti ho tolto un punto alla grammatica per delle parti in cui, almeno io, avrei usato una punteggiatura diversa. 
(Era così la tua vita prima che lui la sconvolgesse, incontaminata.) 
Al posto della virgola, a parer mio, ci stavano i due punti. 
Tu ‘descrivi’, sebbene con un solo aggettivo, come era la sua vita prima. Quindi, grammaticalmente parlando, avrei messo i due punti. 
(E ora siedi sul davanzale di unA finestra, guardi attraverso dei vetri sporchi. 
Macchiati come lo è la tua anima.) 
‘Macchiati come lo è la tua anima è il paragone che fai tra l’anima e i vetri sporchi e, quindi, non è corretto usare il punto’ 
Non è meglio dire ‘ E ora siedi sul davanzale di una finestra, guardi attraverso dei vetri sporchi; sporchi come lo è la tua anima.’ 
Poi ci sono delle altri punti che io cancellerei; come nel caso di ‘ Torturi il labbro inferiore, affondando i denti in esso. 
Tanto da farlo sanguinare.’ In cui vale il discorso di prima. 
O, ancora una virgola qui, come prima ‘Era così la tua vita prima che lei la cambiasse, prevedibile.’ 
( Ci vogliono i due punti, non credi?) 
E, ancora ‘Dai un pugno al pezzo di marmo su cui sei seduto. 
Con tanta foga da far sanguinare la tua mano.’ ( Spieghi la forza che Ronald mette nel pugno che tira sul pezzo di marmo e, quindi, il punto sarebbe meglio non metterlo) 
Per ultima cosa c’è un errore di battitura qui (Pany Parkinson) ma non è nulla di grave o che ha infulenzato la grammatica; io, almeno, tendo a non valutare sviste di poco conto. 

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, puoi notare che ti ho dato il voto pieno. 
Sei stata l’unica, o quasi, a descrivermi entrambi i personaggi con attenzione e accuratezza. 
Capiamo, dalle tue righe, che Pansy è una Purosangue che si fida di sé stessa e che è talmente forte e coraggiosa da non lasciarsi abbattere. Soffre anche lei,sì, ma ha ‘ in piano’ una vendetta, ecco. O, quanto meno, spera che qualcun’altra faccia provare a Mr. Lentiggini quello che lui ha fatto a lei. 
Capiamo, anche, che Ronald è uno stolto; un Grifondoro buono a nulla che non si fida di sé stesso quanto degli altri. 
Un Grifondoro che si pente di averle fatto del mare e che non sarà mai più felice come, invece, lo sarà Pansy. 
Anche il mio gradimento personale, dunque, è un voto pieno; e, credo, di avertelo spiegato in modo abbastanza chiaro. 
Ho scelto la tua storia perché sei stata davvero originale e perché, attraverso la narrazione di quello che prova Pansy e quello che prova Ronald, sei riuscita a farmi intendere quello che volevi raccontarmi. 
Sei riuscita a mettere in contrapposizione quelle che sono le due facce della fine di un’amore; c’è chi si riprende, come Parkinson, e chi, invece, sarà segnato da questo ‘errore’ per sempre. 
Le frasi, infine, sono semplici ma articolate; hai usato un linguaggio forbito, quasi poetico senza, però, cadere nel noioso o nel ‘complicato’. 
A te vanno i miei complimenti, cara; davvero un buon lavoro. 

Ancora ringrazio IvanaEfp per questa meravigliosa sorpesa!!

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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