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Autore: alessia21685    19/06/2011    10 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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Ho perso completamente il controllo sul mio vecchio HTML editor... e purtroppo i risultati con il nuovo non sono incoraggianti!

Mi spiace ragazze! spero vi piaccia lo stesso il capitolo!

Buona lettura!


20 gennaio 1934

Non mi vedranno mai più piangere, lo giuro.

Non sarò mai più così debole.

È stato più forte di me, mi hanno rinchiuso nel vecchio pozzo e ho avuto paura, così tanta paura da impazzire.

Mi hanno lasciato laggiù per una notte intera, e non sapevo se mi avrebbero mai fatto risalire.

Il buio ,la fame, il freddo e i ratti mi facevano impazzire.

Ho cercato di arrampicarmi, ma è stato tutto inutile.

Quando mi hanno tirato su, la signorina Wilks sorrideva.  Rideva della mia paura.

Non sarò mai più così debole, preferisco morire.

Ma mi vendicherò. Vedranno di cosa sono capace.

 

Cap.13 –

“Hai invitato Tom Riddle al ballo? Ma sei impazzita?!” sbottò Sarah mentre Hermione rimescolava col cucchiaio la sua zuppa di funghi ormai gelata.

“Sssh!!”  le intimò con un occhiata assassina. “Per le mutande di Merlino!Vuoi che lo sappia tutta la scuola?”

“Scusa…” bisbigliò l’amica guardandosi intorno preoccupata. “Ma sul serio sei impazzita? Vuoi finire come Violet? E lui cosa ha risposto?”

Hermione si morse il labbro inferiore, nervosamente. “Ha detto che ci avrebbe dovuto pensare”

Quella risposta la aveva delusa e piacevolmente stupita allo stesso tempo. Certo, non era un sì ma neanche un no!

“Oh cavolo!” esclamò Sarah. “Oh cavolo! Questo vuol dire… vuol dire che sicuramente un po’ gli piaci! Pazzesco!”

 ma vedendo lo sguardo offeso di Hermione subito si affrettò a dire “Voglio dire, pazzesco per uno come Riddle,

 insomma, non che tu non possa piacere a un ragazzo Mione! È lui che è uno strambo!”

Hermione annuì, con un sorriso nervoso sulla faccia.

Non sapeva perché aveva deciso di dire dell’invito a Sarah, forse aveva semplicemente bisogno confessare a qualcuno le sue colpe. 

Anche se ovviamente Sarah non sapeva nulla, del motivo per il quale l’invito di Hermione la rendeva così tremendamente colpevole. Colpevole di tradimento.

“Quindi… Cam è libero? Se Tom accetta,intendo…” domandò Sarah arrossendo un po’ sulle guance.

“Ma certo, non ho mai avuto intenzione di andarci con lui!” esclamò Hermione indignata, mentre si alzava dalla sedia.

“Devo andare a studiare per il compito di Pozioni, ci vediamo più tardi ok?” mentì, mentre salutava l’amica e si dirigeva verso la porta della Sala Grande.

Aveva un disperato bisogno di riflettere.

 Da quando aveva rivisto Tom, il pomeriggio, era come se tutta l’ansia e l’agitazione di quella notte in infermeria l’avesse assalita di nuovo, non permettendole di pensare ad altro.

Non si era aspettata di essere ringraziata, come non era stata preparata alla vista di quegli occhi di solito così freddi e apatici riempirsi di qualcosa… di così vivo e palpitante.

Le sue parole continuavano a suonare nella sua testa come un disco rotto.

Sei la prima persona a cui sembra importi qualcosa di me.

Davvero non era mai stato amato da nessuno? Come poteva crescere un bambino completamente solo e senza amore? Rabbrividì. 

La sola idea le parve agghiacciante.

Poi le ritornò alla memoria la follia…

l’idea improvvisa e sventata di invitarlo al ballo,che era lievitata dal suo cervello alla sua bocca senza darle il tempo fisico di fermarsi.

L’espressione negli occhi di lui a quella domanda la sconvolsero. Smarrimento, incredulità, paura persino.

Forse non avrebbe dovuto farlo. Dannazione non avrebbe dovuto assolutamente farlo!

Cosa diavolo le era saltato in mente?

Cosa sperava di ottenere? Un altro bacio?

Al solo pensiero un brivido le percorse la schiena, e non era un brivido di freddo.

-Oddio Hermione smettila di comportarti come una ragazzina in preda a una tempesta ormonale!- si rimproverò mentre si accorse di essersi persa.

A che diavolo di piano era finita? Diamine! 

Era stata così assorta in quei pensieri da aver vagato a vuoto nel castello. Dopo un attimo di smarrimento, però si orientò. Riconobbe la porta del Bagno dei Prefetti .

Mentre ammirava gli intarsi dorati sul pomello della porta, un’idea lentamente si fece strada nella sua mente.

 Visto la piega che avevano preso i suoi pensieri su Riddle, avrebbe avuto bisogno di una doccia fredda, ma anche un bel bagno caldo probabilmente avrebbe disteso i suoi nervi.

Aveva sempre adorato quel bagno, dai tempi in qui era stata prefetto alla vecchia-futura- Hogwards.

Dopotutto le avrebbe fatto bene rilassarsi un po’ nell’acqua calda e profumata, prendersi una mezz’ora tutta per se, senza pensare a nulla.

Oltretutto a quell’ora tutti erano a cena, non sarebbe stata disturbata da nessuno.

Così si fece coraggio, disse la parola d’ordine, “Uva Fragola” 

-che le era stata rivelata da Lumacorno la prima settimana di scuola - alla statua di Boris il Basito,prese un bel respiro ed entrò.

Il bagno era identico a come la ricordava, una sala meravigliosa, interamente in marmo bianco, con un' enorme vasca rettangolare posta al centro della sala circondata da almeno un centinaio di rubinetti in oro.

Hermione si chinò ad aprire una decina di rubinetti dai quali iniziò a sgorgare acqua mischiata a diversi tipi di bagnoschiuma,ognuno di un colore e un profumo diverso : viola ,glicine, gelsomino, ambra…

In men che non si dica l’aria si saturò di vapore profumato e bolle di sapone, ed Hermione cominciava  già a rilassarsi.

Si sfilò la divisa ripiegandola accuratamente e appoggiandola di fianco alla pila di asciugamani candidi e soffici.

Poi, si immerse nella vasca ormai quasi piena, e il contatto dell’acqua calda al punto giusto la fece sospirare di piacere.

Chiuse i rubinetti e si immerse del tutto nell’acqua,  nuotò un poco in apnea e riemerse con il fiato corto, sentendosi veramente rigenerata. Avrebbe dovuto andarci prima, si disse.

Mentre giocava con la schiuma colorata si rilassò ammirando il dipinto della bellissima sirena che dormicchiava pacifica.

Stava quasi per rituffarsi sott’acqua quando un rumore le fece andare il battito a mille. C’era qualcuno nella stanza?

“Ciao Granger, ti spiace se mi unisco a te?L’acqua sembra deliziosa.”

 Hermione rabbrividì.

Era la voce di Cam.

“Sai, ho visto che uscivi come una furia dalla Sala Grande, e mi chiedevo dove andassi di tutta fretta. Così ti ho seguito. 

Non credevo ne sarebbe valsa …così tanto la pena.” Mormorò allusivo studiando attentamente il corpo di Hermione, che lo fissava sgomenta dalla vasca.

Improvvisamente conscia della sua nudità Hermione arrossì e si immerse nella schiuma più che poteva. “Vattene Cam!” Gridò in preda all’isterismo.

“Come sei entrato qui?Non sei un prefetto!”

Lui ridacchiò e si avvicinò al bordo della vasca con un’espressione maliziosa e arrogante sul viso.

“Già, è una gran fortuna che questo posto sia aperto anche ai  Capitani delle squadre di Quidditch, non credi? Una fortuna per te intendo… “

concluse con fare allusivo, mentre si sfilava il maglione e si allentava la cravatta.

“Ma è il bagno delle donne!” Controbatté Hermione ,sempre più nervosa.

“Già, è quello che affermava anche quel babbeo di Boris…l’ho visto un po’ “basito” quando gli ho chiesto di entrare!” 

Mentre rideva da solo alla sua stupida battuta si pettinò indietro il ciuffo di capelli biondi, con una mossa studiata e collaudata per affascinare le ragazze.

“Ovviamente ho dovuto ricordargli chi fosse mio padre, per convincerlo.” continuò mentre lentamente si slacciava i bottoni della camicia e rimaneva a petto nudo.

Hermione distolse subito lo sguardo. Se sperava che sarebbe rimasta a fissare i suoi muscoli sospirando languida, come una delle stupide ragazzine che gli sbavavano dietro, si sbagliava di grosso.

Cam si  chinò sul bordo e allungò una mano per immergerla nell’acqua, pericolosamente vicino ad Hermione.

“Si sta raffreddando…vuoi che entri a tenerti calda?” sussurrò alzando un sopracciglio con fare da sbruffone.

Le guance di Hermione assunsero una tonalità vermiglia preoccupante,mentre goffamente si allontanava spostandosi nell’altra parte della vasca coprendosi il petto nudo con le braccia.

“Vattene o giuro che mi metto a urlare.” Sibilò.

Lui scoppiò in una fragorosa risata. “Sono tutti in Sala Grande, ad almeno quattro piani di distanza,chi credi che ti sentirebbe?”

“Io.”

La voce che era risuonata nel buio dell’ingresso era roca e fredda come il ghiaccio, ma Hermione nell’udirla non potè che provare una sorta di sollievo.

Cam si voltò di scatto, con tutti i muscoli del corpo irrigiditi.

“Riddle. Che diavolo ci fai qui?”

Tom, immobile sulla porta di ingresso non rispose.

Cam sogghignò. “Loquace come al solito eh? Vattene mezzosangue.Non c’è niente che ti possa interessare qua dentro. Tornatene a parlare ai tuoi serpentelli.”

Tom  rimase in silenzio, ma Hermione vide  il guizzo  del muscolo della sua mascella che si contraeva.

Sembrava combattuto, come se stesse vivendo un duello interiore.

Poi, come se fosse arrivato alla conclusione che quello non era davvero affar suo, si voltò verso la porta.

“Tom!” gridò Hermione.

Avrebbe voluto chiedergli aiuto, ma non trovò le parole.

Non la avrebbe mai aiutata. Che cosa si aspettava? Il fatto che una volta l’avesse salvata non significava nulla.

Nulla. Lei non era nulla per lui. Lui era Voldemort. E Voldemort amava solo se stesso.

A quel pensiero un singhiozzo le uscì dalle labbra  e quel suono risuonò sulle mattonelle appannate di condensa.

Tom si voltò . I suoi occhi avevano lo stesso colore del mare prima della tempesta.

“Ti sta importunando, Hermione?” disse , con un tono stranamente calmo e pacato.

“Non ti riguarda Riddle. Vattene.” Hermione notò che a  Cam, nonostante le parole arroganti ,tremava la voce. Anche lui aveva paura di Tom. Ma forse non ne aveva abbastanza.

Hermione vide il viso dell’erede di Serpeverde trasformarsi in una maschera di odio e ferocia. Non l’aveva mai visto così e una morsa di paura le strinse il petto.

I suoi occhi erano spalancati e folli d’ira, e Hermione si chiese se avessero potuto uccidere un uomo solo fissandolo.

Poi tutto accadde velocemente.

Hemione vide la mano destra di Tom muoversi sotto il mantello ma Cam aveva già sfoderato la sua bacchetta dalla tasca dei pantaloni.

Hermione gridò a Tom di stare attento, ma in quell’istante la sua voce venne sovrastata dalle grida dei due ragazzi e un lampo di luce rossa la accecò.

“STUPEFIC…”  “EXPELLIARMUS!”

La bacchetta di Cam volò in aria  e venne  gettata a una decina di metri da lui.

Lui  cadde a terra disarmato, mentre Riddle lo sovrastava , puntando la bacchetta alla sua gola.

Cam alzò il viso, terrorizzato ed Hermione poteva sentire il suo respiro accelerato dalla paura.

Gli angoli della bocca di Tom si piegarono in un sorriso crudele.

“CRUCI…” aveva iniziato a gridare, ma l’incantesimo cruciatus venne interrotto dalle grida di Hermione.

“Non farlo Tom! Ti prego !!”

Tom si voltò verso di lei e questo bastò a distrarlo,  Cam con un balzo gli saltò al collo, disarmandolo.

“Ti ammazzo lurido bastardo!” Gridava Cam stringendo l’avversario alla gola. Probabilmente Tom non avrebbe avuto problemi a difendersi, in condizioni normali, ma Hermione vide con orrore la sua mano stringersi il fianco,proprio dove l’aveva morso l’avvincino.

Un gemito di dolore fuoriuscì dalle sue labbra mentre una smorfia di sofferenza deformava il suo volto.  “Tom!” esclamò Hermione terrorizzata.

Senza farsi vedere da Cam, che comunque era troppo fuori di sé per accorgerse, Hermione si sporse sul bordo e raccolse la bacchetta di Tom. “LEVICORPUS!”

In un attimo il corpo di Cam era appeso in aria e Tom si rialzava faticosamente.

Hermione lasciò cadere a terra il suo assalitore,che avvilito e frustrato imprecò.

Tom riprese dalle mani tremanti di Hermione la sua bacchetta e la puntò contro Cam , ma non concluse la maledizione che prima aveva inziato.

Lo fissò adirato e gli intimò di andarsene.

“Ve ne pentirete, tutti e due!” sibilò lui, ma poi girò i tacchi e fuggì dalla porta.

 Tom riprese fiato, ma si piegò di nuovo in due gemendo dal dolore, la fronte imperlata di sudore.

“Tom!” Gridò  Hermione preoccupata. “Stai bene?”

Lui si raddrizzò, riprendendosi, e si voltò verso di lei.

E accadde.

Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Hermione una strana luce,limpida e bellissima, illuminò il suo sguardo.

Le sue labbra si mossero piano, gli angoli della sua bocca di sollevarono in un sorriso timido e dolce.

Era la prima volta,che Hermione lo vedeva sorridere.

Certo, tante volte aveva riso, o sogghignato con arroganza e spregio.

Ma questo era diverso, questo sorriso assomigliava al sole che sorge fra le nuvole dopo un temporale, aveva un calore che Hermione non aveva mai visto in nessun sorriso.

Eppure, come il sole si nasconde in fretta dietro un'altra nuvola, anche il suo sorriso non durò che un battito di ciglia.

E un’arcana angoscia prese il suo posto, mentre i suoi occhi si abbassavano a terra, senza più luce.

Hermione era così sconvolta che rimase immobile, muta.

Tom si mosse verso la pila di asciugamani puliti e gliene porse uno.

Come risvegliandosi da un coma, riprese coscienza della situazione imbarazzante in cui si trovava, e arrossì, afferrando in fretta l’asciugamano che lui le porgeva.

Tom di voltò per permetterle di uscire dalla vasca e di avvolgersi con il telo.

La stanza era immersa nel silenzio, rotto solo dal rumore delle goccioline di acqua che cadevano dal corpo e dai capelli fradici di Hermione.

“Grazie Tom. Se non fossi arrivato tu…”

Vide i muscoli delle braccia di Tom irrigidirsi.

“Non avrei mai permesso a quel viscido verme di toccarti.” Sibilò ancora di spalle.

Poi si voltò e si avvicinò a Hermione , ancora grondante gocce d’acqua e avvolta solo da un minuscolo asciugamano che a malapena le copriva le coscie.

 Il suo sguardo era come una carezza rovente, che lentamente scorse dai suoi occhi al suo corpo, per poi soffermarsi alle sue labbra.

Hermione sentì dentro di sé riaccendersi il fuoco che da un mese la divorava, consumandola lentamente.

“Tom…” mormorò, solo per assaporare la sensazione del suo nome sulle labbra.

A quel suono lui sembrò ridestarsi da un sogno, e la fissò spaventato negli occhi.

“è tardi. Faremo meglio a tornare al dormitorio.” Disse con voce spenta, voltandosi.

Hermione avrebbe voluto fermarlo. Avrebbe voluto afferrargli la mano e stringerlo a sé.

Avrebbe voluto fare un’infinità di cose che non era lecito neanche immaginare,ma non potè fare altro che annuire e attendere che lui uscisse per rivestirsi.

  
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