12
Tutti erano seduti intorno al lungo tavolo apparecchiato da Milpy, ma nessuno aveva toccato cibo.
«Ripetimi cosa ti ha detto in giardino.» mormorò Justin ed Ernie sospirò
per l’ennesima volta.
«Mi ha detto
che l’altra volta lui ha risposto alla mia ingenua
domanda “non senti l’odore peggiore del mondo” con un “no” perché sentiva solo
un odore moderatamente cattivo. Ma lo sentiva. E ora ne sente tantissimo.»
«Il punto è che non ha senso!» sbottò Megan, «Se Monica gli avesse dato
l’Amortentia, ed è quello che stiamo pensando tutti, prima di tutto avrebbe
sentito subito un odore da vomito come quello che ha sentito stasera, e poi si
sarebbe comportato da pazzo in amore dal primo momento, ma lui è tranquillo
persino ora che non la vede da un paio di giorni!»
«Da ieri. Anche
lei è tornata a casa per le vacanze.» la contraddisse
Wayne; Megan lo guardò malissimo. «Comunque sì, hai
ragione. E immagino che non c’entri la quantità della pozione.»
«C’entra solo
un po’. Ma è talmente potente che comunque avrebbe preso possesso di lui e lui
avrebbe appunto sentito l’odore orribile, non solo “moderatamente” cattivo.»
«E se non fosse Amortentia?» azzardò Hannah, rientrata nel clima del gruppo
in un secondo, «Non esistono altre pozioni d’amore?»
«Sì, ma che
lo spingano a sposare una sconosciuta? E che contemporaneamente non lo facciano
diventare un maniaco dopo tutti questi mesi?» replicò Ernie,
scettico.
«E invece qualcosa che si possa dare a poco a poco, aumentando poi la dose
man mano, e lasciandola sempre uguale ora che lui è convinto di amarla?» tentò
Walter, «Perché se uno si convince di amare una ragazza, a volte continua a
esserne convinto anche quando il sentimento si affievolisce un po’.»
«Non possiamo neanche farlo testare da qualche guaritore, visto che potremmo sbagliarci.» commentò Sally-Anne, «Se la
stiamo accusando di una cosa simile e poi si scopre che lei è innocente saremmo
tutti in guai grossi, per non parlare di Michael che ci odierebbe a vita. Non
che a me interessi, sia chiaro, ma le lagne di voialtri poi…»
«Dovremmo chiedere a Fred e George Weasley se qualcuno dei loro filtri
d’amore sia forte abbastanza da volerlo farsi sposare ma non renda pazzi dopo
mesi.» suggerì Jack.
«No, è da prima che si è fissato con Monica,
ricordi? L’ha detto lui stesso che si frequentavano da prima di agosto.»
ribatté Hannah, sconfortata, «Forse Michael ha solo preso una pozione per
sentirsi meglio con quello che è successo a suo padre.»
«Mia madre ha lavorato al san Mungo come inserviente.» fece presente Wayne,
«E ha studiato come guaritrice prima di restare
incinta e mollare tutto. Conosce dottori che potrebbero visitare Michael,
potremmo dirgli che Georgia era contagiosa o qualcosa del genere per
convincerlo a sottoporsi a un controllo del sangue.»
«E al guaritore però cosa diremmo?» domandò Megan, «E
se poi è andata così, se davvero è un filtro d’amore e Monica era pronta a
sposarselo vuol dire che tanto sana non è, anzi.
Dovremmo dirlo al preside.»
«Travers o Buggin o chiunque sia stato a
dare a George questa pozione è un imbecille e deve pagare. » cominciò Rent,
pensoso, «Ma sono abbastanza sicuro che non avesse in mente nessuna conseguenza
pericolosa, era solo una specie di scherzo probabilmente, visto
che lei stava bene fino a che non è tornata a casa, a quel che mi avete
detto, e se il maniaco avesse voluto andarci a letto non gliel’avrebbe data
sapendo che lei doveva rientrare e avrebbe cercato di farsi qualcun altro.
Monica d’altro canto…»
«Non lo sapeva.» borbottò Sally-Anne, «Il maniaco
non lo sapeva che lei doveva rientrare, è stata una cosa improvvisa. L’ho
convinta io.»
«Oh.»
«Ma è brava
con le pozioni? Monica?» domandò Susan.
Megan annuì: «Sì. Forse potrebbe aver preparato la
pozione nel club stesso…»
«Non è colpa tua.» disse subito Stephen.
«Ovvio che
non lo è! Ma non mi pare di ricordare una pozione che avesse quell’effetto nel
libro di quest’anno, quello con la mia pozione per vedere quell’altra realtà… Eppure lei l’ha preso in prestito all’insaputa di
tutti, proprio quel libro, non un altro che magari aveva pozioni d’amore.»
«Lei che cosa?» fecero tutti.
«Sì, l’ho
scoperto poco tempo dopo. Questo dovrebbe darvi un’idea di quanto sia brava, ma
anche così, non usando l’Amortentia…»
«L’Amortentia
è troppo riconoscibile, lei voleva riuscire a prenderselo a vita, comprandosi
anche noi. Ha giocato bene.» commentò Sally-Anne, la
voce velenosa.
«Ma se ha usato qualcosa di debole come ha fatto a
convincere Michael a fare tutto questo dall’inizio?» domandò Charlotte.
«Davvero non l’avete capito?»
Tutti si voltarono verso Quill, che stava tagliuzzando nervosamente un
fazzoletto che teneva tra le mani.
«Illuminaci.» disse Wayne, perplesso.
«Immaginate
ora il vostro migliore amico del sesso opposto. Quello di cui non siete
innamorati, intendo. Wayne, tu pensa a Georgia e tu,
Megan, pensa a Michael.»
«Non so se ho un migliore amico del sesso opposto.» fece presente
Sally-Anne.
«Non importa se non è il tuo migliore amico in assoluto, basta che sia un
caro amico maschio che vedi spesso.»
Susan e Stephen si sorrisero, Rent guardò Jack che scosse la testa con
finto disgusto.
«Femmina, Rent.»
«Lo so.»
«Michael, infatti.» commentò Megan, ignorandoli.
«Non c’è bisogno di dirlo.» replicò Quill, «Fatto?
Ora immaginate di scoprire che siete innamorati di lui o lei, senza sapere se
lui o lei ricambia. Anzi, magari sapete che proprio non lo fa e che dovrete
affrontarlo a vita, abbracciarlo a vita e guardarlo fidanzarsi con qualcun altro… a vita.»
«Va’ avanti…» borbottò
Stephen, cupo.
«Ora
immaginate una persona che si fa avanti e che, senza motivo particolare, vi
piace. E vi rendete conto che potrebbe piacervi così tanto
da annullare il vostro amore per il vostro migliore amico che non vi ricambia.
Che fate?»
«Mi ci butto completamente, scappando il più veloce possibile dalla mia
migliore amica.» disse Justin, «… Merda.»
«Vuoi dire che Michael…» cominciò Charlotte.
«Non dirlo a tua sorella, questo non spetta a noi.» la interruppe Jack, «Ma
il punto è che se Monica ha fatto il tuo stesso calcolo-»
«E potrebbe averlo fatto perché nessuno l’ha mai guardata e ha avuto tutto
il tempo per pensarci…» puntualizzò Quill.
«Potrebbe avergli dato una piccola spinta con una
qualche pozione debole da due soldi e Mike ci si è tuffato, anche
inconsapevolmente, innamorandosi come un deficiente giusto per cancellare i
suoi sentimenti per la sua migliore amica. E Monica ha dovuto dargli la pozione
spesso per essere sicura di mantenerlo accanto a sé, così se ha esagerato un
pochino in previsione del periodo separati per le vacanze, sapendo che lui
probabilmente sarebbe stato al capezzale del padre...»
«Michael ha sentito un odore orribile per questo.» concluse
Megan, vittoriosa, «Ma come ha fatto, senza che nessuno si accorgesse della
pozione? C’è qualcosa che Michael beve ed è di colore scuro?»
«Il succo di mirtilli, è il suo preferito.» rispose Georgia, scendendo le
scale con addosso una grossa felpa e un paio di jeans,
«Di cosa state parlando?»
«Stai bene?» domandò ansiosamente Charlotte, «Monica ha drogato Michael con
una pozione, lui non è mai stato innamorato di lei.»
«COSA?»
«Ho recuperato il succo di mirtilli dalla borsa di Michael, ne ha una
bottiglietta sempre con sé.» disse Walter, poggiandolo a tavola, «Megan, tutto
tuo.»
«Datemi qualche minuto, devo vedere come reagisce al contatto con il
pezzettino di coda di granchio rimasto.»
«Non possiamo disintossicarlo subito?» chiese Justin.
«Lo vuoi
uccidere? Sarà così assuefatto che potresti fargli saltare qualcosa.»
«Se c’è una pozione dentro manderò Milpy direttamente dalla Sprout.» disse Sally-Anne.
«Credo che
dovresti mandarlo dalla McGonagall invece, lei è la più vicina a Dumbledore.
Senza contare che la Sprout passa le vacanze fuori, me
l’ha detto lei l’anno scorso.» fece presente Hannah.
«Non posso crederci…» sussurrò Georgia, con le
mani tra i capelli.
Rent le offrì un bicchiere di latte caldo: «Toglie
il sapore di quella roba che ti abbiamo dato prima.»
Georgia arrossì miseramente: «Rent, non so quanto ringraziarti, non so
quanti mi avrebbero bloccata senza approfittarne…»
«Sapevo che
non eri in te, avevi gli occhi strani. Il nero degli occhi, come si chiama?»
«Pupilla.» suggerì Stephen.
«La pupilla
grande, fissa. Come se ti fossi drogata con algabranchia.»
«Come sai che i drogati le hanno così?» domandò Charlotte.
«In ogni caso…» riprese lui in tono di rimprovero
rivolto alla più piccola, «Nessun problema, davvero.
Non ho bisogno di approfittare di una donna quando ne ho decine che vengono da
me spontaneamente.»
«Vuoi dire uomini travestiti?»
«Charlotte,
ti lancio dalla finestra. E poi secondo me il sesso non serve a niente, uno o
fa l’amore o non ha senso. Impara, Charlotte, tu dovrai farlo solo dopo
il matrimonio con l’uomo che ami.»
Charlotte rise e Jack le scompigliò i capelli con una mano, «Non
vergognarti, George.»
«Eri terribilmente sexy, dovresti vestirti meno, a prescindere da come la
penso.» convenne Rent.
«Grazie… immagino.» disse lei, sorridendo, «Non
me lo dimenticherò, Rent.»
«Figurati… I BAMBINI!»
Tutti sobbalzarono.
«Scusate, devo andare a fare una cosa, torno presto!» vociò lui mentre
correva già alla porta.
«Che stile…» commentò Sally-Anne, bonaria,
poggiando una mano sul braccio dell’amica, «Tutto okay?»
«Un filtro d’amore.» ripeté Georgia, guardandola con occhi lucidi di gioia,
«Michael non era in sé e… e… oh, MERLINO! ROWAN!»
Jack tappò le orecchie di Charlotte alle seguenti imprecazioni della
sorella che correva a chiamare Wayne per chiedere consiglio su cosa fare con
l’altro amico che aveva quasi violentato.
«C’è una pozione dentro.» disse Megan, sentendo i brividi al solo pensiero,
«È davvero sotto pozione. Michael è davvero sotto
pozione.»
«Oddio…» mormorò Justin.
«Ma che genere di pozione può farlo innamorare
senza che lui appaia ossessionato?» domandò Georgia.
Nessuno ovviamente le riferì della teoria di Quill, tutti si limitarono a
mugugni insensati.
«Milpy, vieni qui.»
chiamò Sally-Anne.
Minerva McGonagall stava mettendo un delicatissimo strato di rossetto sulle
labbra, giusto per festeggiare il Natale in grande stile,
quando un elfo si smaterializzò accanto alla sua sedia facendole
involontariamente sporcare una guancia.
«Oh santo cielo! Cos’ha fatto quel benedetto
ragazzo stavolta?»
L’elfo, che poi era un’elfa con un adorabile
grembiule rosa, la guardò perplessa.
«Voglio dire, che succede?» si corresse la donna, maledicendo il sidro
offertole da Hagrid e pensando che Harry dovesse averne combinata una delle
sue.
«Non riesce a stare fuori dai guai, signorina Jones?» sbottò Snape.
«Buon Natale anche a lei, professore.» ribattè
lei, sorridendo smagliante mentre Michael veniva
condotto in infermeria con la scusa di un controllo per via della presunta
contagiosità della pozione di Georgia.
«Non posso credere che siamo tornati a Hogwarts…»
mormorò Georgia, «Mentre gli altri sono a casa, intendo.»
«Tu dovevi venire per forza, sei stata praticamente
drogata anche tu.» replicò Wayne, «Noi siamo supporto morale.»
«E testimoni.» aggiunse la fidanzata.
«Che ne sarà di Monica?» chiese lei, rivolgendosi a Snape.
«Ladgewolf è tenuta sotto controllo, non si preoccupi, Runcorn. Verrà condotta
qui non appena Stebbins sarà di nuovo in sé, per evitare ulteriori problemi. Da
questo momento non è più qualcosa che vi deve interessare in ogni caso.»
«Anche noi siamo vittime.» ribatté lei prepotentemente.
«Quello che Georgia intende dire…» si intromise Megan, «È che ci sentiremmo più al sicuro
sapendo che fine farà.»
«Questo può
saperlo soltanto il preside Dumbledore, che al momento non può presentarsi qui.
Avrete notizie dopo le vacanze.»
«Non possiamo tornare per Michael?» chiese Georgia, addolcendo il tono.
«Il signor
Stebbins resterà in infermeria, la disintossicazione dopo una tale assunzione
prolungata di un qualsiasi filtro è una questione delicata. In ogni caso lui
dormirà, sarebbe inutile passare.» rispose Snape
freddamente.
«Vi farò sapere quando sarà tornato normale.» promise la McGonagall, più conciliante,
«Vi chiedo però di non parlare con nessuno di ciò che
è accaduto, non ancora almeno. Aspettiamo il preside prima di prendere
qualsiasi decisione. Posso assicurarvi però che tale azione non resterà
impunita.»
«Se ci smaterializzassimo a Hogsmeade potremmo
passare a trovarlo?» domandò Wayne.
«Se il signor
Stebbins sarà fuori Hogwarts senza dubbio. Potete chiedere il permesso al
preside per entrare nel castello durante le vacanze, in ogni caso.»
«Scrivendogli?» chiese ancora Megan.
Snape alzò gli occhi al cielo: «Glielo chiederemo noi.» disse, con l’aria
di chi voleva finirla in fretta, e la McGonagall gli rivolse un’occhiata
incuriosita, «Ora via di qui, non vi terranno il
camino aperto tutta la notte. Anche Aberforth festeggerà il Natale, suppongo.»
E dalla sua faccia era chiaro che fosse disgustato alla sola idea di come.
La professoressa si schiarì la gola.
I tre la ringraziarono uscendo e poi percorsero la strada quasi di corsa,
non vedendo l’ora di tuffarsi nel riscaldato soggiorno di Sally-Anne.
«A fine vacanze Michael starà bene.» si ripeté
Georgia.
Gli altri due le sorrisero, dandogli qualche pacca sulla spalla.
Quando rientrarono a casa di Sally-Anne per cenare, nessuno sapeva bene
come comportarsi, se essere felice, preoccupato o semplicemente scioccato. Rent era tornato, finalmente, con una traccia di
rossetto su una guancia che non volle neanche spiegare, e fu lui a tirar fuori
il tacchino dal forno.
«Ai filtri di chi vuole rendere ridicola Georgia che poi fanno
scoprire che Michael è sotto filtro d’amore e gli salvano la pelle.» brindò il
ragazzo, e tutti risero brindando con lui.
Dopo cena si dispersero per casa e Wayne si fermò a ritirare il proprio
piatto del dolce. Megan si fermò accanto a lui, con le mani poggiate a tavola,
fissandolo con aria pensosa.
«Andiamo, siamo quasi maggiorenni, non fate le bambine! Che male c’è a
volersi divertire un po’? E poi una volta andate oltre si ha sempre un po’
voglia, sapete… È qualcosa che capirete quando non
sarete più innocenti, suppongo.»
«Che c’è?» domandò Wayne, raccogliendo anche il piatto che aveva lasciato
Stephen prima che l’amico tornasse e si mettesse a lavarli con gli elfi
domestici.
«Dovremmo fare sesso.»
A Wayne cadde tutto di mano.
«SUMMERS!» urlò Sally-Anne da qualche parte della casa.
«NON SONO IO!» le urlò Rent. «NON HO PIATTI!»
Walter sorrise, poggiandosi alla ringhiera per guardare il paesaggio
nevoso, «Ti trovo più allegra.» commentò.
«Andiamo, siamo quasi maggiorenni, non fate le bambine! Che male c’è a
volersi divertire un po’? E poi una volta andate oltre si ha sempre un po’
voglia, sapete… È qualcosa che capirete quando non
sarete più innocenti, suppongo.»
Sally-Anne si chiuse la porta alle spalle e arrossì: «Dì,
tu. Siamo andati fino in fondo due Capodanni fa?»
Walter trasalì.
«Al momento
non mi viene in mente niente. Qual è il tuo?»
«Eh?»
«Il tuo proposito per l’anno nuovo, Susan.»
«Andiamo, siamo quasi maggiorenni, non fate le bambine! Che male c’è a
volersi divertire un po’? E poi una volta andate oltre si ha sempre un po’
voglia, sapete… È qualcosa che capirete quando non
sarete più innocenti, suppongo.»
«Chiederò a Terry Boot di uscire con me.»
A Stephen andò di traverso l’acqua.
«Cosa?» domandò Wayne con voce leggermente stridula.
«Dovremmo
fare sesso. Ho visto come hai guardato Georgia quando lei si stava atteggiando
a zoccola del quartiere. Vuol dire che vuoi farlo e a me va bene, credo.»
spiegò Megan pazientemente, «Dovremmo farlo adesso?»
Wayne si guardò intorno, aspettandosi che saltassero fuori Rent e Jack per
dirgli che era uno scherzo, poi si sforzò di deglutire e ignorare il calore che
stava prendendo possesso delle sue guance.
«Fammi capire, tu vuoi venire a letto con me perché mi è caduto
l’occhio su Georgia in un unico momento in ci era stesa su un letto vestita
provocante?»
«Non proprio,
è che ho capito che anche tu sei un ragazzo come gli altri. Che hai organi
maschili e tutto.»
Wayne abbassò per un momento lo sguardo come per controllare, poi guardò
lei socchiudendo appena gli occhi: «Non te n’eri mai
resa conto, di questo?»
«Me ne sono resa conto quando ci baciavamo a
letto, ma tu non sembravi interessato ad andare oltre. Ma
voglio evitare che tu vada a cercare soddisfazione con altre più aperte di me.»
rispose Megan in tono ragionevole, cosa che rese Wayne ancora più incredulo.
«Che succede?» domandò Rent, affacciandosi a vedere.
«Stiamo
parlando. Ciao.» lo cacciò lui senza tanti
complimenti.
«Palloso.» fu la sua risposta mentre si allontanava.
Wayne si passò una mano sulla fronte, scostando i capelli indietro, e poi
si avvicinò a lei e le poggiò le mani sulle spalle:
«Ascolta, Megan. Prima di tutto non andrei mai a cercarmi un’altra, tu vai
benissimo per me, okay? E sono sempre stato un ragazzo con impulsi da ragazzo anche se non li dimostro come Michael, ma questo non
vuol dire che tu devi sentirti obbligata a fare niente. Devi farlo quando senti
che è giusto.»
Megan giocherellò con una ciocca dei suoi capelli ormai lunga fino alla
vita, «Ma io ho sempre sentito gli altri dire che
quando uno è innamorato è tutto molto naturale, però noi siamo a Hogwarts e non
possiamo certo essere naturalmente spinti a farlo in sala comune, perciò
bisogna approfittare delle feste. E secondo Susan una ragazza deve aspettare,
ma noi stiamo insieme da mesi ed io ogni tanto ci penso, quindi forse sono
pronta. Anche Rent prima ha detto che si deve fare l’amore e non sesso, e
quindi sembra giusto per tutti.»
«Sei innamorata di me?» le domandò Wayne,
guardandola affascinato.
«Certo.» rispose Megan, facendo spallucce, «Tu non lo sei?»
Wayne la lasciò andare e le sue labbra si distesero in un sorriso: «Come potrei non esserlo? Sei pazza.»
«Questa non è una scoperta del momento.» precisò lei, inarcando le
sopracciglia.
Il ragazzo scosse la testa: «No, non lo è. Mi ero
solo dimenticato di quanto tu fossi socialmente… di
quanto tu fossi una disadattata.»
«Ehi!
Disadattato ci sarai tu!»
«Non ora.» la zittì lui poggiandole un dito sulle labbra: «Credo che dovremmo aspettare. È la prima volta per entrambi,
direi, quindi come minimo deve essere speciale. Te lo devo. Ce
lo devo. E lo faremo nel fantomatico momento giusto, ovunque e quando sarà non importa.»
«Sempre cavaliere lui…» borbottò Megan, «Dai, te li porto io i piatti e tutto. E guarda che non
voglio trattamenti di favore quando cominceremo a giocare con gli altri.»
«No, promesso.» disse lui, aggiustando il piatto con un gesto della
bacchetta e porgendoglielo insieme a quello di Stephen,
che si era salvato per miracolo.
Appena la ragazza si fu allontanata, se ne andò direttamente alla porta.
«Dove vai?» domandò Jack, che stava giocando a carte con Rent nel salotto.
«A prendere aria!» esclamò lui, scappando in giardino.
«Ma c’è la neve, gelerai!»
«APPUNTO!»
«Ma cos’è, era davvero contagiosa la pozione?»
domandò Walter, sbalordito.
«Non ti sto
chiedendo di ripetere la cosa! Ma ero ubriaca e non
ricordo bene cos’è successo!» replicò Sally-Anne.
«Beh, questo è parecchio lusinghiero.» commentò lui, divertito.
«Dimmelo, Hopkins!» ordinò lei.
Walter poteva vedere benissimo quanto lei fosse a disagio, e sospirò, «Mi togli il gusto di tenerti sulle spine così. Non siamo
andati completamente in fondo, okay? In parte, ma non…
Tu sei ancora… come se niente fosse successo.»
«Oh grazie a Merlino…»
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
«Non perché sei tu, ma una prima volta da ubriaca è squallida
per una come me. Certo, non mi aspetto che tu lo capisca perché…»
«Sally, Sally…» la bloccò lui, «È
meglio se non specifichi. Fermati a “non perché sei tu”, grazie.»
«Oh, okay.» disse la strega, annuendo, «Bene. È un
piacere rivederti, alla luce del fatto che non è successo nulla.»
«Sei stranamente pudica per essere una che ha baciato metà scuola.»
«Baciare non è certo dormirci assieme!»
«Okay, okay… Perché mio fratello sta girando in
tondo sulla neve alta?»
«Perché mai dovresti fare una pazzia simile?» sbottò Stephen, «È un Ravenclaw! Non è… igienico!»
Susan rise, senza prenderlo minimante sul serio mentre porgeva un’altra
scodella di budino a Quill che invece aveva perso l’appetito.
«Perché Terry
è alla ricerca del vero amore, dice, e quindi sta uscendo con chiunque. Ed io
voglio avere qualche appuntamento. Ora che c’è Hannah ho un sacco di tempo libero… E vorrei avere una vita da ragazza della mia età
con appuntamenti e cose del genere ogni tanto.»
Hannah annuì, stesa sul divano a guardare Jack, Rent e Charlotte giocare a
carte per terra, «Ha senso.»
«No che non ne ha!» protestò Stephen.
«È solo un
tentativo, mi sono scocciata di essere quella che non sa niente della vita! Non
ho mai neanche baciato un ragazzo!»
«Neanche io!
Una ragazza, intendo!»
Susan, Hannah, Quill e il gatto di Charlotte lo fissarono.
«Da sobrio!» aggiunse lui.
«Beh, io né da sobria né da ubriaca, non ho strani alter-ego che saltano
fuori quando bevo e voglio un po’ di esperienza in più rispetto a quella che
può avere una pedina degli scacchi!»
«A dire il vero il mio re e la mia regina
sembravano intendersela…» cominciò Hannah.
«Non stai aiutando.» le fece presente Stephen, «Susan, non puoi buttarti
via giusto per avere esperienza…»
«Buttarmi
via? Stephen, si parla di un appuntamento soltanto!» ribattè
lei, divertita, «E Terry è veramente carino, non
voglio usarlo, voglio davvero conoscerlo meglio, tutto qui.»
«Grandioso.» mugugnò Quill.
«Terry è orribile.» sentenziò Stephen, «Voi ragazze non avete senso
estetico.»
«Secondo me è gay, guarda Michael Corner in modo
strano.» aggiunse Quill.
«Ma finitela,
pettegole!» li sgridò Georgia di passaggio, «Terry è solo un ragazzo affettuoso
e dovreste prendere esempio da lui che non si vergogna di mostrarlo! Ed è anche
mio amico!»
«Sì, ma Susan vorrebbe frequentarlo!» si lamentò Stephen.
«Hai tutto il mio appoggio, cara.»
«Mi piacciono le donne aggressive.» commentò Rent a voce alta.
«Ma dove diavolo è Wayne?» esclamò Megan, che
stava aiutando Milpy a sparecchiare.
Michael era alla porta di casa di Sally-Anne già il ventotto di dicembre,
mortalmente pallido e torvo quanto era stato l’anno precedente.
Sally-Anne, che si aspettava i suoi genitori, di
ritorno quel giorno dal viaggio che gli aveva regalato per toglierseli di
torno, si era tuffata alla porta mentre gli altri ancora dormivano e aprì con
ancora i capelli raccolti in una coda spettinata, in vestaglia e lo spazzolino
alla mano, che le cadde mentre lei spalancava la bocca.
«Michael?»
«Perché hai sempre tutto rosa?»
«Sono una donna, figlio di…» Sally-Anne fece una
piccola pausa, riprendendosi dalla sorpresa, «Entra.
Accomodati.»
Con l’ombra di un sorriso impressa sul volto, Michael obbedì: «Gli altri stanno qui, vero? Non ho molto tempo. È tornato
Dumbledore e Monica è nel suo studio.»
«Michael?» chiamò Georgia, precipitandosi all’ingresso.
Michael sentì il suo cuore mancare un battito, la tipica sensazione da
“presenza di Georgia”, e le andò incontro, abbracciandola e affondando una mano
tra i suoi capelli. Ne sentì il profumo di shampoo e chiuse gli occhi, mentre
lei lo stringeva allo stesso modo.
Quando si separarono anche gli altri li avevano
raggiunti, ma lui non vi badò, assorto nella contemplazione del viso di
Georgia, che da tanto non gli aveva dato nulla se non una sensazione di
affetto. Lei ricambiava l’occhiata con curiosità, chiedendosi cosa le avrebbe
detto.
«Ma con Dorian ci stai uscendo, adesso?»
Per un momento pensò di essersi sognata la domanda, poi sentì una risata
malamente trattenuta da Megan.
«No, cosa c’entra?» sbottò lei infine, un po’ irritata.
«Era per capire quanto fosse cambiato lontano dai miei occhi coscienti.»
mentì lui, un po’ più allegro, «Monica è in presidenza, voglio parlarci prima
che se ne vada.»
«Vada dove?» domandò Walter, «Se non fosse una ragazza, io…»
«Credo che
vogliano affidarla a un guaritore della mente, non sta bene. È troppo
ossessionata e del resto neanche io mi sarei fidato tanto avendola a Hogwarts,
per quanto mi senta ancora legato a lei. Tra l’altro non penso dipenda tutto
dalla pozione, dopo tanti mesi probabilmente mi ci sono affezionato, anche se
il pensiero di quello che stava facendo mi dà la nausea.»
la giustificò, e poi si morse la lingua. Era ancora troppo facile cercare di
darle ragione, e madama Pomfrey diceva che avrebbe dovuto darsi del tempo.
«Dev’essere orrendo…»
commentò Charlotte.
«Mi sento un po’… violato?» cercò di dire lui, «Pazienza.
Chi mi accompagna? Sono praticamente scappato
dall’infermeria, vi avverto.»
«Io vengo.
Dammi il tempo di prendere un cappotto.» disse Georgia
subito.
«Oh oh… Vengo anche io.»
disse Megan.
«Si ritorna…» sospirò Wayne.
«Oh, buon Natale, Michael!» salutò Hannah, con tanto innocente entusiasmo
che Michael andò ad abbracciarla.
«Buon Natale!
Come stai?» le domandò con dolcezza. Hannah arrossì
sotto i suoi occhi penetranti.
«Tiro avanti…»
«Voglio venire anche io…»
si unì a loro Quill.
«Ma tu come stai?» si intromise Stephen, «Che ti
ha detto Madama Pomfrey?»
«Che per fortuna mi dava dosi abbastanza piccole e per questo ho fatto più
in fretta di quanto si aspettassero.» rispose lui.
«Ma poi puoi tornare da noi?» chiese Jack,
speranzoso.
Michael si strinse nelle spalle: «Non lo so
ancora, ho bisogno di riposo… A proposito, posso
andare via col camino? Passo per la Testa di Porco. Ho già rischiato abbastanza
guai smaterializzandomi nel tuo giardino da solo.»
«Ma ovvio.» disse subito Sally-Anne, «Se mi dai il tempo di mettere qualche
vestito più decente vengo anche io.»
«Corri allora.»
«Siediti, intanto che aspetti.» ordinò lei.
«Un guaritore della mente è tipo uno psichiatra?» domandò Justin, mentre Michael
obbediva.
Tutti lo guardarono perplessi.
«A quel che ho capito sì.» rispose Megan.
«Sì.» rispose anche Rent, «A quella là ne serve più d’uno, penso.»
«Qualcuno sa
che eri a scuola? Tipo Rowan?» domandò Georgia,
arrossendo leggermente mentre infilava la sciarpa.
«No, ero praticamente in coma, figurati. Che c’è?»
domandò Michael alle ragazze, che erano scoppiate a ridere, ad
esclusione di Charlotte che le guardava con aria confusa.
«NIENTE!» strillò Georgia, facendoli sobbalzare.
«Sei pallidissimo.» constatò Rent, inchinandosi
accanto a Michael che era affondato in una poltrona.
«Vorrei veder te…» commentò lui, ma gli poggiò
una mano sulla spalla.
«Ecco, di Michael non lo dite che è gay solo
perché è affettuoso, no?» commentò Susan come se nulla fosse, e Stephen e Quill
arrossirono.
«Scusa?» domandò Michael.
«Ma anche perché del nostro anno l’abbiamo sempre detto di Jack e Rent.»
precisò Walter, «Altrimenti…»
«Senza un motivo valido!» aggiunse Jack, «Michael è molto, ma molto
meno virile di noi!»
«Grazie per il “ma molto”.» commentò lui.
«Ma è vero!
Con Cedric eri…» Rent s’interruppe alla smorfia
dell’amico, «Male da qualche parte?»
«No… è che… uno degli
effetti del filtro era che ero così occupato a pensare a quanto ero felice che mi sentivo meglio mentre ora… sento tutto il peso addosso,
tutto assieme, di nuovo.»
«Forse dovresti provare a pensare a quanto sei felice anche ora che non
vuoi sposarti.» suggerì Megan seccamente, «Idiota.»
«Beh, in ogni
caso sarò anche meno virile, ma sono l’unico che ha avuto due ragazze fisse
tanto a lungo. Voi due avete solo voi stessi come ragazze fisse.»
«Che faccia da…» cominciò Rent.
Megan si avvicinò a Michael, si chinò e gli baciò una guancia. Era da
quando aveva visto la realtà parallela coi suoi
genitori vivi che sentiva di dover essere grata per averlo tra loro, pur non
ricordando esattamente il perché, e saperlo tornato normale la riempiva di
gioia. Michael sollevò la testa per guardarla e inarcò un sopracciglio,
sorridendo appena.
«Perché?»
«Sono felice che tu sia qui.»
«Wayne, preoccupati.» disse Rent, fingendo di sussurrare.
«Nah… è il suo migliore amico gay.»
Michael rise: «Ma sentilo! E tu sei il fidanzato gay!»
Alla fine si misero tutti in marcia, causando non poche proteste di
Aberforth per l’uso del suo camino come se fosse il Nottetempo e avviandosi
verso il castello. Tutti avevano notato che Michael aveva preso a parlare dell’accaduto
già con la stessa ironia e rassegnazione di quando parlava di sua madre, perciò
cercarono di non forzarlo sull’argomento, limitandosi a chiacchiere leggere.
«È come se non ce ne fossimo mai andati.» commentò Walter, osservandolo con
affetto.
«Professor Flitwick!» salutò Jack allegramente, mentre lui apriva il
cancello.
«La sua vita non aveva più senso senza di noi, lo ammetta!» esclamò Rent,
gettandosi ad abbracciarlo e sollevandolo da terra.
Stavano ancora ridendo quando finalmente entrarono dal portone principale e
Michael urlò a qualcuno: «DOBBIAMO PARLARE!»
Georgia già sapeva che si sarebbe ritrovata Rowan davanti, era l’unico a cui Michael potesse essersi rivolto, e si girò con la
morte nel cuore. Lui e i suoi amici stavano guardando il gruppetto con aria
scioccata, e quando il ragazzo la notò arrossì di
colpo; Georgia finse di non vedere le espressioni di tutti quelli del quinto
anno e quasi spinse via Michael.
«Mi avevano dato una pozione e non ero in me, mi dispiace!»
Non era ben sicura del perché tutti i suoi amici fossero scoppiati a ridere
quanto loro stavano facendo alla vista del professore di Incantesimi in aria, ma Rowan restò a bocca aperta e poi annuì.
«Sì… certamente… questo
spiega molto…» mugugnò.
«Ma se avevi detto…» cominciò
Lance.
«ZITTO!»
«Cosa… Cosa avete
fatto?» domandò Michael, inorridito, «Voi due avete…»
«NO!» urlarono entrambi.
«Non l’avrei mai fatto!» saltò su Rowan mentre Georgia diceva: «Mi ha
fermato Wayne!»
«Non l’avrei mai fatto un
bel paio di calderoni.» commentò Megan a voce alta.
«Muoviti!» sentirono dire a Wayne.
«Dopo parliamo!» disse Michael, rincuorato, sollevando un braccio in segno
di saluto. Il gesto però lo sbilanciò e finì quasi con lo sbattere contro
Walter, fermato sia da lui che da Rent e Georgia,
quest’ultima che gli aveva afferrato una manica con aria terrorizzata. Megan lo
prese a braccetto per trascinarlo via.
«Mike, non svenirmi addosso.» lo minacciò l’amico.
«Cos’hai?» domandò subito Rowan.
«Vieni con noi.» disse Georgia senza guardarlo in faccia, «Dopotutto sei
del gruppo.»
«Ci vediamo dopo.» salutò subito Rowan senza dare nessuna spiegazione agli
altri e raggiungendo Michael, «Sei pallido come un morto.»
Michael gli lanciò un’occhiata eloquente e Rowan si morse la lingua, «Già,
pensa prima di parlare, giusto?»
«Non importa.» lo rassicurò lui, «Dobbiamo salire fino al piano con la
presidenza.»
«Ma stai bene?» riprese Rowan a voce più bassa, «Sembri depresso.»
«Mi sono svegliato da un bel sogno in cui non c’era più dolore…»
mormorò lui, abbassando gli occhi sul polso di Megan, che lo teneva per il
braccio, su cui spiccava il braccialetto con il quadrifoglio.
«Cosa?»
«Sapete la parola d’ordine?» domandò Wayne, raggiunti i gargoyle.
«Pallini acidi.» disse stancamente Michael.
Ovviamente con Michael non si esaurirà tutto ora, solo perché fa finta di niente. E avrei altro da dire ma sono troppo, troppo stanca, quindi vi ricordo soltanto che Sally-Anne e Walter sono “stati assieme” in CF and the Goblet of Fire, capitoli di Natale e Capodanno.
In bocca al lupo a chi sta per affrontare la prima prova! (Non fate come me che ho portato i libri anche alla terza e quasi mi cacciavano, mi raccomando!)