Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Chanel483    23/06/2011    4 recensioni
Rose Weasley vive in un universo perfetto: va bene a scuola, ha Agnes, un'amica fantastica, è nella squadra di Quidditch di Grifondoro, adora suo cugino ed ha una famiglia stupenda.
Ma cosa accadrebbe se si accorgesse che il mondo non è tutto rose e fiori come lei lo conosce?
Cosa accadrebbe se un ragazzo, con una vita molto più difficile della sua le facesse aprire gli occhi?
Può l'amore cancellare anni di pregiudizi e risentimento?
Dalla storia:
“-Quindi tu potresti fidarti di un Malfoy?-, chiese in tono di sfida.
La ragazza annuì con vigore:-Certamente-, rispose sicura.
Lui annuì tra sè:-Bene, allora facciamo un gioco. Tu mi dici una cosa che non hai mai detto a nessuno, e io faccio lo stesso-.”
***
"-Un Malfoy, Hermione! Un Malfoy! Ma non un Malfoy qualsiasi, il figlio di QUEL Malfoy!-, esclamò Ron, rosso di rabbia.
La riccia guardava ancora fuori dalla finestra, lo sguardo perso nel cielo plumbeo dell'Inghilterra:-Tu serbi troppo rancore Ronald. Non si tratta nè di me nè di Draco, tantomeno di te. L'unica cosa che conta è che lei sia felice-”.
(Seguito di “Lo yin e lo yang, gli opposti si attraggono)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Gli opposti si attraggono'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


-Due parole. Cinque lettere. Le più difficili del mondo

 

James se ne stava seduto sulla poltrona migliore della Sala Comune; era quella più vicina al camino, e la decisamente meno rovinata. Per guadagnarsi quel posto, non era bastato essere il figlio di Harry Potter, ne diventare il capitano della squadra di Quidditch; ma un paio di giorno chiuso in infermeria fanno miracoli.

Era comodamente abbandonato nell'imbottitura, a leggere un articolo sui Tornados dalla Gazzetta del Profeta, quando lo sbattere del ritratto gli fece alzare gli occhi.

Una Agnes Dollow più trafelata che mai fece il suo trionfale ingresso; scrutò tutta la Sala Comune, prima di puntare gli occhi in quelli di James e procedere verso di lui a passo deciso. In sei anni nessuno l'aveva mai vista così fuori posto; aveva i capelli sciolti e leggermente scompigliati, teneva gli occhiali stretti nella mano sinistra, la cravatta slacciata penzolava da un lato del colletto, ed un paio di bottoni erano aperti; ma James non l'aveva mai trovata più bella.

<< Dobbiamo parlare >>, esordì bloccandosi di scattò ad un paio di metri da lui.

Il moro annuì:<< Va bene. Possiamo uscire in... >>.

La ragazza lo interruppe:<< No. Parliamo qui, adesso >>, disse con tono tanto autoritario da ammutolire qualsiasi protesta. Intanto un discreto gruppo di spettatori gli si era radunato intorno, e la testa rossa di Rose era sbucata dalla porta dei dormitori femminili:<< Io ti farò una domanda, e tu risponderai >>, ordinò Agnes, nel palese tentativo di non perdere di mano la situazione.

Lui la assecondò:<< Come vuoi. Chiedi pure >>.

Lo sguardo sicuro di lei vacillò per un secondo, ma subito si riprese:<< Perchè ti da fastidio l'idea che io possa andare a letto con Peter o chicchesia? >>, domandò con tanta fermezza che sembrò quasi che la cosa non la riguardasse.

James non riuscì a mantenere lo stesso distacco, ed iniziò a sudare freddo:<< Non sei... non sei stupida Agnes, penso che tu abbia capito che il mio... interesse per te non sia... solo un... un... >>.

La bionda serrò i pugni:<< Non fare il cretino James. Voglio sentirti dire che ti interesso. Voglio vedere le tue labbra ammettere che ti piaccio >>, disse sicura di se, almeno in apparenza.

Il grifondoro si fissò spaesato attorno, osservò gli studenti, che ormai numerosi, osservavano la scena, e gli venne naturale allentarsi il nodo della cravatta:<< Ma cosa...? che...? perchè non andiamo a prendere un po' d'aria? >>, propose tentando un sorriso tirato.

Agnes scosse la testa:<< Non girarci intorno. Voglio che tu mi dica quello che provi veramente >>.

<< C'è bisogno di fare tutta questa scenata? >>, domandò il moro, continuando a lanciare occhiatacce ai compagni.

<< Si >>, rispose semplicemente lei:<< Non si deve avere vergogna dei propri sentimenti. Allora, cosa provi per me? >>, ripetè la bionda. James distolse lo sguardo e lo fissò nel vuoto:<< James. Rispondimi. Ora o mai più >>, disse la ragazza con il cuore in gola. Lui non rispose. Uno strano luccichio percorse gli occhi blu di Agnes, ma fu subito represso da quest'ultima, che osservò il compagno con quanto più disprezzo riuscisse a mettere insieme in una situazione del genere:<< Bene James. Se è quello che vuoi... >>, disse prima di lasciare la Sala Comune, facendo sbattere il ritratto della Signora Grassa.

Per un paio di secondi tutta la Sala Comune fu ammutolita.

<< Ma cosa cazzo fai!? >>, tuonò Rose, abbandonando la sua postazione per urlare contro il cugino:<< Sai che questa è la prova che anche lei prova qualcosa per te!? >>, chiese fissandolo con sguardo minaccioso:<< è ciò che volevamo accadesse dopo il ricovero in infermeria! >>.

James continuava a fissare nel vuoto, troppo deluso da se stesso per rispondere; disse semplicemente:<< Non è tanto facile dire “ti amo” a qualcuno >>.

<< Invece se lo ami davvero dovrebbe esserlo! >>, rispose con veemenza la rossa, innamorata da sempre, dell'idea dell'amore.

<< Non puoi capire >>, tagliò corto il moro.

Le guance della ragazza arrossirono di rabbia:<< Non dirmi che non posso capire! Io capisco benissimo, anzi, non c'è nulla da capire! Se pensi giorno e notte ad una persona, non c'è nulla di complicato, basta solo essere sinceri con se stessi e con lei! >>.

<< E tu pensi giorno e notte ad una persona? >>, chiese il cugino, con fare quasi accusatorio.

<< No >>, mentì Rose, senza però, poter impedire che il suo pensiero volasse a Scorpius; se fosse stata da sola si sarebbe presa a sberle.

<< Fantastico. Allora non puoi capire >>, ripetè il ragazzo, convinto di chiudere così il discorso.

<< Come ti pare James! >>, rispose la rossa, allontanandosi di qualche passo:<< sappi solo che sei un emerito cretino! >>, disse prima di seguire Agnes oltre l'uscita.

La grifodoro marciava con gli occhi lucidi e l'orgoglio ferito per i corridoi di Hogwarts. Si sentiva una stupida; una ragazzina incosciente alla sua prima cotta.

Infondo Agnes non era così; non era sicura e brillante come voleva far credere. Anche a lei le gambe tremavano prima di una verifica; anche lei boccheggiava quando lo sguardo di James si fissava nei suoi occhi. Però lei aveva imparato a nasconderlo; aveva imparato ad infilare i sentimenti più umili e sinceri infondo al cervello, e anche più in basso, vicinò alla nuca. Perchè se ti metti a nudo sei vulnerabile, se sei vulnerabile soffri.

Lo aveva imparato con il tempo. Se lasci che le cose ti scivolino addosso, quelle brutte non potranno mai ferirti.

Ma neanche quelle belle ti toccheranno mai.

Si mise a sedere sul terzultimo gradino della prima scala che si trovò vicino. Strinse forte gli occhi, cercando disperatamente di darsi un contegno; non poteva permettersi certe cadute; era un prefetto lei!

<< Scusa, dovrei passare... >>.

Alzò lo sguardo; dietro di lei c'era Sebastian Non-so-cosa (In un momento del genere non si poteva pretendere che si ricordasse i cognomi di tutta la popolazione maschile di Hogwarts), un coetaneo di James, di Grifondoro. Si guardò un attimo intorno e si rese conto di accupare più della metà di un gradino. Tornò a guardare il ragazzo:<< Oh, scusa >>, disse prima di ritrarsi con un sorriso, per lasciarlo passare. Con un cenno del capo il grifondoro la superò e scese le scale. Agnes rimase a fissare la sua schiena rimpicciolirsi. In un momento normale non gli avrebbe prestato alcuna attenzione – a dire il vero il ragazzo non era particolarmente bello, ne di sicuro spiccava per la sua intelligenza – ma quello non era un momento normale; la bella grifondoro era ferita, ferita nel suo orgoglio di donna. Ed una donna ferita, è pericolosa.

Balzò in piedi e legò i lunghi capelli in una coda alta:<< Hei, aspetta. Sebastian, giusto? Piacere, io sono Agnes... >>, disse rincorrendolo.

 


<< Davvero!? Che ridere! >>, cinguettò Agnes, che aveva attivato da un paio di ore la modalità “cervello: off”.

Il giovane grifondoro, osservava compiaciuto la ragazza che, accoccolata sulle sue gambe, sghignazzava come un oca:<< Lo so! >>, rispose lui, più che felice di quelle attenzioni inaspettate.

La bella bionda gli passò un braccio attornò alle spalle, e lanciò indietro la testa, ridendo a crepapelle, lasciando che i lunghi boccoli chiari sfiorassero il polpaccio del ragazzo:<< Sei così divertente! >>, commentò battendo con la mano sul petto del ragazzo.

Il ragazzo moro se ne stava seduto su di una delle poltrone sgualcite della Sala Comune di Grifondoro, raccontando annedoti che – contro ogni logica – la bionda sembrava trovare estremamente divertenti.

Il ritratto della Signora Grassa si aprì, lasciando che una chioma rossa ed una mora facessero il loro ingresso nella stanza. Rose rise per qualcosa che aveva detto la cugina, e sentì la sua risata riecchegiare in una molto più stridula e civettuola. Sollevò un sopracciglio e si guardò intorno stranita, prima di mettere a fuoco la bionda che sghignazzava senza ritegno.

Salutò Roxanne, e si avvicinò a braccia incrociate all'amica:<< Cosa. Stai. Facendo!? >>, chiese con voce sibilante.

Agnes sciolse la presa sul collo del ragazzo, e lasciò ricadere la braccia lungo i fianchi:<< Rose... >>, bisbigliò piano, sgranando appena gli occhi. Sbattè la ciglia, fissando gli occhi turchesi dell'amica; ed in meno di mezzo secondo ritornò in se – o meglio, ciò che fingeva di essere:<< Oh, Rosie! Tu conosci Stephan...? >>.

<< Sebastian >>, la corresse lui, senza sembrare per nulla offeso dall'errore.

Agnes continuò imperterrita, come se non avesse detto nulla:<< Frequenta il settimo anno, come tuo cugino. Ovviamente lo avevo già visto, ma non pensavo fosse così simpatico! >>, disse accompagnando il complimento con una risatina:<< Dai Sebastian, racconta anche a Rose della pozione che è finita in testa al professor... >>.

La rossa scosse la testa, e senza lasciar finire l'amica la afferrò per un polso:<< Sono sicura che sià un'annedoto esilarante >>, disse ostentando un falso sorriso in direzione del grifondoro, che ora le guardava con le labbra dischiuse:<< ma ora dovrei scambiare due paroline con Agnes, non ti dispiace, vero? >>. Senza aspettare una risposta trascinò la compagna verso il loro dormitorio.

Fortunatamente la stanza era deserta; non aveva ne voglia di litigare con le compagne, ne intenzione di lasciare che quelle due pettegole si facessero i fatti suoi:<< Cosa ti salta in mente, Agnes? >>, domandò osservando l'espressione dell'amica che perdeva quell'aria svampita e tornava seria e coscenziosa come al solito.

<< Non capisco di cosa tu stia parlando >>, disse la bionda, sedendosi sul suo letto a gambe accavallate.

Rose si accomodò da parte a lei, tutti i muscoli tesi nel tentativo di non staccarle la testa a morsi:<< Non fare la cretina Agnes! Sappiamo entrambe di cosa sto parlando. Chi era quello? >>.

Agnes scoppiò in una risata cristallina:<< Mi sembri tu cretina, Rosie. Ti ho presentato Simon giusto cinque minuti fa >>, disse parlandole come se fosse una bambina di due anni un po' stupida.

<< Si chiama Sebastian >>, la corresse l'altra, rossa di rabbia:<< E comunque non fare finta di nulla. Ti conosco troppo bene, tu hai un piano >>.

La bionda sgranò gli occhi, come scioccata:<< Non ho in mente proprio nulla! Ho parlato con tuo cugino, lui non mi vuole. Bene, non per questo diventerò una suora di clausura. Voglio solo divertirmi un po', non ci vedo nulla di male >>.

Rose scosse la testa; ecco di nuovo l'Agnes che, una volta ferita, si chiude in se stessa. In quel momento le pareva che a dividerle ci fosse un oceano intero:<< Fai come vuoi. Solo una cosa, sai che giorno è dopodomani? >>, chiese ormai arresa.

L'altra sbattè le ciglia:<< Ovvio che lo so. È il ventisette novembre... >>.

La rossa annuì:<< Quindi? >>.

<< Quindi manca meno di un mese a Natale? >>, ipotetizzò la bionda, palesemente sorpresa.

Rose scosse la testa, cercando di reprimere la voglia di prenderla a sberle:<< è il compleanno di James >>, disse.

Agnes annuì piano, pareva quasi sorpresa:<< Oh... beh, farò sicuramente gli auguri a tuo cugino >>, la rassicurò, prima di voltarsi sui tacchi e borbottare un “Sebastian mi aspetta”, ed uscì dalla stanza, lasciando la rossa da sola.

 


La memoria è strana.

Spesso gioca brutti scherzi; i ricordi scivolano attorno alla nostra mente, in una continua corsa.

Alcuni rimangono impressi a lungo, a volte solo dettagli; una frase, un regalo... altre scivolano via come la sabbia di una clessidra.

Il tempo addolcisce alcuni ricordi, e rende sbiaditi altri, fino a farli scomparire del tutto.

La memoria non è sicuramente qualcosa di controllabile, spesso ciò che vorremmo dimenticare è ciò che in realtà ci rimane ben impresso nella mente.

Questo Hermione, che ora continuava a percorrere avanti ed indietro la strada tra la libreria e la porta del suo salotto, lo sapeva bene. Se ne avesse avuto il potere, ci sarebbero state diverse cose che avrebbe volentieri cancellato dalla sua mente, primo tra tutte il volto del marito quella mattina.

Un lieve Pop invase la stanza, lasciando che una figura si materializzasse vicino al divano:<< Oh, Harry! >>, sussurrò Hermione, correndo ad abbracciare l'amico.

Lui ricambiò l'abbraccio e diede un bacio sulla fronte della cognata (anche se non era sicuro che essere la moglie del fratello di sua moglie la rendesse sua cognata):<< Ho fatto più in fretta che ho potuto >>, disse una volta che si furono separati, slacciandosi il mantello pesante:<< è successo qualcosa? Dal tuo gufo mi sembravi molto preoccupata >>, disse il moro, accomodandosi sul divano.

Hermione appellò con mano tremante la teiera e due tazzine, versò e zuccherò il the per entrambi, senza alzare mai lo sguardo:<< C'è un problema con Ron >>, ammise infine, senza però guardare l'amico negli occhi.

Il moro alzò gli occhi al cielo:<< Per cosa avete litigato questa volta? Ha fatto cadere un bicchiere o si è dimenticato di mettere a lavare una camicia sporca? >>, domandò ilare, conoscendo fin troppo bene gli amici.

La donna lo freddò con un'occhiataccia:<< é una cosa seria Harry. Ron sembrava decisamente alterato >>, disse con tono gelido.

L'altro annuì, nonostante sapesse che bastava poco per “irritare decisamente” Ron:<< Allora, cosa è successo? >>, chiese prendendo un sorso dalla sua tazzina.

Hermione prese un lungo respiro, ed assunse la stessa espressione che aveva ai tempi di Hogwarts quando spiegava qualcosa a quei due ritardati dei suoi migliori amici:<< Ho l'abitudine di tenere tutte le lettere che i ragazzi mi scrivono da Hogwarts in un cofanetto in camera. Solitamente sia Rose che Hugo usano inviare le lettere a me, poi io le metto li e se vuole le legge anche Ron. L'altro giorno Rose mi ha scritto una... lettera ed io dopo averla letta l'ho messa in questo cofanetto. Questa mattina Ron l'ha letta, solo che... >>, si fermò di colpo, la guance leggermente accaldate.

<< Solo che...? >>, cercò di esortarla il ragazzo, dopo diversi secondi di silenzio:<< Suvvià Hermione, non fare la sciocca. Sai che qualsiasi cosa sia puoi... >>.

La mora lo interruppe:<< Nella lettere Rose mi chiedeva del mio rapporto con Draco Malfoy >>, sputò tutto d'un fiato, nella speranza che dopo si sarebbe più leggera, anche se non fu così.

Harry aggrottò la fronte:<< Lei sa che... >>, era strano, in tanti anni non avevano mai parlato esplicitamente di ciò che era successo tra lei e Malfoy, nonostante si fossero sempre raccontati tutto.

L'altra scosse il capo:<< No. Ti avevo raccontato della sua punizione con Scorpius, il figlio di Draco, vero? Molto probabilmente hanno passato tanto tempo insieme, e lei ha iniziata a farsi qualche domanda sul motivo per cui Ron è così... prevenuto nei confronti dei Malfoy; ed ha deciso che chiedere a me piuttosto che al padre sarebbe stato più saggio >>, spiegò con molto più calma di poco prima.

L'uomo annuì piano, era ovvio che la figlia di Hermione Granger non potesse far finta di nulla davanti ad una nuova scoperta:<< E cosa c'è di male? Non capisco perchè avrebbe dovuto arrabbiarsi >>.

Lei nascose un secondo il viso dietro la tazza di the:<< Pensa che Rose si stia legando troppo a Scorpius >>, spiegò un po' in imbarazzo.

Harry aggrottò leggermente le sopracciglia:<< E perchè a Ron dovrebbe interessare la vita sentimentale di mia nipote? >>, domandò scettico, posando la tazzina vuota sul tavolino in mogano.

Hermione scosse la testa:<< Penso che abbia paura che Scorpius sia come il padre... anche se non sono sicura che sia solo questo; ovviamente è preoccupato per Rose; ma penso sia una cosa molto più sul personale >>.

L'uomo annuì, piano. Conosceva Ron da tanto tempo; era una persona leale ed altruista, ma se gli veniva fatto un torto, se la legava al dito:<< Hai provato a parlargli? >>, chiese prendendo una mano di Hermione tra le sue, per darle conforto.

Questa scosse la testa:<< Ha mai provato a parlare con Ron quando è infuriato? >>, il moro convenne che era un'impresa impossibile:<< Per lo più il problema è che ora ho paura che possa prendersela con Rose. Non vorrei ne uscisse un casino... >>.

Harry annuì ancora. Dopo un'istante di silenzio un lampo gli illuminò la mente:<< Ma a Rose hai detto la verità? >>, domandò.

Il viso di Hermione perse di colpo colore, e le sue labbra tremarono per un attimo in cerca di una scusa. Per sua grande fortuna la pena di rispondere le fu risparmiata da uno scalpiccio nel corridoio:<< Mamma! >>, strillò qualcuno appena fuori dalla porta della stanza.

Lei colse al volo l'accasione e si fiondò in corridoio a prendere Emily che, avvolta nel suo pigiamino arancione, si strofinava gli occhi stanchi. Il volto della bambina si illuminò nonappena vide Harry:<< Tio! >>, urlò con la sua vocetta dolce ed acuta.

La riccia la lasciò tra le braccia della zio, che accolse la piccola con un sorriso:<< Ben svegliato Emily. Come siamo belle oggi, e che bel pigiamino! >>.

<< Ti! >>, esclamò la bambina tutta contenta, ormai ogni traccia di stanchezza era scomparsa del suo viso:<< Me o ha regaato papi! >>, spiegò tirando la stoffa all'altezza della pancia.

Harry si mise in piedi, continuando a stringere la nipote tra le braccia:<< Andiamo a fare colazione Emie! Se no non diventerai mai grande e forte con i tuoi fratelli! >>, disse portandola verso la cucina. Poi si voltò verso Hermione, che era rimasta in piedi vicino al divano:<< Troveremo un'altro momento per parlare >>, l'avverti:<< questa situazione la dovete risolvere >>.

 
Buongiorno :D
Ecco che in questo capitolo entra in gioco anche Harry (: Povero ciccino, una piccola parte se la meritava anche lui xD E poi sinceramente non conosco nessun'altro che sappia come comportarsi davanti ai litigi di Ron ed Hermione.
Escluso questo devo farvi un piccolo appunto; ho fatto un paio di ricerche, e ho trovato due notizie contrastanti sulla data di nascita di James; alcuni siti dicono il 27 marzo, altri il 27 novembre. Sperando che non vi turbi troppo io ho deciso di farlo nascere a novembre :D
Beh.. che altro dire... a si! Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa, non vorrei anticiparvi nulla, dico solo che in una fanfiction che si rispetti un torneo tra maghi non può mancare ù.ù (Ok, non è vero xD ma fa nulla).
Grazie mille a chi continua a leggere e recensire.
Un grazie in particolare va a:
Kuzawinger,
DetectiveMary,
Irezz97
e ultima ma non meno importante, Ginny96,
Che continuano a seguirmi e sostenermi fin dai primi capitoli :D Grazie infinite.
  Un bacio, Franci

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Chanel483