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Autore: eleanor89    27/06/2011    6 recensioni
Gli amici di Cedric affronteranno l'ultimo anno di spensieratezza rimasto agli studenti di Hogwarts prima della guerra e dei Carrow, ma riusciranno comunque a mettersi nei guai in modi che non avevano neppure immaginato. Seguiteli tra strane pozioni, coppie neonate, incontri dettati dal destino e aggiunte inaspettate al loro già sgangherato gruppo!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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13

 

 

 «Parlo un momento con Monica e con il preside e dopo ci parlate anche voi, se volete.»

«Io sono venuta a farti da supporto morale, non per parlare con quella maniaca.» precisò Sally-Anne.

Michael la guardò, intuì ciò che Sally-Anne voleva dirgli e le sorrise.

«Monica?» ripeté Rowan, confuso.

«Ti spiego io.» disse Georgia, facendogli cenno di avvicinarsi.

«Mi raccomando, non parlatene in giro finché non ho finito con Dumbledore.» si raccomandò il ragazzo, liberandosi della mano di Megan; poi notò l’espressione innocentemente perplessa di Rowan e tornò indietro, abbracciandolo velocemente: lui gli diede due pacche sulla schiena, stupefatto ma sorridente, e poi Michael entrò nell’ufficio del preside.

Tutti si raccolsero attorno a Rowan e cominciarono a bisbigliargli l’accaduto.

 

«Signor Stebbins…» lo accolse Dumbledore. Monica era seduta davanti alla sua scrivania con le mani strette attorno a una tazza di tè e la testa bassa. Stava piangendo in silenzio e Michael si sentì male e pur sapendo che era ancora leggermente influenzato dal filtro d’amore pensò che fosse anche perché lei aveva dei problemi, e lui non era mai stato bravo a infierire contro una ragazza già a terra che aveva fatto del male solo a se stessa. E un po’ a lui, sì, ma non era solo a causa sua se stava da schifo.  

«Preside.» salutò.

«Ho parlato con Madama Pomfrey, spiegandole che hai chiesto a me il permesso di lasciare il castello per questi minuti. Non ne era molto felice.»

Le labbra del ragazzo si incresparono in un quasi sorriso, «Mi dispiace che si sia beccato un rimprovero per me.»

Dumbledore ridacchiò piano. «I tuoi amici sono fuori?»

«Sì, mi aspettano. Credo vorrebbero parlare anche loro con Monica. Anche a me piacerebbe parlarle prima di andare, e con lei, signore.»

«Devo andare a fare le valigie…» sussurrò lei, «Puoi parlare ora col preside.»

«Valigie?» ripeté Michael.

«La signorina Ladgewolf lascerà il castello di Hogwarts immediatamente.»

«Può dirgli tutto, signore.» mormorò Monica, «Io vado a fare le valigie, se posso.»

«Non lasciare il castello.» la ammonì Michael, «Non senza di me, dobbiamo parlare.»

«Parlare di cosa?» replicò lei, senza mai alzare la testa, «Mi dispiace, ma non posso offrirti altro che le mie scuse.»

«Non le voglio le tue scuse, voglio una spiegazione.» ribatté il ragazzo, sedendosi. Dumbledore si alzò e si spostò di qualche passo, come per dargli privacy. Michael gli lanciò un’occhiata preoccupata e il preside sfiorò la propria bacchetta con le dita; in quel momento lui si rese conto che Monica non aveva la sua, probabilmente sequestrata fino all’arrivo dei suoi genitori per evitare altri problemi, dato che era chiaro che la strega aveva qualche problema mentale.

«Non ho spiegazioni.»  ribadì lei.

«Guardami negli occhi.»

Lei scosse la testa e singhiozzò.

«Diamole qualche minuto. Vieni con me, Stebbins.» lo chiamò Dumbledore e lui si alzò.

Il preside aprì la porta del proprio ufficio e trovò tutti gli altri Hufflepuff stipati lì davanti; i ragazzi quasi caddero gli uni sugli altri e si allontanarono di tutta fretta.

«State uscendo? Possiamo parlare con Ladgewolf?» domandò Megan senza mostrare il minimo imbarazzo.

«A dire il vero vorrei parlare con voi e poi lasciare un po’ da soli il signor Stebbins e la signorina Ladgewolf, prima che lei lasci il castello.»

«Per Azkaban?» sbottò Georgia, «Onestamente non mi fido a lasciarli soli, vorrei poter entrare anche io. Le sue azioni hanno in ogni modo influenzato anche la mia vita, credo di avere il diritto di scambiarci due parole.»

«Georgia…» cominciò Rowan.

«No.» lo zittì lei, furibonda, «Se non fosse per chi mi ha versato quella roba nel cibo, cosa ne sarebbe stato di Michael e di tutti noi?»

«Non mi permetterei mai di lasciare un mio studente in una situazione di pericolo. La signorina Monica non ha la bacchetta, ed inoltre ha capito i propri errori e si è offerta spontaneamente di lasciare la scuola. Andrà in una struttura che l’aiuterà a guarire e, proprio per questo, vorrei chiedervi di non riferire quello che è successo in giro, di non farne un pettegolezzo, perché questo potrebbe distruggere le sue possibilità di un futuro e lei perderebbe anche la spinta a migliorarsi, sapendo che non troverebbe comunque un posto per sé una volta uscita.»

«Insomma, dobbiamo reggerle il gioco mentre è in manicomio così nessuno la prenderà per pazza quando sarà guarita.» tagliò corto Megan, «Dobbiamo avere pena per lei e cose del genere e non infierire. E ci sta. Non voglio infierire, vorrei solo capire cosa le è passato nella testa.»

«Megan…» mormorò Wayne.

Il preside le rivolse una lunga occhiate e, qualunque cosa avesse visto, dovette decidere che  il suo cuore era al posto giusto, anche se la sua lingua no.

«Non volevo insultarla, signor preside, non mi sognerei di dire che lei non prende tutte le sue dovute precauzioni, ma il solo pensiero di loro due ancora da soli mi fa stare male. Io non riferirò nulla a nessuno se questo è il suo ordine, ma vorrei comunque entrare.» ribadì Georgia, guardando Michael, che fece spallucce.

«Per me può far entrare anche tutti, ma Monica non parlerà comunque, non credo lo farà neanche con me.»

«A maggior ragione voglio esserci.» ribatté Georgia.

«La lasci entrare e facciamola finita, per favore…» disse Sally-Anne in tono annoiato.

«Georgia può parlare per noi.» approvò Stephen.

«Forse la presenza di Georgia la farà sentire meno inibita, andavano d’accordo.» ammise Michael.

Gli altri alzarono gli occhi al cielo.

La voce di Monica li raggiunse dalla scrivania: «Per me va bene.»

Georgia guardò il preside, che annuì distrattamente. Wayne, guardandolo, ebbe la sensazione che stesse già pensando a tutt’altro.

Michael e Georgia tornarono dentro e lei si chiuse la porta alle spalle e restò lì, mentre il ragazzo andava a sedersi.

«Ti senti meglio adesso?» le domandò gentilmente.

«Non mi sentirò mai bene.»

Georgia represse un commento su quanto la cosa la rendesse soddisfatta e incrociò le braccia. Michael invece si passò una mano tra i capelli.

«Perché l’hai fatto?»

«Perché sono innamorata di te!» pigolò lei con voce rotta. Georgia chiuse gli occhi, intimandosi di starne fuori.

«No! L’hai fatto prima ancora di conoscermi!» ribatté Michael, alzandosi di nuovo in piedi e facendo qualche passo, «Cosa ti è saltato in mente? Credevi che avrebbe funzionato per sempre? Ti sarebbe bastato?»

«Sì.»

«“Sì” cosa?»

«Sì, mi sarebbe bastato. So che non è giusto, ma tu eri finalmente di nuovo felice…»

«Non era reale!» la interruppe lui esasperato, «Mi innamorerò di nuovo, prima o poi, e sarò di nuovo felice senza bisogno di pozioni! Se volevi conoscermi meglio potevi provare in modo più tradizionale!»

«Credi che non ci abbia provato?» lo accusò lei con tanta forza che Georgia mise per un momento mano alla bacchetta, «Io ti conoscevo già, sei tu che non conosci me! Nessuno mi conosce! E ti ho sempre parlato ma tu non mi hai mai ascoltata e sapevo che non mi avresti mai dato alcuna chance! Però io sapevo anche che saremmo stati perfetti insieme, e lo eravamo!»

«Perché ero tuo schiavo d’amore!» urlò lui e Monica si ritrasse. Michael fece una smorfia e poi prese un respiro profondo, «Ascoltami, mi dispiace di non averti mai… calcolata prima. Sul serio. E mi dispiace anche di aver alzato la voce. Credo che tu però abbia bisogno di aiuto, perché devi capire che non puoi controllare le altre persone a tuo piacimento. E poi se hai bisogno della magia per farti amare da qualcuno significa che quel qualcuno non è la persona giusta.»

Monica strinse gli occhi: «Lo so che ho bisogno di aiuto. So anche di non essere abbastanza per te.»

«Non sei tu sbagliata in questo senso, è solo che non siamo compatibili come vorresti… Troverai di sicuro una persona che ti ami quanto tu la ami senza usare pozioni. Se vuoi io ti aiuterò, quando avrai finito di farti aiutare da persone che lo fanno di mestiere. Non dirò a nessuno quello che è successo e neanche gli altri lo faranno, ascolteranno Dumbledore, perciò non devi preoccuparti di niente se non di guarire.»

«Sei troppo buono…» singhiozzò lei, coprendosi il viso con le mani.

Michael lanciò un’occhiata a Georgia, la cui espressione era impassibile, e poi appoggiò una mano sulla spalla di Monica, «Non sono buono. Credo che tu mi abbia idealizzato fin troppo.»

«No, io ho visto come sei, l’ho sempre visto, ho sempre saputo come saresti stato se ti fossi innamorato di me, e anche se era per via di una pozione ho potuto constatare che era vero, che eri il fidanzato e l’amico migliore che si potesse desiderare…» replicò lei appena i singhiozzi furono diminuiti, «Io ho visto nel tuo cuore... Non mi stai neppure maltrattando dopo quello che ti ho fatto, sei davvero il ragazzo perfetto.»

«È inutile che mi arrabbi con te, sarei dovuto stare più attento prima, piuttosto, quando mi hai parlato. Io mi rendo conto che spesso eri vicina a me, ma ero troppo preso dalle mie cose e questo non è molto Hufflepuff…»

Georgia alzò gli occhi al cielo.

«Mi hai però sempre difesa da chi mi prendeva in giro, mi hai sempre sorriso, non mi hai chiamata Bruttonica e hai fatto smettere anche gli altri di farlo, tu hai fatto tutto quello che potevi… Mi dispiace tanto, Michael… Ero solo così felice con te che ho perso il controllo… E volevo davvero rendere felice anche te, liberarti da tutti i tuoi pensieri… quando ho visto che la pozione stava funzionando così bene anche se era pochissima ho pensato che già da prima fossi a un passo dall’innamorarti davvero, perché magari eravamo davvero perfetti assieme…»

«Quando hai capito che non era così?» sviò lui.

«Poco fa.» ammise Monica, con voce di nuovo rotta, «Quando hai detto di non conoscermi neppure. E anche prima, il preside aveva accennato qualcosa sul fatto che tu stessi trasferendo le tue emozioni nel finto amore per sentirti meglio.»

Michael si ripromise di chiedere spiegazioni a Dumbledore. «Ma i tuoi genitori verranno a prenderti, giusto?»

«Sì, stanno già arrivando. Devo fare i bagagli…»

«Ecco, hai smesso di piangere, brava.» disse lui, porgendole un fazzoletto e sorridendole, «Ascoltami ora, voglio essere sincero con te.»

Monica annuì, asciugandosi il viso.

«Io sono già innamorato di qualcuno e credo che tu lo sappia.» sussurrò lui in modo che Georgia non lo sentisse, e Monica annuì. «È parte di me. Sarei una persona diversa se non lo fossi.»

«Lo so, perché lo sei sempre stato…» mormorò lei.

Michael annuì e alzò la voce: «Comunque, penso davvero che tu sia una brava ragazza, nonostante tutto. Hai avuto i tuoi problemi e non ti sei resa bene conto delle conseguenze, ma hai intenzione di farti aiutare e so che ti riprenderai. Avrai tutto il mio supporto in questo. E credo anche che nessuno possa chiamarti Bruttonica perché sei molto carina, non esistono ragazze brutte, e soprattutto sei dolcissima e sei una fidanzata fantastica, pozione a parte. Ma non potrò mai innamorarmi di te, mi dispiace. Non è qualcosa che posso decidere né qualcosa su cui posso permettermi di mentire ora. E mi sento male se penso a questi mesi, anche se ero in pace, perché mi sento violato. Questo non vuol dire che io ti odi, te l’ho già detto, voglio solo essere sincero e spero che tu abbia capito fino in fondo quanto tutto questo sia sbagliato. Credo anche che tu debba capire meglio come funziona l’amore e che troverai la persona giusta per te. Ti aiuterò quando vorrai, ma solo come amico. Però prometto che sarò un buon amico, almeno.»

Monica abbozzò un sorriso: «So che lo sei.»

«So che sono stato un po’ ripetitivo e confusionario, ma questo non è qualcosa che succede tutti i giorni…» borbottò il ragazzo, stropicciandosi i capelli scuri.

«Non preoccuparti, sei stato chiaro. Grazie.» disse lei, alzandosi, «Però io devo davvero fare le valigie.»

«Ti accompagno.» annunciò Georgia. «Gli altri sono ancora qui fuori.»

Michael le lanciò un’occhiata apprensiva che lei ignorò.

Uscendo dallo studio trovarono tutti attorno al preside; gli Hufflepuff erano in silenzio, mentre Dumbledore parlava con Rowan di figurine delle cioccorane. La piccola folla sobbalzò al rumore della porta, rivolgendo l’attenzione ai tre.

«Avevamo finito il discorso serio…» spiegò Rowan, guardando Monica con palese irritazione.

Dumbledore aveva detto loro che dovevano mostrare tutto il loro tatto, la loro comprensione e la loro simpatia, perché Monica era una persona molto fragile e molto poco equilibrata che aveva preso l’importante decisione di lasciare la scuola e curarsi e che andava supportata per questo, e non condannata per le sue azioni passate di cui già si pentiva per quanto le era possibile. Ma era difficile non provare astio verso una persona che aveva rischiato di mandare all’aria la vita già problematica di un amico e aveva fatto soffrire un’amica per i suoi comodi.

Alla fine fu Megan a fare il primo passo, letteralmente: si piantò davanti a Monica e le porse la mano, che la ragazza accettò aspettandosi una stretta dolorosa. Megan invece si limitò a salutarla.

«Beh, cerca di non ammazzare nessuno ovunque tu vada. Riguardati.»

Monica la guardò sbalordita, così come gli altri, escluso Wayne che le sorrise quando lei tornò indietro – e Dumbledore che stava quasi ridendo – e commentò: «Molto dolce da parte tua.»

«Vero?» chiese conferma lei allegramente.

«No!» rispose Rowan scioccato, «Quello non era per niente-»

«Beh, spero che Michael non ci sia comunque andato troppo leggero.» commentò Sally-Anne, guardando altrove e incrociando le braccia.

«Io ti avrei uccisa.» confermò Megan, e Wayne non fece nulla per fermarla.

«Lo avresti davvero sposato?» domandò Stephen, diretto.

Monica sussultò e poi si morse le labbra. «Sì.»

«Dio…» borbottò Justin, chiaramente disgustato.

Susan si schiarì la gola e lui si affrettò a cambiare espressione.

«Mi dispiace per tutti i problemi che vi ho causato.» disse Monica, chinando la testa in segno di pentimento, «So che non è abbastanza ma non ho altro da offrire per il momento.»

«Sai qualcosa su chi ha avvelenato Georgia con una pozione per renderla più selvaggia?» domandò Rowan bruscamente, che era stato informato meglio dagli altri. Georgia arrossì.

«No.»

«Di sicuro è Buggin…» riprese Megan.

«Per te è sempre Buggin.» rise Rent. «Buona fortuna, Monica.»

Charlotte si voltò a guardarlo come se fosse un cretino e lui si strinse nelle spalle.

«Davvero.» concordò Jack, e Charlotte pensò che forse era giusto seguire le raccomandazioni di Dumbledore, se lui lo riteneva opportuno, «Andrai al san Mungo?»

«Non ne sono sicura, dipende anche dai miei.» rispose la ragazza, guardandoli con gratitudine.

«Facci sapere quando stara bene.» disse Ernie, «Puoi scriverci una lettera.»

Se si preoccupasse per lei o per loro stessi non era ben chiaro, ma Monica annuì e poi si congedò, tallonata da Georgia.

«Signore, posso parlarle?» chiese Michael, tenendo gli occhi puntati sulle due, «Solo un minuto.»

 

«Anche io credo che Michael sia stato troppo buono.» disse Georgia di punto in bianco, «Io non ti perdonerò mai. L’avresti sposato e lasciato legato a te con la forza senza il minimo rispetto per i suoi sentimenti e per i sentimenti umani in generale, per puro egoismo. Non volevi che lui stesse bene, volevi che lui stesse bene con te, forzatamente. E non mi interessa se apparirò cattiva, né che tu sia pentita, non cambia ciò che provo.»

«E cosa provi?» la incalzò Monica, assottigliando lo sguardo.

Le due si fronteggiavano davanti al ritratto della torre Ravenclaw, dopo aver percorso la strada in silenzio.

«Disgusto, rabbia, pena per te, e non credo minimamente che tu sia pentita, tu sei solo dispiaciuta che le cose siano andate male.»

«E tu sei fin troppo soddisfatta che le cose mi siano andate male, perché ora potrai averlo tu. È colpa tua del resto, se non fosse stato per te…» Monica si interruppe e Georgia la fulminò con un’occhiata velenosa, «Non importa ormai. Puoi anche goderti Michael ora, nessuna avrà più il coraggio di toccartelo. Meno male che era solo il tuo migliore amico…»

«Non devo certo rendere conto a te di come stanno le cose. Non sono arrabbiata con te perché sono gelosa di voi due ma perché sei stata meschina a livello di essere umano, non di rivale in amore. Fai bene a volerti curare, forse ti renderai conto di quanto tu sia stata malata a fare questo.»

«Ho sempre saputo che per quanto io fossi gentile con te e tu fossi falsa non saremmo mai diventate amiche. Anzi, che ci saremmo sempre detestate. La verità è che tu consideri Michael come tuo e al tempo stesso vuoi Dorian, vuoi i miei compagni di casa e vuoi pretendere che siete solo amici perché non hai neanche il fegato di provarci con lui. Io sarò malata, ma tu sei quella di cui si dovrebbe aver pena.»

«Tieni almeno Dorian fuori da questo discorso, considerato che sei gelosa del fatto che io abbia altri amici o eventuali spasimanti.» tagliò corto lei freddamente, «Mi chiedo perché tu non abbia mostrato questo lato di te a Michael, piuttosto.»

«Perché Michael non me lo fa tirar fuori, mentre tu…»

«E non sono falsa, sono gentile. Diplomatica, se vuoi.» puntualizzò Georgia, «Noterai che non sto fingendo che tu mi vada giù adesso, ti sto dicendo esattamente come la penso. Non so quanta pozione ci sia ancora in circolo, francamente mi chiedo quanta ancora ne avesse in corpo Michael per non sputarti in faccia, ma non posso negare che non mi dispiace poterti dire che sei stata orribile. Questa mattinata compresa, visto che hai fatto l’angioletto innocente solo per accaparrarti un po’ di compassione.»

Monica non rispose, si limitò a fissarla gelidamente per qualche secondo, come soppesando le sue opzioni. Infine disse: «Se hai finito, io me ne andrò. Sono comunque felice anche io di aver finalmente visto la vera te. Ho sempre pensato che ci fosse lei, sotto tutto quel “sono una Hufflepuff adorabile”. E hai ragione, non sono pentita. Non so quanto un guaritore mi possa aiutare, ma non ti augurerò alcun bene di certo.»

«Non voglio che tu mi auguri nulla.» replicò Georgia, «Addio.»

E detto questo se ne andò. Monica la guardò scendere le scale e poi sorrise.

 

«Quindi tutto ciò che provavo per Monica grazie alla pozione erano praticamente i miei sentimenti per un’altra persona buttati lì così nudamente… nudisticam… così brutalmente.» cercò di capire Michael, «Senza le mie paure, senza problemi, semplicemente ciò che sentivo incanalato verso la persona sbagliata, più qualche aiuto da parte della pozione messa nel mio succo di mirtilli che mi faceva diventare smielato.»

«In realtà i suoi amici giurano che lei fosse smielato anche prima.» precisò Madama Pomfrey con espressione stoica.

Michael la guardò male e poi si sorrisero; erano anni che si ritrovavano a chiacchierare, tra un incidente e l’altro.

«Vero. Quindi tutto questo c’era già, e la persona per cui li provo è quella che penso che sia, no?»

«Se pensi di sapere chi sia, sarà sicuramente lei.» confermò Dumbledore con un sorriso, «Se posso permettermi, tutto quell’amore non può che essere un bene per te, per quanto possa farti paura. La signorina Ladgewolf ha cominciato a somministrarti la pozione già alla fine dell’anno precedente, ma in dosi così piccole da stimolarti solo un leggero affetto nei suoi confronti con conseguente calo di sentimento verso la vera persona che ami, in modo da non destare sospetti. L’impennarsi improvviso invece è stato ad agosto.»

«Già un po’ a giugno avevo dubbi su Monica, forse perché ne ho avuti anche sull’altra persona che amo.» ammise Michael, «E ad agosto il dubbio si è trasformato, come ha detto lei, in paura, perché ho capito che non potevo farci niente e che ero innamorato. E improvvisamente mi sono ritrovato innamorato perso di Monica e pensavo di essermi confuso in qualche modo, non riuscivo a ragionarci bene sopra.»

«I sentimenti hanno trovato un’altra via di uscita per non essere più repressi e per sfogarsi senza problemi con qualcuno che ricambiava.» convenne la professoressa Sprout, «Ma ora non mi sembri più così spaventato, Michael.»

«Non lo sono.» confermò lui, sorridendo, «Sono ancora scombussolato forse, ma non mi tirerò indietro. Ora so come mi potrei sentire se quella persona ricambiasse, so che vale la pena di rischiare e so che forse, dopotutto, potrebbe anche ricambiarmi, e se lo facesse so anche che sarebbe la persona del “per sempre”. Cavolo, è vero che sono smielato…»

«Sei sempre stato smielato anche quando parlavi di lei come della tua migliore amica.» commentò Madama Pomfrey.

Michael arrossì: «Sapete tutti di chi parlo

«I quadri e i professori chiacchierano…» si giustificò Dumbledore, divertito.

«Beh, comunque, persino in un altro universo so che siamo metà.»

«Cosa?» domandò la professoressa Sprout, perplessa.

«NIENTE!» si affrettò a rispondere lui, allarmato, «In ogni caso ho ancora paura ma devo essere uomo e affrontarla. Vi ringrazio per avermi spiegato bene come sono andate le cose, comunque. Wayne mi aveva già parlato di una teoria simile, mentre venivamo qui

«Figuriamoci… E comunque saresti dovuto essere ancora a letto…» si lamentò Madama Pomfrey.

«Ma credo che Michael si troverà bene anche a casa con la sua famiglia.» la interruppe Dumbledore, che poi gli fece l’occhiolino, e Michael seppe che era a conoscenza della fuga di suo padre, «E specialmente con la compagnia delle persone che più ama.»

«Sì, la amo davvero, l’avrei anche sposata dopo qualche mese, anche senza sapere che era lei…» rise il ragazzo, alzandosi in piedi, «Anzi, sapevo che era Georgia sin da quando l’ho incontrata per la prima volta. È sempre stata lei e sempre lo sarà.»

«Deja-vù…» mormorò Madama Pomfrey.

«Vi farò sapere come va.» scherzò infine lui, «Buone feste!»

«Facci sapere davvero!» si raccomandò la professoressa Sprout senza alcuna vergogna.

«Buone feste a te!» lo salutò il preside.

«Come “buone feste”? Devi prendere ancora le medicine, Stebbins!»

Michael mandò un bacio all’infermiera.

«Svergognato!»

 

Qualche minuto dopo fu Georgia a parlare con Madama Pomfrey, rassicurata ancora sul fatto che Travers sarebbe stato severamente punito. A quanto pare il ragazzo aveva confessato appena li aveva visti arrivare al castello prima di Natale, come l’aveva informata il preside appena lei era tornata a cercare Michael e aveva saputo che era già uscito e l’aspettava con gli altri.

«Non era, in realtà, un filtro che doveva scatenare… ehm…» cominciò la McGonagall, e poi l’infermiera le venne in soccorso.

«Non solo la lussuria, perlomeno. Era un filtro che annullava il tuo autocontrollo, il ragazzo si aspettava che tu ti buttassi tra le sue braccia per rifiutarti. Il fatto che tu te ne sia andata non gli ha permesso di darti l’antidoto, chiaramente, e il filtro ha cominciato a degenerare, toccando diverse corde…»

«Ma quindi tutte le cose che ho cercato di fare erano cose che ho sempre voluto fare?» inorridì lei.

«No, in realtà, questo particolare filtro annulla la razionalità, per cui sei portata a fare ciò che vuoi sul momento e la tua fame aumenta. Fame di qualsiasi cosa, naturalmente, perciò in qualche giorno avresti finito col mangiare tutto ciò che desideravi, attaccare chi non ti piace con la violenza fisica, amare di più chi già ami, avere reazioni completamente sincere ed elementari… Ma quando si parla di attrazione fisica il discorso è un po’ diverso. Era già passato abbastanza tempo da portarti a cercare di avere rapporti più fisici con chiunque in quel momento ti andasse a genio o ti permettesse di trarre una minima soddisfazione.»

Georgia pensò al fatto che Rowan era sempre stato attraente per lei, anche se solo a un livello di apprezzamento che poteva paragonare a quello per un quadro, non per un ragazzo, una semplice constatazione, e che Rent era stato quello stranamente più sensibile riguardo i suoi sentimenti, con la faccenda di Monica, anche subito dopo averla incontrata alla stazione. Se se lo ricordava coscientemente ora era chiaro che quando gli era saltata addosso aveva proprio questo in mente… prima di offrirsi a praticamente qualsiasi essere respirante giusto perché voleva divertirsi.

Arrossì al ricordo.

«Naturalmente se fosse passato molto tempo, parliamo di settimane, i danni sarebbero stati tristemente immaginabili, considerato che ti saresti comportata come un animale selvaggio, uccidendo chi senti come minaccia e pensando soltanto alla sopravvivenza tua e della… specie.» precisò la McGonagall prima di borbottare: «Quel Travers…»

«Aveva l’antidoto sempre con sé.» aggiunse Dumbledore, «Abbiamo trovato anche una pergamena anonima nella sua borsa in cui confessava, in modo da poterti curare subito. Non ha avuto il coraggio di consegnarla ma ritengo che fosse sul punto di farlo quando vi ha visti arrivare e ha rinunciato all’anonimato andando a parlare con il professor Snape, che ha atteso il mio ritorno per parlarne, in quanto sapevamo già che eri stata curata dalla signorina Jones. Ciò non scusa il suo comportamento…»

Georgia pensò a ciò che aveva voluto: sentirsi donna, attraente e non solo lo stereotipo della Hufflepuff, uccidere Monica, far capire alle amiche che dovevano rispettarla, andare a letto con più di un ragazzo principalmente per ripicca e poi per divertimento, ma questo poteva essere attribuito al degenerare del filtro, comportarsi in modo un po’ più ribelle, ma anche questo poteva dipendere dal tempo trascorso… e avere la persona sbagliata, quella a cui non voleva pensare in quel modo perché non voleva perderla.

«Signorina Runcorn?» la chiamò la McGonagall, notando che si perdeva per la seconda volta.

«Ci sono. In ogni caso, se Martin ha capito ciò che ha fatto e se davvero voleva solo rifiutarmi, qualunque punizione scegliate per lui a me va bene, anche senza espellerlo come è successo con Ladgewolf. Ormai tanto sta per finire l’anno e credo che sia solo un…» e si bloccò, sia rendendosi conto di cosa stava per dire, biasimando Megan e il suo vocabolario, sia di quanto fosse ipocrita con Michael visto quanto fosse indifferente alla punizione che lo Slytherin avrebbe ricevuto.

«Irresponsabile?» suggerì Dumbledore con un luccichio malizioso negli occhi.

Georgia annuì, «Sì, diciamo che quell’aggettivo è più accettabile del mio.»

 

 

In realtà aveva pensato a Kevin, ma dopo l’ultimo commento di Georgia e visto il loro legame e la fortuna di averlo incontrato in corridoio, aveva finito col parlare con lui e dirgli che stava lasciando la scuola perché la sua famiglia aveva problemi, e che lei e Michael avevano rotto già da qualche tempo perché lui non l’amava.

«Mi dispiace…» mormorò lui, cercando qualche altra parola.

«Sei sempre stato il più gentile con me, tra tutti, non so come ringraziarti.» disse Monica, aprendo il proprio baule e fingendo di frugarci dentro, «Voglio farti un regalo.»

«Non ce n’è bisogno, ma ti pare!»

«No, no, voglio fartelo perché volevo farlo da sempre. Io non ho mai avuto molti amici… anzi, non ne ho mai avuti, e non ho mai incontrato nessuno caro come te.» la ragazza gli porse una collana del tutto anonima, «Questa me l’aveva regalata un mago anziano e molto potente ed è un portafortuna che funziona davvero. Non metterla ancora, d’accordo? Magari la puoi indossare a fine anno, dato che hai i M.A.G.O., oppure prima di un appuntamento con una ragazza…» gli suggerì, prendendo tempo, «Ti porterà davvero tanta fortuna, Dorian, e forza d’animo, e mi farebbe piacere se lo avessi tu perché sei davvero un bravo ragazzo. La persona più buona che io conosca, dopo Michael.»

«Se è così importante per te non so se posso accettarla… anche perché non ho fatto niente di speciale. Però se mi guardi così…» aggiunse con un sorrisetto, mettendola in tasca, «La metterò per gli esami.»

Monica sorrise a sua volta: «Tienila nascosta, è antica e… personale. Vedrai che ti cambierà letteralmente la vita.»

Dorian la guardò confuso, ma poi si strinse nelle spalle e promise che l’avrebbe tenuta per sé fino al momento in cui l’avrebbe indossata. Monica sapeva già che l’avrebbe fatto e sperava solo di essere abbastanza vicina da sapere esattamente cosa avrebbe fatto dopo. E abbastanza lontana da non esserne coinvolta, del resto era a questo che le serviva l’avere abbastanza tempo, per questo voleva che aspettasse almeno un po’.

«È Georgia che mi ha ispirata nel regalartela, sai? Parla sempre così bene di te… Quando la indosserai… faglielo sapere, d’accordo? Voglio che sappia che sarà anche grazie a lei che ti sentirai così bene.»

Il ragazzo le sorrise e le diede un breve abbracciò. Monica s’irrigidì ma poggiò per un momento il mento sulla sua spalla, fingendosi di abbandonarsi a quel gesto amichevole, e poi fece levitare i bagagli.

«Ci vediamo.»

«Ci vediamo!»

 

 

 

 

 

 

Il prossimo capitolo sarà un extra, come ormai metto praticamente in ogni anno.

Ora, venitemi a dire che Dumbledore non si comporterebbe così dopo aver letto gli ultimi due libri, specialmente occupato com’è con la ricerca degli Horcrux e sperando che Monica diventi una persona migliore e che Travers abbia imparato la lezione, venendo nei suoi pensieri che davvero non intendeva stuprare Georgia (drogare e andarci a letto grazie a questo è stupro, lui voleva solo che lei lo desiderasse per dirle di no e prenderla in giro per sempre. Non è cattivo, è deficiente). Tra l’altro non è praticamente mai stato espulso nessuno in quei sette anni, quindi…

Lo so che tutti vi state dicendo: “E chi se ne frega di Travers! Ci dirai di Monica, ora? Cos’era quella collana esattamente?” Beh, la risposta è NO. No, non ve lo dico, sto solo perdendo tempo.

 

Però questa settimana aggiornerò anche 70’s students, quindi non odiatemi.

 

Ringraziamenti.

Inoltre volevo ringraziarvi. So che ci sono tante persone che si lamentano di recensioni poco… sentite? E in effetti ci sono tante ficwriter che ricevono magari recensioni con solo “aggiorna”. Io volevo ringraziarvi tutti tantissimo perché le vostre recensioni sono sempre le più belle che si possono volere, non tanto (non solo) per i complimenti, ma soprattutto perché mi parlate di cosa vi piace e cosa no, che coppie tifate e quali odiate, che personaggi vi piacciono e non, tirate a indovinare quello che accadrà… Insomma, è un vero piacere pubblicare ciò che scrivo perché so che ci siete sempre tutti voi a dirmi tutto quello che voglio sapere a farmi anche divertire. Scrivo per me stessa, come credo tutti, però pubblico per avere un contatto con chi legge le mie storie, e non solo per sentirmi dire “brava” ma perché è bello divertirsi tutti assieme. Sono fondamentalmente una bambina che gioca con la tastiera, lo so, però io mi diverto ed è questo quello che conta, immagino. E poi c’è il fatto che mi date ispirazione e che spesso magari cambio qualcosina o scrivo parti nuove anche come “regalo” per chi legge.

Ci pensavo tutta la settimana, mentre leggevo le varie recensioni, e al fatto che ormai leggo i vostri nomi e sorrido d’istinto perché è come se vi conoscessi, e ho pensato di dirvi che so quanto sono fortunata ad avere lettori/recensori che si fanno prendere dalla storia quanto l’egocentrica sottoscritta e che lasciano sempre lunghe recensioni con qualsiasi cosa gli venga in mente, ritagliando il loro prezioso tempo e sforzandosi di dirmi sempre tutto Hufflepuff-style.

Quindi questo è tutto. Grazie ancora.      

  

   
 
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