13
«Parlo un momento con Monica e con
il preside e dopo ci parlate anche voi, se volete.»
«Io sono venuta a farti da supporto morale, non per parlare con quella
maniaca.» precisò Sally-Anne.
Michael la guardò, intuì ciò che Sally-Anne voleva dirgli e le sorrise.
«Monica?» ripeté Rowan, confuso.
«Ti spiego io.» disse Georgia, facendogli cenno di avvicinarsi.
«Mi raccomando, non parlatene in giro finché non ho finito con Dumbledore.»
si raccomandò il ragazzo, liberandosi della mano di Megan; poi notò
l’espressione innocentemente perplessa di Rowan e tornò indietro,
abbracciandolo velocemente: lui gli diede due pacche sulla schiena, stupefatto
ma sorridente, e poi Michael entrò nell’ufficio del preside.
Tutti si raccolsero attorno a Rowan e cominciarono a bisbigliargli
l’accaduto.
«Signor Stebbins…» lo accolse Dumbledore. Monica
era seduta davanti alla sua scrivania con le mani strette attorno a una tazza
di tè e la testa bassa. Stava piangendo in silenzio e Michael si sentì male e
pur sapendo che era ancora leggermente influenzato dal filtro d’amore pensò che
fosse anche perché lei aveva dei problemi, e lui non era mai stato bravo a
infierire contro una ragazza già a terra che aveva fatto del male solo a se
stessa. E un po’ a lui, sì, ma non era solo a causa sua se stava da schifo.
«Preside.» salutò.
«Ho parlato
con Madama Pomfrey, spiegandole che hai chiesto a me il permesso di lasciare il
castello per questi minuti. Non ne era molto felice.»
Le labbra del ragazzo si incresparono in un quasi
sorriso, «Mi dispiace che si sia beccato un rimprovero per me.»
Dumbledore ridacchiò piano. «I tuoi amici sono fuori?»
«Sì, mi
aspettano. Credo vorrebbero parlare anche loro con Monica. Anche a me
piacerebbe parlarle prima di andare, e con lei, signore.»
«Devo andare a fare le valigie…» sussurrò lei,
«Puoi parlare ora col preside.»
«Valigie?» ripeté Michael.
«La signorina Ladgewolf lascerà il castello di
Hogwarts immediatamente.»
«Può dirgli tutto, signore.» mormorò Monica, «Io vado a fare le valigie, se
posso.»
«Non lasciare il castello.» la ammonì Michael, «Non senza di me, dobbiamo
parlare.»
«Parlare di cosa?» replicò lei, senza mai alzare la testa, «Mi dispiace, ma
non posso offrirti altro che le mie scuse.»
«Non le voglio le tue scuse, voglio una
spiegazione.» ribatté il ragazzo, sedendosi. Dumbledore si alzò e si spostò di
qualche passo, come per dargli privacy. Michael gli lanciò un’occhiata
preoccupata e il preside sfiorò la propria bacchetta con le dita; in quel
momento lui si rese conto che Monica non aveva la sua, probabilmente
sequestrata fino all’arrivo dei suoi genitori per evitare altri problemi, dato che era chiaro che la strega aveva qualche problema
mentale.
«Non ho spiegazioni.» ribadì lei.
«Guardami negli occhi.»
Lei scosse la testa e singhiozzò.
«Diamole
qualche minuto. Vieni con me, Stebbins.» lo chiamò
Dumbledore e lui si alzò.
Il preside aprì la porta del proprio ufficio e trovò tutti gli altri
Hufflepuff stipati lì davanti; i ragazzi quasi caddero gli uni sugli altri e si
allontanarono di tutta fretta.
«State
uscendo? Possiamo parlare con Ladgewolf?» domandò Megan senza mostrare il minimo imbarazzo.
«A dire il vero vorrei parlare con voi e poi lasciare un po’ da soli il
signor Stebbins e la signorina Ladgewolf, prima che
lei lasci il castello.»
«Per Azkaban?» sbottò Georgia, «Onestamente non
mi fido a lasciarli soli, vorrei poter entrare anche io.
Le sue azioni hanno in ogni modo influenzato anche la mia vita, credo di avere
il diritto di scambiarci due parole.»
«Georgia…» cominciò Rowan.
«No.» lo zittì lei, furibonda, «Se non fosse per chi mi ha versato quella
roba nel cibo, cosa ne sarebbe stato di Michael e di tutti noi?»
«Non mi
permetterei mai di lasciare un mio studente in una situazione di pericolo. La
signorina Monica non ha la bacchetta, ed inoltre ha
capito i propri errori e si è offerta spontaneamente di lasciare la scuola.
Andrà in una struttura che l’aiuterà a guarire e,
proprio per questo, vorrei chiedervi di non riferire quello che è successo in
giro, di non farne un pettegolezzo, perché questo potrebbe distruggere le sue
possibilità di un futuro e lei perderebbe anche la spinta a migliorarsi,
sapendo che non troverebbe comunque un posto per sé una volta uscita.»
«Insomma, dobbiamo reggerle il gioco mentre è in manicomio così nessuno la prenderà per pazza quando sarà guarita.»
tagliò corto Megan, «Dobbiamo avere pena per lei e cose del genere e non
infierire. E ci sta. Non voglio infierire, vorrei solo capire cosa le è passato
nella testa.»
«Megan…» mormorò Wayne.
Il preside le rivolse una lunga occhiate e,
qualunque cosa avesse visto, dovette decidere che il suo cuore era al posto giusto, anche se la
sua lingua no.
«Non volevo insultarla, signor preside, non mi
sognerei di dire che lei non prende tutte le sue dovute precauzioni, ma il solo
pensiero di loro due ancora da soli mi fa stare male. Io non riferirò nulla a
nessuno se questo è il suo ordine, ma vorrei comunque entrare.» ribadì Georgia, guardando Michael, che fece spallucce.
«Per me può far entrare anche tutti, ma Monica non parlerà comunque, non
credo lo farà neanche con me.»
«A maggior ragione voglio esserci.» ribatté Georgia.
«La lasci entrare e facciamola finita, per favore…» disse Sally-Anne in tono annoiato.
«Georgia può parlare per noi.» approvò Stephen.
«Forse la presenza di Georgia la farà sentire meno inibita, andavano
d’accordo.» ammise Michael.
Gli altri alzarono gli occhi al cielo.
La voce di Monica li raggiunse dalla scrivania: «Per me va bene.»
Georgia guardò il preside, che annuì distrattamente. Wayne, guardandolo,
ebbe la sensazione che stesse già pensando a tutt’altro.
Michael e Georgia tornarono dentro e lei si chiuse la porta alle spalle e
restò lì, mentre il ragazzo andava a sedersi.
«Ti senti meglio adesso?» le domandò gentilmente.
«Non mi sentirò mai bene.»
Georgia represse un commento su quanto la cosa la rendesse soddisfatta e
incrociò le braccia. Michael invece si passò una mano tra i capelli.
«Perché l’hai fatto?»
«Perché sono innamorata di te!» pigolò lei con
voce rotta. Georgia chiuse gli occhi, intimandosi di starne fuori.
«No! L’hai
fatto prima ancora di conoscermi!» ribatté Michael, alzandosi di nuovo in piedi
e facendo qualche passo, «Cosa ti è saltato in mente? Credevi che avrebbe
funzionato per sempre? Ti sarebbe bastato?»
«Sì.»
«“Sì” cosa?»
«Sì, mi
sarebbe bastato. So che non è giusto, ma tu eri finalmente di nuovo felice…»
«Non era reale!» la interruppe lui esasperato, «Mi innamorerò
di nuovo, prima o poi, e sarò di nuovo felice senza bisogno di pozioni! Se
volevi conoscermi meglio potevi provare in modo più
tradizionale!»
«Credi che non ci abbia provato?» lo accusò lei con tanta forza che Georgia
mise per un momento mano alla bacchetta, «Io ti
conoscevo già, sei tu che non conosci me! Nessuno mi conosce! E ti ho sempre
parlato ma tu non mi hai mai ascoltata e sapevo che
non mi avresti mai dato alcuna chance! Però io sapevo anche che saremmo stati
perfetti insieme, e lo eravamo!»
«Perché ero tuo schiavo d’amore!» urlò lui e
Monica si ritrasse. Michael fece una smorfia e poi prese un respiro profondo, «Ascoltami, mi dispiace di non averti mai…
calcolata prima. Sul serio. E mi dispiace anche di aver alzato la voce. Credo
che tu però abbia bisogno di aiuto, perché devi capire
che non puoi controllare le altre persone a tuo piacimento. E poi se hai
bisogno della magia per farti amare da qualcuno significa che quel qualcuno non
è la persona giusta.»
Monica strinse gli occhi: «Lo so che ho bisogno di
aiuto. So anche di non essere abbastanza per te.»
«Non sei tu sbagliata in questo senso, è solo che non siamo compatibili
come vorresti… Troverai di sicuro una persona che ti
ami quanto tu la ami senza usare pozioni. Se vuoi io ti aiuterò, quando avrai finito di farti aiutare da
persone che lo fanno di mestiere. Non dirò a nessuno quello che è successo e
neanche gli altri lo faranno, ascolteranno Dumbledore, perciò non devi
preoccuparti di niente se non di guarire.»
«Sei troppo buono…» singhiozzò lei, coprendosi il
viso con le mani.
Michael lanciò un’occhiata a Georgia, la cui espressione era impassibile, e
poi appoggiò una mano sulla spalla di Monica, «Non
sono buono. Credo che tu mi abbia idealizzato fin troppo.»
«No, io ho visto come sei, l’ho sempre visto, ho sempre saputo come saresti
stato se ti fossi innamorato di me, e anche se era per via di una pozione ho potuto constatare che era vero, che eri il
fidanzato e l’amico migliore che si potesse desiderare…»
replicò lei appena i singhiozzi furono diminuiti, «Io ho visto nel tuo cuore...
Non mi stai neppure maltrattando dopo quello che ti ho fatto, sei davvero il
ragazzo perfetto.»
«È inutile
che mi arrabbi con te, sarei dovuto stare più attento prima, piuttosto, quando
mi hai parlato. Io mi rendo conto che spesso eri vicina a me, ma ero troppo
preso dalle mie cose e questo non è molto Hufflepuff…»
Georgia alzò gli occhi al cielo.
«Mi hai però sempre difesa da chi mi prendeva in
giro, mi hai sempre sorriso, non mi hai chiamata Bruttonica
e hai fatto smettere anche gli altri di farlo, tu hai fatto tutto quello che potevi… Mi dispiace tanto, Michael…
Ero solo così felice con te che ho perso il controllo…
E volevo davvero rendere felice anche te, liberarti da tutti i tuoi pensieri… quando ho visto che la pozione stava funzionando
così bene anche se era pochissima ho pensato che già da prima fossi a un passo
dall’innamorarti davvero, perché magari eravamo davvero perfetti assieme…»
«Quando hai capito che non era così?» sviò lui.
«Poco fa.» ammise Monica, con voce di nuovo rotta, «Quando
hai detto di non conoscermi neppure. E anche prima, il preside aveva accennato
qualcosa sul fatto che tu stessi trasferendo le tue emozioni nel finto amore
per sentirti meglio.»
Michael si ripromise di chiedere spiegazioni a Dumbledore. «Ma i tuoi
genitori verranno a prenderti, giusto?»
«Sì, stanno
già arrivando. Devo fare i bagagli…»
«Ecco, hai smesso di piangere, brava.» disse lui, porgendole un fazzoletto
e sorridendole, «Ascoltami ora, voglio essere sincero con te.»
Monica annuì, asciugandosi il viso.
«Io sono già innamorato di qualcuno e credo che tu lo sappia.» sussurrò lui
in modo che Georgia non lo sentisse, e Monica annuì. «È
parte di me. Sarei una persona diversa se non lo fossi.»
«Lo so, perché lo sei sempre stato…» mormorò lei.
Michael annuì e alzò la voce: «Comunque, penso
davvero che tu sia una brava ragazza, nonostante tutto. Hai avuto i tuoi
problemi e non ti sei resa bene conto delle conseguenze, ma hai intenzione di
farti aiutare e so che ti riprenderai. Avrai tutto il mio supporto in questo. E
credo anche che nessuno possa chiamarti Bruttonica
perché sei molto carina, non esistono ragazze brutte, e soprattutto sei dolcissima
e sei una fidanzata fantastica, pozione a parte. Ma
non potrò mai innamorarmi di te, mi dispiace. Non è qualcosa che posso decidere
né qualcosa su cui posso permettermi di mentire ora. E
mi sento male se penso a questi mesi, anche se ero in pace, perché mi sento
violato. Questo non vuol dire che io ti odi, te l’ho già detto, voglio solo
essere sincero e spero che tu abbia capito fino in fondo quanto tutto questo
sia sbagliato. Credo anche che tu debba capire meglio come funziona l’amore e
che troverai la persona giusta per te. Ti aiuterò quando vorrai, ma solo come
amico. Però prometto che sarò un buon amico, almeno.»
Monica abbozzò un sorriso: «So che lo sei.»
«So che sono stato un po’ ripetitivo e confusionario, ma questo non è
qualcosa che succede tutti i giorni…» borbottò il
ragazzo, stropicciandosi i capelli scuri.
«Non
preoccuparti, sei stato chiaro. Grazie.» disse lei, alzandosi, «Però io devo
davvero fare le valigie.»
«Ti accompagno.» annunciò Georgia. «Gli altri sono ancora qui fuori.»
Michael le lanciò un’occhiata apprensiva che lei ignorò.
Uscendo dallo studio trovarono tutti attorno al preside; gli Hufflepuff erano
in silenzio, mentre Dumbledore parlava con Rowan di figurine delle cioccorane. La piccola folla sobbalzò al rumore della
porta, rivolgendo l’attenzione ai tre.
«Avevamo finito il discorso serio…» spiegò Rowan,
guardando Monica con palese irritazione.
Dumbledore aveva detto loro che dovevano mostrare
tutto il loro tatto, la loro comprensione e la loro simpatia, perché Monica era
una persona molto fragile e molto poco equilibrata che aveva preso l’importante
decisione di lasciare la scuola e curarsi e che andava supportata per questo, e
non condannata per le sue azioni passate di cui già si pentiva per quanto le
era possibile. Ma era difficile non provare astio
verso una persona che aveva rischiato di mandare all’aria la vita già
problematica di un amico e aveva fatto soffrire un’amica per i suoi comodi.
Alla fine fu Megan a fare il primo passo, letteralmente: si piantò davanti
a Monica e le porse la mano, che la ragazza accettò aspettandosi una stretta
dolorosa. Megan invece si limitò a salutarla.
«Beh, cerca
di non ammazzare nessuno ovunque tu vada. Riguardati.»
Monica la guardò sbalordita, così come gli altri, escluso Wayne che le
sorrise quando lei tornò indietro – e Dumbledore che stava quasi ridendo – e
commentò: «Molto dolce da parte tua.»
«Vero?» chiese conferma lei allegramente.
«No!» rispose Rowan scioccato, «Quello non era per niente-»
«Beh, spero che Michael non ci sia comunque andato troppo leggero.»
commentò Sally-Anne, guardando altrove e incrociando le braccia.
«Io ti avrei uccisa.» confermò Megan, e Wayne non
fece nulla per fermarla.
«Lo avresti davvero sposato?» domandò Stephen, diretto.
Monica sussultò e poi si morse le labbra. «Sì.»
«Dio…» borbottò Justin, chiaramente disgustato.
Susan si schiarì la gola e lui si affrettò a cambiare espressione.
«Mi dispiace per tutti i problemi che vi ho causato.» disse Monica,
chinando la testa in segno di pentimento, «So che non è abbastanza ma non ho
altro da offrire per il momento.»
«Sai qualcosa su chi ha avvelenato Georgia con una pozione per renderla più
selvaggia?» domandò Rowan bruscamente, che era stato informato meglio dagli
altri. Georgia arrossì.
«No.»
«Di sicuro è Buggin…» riprese Megan.
«Per te è sempre Buggin.» rise Rent. «Buona
fortuna, Monica.»
Charlotte si voltò a guardarlo come se fosse un cretino e lui si strinse
nelle spalle.
«Davvero.» concordò Jack, e Charlotte pensò che forse era
giusto seguire le raccomandazioni di Dumbledore, se lui lo riteneva
opportuno, «Andrai al san Mungo?»
«Non ne sono sicura, dipende anche dai miei.» rispose la ragazza,
guardandoli con gratitudine.
«Facci sapere quando stara bene.» disse Ernie, «Puoi scriverci una lettera.»
Se si preoccupasse per lei o per loro stessi non
era ben chiaro, ma Monica annuì e poi si congedò, tallonata da Georgia.
«Signore, posso parlarle?» chiese Michael, tenendo gli occhi puntati sulle
due, «Solo un minuto.»
«Anche io credo che Michael sia stato troppo
buono.» disse Georgia di punto in bianco, «Io non ti perdonerò mai. L’avresti
sposato e lasciato legato a te con la forza senza il minimo rispetto per i suoi
sentimenti e per i sentimenti umani in generale, per
puro egoismo. Non volevi che lui stesse bene, volevi
che lui stesse bene con te, forzatamente. E non mi interessa
se apparirò cattiva, né che tu sia pentita, non cambia ciò che provo.»
«E cosa provi?» la incalzò Monica, assottigliando lo sguardo.
Le due si fronteggiavano davanti al ritratto della torre Ravenclaw, dopo
aver percorso la strada in silenzio.
«Disgusto, rabbia, pena per te, e non credo minimamente che tu sia pentita,
tu sei solo dispiaciuta che le cose siano andate
male.»
«E tu sei fin
troppo soddisfatta che le cose mi siano andate male, perché ora potrai averlo
tu. È colpa tua del resto, se non fosse stato per te…»
Monica si interruppe e Georgia la fulminò con
un’occhiata velenosa, «Non importa ormai. Puoi anche goderti Michael ora,
nessuna avrà più il coraggio di toccartelo. Meno male che era solo il tuo
migliore amico…»
«Non devo
certo rendere conto a te di come stanno le cose. Non sono arrabbiata con te
perché sono gelosa di voi due ma perché sei stata meschina a livello di essere
umano, non di rivale in amore. Fai bene a volerti curare, forse ti renderai
conto di quanto tu sia stata malata a fare questo.»
«Ho sempre
saputo che per quanto io fossi gentile con te e tu fossi falsa non saremmo mai
diventate amiche. Anzi, che ci saremmo sempre detestate. La verità è che tu
consideri Michael come tuo e al tempo stesso vuoi Dorian, vuoi
i miei compagni di casa e vuoi pretendere che siete solo amici perché non hai
neanche il fegato di provarci con lui. Io sarò malata, ma tu sei quella di cui
si dovrebbe aver pena.»
«Tieni almeno Dorian fuori da questo discorso, considerato che sei gelosa
del fatto che io abbia altri amici o eventuali
spasimanti.» tagliò corto lei freddamente, «Mi chiedo perché tu non abbia
mostrato questo lato di te a Michael, piuttosto.»
«Perché Michael non me lo fa tirar fuori, mentre tu…»
«E non sono
falsa, sono gentile. Diplomatica, se
vuoi.» puntualizzò Georgia, «Noterai che non sto fingendo che tu mi vada giù adesso,
ti sto dicendo esattamente come la penso. Non so quanta pozione ci sia ancora
in circolo, francamente mi chiedo quanta ancora ne avesse in corpo Michael per
non sputarti in faccia, ma non posso negare che non mi dispiace poterti dire che sei stata orribile. Questa mattinata
compresa, visto che hai fatto l’angioletto innocente
solo per accaparrarti un po’ di compassione.»
Monica non rispose, si limitò a fissarla gelidamente per qualche secondo,
come soppesando le sue opzioni. Infine disse: «Se hai finito, io me ne andrò. Sono comunque felice anche io di aver finalmente visto la vera te. Ho sempre
pensato che ci fosse lei, sotto tutto quel “sono una Hufflepuff adorabile”. E
hai ragione, non sono pentita. Non so quanto un guaritore mi possa aiutare, ma
non ti augurerò alcun bene di certo.»
«Non voglio che tu mi auguri nulla.» replicò Georgia, «Addio.»
E detto questo se ne andò. Monica la guardò scendere le scale e poi
sorrise.
«Quindi tutto ciò che provavo per Monica grazie alla pozione
erano praticamente i miei sentimenti per un’altra persona buttati lì così nudamente… nudisticam… così
brutalmente.» cercò di capire Michael, «Senza le mie paure, senza problemi,
semplicemente ciò che sentivo incanalato verso la persona sbagliata, più
qualche aiuto da parte della pozione messa nel mio succo di mirtilli che mi
faceva diventare smielato.»
«In realtà i suoi amici giurano che lei fosse smielato
anche prima.» precisò Madama Pomfrey con espressione stoica.
Michael la guardò male e poi si sorrisero; erano anni che si ritrovavano a
chiacchierare, tra un incidente e l’altro.
«Vero. Quindi
tutto questo c’era già, e la persona per cui li provo è quella che penso che
sia, no?»
«Se pensi di sapere chi sia, sarà sicuramente lei.» confermò Dumbledore con
un sorriso, «Se posso permettermi, tutto quell’amore
non può che essere un bene per te, per quanto possa farti paura. La signorina Ladgewolf ha cominciato a somministrarti la pozione già
alla fine dell’anno precedente, ma in dosi così piccole da stimolarti solo un
leggero affetto nei suoi confronti con conseguente calo di sentimento verso la
vera persona che ami, in modo da non destare sospetti. L’impennarsi improvviso
invece è stato ad agosto.»
«Già un po’ a giugno avevo dubbi su Monica, forse perché ne ho avuti anche
sull’altra persona che amo.» ammise Michael, «E ad
agosto il dubbio si è trasformato, come ha detto lei, in paura, perché ho
capito che non potevo farci niente e che ero innamorato. E improvvisamente mi
sono ritrovato innamorato perso di Monica e pensavo di essermi confuso in
qualche modo, non riuscivo a ragionarci bene sopra.»
«I sentimenti hanno trovato un’altra via di uscita per non essere più repressi e per sfogarsi senza problemi con qualcuno che
ricambiava.» convenne la professoressa Sprout, «Ma ora non mi sembri più così
spaventato, Michael.»
«Non lo sono.» confermò lui, sorridendo, «Sono
ancora scombussolato forse, ma non mi tirerò indietro. Ora so come mi potrei
sentire se quella persona ricambiasse, so che vale la pena di rischiare e so
che forse, dopotutto, potrebbe anche ricambiarmi, e se lo facesse
so anche che sarebbe la persona del “per sempre”. Cavolo,
è vero che sono smielato…»
«Sei sempre stato smielato anche quando parlavi di lei come della tua
migliore amica.» commentò Madama Pomfrey.
Michael arrossì: «Sapete tutti di chi parlo?»
«I quadri e i professori chiacchierano…» si
giustificò Dumbledore, divertito.
«Beh, comunque, persino in un altro universo so che siamo metà.»
«Cosa?» domandò la professoressa Sprout, perplessa.
«NIENTE!» si affrettò a rispondere lui, allarmato,
«In ogni caso ho ancora paura ma devo essere uomo e affrontarla. Vi ringrazio
per avermi spiegato bene come sono andate le cose, comunque. Wayne mi aveva già
parlato di una teoria simile, mentre venivamo qui.»
«Figuriamoci… E comunque saresti dovuto essere
ancora a letto…» si lamentò Madama Pomfrey.
«Ma credo che Michael si troverà bene anche a casa con la sua famiglia.» la
interruppe Dumbledore, che poi gli fece l’occhiolino, e Michael seppe che era a
conoscenza della fuga di suo padre, «E specialmente con la compagnia delle
persone che più ama.»
«Sì, la amo davvero, l’avrei anche sposata dopo qualche mese, anche senza sapere
che era lei…» rise il ragazzo, alzandosi in piedi, «Anzi, sapevo che era Georgia sin da quando l’ho incontrata
per la prima volta. È sempre stata lei e sempre lo sarà.»
«Deja-vù…» mormorò Madama Pomfrey.
«Vi farò sapere come va.» scherzò infine lui, «Buone feste!»
«Facci sapere davvero!» si raccomandò la professoressa Sprout senza alcuna
vergogna.
«Buone feste a te!» lo salutò il preside.
«Come “buone
feste”? Devi prendere ancora le medicine, Stebbins!»
Michael mandò un bacio all’infermiera.
«Svergognato!»
Qualche minuto dopo fu Georgia a parlare con Madama Pomfrey, rassicurata
ancora sul fatto che Travers sarebbe stato
severamente punito. A quanto pare il ragazzo aveva confessato appena li aveva
visti arrivare al castello prima di Natale, come l’aveva informata il preside appena lei era tornata a cercare Michael e aveva
saputo che era già uscito e l’aspettava con gli altri.
«Non era, in realtà, un filtro che doveva scatenare…
ehm…» cominciò la McGonagall, e poi l’infermiera le venne in soccorso.
«Non solo la
lussuria, perlomeno. Era un filtro che annullava il tuo autocontrollo, il
ragazzo si aspettava che tu ti buttassi tra le sue braccia per rifiutarti. Il
fatto che tu te ne sia andata non gli ha permesso di darti l’antidoto,
chiaramente, e il filtro ha cominciato a degenerare, toccando diverse corde…»
«Ma… quindi tutte le
cose che ho cercato di fare erano cose che ho sempre voluto fare?» inorridì
lei.
«No, in
realtà, questo particolare filtro annulla la razionalità, per cui sei portata a
fare ciò che vuoi sul momento e la tua fame aumenta. Fame di qualsiasi cosa,
naturalmente, perciò in qualche giorno avresti finito col mangiare tutto ciò
che desideravi, attaccare chi non ti piace con la violenza fisica, amare di più
chi già ami, avere reazioni completamente sincere ed elementari…
Ma quando si parla di attrazione fisica il discorso è
un po’ diverso. Era già passato abbastanza tempo da portarti a cercare di avere
rapporti più fisici con chiunque in quel momento ti andasse a genio o ti
permettesse di trarre una minima soddisfazione.»
Georgia pensò al fatto che Rowan era sempre stato attraente per lei, anche se
solo a un livello di apprezzamento che poteva paragonare a quello per un
quadro, non per un ragazzo, una semplice constatazione, e che Rent era stato
quello stranamente più sensibile riguardo i suoi
sentimenti, con la faccenda di Monica, anche subito dopo averla incontrata alla
stazione. Se se lo ricordava coscientemente ora era
chiaro che quando gli era saltata addosso aveva proprio questo in mente… prima di offrirsi a praticamente qualsiasi essere
respirante giusto perché voleva divertirsi.
Arrossì al ricordo.
«Naturalmente se fosse passato molto tempo, parliamo di settimane, i danni
sarebbero stati tristemente immaginabili, considerato che
ti saresti comportata come un animale selvaggio, uccidendo chi senti come
minaccia e pensando soltanto alla sopravvivenza tua e della…
specie.» precisò la McGonagall prima di borbottare: «Quel Travers…»
«Aveva l’antidoto sempre con sé.» aggiunse Dumbledore, «Abbiamo
trovato anche una pergamena anonima nella sua borsa in cui confessava, in modo
da poterti curare subito. Non ha avuto il coraggio di consegnarla ma ritengo
che fosse sul punto di farlo quando vi ha visti arrivare e ha rinunciato all’anonimato
andando a parlare con il professor Snape, che ha atteso il mio ritorno per
parlarne, in quanto sapevamo già che eri stata curata
dalla signorina Jones. Ciò non scusa il suo comportamento…»
Georgia pensò a ciò che aveva voluto: sentirsi donna, attraente e non solo
lo stereotipo della Hufflepuff, uccidere Monica, far
capire alle amiche che dovevano rispettarla, andare a letto con più di un
ragazzo principalmente per ripicca e poi per divertimento, ma questo poteva
essere attribuito al degenerare del filtro, comportarsi in modo un po’ più
ribelle, ma anche questo poteva dipendere dal tempo trascorso…
e avere la persona sbagliata, quella
a cui non voleva pensare in quel modo perché non voleva perderla.
«Signorina Runcorn?» la chiamò la McGonagall, notando che si perdeva per la
seconda volta.
«Ci sono. In
ogni caso, se Martin ha capito ciò che ha fatto e se davvero voleva solo
rifiutarmi, qualunque punizione scegliate per lui a me
va bene, anche senza espellerlo come è successo con Ladgewolf.
Ormai tanto sta per finire l’anno e credo che sia solo
un…» e si bloccò, sia rendendosi conto di cosa stava
per dire, biasimando Megan e il suo vocabolario, sia di quanto fosse ipocrita
con Michael visto quanto fosse indifferente alla punizione che lo Slytherin avrebbe
ricevuto.
«Irresponsabile?» suggerì Dumbledore con un luccichio malizioso negli
occhi.
Georgia annuì, «Sì, diciamo che quell’aggettivo è più accettabile del mio.»
In realtà aveva pensato a Kevin, ma dopo l’ultimo commento di Georgia e
visto il loro legame e la fortuna di averlo incontrato in corridoio, aveva finito col parlare con lui e dirgli che stava lasciando
la scuola perché la sua famiglia aveva problemi, e che lei e Michael avevano
rotto già da qualche tempo perché lui non l’amava.
«Mi dispiace…» mormorò lui, cercando qualche
altra parola.
«Sei sempre stato il più gentile con me, tra tutti, non so come
ringraziarti.» disse Monica, aprendo il proprio baule e fingendo di frugarci
dentro, «Voglio farti un regalo.»
«Non ce n’è bisogno, ma ti pare!»
«No, no,
voglio fartelo perché volevo farlo da sempre. Io non ho mai avuto molti amici… anzi, non ne ho mai avuti, e non ho mai incontrato nessuno caro come te.» la ragazza gli porse una collana del
tutto anonima, «Questa me l’aveva regalata un mago anziano e molto potente ed è
un portafortuna che funziona davvero. Non metterla ancora, d’accordo? Magari la
puoi indossare a fine anno, dato che hai i M.A.G.O., oppure prima di un appuntamento con una ragazza…» gli suggerì, prendendo tempo, «Ti porterà davvero
tanta fortuna, Dorian, e forza d’animo, e mi farebbe piacere se lo avessi tu
perché sei davvero un bravo ragazzo. La persona più buona che io conosca, dopo
Michael.»
«Se è così importante per te non so se posso accettarla… anche perché non ho fatto niente di speciale.
Però se mi guardi così…» aggiunse con un sorrisetto,
mettendola in tasca, «La metterò per gli esami.»
Monica sorrise a sua volta: «Tienila nascosta, è
antica e… personale. Vedrai che ti cambierà letteralmente
la vita.»
Dorian la guardò confuso, ma poi si strinse nelle spalle e promise che
l’avrebbe tenuta per sé fino al momento in cui l’avrebbe indossata. Monica sapeva
già che l’avrebbe fatto e sperava solo di essere abbastanza vicina da sapere
esattamente cosa avrebbe fatto dopo. E abbastanza lontana da non esserne
coinvolta, del resto era a questo che le serviva l’avere abbastanza tempo, per
questo voleva che aspettasse almeno un po’.
«È Georgia che mi ha ispirata nel regalartela,
sai? Parla sempre così bene di te… Quando la indosserai… faglielo sapere,
d’accordo? Voglio che sappia che sarà anche grazie a lei che ti sentirai così
bene.»
Il ragazzo le sorrise e le diede un breve abbracciò. Monica s’irrigidì ma
poggiò per un momento il mento sulla sua spalla, fingendosi di abbandonarsi a
quel gesto amichevole, e poi fece levitare i bagagli.
«Ci vediamo.»
«Ci vediamo!»
Il prossimo capitolo sarà un
extra, come ormai metto praticamente in ogni anno.
Ora, venitemi
a dire che Dumbledore non si comporterebbe così dopo aver letto gli ultimi due
libri, specialmente occupato com’è con la ricerca
degli Horcrux e sperando che Monica diventi una
persona migliore e che Travers abbia imparato la
lezione, venendo nei suoi pensieri che davvero non intendeva stuprare Georgia (drogare
e andarci a letto grazie a questo è stupro, lui voleva solo che lei lo
desiderasse per dirle di no e prenderla in giro per sempre. Non è cattivo, è
deficiente). Tra l’altro non è praticamente
mai stato espulso nessuno in quei sette anni, quindi…
Lo so che tutti vi state dicendo: “E chi se ne frega di Travers!
Ci dirai di Monica, ora? Cos’era quella collana esattamente?”
Beh, la risposta è NO. No, non ve lo dico, sto solo perdendo tempo.
Però questa settimana aggiornerò anche 70’s students,
quindi non odiatemi.
Ringraziamenti.
Inoltre volevo ringraziarvi.
So che ci sono tante persone che si lamentano di recensioni poco…
sentite? E in effetti ci sono tante ficwriter che ricevono magari recensioni con solo “aggiorna”.
Io volevo ringraziarvi tutti tantissimo perché le vostre recensioni sono sempre
le più belle che si possono volere, non tanto (non
solo) per i complimenti, ma soprattutto perché mi parlate di cosa vi piace e
cosa no, che coppie tifate e quali odiate, che personaggi vi piacciono e non,
tirate a indovinare quello che accadrà… Insomma, è un
vero piacere pubblicare ciò che scrivo perché so che ci siete sempre tutti voi
a dirmi tutto quello che voglio sapere a farmi anche divertire. Scrivo per me
stessa, come credo tutti, però pubblico per avere un contatto con chi legge le
mie storie, e non solo per sentirmi dire “brava” ma perché è bello divertirsi
tutti assieme. Sono fondamentalmente una bambina che gioca con la tastiera, lo
so, però io mi diverto ed è questo quello che conta,
immagino. E poi c’è il fatto che mi date ispirazione e
che spesso magari cambio qualcosina o scrivo parti
nuove anche come “regalo” per chi legge.
Ci pensavo tutta la
settimana, mentre leggevo le varie recensioni, e al fatto che ormai leggo i
vostri nomi e sorrido d’istinto perché è come se vi conoscessi, e ho pensato di
dirvi che so quanto sono fortunata ad avere lettori/recensori che si fanno
prendere dalla storia quanto l’egocentrica sottoscritta e che lasciano sempre lunghe
recensioni con qualsiasi cosa gli venga in mente, ritagliando il loro prezioso
tempo e sforzandosi di dirmi sempre tutto Hufflepuff-style.
Quindi questo è tutto. Grazie
ancora.