12. Vietato ai
minori, testate e rivelazioni
E’
passato un po’ di tempo da quando quella sera le labbra
di Teddy si sono appiccicate alle mie, per una ragione che mi
è ancora ignota.
Tuttavia dubito che fossi nello stesso stato in cui ora è
Yvonne. Ero in preda
ad un crisi isterica, sbalordita e confusa, l’opposto delle
emozioni che vedo
aleggiare sul volto della mia migliore amica.
E’
seduta da circa venti minuti sul suo letto, la schiena
poggiata al muro e osserva ostinatamente le dita della sua mano, quasi
le
dessero risposte che lei stessa sta cercando. E’ apatica,
depressa e
dispiaciuta. Mai avrei creduto che baciare il ragazzo di cui
è da sempre
innamorata, le provocasse questo. Ho sempre immaginato che non ci
avrebbe
lasciato chiudere occhio, tra dettagli, urletti isterici e sogni ad
occhi
aperti circa il loro matrimonio nella foresta proibita. Si,
perché ha sempre
avuto questo bizzarro desiderio.
Rispondo
all’occhiata preoccupata di Marie, prima di
avvicinarmi ad Yvonne e picchiettare le dita sulla coperta,
così da attirare la
sua attenzione. Rialza il capo con lentezza, quasi le costasse fatica e
mi
rivolge uno sguardo vacuo e assente. Cosa le prende? Dovrebbe esserne
felice,
Merlino!
<<
Yvonne perché… >>
<<
Non avrei dovuto farlo. Lui sta con Jane e io non
me ne sono minimamente preoccupata. Se fossi nei suoi panni, per quanto
odiosa
sia, non vorrei che qualcun altro baciasse il mio
ragazzo. Mi sento un verme >>
Ora è
tutto chiaro. Yvonne ha un senso dell’onore e una
lealtà che avrebbero fatto invidia a Godric Grifondoro in
persona. Sospiro,
avvicinandomi a lei e prendendole una
mano tra le mie; la sfrego un poco, carezzandola appena.
<<
Non sei un verme, Yvy… forse somigli qualche volta
ad un avvincino, ma… >>
Tossicchio,
schiarendomi la voce all’occhiata di Marie.
<<
Quello che volevo dire è che ti conosciamo,
sappiamo che non faresti mai del male a qualcuno, non volontariamente
>>
<<
Ma è proprio quello che ho fatto! >>
La Summers si
avvicina, sedendosi sul letto accanto a noi.
Sospira, portando alcune ciocche di capelli dietro
l’orecchio; guarda Yvonne
con sguardo sicuro e concentrato.
<<
Quando c’è in gioco l’amore, il confine
tra giusto
e sbagliato è molto labile. Tu hai seguito un impulso,
è stato il tuo cuore a
guidarti, non avresti potuto fare diversamente. Qualsiasi altra
persona, al tuo
posto, avrebbe fatto lo stesso. Inoltre sei qui a colpevolizzarti,
quando
Shacklebolt dovrebbe star peggio, dopotutto è lui che ha una
ragazza, lui che
ti ha permesso di avvicinarti così tanto da baciarlo
>>
Sia io che
Yvonne osserviamo la nostra migliore amica con
attenzione e nel mio caso, con altrettanta ammirazione. Ogni parola
giunge
chiara al nostro orecchio e sono certa che quel peso che gravava su
Yvy, si è
alleggerito un poco. Difatti la vedo annuire e sorridere mestamente.
<<
Cosa hai intenzione di fare comunque? >>
<<
Secondo me dovresti… >>
<<
Niente oblivion Vicky! >>
<<
Non stavo per proporle quello, miseriaccia!
Miscredente! >>
Yvonne alza una
mano, come per zittirci e alterna lo sguardo
da me e Marie per poi voltarsi e perdersi ad osservare il cielo scuro
fuori la
finestra.
<<
Gli parlerò, assicurandomi che il mio gesto non
abbia conseguenze sulla sua relazione con Jane. Poi
dimenticherò tutto >>
Alza
impercettibilmente un angolo della bocca in quello che
dovrebbe essere un mezzo sorriso.
<<
O perlomeno ci proverò
>>
E ci rialziamo,
schioccandole due baci sulle guance e
permettendole, finalmente, di riposare un po’. Non appena
sprofondo nel mio
letto, tiro le coperte sin sopra la testa, nascondendomi da una
realtà che mi
costringo ad ignorare. Fin ad oggi credevo che io ed Yvonne fossimo
uguali, una
sola anima in due corpi. Ma la verità è che non
potremmo essere più diverse.
Paragonata a
lei, non sono nemmeno degna di essere
considerata una Grifondoro; io che invece di affrontare un problema,
parlarne
con la persona interessata, preferisco fuggirne e cancellarlo con un
colpo di
bacchetta, come se non ci fosse mai stato. Ma Teddy mi ha baciata e
benché io
abbia voluto ignorarlo fin ora, mi rendo conto che non so
più farlo.
Porto le mani
sugli occhi, vorrei cancellare le immagini
che, prepotenti, ritornano alla mia mente. Voglio scacciarle con un
gesto secco
ed esasperato, ma è un vano tentativo. Teddy è
qui, nella mia testa. Ci sono le
sue labbra che sfiorano con irruenza la mia bocca, le sue mani che
percorrono
ogni centimetro del mio volto, i suoi occhi accesi da un sentimento a
me
sconosciuto. E’ dentro di me e nessun incantesimo
potrà cambiare questa realtà.
***
Riapro gli
occhi, quando un impertinente raggio di sole
decide di rompermi le pluffe. Ne chiudo uno, mentre l’altro
osserva
distrattamente il letto vuoto di Yvonne e la figura di Marie andare
avanti e
indietro per la stanza, intenta a riordinare qualcosa nel suo baule. Si
ferma
ad un tratto, voltandosi verso di me.
<<
Oh, sei sveglia >>
<<
No, è solo una tua impressione >>
Recupero le
coperte, tirandomele sino al naso e
raggomitolandomi in esse. Mi arriva la risatina della Summers,
così come i suoi
passi che piano si avvicinano al
mio
letto.
<<
Dovresti scendere con me per la colazione, anche se
è sabato. Hai gli allenamenti tra un’ora
>>
Balzo in piedi,
togliendo lenzuola e coperte dalla mia
persona, per gettarle lontano da me con un gesto di stizza. Mi agito
sul letto,
battendo i piedi e i pugni sul materasso. Marie rotea gli occhi,
allontanandosi
dalla mia irritazione mattutina e gettandomi la divisa come monito per
darmi
una mossa. Credo che mi ritirerò dalla squadra solo per la
poca voglia di
alzare il culo dal letto ad un’ora indecente.
Circa venti
minuti dopo, Marie mi spinge lungo le scale;
vuole velocizzare il mio passo o schiantarmi al suolo, non so. Mi
volto,
lanciandole un’occhiataccia e fermandomi due minuti buoni,
giusto per
innervosirla. E quando ho deciso di averla stuzzicata abbastanza,
riprendo a
camminare, avvertendo lo stomaco reclamare cibo.
<<
Ho talmente tanta fame che mangerei tutto il
Ministero, Ministro compreso! >>
Mi fermo
sull’ultimo gradino, trovandomi di fronte Yvonne
che, vedendoci, si volta verso di noi, e Shacklebolt che mi fissa con
un
sopracciglio inarcato e la solita aria scocciata.
<<
Senza offesa! >>
Aggiungo alla
mia prospettiva di divorare suo padre,
immagino che non sarebbe una cosa carina a vedersi. Non mi degna di una
risposta, limitandosi a lanciare un’ultima occhiata ad Yvonne
ed incamminarsi
fuori dalla Sala Comune. Una volta che ha attraversato il ritratto, mi
avvicino
ad Yvy, donandole una lieve spallata.
<<
Allora, diventerete appiccicosi come il pulcino e
il capitano? >>
<<
Noi non siamo appiccicosi! >>
Ignoro
tranquillamente la replica risentita di Marie,
concentrandomi sul viso della mia migliore amica. Accenna ad un
sorrisino,
scuotendo il capo e scrollando le spalle.
<<
Temo di no. Ho, evidentemente, immaginato cose che
non ci sono. Questione chiusa, ed ora andiamo ad ingozzarci, per
favore!
>>
Guardo di
sottecchi Marie e il suo cipiglio dubbioso, prima
di sorridere ad Yvy ed annuire. So che non deve averla presa nel modo
migliore,
so che il suo sentimento per Shacklebolt è spesso devastante
e oscura ogni
piccolo barlume di quella solarità che la caratterizza. Ma
so anche che il suo
cuore non si arrenderà mai a quest’amore, so che
lotterà per lui, sempre e
comunque, pur se il suo cervello le suggerisce tutt’altro.
Le poso un
braccio intorno alle spalle, afferrando Marie con
l’altro e spingendole letteralmente verso al Sala Grande e
non solo perché il
mio stomaco sta architettando una rivolta contro la sottoscritta, se
non lo
nutro immediatamente; ho voglia di vedere Teddy, i suoi capelli blu ed
il suo
sorriso timido e appena accennato. Voglio che mi parli e mi annoi con
qualche
stramba teoria a cui da voce, desidero stargli accanto, semplicemente.
E lo vedo poco
dopo, seduto al tavolo dei Grifondoro,
intento a parlare con Alastor, di fronte a
lui. Corro verso di loro, accasciandomi sulla panca accanto alla mia
Fatina
Turchina e facendolo sobbalzare per la sorpresa.
<<
Buongiorno Victoire >>
Gli sorrido,
sfiorandogli il braccio in un gesto del tutto
spontaneo e affettuoso. Mi sorride, porgendomi i miei pancakes, ci
aggiunge
sciroppo d’acero, miele e burro, proprio come piacciono a me.
Ed io gli passo
il suo caffè, rigorosamente amaro.
Sento un tonfo
alla mia destra, chiaro segno che anche
Yvonne ha preso posto accanto a noi.
<<
Sembrate una coppia di vecchi sposi >>
Sussulto,
rovesciando l’intero contenuto della tazza sui
pantaloni di Teddy che, naturalmente, sobbalza, quasi ustionato.
Afferro un
fazzoletto, pronta a ripulirlo, ma quando mi avvicino alla zona macchiata, fermo immediatamente la
mano. Non posso toccarlo lì, e
resto a fissare quel punto, come
imbambolata, indecisa su cosa fare.
<<
Faccio io >>
La sua voce mi
desta dalla contemplazione di quella
particolare parte del corpo umano, e con un colpo di bacchetta, si
ripulisce.
Rialzo lo sguardo su di lui, osservando i suoi capelli completamente
rossi.
Sgrano appena gli occhi, voltandomi immediatamente. Ma la situazione
non
migliora. Mi accorgo che tutti, ma proprio tutti, mi stanno fissando.
Chi con un
sorrisino malizioso, come nel caso di Yvonne, chi
con sguardo disgustato o divertito come Al e Dylan. Marie è
l’unica che guarda
da un’altra parte, col volto in fiamme. Porto una mano al
viso, sentendolo un
po’ accaldato, ma non credo assolutamente di essere
arrossita.
<<
E così… >>
Cerco in qualche
modo di intavolare un discorso sufficiente
a distogliere l’attenzione dalla mia recente figura di
m….
<<
Ti do una bella notizia Weasley, giusto per farti
dimenticare il teatrino vietato ai minori che ha inscenato poco fa
>>
Assottiglio le
palpebre, fulminando Dylan con lo sguardo. Se
è un suo tentativo per tirarmi fuori
dall’imbarazzo, sta fallendo miseramente.
Teddy al mio fianco, ha ripreso a dedicarsi alle sue uova, continuando
però a
tenere lo sguardo ben fisso nel suo piatto. Mentre i suoi capelli
ritornano
pian piano ad un colore normale, sempre se il blu può
considerarsi tale.
<<
Dicevo… che da oggi abbiamo un nuovo membro della
squadra di Quidditch >>
<<
Eh? >>
Ha la mia
completa attenzione, ora. Come ha osato introdurre
qualcun altro nella nostra ristretta cerchia di talenti senza chiedere
la mia
opinione? E’ pur vero che lui è il capitano e in
teoria, ma solo in teoria,
potrebbe farlo, ma… non si ignora così
apertamente il parere di Vicky Weasley,
miseriaccia!
Lo vedo ghignare
e indicare Vincent alla sua sinistra.
Sgrano gli occhi, rischiando di strozzarmi con la mia stessa saliva.
Sta
prendendomi in giro, non c’è altra spiegazione.
E’ il suo modo per attentare
alla mia stramba persona, non c’è alcun dubbio.
Dylan sa essere davvero sadico
e spietato.
<<
Stai scherzando, non è vero? >>
<<
No Vicky, io non scherzo mai sul Quidditch, dovresti
saperlo. E se ho dovuto scovare un altro cacciatore, è solo
colpa tua. Coote,
in seguito allo scherzo che gli hai rifilato, si rifiuta di tornare a
giocare
per la nostra squadra. Credo sia terrorizzato dalla tua violenza
ingiustificata
e ho dovuto rimpiazzarlo >>
Apro la bocca e
credo che il mio mento stia toccando la
superficie del tavolo, sporcandosi di briciole e annessi. Oltre il
danno la
beffa, e questo è completamente inaccettabile. Non solo
dovrò sopportare quel
Dentone anche agli allenamenti, ma questo accade solo ed esclusivamente
per
colpa mia e di quel piagnucolone di Coote, naturalmente.
Mi sono scavata
la fossa da sola e ora scusatemi, ma mi ci
vado a sotterrare!
<<
Congratulazioni Vinz! >>
<<
Oh, si… congratulazioni >>
Storco la bocca
alle parole delle mie migliori amiche,
rialzandomi e lasciando la tavolata e la mia colazione ancora intatta.
<<
Vicky, dove vai? >>
<<
A morire! >>
***
Sbatto
ripetutamente la testa contro il porticato, seduta in
una delle sue strette rientranze. E ancora e ancora, fin quando
qualcuno non si
siede accanto a me, distraendomi dal mio tentativo di rompermi quella
testa
bacata che mi ritrovo.
<<
Cosa stai facendo, esattamente? >>
Mi volto
lentamente, incrociando lo sguardo di Teddy. Una
qualsiasi altra persona sarebbe quantomeno spaesata e allarmata dal mio
comportamento, lui no. Mi fissa con un accenno di sorriso, ben
concentrato su
un punto preciso della mia fronte. Probabilmente sta aspettando la
comparsa di
un bel bernoccolo, un altro regalino per mia madre.
<<
Ecco… cerco di svegliarmi, ho ancora sonno >>
<<
Se continui così, più che svegliarti ti avvierai
verso il sonno eterno >>
Sbuffo una
risata, massaggiandomi la fronte. Mi lancia un’altra
occhiata, prima di guardare un punto poco precisato del cortile,
stendendo le
gambe e assumendo la solita aria pensierosa.
<<
Vinz non ti piace per niente >>
Non è
una domanda, piuttosto una semplice constatazione.
Teddy mi conosce bene, sa quali sono i miei pensieri, probabilmente
prima
ancora che si formino nella mia testa. Annuisco con convinzione,
battendo un
pugno sulla gamba.
<<
Ha troppi denti! >>
Riporta lo
sguardo su di me, per niente sorpreso dalla mia
affermazione. Ha capito che, nel mio caso, quella caratteristica
è sufficiente
a supportare la mia sgradevole teoria su quell’essere.
<<
In realtà nemmeno a me ispira molta simpatia, ma
sia a Dylan che ad Yvonne sta molto a cuore, ergo dovremmo dargli il
beneficio
del dubbio >>
<<
Mi rifiuto!
Voglio star lontana dalla sua viscit…
viscidum… visciosità >>
<<
Dal suo viscidume >>
<<
Già, è quello che ho detto >>
Sospiro,
osservando un ragazzetto che rincorre l’amico,
inciampando poi nei suoi stessi piedi. Ridacchio, prima di guardarmi
ancora
intorno e accorgermi che siamo approssimativamente soli. Non sta
dormendo, e
non c’è nessuna rompi-Fleur nei paraggi. Potrebbe
essere, questo, il momento
adatto a confessargli, finalmente, quella mia piccola e poco rilevante
colpa.
Mi schiarisco la
voce, tossicchiando appena.
<<
Teddy, c’è una cosa che dovrei proprio
dirti…
>>
<<
Ti ascolto >>
<<
Ecco, io… >>
<<
Weasley! Gli allenamenti porco Godric! Alza il culo
da lì e segui me, prima che decida di sbatterti fuori dalla
squadra prima che
tu abbia il tempo di dire Quidditch! >>
<<
Ouch >>
Sobbalzo,
voltandomi poi per dare l’ennesima testata al
muro. Inutile dire che Merlino non è esattamente dalla mia
parte.
***
<<
Weasley, ma dove hai la testa oggi? Il bolide,
porca miseria! Devi colpirlo, non stare a fissarlo! stava quasi
disarcionando
Vinz! >>
<<
Oh, ma non l’ho proprio visto! >>
Gli do le
spalle, finendo poi per volargli sopra la testa.
Naturalmente ho appena detto una piccola innocente bugia; i bolidi
riesco a
vederli quasi a miglia di distanza, ma ho voluto tranquillamente
ignorare
quello. Stava per schiantarsi sulla testa del Dentone, chi sono io per
impedire
la sua folle corsa? Inoltre sono convinta che Perrow abbia bisogno di
farsi un
po’ le ossa, o… rompersele.
<<
Dovresti concentrarti di più sul gioco, invece che
sulle tue insensate elucubrazioni >>
Mi volto,
trovandomi i trecentosessantadue denti di Vinz a
due centimetri dal viso e la cosa è indiscutibilmente
disgustosa. Inarco un
sopracciglio, stringendo il manico di scopa per evitarmi di buttarlo di
sotto.
<<
Prego? >>
<<
Hai sentito bene. Probabilmente non ti piacerò, e
la cosa non mi interessa minimamente; ma finchè siamo nella
stessa squadra e il
tuo ruolo è quello di proteggere i giocatori
dall’essere disarcionati o peggio,
ti suggerisco di comportarti da battitrice e non da ragazzina immatura
>>
Lo uccido, lo
disintegro, lo avadakedavrizzo e poi lo spello
vivo. Quel briciolo di buon senso che ancora avevo, deve essere
scomparso
all’ultima testata data al muro del porticato. La rabbia sta
invadendo ogni
briciola del mio corpo, non posso trattenerla. Lo afferro per la
divisa,
spintonandolo e avvicinandolo al mio viso.
<<
Sei riuscito ad incantare Dylan ed Yvonne, ma non
ci sei riuscito con me. Su una cosa hai ragione, tu non mi piaci. Sei
viscido,
sei falso e hai troppi denti! >>
Inarca un
sopracciglio, guardandomi con aria seccata e
perplessa allo stesso tempo. Poi sul suo viso appare un ghigno, un
sorriso
ambiguo che ha il potere di raggelarmi il sangue. Allontana la mia mano
da sé,
sistemandosi la divisa con finta noncuranza.
<<
Il tuo bel visino inganna più d’uno, non sei dolce
come appari. Dovrò stare attento a non scatenare
l’ira di una Veela? >>
<<
Il mio sangue Veela non c’entra un cazzo, Perrow!
Piuttosto ti suggerisco di non far arrabbiare una Weasley, non
garantisco per
la tua incolumità! >>
<<
Credi di intimorirmi ? >>
<<
No, credo che ti spaccherò il cu… >>
<<
Vicky, Vinz! Che fate ancora lì? Scendete! >>
Gli do una
spallata, prima di obbedire a Dylan. Riscendo
dalla mia Firebolt, lanciando un’occhiataccia a Wood e
incamminandomi verso gli
spogliatoi. Sento
che questa storia non
finirà bene, sento che inimicandomi lui, ho
contemporaneamente messo in gioco
la mia amicizia con due delle persone più importanti della
mia vita, ma allo
stesso tempo è indispensabile per me, rompergli tutti i
denti che si ritrova.
***
Una settimana,
un’intera settimana è trascorsa e quello
è
ancora tra i piedi. E’ovunque: al campo di Quidditch, in Sala
Comune, in Sala
Grande, l’altro giorno era persino in camera nostra
perché Yvonne aveva avuto
la brillante idea di farlo salire. Inutile parlare delle varie fatture
orcovolanti che ha schivato per miracolo.
Marie e Teddy
sono gli unici con cui posso parlare di quanto
questo mi mandi in bestia e la loro risposta è sempre la
stessa:
‘E’
anche lui uno studente di Hogwarts, è ovvio che sia in giro
per il castello’
Ma ovvio un
corno! Non ce lo voglio tra i piedi, e lo
sgambetto che l’altro giorno gli ho fatto, ne è
stata la prova lampante. Eppure
sembra non capire e sono giunta alla conclusione che, oltre ad avere un
problema alla bocca, ne ha uno anche al cervello.
Ma questo non
è l’unico mio problema. In questa stessa
settimana, non sono riuscita a parlare a Teddy dell’oblivion.
Ci ho provato, ma
sembra ci sia una strana congiunzione astrale per cui io e lui non
possiamo
restare due minuti soli. Ho provato a chiedere a Fiorenzo se ne sapesse
qualcosa.
‘Marte
è molto luminoso, stasera’
Questa la sua
risposta, inutile dire che non mi è servita ad
un merito piffero.
La mia vita era
pressocchè normale fino
a qualche tempo fa. Nessuna amica tristemente
innamorata, nessun dentone trai piedi, nessun bacio da obliviare,
nessuna
rivelazione da fare. E mi sorprendo sempre della mia innata
capacità di
trovarmi nei guai, anche quando non sono loro a cercarmi. No, io sono
quel tipo
di persona che i casini va a scovarseli col lanternino, giusto per
adempire
all’eredità lasciata dai miei zii.
<<
Testa tra le nuvole? >>
Sgrano gli
occhi, andando comunque a sbattere contro
qualcuno che mi afferra prontamente per le spalle, evitando di farmi
spiattellare il sedere a terra. Porto una mano sul naso, mentre gli
occhi
iniziano a lacrimarmi. Scorgo il viso di Teddy, preoccupato.
<<
Sto bene, sono solo la solita me
>>
<<
Pensavi ancora a come sbarazzarti di Perrow?
>>
<<
Più o meno >>
Riprendiamo a
camminare mentre annuisco pensierosa. Con la
coda dell’occhio mi guardo intorno, siamo soli. Puntello i
piedi al pavimento, afferrando
il suo braccio e stritolandolo. Abbassa lo sguardo su di me, guardando
la mia
espressione imbronciata e concentrata.
<<
Victoire, che cosa… >>
<<
Teddy ricordi cosa successe la sera in cui la
McGranitt ci parlò per la prima volta del Torneo?
>>
Mi guarda un
attimo spaesato, osservo la sua fronte
corrugarsi e sul viso formarsi un cipiglio adorabile.
<<
Ecco, in realtà… è imbarazzante,
ma… >>
<<
Non ricordi nulla, non è vero? >>
<<
In effetti no, ho un vuoto che comprende diverse
ore e Al mi ha riferito, poco gentilmente aggiungerei, che sembravo
reduce da
una sbornia. Assurdo perché non ho mai toccato alcool in
vita mia. Però ero
davvero confuso quel giorno e tuttora non credo di…
>>
<<
E’ colpa mia >>
Inarca un
sopracciglio, fissandomi con aria scettica. Prendo
un respiro profondo e stringo i pugni, costringendomi a mantenere gli
occhi
fissi nei suoi. Ho bisogno di dirgli la verità, non riesco
più a convivere con
questo senso di colpa. Non credevo che fosse un sentimento capace di
distruggerti a poco a poco, eppure lo sta facendo.
Sta logorandomi
senza che io possa impedirlo. Ogni volta che
gli sono vicina, sento un macigno sullo stomaco, è come se
avessi mangiato
quantità industriali di cioccorane e quelle si divertissero
a saltellarmi nello
stomaco. Non è piacevole, posso garantirlo.
<<
Siete qui, tra qualche minuto c’è il secondo
duello… andiamo? >>
No, no, e ancora
no. Mi volto lentamente, ruotando solo la
testa, per fissare la mia cosiddetta migliore amica. Yvonne
indietreggia
appena, sorridendo istericamente e aggrappandosi alla manica della
divisa di
Shacklebolt, anche quest’ultimo seriamente convinto della mia
poca sanità
mentale.
Devo avere
un’espressione orribile, forse i miei geni Veela
hanno deciso di sbucare fuori, di manifestarsi in tutto il loro superbo
splendore. E così dovrò somigliare, ai loro
occhi, ad una creatura che si
prepara a lanciare fuoco dalle mani.
<<
Oh, bhè… potete raggiungerci anche dopo, in fondo
>>
<<
No, veniamo anche noi >>
Lancio
un’occhiata disperata a Teddy che mima un ‘parliamo dopo’, prima di
incamminarmi
dietro di loro e assestare un calcio nel sedere ad Yvonne. Quando ci
vuole, ci
vuole.
Siamo ammassati
l’uno addosso all’altro nella piccola aula
per i duelli. C’è decisamente più gente
rispetto al primo duello, la maggior
parte delle altre case. Sono praticamente appiccicata a Teddy e non
rifletto
minimamente quando poso una mano sulla sua spalla, mi alzo sulle punte
e
avvicino le mie labbra al suo orecchio.
<<
Quella sera tu mi hai baciata, ed io la mattina
dopo ti ho obliviato >>
Osservo la mia
mano ricadere sul suo braccio, in una lenta
carezza mentre lui fissa ancora la pedana dinanzi a sé.
Quando si volta e
incrocio il suo sguardo, sento immediatamente la gola stringersi e il
respiro
mancarmi. Ha un’espressione incredula e… ferita.
<<
Nel prossimo duello si contenderanno la vittoria
Robert Sloper e Teddy Lupin. Prego, raggiungetemi >>
E’
Alastor a spintonare Teddy e distrarlo dal suo stato di
trance. Sembra ancora stordito quando sale sulla pedana e mi rivolge
ancora
l’ennesimo sguardo. Poi accade tutto troppo velocemente; vedo
solo il suo corpo
balzare dall’altra parte della stanza, in seguito ad uno
schintesimo di Sloper.
L’incontro non è nemmeno cominciato ed
è già finito, e la colpa è solo mia.
Rieccoci care fanciulle! Sono in ritardo?
No, è una vostra impressione
._.
Cosa c’è da dire su questo
capitolo… oh,
si! L’adorabile follia di Vicky raggiunge, oramai, livelli
davvero
preoccupanti. Non solo nei confronti del povero
Vincent, ma anche riguardo alla situazione
dell’oblivion. Bhè, perlomeno è
riuscita a confessare tutto al diretto interessato. Peccato che Teddy
né
rimasto talmente sconvolto da farsi schiantare senza opporre la minima
resistenza.
Questo è il prezzo da pagare per essere
amico di una come Victoire, scombussolarsi totalmente
l’esistenza! :D
Se volete saperne di più riguardo al
‘chiarimento’ tra Yvonne e Alastor, è
tutto in ‘Another p.o.v’. E’ breve e
riguarda solo ‘il mattino dopo’.
So di essere un tantino sadica a lasciarvi
sul più bello, ma… c’è
bisogno di suspance, ragazze! xD
Ah, il banner che vedete è opera di
LightsEfp,
che l’ha gentilmente realizzato per questa storia. Se avete
da ‘commissionarle’
qualcosa, fatevi avanti! xD
A prestissimo fanciulle! :*