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Autore: MiaStonk    30/06/2011    8 recensioni
Dimenticate una Victoire Weasley semplicemente perfetta, altezzosa e superba. Dimenticate la ragazza che ammalia col suo sguardo e il suo portamento elegante. Dimenticate la ragazza con un ottavo di sangue Veela. Fate spazio ad una giovane Grifondoro esuberante e chiassosa. Ad un giocatrice di Quidditch in gamba e stravagante. Ad un'amica leale e impicciona, ad una Victoire imperfetta, semplicemente Weasley.
Dal prologo: Ho sangue Veela nelle vene.
Lunghi capelli biondi, chiari come i raggi di una spenta luna.
Occhi di un azzurro pallido, ghiaccio direbbe qualcuno.
Ma i geni Delacour si fermano qui[...]
Non ho un portamento aggraziato, sono goffa e rumorosa.
Non ammalio con il mio sguardo, tutt’al più faccio ridere.
Sono l’orgoglio di mio zio George e la disgrazia di mia madre.
Sono una Weasley, e fiera di esserlo[...]
In ultimo, ma non meno importante, Teddy Lupin mi è completamente indifferente.
No, non sono innamorata di lui come in molti sperano.
Nemmeno lo odio come si vocifera.
A stento so che esiste, a stento ci rivolgiamo la parola.
Io vivo nel mio mondo fatto di caos e allegria.
Lui vive nel suo, fatto di ordine e noia.
Io e lui, opposti che non si attraggono.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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                                                                                           12



12. Vietato ai minori, testate e rivelazioni

 

E’ passato un po’ di tempo da quando quella sera le labbra di Teddy si sono appiccicate alle mie, per una ragione che mi è ancora ignota. Tuttavia dubito che fossi nello stesso stato in cui ora è Yvonne. Ero in preda ad un crisi isterica, sbalordita e confusa, l’opposto delle emozioni che vedo aleggiare sul volto della mia migliore amica.

 

E’ seduta da circa venti minuti sul suo letto, la schiena poggiata al muro e osserva ostinatamente le dita della sua mano, quasi le dessero risposte che lei stessa sta cercando. E’ apatica, depressa e dispiaciuta. Mai avrei creduto che baciare il ragazzo di cui è da sempre innamorata, le provocasse questo. Ho sempre immaginato che non ci avrebbe lasciato chiudere occhio, tra dettagli, urletti isterici e sogni ad occhi aperti circa il loro matrimonio nella foresta proibita. Si, perché ha sempre avuto questo bizzarro desiderio.

 

Rispondo all’occhiata preoccupata di Marie, prima di avvicinarmi ad Yvonne e picchiettare le dita sulla coperta, così da attirare la sua attenzione. Rialza il capo con lentezza, quasi le costasse fatica e mi rivolge uno sguardo vacuo e assente. Cosa le prende? Dovrebbe esserne felice, Merlino!

 

<< Yvonne perché… >>

<< Non avrei dovuto farlo. Lui sta con Jane e io non me ne sono minimamente preoccupata. Se fossi nei suoi panni, per quanto odiosa sia, non vorrei che qualcun altro baciasse il mio ragazzo. Mi sento un verme >>

 

Ora è tutto chiaro. Yvonne ha un senso dell’onore e una lealtà che avrebbero fatto invidia a Godric Grifondoro in persona.  Sospiro, avvicinandomi a lei e prendendole una mano tra le mie; la sfrego un poco, carezzandola appena.

 

<< Non sei un verme, Yvy… forse somigli qualche volta ad un avvincino, ma… >>

Tossicchio, schiarendomi la voce all’occhiata di Marie.

<< Quello che volevo dire è che ti conosciamo, sappiamo che non faresti mai del male a qualcuno, non volontariamente >>

<< Ma è proprio quello che ho fatto! >>

 

La Summers si avvicina, sedendosi sul letto accanto a noi. Sospira, portando alcune ciocche di capelli dietro l’orecchio; guarda Yvonne con sguardo sicuro e concentrato.

 

<< Quando c’è in gioco l’amore, il confine tra giusto e sbagliato è molto labile. Tu hai seguito un impulso, è stato il tuo cuore a guidarti, non avresti potuto fare diversamente. Qualsiasi altra persona, al tuo posto, avrebbe fatto lo stesso. Inoltre sei qui a colpevolizzarti, quando Shacklebolt dovrebbe star peggio, dopotutto è lui che ha una ragazza, lui che ti ha permesso di avvicinarti così tanto da baciarlo >>

 

Sia io che Yvonne osserviamo la nostra migliore amica con attenzione e nel mio caso, con altrettanta ammirazione. Ogni parola giunge chiara al nostro orecchio e sono certa che quel peso che gravava su Yvy, si è alleggerito un poco. Difatti la vedo annuire e sorridere mestamente.

 

<< Cosa hai intenzione di fare comunque? >>

<< Secondo me dovresti… >>

<< Niente oblivion Vicky! >>

<< Non stavo per proporle quello, miseriaccia! Miscredente! >>

 

Yvonne alza una mano, come per zittirci e alterna lo sguardo da me e Marie per poi voltarsi e perdersi ad osservare il cielo scuro fuori la finestra.

 

<< Gli parlerò, assicurandomi che il mio gesto non abbia conseguenze sulla sua relazione con Jane. Poi dimenticherò tutto >>

Alza impercettibilmente un angolo della bocca in quello che dovrebbe essere un mezzo sorriso.

<< O perlomeno ci proverò >>

 

E ci rialziamo, schioccandole due baci sulle guance e permettendole, finalmente, di riposare un po’. Non appena sprofondo nel mio letto, tiro le coperte sin sopra la testa, nascondendomi da una realtà che mi costringo ad ignorare. Fin ad oggi credevo che io ed Yvonne fossimo uguali, una sola anima in due corpi. Ma la verità è che non potremmo essere più diverse.

 

Paragonata a lei, non sono nemmeno degna di essere considerata una Grifondoro; io che invece di affrontare un problema, parlarne con la persona interessata, preferisco fuggirne e cancellarlo con un colpo di bacchetta, come se non ci fosse mai stato. Ma Teddy mi ha baciata e benché io abbia voluto ignorarlo fin ora, mi rendo conto che non so più farlo.

 

Porto le mani sugli occhi, vorrei cancellare le immagini che, prepotenti, ritornano alla mia mente. Voglio scacciarle con un gesto secco ed esasperato, ma è un vano tentativo. Teddy è qui, nella mia testa. Ci sono le sue labbra che sfiorano con irruenza la mia bocca, le sue mani che percorrono ogni centimetro del mio volto, i suoi occhi accesi da un sentimento a me sconosciuto. E’ dentro di me e nessun incantesimo potrà cambiare questa realtà.

 

                                                                       ***

 

Riapro gli occhi, quando un impertinente raggio di sole decide di rompermi le pluffe. Ne chiudo uno, mentre l’altro osserva distrattamente il letto vuoto di Yvonne e la figura di Marie andare avanti e indietro per la stanza, intenta a riordinare qualcosa nel suo baule. Si ferma ad un tratto, voltandosi verso di me.

 

<< Oh, sei sveglia >>

<< No, è solo una tua impressione >>

 

Recupero le coperte, tirandomele sino al naso e raggomitolandomi in esse. Mi arriva la risatina della Summers, così come i suoi passi che piano si avvicinano  al mio letto.

 

<< Dovresti scendere con me per la colazione, anche se è sabato. Hai gli allenamenti tra un’ora >>

 

Balzo in piedi, togliendo lenzuola e coperte dalla mia persona, per gettarle lontano da me con un gesto di stizza. Mi agito sul letto, battendo i piedi e i pugni sul materasso. Marie rotea gli occhi, allontanandosi dalla mia irritazione mattutina e gettandomi la divisa come monito per darmi una mossa. Credo che mi ritirerò dalla squadra solo per la poca voglia di alzare il culo dal letto ad un’ora indecente.

 

Circa venti minuti dopo, Marie mi spinge lungo le scale; vuole velocizzare il mio passo o schiantarmi al suolo, non so. Mi volto, lanciandole un’occhiataccia e fermandomi due minuti buoni, giusto per innervosirla. E quando ho deciso di averla stuzzicata abbastanza, riprendo a camminare, avvertendo lo stomaco reclamare cibo.

 

<< Ho talmente tanta fame che mangerei tutto il Ministero, Ministro compreso! >>

 

Mi fermo sull’ultimo gradino, trovandomi di fronte Yvonne che, vedendoci, si volta verso di noi, e Shacklebolt che mi fissa con un sopracciglio inarcato e la solita aria scocciata.

 

<< Senza offesa! >>

 

Aggiungo alla mia prospettiva di divorare suo padre, immagino che non sarebbe una cosa carina a vedersi. Non mi degna di una risposta, limitandosi a lanciare un’ultima occhiata ad Yvonne ed incamminarsi fuori dalla Sala Comune. Una volta che ha attraversato il ritratto, mi avvicino ad Yvy, donandole una lieve spallata.

 

<< Allora, diventerete appiccicosi come il pulcino e il capitano? >>

<< Noi non siamo appiccicosi! >>

 

Ignoro tranquillamente la replica risentita di Marie, concentrandomi sul viso della mia migliore amica. Accenna ad un sorrisino, scuotendo il capo e scrollando le spalle.

 

<< Temo di no. Ho, evidentemente, immaginato cose che non ci sono. Questione chiusa, ed ora andiamo ad ingozzarci, per favore! >>

 

Guardo di sottecchi Marie e il suo cipiglio dubbioso, prima di sorridere ad Yvy ed annuire. So che non deve averla presa nel modo migliore, so che il suo sentimento per Shacklebolt è spesso devastante e oscura ogni piccolo barlume di quella solarità che la caratterizza. Ma so anche che il suo cuore non si arrenderà mai a quest’amore, so che lotterà per lui, sempre e comunque, pur se il suo cervello le suggerisce tutt’altro.

 

Le poso un braccio intorno alle spalle, afferrando Marie con l’altro e spingendole letteralmente verso al Sala Grande e non solo perché il mio stomaco sta architettando una rivolta contro la sottoscritta, se non lo nutro immediatamente; ho voglia di vedere Teddy, i suoi capelli blu ed il suo sorriso timido e appena accennato. Voglio che mi parli e mi annoi con qualche stramba teoria a cui da voce, desidero stargli accanto, semplicemente.

 

E lo vedo poco dopo, seduto al tavolo dei Grifondoro,  intento a parlare con Alastor, di fronte a lui. Corro verso di loro, accasciandomi sulla panca accanto alla mia Fatina Turchina e facendolo sobbalzare per la sorpresa.

 

<< Buongiorno Victoire >>

 

Gli sorrido, sfiorandogli il braccio in un gesto del tutto spontaneo e affettuoso. Mi sorride, porgendomi i miei pancakes, ci aggiunge sciroppo d’acero, miele e burro, proprio come piacciono a me. Ed io gli passo il suo caffè, rigorosamente amaro.

Sento un tonfo alla mia destra, chiaro segno che anche Yvonne ha preso posto accanto a noi.

 

<< Sembrate una coppia di vecchi sposi >>

 

Sussulto, rovesciando l’intero contenuto della tazza sui pantaloni di Teddy che, naturalmente, sobbalza, quasi ustionato. Afferro un fazzoletto, pronta a ripulirlo, ma quando mi avvicino alla zona macchiata, fermo immediatamente la mano. Non posso toccarlo lì, e resto a fissare quel punto, come imbambolata, indecisa su cosa fare.

 

<< Faccio io >>

 

La sua voce mi desta dalla contemplazione di quella particolare parte del corpo umano, e con un colpo di bacchetta, si ripulisce. Rialzo lo sguardo su di lui, osservando i suoi capelli completamente rossi. Sgrano appena gli occhi, voltandomi immediatamente. Ma la situazione non migliora. Mi accorgo che tutti, ma proprio tutti, mi stanno fissando.

 

Chi con un sorrisino malizioso, come nel caso di Yvonne, chi con sguardo disgustato o divertito come Al e Dylan. Marie è l’unica che guarda da un’altra parte, col volto in fiamme. Porto una mano al viso, sentendolo un po’ accaldato, ma non credo assolutamente di essere arrossita.

 

<< E così… >>

 

Cerco in qualche modo di intavolare un discorso sufficiente a distogliere l’attenzione dalla mia recente figura di m….

 

<< Ti do una bella notizia Weasley, giusto per farti dimenticare il teatrino vietato ai minori che ha inscenato poco fa >>

 

Assottiglio le palpebre, fulminando Dylan con lo sguardo. Se è un suo tentativo per tirarmi fuori dall’imbarazzo, sta fallendo miseramente. Teddy al mio fianco, ha ripreso a dedicarsi alle sue uova, continuando però a tenere lo sguardo ben fisso nel suo piatto. Mentre i suoi capelli ritornano pian piano ad un colore normale, sempre se il blu può considerarsi tale.

 

<< Dicevo… che da oggi abbiamo un nuovo membro della squadra di Quidditch >>

<< Eh? >>

 

Ha la mia completa attenzione, ora. Come ha osato introdurre qualcun altro nella nostra ristretta cerchia di talenti senza chiedere la mia opinione? E’ pur vero che lui è il capitano e in teoria, ma solo in teoria, potrebbe farlo, ma… non si ignora così apertamente il parere di Vicky Weasley, miseriaccia!

 

Lo vedo ghignare e indicare Vincent alla sua sinistra. Sgrano gli occhi, rischiando di strozzarmi con la mia stessa saliva. Sta prendendomi in giro, non c’è altra spiegazione. E’ il suo modo per attentare alla mia stramba persona, non c’è alcun dubbio. Dylan sa essere davvero sadico e spietato.

 

<< Stai scherzando, non è vero? >>

<< No Vicky, io non scherzo mai sul Quidditch, dovresti saperlo. E se ho dovuto scovare un altro cacciatore, è solo colpa tua. Coote, in seguito allo scherzo che gli hai rifilato, si rifiuta di tornare a giocare per la nostra squadra. Credo sia terrorizzato dalla tua violenza ingiustificata e ho dovuto rimpiazzarlo >>

 

Apro la bocca e credo che il mio mento stia toccando la superficie del tavolo, sporcandosi di briciole e annessi. Oltre il danno la beffa, e questo è completamente inaccettabile. Non solo dovrò sopportare quel Dentone anche agli allenamenti, ma questo accade solo ed esclusivamente per colpa mia e di quel piagnucolone di Coote, naturalmente.

 

Mi sono scavata la fossa da sola e ora scusatemi, ma mi ci vado a sotterrare!

 

<< Congratulazioni Vinz! >>

<< Oh, si… congratulazioni >>

 

Storco la bocca alle parole delle mie migliori amiche, rialzandomi e lasciando la tavolata e la mia colazione ancora intatta.

 

<< Vicky, dove vai? >>

<< A morire! >>

 

                                                                        ***

 

Sbatto ripetutamente la testa contro il porticato, seduta in una delle sue strette rientranze. E ancora e ancora, fin quando qualcuno non si siede accanto a me, distraendomi dal mio tentativo di rompermi quella testa bacata che mi ritrovo.

 

<< Cosa stai facendo, esattamente? >>

 

Mi volto lentamente, incrociando lo sguardo di Teddy. Una qualsiasi altra persona sarebbe quantomeno spaesata e allarmata dal mio comportamento, lui no. Mi fissa con un accenno di sorriso, ben concentrato su un punto preciso della mia fronte. Probabilmente sta aspettando la comparsa di un bel bernoccolo, un altro regalino per mia madre.

 

<< Ecco… cerco di svegliarmi, ho ancora sonno >>

<< Se continui così, più che svegliarti ti avvierai verso il sonno eterno >>

 

Sbuffo una risata, massaggiandomi la fronte. Mi lancia un’altra occhiata, prima di guardare un punto poco precisato del cortile, stendendo le gambe e assumendo la solita aria pensierosa.

 

<< Vinz non ti piace per niente >>

 

Non è una domanda, piuttosto una semplice constatazione. Teddy mi conosce bene, sa quali sono i miei pensieri, probabilmente prima ancora che si formino nella mia testa. Annuisco con convinzione, battendo un pugno sulla gamba.

 

<< Ha troppi denti! >>

 

Riporta lo sguardo su di me, per niente sorpreso dalla mia affermazione. Ha capito che, nel mio caso, quella caratteristica è sufficiente a supportare la mia sgradevole teoria su quell’essere.

 

<< In realtà nemmeno a me ispira molta simpatia, ma sia a Dylan che ad Yvonne sta molto a cuore, ergo dovremmo dargli il beneficio del dubbio >>

<< Mi rifiuto!  Voglio star lontana dalla sua viscit… viscidum… visciosità >>

<< Dal suo viscidume >>

<< Già, è quello che ho detto >>

 

Sospiro, osservando un ragazzetto che rincorre l’amico, inciampando poi nei suoi stessi piedi. Ridacchio, prima di guardarmi ancora intorno e accorgermi che siamo approssimativamente soli. Non sta dormendo, e non c’è nessuna rompi-Fleur nei paraggi. Potrebbe essere, questo, il momento adatto a confessargli, finalmente, quella mia piccola e poco rilevante colpa.

Mi schiarisco la voce, tossicchiando appena.

 

<< Teddy, c’è una cosa che dovrei proprio dirti… >>

<< Ti ascolto >>

<< Ecco, io… >>

<< Weasley! Gli allenamenti porco Godric! Alza il culo da lì e segui me, prima che decida di sbatterti fuori dalla squadra prima che tu abbia il tempo di dire Quidditch! >>

<< Ouch >>

 

Sobbalzo, voltandomi poi per dare l’ennesima testata al muro. Inutile dire che Merlino non è esattamente dalla mia parte.

 

                                                                  ***

 

<< Weasley, ma dove hai la testa oggi? Il bolide, porca miseria! Devi colpirlo, non stare a fissarlo! stava quasi disarcionando Vinz! >>

<< Oh, ma non l’ho proprio visto! >>

 

Gli do le spalle, finendo poi per volargli sopra la testa. Naturalmente ho appena detto una piccola innocente bugia; i bolidi riesco a vederli quasi a miglia di distanza, ma ho voluto tranquillamente ignorare quello. Stava per schiantarsi sulla testa del Dentone, chi sono io per impedire la sua folle corsa? Inoltre sono convinta che Perrow abbia bisogno di farsi un po’ le ossa, o… rompersele.

 

<< Dovresti concentrarti di più sul gioco, invece che sulle tue insensate elucubrazioni >>

 

Mi volto, trovandomi i trecentosessantadue denti di Vinz a due centimetri dal viso e la cosa è indiscutibilmente disgustosa. Inarco un sopracciglio, stringendo il manico di scopa per evitarmi di buttarlo di sotto.

 

<< Prego? >>

<< Hai sentito bene. Probabilmente non ti piacerò, e la cosa non mi interessa minimamente; ma finchè siamo nella stessa squadra e il tuo ruolo è quello di proteggere i giocatori dall’essere disarcionati o peggio, ti suggerisco di comportarti da battitrice e non da ragazzina immatura >>

 

Lo uccido, lo disintegro, lo avadakedavrizzo e poi lo spello vivo. Quel briciolo di buon senso che ancora avevo, deve essere scomparso all’ultima testata data al muro del porticato. La rabbia sta invadendo ogni briciola del mio corpo, non posso trattenerla. Lo afferro per la divisa, spintonandolo e avvicinandolo al mio viso.

 

<< Sei riuscito ad incantare Dylan ed Yvonne, ma non ci sei riuscito con me. Su una cosa hai ragione, tu non mi piaci. Sei viscido, sei falso e hai troppi denti! >>

 

Inarca un sopracciglio, guardandomi con aria seccata e perplessa allo stesso tempo. Poi sul suo viso appare un ghigno, un sorriso ambiguo che ha il potere di raggelarmi il sangue. Allontana la mia mano da sé, sistemandosi la divisa con finta noncuranza.

 

<< Il tuo bel visino inganna più d’uno, non sei dolce come appari. Dovrò stare attento a non scatenare l’ira di una Veela? >>

<< Il mio sangue Veela non c’entra un cazzo, Perrow! Piuttosto ti suggerisco di non far arrabbiare una Weasley, non garantisco per la tua incolumità! >>

<< Credi di intimorirmi ? >>

<< No, credo che ti spaccherò il cu… >>

<< Vicky, Vinz! Che fate ancora lì? Scendete! >>

 

Gli do una spallata, prima di obbedire a Dylan. Riscendo dalla mia Firebolt, lanciando un’occhiataccia a Wood e incamminandomi verso gli spogliatoi.  Sento che questa storia non finirà bene, sento che inimicandomi lui, ho contemporaneamente messo in gioco la mia amicizia con due delle persone più importanti della mia vita, ma allo stesso tempo è indispensabile per me, rompergli tutti i denti che si ritrova.

 

                                                                 ***

Una settimana, un’intera settimana è trascorsa e quello è ancora tra i piedi. E’ovunque: al campo di Quidditch, in Sala Comune, in Sala Grande, l’altro giorno era persino in camera nostra perché Yvonne aveva avuto la brillante idea di farlo salire. Inutile parlare delle varie fatture orcovolanti che ha schivato per miracolo.

 

Marie e Teddy sono gli unici con cui posso parlare di quanto questo mi mandi in bestia e la loro risposta è sempre la stessa:

‘E’ anche lui uno studente di Hogwarts, è ovvio che sia in giro per il castello’

 

Ma ovvio un corno! Non ce lo voglio tra i piedi, e lo sgambetto che l’altro giorno gli ho fatto, ne è stata la prova lampante. Eppure sembra non capire e sono giunta alla conclusione che, oltre ad avere un problema alla bocca, ne ha uno anche al cervello.

 

Ma questo non è l’unico mio problema. In questa stessa settimana, non sono riuscita a parlare a Teddy dell’oblivion. Ci ho provato, ma sembra ci sia una strana congiunzione astrale per cui io e lui non possiamo restare due minuti soli. Ho provato a chiedere a Fiorenzo se ne sapesse qualcosa.

‘Marte è molto luminoso, stasera’

 

Questa la sua risposta, inutile dire che non mi è servita ad un merito piffero.

La mia vita era pressocchè normale fino a qualche tempo fa. Nessuna amica tristemente innamorata, nessun dentone trai piedi, nessun bacio da obliviare, nessuna rivelazione da fare. E mi sorprendo sempre della mia innata capacità di trovarmi nei guai, anche quando non sono loro a cercarmi. No, io sono quel tipo di persona che i casini va a scovarseli col lanternino, giusto per adempire all’eredità lasciata dai miei zii.

 

<< Testa tra le nuvole? >>

 

Sgrano gli occhi, andando comunque a sbattere contro qualcuno che mi afferra prontamente per le spalle, evitando di farmi spiattellare il sedere a terra. Porto una mano sul naso, mentre gli occhi iniziano a lacrimarmi. Scorgo il viso di Teddy, preoccupato.

 

<< Sto bene, sono solo la solita me >>

<< Pensavi ancora a come sbarazzarti di Perrow? >>

<< Più o meno >>

 

Riprendiamo a camminare mentre annuisco pensierosa. Con la coda dell’occhio mi guardo intorno, siamo soli. Puntello i piedi al pavimento, afferrando il suo braccio e stritolandolo. Abbassa lo sguardo su di me, guardando la mia espressione imbronciata e concentrata.

 

<< Victoire, che cosa… >>

<< Teddy ricordi cosa successe la sera in cui la McGranitt ci parlò per la prima volta del Torneo? >>

Mi guarda un attimo spaesato, osservo la sua fronte corrugarsi e sul viso formarsi un cipiglio adorabile.

<< Ecco, in realtà… è imbarazzante, ma… >>

<< Non ricordi nulla, non è vero? >>

<< In effetti no, ho un vuoto che comprende diverse ore e Al mi ha riferito, poco gentilmente aggiungerei, che sembravo reduce da una sbornia. Assurdo perché non ho mai toccato alcool in vita mia. Però ero davvero confuso quel giorno e tuttora non credo di… >>

<< E’ colpa mia >>

 

Inarca un sopracciglio, fissandomi con aria scettica. Prendo un respiro profondo e stringo i pugni, costringendomi a mantenere gli occhi fissi nei suoi. Ho bisogno di dirgli la verità, non riesco più a convivere con questo senso di colpa. Non credevo che fosse un sentimento capace di distruggerti a poco a poco, eppure lo sta facendo.

 

Sta logorandomi senza che io possa impedirlo. Ogni volta che gli sono vicina, sento un macigno sullo stomaco, è come se avessi mangiato quantità industriali di cioccorane e quelle si divertissero a saltellarmi nello stomaco. Non è piacevole, posso garantirlo.

 

<< Siete qui, tra qualche minuto c’è il secondo duello… andiamo? >>

 

No, no, e ancora no. Mi volto lentamente, ruotando solo la testa, per fissare la mia cosiddetta migliore amica. Yvonne indietreggia appena, sorridendo istericamente e aggrappandosi alla manica della divisa di Shacklebolt, anche quest’ultimo seriamente convinto della mia poca sanità mentale.

 

Devo avere un’espressione orribile, forse i miei geni Veela hanno deciso di sbucare fuori, di manifestarsi in tutto il loro superbo splendore. E così dovrò somigliare, ai loro occhi, ad una creatura che si prepara a lanciare fuoco dalle mani.

 

<< Oh, bhè… potete raggiungerci anche dopo, in fondo >>

<< No, veniamo anche noi >>

 

Lancio un’occhiata disperata a Teddy che mima un ‘parliamo dopo’, prima di incamminarmi dietro di loro e assestare un calcio nel sedere ad Yvonne. Quando ci vuole, ci vuole.

 

Siamo ammassati l’uno addosso all’altro nella piccola aula per i duelli. C’è decisamente più gente rispetto al primo duello, la maggior parte delle altre case. Sono praticamente appiccicata a Teddy e non rifletto minimamente quando poso una mano sulla sua spalla, mi alzo sulle punte e avvicino le mie labbra al suo orecchio.

 

<< Quella sera tu mi hai baciata, ed io la mattina dopo ti ho obliviato >>

 

Osservo la mia mano ricadere sul suo braccio, in una lenta carezza mentre lui fissa ancora la pedana dinanzi a sé. Quando si volta e incrocio il suo sguardo, sento immediatamente la gola stringersi e il respiro mancarmi. Ha un’espressione incredula e… ferita.

 

<< Nel prossimo duello si contenderanno la vittoria Robert Sloper e Teddy Lupin. Prego, raggiungetemi >>

 

E’ Alastor a spintonare Teddy e distrarlo dal suo stato di trance. Sembra ancora stordito quando sale sulla pedana e mi rivolge ancora l’ennesimo sguardo. Poi accade tutto troppo velocemente; vedo solo il suo corpo balzare dall’altra parte della stanza, in seguito ad uno schintesimo di Sloper. L’incontro non è nemmeno cominciato ed è già finito, e la colpa è solo mia.

 

 

 

 

 

 

 

Rieccoci care fanciulle! Sono in ritardo? No, è una vostra impressione  ._.

Cosa c’è da dire su questo capitolo… oh, si! L’adorabile follia di Vicky raggiunge, oramai, livelli davvero preoccupanti. Non solo nei confronti del povero Vincent, ma anche riguardo alla situazione dell’oblivion. Bhè, perlomeno è riuscita a confessare tutto al diretto interessato. Peccato che Teddy né rimasto talmente sconvolto da farsi schiantare senza opporre la minima resistenza.

Questo è il prezzo da pagare per essere amico di una come Victoire, scombussolarsi totalmente l’esistenza! :D

Se volete saperne di più riguardo al ‘chiarimento’ tra Yvonne e Alastor, è tutto in ‘Another p.o.v’. E’ breve e riguarda solo ‘il mattino dopo’.

So di essere un tantino sadica a lasciarvi sul più bello, ma… c’è bisogno di suspance, ragazze! xD

Ah, il banner che vedete è opera di LightsEfp, che l’ha gentilmente realizzato per questa storia. Se avete da ‘commissionarle’ qualcosa, fatevi avanti! xD

A prestissimo fanciulle! :*

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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