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Autore: Kiki Hiwatari    05/07/2011    2 recensioni
Chiuse il portone. Il guidatore ingranò la retro, uscendo dal giardino, poi partì frenetico per allontanarsi il più possibile. Tuttavia i misteriosi aggressori parvero non essere d'accordo e lanciarono i loro bey all'inseguimento.
- Impossibile! Ci stanno raggiungendo!- urlò Daichi guardando indietro.
- Cosa?! Come possono essere così veloci?- chiese Mao
- Tenetevi ragazzi. Sarà un viaggio movimentato-
.
spero di avervi incuriosito almeno un po' (ma ne dubito)
.
ciao piacere sono Kiki (: questa è la prima storia che pubblico in assoluto, abbiate un po' di pietà perfavore. commenti, consigli e critiche sono ben accetti (:
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

 

I primi raggi del sole gli illuminavano la pelle chiara. Sentiva qualcosa solleticargli il mento, aprì gli occhi ancora intorpidito dal sonno. Improvvisamente si ricordò della serata precedente e quindi anche che Hilary gli si era addormentata addosso. Abbassò lo sguardo sul volto della brunetta semi nascosto dal suo collo, sentendo una strana stretta allo stomaco, forte ma allo stesso tempo piacevole. La attribuì alla fame, dopotutto era già mattina. Rimase a osservare quella giovane ragazza sempre allegra e sorridente per diversi minuti prima che un boato proveniente dal sedile vicino lo ridestasse. Un sorriso appena accennato gli comparve sul volto, era inutile, Takao riusciva ad avere fame persino nel sonno.

-AAAHHHHH!!!- l'urlo di Mao proruppe per tutto il furgone, svegliando di colpo i ragazzi. Solo Daichi dormiva ancora come se nulla fosse. -Takao! Cosa ti passa per la testa?!- chiese con le lacrime agli occhi mentre si massaggiava la caviglia, sulla quale si potevano notare distintamente i segni di denti lasciati dal giapponese. Il ragazzo nel frattempo era caduto rovinosamente per terra e si guardava intorno spaesato. -Che... cosa è successo? Ouahhh- chiese Max con un rumoroso sbadiglio. -Takao mi ha morso!- disse la cinesina visibilmente alterata. L'interpellato esibì un sorriso idiota - Stavo sognando di mangiare la ciambella più grande del mondo- ammise con la bava alla bocca e lo sguardo vacuo.

-Ti consiglio di smettere di sbavare o allagherai la macchina- disse divertita Hilary. Takao fece finta di offendersi, poi sembrò ricordarsi di colpo di qualcosa di importante. Si alzò di scatto, colpendo il soffitto con la testa. -Aihaiahai- si lamentò -Ragazzi, ma questo non è il dojo!-

- Non mi dire- intervenne acidamente Mariam. Il commento suscitò le risate dei compagni, fatta eccezione per quelle di Kei, che fissava qualcosa al di là del vetro. -Takao, scusa ma.. tuo nonno che fine ha fatto?- chiese Rei. -Non c'è nemmeno Rex- constatò preoccupato il professor K -Che strano. Erano qui quando mi sono addormentato...-

-Qui c'è una casa- disse atono Kei indicando il finestrino -Forse allora è lì- ipotizzò la brunetta. Tentando di voltarsi verso il finestrino però si era ritrovata con il viso del blaider russo a pochissimi centimetri dal proprio. Le gote della ragazza presero immediatamente fuoco. -C-che ne dite d-di andare a c-con-controllare?- propose imbarazzatissima evitando accuratamente lo sguardo del ragazzo dai capelli argentei. Aprì la portiera e saltò giù dal furgone. -Ragazzi? E Daichi?- chiese il prof., impossibilitato a scendere a causa del rosso. -Sveglialo- decretò con semplicità Takao. -Ci ho provato, ma non si sveglia-

-Uffa- sbuffò - Ok ti aiuto io-

Intanto il resto dei ragazzi era sceso dal mezzo e si era avviato verso la casa. Anche se definirla casa era un eufemismo: villa o reggia sarebbe stato più appropriato. Davanti al gruppetto si innalzava una gigantesca costruzione antica in stile occidentale. Era immensa e bellissima, le pareti bianche si intonavano perfettamente con il ghiaino chiaro del viottolo. Il prato inglese finemente tagliato e gli alberi in fiore sul retro della villa trasmettevano una sorta tranquillità quasi irreale. Il tutto con un dolcissimo sottofondo di uccellini cinguettanti.

Hilary e Mao non riuscirono a dire nient'altro che non fosse un 'wow' sommesso. Persino Mariam osservava l'edificio con sguardo meravigliato. Gli occhi le brillavano e Max non poté evitare di rimanerne incantato. La ragazza se ne accorse e lo freddò con uno sguardo a dir poco glaciale, ma l'americano sembrò non accorgersene dedicandoli un sorriso prima di voltarsi verso Rei, che aveva appena suonato il campanello. Pochi secondi dopo la porta venne aperta da un uomo sulla sessantina d'anni, vestito elegantemente e dai modi composti.

-Il signore desidera?- chiese in modo austero

-Scusi saprebbe dirmi se un ragazzo dai capelli verdi e un signore anziano sono qui?- chiese gentilmente Rei. Il maggiordomo squadrava, dall'alto del suo metro e novanta, i ragazzi, osservando perplesso Takao che raggiungeva il resto del gruppo con Daichi in spalla ed il professor K immediatamente dietro. L'uomo alzò interrogativamente un sopracciglio, tuttavia rispose: -Si. Il signor J sta riposando in una delle stanze, mentre il signorino Rex sta gustando la colazione in compagnia dei padroni di casa.-

Alla parola 'colazione' Takao scattò come una molla. -Colazione? Cibo? Non è che può farci entrare?- chiese esaltato con uno sguardo famelico che la diceva lunga sull'appetito del blaider.

-Takao si più educato- gli intimò Hilary assestandoli un pugno sulla testa -Scusi il mio scortese amico- continuò la ragazza sottolineando il comportamento scorretto del giapponese.

-Sarebbe possibile vederli?- domandò Mao. -Attendete un momento- l'uomo si richiuse la porta alle spalle e sparì all'interno della villa.

-Però che tipo strano- constatò perplesso il prof. -Certo che qui non manca proprio niente- disse Max -Hanno anche il maggiordomo-

Un verso simile ad un grugnito eruppe in quel attimo di quiete. -Possibile che questo pidocchio non si sia ancora svegliato?- chiese con disappunto -Il gamberetto che mi ha rubato ieri sera si sente. È pesante il marmocchio-

-Ma ci stai ancora pensando?- chiese Mariam a metà tra l'allucinato e lo sbalordito. Takao stava per ribattere quanto la porta si riaprì di scatto facendo sobbalzare il gruppetto. -Hey! Allora ce l'avete fatta a svegliarvi- scherzò Rex, sulla soglia accanto al sessantenne.

-Perché tu sei qui a fare colazione?- gli chiese Takao sentendo i gorgoglii del suo stomaco farsi più frequenti. Hilary notò lo sguardo perso nel vuoto con un espressione mista tra il sognante e il famelico. “Oh-oh. Qui si mette male” -Scusa non è che potremmo magiare qualcosa anche noi prima di fare da colazione al pozzo senza fondo qui accanto?- chiese la brunetta indicando l'amico. La ragazza si ricordava perfettamente di quando Takao, avendo saltato il pranzo, aveva inseguito Max e il professor K, gridando con la bava alla bocca: -Forza venite qui! Voglio solo assaggiarvi, avete un aspetto così delizioso. È dalla settimana scorsa che non mangio cheese burger e patatine fritte!- ed altre frasi di questo tipo. Hilary rise al ricordo di quella situazione.

Rex fece strada ai ragazzi, mentre il maggiordomo spariva in cucina a procurasi altro cibo. Il gruppo giunse in un'immensa sala: al centro vi era un gigantesco tavolo di legno bianco, ad occhio e croce aveva una ventina di posti, due pareti erano formate da luminose vetrate che offrivano una splendida vista sul giardino. I ragazzi erano davvero colpiti, dall'interno la villa sembrava ancora più spaziosa. Finalmente anche Daichi si svegliò.

-Buon giorno miei cari ragazzi- li salutò il presidente della BBA-È un piacere rivedervi-

-Salve signor Daitenji-

- Questo è Gouenji, mio fratello- disse presentando il signore accanto a sé. L'uomo doveva avere qualche anno di meno rispetto al fratello, era molto simile al presidente, nonostante la barba e i capelli un po' più lunghi. -Loro invece sono Rico-

-Piacere- intervenne con un sorriso il ragazzo alto e abbronzato seduto a capotavola. Aveva circa vent'anni, i capelli, che erano bianchi a sinistra e neri nella parte destra, si incontravano al centro creando un piccola cresta, inoltre aveva gli occhi del colore del mare più profondo, nei quali tutte le ragazze parvero perdersi per alcuni istanti. Aveva un abbigliamento che ricordava quello di un pirata: camicia blu con il colletto alzato e le maniche arrotolate fin sopra al gomito, pantaloni di tela con una semplice corda come cintura e anfibi marroni.

-E Christal, i miei nipoti- continuò Daitenji con il suo solito tono, indicando la ragazza abbronzata vicino a Rico. Come il fratello la ragazza aveva bellissimi occhi cerulei e lunghi capelli chiari, tendenti al bianco. Indossava una bandana azzurra che le copriva la testa, una camicia del medesimo colore, una gonna di tela ed un paio di alti stivali di cuoio. Anche lei esibì un ampio sorriso prima di salutare i nuovi arrivati con la mano.

-Infine lei è Kate e, come Rex, lavora per me- L'interpellata alzò lo sguardo sui nuovi arrivati, svelando degli occhi più rossi del sangue, simili al fuoco vivo. Facevano quasi paura, quello sguardo penetrante sembrava volerli trafiggere da parte a parte ed uno strano brivido percorse la schiena del gruppo, compreso Rex che non era ancora riuscito ad abituarsi allo sguardo glaciale della compagna. Kate aveva lunghi capelli neri legati in una coda alta, mentre una ciocca di capelli rossa attraversava tutto il ciuffo che le copriva leggermente il viso. Indossava una bandana, anch'essa rossa, segata intorno al collo, una maglietta maniche corte nera, dei pantaloncini grigi e un paio di stivali bassi neri. Dopo averli lanciato una prima occhiata la ragazza tornò a concentrarsi sulla propria colazione. Allora anche i ragazzi presero posto al tavolo iniziando a mangiare.

La colazione passò tranquilla, parlando del più e del meno, in modo da conoscersi meglio. Il gruppetto scoprì che Rex e gli altri erano blaider come loro. Il bey di Rex, Tellus, era verde e oro ed il suo animale sacro era un armadillo. Quello di Rico portava il nome di Enlil, era bianco e sul bit vi era l'immagine di un pappagallo blu. Christal possedeva Yaw, un beyblade turchese il cui animale sacro era una manta. Infine il bey di Kate era nero con delle striature rosse ed sul suo bit power appariva l'immagine di un tirannosauro, il suo nome era Vanth.

Solamente dopo che la conversazione venne spostata nel ampio salotto della reggia il signor Daitenji decise di spiegare brevemente la situazione ai blaider: -Miei cari ragazzi, vi ho fatto portare qui e non alla sede della BBA per la vostra sicurezza- Takao stava per intervenire ma l'uomo lo zittì con un segno della mano -Le domande alla fine. Allora, stavo dicendo... L'altra sera siete stati attaccati la cinque beyblade neri, giusto? Purtroppo non sappiamo molto sul loro conto- ammise con un sospiro -le informazioni che abbiamo non ci rivelano molto. Sappiamo che il loro capo è una giovane donna russa, che vuole usare il poter dei bit power per scopi malvagi. I bey a loro disposizione possiedono una forza inaudita e nessuno finora è stato in grado di sconfiggerli. Nemmeno voi potete niente contro la loro forza spaventosa- Takao e Daichi tentarono di intervenire, va furono nuovamente zittiti. -Tuttavia... ci sarebbe un modo..- decretò rimanendo sul vago. I blaider erano visibilmente sulle spine. -Non sarà semplice, ma è l'unico modo-

 

 


 

 

Spazio autrice:

eccomi di nuovo (: vi lascio sul vago. He he he xD per quanto riguarda questa seconda parte è un po' un capitolo di transizione. Non ci sono stati avvenimenti entusiasmanti o altro. Insomma, non è niente di che. Spero di non essermi dilungata troppo, di non avervi annoiato e sopratutto di non avervi deluso (più di tanto >___<)

un ringraziamento speciale a chi ha commentato, a chi la messa tra le seguite e le preferite (non credevo che fosse possibile), ma anche a chi legge e basta (:

Fatemi sapere che ne pensate di questo nuovo capitolo, naturalmente anche per quanto riguarda errori e altro

un bacione, Kiki (:

  
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