Phoenix’s flames
“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”
Enif Aurora Icecrow.
Capitolo 20: La mamma
“Non
può
metterli a corrente!” Dorea aveva alzato la voce facendo un
passo verso Moody.
Era rimasta felicemente sorpresa quando Alastor aveva bussato alla sua
porta,
quella domenica di aprile, dicendo di voler prendere solo un the con
una
vecchia amica. Si era illusa che l’amico non portasse brutte
notizie, ed
invece…
“Dorea,
si tratta di sicurezza…”
“Ma
mio
nipote nascerà ad Agosto non c’è motivo
per turbare Lily, hai visto anche tu
com’è diventata Alice da quando ha saputo che sono
segnati…”
Moody si passò
una mano sul volto stancamente,
aveva avvertito Silente che raccontare a Dorea
dell’intenzione di mettere Lily
e James al corrente della profezia per sicurezza non era una buona
idea.
Sospirò stancamente.
“Lo
so
che tuo nipote nascerà ad Agosto… ma non penso
che i Mangiamorte conoscano la
scadenza della gravidanza di Lily…”
“Non
dovrebbero nemmeno sapere che Lily aspetta un bambino se è
per questo!” ribatté
alterata la donna.
“Infatti
non dovrebbero esserne a conoscenza…” disse
cercando di calmare la donna.
“Vedi,
allora il problema non c’è e non vedo il motivo di
dare loro anche questa
preoccupazione…” disse lei sicura.
“Dorea,
e
se dovessero venirne a conoscenza?” tentò cauto
Alastor
“Ma
il
bambino nascerà ad Agosto…”
“E se
non
lo sapessero… e volessero eliminare il problema prima che si
presenti… nessuno
vuole che Lily e James si chiudano in casa sprangando la porta, ma
capisci anche
tu che un po’ di prudenza…”
sperò che a quella frase non potesse ribattere in
alcun modo. Odiava discutere con Dorea, già dai tempi di
Hogwarts, era come
andare a sbattere contro un muro, ma in quel muro ci doveva pur essere
una
porta e bastava semplicemente trovarla.
La donna
restò in silenzio per qualche minuto.
“Quindi
dici di metterli al corrente in modo tale da evitare che facciano gli
scemi?”
disse Dorea, risedendosi. L’ansia stava svanendo e come ogni
volta un lieve
giramento di testa accompagnava il ritorno alla normalità.
Ormai aveva imparato
a dissimularlo sedendosi o abbassando lentamente il capo. Per quanto
James le
potesse dire di andare al San Mungo lei in quel posto non ci avrebbe
messo
piede.
“Dorea,
va tutto bene?”
“Sì,
certo perché?” forse non era ancora
così brava a mentire.
“No,
nulla…” disse Moody scrollando la testa, forse era
stata solo una sua
impressione…
"Va
ben Alastor... ma ti chiedo solo una cosa... gliene posso parlare io?"
disse abbattuta la donna.
Alastor
annuì
"Certamente..."
capiva che probabilmente Albus l'aveva mandato da lei proprio per
quello.
Dorea
annuì rimanendo ancora seduta, il giramento di testa non se
ne era ancora
andato e non voleva per alcun motivo mettere Alastor a conoscenza del
suo malessere,
conoscendolo si sarebbe fatto in cinque per aiutarla, ma non poteva
fare nulla.
"Dorea?"
La donna
alzò gli occhi fissando l'amico.
"Si?"
"Guarda
che ti osservo da parecchio tempo ed è dalla morte di
Charlus che non sei più tu..."
“È
normale
che un lutto cambi una persona..." disse lei sicura.
"Non
intendevo questo... Stai male, me ne sono accorto sai... All'inizio
erano
piccoli dettagli che avevo associato al lutto, ma ora... Guardati...
Sei
pallida e magra..."
"Alastor
non c'è nulla che non va..."
"Ti
ricordo che come tuo marito sono un'Auror... Potrai darla a bere a
tutti ma a
me no..."
Dorea si
torse nervosamente le mani, mentre prendeva coraggio.
"Sto
morendo, Alastor... Ma non dirlo a James..."
▀■▪■▀
Enif
guardò Lily seduta sul divano, Snidget le era appena saltato
in braccio, e la
rossa lo stava accarezzando distrattamente tenendo l'altra mano
appoggiata al
pancione ormai ben visibile.
"James
dice che è sicuramente un maschio..." disse distrattamente.
"Beh
sai che ci sarebbe un modo rapido per..."
"No!
Voglio che sia una sorpresa..." la fermò, Enif sorrise.
"Lo
so, l'ho detto apposta"
"Secondo
te? Voglio il parere di Enif non del guaritore che c'è in
te..." Enif
prese la mano di Lily studiandola attentamente, mentre
l’amica rideva.
"Premettendo
che sono stata sempre un schifezza in divinazione direi: femmina!"
"Allora
James ha ragione, sarà un maschio..." ridacchiò
Lily.
"Ehi!"
disse Enif ridendo a sua volta e lanciandole giocosamente un cuscino.
Lily rise
ritornandoglielo.
"Che
allegria che c'è qui!" disse James entrando nella stanza
seguito da Sirius.
"Enif
ha confermato la tua previsione... Ha divinato che sia femmina..."
"Uff!
LILY!" risero tutti assieme.
"Piuttosto
Enif, mia madre si è lasciata visitare da te o l'ha detto
per tranquillizzarmi
e ti ha spedita fuori a calci?"
Enif si
morse le labbra.
"Beh..."
"Ho
capito, ha detto che non ha niente e non si è fatta
visitare..." Enif
colse la palla al balzo.
"Già,
proprio così, tua madre quando si mette in testa qualcosa
non c'è verso di toglierglielo
dalla testa..."
"Lo
sapevo, ma appena la vedo mi sente..." disse il ragazzo "si parla della
sua salute che diavolo!" Enif evitò lo sguardo dei presenti
tornando al
colloquio che aveva avuto con la signora Potter.
"Allora?"
"Vede Signora
Potter..."
"Enif vedo
quelle lacrime mal
trattenute... Sto morendo?" Enif non aveva potuto far altro che
annuire. "Di
cosa?"
"Il suo cuore
signora... Per
dirlo in maniera semplice sta cedendo..."
"Sono dovuti a
questo i
giramenti di testa?" Enif annuì
"Signora io...
Mi dispiace..."
"Enif
è normale... è la
vita..."
"Lo so ma..."
"Solo una
cosa... Non dirlo a
James, lui e Lily hanno così tanto a cui pensare: con il
bambino e tutto il
resto..."
"Si,
però..."
"Enif mi affido
al tuo segreto
professionale..."
"Eny?"
"Eh,
come?" Sirius sorrise comprensivo
"Dicevamo
se sapevi a che ora finiva il turno di Remus e Peter..." Enif
guardò
l'orologio alla parete. "Dovrebbero essere qui a minuti..."
Enif non
finì nemmeno di parlare che il campanello suonò.
"Andiamo
noi! Vieni Sirius!" disse James trascinando l'amico alla porta. Enif
guardò Lily, forse le serviva un consiglio
"Lily,
se tu sapessi una cosa importante ma per segreto professionale non
potessi dirla,
anche se secondo te sarebbe giusto farlo..."
"Hai
curato un Mangiamorte!"
"No...
Io...non..."
"Enif
devi denunciarlo!"
"No,
Lily hai completamente sbagliato..."
"Allora
cosa?"
"Eccoci
qui!" trillò allegro James rientrando con Remus e Peter.
Lily si alzò andando
loro incontro ed abbracciandoli.
"Come
sta Ramoso Jr?" chiese Peter sorridente accennando al pancione di Lily.
"Un
vero malandrino, appena vorrei dormire comincia a scalciare!" rise Lily.
"Voi
piuttosto sono secoli che non ci vediamo! Come va? Tutto bene?" Chiese
mentre riprendeva posto sul divano. "Prego, servitevi l'abbiamo fatta
io
ed Enif, la torta!" esclamò la rossa. Remus e Peter
guardarono Enif
scettici.
"Non
glielo dovevi dire che ci ho messo lo zampino io, crederanno che non
sia
commestibile!" protestò Enif.
"Ho
fatto da cavia, è buona! E non tossica!" rise Sirius.
"Parla
quello che si mangia lo yogurt con il ketchup..." commentò
Peter.
"Ehi
quella roba babbana è deliziosa e sta bene ovunque! Anche
nello yogurt!"
si difese Sirius. Remus prese una fetta.
"Considerando
che comunque sia credo di essere immune a molti veleni..."
"Rem!
Non ti ci mettere anche tu! " esclamò Enif ridendo. Remus
rise
assaggiandola.
"Per
una volta sono d’accordo con Sirius, non è niente
male…"
"E
se Remus dice che non è niente male vuol dire che
è squisita!" esclamò
Peter prendendo una fetta.
"All'Arcadia
come va?" chiese Enif tentando di sviare il discorso dal dolce.
“È
un
negozio di antiquariato che vuoi che ti dica. Pochi clienti, babbani
uno più
strano dell'altro, ma il cognato di Marlene è un uomo
apposto senza pregiudizi.
Un babbano tollerante e alquanto appassionato, dice che suo fratello
gli ha
raccontato tutto di Hogwarts e non fa altro che chiedermi del nostro
mondo,
anche se forse per ora ha finito gli argomenti..." rise Remus.
"Non
ha sospetti su di te?"
"Ce
li avrebbe avuti sicuramente, ma Marlene gli ha detto che a volte
faccio il
vigilante notturno, e quindi non fa molto caso alla cera verdognola che
ho dopo
la luna piena..." lo disse con un filo d’ironia, ma chi lo
conosceva
sapeva che quel tono nascondeva un qualcosa di amaro. Remus non si era
mai
lamentato apertamente della sua condizione, le sue affermazioni in
merito erano
spesso ironiche o dette con una tale schiettezza che, a volte, si erano
trovati
a pensare che fosse Remus stesso ad avere pregiudizi sui licantropi.
"E
tu, Wormy?" chiese Lily "Tutto bene al minimarket? E tua madre come
sta?"
"Al
minimarket c'è aria di tempesta, il capo cerca sempre di
prendermi in fallo...
insomma, vi sembra normale che se i topi sono entrati nel magazzino
risalendo
lo scarico debba incolpare me?" Gli amici lo guardarono. "Non
fissatemi così non sono andato nelle fogne a chiedere ai
topi di infestare il
magazzino per fargli dispetto!" disse accalorandosi "è il
mio lavoro
insomma non sono così stupido da farci chiudere dall'ufficio
d'igiene!"
tutti risero.
"Scusa
Wormy ma hai provato a cacciarli?"
"Sì!
Ma non ne vogliono sapere! Mi hanno quasi staccato un orecchio, ce
l'avrebbero
fatta se non mi fossi ritrasformato! Faccio davvero pena, eh? Pestato
da dei
topi..."
"Ma
che dici Wormy!" lo riprese James "Sappiamo che non sei un guerriero,
ma ti vogliamo bene così" disse dandogli una pacca sulla
spalla.
"Già,
sei il nostro Peter!" disse Lily allegra.
"Sapete
ero un po’ preoccupato..." disse appena.
"E
perché?"
"Era
da tanto che non passavamo una giornata così, è
anche da tanto che non passiamo
una notte di luna piena tutti e quattro assieme e pensavo...
sì... che... insomma...
non avevate più voglia di me..."
"E
questa da dove è uscita?" Disse Sirius quasi scandalizzato.
"Beh
ecco... Siamo tutti così impegnati che..." Peter
arrossì fino alle
orecchie.
"Peter
saremo anche impegnati, ma siamo tutti una famiglia no?" disse James
posandogli una mano sulla spalla, fece per continuare a parlare quando
il
campanello suonò di nuovo.
"E
adesso? James, non aspettavamo nessuno giusto? Dorcas è di
pattuglia con
Emmeline..."
"Paddy,
Moony, Wormy...con me! Enif, Lily, se
sentite qualcosa di strano
voglio che prendiate diritte la passaporta di emergenza che arriva da
mia
madre..."
"Jamie..."
disse Lily allarmata, James le lanciò uno sguardo sicuro
prima di andare
assieme agli amici di sempre alla porta.
"State
pronti mi raccomando, non so chi ci sia..." disse il padrone di casa
con
la bacchetta in mano. Si avvicinò alla porta cercando di
sbirciare dalla mezza
luna in vetro satinato, senza successo.
"Chi
è?" chiese con voce sicura.
"Mamma..."
James sgranò gli occhi e abbandonando ogni sicurezza
aprì la porta.
"Non
mi chiedi se sono davvero io?" disse la donna seria.
"Qual
è stata la mia prima magia?"
"Hai
tinto di verde acido fluorescente il mio mantello perché non
volevo comprarti
una scatola di api frizzole..." rispose lei, mentre sul suo volto
appariva
un mezzo sorriso. James aveva due anni e mezzo quand'era successo in
piena
Diagon Alley, Charlus aveva continuato a ridere per settimane ogni
volta che
James chiedeva una caramella.
"Che
ci fai qui? È successo qualcosa?" chiese James fissando la
madre che si
offese di rimando.
"Deve
essere per forza successo qualcosa perché io venga a trovare
il mio ragazzo?”
chiese acida.
“No,
ma…”
“In
effetti, vorrei scambiare quattro chiacchiere con te e
Lily…” disse seria poi.
“Salve,
Signora Potter!” salutarono i tre malandrini quando la donna
entrò in casa.
“Cos’era
un agguato questo?” rise Dorea, anche se dentro se stessa si
disse che non
poteva di certo parlare della profezia con i Malandrini presenti.
“Nel
caso
non fosse stata lei, Signora…” disse Remus
sorridendo.
“Dorea!” Lily si alzò
andando ad abbracciare la
suocera con affetto.
“Come
sta
la mia nuora preferita?” chiese sorridendo. “Alla
fine hai convinto James che
Elvendork è un nome orribile?” chiese in modo tale
che il figlio la sentisse.
“Mamma!”
Dorea ridacchiò.
“No,
seriamente
James, non starai ancora cercando di convincere Lily di chiamare vostro
figlio
o figlia Elvendork?” chiese Remus sorpreso.
“No,
no,
ho cambiato idea…”
“Questa
non la sapevo nemmeno io…” disse Lily sorpresa
osservando il marito “Sentiamo,
cosa proponi…”
“Dare
i
nomi dei nonni sarebbe banale… quindi avevo pensato a Dory
se è femmina e…”
“Charlie
se è maschio?” chiese Lily interrompendolo.
“No,
veramente pensavo a Harry…” rispose lui
grattandosi la testa nervoso “Papà mi
aveva fatto giurare di non usare il suo nome per i miei
figli…” disse un po’
incerto “conoscendolo sarebbe capace di ritornare
dall’aldilà per fulminarmi…”
ridacchiò. Dorea sorrise.
“Ma
non
puoi chiamarla Dory, odierebbe la nonna, cioè
io…” disse la Signora Potter.
“Beh…
ma
non c’entra molto… tanto sono sicuro che il primo
sarà maschio…”
Lily si
passò una mano sulla fronte.
“Ancora
con questa storia…”
“Tranquilla
cara, io non ci scommetterei sulle percezioni dei maschi Potter,
Charlus era
sicuro che James sarebbe stato femmina finché non
è nato, diceva che voleva
viziare una principessa… alla fine abbiamo comunque viziato
James…” ridacchiò
la donna.
“Mamma
hai detto che dovevi parlare a me e Lily di una
cosa…” Enif lanciò uno sguardo
alla Signora Potter, che avesse deciso di dire a James che stava
morendo?
“Sì,
ma
forse dovrei ripassare più tardi…”
“Mamma,
puoi parlare anche davanti ai ragazzi… siamo una grande
famiglia…” disse James
con un sorriso…
“Non
ne
dubito tesoro… ma…”
“Mamma
se
è una cosa che riguarda me e Lily riguarda anche gli
altri…”disse il ragazzo
convinto.
“Ma
James, se tua madre vuole parlare con solo voi due, forse è
meglio che noi
altri…”
“No,
Enif! Siete la nostra famiglia, dicci mamma, che succede?”
Dorea
sospirò, non si aspettava tanto pubblico.
“C’è
una
cosa che Silente non vi ha detto… ma forse è
meglio che ci sediamo tutti…”
I ragazzi
si guardarono, sedendosi, in parte sul divano, in parte sulle poltrone.
“Mamma
cosa?”
“Lily,
James, Enif, Sirius, voi c’eravate quando Voldemort torturava
Caradoc, no?”
“Sì,
siamo arrivati in quel momento…”
“Avrete
sentito che Voldemort stava cercando una profezia… beh
è di questa profezia che
vi devo parlare…”
I sei
ragazzi restarono in silenzio mentre Dorea raccontava loro della
professoressa
Cooman, e della profezia.
"Il
bimbo di Alice..." sussurrò Lily portandosi le mani alla
bocca.
"Potrebbe
trattarsi anche del vostro... è per questo che Silente mi ha
chiesto di
mettervene a conoscenza..."
"Ma
il bambino di James nascerà a metà agosto..."
disse Sirius.
"Ma
i Mangiamorte potrebbero non saperlo, a parte che spero vivamente che
non
sappiano nemmeno che Lily aspetta un bambino..."
"Signora
Potter, ma quindi Voldemort è a conoscenza della profezia?"
chiese Peter
preoccupato.
Dorea
annuì, abbassando il capo.
"Beh
ma allora non c'è problema!" disse Enif.
"Sei
impazzita?" chiese Remus non capendo l'amica.
"Diceva
qualcosa come "L'oscuro signore lo sceglierà come suo
eguale..."
giusto? Voldemort non sarà così stupido da
scegliere chi lo ucciderà..."
"Hai
ragione!" esclamò Remus "Sapendo questo non
cercherà il bambino per
non farlo diventare colui che lo sconfiggerà!"
"Mi
dispiace frenare il vostro entusiasmo…”
cominciò Dorea tetra “Ma temo che
questo non fermerà Voldemort…”
Nella
stanza scese il silenzio.
“Quindi
in conclusione dobbiamo solo stare più
attenti…” disse James tranquillamente.
“SOLO?”
Dorea guardò il figlio sconcertata “James ti rendi
conto che…”
“Voldemort
potrebbe cercare di uccidere me, Lily e il bambino? Sì,
mamma me ne rendo
conto…” la signora Potter guardò il
figlio sgranando gli occhi.
“James…”
“Adotteremo
la casa di ancora più misure di sicurezza… Lily
avrebbe già lasciato il lavoro
alla farmacia per la gravidanza… Non andremo al San Mungo ma
avendo Enif qua
non credo sarà un problema… come vedi mamma sto
già pensando a tutto…”
Lily
guardò James, infondo era del loro bambino che si parlava,
si sarebbe murata
viva in una stanza se questo l’avrebbe protetto.
“E
poi ci
saremo noi altri a dare una mano. Giusto?” disse Peter
“Non sarò un valido
combattente ma a scuola ho imparato a fare il
palo…” ridacchiò cercando di
spezzare la tensione.
“Peter
ha
ragione ci siamo sempre noi altri…”
sottolineò Sirius “magari io e Remus ci
potremmo mettere come cani da guardia…” sorrise
Sirius, la signora Potter di
certo non aveva capito l’allusione, ma la battuta ci stava,
almeno per
alleggerire la tensione. Dorea si passò una mano sulla
fronte, un po’
esasperata, non riusciva a capire se stessero sottovalutando il
pericolo o solo
sdrammatizzando la situazione.
▀■▪■▀
Dopo che
Dorea se ne era andata i ragazzi erano rimasti fino a tardi a casa
Potter, un
po’ fantasticando sul piccolo Ramoso Junior, come lo aveva
soprannominato
Peter. James aveva perfino elencato tutti gli scherzi che avrebbe
insegnato al
figlio, sotto lo sguardo tra il dubbioso e l’esasperato di
Lily.
Enif in
compenso si era un attimo estraniata dal gruppo, sedendosi accanto alla
finestra ed osservando fuori continuando a pensare se fosse il caso o
meno di
dire a James della malattia di sua madre. Se sua madre stesse morendo
lei
avrebbe voluto saperlo, ma Dorea le aveva chiesto di non dire nulla.
“Ehy
piccola… qualcosa non va?” chiese Sirius
avvicinandosi e abbracciandola da
dietro.
“Dubbi
esistenziali…” disse vaga
“Posso
dissiparli?”
“Se
tua
madre stesse morendo tu vorresti esserne messo a conoscenza anche se
lei non
volesse?”
“Se
mia
madre morisse io festeggerei…” disse il ragazzo
serio
Enif lo
guardò torva.
"Che
c'è? Sei tu che hai chiesto alla persona sbagliata..."
Enif si
morse il labbro inferiore.
"E
se si trattasse della Signora Potter?"
Sirius
restò in silenzio.
"Non
c'è cura?" chiese poi lentamente, Enif scosse la testa.
"Ti
ha chiesto lei di non dire nulla?" Enif annuì.
"Io
glielo direi a James..."
"Era
quello che volevo sentire..."
Enif si
avvicinò.
"James
devo farti una confessione..." il ragazzo la guardò sorpreso
"Dimmi..."
"In
realtà ho visitato tua madre..." James la fissò
non capendo.
"Lei
mi ha chiesto di non dirti nulla..."
"Ha
qualcosa di grave?"
"I
giramenti di testa erano dovuti agli sbalzi di pressione, a sua volta
dovuti ad
attacchi di tachicardia… causati da un arteriosclerosi delle
arterie coronarie
probabilmente dovute da un stato di ipertens…" James si
alzò con il cuore
in gola.
"Enif
non me ne faccio niente di termini medici! Mia madre sta..."
"Morendo
James... " James rimase immobile fissando il vuoto.
Sua
madre... Stava...
“C’è
qualche cura?”
“È
una
malattia bastarda, James… probabilmente tua madre ne
è affetta da anni ma
l’ansia e lo stato emotivo di questi mesi ha fatto si che ne
uscissero i
sintom…”
“Enif,
per favore…” implorò James
“esiste una cura?”
“Sì…
ma
tua madre dovrebbe andare da un vero guaritore e non da una
tirocinante… al
massimo anche da un medico babbano e sembra non averne alcuna
voglia… ho
tentato di convincerla ma…” la voce di Enif si
spezzò in un leggero singhiozzo.
“Scusa… avrei dovuto dirtelo
prima…”
James
guardò l’amica tremando appena.
"James
mi dispiace tantissimo..." mormorò Enif, gli occhi lucidi,
il silenzio
dell’amico la stava uccidendo
"Quando...
Cioè quanto le resta da..." chiese Lily abbracciando James.
"Giorni?
Mesi? Anche anni... Non so dirlo..."
Dorea era
arrivata a casa stranamente più stanca del solito, ma non ci
dette troppo caso.
Si tolse il mantello e si sedette davanti al camino, rabbrividendo.
L’umidità
della casa quella sera le dava davvero fastidio. Faceva dannatamente
freddo lì
dentro. In più quell’arrosto che aveva fatto Lily
le doveva esser rimasto sullo
stomaco, ridacchiò appena pensando che forse ci aveva messo
lo zampino Enif.
Lentamente,
quasi affaticata dal minimo movimento ravvivò il fuoco che
scoppiettò allegro.
Stiracchiò le gambe verso il fuoco, chiudendo gli occhi e
portando una mano
alla bocca dello stomaco.
Respirò
profondamente come a riprender fiato mentre si lasciava scivolare
nell’incoscienza, ignara che quella notte non avrebbe
solamente sognato
Charlus, ignara che la mattina dopo non avrebbe sentito James bussare
insistentemente alla porta, ignara che il suo unico desiderio: veder
nascere ad
agosto il suo nipotino, non si sarebbe potuto avverare.
▀■▪■▀
Quel
giorno d’aprile la nebbia permeava l’aria di
Godrick’s Hollow, intrappolando in
una coltre bianca le figure vestite di nero che camminavano lentamente
nel
cimitero.
La bara
scendeva lentamente nella buca di terra scura, James la guardava
scendere senza
in realtà vederla. In quel momento non stava guardando la
bara stava guardando
sua madre, stava cercando di ricordare l’ultima volta in cui
l’aveva vista
ridere.
La bara
toccò il fondo della buca e ancora assorto da mille pensieri
James lanciò la
prima manciata di terra, le altre persone presenti fecero lo stesso.
Rimasero
in silenzio, un doloroso e rispettoso silenzio, finché una
alla volta le
persone cominciarono ad andarsene, finché a pochi passi di
distanza da James
non rimasero solo gli amici di sempre. Lily guardò gli
amici, si avvicinò al
marito passandogli una mano sulle spalle e tenendolo a se.
“James,
andiamo…”
“Non
ricordo quand’è stata l’ultima volta che
l’ho sentita ridere… stava morendo
Lily, stava morendo e io non me ne sono reso
conto…”
La moglie
lo fissò affranta lo abbracciò, asciugando le
lacrime sulla camicia di lui.
“Nessuno
di noi se ne è reso conto, credevamo non avesse
nulla…”
“Non
ha
riso nemmeno al nostro matrimonio, e quando gli abbiamo detto di
Harry… si
preoccupava della sicurezza, della profezia… non ha fatto
altro che
preoccuparsi per noi da quando papà se ne è
andato… è questa guerra che me l’ha
portata via…” disse in un sussurro.
“A
tua
madre mancava moltissimo tuo padre… ora sono di nuovo
insieme James, pensa a
questo…” tentò di consolarlo la
ragazza, ma non era convinta nemmeno lei di
quelle parole.
“Lo
penso… ma non riesce a consolarmi… avrei voluto
che fossero tutti e due qui
quando Harry nascerà…” se fosse stata
una situazione normale Lily avrebbe
ribadito il fatto che il loro bambino sarebbe potuto essere femmina ma
non era
il momento.
“Anche
io
l’avrei voluto… ma dobbiamo andare avanti, amore
mio…”
James
annuì lentamente, deglutendo a vuoto, si asciugò
le lacrime guardando la
moglie.
“Sarà
dura… ma mamma non me lo perdonerebbe mai se mi facessi
fulminare dai
Mangiamorte solo perché sono in lutto…”
disse con un piccolo ghignò, Lily gli
sorrise dolcemente, prendendolo per mano e facendogli cenno di
raggiungere gli
altri.
“Dammi
ancora un minuto…” le chiese, lei annuì
staccandosi e raggiungendo gli amici.
James si voltò di nuovo verso la tomba di sua madre,
s’inginocchiò davanti ad
essa.
“Grazie
di tutto mamma… ti vorrò sempre
bene…” poi sorrise amaramente “ci
vedremo un
giorno… intanto tu sai dove trovarmi…”
Si
passò
due dita sulle labbra, accarezzando poi il nome inciso di sua madre.
“Dormi
bene…” disse alzandosi e raggiungendo gli amici.
Eccoci qui, intanto scusatemi la mia lunghissima assenza ma questo semestre non ci stavo davvero con la testa, tra lezioni, canto, tiro a segno, lavoro e problemi famigliari non ho avuto davvero tempo.
Un saluto a tutte le ragazze del Sabba, scusate l'attesa, ve l'avevo promesso per lo scorso fine settimana ma il disegno in testa mi ha preso un po' di tempo ^^''''
Spero che il capitolo vi piaccia nonostante tutto...
alla prossima spero presto!