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Autore: Mirwen    13/07/2011    5 recensioni
“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”
La guerra infuria i giovani Malandrini appena finita Hogwarts si trovano in quell'inferno. L'Ordine della Fenice, le speranze, gli amori, la fine dell'adolescenza.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice'
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Capitolo 15

 

Phoenixs flames

 

 

 

“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”

Enif Aurora Icecrow.

 

              

                   Capitolo 20: La mamma

 

“Non può metterli a corrente!” Dorea aveva alzato la voce facendo un passo verso Moody. Era rimasta felicemente sorpresa quando Alastor aveva bussato alla sua porta, quella domenica di aprile, dicendo di voler prendere solo un the con una vecchia amica. Si era illusa che l’amico non portasse brutte notizie, ed invece…

“Dorea, si tratta di sicurezza…”

“Ma mio nipote nascerà ad Agosto non c’è motivo per turbare Lily, hai visto anche tu com’è diventata Alice da quando ha saputo che sono segnati…”

 Moody si passò una mano sul volto stancamente, aveva avvertito Silente che raccontare a Dorea dell’intenzione di mettere Lily e James al corrente della profezia per sicurezza non era una buona idea. Sospirò stancamente.

“Lo so che tuo nipote nascerà ad Agosto… ma non penso che i Mangiamorte conoscano la scadenza della gravidanza di Lily…”

“Non dovrebbero nemmeno sapere che Lily aspetta un bambino se è per questo!” ribatté alterata la donna.

“Infatti non dovrebbero esserne a conoscenza…” disse cercando di calmare la donna.

“Vedi, allora il problema non c’è e non vedo il motivo di dare loro anche questa preoccupazione…” disse lei sicura.

“Dorea, e se dovessero venirne a conoscenza?” tentò cauto Alastor

“Ma il bambino nascerà ad Agosto…”

“E se non lo sapessero… e volessero eliminare il problema prima che si presenti… nessuno vuole che Lily e James si chiudano in casa sprangando la porta, ma capisci anche tu che un po’ di prudenza…” sperò che a quella frase non potesse ribattere in alcun modo. Odiava discutere con Dorea, già dai tempi di Hogwarts, era come andare a sbattere contro un muro, ma in quel muro ci doveva pur essere una porta e bastava semplicemente trovarla.

La donna restò in silenzio per qualche minuto.

“Quindi dici di metterli al corrente in modo tale da evitare che facciano gli scemi?” disse Dorea, risedendosi. L’ansia stava svanendo e come ogni volta un lieve giramento di testa accompagnava il ritorno alla normalità. Ormai aveva imparato a dissimularlo sedendosi o abbassando lentamente il capo. Per quanto James le potesse dire di andare al San Mungo lei in quel posto non ci avrebbe messo piede.

“Dorea, va tutto bene?”

“Sì, certo perché?” forse non era ancora così brava a mentire.

“No, nulla…” disse Moody scrollando la testa, forse era stata solo una sua impressione…

"Va ben Alastor... ma ti chiedo solo una cosa... gliene posso parlare io?" disse abbattuta la donna.

Alastor annuì

"Certamente..." capiva che probabilmente Albus l'aveva mandato da lei proprio per quello.

Dorea annuì rimanendo ancora seduta, il giramento di testa non se ne era ancora andato e non voleva per alcun motivo mettere Alastor a conoscenza del suo malessere, conoscendolo si sarebbe fatto in cinque per aiutarla, ma non poteva fare nulla.

"Dorea?"

La donna alzò gli occhi fissando l'amico.

"Si?"

"Guarda che ti osservo da parecchio tempo ed è dalla morte di Charlus che non sei più tu..."

“È normale che un lutto cambi una persona..." disse lei sicura.

"Non intendevo questo... Stai male, me ne sono accorto sai... All'inizio erano piccoli dettagli che avevo associato al lutto, ma ora... Guardati... Sei pallida e magra..."

"Alastor non c'è nulla che non va..."

"Ti ricordo che come tuo marito sono un'Auror... Potrai darla a bere a tutti ma a me no..."

Dorea si torse nervosamente le mani, mentre prendeva coraggio.

"Sto morendo, Alastor... Ma non dirlo a James..."

 

▀■▪■▀

 

Enif guardò Lily seduta sul divano, Snidget le era appena saltato in braccio, e la rossa lo stava accarezzando distrattamente tenendo l'altra mano appoggiata al pancione ormai ben visibile.

"James dice che è sicuramente un maschio..." disse distrattamente.

"Beh sai che ci sarebbe un modo rapido per..."

"No! Voglio che sia una sorpresa..." la fermò, Enif sorrise.

"Lo so, l'ho detto apposta"

"Secondo te? Voglio il parere di Enif non del guaritore che c'è in te..." Enif prese la mano di Lily studiandola attentamente, mentre l’amica rideva.

"Premettendo che sono stata sempre un schifezza in divinazione direi: femmina!"

"Allora James ha ragione, sarà un maschio..." ridacchiò Lily.

"Ehi!" disse Enif ridendo a sua volta e lanciandole giocosamente un cuscino.

Lily rise ritornandoglielo.

"Che allegria che c'è qui!" disse James entrando nella stanza seguito da Sirius.

"Enif ha confermato la tua previsione... Ha divinato che sia femmina..."

"Uff! LILY!" risero tutti assieme.

"Piuttosto Enif, mia madre si è lasciata visitare da te o l'ha detto per tranquillizzarmi e ti ha spedita fuori a calci?"

Enif si morse le labbra.

"Beh..."

"Ho capito, ha detto che non ha niente e non si è fatta visitare..." Enif colse la palla al balzo.

"Già, proprio così, tua madre quando si mette in testa qualcosa non c'è verso di toglierglielo dalla testa..."

"Lo sapevo, ma appena la vedo mi sente..." disse il ragazzo "si parla della sua salute che diavolo!" Enif evitò lo sguardo dei presenti tornando al colloquio che aveva avuto con la signora Potter.

 

"Allora?"

"Vede Signora Potter..."

"Enif vedo quelle lacrime mal trattenute... Sto morendo?" Enif non aveva potuto far altro che annuire. "Di cosa?"

"Il suo cuore signora... Per dirlo in maniera semplice sta cedendo..."

"Sono dovuti a questo i giramenti di testa?" Enif annuì

"Signora io... Mi dispiace..."

"Enif è normale... è la vita..."

"Lo so ma..."

"Solo una cosa... Non dirlo a James, lui e Lily hanno così tanto a cui pensare: con il bambino e tutto il resto..."

"Si, però..."

"Enif mi affido al tuo segreto professionale..."

 

"Eny?"

"Eh, come?" Sirius sorrise comprensivo

"Dicevamo se sapevi a che ora finiva il turno di Remus e Peter..." Enif guardò l'orologio alla parete. "Dovrebbero essere qui a minuti..."

Enif non finì nemmeno di parlare che il campanello suonò.

"Andiamo noi! Vieni Sirius!" disse James trascinando l'amico alla porta. Enif guardò Lily, forse le serviva un consiglio

"Lily, se tu sapessi una cosa importante ma per segreto professionale non potessi dirla, anche se secondo te sarebbe giusto farlo..."

"Hai curato un Mangiamorte!"

"No... Io...non..."

"Enif devi denunciarlo!"

"No, Lily hai completamente sbagliato..."

"Allora cosa?" 

"Eccoci qui!" trillò allegro James rientrando con Remus e Peter. Lily si alzò andando loro incontro ed abbracciandoli.

"Come sta Ramoso Jr?" chiese Peter sorridente accennando al pancione di Lily.

"Un vero malandrino, appena vorrei dormire comincia a scalciare!" rise  Lily.

"Voi piuttosto sono secoli che non ci vediamo! Come va? Tutto bene?" Chiese mentre riprendeva posto sul divano. "Prego, servitevi l'abbiamo fatta io ed Enif, la torta!" esclamò la rossa. Remus e Peter guardarono Enif scettici.

"Non glielo dovevi dire che ci ho messo lo zampino io, crederanno che non sia commestibile!" protestò Enif.

"Ho fatto da cavia, è buona! E non tossica!" rise Sirius.

"Parla quello che si mangia lo yogurt con il ketchup..." commentò Peter.

"Ehi quella roba babbana è deliziosa e sta bene ovunque! Anche nello yogurt!" si difese Sirius. Remus prese una fetta.

"Considerando che comunque sia credo di essere immune a molti veleni..."

"Rem! Non ti ci mettere anche tu! " esclamò Enif ridendo. Remus rise assaggiandola.

"Per una volta sono d’accordo con Sirius, non è niente male…"

"E se Remus dice che non è niente male vuol dire che è squisita!" esclamò Peter prendendo una fetta.

"All'Arcadia come va?" chiese Enif tentando di sviare il discorso dal dolce.

“È un negozio di antiquariato che vuoi che ti dica. Pochi clienti, babbani uno più strano dell'altro, ma il cognato di Marlene è un uomo apposto senza pregiudizi. Un babbano tollerante e alquanto appassionato, dice che suo fratello gli ha raccontato tutto di Hogwarts e non fa altro che chiedermi del nostro mondo, anche se forse per ora ha finito gli argomenti..." rise Remus.

"Non ha sospetti su di te?"

"Ce li avrebbe avuti sicuramente, ma Marlene gli ha detto che a volte faccio il vigilante notturno, e quindi non fa molto caso alla cera verdognola che ho dopo la luna piena..." lo disse con un filo d’ironia, ma chi lo conosceva sapeva che quel tono nascondeva un qualcosa di amaro. Remus non si era mai lamentato apertamente della sua condizione, le sue affermazioni in merito erano spesso ironiche o dette con una tale schiettezza che, a volte, si erano trovati a pensare che fosse Remus stesso ad avere pregiudizi sui licantropi.

"E tu, Wormy?" chiese Lily "Tutto bene al minimarket? E tua madre come sta?"

"Al minimarket c'è aria di tempesta, il capo cerca sempre di prendermi in fallo... insomma, vi sembra normale che se i topi sono entrati nel magazzino risalendo lo scarico debba incolpare me?" Gli amici lo guardarono. "Non fissatemi così non sono andato nelle fogne a chiedere ai topi di infestare il magazzino per fargli dispetto!" disse accalorandosi "è il mio lavoro insomma non sono così stupido da farci chiudere dall'ufficio d'igiene!" tutti risero.

"Scusa Wormy ma hai provato a cacciarli?"

"Sì! Ma non ne vogliono sapere! Mi hanno quasi staccato un orecchio, ce l'avrebbero fatta se non mi fossi ritrasformato! Faccio davvero pena, eh? Pestato da dei topi..."

"Ma che dici Wormy!" lo riprese James "Sappiamo che non sei un guerriero, ma ti vogliamo bene così" disse dandogli una pacca sulla spalla.

"Già, sei il nostro Peter!" disse Lily allegra.

"Sapete ero un po’ preoccupato..." disse appena.

"E perché?"

"Era da tanto che non passavamo una giornata così, è anche da tanto che non passiamo una notte di luna piena tutti e quattro assieme e pensavo... sì... che... insomma... non avevate più voglia di me..."

"E questa da dove è uscita?" Disse Sirius quasi scandalizzato.

"Beh ecco... Siamo tutti così impegnati che..." Peter arrossì fino alle orecchie.

"Peter saremo anche impegnati, ma siamo tutti una famiglia no?" disse James posandogli una mano sulla spalla, fece per continuare a parlare quando il campanello suonò di nuovo.

"E adesso? James, non aspettavamo nessuno giusto? Dorcas è di pattuglia con Emmeline..."

"Paddy, Moony, Wormy...con me! Enif, Lily, se sentite qualcosa di strano voglio che prendiate diritte la passaporta di emergenza che arriva da mia madre..."

"Jamie..." disse Lily allarmata, James le lanciò uno sguardo sicuro prima di andare assieme agli amici di sempre alla porta.

"State pronti mi raccomando, non so chi ci sia..." disse il padrone di casa con la bacchetta in mano. Si avvicinò alla porta cercando di sbirciare dalla mezza luna in vetro satinato, senza successo.

"Chi è?" chiese con voce sicura.

"Mamma..." James sgranò gli occhi e abbandonando ogni sicurezza aprì la porta.

"Non mi chiedi se sono davvero io?" disse la donna seria.

"Qual è stata la mia prima magia?"

"Hai tinto di verde acido fluorescente il mio mantello perché non volevo comprarti una scatola di api frizzole..." rispose lei, mentre sul suo volto appariva un mezzo sorriso. James aveva due anni e mezzo quand'era successo in piena Diagon Alley, Charlus aveva continuato a ridere per settimane ogni volta che James chiedeva una caramella.

"Che ci fai qui? È successo qualcosa?" chiese James fissando la madre che si offese di rimando.

"Deve essere per forza successo qualcosa perché io venga a trovare il mio ragazzo?” chiese acida.

“No, ma…”

“In effetti, vorrei scambiare quattro chiacchiere con te e Lily…” disse seria poi.

“Salve, Signora Potter!” salutarono i tre malandrini quando la donna entrò in casa.

“Cos’era un agguato questo?” rise Dorea, anche se dentro se stessa si disse che non poteva di certo parlare della profezia con i Malandrini presenti.

“Nel caso non fosse stata lei, Signora…” disse Remus sorridendo.

“Dorea!”  Lily si alzò andando ad abbracciare la suocera con affetto.

“Come sta la mia nuora preferita?” chiese sorridendo. “Alla fine hai convinto James che Elvendork è un nome orribile?” chiese in modo tale che il figlio la sentisse.

“Mamma!” Dorea ridacchiò.

“No, seriamente James, non starai ancora cercando di convincere Lily di chiamare vostro figlio o figlia Elvendork?” chiese Remus sorpreso.

“No, no, ho cambiato idea…”

“Questa non la sapevo nemmeno io…” disse Lily sorpresa osservando il marito “Sentiamo, cosa proponi…”

“Dare i nomi dei nonni sarebbe banale… quindi avevo pensato a Dory se è femmina e…”

“Charlie se è maschio?” chiese Lily interrompendolo.

“No, veramente pensavo a Harry…” rispose lui grattandosi la testa nervoso “Papà mi aveva fatto giurare di non usare il suo nome per i miei figli…” disse un po’ incerto “conoscendolo sarebbe capace di ritornare dall’aldilà per fulminarmi…” ridacchiò. Dorea sorrise.

“Ma non puoi chiamarla Dory, odierebbe la nonna, cioè io…” disse la Signora Potter.

“Beh… ma non c’entra molto… tanto sono sicuro che il primo sarà maschio…”

Lily si passò una mano sulla fronte.

“Ancora con questa storia…”

“Tranquilla cara, io non ci scommetterei sulle percezioni dei maschi Potter, Charlus era sicuro che James sarebbe stato femmina finché non è nato, diceva che voleva viziare una principessa… alla fine abbiamo comunque viziato James…” ridacchiò la donna.

“Mamma hai detto che dovevi parlare a me e Lily di una cosa…” Enif lanciò uno sguardo alla Signora Potter, che avesse deciso di dire a James che stava morendo?

“Sì, ma forse dovrei ripassare più tardi…”

“Mamma, puoi parlare anche davanti ai ragazzi… siamo una grande famiglia…” disse James con un sorriso…

“Non ne dubito tesoro… ma…”

“Mamma se è una cosa che riguarda me e Lily riguarda anche gli altri…”disse il ragazzo convinto.

“Ma James, se tua madre vuole parlare con solo voi due, forse è meglio che noi altri…”

“No, Enif! Siete la nostra famiglia, dicci mamma, che succede?”

Dorea sospirò, non si aspettava tanto pubblico.

“C’è una cosa che Silente non vi ha detto… ma forse è meglio che ci sediamo tutti…”

I ragazzi si guardarono, sedendosi, in parte sul divano, in parte sulle poltrone.

“Mamma cosa?”

“Lily, James, Enif, Sirius, voi c’eravate quando Voldemort torturava Caradoc, no?”

“Sì, siamo arrivati in quel momento…”

“Avrete sentito che Voldemort stava cercando una profezia… beh è di questa profezia che vi devo parlare…”

I sei ragazzi restarono in silenzio mentre Dorea raccontava loro della professoressa Cooman, e della profezia.

"Il bimbo di Alice..." sussurrò Lily portandosi le mani alla bocca.

"Potrebbe trattarsi anche del vostro... è per questo che Silente mi ha chiesto di mettervene a conoscenza..."

"Ma il bambino di James nascerà a metà agosto..." disse Sirius.

"Ma i Mangiamorte potrebbero non saperlo, a parte che spero vivamente che non sappiano nemmeno che Lily aspetta un bambino..."

"Signora Potter, ma quindi Voldemort è a conoscenza della profezia?" chiese Peter preoccupato.

Dorea annuì, abbassando il capo.

"Beh ma allora non c'è problema!" disse Enif.

"Sei impazzita?" chiese Remus non capendo l'amica.

"Diceva qualcosa come "L'oscuro signore lo sceglierà come suo eguale..." giusto? Voldemort non sarà così stupido da scegliere chi lo ucciderà..."

"Hai ragione!" esclamò Remus "Sapendo questo non cercherà il bambino per non farlo diventare colui che lo sconfiggerà!"

"Mi dispiace frenare il vostro entusiasmo…” cominciò Dorea tetra “Ma temo che questo non fermerà Voldemort…”

Nella stanza scese il silenzio.

“Quindi in conclusione dobbiamo solo stare più attenti…” disse James tranquillamente.

“SOLO?” Dorea guardò il figlio sconcertata “James ti rendi conto che…”

“Voldemort potrebbe cercare di uccidere me, Lily e il bambino? Sì, mamma me ne rendo conto…” la signora Potter guardò il figlio sgranando gli occhi.

“James…”

“Adotteremo la casa di ancora più misure di sicurezza… Lily avrebbe già lasciato il lavoro alla farmacia per la gravidanza… Non andremo al San Mungo ma avendo Enif qua non credo sarà un problema… come vedi mamma sto già pensando a tutto…”

Lily guardò James, infondo era del loro bambino che si parlava, si sarebbe murata viva in una stanza se questo l’avrebbe protetto.

“E poi ci saremo noi altri a dare una mano. Giusto?” disse Peter “Non sarò un valido combattente ma a scuola ho imparato a fare il palo…” ridacchiò cercando di spezzare la tensione.

“Peter ha ragione ci siamo sempre noi altri…” sottolineò Sirius “magari io e Remus ci potremmo mettere come cani da guardia…” sorrise Sirius, la signora Potter di certo non aveva capito l’allusione, ma la battuta ci stava, almeno per alleggerire la tensione. Dorea si passò una mano sulla fronte, un po’ esasperata, non riusciva a capire se stessero sottovalutando il pericolo o solo sdrammatizzando la situazione.

 

▀■▪■▀

 

Dopo che Dorea se ne era andata i ragazzi erano rimasti fino a tardi a casa Potter, un po’ fantasticando sul piccolo Ramoso Junior, come lo aveva soprannominato Peter. James aveva perfino elencato tutti gli scherzi che avrebbe insegnato al figlio, sotto lo sguardo tra il dubbioso e l’esasperato di Lily.

Enif in compenso si era un attimo estraniata dal gruppo, sedendosi accanto alla finestra ed osservando fuori continuando a pensare se fosse il caso o meno di dire a James della malattia di sua madre. Se sua madre stesse morendo lei avrebbe voluto saperlo, ma Dorea le aveva chiesto di non dire nulla.

“Ehy piccola… qualcosa non va?” chiese Sirius avvicinandosi e abbracciandola da dietro.

“Dubbi esistenziali…” disse vaga

“Posso dissiparli?”

“Se tua madre stesse morendo tu vorresti esserne messo a conoscenza anche se lei non volesse?”

“Se mia madre morisse io festeggerei…” disse il ragazzo serio

Enif lo guardò torva.

"Che c'è? Sei tu che hai chiesto alla persona sbagliata..."

Enif si morse il labbro inferiore.

"E se si trattasse della Signora Potter?"

Sirius restò in silenzio.

"Non c'è cura?" chiese poi lentamente, Enif scosse la testa.

"Ti ha chiesto lei di non dire nulla?" Enif annuì.

"Io glielo direi a James..."

"Era quello che volevo sentire..."

Enif si avvicinò.

"James devo farti una confessione..." il ragazzo la guardò sorpreso

"Dimmi..."

"In realtà ho visitato tua madre..." James la fissò non capendo.

"Lei mi ha chiesto di non dirti nulla..."

"Ha qualcosa di grave?"

"I giramenti di testa erano dovuti agli sbalzi di pressione, a sua volta dovuti ad attacchi di tachicardia… causati da un arteriosclerosi delle arterie coronarie probabilmente dovute da un stato di ipertens…" James si alzò con il cuore in gola.

"Enif non me ne faccio niente di termini medici! Mia madre sta..."

"Morendo James... " James rimase immobile fissando il vuoto.

Sua madre... Stava...

“C’è qualche cura?”

“È una malattia bastarda, James… probabilmente tua madre ne è affetta da anni ma l’ansia e lo stato emotivo di questi mesi ha fatto si che ne uscissero i sintom…”

“Enif, per favore…” implorò James “esiste una cura?”

“Sì… ma tua madre dovrebbe andare da un vero guaritore e non da una tirocinante… al massimo anche da un medico babbano e sembra non averne alcuna voglia… ho tentato di convincerla ma…” la voce di Enif si spezzò in un leggero singhiozzo. “Scusa… avrei dovuto dirtelo prima…”

James guardò l’amica tremando appena.

"James mi dispiace tantissimo..." mormorò Enif, gli occhi lucidi, il silenzio dell’amico la stava uccidendo

"Quando... Cioè quanto le resta da..." chiese Lily abbracciando James.

"Giorni? Mesi? Anche anni... Non so dirlo..."

 

Dorea era arrivata a casa stranamente più stanca del solito, ma non ci dette troppo caso. Si tolse il mantello e si sedette davanti al camino, rabbrividendo. L’umidità della casa quella sera le dava davvero fastidio. Faceva dannatamente freddo lì dentro. In più quell’arrosto che aveva fatto Lily le doveva esser rimasto sullo stomaco, ridacchiò appena pensando che forse ci aveva messo lo zampino Enif.

Lentamente, quasi affaticata dal minimo movimento ravvivò il fuoco che scoppiettò allegro. Stiracchiò le gambe verso il fuoco, chiudendo gli occhi e portando una mano alla bocca dello stomaco.

Respirò profondamente come a riprender fiato mentre si lasciava scivolare nell’incoscienza, ignara che quella notte non avrebbe solamente sognato Charlus, ignara che la mattina dopo non avrebbe sentito James bussare insistentemente alla porta, ignara che il suo unico desiderio: veder nascere ad agosto il suo nipotino, non si sarebbe potuto avverare.

 

▀■▪■▀

 

Quel giorno d’aprile la nebbia permeava l’aria di Godrick’s Hollow, intrappolando in una coltre bianca le figure vestite di nero che camminavano lentamente nel cimitero.

La bara scendeva lentamente nella buca di terra scura, James la guardava scendere senza in realtà vederla. In quel momento non stava guardando la bara stava guardando sua madre, stava cercando di ricordare l’ultima volta in cui l’aveva vista ridere.

La bara toccò il fondo della buca e ancora assorto da mille pensieri James lanciò la prima manciata di terra, le altre persone presenti fecero lo stesso.

Rimasero in silenzio, un doloroso e rispettoso silenzio, finché una alla volta le persone cominciarono ad andarsene, finché a pochi passi di distanza da James non rimasero solo gli amici di sempre. Lily guardò gli amici, si avvicinò al marito passandogli una mano sulle spalle e tenendolo a se.

“James, andiamo…”

“Non ricordo quand’è stata l’ultima volta che l’ho sentita ridere… stava morendo Lily, stava morendo e io non me ne sono reso conto…”

La moglie lo fissò affranta lo abbracciò, asciugando le lacrime sulla camicia di lui.

“Nessuno di noi se ne è reso conto, credevamo non avesse nulla…”

“Non ha riso nemmeno al nostro matrimonio, e quando gli abbiamo detto di Harry… si preoccupava della sicurezza, della profezia… non ha fatto altro che preoccuparsi per noi da quando papà se ne è andato… è questa guerra che me l’ha portata via…” disse in un sussurro.

“A tua madre mancava moltissimo tuo padre… ora sono di nuovo insieme James, pensa a questo…” tentò di consolarlo la ragazza, ma non era convinta nemmeno lei di quelle parole.

“Lo penso… ma non riesce a consolarmi… avrei voluto che fossero tutti e due qui quando Harry nascerà…” se fosse stata una situazione normale Lily avrebbe ribadito il fatto che il loro bambino sarebbe potuto essere femmina ma non era il momento.

“Anche io l’avrei voluto… ma dobbiamo andare avanti, amore mio…”

James annuì lentamente, deglutendo a vuoto, si asciugò le lacrime guardando la moglie.

“Sarà dura… ma mamma non me lo perdonerebbe mai se mi facessi fulminare dai Mangiamorte solo perché sono in lutto…” disse con un piccolo ghignò, Lily gli sorrise dolcemente, prendendolo per mano e facendogli cenno di raggiungere gli altri.

“Dammi ancora un minuto…” le chiese, lei annuì staccandosi e raggiungendo gli amici. James si voltò di nuovo verso la tomba di sua madre, s’inginocchiò davanti ad essa.

“Grazie di tutto mamma… ti vorrò sempre bene…” poi sorrise amaramente “ci vedremo un giorno… intanto tu sai dove trovarmi…”

Si passò due dita sulle labbra, accarezzando poi il nome inciso di sua madre.

“Dormi bene…” disse alzandosi e raggiungendo gli amici.

 

 


Eccoci qui, intanto scusatemi la mia lunghissima assenza ma questo semestre non ci stavo davvero con la testa, tra lezioni, canto, tiro a segno, lavoro e problemi famigliari non ho avuto davvero tempo.
Un saluto a tutte le ragazze del Sabba, scusate l'attesa, ve l'avevo promesso per lo scorso fine settimana ma il disegno in testa mi ha preso un po' di tempo ^^''''
Spero che il capitolo vi piaccia nonostante tutto...

alla prossima spero presto!



   
 
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