Capitolo 4- La solitudine di un’esistenza spezzata da un fiore bellissimo

Reira,
Quando hai lasciato il castello che ho costruito per te ho potuto sentire le mura accartocciarsi su di me crudelmente come se andandotene via avessi portato con te anche un pezzo del mio cuore
Reira era sempre stata caratterizzata da un’immensa profondità che la faceva apparire come un fiore bellissimo che ognuno doveva,secondo Takumi,ammirare estasiato. Reira però,era comunque una donna,fatto sta,che Takumi lo ignorava,perché l’aveva sempre vista in maniera esclusiva ed egoisticamente per questo,l’aveva rinchiusa nella sua torre impedendo implicitamente a ciascun principe di avanzare fra i rovi pungenti e di liberarla. A Reira però,la torre e il castello divoravano i contorni del cuore,facendola sprofondare in un crudele abisso di solitudine,che le impediva di toccare con mano quella luce soffusa che lei vedeva così distante,e che era la felicità. Lei aveva una visione distorta di felicità,per raggiungerla le sarebbe ingenuamente bastato trovarsi al fianco di Takumi.
Era una sera di inverno in cui il freddo penetrava attraverso le fessure,quando Takumi venne a trovare Reira al suo appartamento a Londra.
Lei gli aprì la porta con cinismo e freddezza.
-Che ci fai qui?- gli chiese con una dose spropositata di amarezza in ogni parola
Takumi ne rimase sorpreso e un brivido di fastidio gli percorse prepotentemente la schiena
L’ipocrisia che c’era in quella stanza fece rimanere Takumi senza parole. Reira era l’unica donna che riusciva a metterlo in difficoltà e ad ogni modo,l’aveva persa. L’angelo era volato via dalla sua torre lasciandola vuota e disabitata anche se la sua presenza si poteva percepire in ogni angolo. Takumi avrebbe voluto che lei ritornasse ad abitarla,ma una parte di lui era comunque contenta. Ora c’era Shin e Reira avrebbe potuto essere davvero felice,rubando così a lui,l’ideale di felicità che non aveva la forza di raggiungere.

“Ci sono due tragedie nella vita.
Una è non ottenere quello che il cuore desidera.
L’altra è ottenerlo. “
George Bernard Shaw

Reira e Takumi non riuscirono a dirsi altro,anche se ciò che leggevano l’una negli occhi dell’altro era più importante di qualsiasi parola.

“Cosa c’è nei tuoi occhi?
A me pare più di tutte le parole che ho letto in vita mia”
Walt Withman

Reira lo lasciò entrare e quei minuti di silenzio restarono preziosi ad entrambi,mentre erano impegnati a leggere negli occhi l’uno dell’altra,la percezione del tempo si sgretolava sotto di loro,come castelli di carta.

“Non c’è altra medicina per l’amore se non amare di più”
Henry David Thoreau

FINE
Nota: Ho lasciato la seconda parte dedicata a Reira e Takumi,velata,poiché siccome a differenza di Hachi e Nobu,il loro amore non ha mai avuto una completa esplicitazione ed io non gliel’ho voluta dare perché non credo che esisterà mai,altrimenti non durerebbero insieme,ed è per questo anche,che la loro storia è così affascinante. Ad ogni modo ho voluto aggiungere delle frasi che mi piacevano e che mi sembravano in tema per rendere più scorrevole la fan fiction.