Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Circe    15/07/2011    9 recensioni
La battaglia non va per il verso giusto, gli Horcrux sono stati distrutti e la bacchetta di Sambuco non funziona a dovere. Il Signore Oscuro improvvisa quindi una ritirata tattica per non venire definitivamente sconfitto. Insieme a lui solo Bellatrix, la persecuzione dell'amore, un problema da affrontare e il potere da riconquistare.
E la storia ... si ripeterà.
Seguito di “Sgáth, che significa oscurità”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di luna: l'oscurità totale'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Punitemi, mio Signore: Bellatrix

Ero stesa sul letto, sola, stanca. L’estate pareva bruciare come non mai, e non era mai successo prima, soprattutto in questo luogo dell’Inghilterra.

Il calore mi prendeva ovunque, la testa mi doleva in maniera quasi delirante e mi sentivo senza forze.

Era uno stato che sentivo sempre più spesso da quando c’era lui dentro di me.

Iniziavo a pensare che tutta questa sensazione strana e del tutto nuova, non venisse da fuori, non dipendesse dall’estate, ma nascesse dentro di me.

Non sapevo bene che fare, tutta la mia caparbietà e combattività al momento parevano essersi liquefatte col calore.

Ho sfiorato il ventre di nuovo, come facevo all’inizio, sfregando le unghie sul vestito.

Era tutto diverso da prima, quando mi sentivo bene anche solo notando quanto fosse magro e piatto, ora mi sorgeva un brivido di angoscia e pungente terrore al tocco con quel ventre così vivo, così cresciuto.

Sospirando, ho allontanato il più possibile quei sentimenti odiosi.

“Sgath …” ho sussurrato, concentrandomi su di lui e togliendo le unghie che usavo per graffiarlo.

Non so nemmeno io perché lo stessi facendo: io, proprio io, rivolgermi così a quell’essere che cresceva togliendomi forza e autonomia … non potevo sopportarlo.

Non appena ho compiuto quel gesto strano però, il calore è leggermente diminuito e ho smesso di sudare copiosamente.

Lui c’era … lo sentivo straordinariamente, ogni giorno di più.

Tante piccole sensazioni, tanti piccoli avvenimenti particolari: anche la mia magia stava subendo cambiamenti.

Era più improvvisa ed inaspettata, a volte quasi fantasiosa. Faticavo a controllarla pienamente, aveva vampate di potenza e violenza e momenti di delicatezza appena accennata. Era una nuova scoperta e non mi dispiaceva.

Non so come avrei fatto ad affrontare una battaglia in questa situazione e in tali condizioni, anche se sono forte, non sarebbe stato facile.

Ho scacciato anche questi pensieri dalla mia mante, non ci volevo riflettere.

Respirando la leggera brezza che entrava dalla finestra, ho chiuso gli occhi per qualche istante, cercando col pensiero l’immagine del mio Signore.

Avevo terribilmente bisogno di lui in quel momento e lo sapevo, lo volevo e lo desideravo da morire, nell’unico modo in cui lo potevo sentire tutto mio.

Poco dopo essermi ripresa vagamente, mi sono alzata piano dal letto, i vestiti neri sono ricaduti lunghi fino al pavimento e ho scostato i capelli dal viso, buttandoli giù lunghi sulla schiena, poi sono uscita dalla stanza.

Camminavo sempre scalza di nuovo, come poco dopo la fuga da Azkaban.

Sotto il raso e i pizzi leggeri, non si notava ancora molto che ero incinta … ma qualcosa era cambiato nella mia figura nonostante mi rifiutassi categoricamente di mangiare decentemente.

Ho iniziato a camminare verso la sua stanza che i capelli restavano ancora appiccicati alla pelle del collo e delle spalle, quel caldo e quella passione ancora mi bruciavano così tanto da farmi scendere gocce di sudore lungo la schiena.

Volevo lui ossessivamente.

“Mio Signore,” gli ho detto comparendo all’uscio della porta “posso entrare?”

Mi ha semplicemente guardata facendomi un cenno col capo, stranamente poi si è alzato in piedi mentre mi avvicinavo a lui.

Di nuovo mi sentivo strana.

Non sapevo più se gli stavo ubbidendo o no, non sapevo se avrei dovuto pretendere qualcosa da lui, o dovevo limitarmi ad essere la sua fedele servitrice, non sapevo se ero ancora la sua migliore Mangiamorte, o volevo semplicemente averlo solo per me, come in quel momento, senza null’altro per la testa.

“Punitemi, mio Signore.” ho detto di getto, sentendo che meritavo una punizione per tutto questo.

Poi ho lasciato che diventasse silenzio. Che mi osservasse stupito e attento.

Non solo meritavo la punizione, la volevo e la desideravo ardentemente.

“Punitemi ancora, come l’ultima volta. Come quando abbiamo concepito Sgath durante la luna nuova.”

I suoi occhi mi hanno guardato con incredibile forza, forse rabbia, passione violenta, ma io sono andata avanti come un‘onda impetuosa.

“Punitemi, me lo merito, lo voglio ora come non mai.”

 

Oscure premonizioni: Andromeda

Mentre sistemavo piatti e bicchieri dopo il bel pranzo che avevo preparato per me e ripulivo l’occorrente per Teddy, sentivo il fresco dell’acqua che scorreva sulle mie mani e sulle stoviglie, era piacevole dato il caldo là fuori, si notava come l’estate fosse proprio arrivata.

Quell’anno l’estate non mi aveva portato la solita sensazione di felicità che percepivo in quel periodo dell’anno.

Al contrario, nonostante il sole, la luce, i colori tipici che avevo sempre amato, sentivo premonizioni oscure e misteriose.

Sapevo che non erano generate solamente dalla triste condizione che mi portavo dentro: c‘era dell‘altro. Molto altro che non riuscivo a captare a fondo.

Erano vaghe ma vere premonizioni, da tanto non ne avevo avute, ricordo bene come siano sempre state presenti in tutto l’arco della mia vita, forse qualche scherzo del mio sangue puro, dei poteri della mia famiglia, non saprei dire.

Sentivo chiaramente un evento in atto, qualcosa che avrebbe creato un cambiamento nella mia vita, scompiglio, disastro, o devastazione.

Sì, la mia vita stava cambiando, di nuovo, e non avevo idea di come.

Avevo già perso tutto. Cos’altro sarebbe potuto succedere?

Mi sono voltata verso Teddy: da quando era arrivato Felpato in casa, il piccolo era cambiato. Rideva di più ed era più tranquillo. Mangiava anche più volentieri, sia il latte dal biberon, sia le prime pappe che gli preparavo con amore e maestria.

Sembrava quasi che le due anime, insieme, si capissero e si mescolassero a vicenda, e che Felpato riuscisse a lenire i dolori del piccolo Teddy, quelli che nemmeno lui era in grado di capire e cogliere, perché troppo piccolo.

Quando Felpato ha iniziato ad interagire strettamente con Teddy mi sentivo parecchio in ansia: quel cane aveva la delicatezza di un troll e l’entusiasmo tipico dei cuccioli lo portava ovunque.

Teddy era molto piccolo e avrebbe potuto farsi male in ogni modo, anche per una semplice zampata.

Poi ho iniziato ad osservarli, il mio piccolo pareva essere così interessato e affezionato al cane che non ho avuto cuore di separarli, di togliergli anche questo semplice affetto. E mai scelta è stata più giusta.

Teddy si è rinforzato, si aggrappa al pelo del suo cane che nemmeno si lamenta delle tirate e diventa ogni giorno più allegro. Lo guarda e gli sorride, gli tocca il muso e Felpato con un guizzo si allontana senza fargli male. Li ho persino visti dormire vicini sul divano o sul tappeto.

Il cucciolo è magico. Questo mi viene da pensare ogni volta che li vedo insieme, devo chiedere ad Harry Potter se ha compiuto una di quelle sua splendide magie di bontà anche sul cane che ha regalato al piccolo.

Teddy cresce come un piccolo selvaggio già a pochi mesi di vita, questo può anche essere vero, ma ha sangue di lupo e, se io non ne sono orgogliosa per nulla, si vede comunque, e un giorno potrebbe esserlo lui stesso, così orgoglioso, come lo era Ninfadora del suo Remus.

Per fortuna che non è comunque un lupo mannaro: una disgrazia in meno.

Erano davvero su Teddy le mie sensazioni e brutte premonizioni?

O erano su me stessa, su entrambi, su tutti e tre, Felpato compreso?

Sentivo la forza oscura crescere attorno, sentivo l’avanzare dell’ignoto, della distruzione.

L’Oscuro Signore stava forse tornando per la battaglia finale, per ucciderci tutti? Era questo?

Non ero affatto convinta, credevo in Harry Potter come tutti stavamo facendo nell‘ultimo periodo, ma non ero capace di andare a fondo a quelle premonizioni e mi preoccupavano.

Ugualmente, ancora una volta nella mia vita, ho scelto di non avere paura, di prendere tutto ciò che avevo e andare avanti per la mia strada, con coraggio e forza.

Invece di chiuderci in casa per la paura e l’attesa, ho deciso di uscire.

Ho scelto per Teddy la magliettina con un bel lupetto disegnato davanti: gli piace molto, non fa mai storie quando la infiliamo addosso e gli sta d’incanto, sui suoi capelli di quell’azzurro che diventa ogni giorno più intenso.

Dalla credenza del mobile del salotto, quella di cui era tanto orgoglioso Ted, ho preso il guinzaglio nuovo per Felpato e siamo usciti nel parco vicino a casa per giocare e prendere aria tutti insieme.

In quell’attimo ho ribadito a me stessa che, nonostante le premonizioni belle o brutte, non mi stancherò mai di lottare. Come ho sempre fatto in tutta la mia vita.

Per me stessa e soprattutto per coloro che amo. Per coloro che sono rimasti.

Resta a dormire qui: Lord Voledmort

Lo dovevo immaginare, ho sbagliato ad aspettare, anche con la decisione già presa, ho atteso.

Troppo.

Quando lei si è fatta avanti, con quel modo incerto e provocante allo stesso tempo, credevo la situazione fosse sotto controllo, la sentivo sotto controllo e lo era.

Quello sguardo accaldato dall’afa e dalla passione, quell’incedere sinuoso e sensuale negli abiti aderenti a causa del sudore sparso su tutta la sua pelle, i capelli lunghi e le labbra scure, di un rosso cupo e malvagio … sembrava essere appena risalita direttamente dalle fiamme dell’inferno, dalle braci e dalla cenere incandescente.

“Punitemi, mio Signore.” mi diceva con voce suadente e piena di sospiri.

Mi ha spiazzato, ma era tutto sotto controllo.

La guardavo, mi piacevano quei sospiri, il tono reso lento e quasi delirante dal troppo desiderio.

“Punitemi ancora, come l’ultima volta. Come quando abbiamo concepito Sgath durante la luna nuova.”

Lì ha iniziato a cambiare qualcosa.

Già in quel momento dovevo iniziare a fermarmi, allarmarmi. Un brutto moto di sensibilità fisica ha permeato le mie membra al ricordo di quel momento, della forza, del piacere di quella punizione. Quella notte maledetta, con la luna nuova.

Una sensazione molto violenta, seguita, subito dopo, dal pensiero dell’erede.

Strano quel pensiero.

Non le rispondevo.

Lei mi guardava con occhi ardenti, neri, pieni di desiderio.

Non ho più pensato che dovesse adorarmi, mi sono momentaneamente distratto e non l’ho più voluta punire per desiderarmi anziché adorarmi.

Errore, ancora un altro errore.

Silenzio, buio e ancora silenzio.

“Punitemi, me lo merito, lo voglio ora come non mai.” ha insistito lei, avvicinandosi, porgendomi il suo seno appena coperto dalla veste nera, porgendomi la pelle accaldata e pronta ad eccitarsi ad un semplice tocco.

Strega.

L’ho attratta a me con violenza, voltandola e buttandola sulle lenzuola.

Sorrideva.

Riusciva sempre ad ottenere tutto.

Anche da me.

Non doveva andare così, invece è andata esattamente in quel modo, nonostante io non volessi farle piacere in nessun senso.

L’ho posseduta in quel modo, per troppo poco tempo: troppo incontrollabile quella passione per riuscire ad assaporarla a lungo.

Nel silenzio finale, quando ancora ansimava, non so se per il piacere o per il dolore, ha accennato ad avvicinarsi con le labbra a me.

L’ho guardata a lungo, senza muovere un muscolo, né dire una parola, pochi istanti dopo quel gesto, dopo quei momenti di silenzio, una lieve aura di stupore le si è palesata nello sguardo, come se non si aspettasse quel momento.

Troppe volte le avevo negato un bacio e ci aveva rinunciato.

Finalmente.

Ora non capiva più cosa stessi facendo, non si è allontanata rassegnata, ma si è avvicinata lentamente.

Non potevo distogliere l’attenzione da quelle labbra scure, rosse scure come il sangue.

La guardavo con durezza, ma lei si avvicinava, spostando continuamente il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra sottili.

Sentivo quasi batterle il cuore, e il sangue fluire impazzito in tutto il suo corpo, sentivo le emozioni, le sue sensazioni.

Non le mie.

Io non ne possiedo. Le odio.

Nessun bacio Bella, mai. Me l’ero già detto in passato.

Lo sai.

In quell’esatto istante, veloce come un serpente minacciato, mi sono allontanato da lei.

Da lei e Sgath.

Sentivo troppo caldo in quel momento, sentivo il sangue di lei troppo puro, troppo ricolmo di magia.

Non sarò debole, mai.

Mi sono alzato in piedi guardandola dall’alto, nuda, bella, vulnerabile davanti a me, sempre e solo davanti a me.

“Resta a dormire qui.” le ho intimato.

Volevo sapere dove trovarla, volevo sapere dove avrei potuto agire per liberarmi di quella magia, di quel fuoco che stava continuamente indebolendomi.

Liberarmi di Sgath.

 

…………………………….............

Note:

Oggi capitolo triplo (in un certo senso) per preparare ad alcuni fatti importanti.

La parte di Andromeda (soprattutto il titolo e le premonizioni) riprendono il tema iniziale di “Sgath che significa oscurità” il richiamo è voluto, ma le conseguenze le vedrete più avanti.

Mentre per quanto riguarda l’ultima parte, quella del Signore Oscuro, molti punti sono conseguenti a ciò che avveniva proprio in “Sgath” ma credo si possa capire anche senza leggere nulla della ff precedente.

Mi pare di aver spiegato tutto, se manca qualcosa avvisatemi pure.

Dovrei riuscire a rispondere alle scorse recensioni nel giro di un paio di giorni, mi spiace non averlo fatto prima, ma è stato un periodo un po’ brutto. Mi spiace davvero! E vi ringrazio ovviamente per seguirmi e commentare le nuove evoluzioni.

Grazie a tutte! Al prossimo aggiornamento.

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Circe