Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Tigre Bianca    15/07/2011    2 recensioni
Riflessione scritta di getto in un momento in cui ce l'avevo un po' con il mondo... Non so se è una buona idea pubblicarla, ma mi butto e amen.
Diciamo che è un po' uno sfogo per tutti quegli adolescenti che si sentono incompresi e non riescono a comunicare e a farsi capire dal mondo degli adulti. Ovviamente è un po' esagerato, è una discussione urlata da un ragazzo o una ragazza che non ne può più del mondo, come capita spesso, almeno a me. Buona lettura!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TEENAGER


Ciao
 
Come va?
 
Mah… come vuoi che vada?
 
Dai, non fare la scema. È ovvio che ti va bene
 
Ma che ne sai te di come mi va?
 
E come ti deve andare, scusa?
 
… tu non sai niente…
 
Come vuoi. Però non venirmi a dire che stai male
 
Che, adesso non posso stare male? Cos’è sta storia? Non ho il diritto di soffrire?
 
Diritto, diritto! Ma sentiti! Ma se sei sempre lì a piangerti addosso?
 
Oh ma tu che cazzo vuoi, eh? Ma che ne sai di me, tu? Forse mi piango addosso perché sto male, che dici?
 
Ma che vuoi star male tu! Che hai appena sedici anni!
 
Ah, adesso devo essere maggiorenne per poter stare male?
 
Ma che dici! Non capisci niente! Beh, sei solo una ragazzina, che mi aspetto?
 
Oh ma vaffanculo eh?
 
Vedi? Non sai che offendere!
 
Perché, scusa, ma tu che stai facendo?
 
Io mica ti sto offendendo, sto solo parlando!
 
Si certo! Non sono mica scema, sai? Tu mi stai offendendo sì! È tutto implicito… ma le tue parole sono piene di disprezzo. Che, pensi che solo perché ho sedici anni non possa soffrire? Solo perché sono più piccola di te non posso sapere che cos’è il dolore? Credi che sia solo una scema, che si preoccupa per un’unghia spezzata?
 
Eh, adesso… non fare la tragica…
 
Non faccio proprio un cazzo! “Sto solo parlando”, come te! Ma tu sei come tutti gli altri, vero? Come tutti quegli adulti stronzi che credono che solo perché siamo giovani non sappiamo cosa vuol dire stare male, solo voi “uomini vissuti” avete il diritto di soffrire perché voi sì, voi soli sapete cos’è il dolore! Eh no, non funziona così. Anche noi siamo umani, anche noi abbiamo un cuore, anche noi proviamo emozione, anche noi SOFFRIAMO. E non è vero che, solo perché siamo giovani, soffriamo per delle cazzate. No, questa è tutta una vostra idea. Anzi. A voler guardar bene, voi che vi vantate di essere i soli a “saper soffrire”, a conoscere il dolore, non capite proprio un cazzo.
 
Ah sì?
 
Sì. Voi vi piangete addosso perché vi hanno rigato l’auto, perché avete litigato con la moglie o il marito, perché avete perso le chiavi della moto, perché i ladri sono venuti in casa vostra, perché invecchiate, perché siete soli o perché non lo siete.
Noi sì, piangiamo per delle stronzate. Piangiamo per i voti a scuola, piangiamo perché ci ha mollato il ragazzo, perché litighiamo con le amiche, perché voi non capite un cazzo ma pretendete di sapere tutto, perché il mondo in cui stiamo crescendo va a puttane, perché è tutto pieno d’ingiustizie e ci sentiamo impotenti, perché vediamo gli errori, ma ci impedite di correggerli, perché sappiamo che qualche volta sbagliamo, ma avremmo solo voglia che ci deste una mano, invece di deriderci, perché quando siamo tristi per un qualsiasi fottuto motivo, sappiamo che non è giusto, che in questa merda di mondo la gente, i ragazzi, i bambini, le donne soffrono, muoiono, hanno fame e freddo e noi siamo qui, bloccati, e non possiamo fare niente per aiutarli perché siamo troppo piccoli, perché il mondo è troppo grande e complesso, perché gli uomini sono troppo stronzi, perché alla fine è solo una questione di denaro, di soldi, di economia, tutto, la guerra, lo sfruttamento, vanno avanti perché quegli stronzi potenti si arricchiscono e se ne fregano se la gente muore e soffre e noi non possiamo cambiare le cose. Noi abbiamo degli ideali, delle speranze per un futuro almeno un po’ migliore, ma ci accorgiamo che non riusciremo a realizzarli, che magari diventeremo come voi, morti dentro. Siamo piccoli e impotenti. È questa la nostra tortura. Noi vediamo gli errori, vorremmo mettere le cose a posto, ma voi, voi “grandi”, ci impedite di cambiare le cose, addirittura ridete di noi e delle nostre false speranze. Ma com’era quando eravate giovani voi? Non eravate forse così anche voi? Vi siete già dimenticati tutto? Tutto quello per cui avete lottato, lo avete venduto per un buon posto di lavoro e un’esistenza anonima e tranquilla?
Cazzo, io non voglio diventare così.
 
Salve! Ripeto qui, come ho già detto nella descrizione, che ho un po' esagerato, apposta, l'urlata finale del/della ragazzo/a. Ci si sente davvero così o almeno, così mi sento io quando capita e so che non è esattamente così, ma spesso è di cui abbiamo bisogno, un momento in cui possiamo buttare tutto fuori, liberarci di tutte queste parole che pesano e sentirci un po' più leggeri.
Spero sia piaciuta, baci a tutti!!


  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Tigre Bianca