Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Manu5    16/07/2011    18 recensioni
-“Sei veramente un’idiota!!!”
- “E tu una petulante ragazzina!!!”
- “Non ti permettere sai…”
-“Altrimenti che mi fai?” “Sto’ tremando di paura guarda…” mi disse con tono spavaldo.
- “Questo!!!” E presi dal corridoio il cestino vicino ai distributori con dentro ogni sorta di schifezze tirandoglielo addosso.
Walter e Monica proprio non si sopportano, il diavolo e l'acqua santa li chiamano ridendo a scuola. Ma cosa succederrebbe se un preside un po' strampalato li costringesse con l'inganno a fingersi una coppietta felice per vincere una scommessa?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP. 1  A COLLOQUIO CON IL PRESIDE
 
Il preside – tale Roberto Molinari  - era senza ombra di dubbio un bell’uomo!! Doveva avere più o meno  cinquant’anni, ma non li dimostrava assolutamente; perfettamente inserito in una realtà giovanile come quella del suo liceo.  I suoi capelli biondo scuro con qualche filo brizzolato gli attribuivano  un’aria da uomo vissuto e un po’ tenebroso, ma il suo carattere gioviale e allegro lo rendeva una persona alla mano in grado di rapportarsi bene con chiunque si trovasse di fronte. I suoi occhi verdi  - identici a quelli che aveva ereditato suo figlio - erano incantatori, riusciva ad intrappolarti con un semplice sguardo senza darti possibilità di scampo.   Brillante e determinato, metteva il massimo impegno nel suo lavoro,  felice di poterlo condividere con giovani adolescenti, in cui riponeva la speranza per un futuro migliore.
 Seguendo il modello americano, dove aveva fatto esperienza da giovane, la scuola che gestiva era sperimentale. Raccoglieva infatti i tre indirizzi: classico, linguistico, scientifico, e proponeva diverse esperienze di socializzazione, - quasi obbligatorie per poter ottenere maggiori crediti scolastici – al pomeriggio.  
L’istituto era gestito alla perfezione, e gli studenti sapevano che lui li avrebbe ascoltati, ma erano anche consapevoli che il suo metro di giudizio era molto rigido e anticonvenzionale. Roberto infatti non faceva inutili ramanzine, ma putiva in maniera “alternativa” diciamo.  Tutti lo temevano e lo rispettavano. Tutti tranne uno. Il suo unico fallimento educativo, il ragazzo che lo faceva andare in bestia dalla mattina alla sera, ma con il quale doveva pur mantenere un minimo di contegno anche se ogni volta che se lo ritrovava davanti gli prudevano le mani….. lui….  Walter Molinari….suo figlio!!!
Lo stesso ragazzo che adesso gli stava di fronte con una maglietta tutta macchiata e un cipiglio da far invidia ad un serial killer rivolto alla ragazza che gli stava accanto naturalmente.
  • “Allora” esordì con fare quasi rassegnato agli eventi “che è successo di così tragico negli ultimi dieci minuti da farvi palesemente ignorare le belle parole che ho speso con voi circa” e guardò l’orologio con movimenti quasi plateali “ mezz’ora fa? “
I due rimasero in silenzio e abbassarono il viso verso il pavimento.
  • “Sentite” ricominciò il preside, questa volta con voce seria e perentoria “non fatemi perdere la pazienza più di quanto io non l’abbia già persa con voi due… perché sono a tanto così “ e mimò con le dita uno spazio di pochi centimetri “dalla sospensione, cosa molto frustante sia per me che per voi considerando che siamo a Settembre e le lezioni sono cominciate da poco più di 15 giorni.”
  • “Mi ha dato dell’idiota!!!” esordì allora Walter
  • “E lui della sgualdrina” ribatté acida lei.
  • “Oh andiamo …era una battuta!!! Nessuno in questa scuola metterebbe in dubbio la tua condotta scolastica e morale signorina Perfezione!!!” sputò lui velenoso.
  • “Beh… allora anche la mia lo era. Che tu sia un’idiota è un dato di fatto!!! Nessuno in questa scuola lo metterebbe in dubbio!!!” gli fece il verso lei.
  • “Senti adesso basta ragazzina…” urlò minaccioso, “ti ho già sopportata troppo oggi; il fatto che tu sia sessualmente frustrata, non significa che devi rompere in continuazione le palle al sottoscritto”
Monica non ci vide più dalla rabbia, e la sua impulsività ebbe sopravvento sulla ragione.
  • “Ma come ti permetti???” sbraitò con voce stridula. “ Solo perché non trovo appagante sbattermi un ragazzo dietro l’altro e poi non ricordarne neppure il nome come fai tu, non significa che io sia una frustrata… Tu la moralità non sai neppure dove sta’ di casa! Ti senti così realizzato ad avere un harem che si prostra a te ad ogni schiocco di dita ? Oppure cos’è che brucia, il fatto che io non mi faccia mettere i piedi in testa da te e da quel branco di cretini che chiami amici?? Capisco che per te il mondo gira intorno alla figa ma non per tutti è così bello…”
Troppo tardi Monica collegò il cervello alla bocca.
Troppo tardi Monica si rese conto del posto dove si trovava.
Troppo tardi Monica si accorse di avere sbraitato così davanti al preside.
Troppo tardi si ricordò che il preside era anche il padre di Walter.
Un silenzio imbarazzante calò su tutta la stanza.
Monica si maledì in ogni lingua conosciuta per essersi lasciata andare così tanto distruggendo probabilmente tutta la sua reputazione di studentessa modello; Roberto Molinari rimase momentaneamente sbigottito immagazzinando le parole appena sentite e poi guardò il figlio che era zitto e immobile ma visibilmente scosso da quelle sentenze sul suo conto;  Walter dal canto suo era incazzato nero. Come si permetteva quella stupida di trattarlo così? Per di più davanti al padre… era inconcepibile.
Anche se i due non andavano particolarmente d’accordo, soprattutto da quando cinque anni prima se l’era ritrovato anche come preside, Walter nel profondo stimava più di ogni altro suo padre, sapeva che era in gamba e desiderava avere il suo rispetto e la sua stima.
Il padre nel frattempo lo stava osservando attentamente,  visibilmente preoccupato. Conosceva abbastanza il figlio da sapere che una cosa del genere non l’avrebbe mai fatta cadere a vuoto . ” Adesso la picchia” pensò “ e dovrò sospenderlo anche l’anno della maturità oltre a dover giustificare ad Alberto il motivo per cui la sua adorata figlioletta è stata malmenata da mio figlio!!”
Guardò la scena al rallentatore… Walter girarsi verso di lei con gli occhi quasi spiritati, i muscoli rigidi, le braccia tese lungo i fianchi, i pugni chiusi….
“BASTA!!!” urlò alzandosi in piedi e appoggiando le mani alla scrivania spostando l’attenzione dei due ragazzi su di lui.  “Non ne posso più, di voi due e di queste sceneggiate che si ripetono ogni anno. L’anno scorso ho rischiato l’esaurimento per le vostre continue bravate… non pensate minimamente di riprendere lo stesso andazzo quest’anno!!! “
Prese poi un grosso respiro e si calmò. Rialzò lo sguardo verso i due malcapitati e con la voce più calma che riuscì a ritrovare disse: “Monica, sei una delle studentesse migliori della mia scuola, se non LA migliore… per stavolta farò finta di non aver sentito il tuo sfogo….. chiamiamolo così, ma non voglio che la cosa si ripeta mai più. “e poi guardandoli entrambi riprese “ Solitamente non minaccio i miei alunni, ma vi assicuro che se vi ripesco nel mio ufficio insieme per un’altra delle vostre litigate, la punizione che inventerò per voi vi renderà la vita impossibile. Questa è una promessa!! Ci siamo intesi?
I due ebbero per lo meno la decenza di non ribattere e annuire con la testa.
“Bene” continuò il preside e rivolgendosi a Monica aggiunse “Adesso puoi andare”
I due si voltarono e fecero per raggiungere la porta
“Ho detto puoi, non potete… tu fermati” disse Roberto rivolto al figlio. Monica se ne andò e i due rimasero soli.
“Allora cos’è questa storia?” esordì il preside.
“Quale storia?”
“Vuoi davvero che te lo ripeta…aspetta com’è che ha detto… .- sbattermi una ragazza dietro l’altra e poi non ricordarne neppure il nome come fai tu,-?
“ Quella scema non sa neanche cosa dice.. le cose non stanno così”
“E come stanno allora? Dimmelo tu.”
“Non credo siano affari tuoi.”
“Sì che le sono!!! Sono tuo padre e anche il tuo preside. Se ti sbatti una dietro l’altra le mie alunne” mimò facendo il segno delle virgolette “sono anche affari miei. Non voglio che tu giochi con i sentimenti degli altri”
“Oh andiamo… non ho mai giocato con nessuna..è solo un gioco e a volte sono addirittura loro a voler giocare..” disse Walter
“Gioco?” domandò il padre sospettoso. “Che gioco?”
“Nulla …papà nulla!! Disse ancora Walter lasciando intendere che quel discorso era concluso. Non aveva certo intenzione di parlare a suo padre della sua vita sentimentale e ancora una volta pensò ad una serie di maledizioni per Monica che aveva innescato tutto quel siparietto. “Quella ragazza aveva i giorni contati” pensò , ma poi si ricordò dell’avvertimento di suo padre.
“O.K. Allora cambiamo argomento… perché la detesti così tanto?”
“Chi?” domandò il ragazzo.
“Lo sai benissimo…ma se vuoi ti faccio un riassunto … intelligente, bionda, occhi azzurri, decisamente carina…”
“Smettila di difenderla” sbottò lui, “ma non hai sentito cosa mi ha detto prima, se si fosse trattato di chiunque altro l’avresti come minimo messo in punizione invece con lei….”
“E’ la studentessa migliore della scuola e non è nel suo carattere reagire così… lo fa solo quando ci sei tu di mezzo e conoscendoti l’avrai portata all’esasperazione per farla sbottare in quel modo”
 “E’ una vipera!!”lo interruppe il figlio
“Sarà…però è una vipera carina!”
“Non ci pensare neanche…”
“A cosa?” chiese il padre fingendo di cadere dalle nuvole.
“Ti farei troppo felice papà!” rispose Walter avvicinandosi alla porta per andarsene contento in cuor suo di essere riuscito ad avere l’ultima parola. Raramente succedeva…ed infatti…
“Dove stai andando? Non mi sembra di averti congedato!!!” Ahia, pensò Walter, ecco che era tornato ad essere il preside. Si girò a guardarlo e quando incrociò i suoi occhi non ci lesse nulla di buono.
   “Mancano cinque minuti alla fine delle lezioni, vai a casa e fatti una doccia che sei conciato da sbattere via.”
-“La farò negli spogliatoi, oggi ho gli allenamenti!!”
 “Non hai capito” riprese il preside. “Oggi salti gli allenamenti!!”
-“Ma papà…” provò lui a lamentarsi, ma venne bloccato immediatamente.
 “Vi ho visti… e soprattutto ho visto i segni rossi che aveva sulle braccia, anche se lei non se n’è minimamente lamentata..Te lo ripeto… vai a casa Walter!! Che non succeda mai più, altrimenti la tua squadra la vedrai solo in cartolina quest’anno. Ci siamo capiti Capitano?”
“Si signore. Ti prometto che non toccherò più la tua cocca.” E usci dalla porta sbuffando.
 
Il signor Molinari, una volta rimasto solo aprì il primo cassetto della sua scrivania in mogano scuro e si concesse una sigaretta. Quei due ragazzi avevano l’insolito potere di sfinirlo. Voleva bene ad entrambi in fondo.
Walter era suo figlio. 19 anni, bello come il sole, e non era una novità che le ragazze facessero la fila per accaparrarselo, ma non era mai parso interessato a qualcosa di serio e dopo le affermazioni sentite ne capiva anche il perché. Dopotutto anche Roberto era un uomo ed era stato giovane, forse ancora più scapestrato del figlio (ma questo non poteva certo dirlo, che esempio sarebbe stato altrimenti) Se uno ha la fila alla porta perché deve accontentarsi? In fondo Walter non era cattivo, sotto quella facciata da teppistello nascondeva un cuore d’oro.  Aveva i suoi stessi occhi verdi smeraldo, i capelli colore del grano perennemente spettinati, un sorriso accattivante e sexy, il suo corpo era perfetto, muscoloso ma non palestrato frutto degli allenamenti di calcio nella squadra della scuola di cui era il capitano.
Dei quasi 1.000 studenti iscritti all’istituto era senza ombra di dubbio il leader indiscusso. Lui dettava le regole, i modi e i tempi. Era come se gli ruotasse tutto intorno. Nessuno osava contraddirlo o andargli contro, le ragazze sospiravano al suo passaggio, ed era vero … avrebbe potuto benissimo schioccare le dita e qualcuna gli si sarebbe buttata tra le braccia… tranne una. Ed era questo che lo mandava in bestia, pensò Roberto divertito.
Monica Molinari era la figlia del suo migliore amico Alberto, 17 anni, aveva splendidi occhi azzurri capaci di perforarti l’anima, i capelli erano biondi a boccoli perfetti lunghi poco sotto le spalle. Era davvero bellissima, ma sembrava non rendersene minimamente conto, o almeno non lo faceva notare. Amata e invidiata, aveva un carattere solare e allegro, difficilmente la si trovava in giro senza un libro in mano o intenta a svolgere qualche progetto scolastico. Ma non era una secchiona, era semplicemente intelligente al di sopra della media senza mai ostentare questa sua dote, aveva la capacità di leggere le cose e ricordarsele immediatamente. Altruista e determinata collaborava con la redazione del giornalino scolastico. Il suo sogno era infatti di fare la giornalista. Responsabile e razionale, non perdeva mai le staffe, tranne quando si parlava di Walter. Allora era fuoco e fiamme. Buttava nel cesso tutta la sua razionalità e diventava isterica. Sotto un certo aspetto il preside l’ammirava, lei riusciva a tenergli testa, come forse neanche lui era capace.
 
Terminata la sigaretta Roberto tornò al lavoro e cominciò ad aprire la posta arrivata quella mattina.
C’era la busta, quella busta, la busta della gara dell’anno 2011. Era tradizione infatti che ogni anno le scuole superiori di Milano e limitrofi si sfidassero in gare educativo/sportive/umanitarie/ecc…. decise dalla regione di volta in volta. I premi variavano da borse di studio per gli studenti, materiale didattico per la scuola, viaggi studio, ecc… ecc…ma più di tutto era la competizione tra tutte le scuole che la faceva da padrone, quasi al pari dell’annuale torneo di calcio che per altro per due anni a fila era stato vinto dal suo istituto.
A Roberto Molinari non piaceva perdere. Mai!!!
Aprì la busta trepidante di curiosità…si trattava di una competizione divisa tra più prove, - sportive, didattiche e di bellezza. Niente di trascendentale pensò il preside”un momento, ma cosa significava di bellezza???”ma poi andando avanti nella lettura era specificato...
“ Ogni istituto dovrà presentare solo due alunni, a rappresentanza dello stesso, un maschio e una femmina che dovranno essere a tutti gli effetti una coppia!!! Questo a dimostrazione che non sempre l’amore fa perdere di vista gli obbiettivi che la scuola si propone di infondere. Maggiori dettagli verranno dati in seguito”
“Una coppia….” Pensò il preside “Due ragazzi che stanno insieme? E dove li trovo? Io non so neanche le coppie che ci sono a scuola… E poi devono essere belli, fare sport ed essere bravi nelle materie scolastiche ??? E dove la trovo una coppia così…??? Che rappresenti tutto l’istituto poi…”
Ma poi l’illuminazione !!“Non accetteranno mai” si disse.  “Ma perché dovrei chiederlo…” sorrise tra sé. Cos’è che gli aveva appena detto ….”una punizione che vi renderà la vita impossibile..Eccola !!”
Non gli rimaneva che aspettare, aspettare che nonostante tutte le sue prediche, ci ricascassero…forse un giorno,… 48 ore, al massimo una settimana, ma lui sapeva che ci sarebbero ricascati perché era nel loro DNA. Era così  e basta da tre anni a questa parte. E sorrise soddisfatto della sua idea.
No, Roberto Molinari non avrebbe perso, neanche quest’anno!!!!
  
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Manu5