Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: alessia21685    17/07/2011    12 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao ragazze! Eccomi qui col nuovo aggiornamento! Siamo nella fase "tenera" della storia, e spero di non essere stata troppo zuccherosa, d'altronde sono una romanticona, e Tom in versione "cucciolosa" mi piace troppo *__* .
Ad ogni modo sappiate che presto accadranno fatti ed eventi imprevisti che sconvolgeranno i protagonisti, quindi non temiate che la storia si trasformi in una stucchevole smancieria da "donnicciole" (che termini ottocenteschi! XD ) che presto ci saranno morti (non dei protagonisti, tranquille) , sangue e ... beh lo scoprirete!

Buona lettura!

 

Cap 15:  Pelle di serpente


Era tornata al castello insieme a Tom verso le otto di sera, entrambi bagnati fradici dalla pioggia, ma ad Hermione non importava, non provava freddo, ma una soffice sensazione di calore e formicolio in tutto il corpo.

Sentiva ancora l’ardore dei suoi baci sulle labbra, il profumo di Tom sulla sua pelle.

Non avevano più parlato, lasciando ai loro sguardi e sospiri quel compito.

Hermione si sentiva viva, più viva, felice e elettrizzata di come non era mai stata prima.

Aveva letto spesso dell’amore, di come la gente perdesse la testa e si sentisse leggera come se camminasse a due metri da terra, ma  aveva sempre creduto che quelle storie fossero esageratamente romanzate, che sentimenti così forti non potessero davvero nascere nella vita di tutti i giorni.

Si sbagliava.

Non era affatto preparata a quella sensazione di felicità irrazionale e folle, a quell’impulso irrefrenabile che provava di toccare Tom, di accarezzare con le punte delle dita i suoi lineamenti cesellati e le sue labbra umide, gonfie e arrossate dai baci, di sfiorare con le labbra la sua pelle liscia e febbricitante, ovunque, dagli zigomi sottili, alle palpebre ornate dalle ciglia scure e imperlate di pioggia, all'attaccatura dei capelli sul retro del suo collo. 

Era come se il suo profumo la ubriacasse, quel profumo di spezie ed erba bagnata che emanavano i suoi capelli fradici, che si appiccicavano alla sua fronte e che erano così soffici e sottili fra le sue dita.

Il cuore le aveva battuto così in fretta e così a lungo che temeva non sarebbe più stato lo stesso, che il ritmo non sarebbe più tornato normale.

Non sarebbe voluta più andare via dal piccolo rifugio sotto il salice, dove l’erba sotto le sue ginocchia nude era soffice e l’aria fresca e frizzante di pioggia.

Eppure  erano dovuti tornare, perché come aveva fatto notare Tom, stava calando la notte, e la punizione per chi non tornava nei dormitori entro l’ora stabilita poteva essere dura, arrivando anche all’espulsione.

Così ora Hermione si girava senza pace nel letto,incapace di prendere sonno, così agitata da avere l’impressione di prendere  fuoco insieme alle lenzuola, mentre la mente ripercorreva senza tregua quei minuti di paradiso e follia.

Doveva essere molto tardi, quasi mattina. Le sembrava un eternità che era rinchiusa nella stanza del dormitorio delle ragazze.

Non aveva mangiato e si sentiva la testa leggera, e per un attimo le parve di sentire una voce, delicata e sospirata come un alito di vento.

Le venne un brivido, perché quella voce era troppo familiare, la aveva udita così tante volte nei suoi sogni.

Si alzò, scese piano le scale e vide Tom in sala comune, su una poltrona di raso rossa.

Fra le mani bianche e affusolate teneva un serpente, e lo accarezzava con delicatezza, come se fosse stato delicato come un guscio d’uovo.

Un flash back la fece tornare al ricordo della sua prima sera, a Hogwards, quando aveva sorpreso Tom uscire di nascosto dalla sala comune. Il ricordo le provocò inaspettatamente un brivido. Non sapeva ancora quello che Tom combinava quando usciva di nascosto o non partecipava alle lezioni.

Ma non appena Tom si voltò verso di lei e i suoi occhi si accesero della stessa luce che avevano avuto per lei quella sera nel bosco, il brivido le scivolo via, come una seconda pelle inutile e ingombrante.

Tom le sorrise, e le sue guancie si fecero più scure. Ma forse era l’effetto del calore del fuoco del camino.

“Ciao.” Sussurrò.

Hermione rispose con un cenno della mano, e gli sorrise a sua volta.

“Ciao.Non riuscivo a dormire.” Mormorò Hermione, avvicinandosi con cautela.

“Neanche io.” Rispose Tom, con un sorriso di intesa.

Il serpente si avvolse ancora più stretto sul suo braccio, come se fosse agitato, e Tom gli sussurrò qualcosa in serpentese, le parole che uscivano dalle sue labbra erano pronunciate con tanta dolcezza che a Hermione fecero pensare che si stesse rivolgendo a un gattino appena svezzato, e non a un pericoloso serpente. Alle sue parole l’animale si calmò.

“Cosa gli hai detto?” domandò Hermione affascinata.

Tom inarcò le sopracciglia, come stupito dal suo interesse.

“Le ho detto di non avere paura, che sei un amica e non le avresti fatto del male.”

Hermione spalancò la bocca incredula. Questo lato di Tom Riddle, così tenero e affettuoso era del tutto nuovo e inaspettato.

“Io fare del male …a lui?” balbettò a quell’idea comica.

“è solo un cucciolo” rispose Tom del tutto serio. “è molto più spaventata lei di te, che il contrario, te lo posso assicurare.”

Hermione sorrise, anche se dubitava seriamente delle sue parole.

“Vuoi accarezzarla?” le domandò lui,fissandola negli occhi.

Hermione esitò. Poi, lentamente annuì e si avvicinò cauta all’animale, mentre Tom sussurrava in serventese parole sconosciute, ma con un tono calmo e rassicurante.

Quando la sua mano toccò la pelle del rettile, Hermione sussultò. Era stranamente morbido e caldo,e non era affatto viscido come se lo aspettava, ma asciutto, e stranamente piacevole al tatto.

Il serpente la osservava, con i suoi piccoli occhi neri come l’inchiostro.

“Come si chiama?” bisbigliò Hermione, avendo paura di innervosire la bestia parlando a un tono di voce troppo alto.

“Nagini.” Rispose Tom, nei suoi occhi brillava una luce calda, come quella di un padre che parla del proprio bambino.

“è il tuo serpente?”

“Si può dire così. Ma non l’ho comprato. È stata lei a trovarmi.”

“è una femmina? ” le sembrava strano come parlava del serpente, come se fosse stato una persona.

Tom annuì.  “è con me dal primo anno, a volte…” continuò abbasando lo sguardo sul serpente aggrottando la fronte. “A volte credo sia l’unica che mi capisca veramente. A lei posso parlare per ore senza mai stancarmi. E lei mi ascolta. Sempre.”

Hermione rimase a fissare il serpente- o la serpentessa- accarezzare con le sue spire il collo di Tom, mentre i suoi occhi piccoli e intelligenti fissavano il suo padrone, era come innamorata, incantata da lui.

Dopo un attimo di silenzio Tom si alzò e si avvicinò al terrario, per depositare delicatamente Nagini sul ramo di legno adagiato sulla sabbia al di là del vetro. La salutò nella lingua che solo loro potevano capire e chiuse il coperchio .

“Tom, volevo chiederti una cosa”. Disse Hermione torcendosi le mani in un’improvviso moto di nervosismo.

Senza più il serpente a dividerli, percepiva fin troppo chiaramente la sua presenza, a pochi metri da lei e si era resa conto che erano soli, nella sala comune nel bel mezzo della notte.

Anche se fino a poche ore prima non avevano fatto altro che assaporarsi a vicenda pelle e labbra sotto la pioggia, era ancora una novità spaventosa e eccitante rimanere soli .

Anche Tom sembrava più nervoso, e i suoi occhi la guardavano nella luce tenue del fuoco morente in attesa della sua domanda.

“Non mi hai ancora dato una risposta. Sai, per il ballo.”

Tom si rabbuiò tutto d’un tratto e abbassò lo sguardo a terra.

“Non lo so Hermione io… non credo che sia una buona idea.”

“Perché?” Domandò Hermione delusa.

“Non credo di essere il benvenuto. E non mi interessa neanche esserlo. Odio quel ballo. E odio tutti gli stupidi che vi partecipano.”

Ma Hermione non voleva mollare.

“Non me ne importa niente degli altri. Voglio andarci con te, per stare con te.”

Tom era combattuto. Restò un attimo in silenzio e alla fine parlò.

“Va bene, ci verrò. Ma non starò molto. E non ballerò.”

Hermione scoppiò quasi a ridere. “Non ballerai? Ma cosa ci andiamo a fare a un ballo se non vuoi ballare?”

Sul viso di Tom comparse un’espressione offesa.

“Allora non verrò affatto. Mi dispiace. Buonanotte Hermione.”

Se ne stava quasi andando quando lei lo bloccò parandosi davanti a lui.

“Eh no signor Riddle! Ora non te ne vai finchè non mi dai una buona ragione per la quale non desideri ballare con me.”

“Ho, levati di mezzo Hermione!” brontolò lui indeciso se arrabbiarsi o scoppiare a ridere per la sua caparbietà.

“Non se ne parla!”

“Perché sei così cocciuta?” esclamò lui esasperato.

“E tu perché cerchi sempre di scappare?”

“Non so ballare!!Contenta?” Sibilò Tom sconfitto. Il suo sguardo era carico di vergogna e rancore.

Hermione restò a bocca aperta. Era stata proprio una stupida.

Era ovvio, di certo all’orfanotrofio non davano dei corsi di danza gratuiti. E Tom non aveva mai partecipato a nessun ballo perché nessuno lo aveva mai invitato.

Senza dire una parola si avvicinò a lui lentamente, così vicino che i suoi corpi potevano toccarsi.

Alzò il viso verso quello di Tom, che la guardava senza fiato e sorpreso.

Allungò un braccio, fino a prendere la mano destra di Tom. Al suo tocco sentì una scossa elettrica partirle dai polpastrelli e fremette.

Tom la fissava impietrito, ma il battito accelerato del suo cuore la spronò ad andare avanti.

Spinse la mano destra di Tom a cingerle la vita e sentì le dita di lui premere sul tessuto sottile della sua camicia da notte e stringerla a sé. Erano così calde e tremanti che per un istante il suo corpò non sentì nient’altro, ma poi cercò di schiarirsi la mente, per proseguire quello che voleva fare.

Con la mano destra cercò la mano sinistra di lui, vi intrecciò le dita e la sollevò, così che alla fine si ritrovarono nella posizione base del ballo da sala.

Solo allora si rese conto di quanto i loro corpi fossero vicini, e per un attimo il desiderio di baciarlo e stringerlo a sé si fece prepotente nella sua testa, ma si trattenne, perché voleva mostrare a Tom come si ballava. Voleva insegnargli qualcosa che si sarebbe ricordato per il resto della vita.

“Fai un passo avanti col sinistro” bisbigliò Hermione mentre Tom ubbidiva.

“E ora uno di lato con il destro”.

Tom eseguiva, facendosi guidare da lei.

“Ora unisci il sinistro al destro”

“così?” domandò Tom esitante.

“Si, bravo. Da capo. Un, due,tre, un,due,tre…Bravissimo!”

Tom imparava molto velocemente, in pochi minuto avevano assunto un’armonia perfetta.

I loro corpi si muovevano in silenzio, al ritmo di una musica immaginaria e in quell’istante Hermione dimenticò tutto il resto del mondo.

“Hai visto? Sai ballare.” Sussurrò Hermione al suo orecchio.

Lui sorrise,e la strinsè a sé con il braccio intorno alla sua vita.

Hermione appoggiò la guancia sulla camicia della sua divisa, e chiuse gli occhi, sognando.

Sognò di essere in una favola, dove lei e Tom erano soli al mondo, senza nessuno a giudicare e senza nessun futuro oscuro, o passato orribile, solo il presente.

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: alessia21685