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Autore: AngelSword    19/07/2011    7 recensioni
“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin.
Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.
“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”
Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”
I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.
Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. 'Voglio avere la conferma...' le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.

La mia prima FF in assoluto! Datemi il beneficio del dubbio almeno per i primi 5 capitoli XD Altri dettagli nella premessa.
Question Corner all'interno!! XD Fare Attenzione!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 

Ok, annuncio che sono fissa in sclero-mode, quindi sarò capace di spararne di tutti i colori XD Questo è L'attesissimo capitolo di disastro... Voglio risparmiarvi i miei deliri quindi passo subito alle sezioni in grassetto! Ah, solo una piccola notina: quello che seguirà gli asterischi rossi è una specie di Flashback ^^.... Altra piccola Notina: Mi sono cimentata in una mini poesia alla fine del capitolo, quindi concedetemi molte licenze poetiche Please! Non sono mai stata brava in questa materia! >.<
Disclaimer: I Personaggi di One Piece non sono miei ma di Oda-sensei ^^
Reminders: QC di nuovo aperto ed in attesa di essere riempito dalle vostre domande! ^^ Tante recensioni come al solito, mi raccomando =D
Annunci: Sto lavorando ad una speciale Summer Edition ^^ Contenti? (arriva il tipo con il fucile) O___O
Ringraziamenti: Alla fedelissima Trinità (ecco a voi le carte fedeltà *allunga delle tessere punti della Coop smagnetizzate*), a Tomoyo_Daidoji, a FM107 3 RADIOCAOS, a Vale2910, a Niki 96, a tutti i lettori silenziosi e a tutti gli utenti che hanno messo questa storia tra le seguite/preferite ^^
Colonna Sonora Consigliata: "Lowlife" - Theory of a Deadman; "I Don't Care" - Fall Out Boy; "Time In Slipping Away" - Course of Nature
Spero vi piaccia la mia selezione di canzoni e buona lettura? ^-^


Capitolo 28 - Bahamut
 

Qualcosa lo colpì sulla guancia, due volte. Agitò una mano come se stesse scacciando via una mosca. Di nuovo quei due colpi e un suono attutito. “Lasciami dormire, Aqua...” biascicò girandosi dall’altra parte.

“Ma quale Aqua! Zoro, sveglia!!” Gli arrivò un altro colpo, più forte, sull’altra guancia.

Lo spadaccino socchiuse gli occhi e mise a fuoco. Si ritrovò davanti il volto capovolto del capitano. “Rufy...?”

“Andiamo, in piedi!!!” esclamò lui spingendolo giù dal letto.

Zoro lo bloccò e si mise a sedere. “Che ore sono?” chiese massaggiandosi le tempie. Per qualche strana ragione aveva un tremendo malditesta.

“Le due del pomeriggio.”

“Le du---!!! Perché non mi hai svegliato prima?!”

“Perché dovevo mangiare!”

“Incorreggibile...” mormorò e si mise in piedi.

“Zoro, oggi tu devi venire con me.”

Altra tortura in arrivo.“Perché?”

Rufy sorrise eccitato. “Perché dobbiamo organizzare uno scherzo!”

Lo spadaccino sospirò. “Non sono proprio dell’umore adatto, guarda...” Si voltò ma fu subito avvolto completamente da un braccio gommoso che gli tappò la bocca e coprì gli occhi.

***


Sanji se ne stava tranquillamente seduto su una sdraio sulla spiaggia, immerso nella lettura di un libro di arte culinaria. Raramente leggeva quel genere di libri dato che ogni ricetta di quel mondo la sapeva già a memoria, ma questa era tutt’un’altra storia. Questa era cucina Antica. Stava leggendo di ricette di cui non aveva mai sentito nemmeno il nome, ingredienti che non aveva ancora mai provato, combinazioni di sapori che non aveva assaggiato.

Beh, è ovvio, gli aveva detto Ruby mentre gli porgeva il libro, dopo gli assalti alle nostre città natale, ci hanno praticamente eradicato dalla storia sotto ogni aspetto.

E quel giorno era proprio il giorno ideale per leggere: Nami-san e Robin-chan erano andate a fare un giro dell’isola, il sole era alto nel cielo terso ed una leggera brezza spazzava via l’afa estiva, il tutto accompagnato dal rilassante rumore delle onde e il raro stridio dei gabbiani. L’unica cosa che gli dava un po fastidio era che non sapeva dove si trovasse la sua Aqua-chan dopo che il marimo se l’era portata via la sera prima. Almeno sapeva che non si trovava con quest’ultimo dato che lo aveva visto avvolto come una mummia nel braccio di Rufy che lo stava trascinando da qualche parte. Quando aveva chiesto se avesse visto Aqua-chan, lui ci aveva pensato un po e poi aveva scosso la testa prima di congedarsi con un veloce saluto e riprendere a sbattere Zoro in giro per la spiaggia.

Stava cercando di sopprimere le sue domande e le sue preoccupazione nella lettura quando una voce femminile disse “Posso?”

Il cuoco alzò lo sguardo dal libro e si ritrovò davanti, in controluce, proprio l’oggetto delle sue ansie. Aqua aveva i capelli sciolti ed in mano stava tenendo una sdraio. “Ma sicuro, Aqua-chan!!” canticchiò lui alzandosi per cederle il posto. Le tolse di mano la sdraio chiusa, l’aprì e ci si mise sopra mentre la ragazza si sedeva sull’altra già aperta. Sanji però si rialzò subito e le chiese “Posso portarti qualcosa, angelo mio?”

“No, grazie. Posso tenerti solo un po di compagnia?”

Il cuore del cuoco cominciò a battere più forte: era la prima volta che una ragazza chiedesse a lui di tenergli compagnia. “Ma certo!!” e si rimise a sedere avvicinandosi a lei più che poteva.

“Che leggevi?” chiese l’Antico notando il libro che lui stava tenendo in mano, l’indice posto tra le pagine per tenere il segno.

“Un libro di cucina, Aqua-chan.” Glielo porse.

Lei lo studiò per qualche secondo prima di sorridere ed esclamare “Nooooo!” Glielo restituì senza perdere il segno della pagina. “Su questo libro ci ho studiato io quando ero bambina!”

“Davvero?!” Sanji guardò la copertina blu, indeciso se poteva tenerlo oppure restituirlo.

“Tienilo pure,” disse lei leggendo la sua espressione. “Ma ti avverto fin da subito che le ricette là dentro ti faranno penare non poco!”

Sanji ridacchiò. “Niente è impossibile per il cuoco migliore del mondo!”

“Io ancora mi ricordo di quella volta che mandai a fuoco la casa mentre provavo una ricetta... Mi sono beccata una di quelle strigliate da mia madre che non dimenticherò mai...” La ragazza rabbrividì al ricordo. “Comunque sono curiosa di vedere cosa uscirà fuori a te.”

“Posso prepararne uno per oggi a cena, se desideri.”

Lei ci pensò su per un po prima di sporgersi di lato ed avvicinarsi al cuoco per vedere il libro senza toglierglielo dalle mani. “Tieni il segno,” disse e spostò il dito di Sanji sulla pagina corrente. Prese a sfogliare il libro mentre Sanji internamente gioiva: Aqua-chan era così vicina a lui! La donna più bella del mondo era appiccicata a lui!

“Non credo di essere la donna più bella del mondo,” disse lei senza distogliere gli occhi dalle pagine.

“Come prego?” Sanji bloccò i suoi pensieri gloriosi quando si accorse che la ragazza aveva appena detto qualcosa che solo lui sapeva.

“Curioso vero? Per qualche strana ragione riesco a leggere anche i tuoi pensieri. Ma tranquillo, non lo farò più: comprendo che è una cosa fastidiosa--“

“Fai come vuoi Aqua-chan, per me è un piacere diventare un tutt’uno con te e la tua mente!!” cantilenò Sanji.

“La cosa è anche a doppio senso: te puoi leggere la mia mente.”

“Davvero??!” Ci provò immediatamente ma trovò un muro d’acciaio. Abbassò le spalle sconsolato.

“Non ho mai detto che sarebbe stato facile, però.”

“Non importa. In fondo anche tu hai la tua privacy... ma sentiti libera di violare la mia quando vuoi!!!”

“In tal caso...” disse Aqua e si alzò per sistemarsi sulle ginocchia del cuoco. Poggiò la schiena contro il petto di Sanji e il libro, ancora tra le mani del cuoco, sul suo fianco, mentre la sua testa giaceva sulla spalla del ragazzo. “Ti dispiace se mi metto così?”

“ASSOLUTAMENTE NO!!!” si affrettò a rispondere Sanji che stava lentamente vedendo i suoi sogni diventare realtà. Lui ed Aqua-chan, in costume, vicini, da soli, sulla spiaggia... il suo cervello fece rapidamente due più due mentre sulla sua faccia si dipingeva un sorriso beato.

“Dimmelo nel caso ti dessi fastidio.”

“Non pensarci nemmeno, Aqua-chan,” rispose lui mentre faceva scivolare una mano dal libro intorno ai fianchi della ragazza, la quale non diede segno di accorgersene. Lì per lì Sanji rimase sorpreso: non sentiva niente di particolare. Sì, il cuore gli batteva forte e l’idea che una ragazza bella come una Dea gli stesse così vicino lo faceva impazzire, ma non sentiva nessuna voglia di fare qualcosa con lei. Mentre era sicuro che con Nami-san e Robin-chan non si sarebbe potuto trattenere, con Aqua era diverso. Sentiva solo di volerle bene e basta. Molto curioso.

“Sai una cosa, Sanji-kun?” disse ad un certo punto lei. “Il battere del tuo cuore mi ricorda molto quello di mio padre. Lento e cadenzato, in pace.”

Il cuoco si accorse che i suoi battiti non erano più a mille ma erano ritornati normali. “Mi pare di capire che anche il marimo ce l’abbia, questa cosa che dici,” disse un po acidamente.

Aqua scosse la testa. “No, Zoro ha lo stesso battito di Nex: profondo e forte.”

“Ma è anche possibile riconoscere una persona dal proprio battito cardiaco?” chiese Sanji un po scettico.

“Certo! Se una persona sa ascoltare, ovvio.”

“Hai davvero un sacco di qualità Aqua-chan.”

“Grazie, Sanji-kun.”

“È un piacere.”

“Che faresti se io morissi?”

Sanji s’irrigidì. “È una domanda tanto per curiosità, vero Aqua-chan?”

Lei annuì. Si raddrizzò e lo guardò dritto negli occhi sorridendo. “Semplice curiosità.”

“Beh, ovviamente mi dispererei tantissimo, ma penso che dopo un po mi riprenderei. Ho imparato che per quanto uno sia triste, quella persona non tornerà in vita. Ma...” Prese la mano della ragazza e la poggiò sul suo petto, proprio sopra il cuore. “Tu resterai sempre qui.”

“Mi piace questa risposta,” disse lei sorridendo. “E dimmi, ricordi qualcosa della tua famiglia? Mi hanno detto che sei stato cresciuto da un uomo chiamato Zeff...”

“Il vecchio?” Sanji rise. “Sì, mi ha insegnato lui tutto sulla cucina. Non ricordo molto della mia vera famiglia... ricordo solo che mia madre mi mise in qualcosa, una culla forse, ed era buio... pioveva... e lei era molto preoccupata, e aveva il fiatone, probabilmente aveva corso. Mi disse che sarebbe venuta a riprendermi ma quando mi sono svegliato lei non c’era. E non è mai tornata.”

"Ti ricordi il volto di tua madre?”

Sanji rimase in silenzio mentre cercava di scavare in quel confuso ricordo. “No, mi dispiace Aqua-chan. Ma sono sicuro che il suo sorriso era... semplicemente angelico.”

“Capisco,” disse e si distese di nuovo sul petto del cuoco. “Scusa se ti ho fatto ricordare queste cose, so che non è molto piacevole.”

“Questo e altro per te, Aqua-chan.”

“Vorrei questo qui per cena.” Indicò la figura sulla pagina che raffigurava un’enorme granchio tagliato a metà da cui fuoriusciva ogni tipo di pesce e crostaceo.

Sanji diede una veloce occhiata agli ingredienti e sorrise. “Sicuro. Sarà pronto in un batter d’occhio.”

Aqua ricambiò il sorriso e gli diede un bacio sulla guancia. Il cuoco arrossì. “Non farti strane idee, eh,” l’ammonì lei. “È solamente un modo per esprimere la mia gratitudine e il mio affetto, non c’è nient’altro sotto.”

“D’accordo,” acconsentì lui. “Siamo solo nakama.”

“Esatto. E poi...” Si girò per guardarlo in faccia. “Posso sapere perché ultimamente vi state prendendo da parte Zoro uno per uno?” chiese con un sorriso felino.

Sanji sobbalzò preso alla sprovvista. “L-l’hai notato...”

“Un po difficile non farlo.”

“Perdonami, Aqua-chan, ma non te lo posso davvero dire.”

Lei lo guardò un po delusa. “Vabbè, fa niente...”

“Per farmi perdonare ti cucinerò il miglior piatto di pesce che tu abbia mai mangiato stasera a cena, ok?”

Aqua gli regalò uno dei suoi rari sorrisi a trentadue denti. “Credo che possa andare.”

I due presero a ridere quando Rufy corse giù per la spiaggia agitando una mano ed urlando “OOOOOIIIII AQUA!!!! ZORO è IN GROSSI GUAI!!!”

***

 

“Ok, facciamo un momento mente locale,” disse Aqua alzando le mani. Rufy, seduto sulla sabbia, annuì mentre si mordeva le labbra. Sanji guardò annoiato il capitano ai suoi piedi e poggiò una gamba sulla sua testa mormorando qualche strano insulto.

“Allora, un po di tempo fa tu hai preso Zoro--“

“Preso con la forza,” la corresse Rufy.

“--e siete andati alla grotta che sta a nord da qui, giusto?”

“Sì, la grotta che sta in quella direzione.” Il ragazzo indicò verso sinistra.

Aqua seguì la linea del suo braccio e fissò la spiaggia che spariva dietro una curva. “Rufy... quello non è il nord... è l’ovest...”

“Io ho solo seguito la direzione che mi sembrava più fredda.”

“Ma sei peggio di una idiota...” disse Sanji.

“La grotta ad ovest...” sussurrò l’Antico mentre rifletteva.

“E allora noi ci siamo entrati perché volevamo preparare uno scherzo da farti...” fece una pausa sicuro che la ragazza avrebbe reagito violentemente, ma invece rimase in silenzio. “E ho mandato Zoro avanti così non sarebbe potuto scappare, ma poi è sparito! Nel buio, così, puff! L’avrei seguito ma era tutto pieno di acqua marina...”

“Acqua marina...?” Il volto di Aqua sbiancò. “Non mi dire che...” Corse via verso la direzione che il capitano aveva indicato poco prima.

“Oi, Aqua-chan! Cos’è tutta questa fretta?!” urlò il cuoco alzandosi.

“È Akubaba!!!” rispose lei e sparì con un colpo d’ali.

Sanji abbassò la testa e guardò Rufy. “Se Aqua-chan si fa male a causa tua e di quel marimo io giuro che vi ammazzo a suon di calci,” disse con inquietante calma accendendosi una sigaretta.

***


Stupida testa d’alga marina... e chiedo scusa alle alghe. Ma tu guarda in che situazione doveva finire...

Percepì qualcosa di tiepido colargli giù dalla fronte.

Perfetto. Si è anche lasciato ferire. Ma non lo sa quello che ci rimetto anche io?!

Tentò di accelerare il ritmo delle sue falcate, ma era difficile con l’acqua alta fino a mezza coscia. Sospirò e si fermò un momento per guardarsi intorno.

Buio. Buio. Oh, aspetta! No, ancora buio. Odio doverlo fare, ma è necessario...

Alzò il capo verso l’alto scostandosi i la frangia dal volto. Mentre fissava la volta buia, si tenne alzata la palpebra dell’occhio sinistro e rimosse delicatamente qualcosa da sopra la pupilla. Sbattè un paio di volte gli occhi. Guardò la sottile pellicola ovale attaccata al suo indice.

Ruby è un genio, questa cosa è fenomenale... come l’ha chiamata? Lente a contatto? Qualunque sia, riesce davvero a bloccare le mie... “viste aggiuntive”...

Aprì l’occhio sinistro ed improvvisamente intorno a lei non c’era più il solito buio, ma rocce, stalattiti, stalagmiti e quant’altro avvolte in una luce verdognola.

Bella cosa i Raggi X, ma credo che dopo un mi si fonderebbe il cervello per le troppe informazioni trasmesse.

Riprese a camminare quando sentì una presenza dietro di sé. Si voltò lentamente. “Porca miseria...” disse annichilita mentre le sue spalle si abbassavano.

***
 

Nex uscì insieme a Brook dalla casa principale stiracchiandosi di gusto. Vide Sanji e Rufy seduti sulla spiaggia in silenzio. Guardò lo scheletro ma fece spallucce. Insieme si diressero verso i due. “Che succede?” chiese allegramente.

Il cuoco e il capitano continuarono a fissare la cresta della spiaggia a ovest. “Aspettiamo,” rispose Sanji esalando una nuvola di fumo.

“Cosa?”

Proprio in quel momento, Aqua arrivò marciando a passi pesanti, l’espressione furiosa. E soprattutto, sanguinante. I quattro la guardarono scioccati e lei disse a denti stretti “Aspettate.”

Entro nella sua casetta e ne uscì qualche minuto dopo insieme ad una mazza ferrata. Diede un’ultima occhiata alla piccola combriccola e sparì di nuovo con un colpo d’ali.

“Davvero, che sta accadendo?” La voce di Brook era spaesata.

“Allora, Zoro e io siamo andati ad una grotta a sud per preparare quello scherzo da fare ad Aqua.”

“Quello per vederla in costume?”

“Sì, esatto. Stavo per andare a chiamare Ruby quando Zoro ad un certo punto ha cominciato ad urlarmi contro ed è sparito nel buio.”

“Che cosa gli hai fatto?” chiese Nex molto sospettoso: sapeva che era difficile far perdere allo spadaccino la sua compostezza.

“Io niente!” rispose offeso voltandosi. “Ho nominato Aqua e il suo atteggiamento è cambiato in un istante!” Fece una pausa ricordando l’espressione del nakama prima che sparisse. “Ora che ci penso...” disse calmandosi, “Zoro non era solo arrabbiato. Era molto preoccupato, anche se cercava di nasconderlo. Dev’esserci qualcosa che lo turba... probabilmente riguardo ad Aqua...” Tornò a fissare la spiaggia, assorto nei suoi pensieri.

“Non dirmi che ha capito...” sussurrò l’Antico, troppo piano per essere udito.

“Yo!”

Si voltarono e videro Ruby avvicinarsi a loro allegro e sorridente come sempre, una mano alzata in segno di saluto. Arrivò allo stesso tempo Aqua, ancora più sporca di sangue e bagnata di prima. Abbandonò la mazza ferrata sulla sabbia e marciò di nuovo nella sua casa. Tutti la seguirono in silenzio con lo sguardo. Uscì di nuovo con una lunga catena e sparì per la terza volta.

“Cosa. Sta. Succedendo.” Ruby era seriamente annichilito.

“Io non lo spiego un’altra volta,” disse subito Rufy.

“Zoro è sparito in una grotta a ovest ed Aqua-chan sta cercando di salvarlo,” disse Sanji abbastanza seccato. Tutto quel rumore di sottofondo era noioso.

“A Ovest? Ma lì non c’è Akubaba?” chiese l’Antico delle Gemme guardando Nex.

La lampadina nella testa del cugino si accese. “Giusto! Ecco il perché delle armi!”

“Avete davvero scelto il posto sbagliato al momento sbagliato...” disse Ruby scuotendo la testa.

Sanji, Rufy e Brook lo guardarono in attesa di spiegazioni. Prima che l’uomo potesse cominciare a parlare, Aqua comparse di nuovo, più furiosa che mai.

“Sicura di non volere una mano?” le chiese il fratello.

Lei lo fulminò con lo sguardo e tirò dritto verso l’armamentario nascosto nella sua palestra. Uscì con una lunga frusta di pelle nera. “Ci sono quasi...” mormorò spiccando il volo.

Nex fischiò. “La frusta... la cosa si sta facendo seria...”

Il commento dell’Antico venne ignorato e l’attenzione ricadde su Ruby, che era rimasto sorpreso dalla comparsa/scomparsa della cuginetta. “Andando avanti...” disse riprendendosi. “Akubaba è un mostro marino, mezzo pesce e mezzo uccello. Il nome glielo ha dato Aqua-chan quando l’ha domata, quindi è in pratica il suo animale domestico. Comunque, c’è un certo periodo ogni trent’anni in cui Akubaba depone le sue uova, diventando così molto aggressiva. E voi siete andati a disturbarla proprio in questo periodo. È normale che si sia presa Zoro-san.” Fece una pausa. “Probabilmente vorrà mangiarselo più tardi o darlo ai suoi piccoli.”

“Non dire una cosa così macabra con una faccia così naturale,” disse Brook spaventato.

Xenon sospirò. “Io vado a risolvere la situazione,” annunciò camminando tranquillamente vero la direzione in cui stava la grotta. “Se volete potete venire a vedere.” E detto questo le sei pietre nere si separarono dalla sua schiena.

“Sarà uno spettacolo,” disse Ruby seguendolo con un sorriso. I Mugiwara si scambiarono un’occhiata e si aggregarono ai due.

***
 

“Ti avevo detto che c’ero quasi,” mormorò Aqua molto irritata, senza guardare il suo interlocutore.

Xenon fece spallucce e le rivolse uno dei suoi mezzi sorrisi privi di preoccupazioni. “Mi stavo annoiando.”

“Come fa quello ad essere un animale domestico...?” sussurrò Brook trascinandosi lentamente dietro Sanji che si stava tranquillamente fumando una sigaretta.

Appiattito sulla parete irregolare di fronte a loro era attaccato un mostro dalla lunga coda verdastra, quattro zampe palmate con tanto di artigli ed il muso, pieno di piume marroni e bianche che gli arrivavano fino all’attaccatura delle braccia anteriori, aveva un becco giallo uncinato. Aqua la stava fissando dritto negli occhi grigi. Emise un verso stridente ed agghiacciante.

“È furiosa,” disse la ragazza arrendendosi all’idea che il fratello non se ne sarebbe andato. “Quella testa d’alga è andato proprio dentro al nido.”

“E ora Zoro dov’è?”

Aqua indicò una specie di bozzolo bianchiccio appeso in un angolo sul soffitto.

“Sembra molto.... viscido,” commentò Nex con una smorfia vedendo uno strano muco colare giù.

Il mostro stridette di nuovo. Un urlo così straziante che sembrava la stessero torturando.

“Quello stupido l’ha ferita, rendendola ancora più arrabbiata.” Aqua accennò con il manico della frusta il sangue che le macchiava le piume. “Aku-chan pensa che vogliamo farle anche noi del male.”

“Allora, tu tienila occupata e io recupero Zoro, ok?”

“Perché io devo avere il compito difficile?” Lo guardò sospettosa abbassando le spalle.

Nex rimase in silenzio a pensarci. Nel frattempo Akubaba stava avanzando verso di loro pronta ad attaccare.

“Beh, a parte il fatto che sei la minore e mi devi comunque obbedire, sai, maneggiare una frusta...”

Il mostro li raggiunse e sollevò una zampa pronta a schiacciarli.

“... ti da un look molto da sexy sadica.” L’uomo annuì convinto.

Gli artigli erano un centimetro sopra di loro quando furono improvvisamente bloccati. L’Antico della Terra non battè ciglio quando notò che sua sorella era improvvisamente sparita da davanti a lui. Alzò lo sguardo e vide che il polso della creatura era stretto da un lungo laccio nero di cui un’estremità era tesa vero la spalla.

“Voi uomini siete tutti dei pervertiti...” commentò Aqua stringendo la presa sul manico e avvolgendola intorno all’altra mano per bloccare la forza del mostro.

Nex ridacchiò e si spostò da sotto l’artiglio. Cinque delle sei pietre nere uscirono dal cerchio dietro la sua schiena e presero a vorticare di fronte a lui fino a creare l’illusione di un disco. L’uomo ci salì sopra e cominciò a fluttuare.

Akubaba passò al contrattacco e colpì la sua spalla con l’altra zampa. Aqua rilasciò la presa intorno al polso e saltò sull’altra zampa. Cominciò a correrci sopra quando la creatura tentò di prenderla con il becco. L’Antico saltò di nuovo. Agitò la frusta che circondò la bocca sotto di lei. Atterrò sulla sua schiena squamata e tirò con tutta la sua forza. Il laccio nero si strinse intorno al becco chiudendolo e tirando indietro la sua testa.

L’Antico della Terra fischiò d’ammirazione. “La mia sorellina si è fatta così forte...” disse con una punta di malinconia mentre una delle sue pietre tagliava verticalmente il bozzolo. Zoro cadde giù, privo di sensi e senza niente di viscido addosso. Nex lo prese al volo e si apprestò ad atterrare di nuovo quando il mostro prese a dimenarsi. Le sue zampe, separate dal terreno per quanto Aqua lo stesse tirando indietro cominciarono a squarciare l’aria senza controllo. L’uomo vide la zampa artigliata venirgli contro.

Mi prenderà in pieno, non ho tempo per schivare e già cinque delle mie Punte sono  occupate. Oh, beh! Lasciò cadere Zoro nel vuoto. Ti toccherà domare un mostro in più nee-chan. L’artiglio lo trapassò dritto in mezzo al cranio, distruggendo anche la parete dietro per la sua forza.

Rufy allungò prontamente un braccio e recuperò il nakama svenuto mentre urlava il nome di Nex.

L’urlo del ragazzo attirò l’attenzione di Aqua che notò cosa era successo. Imprecò ed allentò la frusta. Akubaba cadde in avanti senza il sostegno del laccio e la ragazza approfittò del suo momento di sorpresa per lanciargli un potente calcio alla nuca. Il mostro si afflosciò incosciente a terra, scivolando nelle profondità della pozza d’acqua dietro di esso. Aqua guardò suo fratello precipitare tra le macerie della parete mentre anche lei cadeva di fronte al piccolo gruppo di spettatori. “Oh, merda...” disse fissando la nuvola di polvere. “Questa non ci voleva.” Si voltò. “Andatevene.”

“Ma, Aqua-chan...” Sanji avanzò di un passo tendendo una mano verso la ragazza.

“Niente “ma”!!” rispose bruscamente lei. “Ve ne dovete andare e basta! Qua si scatenerà l’Inferno--“

“Obbiettivo agganciato.” Una voce inespressiva interruppe quella preoccupata di Aqua. “Terza Punta.” Una figura nella polvere tese una mano di fronte a sé. Tre pietre nere si disposero a triangolo davanti al palmo disteso. Cominciarono a roteare a velocità pazzesche, spazzando via il grigiore della nuvola. Le pietre da nere cominciarono a diventare rosse, mentre il volto di Aqua sbiancava. “Saber Cannon.” Un enorme fascio di luce gialla scaturito dal centro intorno a cui le Punte giravano.

Aqua si voltò vedendosi arrivare contro un attacco impossibile da bloccare. “Bahamut...” disse in un sussurro spaventato. “Non dovresti essere qui.”

La luce si avvicinava sempre di più. La invitava a lasciarsi bruciare, come se fosse Dio che la guidava in Paradiso.

“RIDAMMI MIO FRATELLO!!!” Urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo prima che intorno a lei non ci fosse altro che bagliore.

***
 

Cristo santo.

Una luce fastidiosa aldilà delle sue palpebre gli stava facendo male alla testa.

Che accidenti mi è successo?! Quella specie di animale aspira-cibo che osa chiamarsi capitano mi ha trascinato da qualche parte e poi? Spero solo che non abbiano fatto niente ad Aqua. Non per lei, non per me, ma per gli altri, sia chiaro. Li avrebbe ammazzati tutti. Nessuno escluso, anche me. Dove sono?

Aprì lentamente gli occhi. Dopo qualche secondo impiegato nella messa a fuoco vide che davanti a sé c’era il bordo di un letto seguito dalle sue tre spade, i due spadoni di Aqua e la parete in legno chiaro. “Do--“ Fu costretto a fermarsi quando una vertigine lo prese alla sprovvista. Mi hanno di nuovo drogato?! Aspettò che la nausea si attenuasse prima di rialzare le palpebre e studiare l’ambiente in cui si trovava.

Non era la sua camera da letto. Troppo in disordine. Era un uomo, è vero, non adorava mettere tutte le sue cose a posto, ma nemmeno lui sarebbe mai riuscito ad essere così disordinato. Solo una persona, oltre a Rufy, Usopp e Franky, poteva avere così poca organizzazione: Aqua.

Non appena i suoi sensi tornarono più o meno attivi si accorse della presenza sdraiata contro la sua schiena. Cercò di voltarsi ma una mano si poggiò sulla sua testa fermandolo.

“Stai buono, Zoro,” sussurrò una voce femminile sopra di lui. Lo spadaccino non l’aveva mai sentita così stanca.

Si rilassò di nuovo sul cuscino. La mano prese a sfregargli lentamente i capelli. Avanti e indietro. Avanti e indietro. Avanti e indietro. Quasi fosse una ninnananna.

“Cos’è successo?” biascicò mentre le dolci braccia del sonno lo accoglievano nell’incoscienza.

Aqua esitò per un momento. “Niente, Zoro. Niente. Va tutto bene. Pensa solo a dormire e a riprenderti.”

Il sonno lo avvolse troppo in fretta per permettergli di sentire le lacrime nella sua voce.

***


“Oi, Aqua!!” urlò Rufy. “Cos’è quella cosa?!” Cercava di nasconderlo, ma era spaventato. Anche Sanji e Brook si erano immobilizzati.

“Nex non può permettersi di perdere il controllo,” disse Ruby che era comparso poco dopo l’attacco di luce. Avanzò tenendo bassa la sua falce sporca di sangue azzurrino. “Se qualcosa, qualsiasi cosa, gli colpisce con troppa forza la testa... perde il precario equilibrio della sua mente e diventa quello che avete visto.”

“Ma siete tutti matti?!! Mettete anche a lui dei Sigilli o chiudetelo a vita da qualche parte!!! È una macchina da guerra!!” urlò Sanji furioso e terrorizzato. “È un mostro!!”

A quell’ultima parola i passi dell’Antico si bloccarono. “Esatto,” disse senza voltarsi. Alzò solo la testa per guardare ciò che c’era di fronte a lui. “Sia Xenon che Aqua... sono mostri. Sono stati fatti mostri. Sono le perfette armi biologiche della Marina.

“Progetto Sette Punte, aka Progetto Bahamut. Le sette pietre intorno alla sua schiena sono armi sotto il completo controllo della sua mente. Ognuna ha diversi attributi e a seconda delle combinazioni è possibile scagliare attacchi differenti. La settima Punta fu bloccata in seguito al Massacro dei Titani, quello in cui un intero continente fu sterminato, reputandola troppo pericolosa. Limitarono i poteri del soggetto in quanto non erano sicuri di poterli controllare. Perché sette? Sette sono gli Arcangeli del Paradiso: Michael, Raphael, Gavriel, Uriel, Raguel, Bardiel, Zedkiel e Jophiel. L’attacco che avete visto era di Uriel, o “Luce di Dio”. Ironico, vero? Proprio gli angeli, che tecnicamente dovrebbero proteggere, ti tirano la morte in faccia,” disse con una mezza risata che era tutto meno che divertita. “Un Sigillo, magari due? Perché no?! Ma non possiamo. È già un miracolo che sebbene sia morto, Nex sia ancora in vita e non ho abbastanza dati per metterci le mani. Lo potrei far morire di nuovo. E a quello Aqua-chan impazzirebbe. Quindi non possiamo davvero fare niente.”

“Chi è peggio tra quei due?” chiese Brook.

Ruby alzò le spalle e le lasciò ricadere poco dopo. “Chi lo sa. Entrambi, in quella forma, pensano solo ad uccidere. E non avete nemmeno visto Aqua-chan al suo pieno potenziale, per fortuna.”

“Xenon è molto peggio,” disse Rufy in uno dei suoi rari momenti di serietà.

“Su che basi dici questa cosa?”

“Quando abbiamo visto Aqua uccidere quel giorno, la sua faccia aveva un’espressione, per quanto fosse spaventosa. Ma Xenon...” Fece una pausa e guardò dritto davanti a sé, oltre le spalle di Ruby. “Xenon non aveva nessuna espressione. Stava cercando di ucciderci come se nulla fosse; veniva ferito e il dolore non raggiungeva il suo volto; veniva spinto all’angolo e i suoi occhi non cambiavano. Feriva sua sorella minore e non provava un bel niente.”

Lì davanti a loro, Aqua poteva solo stringersi convulsamente al corpo senza forze del fratello e piangere lacrime di sangue mentre ricordava cose che aveva sperato di poter seppellire nella sua mente. Lì, in mezzo a quelle macerie. In mezzo alla loro distruzione. In mezzo alla prova che loro non potevano vivere in quel mondo.

***
 

Sette sono gli Arcangeli del Paradiso.
Dio li protegge e li sottomette;
Loro Satana hanno ucciso
Muovendosi attaccati a fili come marionette.


Sette sono i Sigilli che fermano l’Apocalisse,
Delle chiavi alla Fine ne sono loro in possesso.
Sono Stelle che se il Cielo annichilisse
Il Mondo ne sarebbe soppresso.


Ma i sette Arcangeli non volevano morire,
lasciando che se ne andasse quella Vita
che tanto a loro avea donato.


Per non quella Vita far appassire,
una Promessa fu finalmente adempita,
E le loro ali per ribellione aveano tagliato.


“Che leggi, Robin?” chiese allegramente Nami avvicinandosi a lei. Sebbene fossero appena tornate dalla loro stancante escursione, l’archeologa si era subito rimessa a studiare dopo una breve doccia.

La donna alzò lo sguardo dal canto che stava traducendo. “Ho trovato questo libro pieno di vecchi miti e leggende popolari. Chissà, magari potremmo trovarne qualcuno che parla di tesori.”

“Grande nee-sama!!” esclamò la navigatrice saltellando per la gioia.

Mentre Nami elencava tutto lo shopping che avrebbero potuto fare con qualche nuovo tesoro, Robin tornò a leggere il canto il cui ultimo verso l’aveva messa un po a disagio:


 

La morte servirono freddamente a coloro che si paravano sulla loro strada.
 

Oh beh, sono solo leggende, no? 
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Piccola NA: Il nome Bahamut l'ho preso sempre dal miticissimo Final Fantasy ma non ha niente a che vedere con l'originale XD

  
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