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Autore: Reghina    23/07/2011    3 recensioni
S-P-O-I-L-E-R!
"Pateticamente ridicolo.
Ecco cosa aveva pensato Drakul Mihawk quando Zoro si era prostrato davanti a lui, chiedendogli di insegnargli l'arte della spada.
Solo dopo aveva capito che quel ragazzino era tutto tranne che patetico o ridicolo.
Aveva un sogno da realizzare e voleva raggiungerlo a qualsiasi costo, oltre che per sé, per non essere di peso ai suoi compagni e al suo Capitano.[...]".
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mihawk scostò il capo da quelle labbra bollenti che parevano desiderare divorarlo per intero e senza complimenti, lasciando le proprie appena schiuse a riprendere fiato sebbene senza ansimare.
Osservò il ragazzo sotto di sé, trovandolo esattamente come si era aspettato.
Un'espressione dura a marcare i tratti adulti, il busto nudo tenuto sollevato grazie ai gomiti che poggiavano sul letto e le gambe intrappolate sotto quelle di Mihawk tese, quasi Zoro fosse pronto a scattare da un momento all'altro.
Non per fuga, ma per attaccare, per nulla propenso a rimanere in posizione d'inferiorità, per quanto l'imbarazzo e la voglia di quel contatto fossero a chiare lettere stampate sulle sue gote leggermente rosse e nei suoi occhi neri appena più liquidi del solito.
“Non mi hai ancora risposto, Roronoa Zoro” fece notare il maggiore, tenendo le mani curate nonostante gli allenamenti ai lati delle spalle del suo tenace allievo.
Sogghignò appena nel vedere il Cacciatore girare lo sguardo di lato solo per poi tornare inchiodato a quello dorato del maggiore, come una falena che per quanto tema il fuoco non può fare a meno che essere attirata dalla luce.
E probabilmente il Vice di Rufy non temeva Occhi di falco, pronto a morire per il suo sogno, consapevole che in fondo se non fosse riuscito a sopravvivere sarebbe stata solo colpa sua, per cui non valeva nemmeno la pena crucciarsi o riflettere.
Era stato proprio lui a dire che 'Pensare è un grande errore di calcolo' quindi evitava di arrovellarsi in pensieri machiavellici quali 'Perché sono disteso sotto l'uomo che devo battere?' o 'Perché solo guardarlo mi blocca lo stomaco?'.
Sarebbe stato poco adatto a lui soffermarsi su simili quesiti, per quanto gli occhi di Mihawk fossero capaci di gelarlo o fargli accelerare il battito solo con una minima inclinazione di cambiamento nella tonalità d'oro.
Non era stato semplice imparare a decifrarli nel breve tempo che avevano passato insieme e per quanto ancora a volte non riuscisse a spiegarsi le sfumature più sottili che quello sguardo sapeva prendere, ormai Zoro poteva dire di conoscere quegli occhi abbastanza bene da decifrare almeno in parte ciò che il maggiore pensava.
Quando era concentrato, ad esempio, nello sguardo di Mihawk si fondevano in una serie di spirali oro rosso, nero ed oro puro, dilatando appena la pupilla che pareva solo un puntino in quello splendore.
A dire il vero Occhi di falco non pareva dare reale peso a niente della sua vita, come fosse tutto un dettaglio insignificante che prima o poi sarebbe passato, basta che lo lasciavano dormire.
Zoro l'aveva visto serio solo mentre si allenava roteando la spada con maestria e grazia nobiliare che pareva aliena, compiendo passi calibrati come quelli di una danza stupenda, lasciando che il vento leggero lo guidasse, domando la furia di quell'elemento impossibile da imprigionare con carezze di lama gentile, mentre la sua casacca veniva sollevata e si muoveva intorno a lui, insieme ad un'aura quasi demoniaca eppure totalmente affascinante che Zoro avrebbe potuto ammirare per ore senza stancarsi.
In quel momento esatto, lo sguardo di Mihawk somigliava molto allo stesso che aveva nei momenti di allenamento eppure allo stesso tempo era completamente diverso.
Solo oro rimaneva nelle sue iridi, insieme alla pupilla che pareva petrolio immerso per sbaglio nel liquido giallo, sciolto in una fornace dalle fiamme troppo alte.
Ne veniva fuori un connubio intenso capace di bloccare il respiro e far girare la testa, perdendosi in quel colore innaturale che caratterizzava le iridi dello spadaccino più forte al mondo, in quel momento più spiccato del solito.
Il minore deglutì una, due, dieci volte prima di riuscire a sostenere quello sguardo che lo scrutava nemmeno attendesse sul serio una risposta alla domanda fin troppo imbarazzante.
“Non farmi domande stupide!” ringhiò, quasi non riconoscendo la sua voce roca che più di una minaccia sembrava la richiesta impetuosa di un amante particolarmente voglioso.
< Che schifo > pensò, rendendosi conto dell'amara e umiliante figura che stava facendo, per nulla propenso a fare la parte dell'adolescente con gli ormoni in subbuglio.
Che effettivamente lo fosse era un dettaglio del tutto insignificante e facilmente trascurabile, ai suoi occhi.
“Io non mi tiro mai indietro” disse, ben determinato a non essere sconfitto solo da quegli occhi intensi o da quel modo di fare arrogante.
Mihawk arricciò le labbra in un sorrisetto divertito, trovando particolarmente divertente come tutto ciò che uscisse dalle sue labbra fosse interpretato dal Demone dell'Est come una sfida o un affronto personale.
Eppure Occhi di falco non aveva mai pensato seriamente di battersi con il giovane, né fuori né dentro le lenzuola, considerandolo troppo giovane o ancora troppo immaturo per una vera battaglia.
Certo era che sarebbe diventato un grande spadaccino, ma Drakul non avrebbe scommesso un berry sul fatto che sarebbe riuscito a batterlo.
Non per mancanza d'abilità, ma semplicemente perché era passionale ed impetuoso come una tempesta, totalmente assente di grazia ed autocontrollo, sanguinolento come solo chi si è guadagnato il soprannome di 'Demone' può essere.
Era suo opposto più di quanto avesse potuto immaginare o anche solo supporre, lui che era sempre posato quasi il mondo non fosse degno della sua attenzione, maneggiando la sua Yoru con eleganza di chi ha raffinato la propria tecnica fino allo sfinimento per tutta la vita, rimanendo per il resto sulla sua nave o nel castello come tutto il resto fosse privo d'importanza.
Ed ora si trovava quasi per sbaglio con solo un asciugamano addosso disteso sopra il suo allievo e futuro rivale a cui rimanevano solo i pantaloni.
Non certo una situazione che si sarebbe aspettato e, se qualcuno l'avessero detto, probabilmente Drakul avrebbe ghignato stizzito ignorando il malcapitato.
A pensarci ora, solo il Rosso aveva intuito che al suo rivale di sempre Zoro interessava prima di quanto Mihawk stesso sospettasse o ammettesse.
Lo spadaccino più grande sbuffò, non potendo per una volta arrendersi alla realtà che l'Imperatore gli aveva fatto notare mesi prima.

“Quel giovane t'interessa”.
“Cappello di paglia? Nemmeno per idea”.
“Non intendevo lui. Mi riferivo al suo compagno. Roronoa Zoro”.
“È solo un ragazzino presuntuoso come mille”.
“Per questo ti piace, Occhi di falco”.
“Lascia stare i miei rivali e pensa al tuo di marmocchio, Rosso”.

Guardò ancora una volta Zoro, vedendolo determinato a raccogliere e vincere quella sfida che di normale non aveva nemmeno l'apparenza, che non centrava nulla con un duello di spade o con il titolo di miglior spadaccino al mondo.
Scese con le dita, attento a non pesare sul giovane che teso sotto di lui attendeva una qualsiasi sua mossa.
Mihawk esitò solo un altro secondo, prima di sfilare i pantaloni verdi di Zoro sfiorandogli le gambe robuste nel far scivolare la stoffa fino alle calzature poco più scure del vestiario.
Lo spadaccino più giovane non esitò nemmeno un secondo, calciando via con gesti furenti l'ingombro che gli impediva i movimenti, per evitare ancora una volta di rimanere totalmente intrappolato.
Forse per quel gesto sembrava non vedere l'ora di proseguire, ma la realtà era che l'unico suo pensiero era non farsi sconfiggere da Mihawk, né in quella sfida né in qualsiasi altra a seguire.

   
 
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