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Autore: Epicuro    23/07/2011    6 recensioni
Non sempre le cose sono come ce le aspettiamo. Il Sommo Sion lo capì aprendo le tende che davano sulla grande sala del trono. Dopo aver dato una rapida occhiata nell’ambiente le richiuse e disse:
«Ragazzi, li lascio a voi. Mi sono appena ricordato di avere un appuntamento dal dentista!»
«Eh?! Sta scherzando vero?» esclamarono in coro Aiolos e Saga.
«No! Ecco la lista con i nomi e i segni corrispondenti. Là ci sono le armature e i templi sapete dove sono! Buona fortuna!»
Due inesperti quattordicenni alle prese con degli irruenti piccoli eroi in armatura: disastro assicurato!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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Scontri e Incontri: parte 2!

 

SWISSS, ARGH, SBAM.

Il sole era già alto e i baby gold già all’opera quando la quiete della casa dell’Acquario vene bruscamente turbata da uno strano individuo, che, dopo essere scivolato sul pavimento dell’androne, aveva piantato una sonora sederata.

«Diamine che botta! Ok che ieri sono arrivati i cavalieri d’oro mancanti, ma dovevano proprio passare anche la cera!» esclamò l’omino massaggiandosi il didietro, per poi notare che il pavimento non era cerato, ma completamente ghiacciato!

«Ma che diamine...»

«Per passare bisogna chiedere il permesso al cavaliere titolare del Tempio.»

L’uomo alzò lo sguardo sul bimbetto con l’accento francese che lo osservava severo.

«Già che rottura, prima ce ne erano solo 2 e ora 11 a cui chiedere. Bene bimbo dove lo trovo tuo fratello, tuo cugino, tuo padre; insomma il cavaliere dell’Acquario?»

«Sono io»

L’uomo alzò il sopracciglio «Mi stai prendendo per i fondelli ragazzino?»

«No» rispose Camus alterato.

«Provamelo»

Camus fece spallucce: «Come vuoi! Aurora Execution!»

Il colpo ghiacciò completamente anche le colonne dell’androne sotto lo sguardo stupito dell’uomo, che si infuriò:

«Quindi sei stato tu a ghiacciare il pavimento!»

«Ovvio, per ostacolare eventuali nemici!»

«Ma sei impazzito, mica siamo in stato di guerra! Mi sono quasi rotto l’osso sacro!»

«Sono un tipo previdente. Comunque tu chi sei e perché vuoi passare?»

«Mi chiamo Ugo e sono il postino, non si vede? Devo consegnare una raccomandata del Grande Sacerdote al Cavaliere del Sagittario e a quello dei Gemelli.»

Camus guardò dall’alto in basso Ugo e la sua divisa e disse: «Provamelo. Di questi tempi non si sa mai. Pur di fregare gli altri, le persone si travestono da poliziotti, guardia di finanza e pure da preti.»

Ugo sospirò e fece vedere le due lettere destinate ai due santi d’oro.

«Ok mi sembri in regola, passa pure!» rispose con fare autoritario Camus.

«Santa Atena che pazienza, se sono tutti come questo marmocchio spocchioso ci impiegherò una giornata ad arrivare da Gemini» borbottò il postino mentre si avviava verso la rampa di scale che portava alla casa del Capricorno

«Attento alle scale sono...»

«ARGH; MA PORCA DI QUELLA....» STUMP STUMP STUMP STUMP STUMP

«... ghiacciate! Uhm....spero per lui che abbia una buona copertura sanitaria» commentò Camus osservando Ugo farsi la rampa tutta di culo.

 

Intanto, qualche casa più in giù...

 

“♪ Ricordi quelle sere passate al Valentino, col biondo studentino, che ti stringeva sul cuor!♪”

Shaka venne ridestato dalla sua proficua meditazione da un motivetto in lingua italiana e con accento prettamente piemontese, che proveniva dalla porta che dava sul giardino (una sorta di parco botanico).

Il piccolo illuminato, incuriosito dalla serenità e soavità del canto, decise di scoprire a chi appartenesse la voce e rimase sorpreso nel ritrovarsi di fronte ad un vecchietto sulla settantina intento a trafficare con cesoie, concime e rastrello tra i due alberi di Sala.

«Chi sei e come hai fatto ad entrare nel giardino senza che me ne accorgessi?» chiese perentorio Shaka, mentre il vecchietto trasalì per lo spavento non avendo minimamente avvertito il piccolo arrivare.

«Io sono Gianni il giardiniere. Vengo qui una volta a settimana per prendermi cura di questo parco su richiesta del Grande Sacerdote. Probabilmente non mi hai sentito passare perché dormivi della grossa.» rispose il vecchio.

«Non dormivo, meditavo.» rispose seccato Shaka, cosa che fece aggrottare la fronte al vecchio, che pensò “A casa mia si russa mentre si dorme, non mentre si medita”, ma lasciò perdere la cosa, non intenzionato a discutere con un bambino, però, incuriosito dallo strano modo di atteggiarsi da adulto e dagli occhi chiusi del pargolo, chiese:

«E tu invece chi sei?»

«Io sono l’uomo più vicino a dio e non esiste nessuna persona più preziosa di me a questo mondo» rispose Shaka, che, notando la perplessità dell’animo del suo interlocutore, aggiunse: «Sono il cavaliere della Vergine di quest’epoca. Il mio nome mortale è Shaka.»

«Ah! Mi avevano detto che i restanti gold erano arrivati, ma mai mi sarei aspettato dei bambini. Insomma, non sei troppo piccolo per combattere?» aggrottò ulteriormente la fronte il vecchio, incredulo di fronte a ciò che udivano le sue orecchie.

«“La forza non viene dal vigore fisico. Viene da una volontà indomabile” (Cit. Gandhi)» gli spiegò un po’ offeso Shaka, per la poca fiducia che il vecchio riponeva in lui.

«Se lo dici tu!» e Gianni, raccattando gli arnesi del mestiere, scrutò il cielo:«Mi sa che oggi il tempo butta male. Cielo a pecorelle pioggia a catinelle! (Cit: mio nonno! XD)»

E Shaka, stupito dalla profondità filosofica del suo inaspettato interlocutore, aggiunse « “E la nostra funzione non è acquisire, ma essere!” (Cit. Rabindranath Tagore)»

Il giardiniere lo guardò perplesso e rispose: «E chi và piano và sano e và lontano! (Cit: sempre mio nonno!)»

Il piccolo Budda sorrise serafico e, felice di aver trovato una persona con cui discutere di alti concetti spirituali, chiese: «Sei anche tu un illuminato?»

Gianni si grattò la testa pensieroso e poi rispose: «Non ancora, ma oggi l’elettricista dovrebbe allacciare anche le casupole dei servitori all’impianto elettrico.»

Shaka annuì compiaciuto per poi arrossire violentemente al rumore del suo pancino vuoto (visto che per meditare non aveva toccato cibo dal suo arrivo al Santuario).

«Deduco che non hai ancora fatto colazione e sacco vuoto non sta in piedi (Cit: mio nonno! Doko in confronto è un dilettante!). Sa, ti preparo qualcosa io, visto che non riusciresti nemmeno ad arrivare al fornello, piccolo come sei» e, dopo aver costatato che nessuno si era preoccupato di rifornire le dispense dei gold con qualcosa di commestibile, si disse tra se: “Certo che qui la pigrizia di Sion è contagiosa, anche se devo ammettere che ci aspettavamo dei cavalieri autosufficienti e non ancora quasi in fasce! Dovrò andare a parlare con Socrate, lui avrà sicuramente una soluzione. Lasciare soli dei bimbi di sei anni, anche se saint, non è comunque normale” per poi prendere per mano il piccolo Shaka, che ormai lo aveva taggato come una sorta di guru, e disse: «Vieni. A casa mia la dispensa sarà povera, ma non è mai vuota!»

E il cavaliere della Vergine seguì senza indugio il suo nuovo dispensatore di perle di saggezza.

 

Nel frattempo...

Arena degli allenamenti.

 

Una bimbetta dai capelli verdi tremava in un angolo sovrastata dall’ombra di una ragazza all’incirca sui 12 anni, che stava facendo scrocchiare pericolosamente le nocche delle mani. La giovane aveva la pelle ambrata ed indossava una maschera e un’armatura (si fa per dire) d’argento.

«Bene Shaina, per qualche giorno sarò io la tua maestra.»

«E la saint della Colomba che fine ha fatto?» chiese deglutendo la futura saint dell’Ofiuco.

«L’ho fatta finire “accidentalmente” in ospedale durante il nostro allenamento. Preparati mocciosa, ti avevo detto di lanciare la mia maschera nel giardino del Tempio del Sagittario, non in quello del Capricorno!!!»

«Ti giuro che la prossima volta non sbaglierò! ARGH!»

La guerriera impietosa diede inizio all’allenamento.

«Ho saputo che alla fine sei riuscita a diventare saint del Tucano!» la voce di Saga fece voltare la new silver saint:

«Sì, sono stata investita cavaliere un paio di giorni fa!»

«Penelope, insomma, cerca di darti una regolata! Più che un allenamento sembra un pestaggio!» la riprese la voce ferma di Aiolos, che era arrivato nell’arena in compagnia di Shura.

«Aiolos che piacere vederti! Se sei tu a chiedermelo userò una mano più leggera con questa peste!» rispose con voce da gattina mielosa la ragazza, mentre Shaina guardava con immensa gratitudine il saint di Sagitter, per poi darsi alla macchia. Intanto Penelope, dopo aver sbavato per circa 15 minuti buoni in direzione di Aiolos, si ricordò anche dell’esistenza di Saga, che la stava squadrando dall’alto in basso:

«Che hai da guardare?»

«Sei in partenza per il carnevale di Rio?» chiese Gemini.

«Idiota, è la mia armatura!»

«Ah!» rispose Saga sconcertato alla vista del bikini paiettato in metallo e la livrea di piume nere e gialle, per poi aggiungere, cercando di usare un tono il più possibile convincente: «No, davvero, veramente..ehm...bellissima...molto tucanosa!»

«Ma sei scemo? Questa armatura è orrenda! Piace solo a Misty ed è tutto detto!» rispose la ragazza per poi tornare a concentrarsi su Aiolos: «Non è che potremmo allenarci assieme così magari mi rompi la maschera per sbaglio?»

«Va bene, ma non preoccuparti, non potrei mai romperti la maschera e screditare in questo modo il tuo onore! Starò attento a non mirare al viso!» cosa che fece sospirare a Penelope un “ma perché è così scemo?”, mentre Shura si avvicinò rosso rosso alla giovane per salutarla:

«Ciao, come stai, ci siamo conosciuti ieri, ti ricordi?»

«Non ti ho mai incontrato prima» rispose secca Penelope dando le spalle al Capricorno per prendere sotto braccio Aiolos con l’intento di sequestrarlo per l’allenamento.

«Ma se ti ho visto pure senza mas...» il Capricorno non riuscì a finire la frase perché Penelope gli sferrò fulminea un gancio in piena faccia per poi portarlo da una parte tirandolo per un orecchio:

«Senti amico, mi sembrava di essere stata chiara ieri: io non ho visto te e tu non hai visto me! Se si viene a scoprire che mi hai visto in viso finiamo per convolare a nozze forzate e non è nelle mie intenzioni, visto che ho altri obbiettivi. Chiaro?»

Shura spiazzato annuì, mentre Aiolos si rivolse a Saga:

«Che bello, hanno già fatto amicizia!»

Mentre Saga commentò: «A me sembra di più che Penelope lo stia malmenando per motivi a noi ignoti, visto che dovrebbe essere la prima volta che lo vede. Valle a capire le ragazze!»

Morale della favola? Aiolos finì in coppia con Saga per allenarsi, mentre a Penelope, delusa e frustrata, toccò Shura, che venne corcato di santa ragione perché alquanto distratto da piume e paiette (provate voi a combattere con una conciata da ballerina di samba brasiliana con un fisico molto promettente, anche se tappa, e non esserne distratti, soprattutto tenendo conto dell’età adolescenziale in cui si trovava il povero Shura! Della serie, ma chi se ne frega del viso!!!)

L’allenamento di Aiolos e Saga venne però interrotto dalle urla disperate di Aiolia:

«Mettimi giù o chiamo mio fratello! Sei un elettricista cattivo, cattivo!»

«Chiamalo pure intanto lo sto cercando!»

«Antonio, che succede?» chiese il saint di Saggitter dirigendosi verso l’uomo, che teneva Aiolia sollevato in aria per il colletto della maglietta come fosse un gatto.

L’elettricista scaricò il piccolo leoncino imbronciato e arruffato al fratello dicendo:

«Cerca di tenere questo impiastro lontano dalla centralina della corrente! Questa mattina ha già fatto saltare la corrente per ben tre volte con il suo Light qualcosa!»

«Si chiama Lightning Bolt!» lo corresse Aiolia facendogli la linguaccia tra le braccia del fratello.

«Va bhe, quello che è! Insomma sono stufo di correre come un dannato per colpa di sto mocciso! Se non sei capace di stargli dietro assumi una baby sitter, anche se nel tuo caso ti consiglierei un domatore! (chiedo umilmente scusa per questa battuta orrenda!)»

«Hai ragione dovrei seguirlo di più, ma da quando sono diventato gold ho troppi impegni e non riesco a governarlo 24 ore su 24. Socrate ha poi il suo bel da fare a stare dietro a Sion ed Epicuro ha sulle spalle la conduzione del Tempio del Sagittario. Sono desolato.»

“Si, certo, come no! Impegnato a scorrazzare le fan in motorino!” si disse tra se Antonio, per poi consegnare due buste al Sagittario: «Queste sono da parte di Sion. Una è per te, l’altra è per Saga.»

«Grazie, ma le raccomandate non dovrebbe consegnarle il postino?»

«Ugo ha avuto un brutto incidente questa mattina. Ora è in ospedale con il bacino fratturato.»

«Come è successo?»

«L’ho incontrato mentre lo stavano portando via in barella dalle 12 case, ma non ho capito bene. Mi ha dato solo le lettere e poi ha tirato giù un paio di maledizioni al cavaliere dell’Acquario. Scusate, ma devo andare ad allacciare all’impianto elettrico le casupole dei servitori, quindi....tieni tuo fratello lontano dal centralino e dal generatore!» e l’elettricista si allontanò biascicando commenti poco lusinghieri sui nomi dei colpi detti in inglese soltanto per fare i fighetti poliglotti.

Intanto Aiolos, dopo aver rimproverato il fratello, aprì insieme a Saga la raccomandata:

Il saint di Gemini e il saint di Sagitter sono convocati urgentemente al tredicesimo tempio. Le stelle si muovono rapidamente. Importanti notizie in arrivo. Il Sommo Grande Sacerdote.”

«é meglio che ci diamo una mossa allora, o Sion ci farà un mazzo con i fiocchi!» commentò Aiolos, mentre Saga annuì pensando “più che altro mi farà il mazzo! Non so perché, ma credo di stargli antipatico!” ed entrambi si avviarono verso le 12 case.

Mentre i due compagni d’armi raggiungevano il piazzale della meridiana, furono testimoni di uno spettacolo al dir poco incredibile: Calogero e Afrodite stavano infatti battendo in ritirata inseguiti da una mandria di ancelle decisamente inferocite munite di padelle e mattarelli, più diverse aspiranti sacerdotesse guerriere munite di armi contundenti (in stile caccia all’orco). Alla domanda di che diavolo avessero combinato, i due fuggitivi risposero, senza fermarsi, un «Mai farsi beccare a istallare telecamere negli spogliati delle aspiranti guerriere, per poi smerciare i filmini ai soldati del Santuario» da parte del Cancro e un «Mai dare alle donne consigli non richiesti sul vestiario e accessori» da parte del saint di Pesci, per poi sparire alla velocità della luce verso l’orizzonte, lasciando le giovani a rodersi il fegato per non essere riuscite a malmenarli in grande stile.

 

Intanto, poco più in là, tra le casupole mezze diroccate dei servitori....

 

Milo si stava aggirando annoiato per le strette viuzze e i muri traballanti. Lo avevano svegliato all’alba e, dopo colazione, Aiolos lo aveva spedito a presiedere il suo Tempio, dove era riuscito a rimanere non più di un’ora, lasso di tempo in cui non aveva fatto altro che rigirarsi i pollici annoiandosi a morte. Aveva quindi deciso di andare a trovare Camus, che però lo aveva sbattuto fuori dalla sua Casa dicendo che aveva cose più importanti da fare: ovvero sistemare infide trappole di ghiaccio, per ostacolare eventuali intrisi, in tutto il Tempio dell’Acquario.

Deluso di non essere calcolato praticamente da nessuno, aveva quindi optato per esplorare le zone che Aiolos e Saga avevano solo accennato senza farglile vedere; in pratica la periferia popolare del Grande Tempio dove trovavano alloggio gli sguatteri, servi, manovali e soldati semplici, con le loro eventuali famiglie.

Lo Scorpione stava quindi camminando assorto in quelle zone quando la sua attenzione venne catturata da un gruppo di una decina di bambini in armatura di cartone, che stavano confabulando tra loro in assetto da battaglia. Incuriosito si avvicinò:

«Ciao, cosa state facendo?»

«Stiamo organizzando una guerra sacra!» gli rispose una bimba dai capelli a caschetto azzurri, all’incirca della sua età.

«WOW e contro chi?»

«Contro il più cattivo di tutti!»

«Che bello, posso partecipare anch’io?»

Il bimba fece spallucce: «Certo! Tieni, riempi i gavettoni a quella fontana!»

«Va bene! Ah, io sono Milo, il gold saint della Scorpione!» cosa che fece partire una risata collettiva dei ragazzini dopo il primo momento di silenzio.

La bimba però non rise, ma mettendosi a braccia conserte, con l’aria di chi si trova di fronte ad un gran ballista, disse: « Ah, sì? Se tu sei un gold, io sono Atena!»

Cosa che illuminò gli occhi di Milo, che strinse prontamente la mano della bambina: «Ma dai! Sono contento di conoscerti, il mio maestro mi ha perlato molto di te e mi ha detto di proteggerti sempre a costo della vita!» per poi avvicinarsi guardingo all’orecchio della bambina stupefatta: «Anche tu ti annoiavi vero? Come ti capisco, le 12 case sono una pizza!».

La bimba se lo scrollò di dosso con uno spintone: «Ma tu sei completamente scemo!»

E Milo, accortisi della gaffe, aggiunse: «Oh cavolo, scusami, non ci avevo pensato! Devi essere sicuramente in incognito altrimenti Sion non ti avrebbe lasciato uscire senza scorta!».

«Guarda che sei fuori strada!»

«Tranquilla, la tua vera identità con me è al sicuro!» e lo Scorpione fece un occhiolino in segno di complicità alla sua “dea”, che si diede una manata sulla fronte.

Nel frattempo i due cavalieri di cartone mandati in avanscoperta erano rientrati a fare rapporto:

«Cassandra! Li abbiamo localizzati, Nestore e i suoi amici si sono accampati presso il parco giochi!» dissero i due correndo in direzione della bimba dai capelli azzurri e Milo si mise fulmineo tra i cavalieri sconosciuti e la sua dea:

«Ehi, voi non potete avvicinarvi alla dea senza il suo consenso!» per poi rivolgersi alla ragazzina: «Non preoccuparti, ti proteggo io! Comunque il tuo nome mortale è carino!»

I due ragazzini si guardarono perplessi per poi esclamare entusiasti:

«Mica male come attore!» per poi rivolgersi a Cassandra, che guardava Milo sempre più sconvolta: «Ma dove l’hai pescato?»

«Lasciamo perdere, che è meglio!» rispose Cassandra, per poi rivolgersi al suo mini esercito: «Scegliete ora, o con me o contro di me!» e alla risposta calorosa delle sue truppe Cassandra scatenò l’urlo di guerra: «Avanti miei prodi, alla conquista del parco giochi!!!»

«SEEEE!!!» Urlarono i bambini che si diressero di corsa verso la zona in cui si sarebbe tenuta la battagli per il dominio delle altalene, muniti di fionda e gavettoni.

 

Poco dopo, tra i cespugli e le rocce in prossimità del parco giochi, Cassandra, con accanto Milo (nonostante i tentativi di levarselo di dosso della ragazzina), scrutava i suoi nemici per decidere come era meglio agire:

Milo: «Sono solo cinque, ora vado e li picchio a dovere. Non preoccuparti Cassandra, basto io!»

Cassandra lo guardò come se si trattasse di un pazzo: «Guada che non si faranno nessun problema a farti il sedere viola! Quindi non essere impulsivo e stai al piano. L’unione fa la forza! (Cit. mio nonno! Ok la smetto promesso, ma è colpa di Shaka che mi ha contagiato!)»

«Come vuoi Atena!»

«Non sono Atena, la vuoi smettere!»

«Oh è vero, sei in incognito!»

Cassandra sospirò rassegnata e al suo tre la sua armata fece irruzione nel parchetto riempiendo i cinque soldati semplici di ogni porcheria. I gavettoni erano infatti stati riempiti non solo con acqua, ma anche con fango, sabbia, segatura, farina, riso, vernice; insomma con tutto quello che erano riusciti a raccattare ed infilare all’interno dei palloncini.

La reazione dei soldati però non tardò a mancare e Cassandra riuscì solo ad urlare un «Ritirata!» prima di venire catturata dal soldato più possente dei cinque, che sfoggiava una chioma nera e riccia, occhi scuri e un’abbronzatura da oscar.

«Cassandra, sempre tu!»

«Nestore sei un brutto antipatico prepotente!»

«Questa è l’ultima volta che mi faccio riempire di schifezze per colpa di mocciosi che vogliono giocare a fare i cavalieri e per prima cosa ti beccherai una bella sculacciata!»

Cassandra chiuse gli occhi in attesa di beccarsi la punizione per la sua bravata, ma lo scapaccione non arrivò mentre sentì solo la voce di Milo che urlava:

«Scarlet Needle» e le conseguenti imprecazioni di dolore di Nestore.

Quando Cassandra riaprì gli occhi si ritrovò al sicuro tra le braccia di Milo, che continuava a puntare minacciosamente la sua cuspide scarlatta contro il soldato che, attonito, si massaggiava il braccio colpito.

«Ma allora non era una balla, sei davvero un cavaliere d’oro!»

«Certo Atena, e vi assicuro che con me siete in buone mani!» rispose sorridente Milo.

«Non sono ATENA lo vuoi capire ho no? La mia era una frase ironica!» e Cassandra stufa diede uno spintone a Milo, che perse l’equilibrio finendo a terra.

«Ma ti ho slavato la vita...non è giusto che mi tratti così! E Camus mi ghiaccia e tu butti a terra, perché nessuno mi vuole bene!» e Milo deluso scoppiò in un pianto a dirotto.

Cassandra lo guardò incredula, mentre Nestore perse letteralmente le staffe: «Giuro che questa me la pagate cara, farò rapporto dell’accaduto direttamente a Sion e poi voglio vedere se avrete voglia di scherzare anche con lui! E per quanto riguarda te, signorino, credo proprio che per il tuo comportamento sconsiderato il Grande Sacerdote userà una mano bella pesante, visto che ci tiene ad avere dei saint che si comportino come tali e non come dei poppanti qualunque!» e Nestore, dolorante e furente si avviò verso l’infermeria per poi passare dalle parole hai fatti.

«Mannaggia, questa volta l’abbiamo combinata grossa. Sion non sarà contento.»

«Di che ti preoccupi, il Grande Sacerdote è sotto i tuoi ordini!» rispose Milo asciugandosi le lacrime.

«Milo! Va al diavolo!» e Cassandra girò sui tacchi per tornare a casa piantando in asso lo Scorpione, che la salutò urlandole: «Se ti annoi al tredicesimo tempio vieni prue a trovarmi alla Casa dello Scorpione quando vuoi! Oggi mi sono veramente divertito!» mentre Cassandra sopirò “mia mamma me lo dice sempre che quando ci si comporta male prima o poi la punizione divina arriva!”.

 

XXXXXXXXXXXXXXX

 

X chi volesse saperne di più sul rapporto Shura-Penelope e Milo-Cassandra, rinvio a:

 

Quando anche le stelle ti girano le spalle...” x tutti personaggi menzionati.

 

Di eroi e di maiali” x Milo e Cassandra (N.B: Non è un porno!)

 

The lost wife: la sfiga di Ade” per Shura e Penelope.

 

Tutte inserite nella serie: “Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote

  
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