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Autore: Widelf    23/07/2011    1 recensioni
La storia di Varg, il fedele compagno di Casemir, il Guerriero Scelto di Uriel Septim.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando mi avvicinai a quella figura, così debole e ricoperta di cenci, ebbi la sensazione che c’era in lui qualcosa di atipico, diverso da tutti i prigionieri che avevo visto nella prigione di Bruma. Sembrava esausto, e se ne stava raggomitolato su sé stesso  davanti il piccolo cancello che chiudeva le fogne della Prigione Imperiale. La Prigione era un gran brutto posto: correva voce che sotto di essa fosse stato costruito un enorme labirinto, che aveva lo scopo di impedire le evasioni dei prigionieri. E correvano anche voci ancora più inquietanti circa le creature che popolavano quel luogo: un’intera tribù di Goblin, disgustosi mostriciattoli con la pelle verdastra e le orecchie a punta, estremamente bellicosi e dotati, in alcuni casi, di mediocri abilità magiche. Un Goblin non rappresentava un grande pericolo anche per un guerriero modesto, ma la loro tendenza a spostarsi in gruppi li rendeva molto temibili.
Scrutai meglio l’uomo cencioso: indossava una camicia molto consunta di lino marrone, con dei pantaloni dello stesso materiale corti fino al ginocchio. Tipico abbigliamento da prigioniero. Notai che portava con sé una vecchia spada di ferro arrugginita, e nell’altra mano stringeva qualcosa che non riuscivo a vedere bene, che emanava una brillante luce rossa.
Mi avvicinai ancora di più e l’uomo si accorse della mia presenza.
“Aiutami, ti prego”.
Sul momento non capii bene la richiesta del Bretone, tanto ero concentrato sull’oggetto che stringeva in mano. Mi sembrava di averlo già visto, da qualche parte…
“Ti prego, Nordico, aiutami, ne và della salvezza di tutto l’Impero…so che non capisci, ma ti prego, se sei un fedele servo della dinastia Septim, aiutami. Ho bisogno di ristoro, e non so usare la magia. Ti prego.”
La sua voce era profonda e sembrava estremamente addolorato. Contando sul fatto che il mio sesto senso magico mi avrebbe avvertito se ci fosse stato un pericolo, mi chinai su di lui, gli posai le mani sul petto, cercai nella mia mente la quantità esatta di magicka che ci sarebbe voluta per fargli recuperare la maggior parte delle forze e sussurrai “Syntyvää Energiaa”.
Una debole luce blu si diffuse sul corpo del Bretone, e sentii i suoi muscoli distendersi, mentre sul volto compariva un’espressione rilassata. Lentamente si alzò in piedi, e prese a massaggiarsi le braccia e le gambe per svegliarle dal torpore che la magia generalemente infondeva.
“Ti ringrazio, Nordico. Non sai quanto ti sono grato per questo gesto…quei maledetti Goblin, nei sotterranei, mi hanno dato parecchio filo da torcere…” disse mentre si dava rumorose pacche sui vestiti per scrollarsi di dosso la polvere.
“Go-Goblin? Allora sono vere le voci sui labirinti sotterranei…” gli dissi. “Ma certo che sono vere”  – rispose di rimando – “ci sono decine di quei cosi lì dentro. E non solo quelli…ci sono anche dei non-morti”.
“Pensavo che il Consiglio avesse messo fuorilegge la Negromanzia molto tempo fa…cosa ci fanno dei non-morti all’interno della Città Imperiale?” dissi non senza un pizzico di raccapriccio. Il Bretone mi guardò e disse: “Non credere che il Consiglio abbia il potere necessario per mantenere un equilibrio perfetto a Tamriel, Nordico. Mannimarco e i suoi seguaci sono molto più forti di quanto la Gilda dei Maghi voglia far sapere alla gente. Ma basta parlare di questo, ora. Come ti chiami, Nordico?”.
“Sono Varg, Varg Varaansson, da Bruma”. “Bruma, eh? Un bel posto, ci sono stato tempo fa, quando ero ancora nella Legione Imperiale, prima dell’increscioso incidente che mi ha fatto finire in prigione” - disse il Bretone, con aria pensosa – “beh, piacere di conoscerti, Varg. Io sono Casemir, da Anvil. Ti ringrazio infinitamente, Varg, ma ora devo andare. L’imperatore in persona mi ha affidato un importante missione”.
“L’imperatore?” – esclamai, pensando che Uriel Septim mai e poi mai si sarebbe abbassato a dialogare con un semplice ex-legionario, perdipiù prigioniero nelle Prigioni Imperiali.
“Già, l’imperatore. Ora che è morto, l’Impero ha bisogno di una nuova guida, non credi?” rispose Casemir, con un’amara ironia nella voce.
“L’imperatore…è morto?”. La notizia mi aveva lasciato senza fiato. Sapevo che Uriel Septim non aveva un erede, e che senza un imperatore i Fuochi di Drago del Tempio di Akatosh, signore dei 9 Divini, che da sempre costituivano la barriera mistica tra Tamriel e la dimensione maligna di Oblivion, non potevano essere accesi di nuovo.
“Già” – disse Casemir con tono grave – “se n’è andato ieri notte. Ero con lui quando è successo. C’erano anche Baurus, Glenroy e il Capitano Renault, delle Lame. Lo stavano scortando attraverso un passaggio segreto che passava proprio dalla mia cella. Quando mi ha visto, l’Imperatore  mi ha detto di avermi sognato, e che il mio destino non era quello di marcire in cella. Purtroppo, mentre stavamo lasciando il palazzo, siamo caduti in un’imboscata della Mitica Alba. Le Lame si sono battute coraggiosamente, ma un dannato agente ha ferito mortalmente l’imperatore. Prima di morire, mi ha affidato il compito di parlare con un certo Jauffre, al Priorato Di Weynon, vicino Chorrol. E mi ha dato…questo.”.
Casemir aprì la mano che conteneva l’oggetto luminescente. Non potrei trattenermi dal trasalire. Avevo visto quell’oggetto nel ritratto di Uriel Septim che campeggiava nella caserma delle guardie di Bruma. Casemir stava tenendo in mano l’Amuleto dei Re, che conteneva il sangue di Akatosh stesso, un artefatto magico potentissimo che solamente i membri della famiglia reale sapevano come utilizzare.
“L’Amuleto dei Re…” sussurai. “Già.” – rispose Casemir – “la pietà che hai avuto verso di me mi spinge a fidarmi. Conserva questo segreto a costo della tua vita. Nessuno deve sapere che l’Amuleto è in viaggio, o le forze della Mitica Alba potrebbero impadronirsene e servirsene per richiamare in vita Mehrunes Dagon, principe dei Daedra. Ora devo andare, come puoi immaginare vado molto di fretta.”.
Il Bretone si voltò e cominciò a correre.
“Aspetta.”
Il Bretone si fermò e si girò verso di me.
“Voglio venire con te, Casemir. Posso esserti utile. Sono un buon mago, e me la cavo con la spada. Hai bisogno di tutto l’aiuto possibile.”.
“Non essere sciocco, Nordico. Questa è una missione che è stata affidata a me. Non voglio coinvolgerti, potresti morire e non voglio altre vite sulla coscienza” rispose Casemir duramente.
“Ti ho dimostrato che posso esserti utile, Casemir, proprio qualche istante fa. Non farai molta strada senza qualcuno che ti dia un supporto magico, almeno per curarti. E si dà il caso che io sia uno specialista nel Recupero”.
Casemir mi squadrò dalla testa ai piedi. Parve pensarci per un po’, poi disse: “Va bene, Varg. Hai ragione. Ma sappi che non ti garantisco la sopravvivenza. Preparati al periodo più difficile della tua vita. E ora forza, bisogna raggiungere Chorrol al più presto.”.
Dimentico dell’Università Arcana che mi aspettava a pochi metri, cominciai a camminare a fianco del guerriero verso Chorrol. Sapevo che la mia vita stava prendendo una piega del tutto inaspettata, e non sapevo fino a che punto mi sarei spinto. Quello che mi aspettava al Priorato di Weynon sarebbe andato oltre ogni mia previsione.
   
 
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