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Autore: Circe    28/07/2011    7 recensioni
Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius, Regulus. Per ognuno di loro una storia privata e segreta.
Un Natale in famiglia costellato di segreti e conflitti. Bugie e amori.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Stirpi di maghi

Nel momento in cui ho chiuso la porta, ho tirato un sospiro di sollievo. Non era stato facile affrontare mio padre, non era stato semplice nemmeno confidare ciò che potevo dire, e tenere per me il resto, ma alla fine ce l’avevo fatta.

L’avevo spuntata io. Avevo vinto.

Non sentivo nemmeno voglia di pensare a nulla in quel momento, ero troppo soddisfatta di quello che ero riuscita ad ottenere, inoltre, in quel momento, nulla aveva grande importanza per me, assolutamente niente che non fosse quel libro.

Mi sono incamminata lentamente nel lungo corridoio che mi separava dalla stanza degli incantesimi usata da mio padre, ad ogni passo mi sentivo più leggera e soddisfatta.

Avevo in mente già da qualche giorno quella ricerca e ora, finalmente, avevo la possibilità di portarla a termine.

Ero così ansiosa ed emozionata, che la sola idea di incontrare altri contrattempi che mi separassero da quel momento, mi era odiosa.

Ho oscurato tutte le poche luci accese lungo il corridoio e le scale, e con un secondo incantesimo, ho reso silenziosi i miei passi e i miei movimenti. Al buio mi muovevo proprio bene, mi era sempre stato congeniale e più crescevo più lo preferivo alla luce.

Non che disdegnassi le giornate di sole … ma il buio … era tutt’altra cosa.

Quando sono arrivata davanti alla grande camera usata da mio padre, sono entrata con garbo e mi sono chiusa dentro.

Finalmente la stanza da lavoro di un vero mago adulto.

Senza censure, senza i freni dei professori, senza nessuno che mi dicesse cosa fare e cosa no.

Mi sono guardata attorno, accendendo alcune candele per comprendere la situazione e riuscirmi ad orientare.

La stanza restava piuttosto buia, c’erano diversi tavoli di legno pesante, scuro, riccamente decorate, c’erano piume e calamai pieni di gemme, libri con rilegature arabescate e pieni di miniature antiche … poi bugie, candelabri enormi.

Poche ampolle per le pozioni, pochi strumenti per la magia pratica, ma una biblioteca molto fornita.

Sfioravo leggera tutti quegli oggetti e mi immaginavo che un giorno sarebbero stati miei, avrei avuto tutto. Avrei usato ogni singolo libro, pergamena, appunto, ma mai e poi mai mi sarei limitata alla teoria, io avrei fatto magia pratica.

Ho sorriso al pensiero di come sarei stata abile e potente una volta adulta e una volta acquisiti i pieni poteri magici e non.

Mentre ero persa nei miei sogni, ho fatto perdere il mio sguardo verso l’alto, verso la libreria, poi, mi sono concentrata un attimo, richiamando, con un incantesimo di appello, il libro che volevo a tutti i costi consultare.

Appena l’ho avuto in mano, mi sono seduta su una poltrona poco distante e l’ho osservato.

In generale l’atmosfera di quella stanza mi piaceva, era antica, particolare, elegante, ma c’era qualcosa che non andava, che non mi faceva sentire perfettamente a mio agio. Nella mia camera da letto invece, sentivo tutto perfetto, tutto adeguato.

Lì avevo provato più volte, di nascosto, la notte, alcuni incantesimi proibiti e potenti. Le mura, le tende e le lenzuola del letto, i mobili e gli oggetti, si erano impregnati di quella magia potente, di quell’aura pesante, come le nubi piene di pioggia, o come il piombo così pregno rispetto agli altri elementi. Quell’atmosfera mi faceva sentire protetta, segreta, sicura. Qui era tutto diverso.

L’oscurità era dovuta semplicemente alla mancanza di illuminazione, non al tipo di magia usato. Quella leggerezza e leggiadria legati alla magia, mi facevano sentire quasi soffocare, come mi succedeva spesso, durante alcune lezioni a scuola.

Ho comunque ripreso a concentrarmi sul mio scopo, immaginavo già da tempo, comunque, di essere l’unica in famiglia ad interessarmi di argomenti tanto diversi dal solito.

Non mi importava.

Ho soffiato sul libro leggermente impolverato, e l’ho aperto.

“Stirpi magiche francesi.”

Sorridendo soddisfatta ho capito che doveva essere proprio quello.

Ho cercato velocemente, ma con cura, fino ad arrivare al nome dei Lestrange, lì il cuore ha iniziato a battermi all’impazzata, così, improvvisamente e violentemente, senza che quasi capire il perché.

Possibile che mi piaccia davvero tanto?

Ho scosso la testa all’idea, non ci volevo nemmeno pensare, e ho iniziato a leggere.

 

“Il casato dei Lestrange è un'antica famiglia originaria della Bretagna e divenuta tra le più grandi e potenti di Francia.

Molti dei membri del casato hanno ricoperto importanti ruoli nelle attività magiche del paese. Dislocati in diversi punti della Bretagna, ancora oggi la sede ufficiale dei rappresentanti del ramo principale della famiglia e della stirpe magica, è presente a Palais Lestrange, a nord della Bretagna.”

 

Ho continuato più sotto e velocemente:

“La stirpe da cui deriva la famiglia suddetta, si sviluppa da una parte delle tribù celte ubicatesi in zona. Fu la parte occidentale della penisola ad accogliere la più cospicua migrazione di popolazioni celtiche, essi saranno chiamati Aremorici, cioè "quelli che vivono davanti al mare", e Armorica venne utilizzato, in definitiva, come nome per tutta la penisola.

L'Armorica si estendeva dalla Loira alla Senna ed era abitata da numerosi popoli celti i cui nomi si sono conservati della regione ancora oggi.”

 

Dopo quelle brevi informazioni ho cercato qualcosa di più specifico: non vi era nemmeno l’ombra dell’albero genealogico della famiglia, ma il libro continuava con l’elenco di alcuni membri del casato, fra i più importanti del passato.

In seguito, nominava altri personaggi particolarmente importanti per l’attività magica e il comando di riti e congreghe antiche, e infine, terminava con un piccola descrizione dei membri tutt’ora in vita.

Questo m’interessava.

Sapevo che sarebbe bastato dirigermi in fondo alla lista ed infatti l’ho trovato immediatamente: Rodolphus Lestrange.

Nel vedere il suo nome ho sorriso come non avrebbe mai dovuto sorridere una ragazza come me, e in un istante, senza quasi che me ne accorgessi, ho sfiorato delicatamente con le dita la miniatura elaborata che rappresentava il suo nome.

Rodolphus Lestrange. La scritta era tutta elaborata e contorta, proprio come lui.

Sembrava quasi potessi riassaporare i suoi baci di quella sera, le languide carezze e i sospiri.

Sentivo come una strana morsa allo stomaco a tutti quei pensieri. Mi confondevano e mi facevano sentire in balia di qualcosa di sconosciuto e prepotente.

Ho tolto le dita dalla miniatura come se avesse iniziato a scottare: non sapevo più cosa stesse succedendo dentro di me.

Ho ripreso a leggere per distrarmi:

Rodolphus primogenito della famiglia, aveva un fratello minore, Rabastan Lestrange di poco più giovane di lui.

Entrambi erano nati dall’unione di Léandre Lestrange con Héloise Legendre, Rodolphus era nato il sette aprile di diciassette anni orsono e aveva frequentato l’accademia di Beuxbatons fino ai sedici anni.

Non c’era il minimo accenno al motivo del passaggio dall’accademia alla scuola di Hogwarts, mentre, da ciò che so io, il libro dovrebbe magicamente aggiornarsi in tempo reale sui fatti salienti dei componenti delle varie stirpi magiche più importanti.

Ho smesso di leggere e mi sono appoggiata allo schienale della poltrona riflettendo.

Qualcosa non mi tornava, non avevo minimamente creduto ad Evan quando mi aveva detto che Rodolphus aveva un segreto inconfessabile, o qualcosa di simile, ma in quel momento la mente mi si è affollata di dubbi, non capivo più quale fosse la verità.

Alzando lo sguardo verso il soffitto buio della stanza dove stavo ormai da un bel po’, ho sospirato in maniera strana, profonda e lenta.

Mi rendevo conto, in effetti, che quel ragazzo mi piaceva sempre di più.

 

……………………………...........

Note: ho impiegato un bel po’ ma alla fine ecco il nuovo capitolo.

Non ho ancora risposto a tutte le recensioni ma penso di riuscire a farlo nel giro di pochi giorni, scusatemi per il ritardo ormai cronico …

Di questo capitolo ho poco da dire, le notizie sulla famiglia lestrange sono ovviamente tutte inventate mentre la parte sulla Bretagna è per la maggior quantità vera e per il resto un po’ rimaneggiata a seconda dell’occorrenza.

Per quanto riguarda il nome francese di Rodolphus, resta così perché prende dal latino, ho preferito non variarlo!

Mi pare di aver detto tutto.

Grazie a tutte per letture e recensioni e supporto!

Alla prossima

   
 
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