complications ;
guida pratica alla manutenzione domestica babbana
C’era un che di
maniacale nella costanza e nella
dedizione che Arthur impiegava in quella sua dannata mania. In tutta
onestà, Molly credeva di averle tentate tutte pur di fargliela passare:
ma a niente erano servite minacce di cene non preparate, uscite serali
rimandate, un po’ di urlacci e conseguenti bronci
protratti per lunghi finesettimana. L’uomo che per disgrazia aveva scelto
di sposare era, semplicemente, un fissato. Sospirò forte, guardando il
pavimento della cucina invaso da tubi e pomelli e accarezzandosi il pancione;
prima o poi, si disse, uno dei due avrebbe dovuto
cedere – ma non era poi così sicura che sarebbe stato Arthur.
« Tesoro »
esordì, per quella che sarebbe potuta essere la trilionesima volta. «
Tesoro, davvero, non credi che sia il caso di...? »
« No, Molly » giunse la voce di
Arthur, eccitata ma categorica, dalle ante sotto il lavabo da cui spuntavano le
sue gambe nervose. « I Babbani fanno
così, li ho visti mille volte, e se lo fanno loro posso farlo anch’io.
Cooperazione interspecie, ricordi? »
Molly si accigliò.
« Montare un impianto idraulico senza magia non è questa gran
prova di cooperazione interspecie, sai; ci vuole ben altro per quella. »
Non ottenendo risposta dalla nicchia sotto il lavabo si sentì
incoraggiata a proseguire, sfilando la bacchetta magica da una tasca della
veste. « Se solo mi permettessi di aiutarti... »
« Ho detto di no, Molly. Ti ringrazio »
rincarò Arthur, sbucando finalmente alla luce e mostrandole un’espressione
raggiante di eccitazione, « ma desidero con tutte le mie forze riuscire a
fare qualcosa dal loro punto di
vista, capisci cosa intendo? È un’esperienza affascinante. »
Molly sospirò
ancora, rabbuiata. Non trovava nulla di affascinante in un mucchio di vecchi
tubi arrugginiti.
Arthur avvitò
qualche altro aggeggio, si alzò, scosse via la polvere dai vestiti e
mosse fiducioso le mani verso il rubinetto sovrastante l’enorme pasticcio
di ferrivecchi che aveva messo insieme. Girò la manopola dell’acqua
calda. Come Molly temeva, quella non sgorgò da nessuna parte.
Arthur gemette d’impazienza.
« Non capisco! Dov’è
che ho sbagliato? Sono certo di non aver tralasciato nulla... Cara, vieni qui »
e nel dirlo già spariva nuovamente nell’anfratto buio al di
là delle ante, « avvisami quando l’acqua scorre.
Cercherò di spostare qualche tubo. »
Per nulla convinta,
Molly distolse la bacchetta dal ricamo appena avviato e si sollevò con
cautela, raggiungendo l’arnese che tanto appassionava suo marito. Vi si
appoggiò con uno sguardo truce, e solo allora le venne in mente di
osservarlo più da vicino.
Dal rubinetto
emergeva qualcosa... come un sassolino, ma...
« La sento
scorrere, qui dentro » obiettò Arthur con voce soffocata, da
qualche parte dentro il mobile. « Com’è possibile? Molly,
cara, ancora niente? »
« Ancora niente
» confermò lei, appena prima di portare una mano al forellino da
cui si supponeva che l’acqua dovesse
cadere. Sì, c’era proprio un sasso. Ma dove li aveva pescati,
Arthur, quei tubi? In una discarica?
Ci fu un rumore di
ferraglia, seguito da una nuova domanda affaticata. « E adesso? »
« Waddiwasi »
borbottò Molly, e il sasso schizzò via dal rubinetto assieme a un
getto caldo e forte.
Arthur lo udì
e si raddrizzò subito. Non vide il sasso – stretto nella mano di
Molly assieme alla bacchetta – ma i suoi occhi radiosi ammirarono per un
lungo secondo il rubinetto ora perfettamente funzionante, prima di posarsi con
gioia sulla moglie.
« Molly, ce l’ho
fatta! Hai visto? Ce l’ho fatta! Ho fatto una cosa da Babbano!
Altro che idropici... »
Per un attimo
sembrò che volesse mettersi a sciaguattare le mani nell’acqua come
un bambino. Guardandolo, Molly sentì svanire tutto il disappunto. Sì,
suo marito era un fissato – ma, forse,
avrebbe anche potuto lasciar vincere lui, per un po’.
Fece sparire il sassolino
nella tasca e sorrise, accarezzandosi di nuovo il pancione.
« Tesoro... Ti
piace il nome ‘William’? »
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Spazio
dell’autrice
Non chiedetemi perché,
ma ho sempre immaginato un giovanissimo Arthur Weasley
intento nella costruzione (non magica) della Tana. Babbanofilo
com’è, ce lo vedo benissimo a cercare di montare un rubinetto senza
richiedere l’aiuto di un idraulico babbano! Il finale
è un velato riferimento alla peculiarità di papà Weasley: ‘William’ deriva dal germanico ‘wilja’, ‘volontà’, un tratto di
Arthur che Molly spera inconsciamente di conferire anche al loro primogenito.
I coniugi Weasley sono, per me, qualcosa di molto simile ai genitori
ideali. Spero di aver reso almeno in minima parte la magia che li tiene uniti –
e che non ha nulla a che vedere con bacchette magiche e strane parole latine. Perlomeno,
io li vedo così. ♥
Siete ancora qui? No,
perché, attenti, io ci sto prendendo gusto, eh! xD
Aya ~