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Autore: alecter    30/07/2011    2 recensioni
Draco Malfoy viene cresciuto sin da piccolo con la convinzione che il suo destino sia ormai già segnato: il signore oscuro lo vorrà tra le sue file una volta che sarà tornato. Draco però vive un conflitto dentro di sè: vivere e servire il padrone oscuro, o seguire i suoi sentimenti? L'amore che lui prova per una ragazzina della sua scuola, una "sudicia mezzosangue", così la definirebbe il padre, lo porterà ad essere più forte o ad andare incontro ad un destino sfavorevole?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Draco passò il resto dei giorni a guardare con rabbia il tavolo dei Grifondoro. Presto sarebbero arrivate le vacanze di Natale e lui non aveva alcuna voglia di tornare a casa; non voleva rivedere gli occhi grigi di suo padre che lo scrutavano con circospetto e gli chiedevano come andava a scuola, non voleva vedere il volto preoccupato di sua madre, non voleva rivedere la dimora grigia e cupa che da anni ormai lo tormentava.. ma più di tutto, e detestava ammetterlo persino a se stesso, detestava dover lasciare Hermione lì. 
Il giorno prima della partenza tutti i ragazzi erano intenti a salutarsi e preparare i bauli per tornare a casa. I pochi che sarebbero rimasti aiutavano a sistemare le decorazioni nella scuola. 
Quando Draco entrò nella Sala Grande rimase basito: non aveva mai visto un Natale così colorato. Enormi abeti erano stati posti in fondo alla sala e ai suoi lati, festoni di ogni genere erano appesi sopra i tavoli e piccole candele rosse svolazzavano per la stanza. A casa sua Draco non aveva mai visto niente del genere. Per la verità la sua famiglia non conosceva affatto lo spirito natalizio. Il giorno di Natale suo padre invitava i suoi colleghi di lavoro per una grande festa; a Draco non erano mai piaciute le feste di suo padre, erano noiose e tristi. 
Vedendo tutti quegli alberi decorati Draco sentì il suo cuore stringersi. Se avesse chiesto a suo padre di rimanere? Sapeva già quale sarebbe stata la risposta. L'unica cosa che Draco aveva sempre apprezzato del Natale a casa Malfoy erano i regali; ovviamente riceveva regali anche al di fuori delle feste, ma sotto il Natale avevano qualcosa di più affascinante. 
Eppure avrebbe rinunciato ai suoi regali pur di rimanere in quella scuola quell'anno. Avrebbe preferito svegliarsi nella sala comune del dormitorio, tutta decorata, sedersi accanto al camino e godersi la quiete che ci sarebbe stata perchè tutti i suoi compagni sarebbero tornati a casa. Sarebbe sceso nella Sala Grande e lì avrebbe mangiato ammirando le splendide decorazioni. E forse, chi lo sa, avrebbe visto Hermione seduta al tavolo da sola intenta a mangiare la sua colazione mentre leggeva uno dei suoi soliti libri. 
Purtroppo niente di tutto questo sarebbe mai potuto accadere. Sarebbe tornato a casa, avrebbe subito la festa di suo padre, si sarebbe vestito di nero facendo pendant con la casa, priva di decorazioni e alberi di natale. 
Il solo pensiero lo fece infuriare. Perchè doveva subire tutto questo? A suo padre non importava neanche realmente di averlo a casa, non avrebbe fatto alcuna reale differenza per lui! 
Avanzò nella Sala Grande e vide il piccolo Weasley aiutare il guardiacaccia, Hagrid, a sistemare alcune decorazioni sull'albero. Si avvicinò a loro e scaricò tutta la sua rabbia.
"Cosa cerchi di fare, Weasley? Cerchi di racimolare qualche spicciolo?" disse con un ghigno. Il ragazzo lo degnò di una rapida occhiata mentre lui si allontanava verso il tavolo dei Serpeverde. 
Tiger e Goyle erano già seduti, uno davanti all'altro; si sedette vicino a Tiger e subito qualcuno si mise accanto a lui. Draco alzò lo sguardo e vide che si trattava di Pansy.
"Ciao" disse con la sua solita smorfia. Draco non la sopportava, ma lei continuava a guardarlo con quello sguardo sognante. Perchè Hermione non lo guardava così? Draco non rispose al saluto e tornò a concentrarsi sulla sua colazione.
Il mattino seguente il suo baule era posizionato sul treno, lui sedeva nella carrozza in attesa di Tiger e Goyle. Guardava fuori dal finestrino il paesaggio immobile.
Il rumore dei passi che si avvicinavano lo fece voltare; era già pronto a dire a Tiger e Goyle dove si erano andati a cacciare, quando da dietro l'angolo sbucò una massa di capelli ricci. Hermione scrutò nello scompartimento e quando incontrò gli occhi grigi di Draco si immobilizzò.
"Oh, scusami" sussurrò e andò avanti. Draco rimase a guardare la porta aperta dello scompartimento senza muoversi. Avrebbe dovuto dire qualcosa, fermarla, chiederle di sedersi con lei. Invece era rimasto lì come uno sciocco a guardarla. Cosa diavolo aveva nella testa?
Tornò a rivolgere la sua attenzione al vetro. Ormai però non riusciva più a vedere ciò che c'era dietro, era come se il finestrino fosse diventato opaco. Poco dopo sentì di nuovo rumore di passi; questa volta non si girò.
"Ehm ehm" sentì da dietro le sue spalle qualcuno schiarirsi la voce. Alzò leggermente lo sguardo e riflessa nel vetro vide Hermione in piedi sulla porta del suo scompartimento; in mano aveva un enorme libro, decisamente troppo grande per lei. Draco inizialmente pensò che si stesse immaginando tutto. Hermione mi odia, non potrebbe mai venire qui ad elemosinare un posto, neanche fosse l'unico, pensò. Eppure quei colpi di tosse sembravano così reali.
"Ei" sentì dire poi. A quel punto Draco si decise a voltarsi. Cercò di non mostrare la sua sorpresa e il suo entusiasmo e probabilmente ci riuscì. Era bravo a nascondere e controllare le emozioni.
"Senti, non mi sarei mai sognata di chiedertelo ma, questo è l'unico scompartimento con dei posti liberi. Potrei.." disse guardando i posti vuoti che circondavano Draco. Anche lui guardò i posti vuoti, pronto ad accoglierla con entusiasmo. Cercò però di controllarsi; non poteva far vedere a quella sciocca ragazza cosa lui realmente provasse.
"Basta che tu non mi disturbi" sussurrò tornando a concentrare il suo sguardo sul paesaggio. Hermione sbuffò e poi Draco la vide posare il suo libro su uno dei sedili vuoti.
Cercando di ignorare il dolore che sentiva allo stomaco, Draco continuò ad osservare Hermione dal finestrino. 
Il treno era partito con un sonoro sbuffo e i suoi amici non si erano ancora fatti vedere; probabilmente non sarebbero riusciti a trovarlo e avrebbero vagato per tutto il viaggio nei corridoi. Draco si sorprese ad esserne felice; non voleva che quei due sciocchi babbioni arrivassero a rovinare quel momento perfetto. Sì, perchè anche se Hermione non lo degnava di uno sguardo e probabilmente avrebbe volentieri evitato di essere lì con lui, Draco era felice di poterla osservare da così vicino. 
Hermione ora era intenta a leggere il grosso volume che aveva riposto sulle sue ginocchia. Ogni tanto una ciocca di capelli le cadeva sugli occhi e lei con la mano la riponeva dietro le orecchie. A Draco faceva sorridere quando, immersa nella lettura, sobbalzava sussurrando "Lo sapevo!". 
Stanco di guardare il suo riflesso, Draco si voltò. Inizialmente fissò i suoi piedi dondolare. Qualche minuto dopo si decise ad alzare lo sguardo. Hermione era seduta nel posto più lontano possibile da lui, ma comunque troppo vicina. Aveva ancora il libro sulle sue ginocchia ma ora controllava i corridoi. Era ora di pranzo e la signora con il carrello sarebbe passata di lì a poco. 
Ed infatti dopo qualche minuto la signora si fermò davanti al loro scompartimento.
"Volete qualcosa ragazzi?" Hermione le sorrise e tirò fuori dalla tasca un sacchetto con delle monete.
"Io prendo delle cioccorane e un succo di zucca" disse. La signora prese quello che Hermione aveva chiesto, glielo porse e in cambio Hermione fece scivolare delle monete nella sua mano.
"E tu ragazzo?" chiese la donna a Draco. Lui scosse la testa.
"Non voglio niente" disse brusco. La donna sorrise e si allontanò. Draco sentiva il suo stomaco brontolare ma non aveva alcuna voglia di comprare qualcosa dal carrello e trangugiarlo di fronte ad Hermione. Sentiva che qualsiasi cosa avesse provato a mandare giù, sarebbe risalita su. Hermione era troppo intenta a bere il suo succo di zucca per accorgersi delle battaglie interiori di Draco. 
Nel loro scompartimento regnava il silenzio. Silenzio che fu rotto dallo stomaco di Draco che persisteva a lamentarsi. Immediatamente Draco guardò fuori dal finestrino, le sue guance bollivano ed era sicuro di essere diventato rosso come la divisa dei Grifondoro. 
Vide Hermione nel vetro sorridere e prendere in mano i suoi pacchetti di cioccorane.
"Ne vuoi uno?" chiese intimorita. Aveva paura che lui le rispondesse male, e probabilmente aveva ragione. Draco in quel momento lasciò scioccamente calare le sue barriere difensive. Si voltò e cercando di mantenere il suo orgoglio annuì. Prese la cioccorana che Hermione gli stava offrendo e la scartò. Non era molto ma si sentiva decisamente meglio.
"Pensavo che la colazione avrebbe messo a tacere il mio appetito fino al nostro arrivo" sussurrò. Si ritrovò spiazzato. Non avrebbe mai pensato che avrebbe provato a fare discussione con lei per infiniti motivi. Il primo era, ovviamente, che lei, non ostante ciò che lui sentisse ogni volta che la vedesse, era una mezzosangue; in secondo luogo aveva troppo paura della sua reazione. 
Con sua grandissima sorpresa però, Hermione sorrise.
E' il sorriso più bello che io abbia mai visto, pensò Draco. Abbozzò un timido sorriso anche lui. Si sentiva così sciocco e allo stesso tempo così contento. 
"Bè, non manca poi molto credo" disse Hermione scrutando al di fuori del finestrino i palazzi coperti di fuliggine. A Draco si strinse qualcosa dentro. Avrebbe voluto che quel viaggio fosse durato per sempre.
"Già" disse. Abbassò lo sguardo verso le sue scarpe e poi tornò a guardare Hermione, intenta a sfogliare le pagine del suo libro.
"Cosa leggi?" chiese. Hermione alzò lo sguardo. C'era qualcosa di strano nei suoi occhi, non riusciva a capire cosa. Era forse sorpresa che Draco le parlasse a quel modo? Effettivamente lui stesso ne era sorpreso, non aveva mai parlato così con nessuno, non aveva mai tanto meno mostrato interesse per qualcun altro che non fosse sua madre.
"Oh, niente di che. Un vecchio libro. Sto cercando un nome che ricordo di aver già sentito, sai" disse sorridendo. Draco capì che non avrebbe detto di più in proposito, era come se stesse cercando di nascondere qualcosa. 
Il treno iniziò a rallentare e poi a frenare. Hermione chiuse il libro con un tonfo facendo svolazzare della polvere. Prese le scatole vuote delle cioccorane e si alzò.
"Bè, buone vacanze allora" disse in procinto di uscire. Sorrise e poi svanì. Draco rimase qualche secondo immobile, sul sedile a ripensare a quelle ore. Le ore più belle della sua vita. Qualcosa lo distolse dai suoi pensieri, un rumore, qualcuno che bussava contro il suo finestrino. 
Si voltò e vide suo padre, il suo bastone in mano, picchiettare contro il vetro facendogli cenno di scendere. Draco annuì e appena il padre si fu allontanato sbuffò. Era tornato alla realtà.

   
 
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