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Autore: alecter    31/07/2011    1 recensioni
Draco Malfoy viene cresciuto sin da piccolo con la convinzione che il suo destino sia ormai già segnato: il signore oscuro lo vorrà tra le sue file una volta che sarà tornato. Draco però vive un conflitto dentro di sè: vivere e servire il padrone oscuro, o seguire i suoi sentimenti? L'amore che lui prova per una ragazzina della sua scuola, una "sudicia mezzosangue", così la definirebbe il padre, lo porterà ad essere più forte o ad andare incontro ad un destino sfavorevole?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Draco si avvicinò a suo padre; gli voltava le spalle ma era impossibile non riconoscerlo. 
Al suo fianco c'era la madre, Narcissa, i cui occhi, non appena vide suo figlio avvicinarsi, il baule trascinato dietro di sè da Tiger e Goyle, si illuminarono per un momento. Anche i suoi capelli, come quelli di Draco, erano di un colore decisamente inumano, biondi, quasi bianchi; il suo volto aveva delicati lineamenti, rovinati dalla smorfia di sofferenza che vi era sempre dipinta. Draco sorrise e le andò incontro mentre suo padre si voltava per guardarlo con disprezzo. I suoi lunghi capelli argentei ricadevano sulle sue spalle perfettamente, contrastando con il nero mantello che lo avvolgeva. In mano stringeva ancora il suo bastone, pronto a riusarlo se fosse stato necessario. 
"Draco, come stai? Allora, come ti sei trovato a scuola? Gli insegnanti sono capaci? E ti sei fatto alcuni amici?" chiese la madre chinandosi su di lui e carezzando i suoi capelli. Draco sentì un nodo alla gola. Si era fatto amici? Il suo sguardo cadde su Hermione che stava abbracciando due persone, certamente i suoi genitori. Distolse immediatamente lo sguardo. Se l'attenzione di suo padre fosse ricaduta su quei due babbani sarebbe stata la fine. 
"Si, mi sono trovato bene, gli insegnanti non sono tutti il massimo! E si mi sono fatto molti amici" mentì. Suo padre continuava a guardarlo.
"E i tuoi voti? Che ne dici dei tuoi voti?" Draco si sentì schiacciare sotto il peso di quegli occhi grigi, tanto simili ai suoi, eppure così diversi.
"Vado bene" disse, "soprattutto in pozioni. Piton è l'unico competente lì dentro" continuò. Le labbra di suo padre si piegarono in un ghigno che gli ricordò tanto quello di Pansy. E come se lo avesse sentito pensare il suo nome, la ragazza sbucò da dietro una colonna con al fianco i suoi genitori. 
"Ciao", disse non appena lo vide, scuotendo la sua mano. Draco alzò gli occhi al cielo. Suo padre ovviamente conosceva i suoi genitori, strinse loro la mano e iniziarono a scambiare due parole. Pansy si mise al suo fianco.
"I nostri genitori si conoscono" sussurrò al suo orecchio. Draco soppresse un ghigno.
"Ma va" sussurrò. Suo padre si voltò verso di lui, ancora una volta una smorfia contorta che voleva somigliare ad un sorriso sulle sue labbra.
"Sono lieto di vedere che hai scelto dei buoni amici, Draco" disse guardando Pansy.
"Magari un giorno vorrai farci visita Pansy" disse. La ragazza mise in mostra tutti i suoi denti.
"Sarebbe un onore per me, signor Malfoy" Draco credette che stava per vomitare. Suo padre salutò i genitori di Pansy e la loro figlia che prima di andarsene elargì un indesiderato bacio sulla guancia a Draco.
"E' la tua ragazza?" sussurrò sua madre all'orecchio, con il tono di chi si rivolge ad un bambino.
"No mamma, assolutamente no" disse lui indignato. Si tolse da lei e andò a riprendere il suo baule, lasciato alla deriva da Tiger e Goyle che erano andati a salutare i loro genitori. 

 


"Lascia stare i bagagli Draco, li prenderà qualcuno" disse il padre indicando ad un uomo in divisa i bagagli di suo figlio. Draco si scostò e si avviò verso la barriera che lo avrebbe riportato, sebbene per poco, nel mondo dei babbani; nel mondo che per undici anni è appartenuto ad Hermione, non potè fare a meno di pensare.
Draco dei babbani non sapeva nulla, se non che erano strani, privi di alcun potere e inutili. Ovviamente tutto ciò lo aveva inculcato nella sua mente suo padre. 
Si avviarono verso una macchina nera dove altri uomini li attendevano. Una volta caricato il baule di Draco, la macchina partì. Camminò lungo le strade piene di comuni mortali, che ignoravano l'esistenza della magia.
E se la magia non fosse esistita? Si chiese Draco. Se non ci fosse stata alcuna differenza tra babbani e maghi? Sarebbe potuto stare con Hermione? Oppure suo padre avrebbe a suo modo trovato il modo di detestare qualcuno anche all'interno dei suoi simili? Era certo che la risposta all'ultima domanda fosse affermativa.
Non era il fatto di essere babbani o meno, se mezzosangue o purosangue; suo padre avrebbe sempre trovato qualcuno che non gli andava a genio. 
Una volta in viaggio, le case iniziarono a diradare e così anche il traffico; ben preso la strada fu costellata di alberi e la città lasciò il posto alla campagna. Il cielo iniziò ad imbrunire, il sole calava dietro le colline, solo pochi raggi di luce illuminavano ancora le case di un esteso villaggio, seminascosto dagli alberi. Quasi al confine di questo, in semiombra, si ergeva una collinetta. Su di essa la dimora Malfoy troneggiava su tutte le case. Nonostante il sole riuscisse ancora ad illuminarne una parte, la dimora sembrava più tetra e oscura che mai. A Draco non era mai sembrata così spaventosa. Forse perchè si era abituato alle luci e i colori di Hogwarts.
La macchina salì lungo il sentiero e in pochi minuti furono dentro i cancelli della dimora. Draco scese dalla macchina e seguì sua madre e suo padre in casa. Non voleva fare altro che mettersi nel suo letto e chiuedere gli occhi. 
Uno degli uomini con la divisa portò il suo baule in casa mentre suo padre si soffermava sui gradini a fissare il villaggio. Sua madre entrò in casa e lui la seguì, ma fu ostacolato dal bastone di suo padre.
"Fermati Draco" disse, "Parla con me", continuò. Suo padre continuava ad avere lo sguardo fisso sulle case sottostanti, Draco lo guardava con timore.
"Cosa volete che vi dica, padre?" disse tornando indietro di qualche passo. Rivolse il suo sguardo al cielo; il cielo, così immenso, molto meglio degli occhi di suo padre.
"Dimmi, chi altro hai conosciuto ad Hogwarts" disse suo padre. Draco deglutì. Doveva dirgli tutto? Oppure era meglio tenere per sè la presenza di Hermione? Sentì lo sguardo di suo padre penetrarlo e per un momento ebbe il timore che avrebbe letto i suoi pensieri.
"Bè, alcuni ragazzi del dormitorio" iniziò citando alcuni nomi che gli vennero in mente, "poi anche qualcuno di Tassorosso, ma nessuno di importante". Suo padre non sembrava essere soddisfatto.
"E in Grifondoro?" chiese; Draco sentì il suo stomaco stringersi. Forse voleva solamente sapere di Potter.
"Harry Potter?" disse interrogativo. Alzò lo sguardo verso suo padre e capì di aver colpito nel segno. 
"Come ti è sembrato?" continuò. Draco tirò un sospiro di sollievo. Per nessuna cosa al mondo avrebbe voluto parlare della presenza di mezzosangue nella scuola, soprattutto se uno di quei mezzosangue gli era rimasto, chissà perchè, impresso.
"Un arrogante, sciocco ragazzino. Non riesco a capire come possa essere diventato così famoso, come possa essere sopravvissuto. E' del tutto privo di alcuna potenzialità" disse sfogando tutta la sua rabbia. Suo padre parve soddisfatto di ciò che aveva sentito.
"Si, si, hai ragione" disse. 
"E di quella Pansy, che mi dici?" chiese poi. Draco fu sopreso. Mai si sarebbe immaginato che suo padre fosse interessato a quella che sarebbe potuta essere la sua vita amorosa. Ma Draco non si sarebbe mai visto al fianco di quella smorfiosa.
"E' una che mi viene dietro" disse, "Una delle tante" aggiunse con orgoglio. Suo padre lo guardò di nuovo.
"Stai attento a chi scegli come compagna, Draco. Deve essere degna della casata dei Malfoy, lo sai bene" Draco si sentì di nuovo stringere il cuore, come se una mano dentro il suo petto cercasse di strapparglielo via. Annuì, anche se avrebbe voluto urlare.
"Entriamo, tra poco sarà pronta la cena" suo padre si voltò, facendo svolazzare il suo mantello, ed entrò a grandi passi nella casa. Draco rimase ancora qualche minuto lì fuori, a guardare come il sole si muoveva e come man mano il villaggio si riempiva di luci. Di notte era più bello perchè l'oscurità divorava tutto e nascondeva quelle case tristi, quegli alberi le cui foglie erano sempre troppo deboli per rimanere attaccate ai loro rami.
"Draco" sentì chiamare da dentro la casa. Lanciò un ultimo sguardo alle stelle e poi entrò in casa.
 

 
   
 
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