Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: lames76    01/08/2011    2 recensioni
Tutto ha avuto inizio quando Elos mi ha fatto leggere alcuni racconti che aveva preparato come background per un suo personaggio di un gioco online. Mi appassionarono molto e decisi di scrivere qualcosa nella stessa ambientazione.
E' passato molto tempo da allora e sono scucesse varie cose, ora l'ispirazione pare essere tornata e mi sono deciso a publicare qui quello che ho prodotto finora.
Ho integrato il racconto con un'ambientazione originale da me inventata, l'ho dovuto solo leggermente modificare per farcelo stare.
Spero vi piaccia e vi appassioni, attendo e spero di ricevere commenti e consigli!
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 9


«Non ci credo!», esclamò Sovan completamente sbalordito, «Un guerriero come voi non può combattere per una donna...»
Il volto del cavaliere si incupì, "Ha ragione!", pensò, "Tu non combatti propriamente per lei...", sentì una tristezza infinita colmarlo, "...tu combatti per dimenticarla..."

E' una notte come tante.
Non c'è nulla che la distingua dalle innumerevoli che ci sono state prima e dalle innumerevoli che ci saranno dopo.
Ma quella notte tutto cambia.
Ricorda che stava camminando verso la locanda.
Non ricorda perché fosse ancora alzato a quell'ora.
Ma ricorda perfettamente il profumo dei fiori dell'albero del sogno, che fiorivano esattamente un anno dopo il suo arrivo lì.
Un anno dopo averla conosciuta.
Un anno da sogno, dove, per la prima volta da molto tempo, si è sentito a casa.
Si è sentito bene.
Ricorda di essersi fermato per assaporarne la fragranza.
Ma in quella fragranza dolce sentì anche l'odore del fumo... e del sangue.
Sentì i capelli dietro la nuca rizzarsi.
Senza sapere perché si ritrovò a correre.
Si ritrovò a desiderare che, se c'era qualche forza superiore, qualche divinità o spirito, gli fosse vicino ora.
Giunse a palazzo reale e sentì il sangue raggelarsi, quando lo vide in fiamme.
Sentì all'interno dei rumori, di una battaglia, sentì urla di dolore e di morte.
Ricorda che l'ingresso era un inferno di fiamme, ma ricorda anche che non se ne curò, infilandosi all'interno di corsa.
Tra il fumo ed il calore, vide, come in un sogno, dei guerrieri uccidersi a vicenda.
Riconobbe le guardie reali e degli altri uomini con armature ornate con un simbolo che non conosceva, ma non se ne curò perché tutto era azzittito dalla sua stessa voce che ripeteva, «Non di nuovo...»
Ricorda che due dei guerrieri che stavano attaccando gli sbarrarono il passo e ricorda che lui li eliminò senza esitazione.
Ricorda di essere giunto nelle stanze reali come in trance.
Ricorda il corpo del Kasm Kelen Silverhawk detto "Il Giusto", disteso a terra in una pozza di sangue.
Ricorda i corpi della guardia reale, sparsi a terra in posizioni assurde, come bambole spezzate.
«Pardisan!», la voce di Liselle non gli era mai parsa più angelica, anche se la sentiva, per la prima volta, in preda al terrore.
Ricorda di averla abbracciata, con una foga incredibile, come un assetato si getta in una polla d'acqua dopo l'arsura del deserto.
«Sono gli uomini del Kasm di Vallescura!», esclamò lei, «Loro hanno... non so perché... loro...»
La sentì afflosciarsi tra le sue braccia e solo in quel momento si accorse che aveva una ferita al braccio sinistro che le aveva imbrattato la giacchetta azzurra di sangue scarlatto.
La sollevò in braccio e si diresse verso l'uscita.
Sentiva che i suoi polmoni bruciavano per il fumo respirato, ma non se ne curò.
Si impose di non cedere, non poteva.
No, non poteva, non doveva.
Quando sbucò all'esterno si rese conto di aver sbagliato strada, perché era finito nel giardino interno e non all'uscita.
Riuscì a fare solo pochi passi, sbandando, poi cadde dietro un cespuglio con Liselle.
...
Fu il chiarore della mattina a risvegliarlo.
Sentiva un peso tremendo sul petto e si sentiva debole, ma appena ricordò si sollevò di scatto.
Tossì, una tosse secca che sapeva di fumo, ma si impose di fermarsi.
Vide Liselle distesa a terra poco distante, era pallidissima, ma respirava.
Si sollevò in modo da poter sbirciare oltre la siepe e vide che non c’era nessuno così si dedicò alla ragazza scrollandola gentilmente per farle riprendere conoscenza.
Lei aprì gli occhi con incertezza, poi li sgranò, come se avesse ricordato i fatti della sera prima, e si aggrappò a lui in un abbraccio strettissimo.
«Và tutto bene ora», gli mormorò il cavaliere con voce impastata, «Ma ora dobbiamo andare...»
«Dove... dove posso andare...», si chiese lei mentre delle lacrime le rigavano il volto leggermente annerito dalla fuliggine.
«Ti porterò dal tuo promesso sposo», la prese in braccio alzandosi, «Con lui sarai al sicuro»
Lei affondò il volto sul suo petto non riuscendo a smettere di piangere, ma poi sollevò lo sguardo verso quello del cavaliere.
«Fuggiamo insieme...», gli disse con un filo di voce, «Portami via lontano da tutti...»
«E che vita potrei mai offrirti?», rispose lui con una tristezza infinita nel cuore, «Non possiedo nulla, tranne la mia spada... che futuro potrei mai darti? Tu meriti di meglio...»
Lei aprì la bocca per rispondere, ma si fermò... sospirò e tornò a stringerlo.



Consumarono la cena con calma, a parte Sovan che l’aveva finita in pochi istanti e rimasero di fronte al fuocherello che emanava alcune lievi fiammelle calde.
Rufus fece dei gesti secchi rivolto ai due gemelli che annuirono. Fu Midas a parlare, «Dice che dobbiamo decidere i turni di guardia per la notte», poi notò lo sguardo incuriosito del cavaliere e spiegò, «Io e mio fratello abbiamo imparato il linguaggio dei segni, è utile quando si và a caccia per parlarsi senza fare rumore»
Zebediah, che fino a quel momento era rimasto immobile ed aveva solo sbocconcellato la sua pannocchia parve rendersi conto solo allora delle parole del cacciatore, «A che servono i turni... tanto moriremo tutti comunque...», non pareva più intimorito dalla prospettiva di ricevere dei ceffoni dal muto.
Ma non fu Rufus a rispondere, ma Sovan che balzò in piedi puntando il torsolo della pannocchia contro il vecchio, «Non morirà nessuno!», esclamò con trasporto, «Finché sir Pardisan starà con noi ci proteggerà e ci salverà!»
Ci fu un attimo di silenzio poi il cavaliere sollevò lo sguardo verso il ragazzino, sul suo volto un’espressione tra il serio e l’amareggiato, «Non ci contare troppo...», mormorò con voce calma scuotendo il capo, «Non sono in grado di salvare nessuno... non lo sono mai stato...»
Forse stava per aggiungere qualcosa d’altro, ma non ci riuscì perché fu colpito al volto da un pugno e finì disteso a terra. Quando le orecchie terminarono di ronzare sollevò lo sguardo e vide che a colpirlo era stato Rufus. L’omone troneggiava di fronte a lui e stava gesticolando in modo deciso.
«Dice che sei un’idiota», tradusse Midas con voce un poco incerta, «Dice che nei Dimenticati ognuno deve contare sull’altro e che ci si protegge a vicenda sempre e comunque», il muto annuiva continuando a gesticolare, «Dice che se non sei in grado o non ti reputi in grado di farlo, questo non è il tuo posto e te ne puoi anche andare subito»
Il silenzio tornò a piombare sul gruppo, Pardisan restava schiena a terra con un’espressione arcigna sul volto, mentre Rufus era in piedi di fronte a lui serio. Gli altri erano come immobilizzati, tutto attorno a loro, come impossibilitati a muoversi.
Poi, il muto, allungò una mano verso il cavaliere e questi, dopo un attimo di tentennamento, la accettò facendosi aiutare a rialzarsi.
«Resterò», mormorò più che altro per convincere se stesso.



Grazie a tutti per le recensioni e per essere ancora qui a seguirmi. L'azione arriverà tra un pò, ora come ora si stanno ancora delineando i protagonisti... anzi per ora solo "il protagonista", i restanti arriveranno dopo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: lames76