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Autore: Epicuro    02/08/2011    7 recensioni
Non sempre le cose sono come ce le aspettiamo. Il Sommo Sion lo capì aprendo le tende che davano sulla grande sala del trono. Dopo aver dato una rapida occhiata nell’ambiente le richiuse e disse:
«Ragazzi, li lascio a voi. Mi sono appena ricordato di avere un appuntamento dal dentista!»
«Eh?! Sta scherzando vero?» esclamarono in coro Aiolos e Saga.
«No! Ecco la lista con i nomi e i segni corrispondenti. Là ci sono le armature e i templi sapete dove sono! Buona fortuna!»
Due inesperti quattordicenni alle prese con degli irruenti piccoli eroi in armatura: disastro assicurato!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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Un lieto evento?

 

Aiolos e Saga erano arrivati alla sala del trono, ma quando fecero il loro ingresso sentirono subito che nell’aria c’era qualcosa di nuovo; il solito silenzio tombale del tredicesimo tempio (che normalmente era solo intaccato dal russare del Grande Sacerdote, che ogni tre per due si appisolava sul trono), era stato sostituito dal pianto a dirotto (una sorta di fastidioso antifurto per automobili) di un neonato.

I dei gold si guardarono perplessi e poi oltrepassarono le tende per ritrovarsi di fronte ad un Sion completamente in panne tra pannolini e creme.

Saga, indicando la pupattola con il ciuffo viola che non voleva saperne di farsi cambiare: «O mio dio! Sion si è indegnamente approfittato di una ingenua fanciulla del Grande Tempio ed è diventato padre!»

«Non dire idiozie! Questa è la reincarnazione di Atena!»

«COSA!? Ma noi ci immaginavamo una dea leggermente più adulta, come quella della statua!» esclamarono i due cavalieri, mentre la piccola Atena rovesciava il barattolo del borotalco a terra provocando una nuvola di polvere bianca.

«Spiacenti, in questa epoca va così, tocca a noi allevarla. Probabilmente l’esperienza di un fratello con manie salvifiche, nonché pittore ambiguo e concorrente nel cuore di Pegaso, nonché corpo ospitante di Ade, non deve averle lasciato un buon ricordo. Quindi ha pensato bene di ricomparire in fasce davanti alla sua statua del Grande Tempio, senza passare tramite grembo umano.»

Intanto Aiolos prese in braccio la piccola dea cercando di calmarla e poi si rivolse a Sion: «Grande Sacerdote io non credo che la piccola urli perché deve essere cambiata, ma perché ha fame!»

«Dici?»

Aiolos annuì e Sion si precipitò a prendere il biberon. Poco dopo il latte era pronto e Aiolos, dopo aver controllato la temperatura della pappa, si accinse ad allettare la piccola Atena, che ingurgitò il latte con gioia, per poi fare i sorrisini al cavaliere del Sagittario.

«Certo che con i neonati ci sai fare!» esclamò Sion strofinandosi il mento pensieroso. Era da un po’ che meditava sulla pensione.

«Bhe, con mio fratello ho fatto pratica!» rispose Aiolos, per poi rivolgersi ad Atena: «Sei pronta piccola, ora facciamo un bel ruttino!»

«Posso farglielo fare io?» chiese Saga, intenerito dalla piccola creatura che sgambettava felice tra le braccia del Sagittario.

«Sì, tienila in questo modo e battile delicatamente la schiena»

Saga fece come mostrato da Aiolos e BLEHA! La pargola rigurgitò sulla spalla del santo dei Gemelli, per poi ridersela di gusto.

«Ma porca paletta, perché proprio sul cloth?» imprecò Saga.

«Ehi, modera i termini, stai tenendo in braccio la divina Atena!» disse perentorio Sion, mentre Saga guardò male il sacerdote e poi la piccola Atena. “Maledetta poppante malefica, ho lucidato l’armatura questa mattina!”.

La pargola in risposta dello sguardo astioso di Saga, sorrise paciosa e afferrò una cicca dei lunghi capelli di Gemini, tirando con tutta la sua forza e dando sfogo al suo cosmo. Per staccarla dalla chioma di Saga fu necessaria l’azione congiunta di Aiolos e Sion.

Saga era leggermente furente e la sfumatura rossa degli occhi e grigia dei capelli non sfuggì a Sion, mentre Aiolos ignaro di tutto disse:

«Dai Saga, con i bambini sono cose che capitano. Pensa che è rigurgito divino e prendilo coma una benedizione della nostra amata dea!»

«Che culo!» rispose Saga.

«Aiolos ha ragione. Fossi in te non mi laverei l’armatura!» disse Sion.

«Ma voi siete pazzi, non ho alcuna intenzione di andare in giro conciato così!» e Saga, dolorante e incavolato nero, girò sui tacchi per andare non solo a pulire l’armatura, ma direttamente a disinfettarla.

 

Nel Frattempo presso la casupola di Gianni il giardiniere...

 

«Allora va meglio?»

Shaka annuì dopo aver finito la sua scodella di latte e la fetta di torta alle mele offertagli da Gianni.

«Bene, sono contento. Ora andremo da Socrate in modo da decidere cosa fare per voi. Lui è la mente sana di Sion!»

I due erano sull’uscio di casa quando una signora tozza, con un bimbo sui tre anni, si avvicinò al giardiniere:

«Gianni, scusami, ma non posso occuparmi oltre di tuo nipote, devo andare in lavanderia.»

«Sì, scusami, ma ho avuto da fare con Shaka.»

La donna strabuzzò gli occhi alla vista del piccolo:

«E questo da dove spunta! Non avevi un solo nipote?»

«Infatti, lui è il nuovo cavaliere della Vergine!»

La donna posò a terra il nipote di Gianni e si concentrò sconcertata sul saint, per poi esclamare: «Per la dea! Se ci attaccano siamo rovinati!» per poi concludere guardando l’orologio: «E io sono in stramaledetto ritardo! Scusa Guanni, Shaka...» la donna fece un lieve inchino con il capo: «Ma devo proprio scappare».

Intanto Shaka e il nipote di Gianni si stavano guardando in silenzio. Il saint di Virgo non aveva mai visto un bambino più bello. Sembrava un angioletto dai boccoli d’oro e gli occhi celesti. Dal canto suo il bimbo aveva intravisto in Shaka un rivale e, intenzionato a non farsi portare via il nonno da sotto il naso, si promise solennemente che avrebbe rovinato quel biondino a qualunque costo.

«Ehi, Luca! Il gatto ti ha mangiato la lingua?» chiese Gianni al nipote, che si riprese ed andò ad abbracciare il nonno dicendo: «Ciao nonno, scusami, ma stavo pensando. Chi è quel bambino?» e il nonno spiegò al nipote chi fosse e gli disse di portargli rispetto, per poi dire a Shaka:

«Questo è mio nipote. Vive con me perché mia figlia è un’attivista e gira per il mondo per difendere i diritti delle donne. Spero che diventerete ottimi amici!»

«Sicuramente» e Shaka strinse la mano di Luca, che gli sorrise maligno.

Infatti poco dopo...

«Ehi! Chi è stato!»

«Lui!»

SCIAF

Shaka ricevette uno scapaccione da una signora a cui era stata alzata la gonna:

«Che roba, così piccoli e già così maleducati!» sbottò la signora, mentre Gianni correva ai ripari guardando severo il saint della Vergine intento a massaggiarsi il sedere.

«Lo scusi, non è di qui! Il trauma del trasferimento dall’India alla Grecia deve averlo scosso!» biascicò come scusa il vecchio giardiniere, per poi rivolgersi a Shaka:

«Insomma questo non è un comportamento degno di un nobile santo di Atena! Vergognati!»

«Ma non sono stato io, è stato Luca!»

«Non è vero, non cercare di dare la colpa a me solo perché sei un cavaliere d’oro!»

«Sei un bugiardo, sei stato tu ad alzare la gonna alla signora, non io!»

«Io non dico mai le bugie» ribatté Luca per poi assumere l’aria della povera vittima innocente e scoppiare in lacrime, cosa che fece intervanire due giovani ancelle, che nel consolarlo commentarono quanto fosse cattivo e antipatico Shaka ad aver fatto piangere un angioletto come lui, mentre Luca rivolse a Shaka un sorrisetto malefico. Il santo della Vergine capì in quel momento che il diavolo aveva i boccoli d’oro, per poi beccarsi dal giardiniere una bella ramanzina sul comportamento e i doveri di un cavaliere.

 

Più tardi...Casa del Sagittario....

 

Socrate sospirò alla vista di Gianni che arrivava in compagnia del nipote e del santo della Vergine. Nel salotto del Tempio c’erano già Nestore, Antonio (con la delega di Ugo) e sua moglie, alquanto irritati.

«Devo parlarti di un piccolo problema» disse Gianni, indicando con un cenno del capo in direzione di Shaka.

«Non sei l’unico. Mi sono già giunte diverse lamentele sui fastidi arrecati dai alcuni dei nuovi arrivati» rispose Socrate.

«Sì, ho sentito di Ugo e del casino combinato dai saint del Cancro e dei Pesci nella zona femminile.» commentò Gianni, mentre entrava anche lui nel salotto.

«Già, senza contare i disastri che combina Aiolia! Ci rimanesse almeno fulminato!» disse Antonio.

Mentre il giardiniere rimase sconvolto alla vista di Nestore: «Ehi, ma cosa ti è successo al braccio?»

«Opera del saint dello Scorpione.» rispose senza tanti giri di parole il soldato.

«E io non ho intenzione di passare tutte le mie giornate ai fornelli per soddisfare il palato fino del Toro! Ho una famiglia e una casa da mandare avanti io!» disse acida Sabina in direzione del consorte.

«Lo so tesoro.»

«Inoltre non è sicuro lasciare da soli dei bambini di sei anni con o senza armatura d’oro!» fece notare Gianni, mentre Luca faceva scaltramente finta di cadere, per poi far ricadere la colpa ad uno spintone datogli da Shaka (che si beccò una sculacciata da parte di Sabina, poco incline a sopportare quei boriosi nanetti con il cosmo smisurato).

«Lo so, quindi avevo pensato di chiedere a Sion di nominare degli assistenti-baby sitter, per ciascuno di loro. Intanto è riconosciuta la possibilità ai gold saint di avere domestici o maggiordomi.» rispose Socrate.

«Davvero?» chiese Shaka.

«Sì, nobile Saint di Virgo»

«Allora io chiedo di avere al mio servizio Gianni. La sua alta sapienza metafisica mi permetterà di allietare le mie meditazioni con piacevoli conversazioni.»

«Ehm, ne sono lusingato, ma non saprei...» rispose Gianni.

«Non vedo dove sia il problema. Visto che già ti occupi del giardino puoi anche occuparti della casa.» rispose pragmatico Shaka.

«Bhe, se Sion mi permetterà di portare con me anche Luca si può fare!» disse il Giardiniere.

«Non penso che Sion obietterà, a lui basta solo non avere problemi, poi per il resto gli va bene tutto»

«Allora io e Luca verremo a vivere alla sesta casa come da te richiesto.» disse il giardiniere rivolgendosi a Shaka.

«Veramente l’invito era solo riservato a te e non anche a Luca» obbiettò il Saint.

«Luca è mio nipote e ha solo tre anni, non posso mica lasciarlo solo! Ma non preoccuparti, sono sicuro che diventerete ottimi amici, vero Luca?»

«Oh sì, nonno, saremo amici per la pelle!» disse Luca strofinandosi le mani, mentre Shaka capì che si era appena messo nei casini da solo e che la via dell’illuminazione era una stretta strada in salita in cui bisognava imparare a portare tanta pazienza.

«Bene e uno è sistemato. Ora andrò da Sion per metterlo al corrente e decidere gli altri baby-sitter, ergo assistenti.» disse soddisfatto Socrate.

«E io vengo con te. Voglio parlare di persona con il Grande Sacerdote e vedere con i miei occhi lo Scorpione chiedere umilmente perdono per quello che ha fatto!» e i due uscirono dal tempio del Sagittario per procedere verso la tredicesima.

  
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