SACRIFICIO

-Volevi vedermi Albus?- Minerva entrò e si fermò con le mani intrecciate in grembo. L’alba era trascorsa da poco. Silente alla finestra osservava quella giornata che prometteva tanto sole. Da lì, col cielo così chiaro e trasparente si poteva davvero vedere lontano. -Sembra impossibile che qualcosa possa turbare tutta questa meraviglia Minerva eppure, basterebbe che cambiasse il vento e l’orizzonte diverrebbe cupo.-

-Notizie non buone vero?-

Albus finalmente si voltò verso l’insegnante più anziana di Hogwarts, la sua più cara amica da tanti anni. Era difficile nasconderle la preoccupazione di quel momento. –Siedi.- Non appena fu comoda Albus assunse lo sguardo più dolce e placido che gli potesse riuscire ma Minerva lo sapeva che era come quella giornata e attese il colpo di vento. - Non c’è più tempo Minerva, Severus non può più tenerci il gioco. -

-Temevo si trattasse di questo. Severus ha girovagato per i corridoi tutta la notte, e non era suo il turno. - Albus mise al corrente la professoressa McGrannith.

-Ci aspettavamo chissà quale azione sovversiva e invece lui prende la via più diretta per arrivare al ragazzo. Mi sento stupida. Immagino che Severus abbia già deciso cosa fare…-

-E’ decisissimo Minerva, sa che può solo morire per salvaguardare l’Ordine e Harry.-

-E tu non lo permetterai giusto?-

-Non lo permetterò.- Un brillio negli occhi che non tranquillizzò Minerva.

-Che cosa hai mente Albus? Perché non ho un buon presentimento.-

-Severus è un mago eccellente, ma non abbastanza per battere Voldemort. Gli manca l’esperienza, è ancora troppo giovane.-

-Tom Riddle lo era anche di più quando ha reclutato i mangiamorte. -

-Severus fortunatamente non è Tom Riddle, e la sua profonda conoscenza delle arti oscure si limita oggi al loro studio, non alla loro applicazione. Per quella occorre una volontà empia, di cui è sprovvisto. Non batterà mai Voldemort perché non è abbastanza cattivo.-

-Se pensi di trattenere Severus sai che potrai farlo solo con la magia. Non credo assolutamente che conosca ragioni in questo sventurato frangente.-

-Io andrò con lui Minerva.-

-Ma Voldemort non lo permetterà, la sua richiesta non contemplava altri all’infuori di .….-. La professoressa non terminò la frase: -Vuoi prendere il posto di Harry….-.

-Nessuno mi impedirà l’accesso al luogo dell’appuntamento se crederanno che sono Potter.-

Minerva fissò il preside e la voce le uscì sottile sottile: -Ti misurerai con Voldemort quindi. Sarai solo laggiù…-.

-Sono vecchio ma ancora abile- e sorrise ma Minerva no. -Battere il Signore Oscuro non è una questione di principio Minerva, ma di sopravvivenza. So che posso fermarlo, ne ho la forza. So che posso anche perdere benché preferirei che non avvenisse ovviamente. Non voglio lasciare Severus ad affrontare il Signore Oscuro senza aiuto.-

-Io non posso oppormi Albus se questa è la tua decisione. Le ragioni che porti sono sacrosante… perché mi hai voluto qui?-

-Per lasciarti questa.- Le porse una pergamena arrotolata. La Mcgrannith la prese con esitazione e la guardò.

-Nel caso non dovessi tornare?-

-Nel caso non dovessi tornare.- Albus attese qualche secondo. Sapeva che Minerva era molto legata a lui: a lei aveva confidato timori e certezze, condiviso le prime avvisaglie della nuova ombra su Hogwarts, svelato quei particolari della sua vita di cui non andava fiero. -Minerva, tu al mio posto cosa faresti?- Erano in sintonia, lei avrebbe capito e lo avrebbe appoggiato, anche se avesse significato perderlo. Minerva si alzò e si avvicinò all’amico. Si chinò verso di lui e lo baciò su una guancia. -Ti voglio bene, vecchio matto.- e lasciò l’ufficio portando con sé il testamento che le era stato affidato.