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Autore: dragon_queen    03/08/2011    1 recensioni
Personale seguito dell'incredibile trilogia dei Pirati dei Caraibi. Stavolta la protagonista è una ragazza di quasi 20 anni, che reca sulla schiena un singolare tatuaggio e nasconde un inaspattato passato...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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           Finalmente Kathy aveva scoperto il nome di suo padre: William Turner. Ancora però non riusciva a spiegarsi perchè sua madre non glielo avesse mai voluto rivelare. Forse pensava che lei se ne sarebbe andata per cercarlo, ma in fondo non era sua intenzione. Dopotutto le aveva abbandonate, perchè avrebbe voluto conoscerlo? Certo, doveva ammettere che la curiosità era tanta. Sua madre le aveva sempre detto che era stato costretto a lasciarle e probabilmente era vero. Non poteva certo incolparlo finchè non ne aveva la certezza...

Era già passata una settimana da quando si era ritrovata a bordo del Corallo Grigio e ormai aveva legato quasi con tutti. Si erano rivelati molto carini e disponibili, al contrario dello stereotipo di pirata che la gente era abituata a considerare. Certo forse un po' sudici e sboccati, ma certo non sanguinari e spietati.

L'unico che, nonostante tutto, ancora non si era aperto con lei era Kaleb. Quel ragazzo era avvolto da un alone di mistero che, in qualche modo, la affascinava.

Il sole era già alto nel cielo e lei se ne stava appoggiata alla balaustra della plancia, a guardare le onde provocate dal passaggio del veliero che si infrangevano sulle due murate. Ad un tratto avvertì una presenza accanto a lei. Si voltò e vide proprio lui, il quale si appoggiò a sua volta alla balaustra.

-Ciao- la salutò.

-Ciao- rispose lei.

Silenzio.

-Bella giornata, non è vero?-

-Si, davvero bella-

Silenzio.

-Come ti trovi?-

-Oh bene, sono stati tutti molto gentili con me-

-Bene, sono contento-

Silenzio. Stavolta fu Kathy a parlare.

-Kaleb, non capisco perchè tu sia così distaccato-

-Davvero pensi che sia distaccato?- rispose lui, sorpreso.

-Beh, non nel senso che pensi tu. Forse è perchè di te non so quasi niente e mi piacerebbe conoscere qualcosa di più sul tuo conto-

-Non ho un passato molto felice-

Silenzio.

-Sai, mia madre non l'ho mai conosciuta...-

-Kaleb, scusami. Se non vuoi...-

-Oh no, mi farà bene. Stavo dicendo...mia madre non l'ho mai conosciuta, ma sono sicuro che fosse una gran bella persona, anche solo per riuscire a stare con mio padre. Ho vissuto con lui fino all'età di sei anni e sono stati i più brutti della mia vita. Quello non era un uomo: beveva, si ubriacava e mi picchiava e, quando non poteva andare ad ubriacarsi, mi picchiava, dicendo che se non ci fossi stato avrebbe avuto più soldi per il rum. È stato lui a farmi questa cicatrice- disse, toccandosi l'occhio sinistro.

-Scappai di casa e iniziai a girovagare come un vagabondo, un derelitto. Un giorno Anderson mi trovò mentre cercavo di sgraffignare un paio di monete dalla sua tasca e mi prese con sé, facendomi diventare la persona che sono adesso, o meglio, il pirata. È lui che considero come un padre, non certo quel bastardo che ha reso la mia vita un inferno-

Kathy lo guardava, sentendosi in colpa per avergli fatto quella domanda.

-Comunque ero venuto a dirti che Anderson ci voleva vedere per renderci partecipi dei progressi sulla missione-

I due scesero nella cabina del capitano, dove ad attenderli stavano Anderson, Andres, Zik e Sam.

-Bene, vi siete fatti aspettare, ma ce l'avete fatta. Quindi direi che possiamo cominciare- e stese una cartina sul tavolo.

-La nostra meta sono le “Porte della Vita”, unico accesso per raggiungere l'Occhio degli Oceani-

Kathy intervenne.

-Scusate, ho capito che quel manufatto ci serve per uccidere Vane, ma perchè è così essenziale?-

-Da fonti certe abbiamo scoperto che con la maledizione, l'equipaggio di Black Shadow ha ottenuto anche l'invulnerabilità, quindi non possono essere uccisi. Perciò ci serve l'Occhio per rompere la maledizione e renderli di nuovo mortali- le rispose Kaleb.

-Capisco-

-Abbiamo però un altro problema: non conosciamo la precisa ubicazione delle Porte della Vita. Ne abbiamo solo una vaga idea. Sarebbero necessarie le carte che erano in possesso di Vane, ma non credo che ne esistano altre. L'unico posto dove potremmo trovarle è Tortuga, l'isola dei contrabbandieri e rifugio per noi pirati- intervenne il capitano.

Kathy si ricordava di aver sentito nominare quell'isola da sua madre in una delle sue tante storie.

-D'accordo, allora facciamo rotta verso l'isola di Tortuga- comandò Anderson ad Andres.

In quel momento sentirono gridare la vedetta:

-Uomo in mare!!-

 

Kathy e i cinque pirati salirono sul ponte e si affacciarono al parapetto: a pochi metri dalla nave stava una piccola imbarcazione che se ne andava alla deriva, trasportata dalle onde. Al suo interno si poteva distinguere un uomo, riverso su se stesso, all'apparenza privo di sensi. Su l'unico albero sventolava una piccola bandiera pirata.

-Lo dobbiamo aiutare- si pronunciò piano la ragazza, facendosi sentire solo dal capitano.

Anderson diede allora l'ordine di agganciare la barca e portare lo sconosciuto a bordo. E così fu fatto.

Lo sventurato fu steso sulle dure assi del ponte e la sua sacca gettata poco lontano: la pelle era scurita dal sole, le labbra secche e spaccate, probabilmente per la prolungata astinenza da acqua. Per fortuna però era ancora vivo.

-Presto, portatemi dell'acqua- ordinò Kaleb e nel giro di pochi minuti gli fu consegnato un secchio pieno.

Senza troppi complimenti, il ragazzo lo rovesciò interamente in faccia al pirata, il quale, annaspando, si riprese.

-Dove sono?- disse, come se fosse stato ubriaco.

-Sei sulla Corallo Grigio, la mia nave- rispose Anderson.

-Pirati o Marina?- chiese ancora quello.

-Pirati-

-Allora va bene- e si rigettò lungo disteso.

-Ehi amico, ehi...- disse Kaleb, schiaffeggiandolo appena.

Quello con uno scatto si alzò di nuovo, facendo fare un balzo indietro al ragazzo, che subito si mise a ridere, divertito dall'eccentricità del personaggio.

L'uomo, lentamente e con fare bizzarro, si mise finalmente in piedi.

-Possiamo sapere il vostro nome?-

-Capitan Jack Sparrow-

Kathy rimase interdetta: aveva già sentito quel nome in una delle storie di sua madre. Ma non poteva essere lui. Quello era reale, mentre l'altro era solo un personaggio di fantasia.

-Cosa ci faceva abbandonato in mezzo al mare? Se si nomina capitano, allora dov'è la vostra nave?- gli chiese Sam pungente.

-La mia nave è stata trafugata, un'altra volta e io sto andando a riprendermela-

-Da solo?-

-Ero diretto a Tortuga per reclutare un equipaggio e requisire una nave, ma sono finito in una zona di bonaccia e in men che non si dica l'acqua è finita, per non parlare del rum-

Kathy lo osservava da dietro Kaleb e Anderson, in disparte: quell'uomo era bizzarro, sembrava un pazzo, gesticolava buffamente, come se fosse stato perennemente ubriaco. Era quasi il ritratto del personaggio delle sue storie. Che fosse una coincidenza?

Fu in quel momento che il pirata notò la presenza di Kathy.

-Avete una donna a bordo?!?- esclamò.

-Certo. Qual'è il problema?- chiese interdetto Anderson.

-Non sapete che le donne a bordo di una nave pirata portano sfortuna? Oh non mi guardate in quel modo, neanch'io ci credevo, ma dopo che ne ho ospitata una a bordo, la quale ha cercato addirittura cercato di uccidermi, mi sono ricreduto-

Kathy si sentì offesa.

-Beh, sorvoliamo un attimo sull'argomento. Bene, signor Sparrow...-

-Capitano, prego...-

-Si, capitano, certo. Anche noi siamo diretti a Tortuga, quindi le possiamo dare un passaggio. Sarà nostro ospite, a patto che non crei problemi, altrimenti sarei ben lieto di gettarla personalmente in mare. Chiaro?-

-Cristallino-

-Bene-

-Una domanda: avete il rum?-

-Certo-

-Allora accetto il passaggio molto volentieri-

 

Quell'uomo non la convinceva, le pareva che volesse sembrare più stupido di quello che in realtà era. Lo osservava mentre zampettava in giro per la nave, ad osservare, tocchicciare e parlare da solo. Kaleb le aveva consigliato di tenersene alla larga.

L'equipaggio era in piena baldoria, come quasi ogni sera, e lei era uscita sul ponte a prendere aria. Osservava la superficie calma dell'acqua e la luna che vi si rispecchiava. Tirò un sospiro: chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stata catapultata in un'avventura così inverosimile, tra pirati maledetti e strani magici oggetti?

Si voltò verso il timone e vide Kaleb, il quale ricambiò lo sguardo e le sorrise. Probabilmente anche lui aveva rinunciato alla serata di baldoria, anche se da quel che era riuscita a capire, il ragazzo non doveva essere molto il tipo da sbronze e postumi. Forse era per colpa del suo passato con il padre violento. Mentre lo guardava, Kathy sentiva dentro lo stomaco come dei cavalli che scalciavano e il cuore le batteva all'impazzata. Che cosa le stava succedendo???

Dopodichè il suo pensiero andò a tutta la povera gente che aveva perso la vita, mentre lei era viva e vegeta. Meritava davvero quella seconda possibilità? Che ruolo mai poteva avere lei in tutta quella situazione? Aveva solo la fortuna di essere la figlia del capitano dell'Olandese Volante, se quella si poteva definire fortuna, ma per il resto? Se non fosse stato per Kaleb, quella notte lei sarebbe morta nel rogo della locanda, come John e Claire...

Appoggiò la fronte sulla balaustra di legno, sconsolata.

-Spero che non te la sia presa per quello che ho detto prima- disse una voce.

Lei si voltò: era il nuovo passeggero, Sparrow.

-E perché dovrei? Sono solo stupide superstizioni di voi pirati- rispose lei.

Lui tracannò un altro lungo sorso di rum dalla bottiglia che aveva in mano.

-Dimmi, come sei finita su una nave pirata? Non sembra sia stata una tua scelta-

Lo straniero, nella sua eccentricità, aveva colto nel segno. Allora Kathy aveva visto giusto: non era così stupido come voleva dimostrare. Sorrise.

-Hai indovinato. Il mio villaggio è stato attaccato da un branco di pirati assassini, che lo hanno raso al suolo. Non hanno risparmiato nessuno, né donne né bambini. Io sono stata salvata da Kaleb, il ragazzo al timone, che mi ha portata sulla Corallo Grigio-

-Capisco-

-E tu invece? Cosa ci facevi in mezzo al mare su una misera barchetta?-

-Stavo cercando la mia nave- rispose lui evasivo.

-Non ti credo. Nella tua sacca hanno trovato delle strane mappe e un ancor più strano obiettivo-

Lui la guardò stupito.

-Sei riuscita a capire quelle carte?-

-Certo, perchè? Sono stata proprio io a decifrarle-

-Vedo che non ti si può certo prendere in giro, cara. Beh, allora ti racconterò la mia avventura che, se si guarda bene, è assai breve:

“Dopo essere stato lasciato a Tortuga per la quinta volta, sono partito alla ricerca della leggendaria “Fonte della Giovinezza”. Quel maledetto mi aveva rubato la nave, ma io gli aveva sottratto le carte, o meglio, le parti di carte, per raggiungere la Fonte. Così ho affrontato mille pericoli, braccato di continuo dalla mia stessa nave, assieme al mio più fido collaboratore, che poi ho lasciato a Tortuga. Finalmente riuscii a raggiungere la tanta agognata meta e dinnanzi alle sue acque si è svolto un grande scontro tra me e il traditore. Alla fine abbiamo deciso entrambi di abbeverarci alla Fonte, conquistando l'eterna giovinezza”-

-Non è possibile...-

-Ragazza, sono il capitano Jack Sparrow, comprendi?-

-Ciò significa che adesso sei immortale?-

-Vedi cara, sta qui la fregatura: la Fonte non dà realmente l'eterna giovinezza né l'invulnerabilità, ma bensì la possibilità di invecchiare più lentamente degli altri. Prima o poi però sei destinato a morire-

-Hai ragione, è proprio una fregatura- disse lei e sorrise.

Il pirata continuava a fissarla.

-Che c'è?- chiese lei.

-Non ci siamo già incontrati da qualche parte?-

-No di certo, altrimenti me lo ricorderei-

-Beh, immagino di si- rispose lui e diede un altro sorso di rum.

-Vuoi?- le chiese poi.

Lei fu investita da un'alitata pestilenziale. Cortesemente rifiutò. Rimasero per un po' in silenzio.

-Dimmi, perché non lo chiami mai per nome?- gli chiese poi Kathy.

-Chi?-

-Quello che ti ha rubato la nave-

-Il solo pronunciare il suo nome mi fa star male: Hector Barbossa- rispose, strascicando le ultime parole.

Alla ragazza venne un colpo: anche quel nome lo aveva già sentito, sempre in una delle storie di sua madre. Erano troppe per essere solo delle coincidenze. E se davvero non lo erano, come poteva sua madre conoscere tutti quei fatti così nei dettagli?

-Cos'è questo?-

La voce di Sparrow interruppe i suoi pensieri. Vide che si era accorto del suo tatuaggio.

-So cos'è quel disegno, ma...no, non è possibile...- disse, arretrando.

Lei si coprì velocemente le spalle con i capelli.

-Jack, calmati per favore- disse lei piano.

-D'accordo, d'accordo, sono calmo...-

-Bene-

-Scusa sai, ma sono un tipo molto emotivo- si giustificò lui, barcollando per un attimo.

-Tornando a noi...quello che tu hai sulla schiena è il marchio dell'Olandese Volante. Significa che gli appartieni...-

Poi la guardò, strizzando gli occhi.

-Non sei mica un mezzo pesce, vero?-

Lei ricambiò lo sguardo.

-Si certo, sono una sirena-

-Ah ah, lo sapevo!!-

-Jack, sto scherzando-

-Ah, ok- disse lui, un po' deluso.

-Come fai a conoscere quella nave così bene?-

Stavolta fu lei a guardarlo di sottecchi.

-Quel veliero è stato una spina nel fianco per molti anni-

Lei era delusa: possibile che suo padre...

-Per fortuna poi il vecchio capitano ha deciso di ritirarsi..per così dire...-

Altro sorso di rum.

Kathy sperava che i fumi dell'alcool gli avessero fatto dimenticare il tatuaggio, e invece:

-Ma ancora non riesco a capire il tuo tatuaggio. Nessun genere di contatto con quella nave?-

-Mai vista, neanche di sfuggita- rispose lei.

Mentre Jack continuava a ragionare, alla ragazza venne però un dubbio.

-Ora che mi ci fai pensare, un giorno di dieci anni fa apparve una nave all'orizzonte, dal nulla, per poi sparire al tramonto, allo stesso modo-

-Hai per caso notato un fulmineo raggio verde quando è scomparsa?-

-Si, ma pensavo di essermelo immaginato-

-E' sceso qualcuno?-

-Ricordo un uomo, che attese su quella spiaggia tutto il giorno. Aspettava qualcuno che però non è mai arrivato. Pareva triste, deluso-

-Era proprio lui allora. L'uomo che tu hai visto era il capitano di quella nave-

 

Lei rimase di sasso: voleva dire che quell'uomo che lei aveva intravisto quel giorno era suo padre?

-Perchè non è mai tornato?- chiese, facendosi scura in volto.

-Ma come, non lo sai? Essere il capitano dell'Olandese Volante porta con sé una maledizione: egli non può scendere a terra se non una volta ogni dieci anni. Mi chiedo solo perché Elizabeth non si sia presentata. Eppure aspettava con ansia il giorno in cui si sarebbero rivisti-

-Vedi, lei non si è presentata perché quel giorno io l'ho seppellita- rispose lei.

Il pirata non poteva credere alle sue orecchie.

-Vuoi dire che ci ha lasciato?- le chiese.

Stavolta non dette neanche un sorso di rum.

-Si è spenta quello stesso giorno di dieci anni fa-

-Mi pare di capire che le eri molto affezionata- disse l'uomo, vedendo gli occhi lucidi di lei.

-Certo, era mia madre-

 

Silenzio.

-Un attimo...se Elizabeth era tua madre, ciò significa che...-

-William Turner è mio padre. Ecco il perché del tatuaggio-

Si vedeva che lo aveva colto di sorpresa.

-E bravo Will!! Pure padre è diventato!! Ah ah, quanto adoro quel ragazzo- esplose lui, in modo tutt'altro che prevedibile.

-Quindi tu conosci mio padre?-

-Se lo conosco? Io ho fatto di lui un pirata-

-Riguardo a quello, non so se ringraziarti o prenderti a schiaffi-

-Niente schiaffi per favore, ne prendo già abbastanza- si difese lui.

Poi aggiunse:

-Dove sono diretti i membri di questa nave?-

-Anderson e i suoi sono alla ricerca del cosiddetto Occhio degli Oceani, che gli permetterà di uccidere quella bestia che ha sterminato tutti i miei compaesani e non solo-

-Conosco la leggenda dell'Occhio, ma perchè vi serve?-

-Da quanto mi hanno detto, Vane e i suoi sono andati alla sua ricerca, ma sono rimasti coinvolti in una maledizione che li ha resi invulnerabili. Per questo ci serve l'Occhio per ucciderli. Purtroppo non sappiamo l'esatta ubicazione del luogo dove è conservato, in quanto non è segnalato su nessuna carta nautica, quindi stiamo facendo rotta su Tortuga per trovare delle carte relative a tale rotta-

Lui prese un altro sorso di rum, poi disse:

-Ho io quello che fa al caso vostro-

-Cioè cosa?-

-Una bussola-

-Jack, non è divertente-

-Non sto scherzando. Quella bussola ha la capacità di puntare in direzione di ciò che più si desidera-

Lei non ci poteva credere.

-Perfetto. E dove si trova?-

-Cara, l'equipaggio e la nave non sono il solo motivo per il quale voglio tornare a Tortuga-

 

-Abbiamo controllato l'intero villaggio, ma nessuna traccia della ragazza-

-Dobbiamo trovarla, ne va della nostra vita-

-Tutte le vie d'uscita erano controllate. Come ha fatto a scappare?-

Sul nero ponte, in mezzo all'oscura foschia, l'equipaggio di Black Shadow stava cercando delle scusanti al fallimento.

Il capitano li osservava, nell'ombra, poggiato alla parete e con le braccia incrociate sul petto. La rabbia gli stava montando dentro. Ad un tratto si fece avanti uno dei pirati.

-Capitano, porto notizie-

-Parla-

-So come ha fatto a scappare. L'ho vista imbarcarsi su un veliero che credo lei conosca molto bene: il Corallo Grigio-

Un sorriso si allargò sulla bocca di Vane.

-Anderson...-

  
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