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Autore: Patta97    07/08/2011    7 recensioni
Questa FF è sorta da delle semplici domande: come si sono rincontrati Harry e Dudley? Come l'hanno presa? E le loro nuove famiglie?
E così, ho iniziato a rispondermi ed è venuto su questo: a voi il parere!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley, Famiglia Dursley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- James! Albus! Lily! – chiamò forte Ginny dall’ingresso, mentre lei e Harry si infilavano il cappotto.
- Arriviamo! – si udì la voce di James dal piano superiore.
Lily fu la prima a scendere le scale, affannata e con Arnold in mano. Ginny l’aiutò a mettersi la giacca e assicurare Arnold in una tasca; poi le sistemò il vestito giallo a strisce nere.
- Sembri un’apetta - sorrise Harry guardando la figlia e portandole una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio.
- Luna direbbe che somiglia a un Nargillo… - osservò Ginny. – Ma sono punti di vista – concluse, causando le risa di Lily.
Dei rumori li informarono di una corsa al primo piano.
- James! – redarguì Ginny.
- Siamo in ritardo, ragazzi, muovetevi! – aggiunse Harry. – Ma che stanno facendo? – chiese rivolto a Lily.
La bambina si grattò l’orecchio destro, come sempre quand’era a disagio, cercando di formulare una risposta plausibile.
- Lily… - iniziò Ginny. – Ma cosa…? – s’interruppe.
- PRIMO! – gridò James, fuori di sé dalla gioia, mentre scendeva le scale a cavallo della sua nuova scopa fiammante. Seguiva Albus, a cavalcioni della sua, con l’aria sconfitta. Il regalo di Charlie si era rivelato non essere un drago, come temuto da Harry, bensì tre nuove velocissime scope per i nipotini. Inutile citare la felicità di tutti e tre. James giocava nella squadra di Quidditch di Grifondoro come Battitore, insieme a Fred.
- James Sirius Potter ed Albus Severus Potter! – sbraitò Ginny, mettendosi le mani sui fianchi, mentre i figli atterravano sulla moquette dell’ingresso. – Cosa vi avevo detto a proposito delle scope?! – domandò retoricamente.
- Che non si usano in casa – risposero i ragazzini in coro. James fece l’occhiolino a Lily.
- Vi rimprovereremo a dovere più tardi, ora siamo in ritardo –ricordò Harry, dirigendosi in salotto, seguito dalla moglie e dai figli.
Ginny prese un pugno di Metropolvere e lo gettò nel camino acceso. Le fiamme diventarono verde smeraldo.
- Bel colore – osservò Al, pensando alla propria Casa. James fece finta di non sentire.
- Vado io per primo! – annunciò, entrando nel grande camino e abbassandosi per non sbattere la testa. – La Tana! – disse chiaro e forte. Venne risucchiato dal camino.
Albus entrò dopo di lui. Poi fu il turno di Ginny.
- Tesoro, vieni con me? – chiese la strega a Lily. La bambina scosse il capo, sconvolta.
- Mamma! – protestò. – Non vengo nel camino con te da quando avevo cinque anni! -.
Ginny alzò un sopracciglio.
- La Tana – bisbigliò, corrucciata. Sparì.
- Non dire così alla mamma, Lily… - la implorò Harry.
Lily si limitò ad annuire ed entrò nel camino. Scomparve pure lei.
Harry sospirò e si immerse fra le fiamme smeraldine. Provò la familiare sensazione di essere circondato da vento tiepido e confortevole nella fredda giornata invernale. Sussurrò il nome della casa dei suoceri a labbra strette ma in modo chiaro, per non inghiottire cenere. Erano passati tanti anni da quando aveva preso la Metropolvere per la prima volta…
Tenne le braccia strette lungo il corpo e gli occhi semichiusi, gli occhiali ben assicurati in tasca.
Atterrò sul tappeto liso davanti al camino della Tana. Inforcò gli occhiali e vide attorno a sé il salotto pieno. I Potter erano stati gli ultimi.
In poco tempo Harry fu travolto da regali, abbracci ed auguri. Si sedette a tavola, con Teddy da un lato, il posto vuoto per Fred dall’altro e Ginny di fronte.
 
Il pranzo fu consumato alla svelta e in silenzio, così come solo con gli squisiti piatti di Molly si poteva fare. George fece perfino levitare una foglia di lattuga avanzata dal contorno del pollo arrosto fino allo gnomo legato in cima all’albero di Natale; l’essere la divorò, burbero, e lasciandosi scappare epiteti non molto gentili nei confronti del mago, il quale gli tappò la bocca con un pomodoro maturo, fra le risate generali.
Poi tutti si alzarono e i bambini andarono a giocare fuori nella neve, muniti di sciarpe, guanti e cappelli di lana marca Weasley. Tra partite di Quidditch – dove vincevano sempre i cugini più grandi, grazie all’esperienza – e battaglie di neve magiche – dove vincevano i più piccoli, dato che potevano usare la magia tranquillamente – il pomeriggio passò svelto. I bambini rientrarono verso le cinque stanchi e umidi, con le guance rosse per il freddo e per il movimento. Si sedettero per terra davanti al camino o sul divano a giocare a Scacchi, Spara Schiocco e Gobbiglie o a provare le nuove invenzioni di George. Dopo un’altra ora di svago erano tutti esausti. Harry si lasciò cadere sul divano, accanto alla piccola Molly e Hugo, nel pieno di una partita a Scacchi. Si guardò intorno nel caldo ed accogliente salotto della Tana, osservando i suoi familiari.
Molly era su una sedia e stava lavorando a maglia, tenendo anche sott’occhio gli altri ferri che facevano un altro maglione a mezz’aria; Arthur stava seduto accanto a lei, leggendo una rivista di orologi Babbani e sorridendo entusiasta guardando il suo nuovo fiammante, regalo di Percy. Quest’ultimo stava lavando in silenzio i piatti con la moglie, sfiorandosi le mani, mentre Lucy asciugava i bicchieri con una pezza. Dominique stava raccontando qualcosa ad Albus, che annuiva convinto; si vedeva che la ragazza era felice di avere finalmente un cugino nella propria Casa.
Lily sonnecchiava appoggiata alla spalla di James, il quale, insieme a Fred, stava raccontando a Roxanne di qualche bravata combinata a scuola. La bambina, che sarebbe entrata ad Hogwarts l’anno successivo, ascoltava rapita i consigli del fratello e del cugino.
Louis, bravissimo nel disegnare, stava ritraendo Fleur e Bill, messi in posa. Andromeda era uscita qualche minuto prima, per andare a trovare al cimitero la tomba della figlia. Sulla poltrona più appartata, Victoire stava seduta sulle gambe di Teddy, le mani intrecciate alle sue e si guardavano, con un mezzo sorriso; il ragazzo aveva i capelli color fiamma ed era rosso in volto. Avevano annunciato che erano fidanzati un paio di mesi prima, tra il buon grado di tutti e lo sconcerto di James.
Rose stava raccontando concitata qualcosa ai genitori che l’ascoltavano rapiti. Charlie, che non veniva a trovare la famiglia da sei mesi a quella parte, stava raccontando di un Dorsorugoso particolarmente cattivo a Ginny, che lo ascoltava con un gran sorriso, come quando era ancora una bambina. George stava rubacchiando di nascosto un po’ di saliva di gnomo ed Angelina faceva finta di non notarlo mentre stava per versargliene un po’ fra i capelli, solo per bloccarlo all’ultimo secondo e rubargli un bacio, facendogli cadere apposta la bava sulla spalla.
Harry pensò che quella era la sua famiglia, adesso. Lo avevano adottato come un figlio quando era solo un ragazzino e adesso continuavano ad accudirlo ed a volergli bene. Ma Harry aveva un’altra famiglia, fuori di lì, e si rese conto che, senza di essa, non sarebbe stato mai completo.
Erano le sette e mezzo e i Potter erano finalmente tornati a casa, dopo tanti saluti ed abbracci. I bambini si lasciarono cadere sul divano, esausti, scrollandosi la cenere di dosso. Ginny, troppo stanca anche per rimproverarli, mormorò “Gratta e netta”, facendola sparire subito; si fece fare un po’ di spazio e si sedette accanto a loro. Harry stava per accomodarsi sulla poltrona e leggere la Gazzetta del Profeta, quando suonò il campanello.
- Non possono essere Ron e Hermione – osservò Ginny, trattenendo uno sbadiglio. – Ci dobbiamo vedere domani -. Harry posò il giornale sul tavolo e andò a vedere chi era. Aprì subito la porta, senza neanche guardare dallo spioncino. Spalancò gli occhi alla vista di ciò che aveva davanti.
- Ciao, Harry – disse Dudley, semplicemente.
 

EPILOGO

 
- Vado io, Ginny! – disse Harry, spalancando la porta con una gran sorriso. – Dudley! Vi stavamo aspettando! – disse, mettendosi di lato per far entrare il cugino, Darla, Vernon e uno sgambettante Bobby.
- Bobby! – esultò Lily, prendendo in braccio a fatica il cuginetto.
Era il primo settembre. Si ammettevano al primo anno solo i decenni che avrebbero compiuto undici anni entro metà Ottobre e Lily rientrava fra quelli. Erano passati quasi due anni da quel Natale in cui Harry, aprendo la porta, si era ritrovato davanti Dudley e la sua famiglia al completo. Inutile dire che Darla aveva finalmente accettato l’essere “speciale” del suo figlio minore, così come Dudley e Vernon. Da quel giorno si erano frequentati sempre, per conoscersi sempre meglio.
Ginny e Darla, come Harry aveva previsto, erano diventate grandi amiche. Lily aveva stretto molto con Bobby, felicissima di avere finalmente un cugino più piccolo di lei. James prendeva sempre in giro Vernon, il quale però aveva trovato appoggio in Albus.
- Siete pronti? – chiese Darla, osservando James, Albus e Lily che trascinavano i pesanti bauli e le gabbie con gufi ed Arnold.
Le due famiglie uscirono dalla casa e Harry girò la chiave nella toppa.
- Non potresti farlo con… un incantesimo? – Darla sussurrò l’ultima parola.
- Oh, sì che potrebbe – disse una voce, mentre Ron li salutava con un gran gesto della mano. – Ma è per fare scena -. Darla scosse la testa, sorridendo.
- Forza, mamma! – pregò Hugo, tirando Hermione per una manica verso l’auto. – Non vorrai farmi arrivare in ritardo! -. Hermione, a sua volta, si trascinò Ron dietro. Rose li seguì tranquilla: era al terzo anno, ormai, e sapeva che il treno partiva alle undici esatte ed erano solo le dieci.
- Bé, fateci strada – disse Dudley, chiudendo lo sportello della sua auto e mettendola in moto.
Harry fece lo stesso, dopo aver sistemato i bauli nel bagagliaio.
- Allora, ragazzi, ci siete? – disse Ginny girandosi verso i sedili posteriori. – Lily, Albus, Jam… Dov’è James? – chiese.
- Arrivo! – disse il quattordicenne, assicurandosi qualcosa di argenteo in tasca, che appariva rigonfia. Si sistemò il maglione in modo che la coprisse in modo casuale.
Suo padre gli aveva donato il Mantello dell’Invisibilità l’anno prima, in gran segreto, raccomandandogli di tenerlo per sé e di averne cura. Non se ne era mai separato.
- Possiamo andare, adesso, forza! – incitò il padre ad accendere il motore.
Arrivarono prima di quanto Lily avesse voluto. Aveva aspettato quel momento per tanto di quel tempo e, adesso che aveva arrivato, aveva un po’ di paura. Ma si raccomandò di mantenere il sangue freddo. Passò un’altra manciata di secondi, secondo la bambina, ed erano già tra il binario nove e dieci. Strinse più forte che poté il carrello e controllò che il telo coprisse per bene la gabbia di Arnold, in modo che nessun Babbano potesse vederlo.
- Ciao, Lily – cincischiò Bobby, abbracciandole un braccio. Lei gli accarezzò i capelli e si fece baciare sulla guancia. Si rivolse a Darla, Dudley e Vernon.
- Voi non potete proprio venire? – chiese, triste.
- Fino a quando Bobby non avrà undici anni, credo proprio di no – le ricordò Darla. Lei e Dudley glielo avevano detto tante volte, ma la bambina non si capacitava.
Lily annuì e si fece abbracciare.
Poi si voltò nuovamente verso il passaggio e sentì la presenza dei fratelli accanto a lei.
- Statemi vicino – sussurrò.
- Sempre – le dissero in coro James ed Al.
Lily sorrise: andava tutto bene.

 
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Oddio, è finita davvero!
La mia tristezza è al massimo.
Volevo postare ancora più tardi questo capitolo, ma, visto che mi assenterò per cinque giorni, ho capito che sarebbe stato esagerato ed inutile rimandare ancora.
Grazie mille, a tutti. A chi ha recensito in primo luogo, ma anche ai lettori silenziosi, che hanno messo questa ff tra le seguite, ricordate ed addirittura preferite! Un saluto particolare alla mia cara Omonima.
GRAZIE.
Chiara <3

PS Alla fine, come avrete capito, ho reso omaggio a Piton e all'ultima e tanto amata frase di Harry Potter e i Doni della Morte.
NB La cosa che si può frequentare Hogwarts a dieci anni, basta che se ne compiano undici entrò la metà di Ottobre è una cosa totalmente inventata da me, dopo che  
Irishgirl mi ha ricordato che a dieci anni Hogwarts non si può frequentare... 

 
 
  
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