Una piccola premessa, prima di lasciarvi al capitolo: perdonate le dimensioni! In fondo troverete tutte le spiegazioni!
Buona lettura!
LACRIME E BUGIE
POV
LIGHT
Sfilo
agilmente la maglietta di Elle, ammirando il suo corpo
nudo, come non lo vedevo ormai da troppo tempo.
-Che
hai?- gli chiedo, notando la sua resistenza.
-Nulla,
scusa- mi impedisce di replicare, tappando la mia
bocca con un bacio.
-Allora,
non avevi qualche lavoretto in sospeso?-
Proprio
mentre sto per rispondergli adeguatamente, squilla il
suo cellulare.
-Ignoralo
Elle…-
Mi
costringe perfino a pregarlo. Sto cadendo davvero in basso.
-Potrebbe
essere importante- mi risponde e non esita a scansarmi
per andare a prendere il cellulare dalla scrivania.
Naturalmente
non può uscire dalla stanza mezzo nudo, il che mi
permette di sentire la conversazione, anche se non posso dire che sia
soddisfacente: è la persona all’altro capo del
telefono a parlare, mentre lui
si limita a rispondere di si e ringraziare. Di cosa poi?
-Light,
domani potrei fare un po’tardi- mi dice, tornando nella
posizione in cui mi aveva abbandonato prima.
-Elle,
adesso sono stanco dei tuoi capricci da sindrome
premestruale. O mi dici cosa ti succede o eviti di farmi notare quanto
ti stai
allontanando. O, molto più semplicemente, finisce
qui…-
-Sei
un bambino Light. Alla mia età posso permettermi di dirti
solo che ho da fare, non sei nessuno per costringermi a raccontarti i
fatti
miei. E sei troppo geloso- mi dice, rivestendosi.
Geloso?
Io potrei aver dato dimostrazioni di paranoia, di
egocentrismo, di follia, ma non di gelosia! Che abbia da nascondermi
qualcosa
per la quale una mia ipotetica gelosia potrebbe essere motivata?
Decido
di lasciarlo andare senza dire una parola.
POV
MELLO
Quando
torniamo a scuola, Matt ed io siamo nella mano.
-Hai
rischiato di fargli capire qualcosa…- borbotto,
volutamente acido.
-Non
avrei fatto capire nulla, tranquillo! E poi Near era così
carino stamattina…- sussurra, col viso a poca distanza dal
mio, appena entriamo
in camera.
Prova
a baciarmi con malizia, ma stronco il suo sorrisino sul
nascere, con un pugno sullo zigomo destro.
Geme,
portandosi una mano sul punto ferito e rimproverandomi
con lo sguardo.
-Stavi
parlando del mio ragazzo…-
-Mello,
sono la persona che ha assecondato i tuoi bollenti
spiriti in queste ultime notti. Non credi che meriterei un trattamento
migliore?-
Non
mi da tempo per le repliche ed esce dalla stanza.
Senza
sapere cosa mi spinga a farlo, mi ritrovo a seguirlo per
i corridoi, pregandolo di fermarsi, ma lui si allontana con una certa
velocità.
La
verità è che vorrei che uno di loro due potesse
odiarmi, in
modo tale da non avere il problema di dover scegliere. Così
mi sento con due
piedi in una scarpa, o per rendere meglio l’idea, con un solo
piede in due
scarpe. Fare il doppio gioco non è esattamente una cosa
corretta.
Ma
non posso farci nulla…Avrò qualche problema se
non risolvo
prima che Near torni a casa. Ed ormai manca poco.
Ripesco
Matt sopra il tetto della scuola, con le gambe
penzoloni verso l’esterno dell’edificio e lo
sguardo perso nel cielo rosso del
tramonto.
-Matt,
scusa- gli soffio all’orecchio, abbracciandolo
teneramente –non volevo-.
Borbotta
qualcosa di negativo, per poi arrendersi alle mie
coccole.
-Io
non voglio farti soffrire- gli dico, sfilando la sigaretta
dalle sue labbra e stringendola tra le mani –ma amo Near-.
Fa
per alzarsi, irritato ancora dalle mie parole.
In
poco meno di un secondo, i suoi occhi si riempiono di
lacrime –Ti amo Mello… ma sei uno stronzo-
piagnucola, raccolto nel mio
abbraccio.
-Perdonami
Matt…-
POV
LIGHT
Quando
esce riprendo lentamente la calma che avevo perso: la
sola cosa che mi resta da fare a questo punto è affrontarlo.
-sei
uno stupido Elle- sibilo, per poi seguirlo lungo il
corridoio.
Resto
piuttosto stupito, vedendolo entrare in presidenza.
Un’immagine
poco felice attraversa per un attimo la mia mente, ma mi convinco a
stroncarla
sul nascere, trovandomi a pensare che sono diventato davvero ridicolo.
Stringo
i pugni quando la porta di fronte a me viene chiusa
con un’ostentata gentilezza dalla mano sottile del
mio…ex fidanzato.
I
corridoi sono vuoti, quindi, avvicinandomi appena alla porta
posso sentire quello che succede all’interno.
-Elle,
di cosa hai bisogno?- chiede il preside,
presumibilmente senza neppure guardare in faccia il suo interlocutore.
Non lo
fa mai ed è una delle cose che più mi irritano.
-Dovrei
prendere due settimane di permesso- esordisce sicuro.
Due settimane?
Adesso
sono certo che Ryuk ha alzato lo sguardo, guardandolo
sbieco.
-è
successo qualcosa?-
Sento
un rumore di carte alquanto inquietante e maledico il
fatto che la porta sia chiusa.
-Elle,
se hai bisogno di qualcosa…-
Una
simile gentilezza nella voce di Ryuk non ricordo di averla
mai sentita e devo ammettere che è abbastanza preoccupante.
-La
sola cosa che vorrei è che questo non fosse riferito a
Light-
Mi
allontano leggermente dalla porta, sull’orlo di una crisi
di nervi ed aspetto che Elle esca, convinto che a questo punto la
razionalità
non sortisca alcun effetto.
Appena
si richiude la porta alle spalle, alza lo sguardo verso
di me, fissandomi inespressivo ed uscendo.
Aspetto
di essere fuori dall’edificio, prima di colpirlo con
un pugno, diritto in faccia.
-Light,
ma che vuoi?- si irrita, avvicinando una mano al
labbro ferito.
Non
gli lascio il tempo di reagire e lo incastro tra il mio
corpo e il muro.
-Ti
ripeto la domanda che ti ho già fatto:
c’è qualcosa che mi
stai nascondendo?-
Al
suo ennesimo tentativo di negare la realtà, gli ultimi
cristalli del mio autocontrollo vanno in frantumi e con una certa
violenza lo
colpisco di nuovo, stavolta allo stomaco, facendolo piegare per il
dolore.
-Elle,
cosa non mi hai detto?- chiedo ancora, afferrando una
ciocca di capelli tra le mani e tirandola fino a fargli lacrimare gli
occhi.
-Lasciami,
stupido…- piagnucola, incapace di liberarsi.
-Ti
ricordavo più forte Elle. Stare a contatto con le ragazze
ti sta indebolendo?- gli chiedo con un sorrisetto folle sul volto.
Fa
appena in tempo a coprirsi il viso con un braccio,
bloccando a stento il mio pugno chiuso.
-Elle…-
lo seguo fino a casa e per poco non mi chiude la porta
in faccia.
Gli
stringo forte il polso, sperando di scuoterlo da questo
anomalo torpore psicologico: lui non mi risponde, si limita a fissarmi
inespressivo, divincolandosi appena dalla mia presa.
-Chi
è la ragazza bionda?- fingo di non sapere di chi si
tratti. Voglio sentirlo dire dalla sua bocca.
-Un’amica
Light- emerge un certo disappunto nella sua voce,
quando sottolinea il mio nome. Rabbrividisco.
-Dove
devi andare due settimane?-
Sto
per stringere di più la presa, quando per la seconda volta
nel giro di una settimana, lo prendo a due centimetri dal pavimento.
-Elle?-
Istintivamente
lo abbraccio, sentendolo tremare tra le mie
braccia. Incapace di fare qualunque cosa, mi limito ad accarezzargli i
capelli
leggermente appiccicati sul volto.
-Va
tutto bene Elle…- mi sembra di parlare ad un bambino e mi
sento stupido, devo sembrare davvero impacciato.
Non
so cosa dirgli, tantomeno cosa fare.
-Scusami-
mi risponde, cercando di riprendere il suo abituale
sangue freddo e staccandosi da me –Va tutto bene-
-Posso
restare da te stanotte?-
POV
LIGHT
Alla
fine Elle ha acconsentito a farmi restare a casa sua, a
patto che il mattino seguente ognuno se ne sarebbe andato per la sua
strada,
consapevole del fatto che ormai avevo capito che “aveva
qualcosa da fare”.
Ho
aspettato che si addormentasse, accarezzandogli di tanto in
tanto i capelli, come è mia abitudine fare e non ho provato
neppure a baciarlo.
Osservo
il labbro leggermente gonfio per il mio pugno e mi
pento di averlo trattato male, così, con un gesto istintivo,
mi giro dalla
parte del letto opposta a lui, preparandomi a dormire.
Mi
spingo sul bordo, in modo che nessuna parte di me entri a
contatto con lui, un po’ perché non voglio dargli
fastidio, un po’ perché in
questo momento non mi va di trovarmi abbracciato a lui, senza sapere
come divincolarmi
per non svegliarlo.
Sto
per abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, quando lo
squillare stridulo del telefono mi fa sobbalzare. Inevitabilmente
impreco
contro la persona, assolutamente priva di rispetto, che chiama a
quest’ora.
Mi
giro a guardare Elle, preoccupato dall’idea che possa
svegliarsi, ma lo ritrovo ancora completamente abbandonato al sonno,
come se
quel rumore non lo riguardasse assolutamente.
Sorrido,
avviandomi alla cornetta e pronto a sottolineare la
poca cortesia della telefonata, quando scatta la segreteria.
-Sono
Halle- risponde una voce femminile non del tutto
sconosciuta. Inevitabilmente la associo alla bella dottoressa bionda.
-Elle,
scusami per l’ora. Volevo sapere se va tutto bene e
raccomandarti di essere puntuale. Domani vorrei che iniziassi la chemio
un po’
prima. Potrebbe durare di più-
Le
ultime parole, ad essere sincero, mi sfuggono.
Mi
appoggio allo stipite della porta, portando una mano alle
labbra ed iniziando a mordicchiare le unghie: questo spiega tante
cose…
Non
mi do il tempo di pensare quante sono state le occasioni
in cui avrei potuto rendermi conto di quello che stava succedendo ed
ancora una
volta lascio che la mia impulsività prenda il sopravvento.
Inizio
a frugare tra le cose di Elle: ormai conosco il mio ragazzo
abbastanza bene da sapere dove mette le sue cose!
Con
tutta la confusione che c’è per la casa impiego un
bel po’
di tempo, ma alla fine, trovo qualcosa di interessante.
Sfoglio
con un certo interesse una manciata di fogli contenuti
in una cartellina azzurra e nella quale viene descritta con una certa
accuratezza la situazione clinica di Elle.
Tumore
allo stomaco.
Sento
le lacrime pizzicarmi gli occhi, non tanto colpito dalla
situazione di fronte alla quale mi trovo, ma piuttosto irritato dalla
sua scelta
di tacere.
Non
giudicatemi male!
Di
errori ne ho fatti sicuramente tanti nell’ultimo periodo e
vedendo il mio comportamento, non mi stupisce che Elle mi abbia
reputato troppo
poco maturo per certe cose. Ma se me lo avesse detto, se si fosse
premurato di
raccontarmi le cose come stavano, io avrei potuto certamente fare di
più di
quello che ho fatto.
Non
mi sarei comportato come uno stupido…
Con
lo sguardo ancora offuscato dalle lacrime e un passo
abbastanza incerto a causa del buio, raggiungo di nuovo il letto,
fissando per
qualche secondo il viso rilassato di Elle, poi torno vicino a lui,
stavolta
lasciandomi andare sul suo petto e concedendomi il calore del suo corpo.
Così si scoprì cosa avesse Elle!
....
ed ora vi spiego tutto. Perchè, lo giuro, ho delle valide motivazioni!
1- Il capitolo è immenso perchè, avendo già scritto alcune scene, non sono riuscita a tagliarle, ma non volevo aspettare un altro capitolo per farvi sapere cosa avesse Elle.
2- La storia è "completa". Ma non manca qualcosa? è vero, non si sa che fine abbia fatto Near, nè come come si è risolto il nostro caro triangolo MxMxN. Beh, varie ed eventuali ragioni, mi hanno spinta a dividere la storia in due parti, quindi, sperando che continuerete a seguirmi, tra qualche giorno posterò una nuova storia (di cui ancora non ho scelto il titolo, quindi, se avete suggermenti sono ben accetti!)
3- I ringraziamenti sono d'obbligo!
Vorrei dare un enorme abbraccio cibernetico a tutti, perchè avete seguito i miei scleri e mi avete incoraggiata... spero di avervi fatto sorridere almeno un po' con questa storia (o in alternativa di avervi fatto piangere... ^^)
Un bacio,
ChibyLilla