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Autore: Miss Writer    11/08/2011    0 recensioni
"Dopo essermi riposata dalla mia precedente impresa, sono pronta a rimettermi in gioco, ancora."
Viaggio attraverso le antiche e magnifiche leggende giapponesi.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Raffaella

 

Capitolo V: Le Cronache Perdute - La Donna Gru

 

Umilmente scusa Ti chiedo, per non aver mantenuto fede alla mia parola.

Ti ho fatto una promessa che non ho rispettato e ora mi pento e mi dolgo,

Per la mia mancanza nei tuoi confronti.. Ahimè, quale misfatto!

Ora, sperando che tu non mi detesti, ti racconterò di quella gru,

Che dopo essere stata colpita al dorso da un dardo, fu salvata

Da un giovane e povero uomo. E perciò..

 

 Oh gru, se mi ascolti, dimmi se posso raccontar alla gentil Dama,

Di come colui che ti salvò, tradì la tua fiducia, in così poco tempo..”

  Ebben fallo, narratrice, ma non dimenticare cosa questa storia,

È capace di insegnare, a coloro i quali non smetton di sbagliare!”

 L o farò, giusto alla fine, dato che è questo lo scopo della morale!”

Ma ora, lasciatemi raccontare.

 

Nella terra di Idsumo, tanti anni fa, viveva un pover uomo, che

Per guadagnare quel tanto che gli serviva per sfamarsi, lavorava, e lavorava

Nei campi e nelle risaie di tutte le famiglie operaie.

Un dì, mentre si prendeva cura di un campo, udì un rumore simil,

Simile ad un battito d'ali. Smise di far ciò che alacremente stava facendo,

E vide una povera gru che era stata colpita da un dardo, proprio sul dorso.

Verso di essa si precipitò e piano lo estrasse. Fortuna che la ferita,

Non era troppo profonda! La gru con un gesto la ringraziò e via volò.

- Buonasera! Buonasera! - Udì l'uomo pochi giorni dopo, dopo che bussarono.

- Chi è là? - E una fanciulla disse sulla sua porta:

- Fammi dormire da te, stasera. -

Il giovane rispose, conducendola al suo giaciglio:

- Se ti accontenti di questa mia semplice capanna, dormi qui volentieri! -

Il mattino seguente credette che ella fosse ripartita, e invece la trovò

Che rigovernava la cucina e la casa, il campo vicino e perfino cucinava.

E da lui rimase la sera e la sera seguente.

Alcuni giorni dopo a quello chiese: - Prendimi in sposa -.

- Ma io sono povero e riesco a malapena a sfamare me stesso. - Rispose lui.

- Non importa. Lavorerò anch'io, ma tu prendimi in sposa. - Replicò lei.

Dato che i due, molto giovani erano, alla fine si sposarono.

Giorni dopo la fanciulla chiese al suo sposo: - Dammi un telaio, per favore.

Uno strumento con il quale io possa tessere. -

Il giovane squattrinato, rifletté: - Come faccio a costruire un telaio? -

Quella allora gli procurò del legno da chissà dove e disse così:

- Come ti dico, fa. Qui pianta dei chiodi. Questo e questo poi metti insieme. -

Egli fece come la sposa gli aveva detto e quella l'indomani a tesser iniziò.

Tontonkararin, Tontonkararin, Tontonkararin!

Ben presto, ebbe terminato. Che bello quel tessuto.

Lo si poteva definir un bellissimo broccato, d'un azzurro tutto scintillante!

Prima d'ora l'uomo né sentì e ne vide di nulla del genere.

Con tanto d'occhi lo guardò!

Allora, la moglie disse: - Al principe portalo, e vendiglielo. -

- Per quanto denaro devo venderglielo? -

- Volentieri ti darà mille rio! -

- Mille rio? Mille rio? - Assai era agitato..

Con mille rio, a quei tempi, si poteva viver senza sforzi per interi decenni!

Come gli era stato detto, lo portò e al principe lo mostrò.

Stupefatto quello esclamò: - È stupendo codesto tessuto! -

E per i famigerati mille rio glielo comprò.

Disse fra sé: 'in realtà costerebbe molto di più!'

Or che aveva denaro, ancor di più ne voleva e allor alla moglie chiese:

- Puoi, oh mia sposa, tessere un altro tessuto simile? -

- Certo che sì! Ma per favore, non guardare mentre sono al telaio!

In nessun caso devi farlo! - E subito a lavoro si mise:

Tontonkararin, Tontonkararin!

La curiosità fu forte proprio perché di far ciò gli fu proibito.

Era curioso di come la moglie avesse tessuto una stoffa così bella.

Andava avanti e indietro di fronte alla stanza in cui la donna tesseva.

In lungo e in largo rifletté.

Infine, sopraffatto dalla sua stessa curiosità, e dalla voglia di guardare là

Ad ogni costo, spiò dal buco della serratura.

Vide una gru che una penna si strappava e una tela semplice vi tesseva.

Poi con due pene fece una tela duplice, con tre penne ne fece una triplice.

Così, penso: 'Ah ecco come tesse! Si strappa le penne! -

E in mente gli tornò l'uccello ferito.

La moglie si accorse che il marito la stava spiando e gridò:

- Perché guardi, quando te l'ho proibito?

Per me è finita ora e da te devo separarmi. -

Dopo aver detto tali parole, il volo spiccò, lasciando la tela incompiuta.

 

Questo, Signori, la leggenda vuole insegnar a voi gente incuriosita:

Non dovete mai voler guardare una cosa proibita!


 

  
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