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Autore: lilspot    12/08/2011    1 recensioni
Questo è il primo racconto che spero potrà far parte di una serie.
Il Cavaliere Nero è una storia di cavalieri che vivono una realtà diversa dalla nostra, in cui l'umanità è messa in serie pericolo da una creatura creata in laboratorio dall'uomo prima che conoscessero la tecnologia come noi la conosciamo. In particolare questo episodio parla di un cavaliere ambiguo, Draxler, il cavaliere nero, di sua figlia e di uno strano oggetto che tutti vorrebbero avere, un piuma.
Nuovo Capitolo
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA NUOVA BATTAGLIA


Kira si stava specchiando quando il maggiordomo bussò alla porta. Il sole era sorto da qualche minuto ma la giovane era già sveglia, intenta a pettinare i suoi lunghi capelli biondi.
William bussò nuovamente. Kira continuò a lisciarsi la chioma dorata.
- Signorina Kira! -, disse William prima di bussare per la terza volta, - Suo padre l'aspetta.
La giovane ragazza sbuffò.
- La prego, mi ha promesso che l'avrebbe fatto, l'avrebbe salutato. Lui ci tiene...
- Idiozie. - sussurrò Kira, un sussurrò lieve che William non udì.
La ragazza lasciò cadere dolcemente il pettine tra i trucchi e andò ad aprire la porta.
- Buongiorno signorina. - disse William appena Kira aprì la porta. - Come mai non rispondeva? Suo padre l'aspetta.
- Stavo dormendo, non ti ho sentito.
- Quando è pronta, suo padre l'aspetta all'entrata. Il cavallo è già pronto.
Kirà congedò il maggiordomo chiudergli la porta in faccia e si avviò verso il suo boudoir.
 
 
Era l'alba e i primi raggi del sole entravano timidi dalla finestra e attraversavano le leggere tende per posarsi sul volto di James Van Holden. James, un ragazzo di vent'anni dagli occhi scuri e la battuta sempre pronta, abitava a Point View, una piccola cittadina alle porte del bosco di Langley. Svegliato dal sole, James si alzò dal letto ancora assonnato e mentre si stiracchiava notò con sorpresa che non era solo. La porta della sua camera da letto era spalancata e, appoggiato allo stipite, un uomo alto e secco con un cappello da cowboy calato sul viso lo fissava. A Port View chiamavano quell'eccentrico uomo di mezz'età Gin, ma nessuno sapeva veramente il suo nome.
- E' giunta la tua ora ragazzo. - disse Gin, con tono pacato.
- Cosa? Come diavolo sei entrato?
- E' giunta la tua ora. Devi partire, subito!
- Ma stiamo scherz...
James fu interrotto dal cowboy prima che potesse finire la frase.
- Suroh. - disse Gin calmo, con il volto ancora nascosto dal cappello.
Al pronunciare di quella parola, James si immobilizzò. Restò fermo ad osservare il cowboy Gin con gli occhi sbarrati e la bocca leggermente aperta per lo stupore.
- Preparati.- sussurrò Gin levandosi il cappello e mostrando la cicatrice sotto il suo occhio di cui andava tanto fiero.
James si riprese lentamente, scrollando la testa e aguzzando la vista verso l'uomo che lo osservava dalla porta. A James era stato insegnato a combattere, perchè lui aveva voluto così; suo padre Rafael era stato un soldato, un guerriero dell'esercito della contea di Langley fino al giorno della disfatta, il giorno della sua morte. Rafael Van Holden era morto il giorno del quarto compleanno di James, il girono in cui una delle ultime forme di governo della Nuova Bretagna era caduta con la sconfitta dell'esercito del "Bosco di Langley" come lo chiamavano gli abitanti della contea. 442 uomini, tra cui Rafael Van Holden, erano morti per difendere la propria terra e le proprie famiglie, per tenere al sicuro un segreto che segreto più non era. Nessuno, però, aveva perso la speranza e nel tempo erano stati addestrati volontari per formare un esercito che difendesse i cittadini della contea. James era uno di questi e al pronunciare della parola in codice avrebbe dovuto farsi trovare pronto a combattere.
- Anche tu? Anche tu fai parte della Resistenza? - chiese James tremante.
- Facevo parte, ora mi limito a tenere i contatti con Pelo Bianco. Sono venuto qui a chiamarti perchè nella notte abbiamo ricevuto un suo messaggio: il nostro informatore ci ha avvertiti che Draxler sa del nostro segreto. Qualcuno ha consegnato al cavaliere nero tutto ciò che gli serviva per sapere cosa cercare e dove e come trovarlo.
- Chi? - osò chiedere James, interrompendo il discorso monotono del cowboy.
- Non sono qui per risponderti. Sono qui per dirti di vestirti, uscire di casa e raggiungere il monumento ai caduti.
James era ancora perplesso e continuava a fissare gli occhi di Gin.
- Poi partirete.
- Partiremo?
- Non sei solo.
- Non sono solo. -, ripeté James come un pappagallo, - Non sono solo!
Improvvisamente James perse la titubanza e l'incertezza che lo attanagliavano e si preparò per raggiungere il monumento. Gli erano bastati pochi minuti o forse solo pachi secondi per rendersi conto che non era un sogno o un terribile scherzo, ma la cruda verità e che sentendo pronunciare quella parola era destinato a fare qualcosa di importante e terribilmente pericoloso. Era però consapevole del sacrificio che avevano fatto suo padre e i suoi amici, e lui, ora, era pronto a fare lo stesso anche se era un pensiero che lo turbava-
 
 
- Eccomi padre, son venuta come mi avevi chiesto. - esordì Kira appena vide suo padre, o meglio la nera e luccicante armatura che lo copriva da capo a piede.
- Kira, io... -. Per un attimo l'uomo dietro la nera armatura sembrò titubare, poi riprese. - Io devo andare. In prima persona devo muovermi, in fretta e in silenzio. Non so quanto dovrò stare lontano da casa...
- Vai, William penserà a me.
- Tornerò presto.
- Sarò qui ad aspettarti.
Kira sorrise e con un cenno della mano salutò il padre, il cavaliere Draxler salire sul suo cavallo bianco e dirigersi verso la strada lasciando la villa, il maggiordomo e la figlia alle sue spalle.
 
 
James aveva paura ma sorrideva, sorrideva ai suoi compagni di viaggio, sorrideva al vecchio senza mano che gli aveva illustrato ciò che doveva fare, sorrideva al ricordo di suo padre e sorrideva alla vita che rischiava di perdere.
- Jamie!
La voce di Richard Bale riportò la mente di James alla realtà. James conosceva Richard fin da quando erano bambini ed erano sempre rimasti buoni amici.
- Dimmi Ricky.
- Niente, ti ho visto un po'... distratto.
Richard mostrò uno dei suoi classici sorrisi. Per lui era facile sorridere, lo faceva anche di lavoro: era un pagliaccio. Rusty Clown “nacque” quando Ricky aveva solo quattordici anni, espediente per raccogliere i soldi facendo qualcosa che gli veniva naturale, far ridere, ed evitare così di fare qualcosa che lui odiava, studiare. Ora, all'età di ventun'anni, fare il clown era diventato il suo impiego fisso.
I due ragazzi col sorriso sulle labbra proseguirono verso l'entrata del bosco seguiti dal silenzioso Michael Brick. Michael, un quarantenne alto e muscoloso, possedeva un negozio nel centro città e anche lui faceva parte della Resistenza, da molto prima dei due ragazzi. A James e Richard non era sembrato molto socievole; subito dopo la partenza a piedi, Michael si era distanziato, rimanendo qualche metro dietro i due giovani.
Richard all'improvviso si fermò, si sistemò meglio lo zaino sulla spalla e si voltò verso l'uomo che li seguiva.
- Mickey.
- Michael! - rispose in tono seccato l'uomo.
- Siamo quasi arrivati, se non sbaglio.
Richard guardò l'amico James che gli si era fermato al suo fianco che, con un cenno del capo, confermò ciò che aveva appena detto e tornò subito a osservare Michael, che camminava ancora a testa bassa.
- Perché non resti più vicino. Nel bosco sarà più difficile proseguire. Dobbiamo unire le forze.
Michael li guardò stizzito.
 
 
Dall'altra parte del bosco, il cavallo bianco galoppava veloce, sollevando una grande nuvola di polvere. Draxler era quasi a metà percorso. Era pensieroso: era convinto di aver sbagliato ad andare da solo. Sulla carta sembrava un missione facile, ma ora aveva cambiato idea. Sapeva che le missioni facili non esistevano e che qualche pericolo l'avrebbe sicuramente trovato. Si stava pentendo di non aver nessuno al suo fianco, rimpiangeva ancora una volta la morte di Bloody Jack, il Mago del Sangue. Era certo che una nuova battaglia lo attendeva oltre quegli alberi e che doveva combatterla, da solo.
   
 
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