L'ALBA DI UN NUOVO GIORNO
Una vibrazione, un’altra, un bagliore improvviso, un rumore acceso e fastidioso. Vengo bruscamente risucchiato nel
mondo della realtà e ancora intorpidito cerco la causa di tanta confusione. Erano giorni che nessuno mi chiamava,
avevo dimenticato quella fastidiosa melodia. Non so se esserne felice o dispiaciuto. Uno sguardo rapido all’orologio,
giusto il tempo di realizzare che son quasi le undici. Chiunque sia non ha importanza, le persone sono tutte uguali e
desiderano le stesse cose. Probabilmente mi vorranno domandare se va tutto bene con lo studio e se sono a buon
punto. La scuola non è mai stato un problema per me, i voti sono alti, l’impegno non è troppo e le mie conoscenze per
l’esame sono già molto approfondite. Ciò che mi fa tristezza è la ragione di tanto interessamento. Una persona
sprovveduta si esalterebbe, credendo si tratti di un gesto di considerazione, ma la realtà è un'altra: tutti sono egoisti
e agiscono sempre per il bene proprio. Anche in semplici azioni come queste vengono occultate motivazioni peccatrici,
e io so riconoscerle…
“Pronto?”
“Fuori dal letto dormiglione! Non c’è tempo di poltrire, mancano solo 6 giorni all’esame! Ahahah!”
Riconosco Letio dall’accento aperto e dal tono perennemente squillante della sua voce. Siamo stati compagni di banco
per lungo tempo. Più che una scelta è stato un ordine: spesso gli insegnanti affiancano studenti carenti a studenti
brillanti illudendosi ancora che l’influenza dei secondi possa stimolare la diligenza dei primi. Lui era un disastro, il caso
più disperato.
“Già. A cosa devo l’onore di sentirti?”
“Non essere sempre così aristocratico nei modi di fare! Cominciavo a preoccuparmi, è da giorni che non ti fai vivo!
Pensavo ti fosse successo qualcosa…”
Della sua preoccupazione non ho dubbi, ha sempre tenuto molto ai suoi compagni, ma la risposta alla mia domanda
non è di certo questa.
“Puoi stare tranquillo, sono sano come un pesce.”
“Ahahah, Avevo scordato la tua freddezza Anny! Scommetto che sei scomparso per via dello studio… immagino tu non
perda un solo minuto della giornata per prepararti al meglio! Io come al solito vado a rilento, ho ancora molto da fare.
Come procede a proposito?”
Sospiro deluso. Speravo davvero di sbagliarmi ma purtroppo ancora una volta avevo ragione. E’ tutto così monotono
e prevedibile. Tali parole rappresentano solo una conferma delle mie ipotesi e, con loro, acquistano chiarezza anche le
sue aspettative. So bene cosa rispondere.
“Confesso che non mi sono dedicato troppo ai libri. I giorni sono passati così velocemente, e con loro è volata via
anche la prospettiva di una preparazione oculata. Dovrò mettermi seriamente all’opera se voglio arrivare alla
sufficienza!”
E’ sempre un piacere giocare con gli stolti, è uno dei miei passatempi preferiti. Ciò a cui Letio ambiva era una risposta
simile, e la ragione sta tutta nella deturpata psicologia umana: l’uomo si consola dell’affanno e delle disgrazie altrui.
Io lo chiamo il “complesso del rivale”, ed è una delle più diffuse impurità dell’uomo. Due persone adoperate negli
stessi compiti, nell’inconscio, timbrano l’un l’altra con il bollino del rivale, in parole spicciole, si vedono come avversari.
Alle angustie dell’una segue il conforto dell’altra poiché l’obbiettivo è quello di eccellere, raggiungere risultati migliori
del nemico. Questa è la ragione della mia tristezza: Letio non voleva altro che consolazione per la sua situazione
disperata, e l’ha certamente ottenuta grazie alla mia falsa testimonianza.
“Sul serio? Questa è senz’altro una strana notizia! Per lo meno non sono l’unico fanalino di coda rimasto!”
“Sembra che ti farò compagnia fino all’esame.”
“E’ un peccato però, mi è stato detto di invitarti a cena questa sera a casa di un certo Egeiro. Mi hanno riferito che sta
organizzando una piccola festa per alleviare l’ansia pre-esami, ma presumo che tu debba stare incollato ai libri…”
La cosa mi diverte. Deve essere davvero una persona presuntuosa questo Egeiro per aspettarsi che studenti in
procinto di affrontare la maturità disattendano ai propri doveri sprecando una serata a casa di uno sconosciuto. Sarà
di certo uno di quei misteriosi ragazzini ipersensibili in preda ad una crisi di solitudine, o forse un implacabile playboy
in cerca di nuove atmosfere erotiche. Potrebbe essere un inaspettato “distruttore di noia”, un occasione rara dal mio
punto di vista. Egeiro poi è manna dal cielo per il mio pungente divertimento. E’ deciso: parteciperò.
“Una festa? Questa si che è bella. Una simile evenienza è rara, bisogna coglierla. Dimmi ora e luogo del ritrovo.”
“Quindi ci sarai? Ahahah Sarà bello averti con noi! Ci troviamo alle sette in punto davanti all’Eden Giria, non tardare!”
Sbarro gli occhi e repentinamente passo dalla posizione sdraiata a quella seduta, spostando una gran massa d’aria.
La sorpresa è notevole: l’Eden Giria è il luogo più bello di tutta Idria. E’ un capolavoro artificiale ma appare come una
natura solenne, splendida e ordinata. Molte volte l’ho plasmato nella mia mente, sempre diverso e sempre più
incantevole, pur non avendolo mai visitato. Confido che sia senza dubbio un luogo meraviglioso e, purtroppo, proprio
come tale, è stato già imbrattato da leggende metropolitane. Queste popolari fanfaluche non scalfiscono comunque
l’adamantina maestosità dell’Eden Giria. Comincio a ricredermi su questo Egeiro, dopotutto è una persona di indubbio
buon gusto. Tutto porta a pensare che sarà una festa appassionante. Non devo tuttavia esasperare la cosa, né
immaginarmi un modello ideale per lo svolgimento della serata, potrei rimanerne deluso. Nella dimensione mentale
tutto è perfetto, nulla va storto e ogni evento segue un ordine e dei tempi precisi, senza imprevisti, ma quando
l’aspettativa viene trasposta nella dimensione temporale si può essere molto amareggiati. Lascio sfuggire un sorriso
e mi alzo dal letto.
“Alle sette in punto sarò davanti all’Eden Giria. Grazie per l’invito, a stasera.”
“Figurati! Ahahah, ciao Anny!”
La giornata è partita in quinta, non vi è traccia di noia già dal risveglio. Sento l’euforia per la festa crescere dentro di
me e spingere in ogni direzione per potersi liberare attraverso gesti convulsi di esultanza. L’Eden Giria, il cui solo
nome mi rallegra, oggi mi ospiterà nelle sue sacre, mirabili e recondite profondità fino a colmarmi l’animo di pacata
soddisfazione. L’Eden Giria ostenterà tutta la sua potenza e grandiosità ai miei occhi gravidi di innocente
curiosità. L’Eden Giria avrà l’onore di essere il dedicatario della mia prima manifestazione emotiva.