Racconto 3
Sotto la pioggia...
* * *
-Ma io non ho il permesso di parlare con gli sconosciuti…
-Perché, ti faccio paura?
-Io…
-No, dimmi se ti faccio paura.
-No, non mi fate paura.
-E allora lo vedi che possiamo parlare? E perché mi dai del voi? Il voi si dà ai vecchi, non sono un tuo coetaneo ma nemmeno sono vecchio, dico bene?
-Scusa. Non volevo essere maleducata.
-Povera bambina, immagino che i tuoi genitori ti perseguitino con la storia dell’educazione.
-E’ giusto, mamma dice che le regole servono perché per tutti la permanenza qui sia più piacevole.
-Tua madre è indubbiamente una donna con una vena di saggezza innata ma, concedimelo, dovrebbe andarci più cauta con le sue imposizioni quando si parla con una persona sensibile come lo sei tu… No, non dirmelo: non ci conosciamo ancora e già so come sei fatta, dico bene? Ma io sono un mago, riesco a capire subito come sono fatte dentro le persone.
-Davvero?
-Certo. E so fare anche tante altre magie…
-Me ne potete fare una?... Cioè, me ne puoi fare una?
-Non sai quanto mi piacerebbe, piccolina, ma purtroppo ho lasciato la mia valigetta da mago a casa, assieme alla mia gigantesca scatola di cioccolatini… Ma aspetta, forse un cioccolatino l’ho ancora nella tasca… Eccolo, tieni. Su, non fare la schizzinosa, ti giuro che non l’ho avvelenato.
-Grazie.
-Che bambina a modo che sei. Ma… non ci siamo ancora presentati! Come ti chiami?
-Marylou.
-Marylou, un nome a dir poco squisito, come del resto lo sei tu. Ho fatto anche la rima! Giuro, non era premeditata. Io sono il signor Roosevelt, omonimo del presidente… Non lo conosci? Peccato, era una delle mie migliori battute. Allora, cos’hai deciso? Vuoi vedere questi famosi giochi di magia e rotolarti nei dolciumi o preferisci restare qui? Scegli con calma, non ti farò la minima pressione… Certo, sarebbe un peccato, perché mi faresti tornare a casa da solo e io ho un po’ paura…
-Oh, ma non deve avere paura, signor Roosevelt. Non c’è niente che le possa far del male. Però se è così preoccupato, credo che potrò riaccompagnarla a casa…
-Grazie, Marylou. Non te ne pentirai, te lo prometto. Prego, mettiti pure sottobraccio, casa mia è qui a due passi, ci vuol poco… Ecco, brava, più stretta così c’entriamo tutti e due sotto l’ombrello. Niente male, vero? Nemmeno una goccia di pioggia, ed è un miracolo considerato quanto sta piovendo…
-Signor Roosevelt?
-Sì, dolcezza? Dimmi tutto, sono qui esclusivamente per servirti.
-Torniamo subito, vero?
-Ma certo. Guarda la mia faccia, ti sembra la faccia di un bugiardo? No, dico bene? Giusto il tempo di insegnarti come far sparire qualcosa, poi ci prendiamo una tazza di tè e ti riporto dritta a casa… Non devi avere paura con me, tesoro, ci sono io a proteggerti. Quando tornerai a casa, dì pure alla tua mamma che hai conosciuto un signore un po’ buffo, che ti ha insegnato tante belle cose… dirai così, dico bene? Allora Marylou, cosa dirai…?
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