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Autore: Ulisse85    16/08/2011    2 recensioni
La Morte... una storia di omicidi inspiegabili. Il sovrannaturale si mischia alle vicende di vita quotidiana di Marco e Ettore... lungo un cammino che li porrà a confronto con se stessi e con qualcosa di molto più grande di loro.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giovedì 13 gennaio

 

“...perché se ne vuole occupare?” Marco da un po’ si era fatto l’idea che Anselmi avesse fiutato qualcosa di grosso dietro a quei due, probabili, suicidi.

Ettore stava spostando un po’ di materiale accatastato su un tavolinetto, che, liberato dal peso, riemerse come un subacqueo da una profonda immersione e ritornò a vedere la luce: sarebbe diventato per qualche mese la postazione di Marco.

Prima di tutto dammi del tu, non avremo un rapporto docente - allievo, ma saremo in un certo senso colleghi. Secondo….accomodati…– accompagnò le parole con un ampio gesto, come se stesse invitando il ragazzo ad accomodarsi in una stanza lussuosissima- e terzo, semplicemente ci tengo a che i due suicidi vengono trattati con un po’ di … insomma, a modo… a modo mio…. E chissà, il mio istinto mi suggerisce di seguire la cosa”.

Marco stava riflettendo sulle parole del “collega”, intanto che sistemava ordinatamente un astuccio e un blocco sullo spazio di tavolino.

Una sistemazione simbolica, come a segnare il territorio.

“…e poi - aggiunse Ettore - le due persone che sono morte, sono abbastanza in vista a Roma, sono, come dire, gente della cosiddetta Roma-bene, sai alta borghesia. Quindi non li si può trattare come due suicidi qualsiasi, non per altro… ma perché avranno una discreta risonanza come eventi..”

capisco… ma quindi mi farà.. cioè mi farai partecipare lo stesso all’articolo?” chiese speranzoso, ripensando alle parole del direttore

certo, prima dobbiamo decidere il taglio da dare al pezzo, poi lo stenderemo insieme e il tuo esordio al giornale avverrà secondo tradizione…”

Il nuovo arrivato era perplesso: “quale tradizione?”

Ettore si aspettava che non lo sapesse: “… a L’Orizzonte c’è l’usanza che ogni nuovo giornalista esordisca con un articolo in “comproprietà” con un reporter più affermato, mettendo, accanto alla firma già conosciuta di questo, le proprie iniziali.”

Marco non era al corrente di questa tradizione… sorrise e fece cenno di aver capito.

Il collega-più-affermato lo invitò a sedersi: “allora qualche idea?”

beh.. per coerenza con quello precedente proporrei di iniziare l’articolo con un estratto della lettera di addio..”

vedo che hai letto uno dei miei ultimi pezzi… comunque, si, ci avevo pensato anch’io, poi però mi manterrei sul distaccato..”

si, potremmo riportare la notizia, citando per inciso il precedente… e mettere qualche parola di velata condoglianza, magari…”

Ettore annuì ma aggiunse: “velata e non retorica… oggigiorno è pieno di persone che usurpano il nome di giornalisti, e vanno in televisione a costruire castelli di retorica e ad intervistare i parenti delle vittime chiedendo … da arrestarli..”

Anche Marco era infastidito da quegli atteggiamenti, ma Anselmi sembrava prenderla molto sul personale, probabilmente per rispetto verso il giornalismo, quello serio, inteso come informare le persone di qualcosa.

vorresti mettere anche qualche perla filosofica sul suicidio?”- tornò a sfottere Ettore

no, meglio di no. Non ho mai visto molto di buon occhio il suicidio, e non mi va di suscitare il risentimento di persone che hanno appena perso qualcuno … oltretutto con il mio primo articolo.”

Anche Ettore era d’accordo: “Visto che abbiamo pianificato… all’opera!”

   
 
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