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Autore: Angelo Osaki    22/08/2011    3 recensioni
Secondo una leggenda nella foresta vicino la cittadina di Westcastle vive una strega che,al momento della morte,avrebbe lanciato una maledizione contro la gente del villaggio.
Sono passati molti secoli e ormai la gente del villaggio non crede più alla leggenda.
I tre fratelli Jessica,Angus e Alan,decidono di avventurarsi nella foresta alla ricerca delle tracce della strega... ma scopriranno che nessuno nasce cattivo ma lo diventa,ma si può sempre cambiare.
Piccola One-Shot divisa in due capitoli,spero che vi piaccia ^^
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

L'inizio e la fine 


Jessica, Angus e Alan si guardavano intorno, alla ricerca di una via per uscire dalla radura in cui si erano persi. 
-Non avremmo dovuto avventurarci nelle foresta da soli, per giunta di notte- sbottò Jessica- Non avrei dovuto dare retta alla vostre stupide trovate-
I tre fratelli avrebbero passato l’estate dalla nonna, nel villaggio di Westcastle.
Fra la gente di paese si tramandava una leggenda secondo cui, nella foresta vicina, vivesse una strega che avrebbe ucciso ogni persona si fosse avventurata nella sua dimora.
I ragazzi avevano trovato eccitante la cosa, così avevano deciso di andare in esplorazione nella foresta di notte. Dopo che la nonna era andata a dormire erano sgattaiolati fuori di casa ed avevano preso la via che portava alla foresta.
Avevano camminato per circa un’ora sul sentiero, finché non si erano ritrovati in quella radura.
La foresta era buia e silenziosa, come se anche gli animali fossero scomparsi per paura della strega.
Le stelle e la Luna illuminavano leggermente la foresta con la loro luce argentea.
Sembrava di sognare.
E Jessica avrebbe preferito che quello fosse realmente un sogno.
-Dai Jess, non ci siamo proprio persi…- cercò di rassicurarla Alan.
-Ah, no?- Jessica mollò un calcio al fratello- E che staremmo facendo qui soli in una radura a notte fonda senza sapere dove andare?- urlò- Staremmo prendendo i raggi lunari come se niente fosse?-
Jessica si andò a sedere su un masso e lasciò Alan a massaggiarsi il ginocchio.
-Ragazzi, ho trovato!- disse Angus tutto eccitato- Dobbiamo proseguire verso est!-
-Come fai a saperlo?- a Jessica non andava proprio di inoltrarsi ulteriormente nella foresta.
-Non lo so, lo sento e basta. All’improvviso ho avuto la sensazione che quella fosse la direzione giusta-
-E dovremmo fidarci della tua “illuminazione”?!?- Jessica ora era davvero irritata, avrebbe volentieri picchiato il fratello.
-Dai Jess, peggio di così non può andare…- Alan le si avvicinò.
Jessica digrignò i denti e strinse i pugni – E va bene. Ma se succede qualcosa vi ammazzo-
I tre fratelli s’incamminarono verso est.
Incredibile a dirsi, ma dopo cinque minuti si ritrovarono su un sentiero. Se fosse stato, però, il sentiero su cui si erano persi poco prima non avrebbero saputo dirlo.
Camminarono per un’altra mezz’ora buona, a volte il sentiero proseguiva verso ovest e dopo verso nord.
Gli unici rumori che si sentivano erano quelli prodotti dalle loro scarpe che calpestavano il terreno.
Ad un tratto il sentiero finì e si ritrovarono davanti ad una piccola radura, al cui centro vi era una piccola casa dall’aria molto vecchia: era costruita in mattoni grigi, appena visibili sotto lo spesso strato di rampicanti da cui erano ricoperti, il tetto era bucato ed i vetri delle finestre erano rotti. Ai suoi lati si stagliavano alti alcuni alberi, coprendo il cielo e nascondendo un piccolo orto coltivato. All’interno la casetta era completamente buia e da fuori non si riusciva ad intravedere nulla di quello che ci fosse dentro. “Sembra una casa stregata…”pensò Alan.
-Ragazzi e se questa fosse la casa della strega?- 
-Ne ha tutta l’aria…- disse Jessica.
-Avete ragione: questa è la casa della strega- disse una figura avvolta nell’oscurità.
I ragazzi sussultarono e si guardarono spaventati.
-Chi… chi sei?- chiese Alan- Fatti vedere!-
-Se è questo che volete…- la figura sbucò dall’ombra: era una donna.
Ai ragazzi si mozzò il fiato.
La donna era di una bellezza strabiliante: una cascata di capelli biondo ossigenato le ricadeva sulle spalle, mentre occhi, di un bellissimo verde smeraldo, spiccavano su una faccia rotonda e graziosa. Era alta e aveva un fisico snello.
Non poteva avere più di trent’anni.
Si avvicinò ai ragazzi, che non poterono fare a meno di notare il suo portamento da regina.
Accanto a lei camminava un gatto completamente nero, con l’unica eccezione di un baffetto bianco. Il felino aveva gli occhi color ambra e, come la strega, fissava i ragazzi con intensità.
-Io mi chiamo Evanna- disse la donna fermandosi a pochi passi dai ragazzi.
-Io sono Angus e loro due sono i miei fratelli: Alan e Jessica-
-Che nomi deliziosi...! Avete l’aria di esservi persi…-
-Stavamo seguendo il sentiero, quando all’improvviso non siamo più riusciti a trovare la via di casa…- rivelò Alan.
Jessica guardava con sospetto la donna. C’era qualcosa che non andava. Cosa ci faceva un donna così giovane da sola nella foresta e di notte, per giunta?
Jessica cominciò ad avere paura, sentiva che lei e i suoi fratelli erano in pericolo, dovevano andarsene, subito.
-Mi dispiace per voi. Dovete esservi spaventati molto- Evanna sorrise- Ma, ditemi, cosa ci fanno tre ragazzini da soli di notte in una foresta come questa?-
-Cerchiamo tracce della strega, sai, quella della maledizione…-
Il sorriso di Evanna divenne ancora più smagliante, i suoi denti erano bianchissimi e sembravano risplendere al buio.
-Adesso noi dovremmo andare… I nostri genitori si staranno preoccupando a morte- Jessica prese i fratelli per mano e li spinse verso il sentiero da dov’erano venuti.
Alan e Angus le lanciarono delle occhiate sorprese.
-Temo che non andrete da nessuna parte- il sorriso di Evanna era sparito. Adesso il suo volto trasmetteva tutto tranne che sicurezza e fiducia.
-Cosa…- i tre fratelli si girarono verso di lei.
Il sentiero era scomparso, così come la casa e l’orto.
Intorno a loro c’erano solo alberi fitti che circondavano la radura senza lasciare vie d’uscita.
I ragazzi cominciarono a tremare di paura.
Jessica si strinse ai fratelli e trattenne le lacrime. Avrebbe voluto prenderli e scappare, ma non poteva. Erano intrappolati lì, con quella donna. O, meglio, con quella strega maledetta.
Avrebbe protetto Alan e Angus fino alla fine, si sarebbe sacrificata per loro, se necessario.
-Tu sei la strega!!!-urlò Alan.
-Sì. Io sono la strega. La strega che i vostri antenati hanno perseguitato e ucciso, la strega che si vendicherà su tutta la gente del villaggio-
-Tu sei cattiva, per questo sei stata giustiziata!- Jessica si mise davanti ai fratelli.
-Da quel giorno sono cattiva: non avrò pace finche l’ultimo abitante di Westcastle non sarà morto-
La strega mosse la mano e i tre ragazzi caddero a terra in ginocchio, incapaci di rialzarsi.
-Adesso voi proverete quello che ho provato io- Evanna pronunciò delle parole e i ragazzi furono circondati dalle fiamme.
-Brucerete vivi!- la strega cominciò a ridere.
Ma Alan non ascoltava più.
Gli si appannò la vista e la testa prese a girargli.
Sentì una voce: - Devi aiutare la mia padrona…-
Alan capì che era stato il gatto a parlargli, attraverso il pensiero.
-Cosa vuoi? Che mi stai facendo?!?-
-Voglio che aiuti la mia padrona-
-Che dici?!? Lei è cattiva, e lo sei anche tu!-
-Evanna non è cattiva. Almeno, non lo è sempre stata.- miagolò il gatto - Lei era una strega buona, aiutava la gente, ma quando venne ingiustamente giustiziata divenne… così-
-Non ci credo-
-Devi crederci. Ti mostrerò la verità-
Alan ebbe la sensazione di volare e all’improvviso si ritrovò nella foresta.
Ma era giorno e la strega ed i suoi fratelli erano scomparsi.
Si guardò intorno e vide delle persone che facevano la fila davanti ad una donna vestita di bianco.
Era la strega.
Alan si diresse verso di lei.
-Fermo!- il gatto era lì, con lui- Non ti vedrà e non ti sentirà-
Alan si fermò: - Perché siamo qui? Cos’hai fatto?-
-Tu sei l’unico che può salvare la mia padrona dalla cattiveria-
-Come?- Alan fissò il gatto.
-Osserva quello che sta facendo ora. È qualche mese prima del suo arresto-
Alan si girò e guardò quello che stava facendo la strega.
Una ragazza vestita con stracci consunti le si avvicinò e le disse qualcosa che lui non riuscì a comprendere.
Evanna tese le mani e pronunciò ad alta voce delle parole in latino.
Ai piedi della ragazza apparvero una cesta con del cibo, delle stoffe ed un sacco pieno di monete.
La ragazza scoppiò in lacrime, ringraziò la strega e corse via.
Per quanto gli sembrasse strano, la strega stava aiutando la gente del villaggio.
-Ma allora prima era buona… Come ha fatto a diventare così cattiva?-
Alan non riusciva a credere che la donna che aveva davanti, che aiutava la gente e che regalava a tutti un sorriso, fosse la stessa persona che voleva uccidere lui ed i suoi fratelli.
-Diventò cattiva dopo che fu uccisa- ripeté il gatto guardando la padrona con tenerezza, ricordando quei momenti felici e spensierati.
-C’è un modo per salvarla?- mormorò Alan in un moto di compassione.
-Deve capire che le persone non sono tutti uguali, che può ancora vivere in pace-
-Torniamo indietro, prima che sia troppo tardi per tutti-
Alan prese il gatto in braccio e chiuse gli occhi. Si sentì sollevare per aria e quando li riaprì si trovava di nuovo con i suoi fratelli. La strega guardava sorridente il fuoco che si avvicinava sempre di più ai ragazzi.
Nekkar era tornato accanto a lei.
Alan urlò e correndo si buttò oltre le fiamme.
- Alan, no!!!-
Atterrò sopra la  strega, facendola cadere a terra.
-Stupido ragazzo, osi sfidarmi? Ti concederò una morte più dolorosa!- Evanna si rialzò e si sistemò il vestito blu che si confondeva con l’oscurità che avvolgeva la radura.
-Non lo farai-  disse Alan rialzandosi -  Tu non sei cattiva. Ho visto cosa facevi prima di essere giustiziata: aiutavi la gente ed eri felice di farlo-
-Alan, cosa stai dicendo?- Angus guardava il fratello a bocca aperta.
-Come fai … Nekkar, sei stato tu?- la strega era furiosa-  Gli hai fatto fare un viaggio nel tempo!-
-Evanna, io voglio solo salvarti- Nekkar le si avvicinò e si strusciò contro il suo vestito.
-Io non ho bisogno di essere salvata!-
-Alan, cosa sta succedendo?!?- Jessica si rivolse al fratello con uno sguardo spaesato.
Alan la ignorò e proseguì: - Evanna, ho visto come hai reso felice quella ragazza procurandole del cibo, vestiti e denaro. Ho visto come hai curato le persone ed i bambini malati che venivano da te a chiedere aiuto.
Ho visto com’eri felice nell’aiutare la gente, come rifiutavi di essere pagata.
Ho visto come sorridevi felice di aver aiutato delle persone povere che non avevano niente da darti. Tu eri buona. Lo sei ancora-
Evanna cadde in ginocchio e le lacrime cominciarono a rigarle le guancie.
-Io ho sofferto. Sono stata ripagata con la forca!- urlò tra i singhiozzi.
-So quando hai sofferto, e mi dispiace. Ma non devi avercela con tutte le persone che incontri per quello che ti è stato fatto centinaia di anni fa. Non fare di tutta l’erba un fascio. Torna ad essere quella di sempre, la strega buona che vota la sua vita al servizio degli altri senza pretendere nulla in cambio- 
Il fuoco che circondava i due fratelli era sparito ed ora si trovavano nella foresta, davanti alla casa di Evanna.
Jessica e Angus guardavano con dispiacere la strega, comprendevano il suo cambiamento e si auguravano che facesse un passo indietro e ricominciasse da capo.
Evanna cominciò a singhiozzare più forte.
-Credi che per me ci sia redenzione? Credi che potrò tornare quella di un tempo?-
-Puoi farlo-le disse Jessica – Nella vita si commettono degli errori, ma si può sempre cambiare…-
-Hanno ragione i ragazzi- Nekkar cominciò a leccare delicatamente le guancie della padrona- Possiamo cominciare una nuova vita, possiamo vivere in pace-
Una luce illuminò la foresta accecando i ragazzi.
A poco a poco la luce si ridusse fino ad assumere la forma di uno specchio da cui provenivano delle voci. 
Una donna apparve nello specchio, somigliava molto a Evanna. A parte per gli occhi azzurri e la faccia leggermente ovale.
-Evanna…- disse
-Mamma?- Evanna si alzò e andò davanti allo specchio- Che ci fai qui?-
-Sono venuta per te, piccola mia. So quanto hai sofferto, ma devi accettare quello che ti è stato fatto e cambiare vita-
-Come?-
-Hai la possibilità di scegliere  di venire con me nel mondo dei morti,  oppure restare a continuare a fare quello che stavi facendo, essendo condannata all’inferno e a soffrire per sempre-
-Io… scelgo di venire con te-
Evanna si avvicinò ad Alan e lo abbracciò.
-Grazie per avermi aiutato- abbraccio anche Jessica ed Angus- Mi dispiace di avervi quasi ucciso, spero possiate perdonarmi-
-Ti abbiamo già perdonata. Comprendiamo quello che hai  fatto- Angus le sorrise.
-Non ti dimenticheremo mai-
-Neanche io vi dimenticherò mai, senza di voi io avrei continuato ad essere un mostro-
Diede un ultimo abbraccio ai ragazzi e prese Nekkar in braccio.
-Grazie anche a te amico mio, staremo insieme per l’eternità-
Evanna e Nekkar si avvicinarono allo specchio e la ragazza prese per mano la madre.
-Addio…-
Insieme entrarono nello specchio e sparirono in mezzo alla luce che invase la radura.
Quando riaprirono gli occhi Jessica, Alan e Angus si ritrovarono nel giardino di casa.
-Non dimenticherò mai quello che è successo stanotte!- disse Alan.
-Neanche noi lo dimenticheremo. A volte l’uomo può fare cose terribili, e chi le riceve può cambiare in modo negativo-
I fratelli si presero per mano ed aprirono la porta di casa.                                                
Prima di entrare si voltarono a guardare verso la foresta.
-Addio Evanna, è stato un piacere conoscerti, spero che adesso vivrai una vita felice-
Alan asciugò una lacrima che gli era scivolata lungo la guancia.
Quell’avventura iniziata per divertimento gli aveva insegnato molto cose.
Non avrebbero mai più dimenticato Evanna.
Infondo, forse gli sarebbe anche mancata.

   
 
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