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Autore: Tecla Sunrise    24/08/2011    3 recensioni
Nahat: pelle.
La nostra e, soprattutto, la loro.
La pelle dei giovani maghi di una nuova generazione completamente inventata, che è sottoposta a lacrime, baci, carezze, schiaffi...
Insomma, tutti i lati, sia positivi che negativi, dell'adolescenza segneranno irrimediabilmente le loro pelli, lasciando segni, a volte invisibili, altre no, ma pur sempre presenti.
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“…Hai provato con la Radigorda? La Thomas mi ha detto che serve per guarire le emorroidi, ma il principio è lo stesso” sussurrò Owen a Hillary, nel tentativo di trovare una cura per l’infenzione del suo buco all’orecchio.
Hillary fece una faccia schifata. “Emorroidi? Ehw…”
“Fa poco la schizzinosa, Hil, se non lo curi diventerà disgustoso”
“È già disgustoso” s’intromise Miley, allontanandosi dalla sorella.
Hillary sbuffò. “Crepa, stronza”
“Cretina”
“Idiota”
“Troia”
“Puttana!”
“Amen e alleluia! Quanti anni avete?” le interruppe Luke, sempre senz’alzare gli occhi dal telefono.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nahat

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Chapter three: Gabrielle Potter
 
Ho sempre pensato che la storia dell’anima gemella fosse un’enorme cazzata.
La gente non si innamora solo una volta, la vita non è una favola.
Le storie d’amore sono belle, intense, profonde, passionali… ma non eterne.
Questo era il mio modesto parere, prima che conoscessi Daniel.
Daniel Malfoy è stato la mia rovina.
Non sono mai stata una ragazza frivola, di quelle che pensavano solo alle feste e ai ragazzi, anzi: ho avuto tre grandi priorità nella mia vita.
La prima era indubbiamente la mia famiglia, senza la quale sarei morta. In particolare Sirius, il mio fratellino preferito.
La seconda era lo studio: il mio obbiettivo era diventare la presidentessa del Comitato dei Pozionisti, e devo dire che sono sulla buona strada.
La terza era la mia migliore amica, Charlie Nott. Siamo cresciute insieme, sin da bambine adoravamo le stesse cose.
Poi è arrivata Hogwarts ed entrambe siamo finite a Serpeverde.
Le sono stata accanto sempre e lei ha fatto lo stesso con me. La prima cotta, il primo bacio, la prima volta…
Né io, né tantomeno lei, abbiamo mai considerato molto Daniel Malfoy. Era un nostro compagno di casa, neanche tanto carino in realtà, ed entrambe eravamo troppo assorbite da noi stesse per prestargli attenzione.
Poi, una mattina d’inverno durante il settimo anno, ho capito che la mia vita non avrebbe avuto un senso se lui non ne avesse fatto parte.
Stavamo insieme da quattro mesi – ok, da quando era diventato un gran pezzo di figo – e ci stavamo preparando per una battaglia di neve.
Lui mi ha guardato, io ho guardato lui, le sue guance arrossate, i suoi occhi castani così ordinari eppure così belli, e quella consapevolezza mi ha colpito come un pugno allo stomaco.
Sono scappata, sconvolta.
Mi sono scolata una bottiglia di idromele nella solitudine del mio letto ed un’altra consapevolezza, persino peggiore della prima, mi aveva raggiunto.
Ero irrimediabilmente fottuta.
 
 
~
 
 
12 giugno 2019
Polinesia Francese, Bora Bora, Magic Village
11.00 a.m.
 
“Amore… sveglia…” sussurrò una voce.
 
Gabrielle sorrise inconsapevolmente e sbadigliò, girandosi a pancia in giù.
 
Sentiva la piacevole brezza estiva accarezzarle la pelle. Un suono ovattato la raggiungeva ogni tanto, e Gabrielle si rese ben presto conto che erano le onde dell’Oceano Pacifico.
 
Sorrise ancora, stiracchiandosi, e un profumo familiare la raggiunse.
 
Brioche calde.
 
Spalancò gli occhi, trovandosene una a pochi centimetri dal naso, e vide lo sguardo divertito di Daniel alla sua reazione.
 
Gabrielle adorava le brioche la mattina e Daniel lo sapeva molto bene.
 
“Buongiorno, principessa” sussurrò lui, scoccandole un bacio sulle labbra, svegliandola del tutto.
 
“Ciao…” biascicò Gabrielle, tirandosi a sedere. Appoggiò la schiena alla spalliera del letto e sorrise al suo uomo che, nudo come un verme, le tendeva la brioche con uno sguardo tentatore.
 
“Dormito bene?” le chiese, avvicinandosi e, incurante della sua nudità, mettendosi seduto davanti a lei.
 
Gabrielle sorrise, lo sguardo carico di sottintesi e i capelli scarmigliati “Non ho dormito poi molto… sai, ero occupata”
 
Daniel rise pigramente per poi avvicinarsi ancora, fino ad avere il suo viso ad un centimetro dal suo “che strano” soffiò sulle sue labbra, facendola tremare “anche io”
 
Gabrielle non resistette e si fiondò sulle sue labbra con impeto, baciandolo con un trasporto familiare ad entrambi.
 
Ci volle tutta la volontà di Daniel per far sì che riuscisse a fermarsi.
 
“Hey tigre…” sussurrò, divertito “Prima la colazione!”
 
Gabrielle scoppiò a ridere, prendendo in mano la fantomatica brioche. Daniel la imitò, addentando il suo toast alla marmellata.
 
“Da quanto sei sveglio?” chiese lei, dando un primo morso alla brioche.
 
Forse era una sua impressione, ma quella mattina era addirittura più buona del solito.
 
“Un’oretta. Ho fatto portare la colazione e ti ho guardato dormire. Sai che russi?”
 
Gabrielle spalancò la bocca, scandalizzata “Come, prego?”
 
“Russi” le ripeté Daniel, trattenendo a stento un sorriso.
 
“Io. Non. Russo!” esclamò lei, sottolineando ogni parola con un pugno scherzoso sul petto del giovane Malfoy.
 
Daniel le afferrò i polsi dolcemente, accarezzando le mani e avvicinandosi ancora “Sei carinissima quando russi… sembri un piccolo… dolce… orso”
 
Gabrielle diventò paonazza, dando un altro pugno al ragazzo.
 
“Scemo!” disse, scoppiando poi a ridere insieme a lui.
 
“Dai, finisci la brioche, voglio andare a fare immersioni” le disse, risedendosi davanti a lei.
 
Gabrielle scosse la testa, prese di nuovo il dolce e lo addentò ancora.
 
Guardò Daniel, che nel frattempo si era versato del succo di zucca.
 
Aveva i capelli incasinati dalla notte movimentata, gli occhi castani che avevano delle piccole sfumature dorate di quando guardava il sole e un sorriso capace di farla sciogliere.
 
Più passava il tempo, più capiva di aver avuto una fortuna sfacciata.
 
Non lo aveva mai considerato, mentre lui aveva sempre avuto una cotta segreta per lei.
 
Le era bastato allungare una mano per averlo ed ancora oggi si biasimava per averlo notato solo quando era diventato bello.
 
Era stata dannatamente superficiale, sul punto di perdere tutto quello che avevano costruito in quasi due anni di relazione.
 
Lei adesso, dopo essersi lavorata il Prof Lumacorno, era entrata nell’Accademia dei Pozionisti facilmente, fino a diventare la più brava del suo anno.
 
Le mancavano altri due anni di studio e poi sarebbe potuta entrare nel Comitato, il suo obiettivo.
 
Aveva avuto fortuna ancora una volta: il suo ultimo anno era stato anche l’ultimo per Lumacorno, prima di andare definitivamente in pensione.
 
Daniel, invece, era entrato nei Tornados come Cercatore titolare e sarebbe stato un componente della Nazionale nella finale, a causa di un infortunio di un certo Frozen.
 
Daniel aveva chiesto il silenzio stampa per fare una sorpresa alla sua famiglia e quella vacanza sarebbe stata l’ultima prima del ritiro di due mesi.
 
Gabrielle diede un altro morso al dolce, ma addentò qualcosa di duro.
 
Allontanò la brioche e vide un pezzo di metallo spuntare da essa.
 
Lo tirò fuori, sotto lo sguardo attento di Daniel, e se lo portò davanti agli occhi.
 
Un anello.
 
Un anello con tre diamanti.
 
Alzò di scatto lo sguardo su Daniel che le si era avvicinato.
 
“Oh mio dio…” disse, senza neanche rendersene conto, mentre Daniel prendeva l’anello e la sua mano, fissandola.
 
“Gabrielle” iniziò con un’espressione seria e innamorata “ dal primo momento che ti ho visto ho capito di amarti. Eravamo nel giardino di casa mia, durante una cena estiva. Tu mi hai guardato e mi hai detto “sei brutto”. In quel momento hai distrutto il mio mondo, donna crudele”
 
Gabrielle sorrise, le lacrime agli occhi, mentre Daniel continuava “al che, comprendimi, ero distrutto. Ma tu poi hai aggiunto “Ma profumi di brioche. Puoi giocare con noi” e mi hai ridato la speranza. E poi, senza preavviso, ti sei accorta di me, e credevo di morire dalla felicità. Tu sei ciò di più bello che possieda e non voglio che tutto questo finisca. Io ti amo, Gabi, in un modo totale ed incondizionato, e oggi ti offro tutto me stesso. Voglio essere tuo, come tu sarai mia. Noi ci apparteniamo” 
 
Gabrielle ormai piangeva disperata, commossa come una stupida ragazzina in preda da una tempesta ormonale.
 
“Per questo, Gabrielle, vuoi sposarmi?”
 
“…sì! Certo che sì! Oddio non posso crederci!” esclamò, buttandogli le braccia al collo e cominciando a baciarlo con tutta sé stessa.
 
Lo sentì sorridere sulle sue labbra e si staccò, ancora con gli occhi umidi.
 
“Allora” tirò su con il naso “non mi metti l’anello?”
 
Daniel sorrise, completamente soddisfatto, e infilò l’anello nell’anulare della donna.
 
“Ti amo” sussurrò lei, come se fosse un segreto tra loro due. Alzò lo sguardo e gli accarezzò la guancia, pungente per via della barba, e sorrise.
 
Sorrise talmente tanto, in quella mezz’ora, che le fecero male le guance per ore.
 
Fecero l’amore come non l’avevano mai fatto, completamente persi l’uno dell’altro, totalmente abbandonati a quel sentimento così bello e sconvolgente.
 
E Gabrielle capì che non le importava di essere rimasta fregata per il resto della sua vita.
 
L’importante era che sarebbe rimasta con Daniel.
 
 
~
 
 
12 giugno 2019
Polinesia Francese, Bora Bora, Magic Village
12.05 a.m.
 
DRRIIIIN
 
“Mmmm” mugugnò Gabrielle, alzando di scatto la testa dal petto di Daniel.
 
“Rispondo io” disse calmo Daniel, talmente in pace con il mondo da non essere arrabbiato con lo scocciatore di turno.
 
DRRIIIIN
 
“Ok” sussurrò lei, tornando a sonnecchiare sul suo petto.
 
“Pronto?” disse, distrattamente “Ellie! Che bella sorpres- …”
 
Gabrielle, dopo che Daniel si era bloccato di colpo, alzò la testa e lo guardò interrogativa.
 
Daniel aveva un’espressione corrucciata e stava impallidendo rapidamente.
 
“…ok, sta’ tranquilla. Arrivo il prima possibile” disse, prima di chiudere la chiamata.
 
“Che è successo?” chiese Gabrielle preoccupata, alzandosi insieme al fidanzato.
 
“Mamma è caduta dalle scale e pare che abbia una commozione celebrare e una emorragia interna. Ah, e come se non bastasse era anche in incinta. Ma la gravidanza era extrauterina. Cazzo!” disse velocemente, mettendosi i boxer e organizzando la valigia con un colpo di bacchetta.
 
“Io devo andare, Gabi, torno il prima possibile”
 
“Stai scherzando, vero?” chiese la ragazza allibita, parandoglisi davanti.
 
L’espressione di Daniel s’indurì “No, affatto. È mia madre e mi dispiace che tu non capisca che sta’ rischiando la vita e che…”
 
Gabrielle scosse la testa, allibita “No, no, no! Hai capito male! Intendevo  dire che vengo con te e col cavolo che ti lascio affrontare da solo una cosa simile!” esclamò, prima di mettersi la biancheria.
 
Daniel la guardò, commosso, ma non disse niente.
 
Nel giro di un quarto d’ora erano pronti a partire, pagarono il conto e presero una Passaporta per Diagon Alley, per poi Smaterializzarsi al San Mungo.
 
 
~
 
 
12 giugno 2019
London, San Mungo
12.00 p.m.
 
 “Mi scusi, sto cercando Hermione Malfoy” disse Daniel, quando fu il suo turno all’Accettazione.
 
La giovane strega lo guardò per qualche secondo, prima di sporgersi in avanti, mettendo in mostra il seno. Era una ragazza carina, tutto sommato.
 
Capelli biondi, occhi castani, labbra carnose e seno prosperoso.
 
Gabrielle la fulminò con lo sguardo, ma quella non la calcolò minimamente.
 
“Hermione Malfoy?” chiese languidamente “è la tua ragazza?” concluse, con un sorrisetto malizioso di chi sa che riceverà un “no”.
 
“È mia madre. La pregherei di dirmi dove è ricoverata”
 
La ragazza sbuffò, civettuola, e a Gabrielle venne una gran voglia di menare le mani.
 
“Terzo piano, ala est, sezione “Interventi urgenti”. Ha una commozione celebrare, mi dispiace”
 
Ma Daniel, appena sentì le parole, si fiondò ai Trasportatori, seguito a ruota da Gabrielle, senza prestare alcuna attenzione alla prorompente infermiera.
 
Due secondi dopo si ritrovarono all’entrata del reparto, dove tutta la famiglia Malfoy insieme a Ron, Harry, Sirius, Helena e Nate aspettava preoccupata.
 
“Daniel!” esclamò Ellie, seguita a ruota da Allison, alzandosi e correndogli incontro.
 
Gabrielle, intanto, per non intromettersi nella loro famiglia, si avvicinò ai suoi genitori.
 
Guardò suo padre, l’uomo che stimava di più, e lo vide veramente stanco.
 
Aveva le occhiaie, i capelli più arruffati che avesse mai visto e la camicia spiegazzata fuori dai pantaloni.
 
“Hey, papà..”
 
Harry alzò gli occhi, illuminandosi alla vista di sua figlia “Gabi! Non eri a Bora Bora?”
 
Gabrielle scossa la testa, sedendosi accanto a lui, che, insieme a Ron, si era seduto poco lontano dagli altri. “Daniel doveva tornare, non mi sembrava proprio il caso di lasciarlo da solo. Piuttosto, avete notizie? Novità? È migliorata?”
 
Harry sbuffò, poggiando la testa contro il muro “Macchè… niente. L’operazione dovrebbe finire tra circa un’ora, possiamo solo aspettare”
 
Gabrielle gli prese una mano, tentando di rincuorarlo. “Andrà tutto bene, vedrai. Uscirà da lì ancora più sana e combattiva del solito”
 
Harry abbozzò un sorriso, che diventò una smorfia nel giro di un secondo. Ron, accanto a loro, grugnì “Gabrielle, non per distruggere il tuo ottimismo, ma è praticamente in fin di vita. Cazzo..” disse, passandosi una mano sugli occhi.
 
Se suo padre era distrutto allora Ron era già morto. Aveva le borse sotto gli occhi, i capelli arruffati e uno sguardo perso.
 
Era secondo solo a Draco, che ormai era l’ombra di sé stesso. Sedeva poco lontano, con la testa tra le gambe, senza dar segno di star ascoltando Daniel, che intanto gli sussurrava incoraggiamenti.
 
Ellie e Allison, dopo aver abbracciato il loro fratello, tornarono da Helena, la quale cominciò a parlare a macchinetta, in un vano tentativo di distrarle.
 
Gabrielle passò lo sguardo sul corridoio, alla ricerca dell’elemento mancante.
 
Poi il suo sguardo si fermò alla fine, dove, lontano da tutti, stava Robert, circondato da Sirius e Nate. Quei tre erano migliori amici da sempre, Gabrielle ricordava i racconti di Sirius delle loro cazzate.
 
Ah.
 
Sirius.
 
Poteva scommetterci la sua carriera, era offeso perché non si era presentata in stazione… ma d’altronde, non poteva posticipare la partenza, non quando Daniel sarebbe sparito per due mesi.
 
Si rassegnò ad aspettare, il cuore in gola. Hermione era la sua madrina, l’adorava. L’idea che potesse morire la lasciava semplicemente senza fiato.
 
Durante l’attesa quasi nessuno conversò, lasciando il corridoio in un religioso silenzio, carico di terrore.
 
Terrore per non vedere più Hermione, una madre, una moglie, un’amica e una grandissima colonna per la vita di tutti loro.
 
Gabi lo sapeva, sapeva che se Hermione fosse… se non ce l’avesse fatta, tutti loro sarebbero stati alla deriva.
 
Primo tra tutti Draco.
 
Da quando era andato contro suo padre per sposare Hermione, aveva vissuto ogni giorno assaporando quella fantastica donna. Perderla di punto in bianco avrebbe significato morire; avrebbe dovuto reagire, per i suoi figli, ma Gabrielle non era così sicura che ci sarebbe riuscito.
 
Draco aveva sempre circondato il suo cuore con una scorza dura, che impedisse alla gente di farlo soffrire. Ma poi era arrivata Hermione, distruggendola pezzo per pezzo, lasciandolo vulnerabile e felice come pochi. Se lei fosse morta, sarebbe stata la fine. Nessuno più avrebbe potuto penetrare quella scorza, distruggendo così la sua vita e quella dei suoi figli.
 
Già, i suoi figli.
 
Gabrielle li guardò, uno per uno.
 
Daniel. Lui era il più forte, sarebbe morto di dolore ma avrebbe reagito. Per non parlare del fatto che c’era lei a fargli da spalla nelle avversità. La sua futura moglie.
 
Ma Robert… se non avesse litigato con Daniel, quest’ultimo avrebbe potuto aiutarlo ad uscire dal baratro in cui sarebbe sicuramente caduto.
 
Robert era il più simile di tutti a Draco, e avrebbe adottato la stessa tecnica. Far morire il suo cuore per non dover più soffrire.
 
Spostò gli occhi sulle due ragazze, Allison e Ellie.
 
Non sapeva molto di nessuna delle due, ma da quanto Helena le aveva raccontato Ellie non era una ragazza dall’animo forte e combattivo. Era solare e spensierata, certo, ma aveva sofferto di depressione negli anni precedenti per via del suo fisico, dal momento che era obesa. La gente la prendeva in giro, ed Ellie, invece di reagire per dare una scossa alla sua vita come qualcuno con forza d’animo avrebbe fatto, si era chiusa in un bozzolo di negatività e depressione, arrivando quasi al suicidio.
 
Gabrielle non sapeva i dettagli comunque, Helena era stata molto riservata e lei non aveva forzato la mano.
 
Di Allison, invece, sapeva ancora meno.
 
Non era amica di James, essendo in Serpeverde, ma sembrava una stronza fatta e finita.
 
Le ricordava da morire sé stessa: concentrata sul suo futuro e superficiale ai limiti del possibile, per non parlare della boria e dell’arroganza.
 
Gabrielle non la biasimava di certo, quella era anche la sua descrizione, prima di Daniel.
 
Sapeva come avrebbe reagito, a grandi linee: sarebbe stata in lacrime per un mesetto o due, prima di rialzarsi a testa alta e riconcentrarsi sulla sua vita, decisa a non mandare a rotoli i suoi sforzi.
 
Sarebbe stata anche lei simile a Robert, probabilmente… avrebbe creato una barriera attorno a sé, pensando solo alla sua ambizione.
 
I suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo di sua madre con panini e caffè per tutti. La guardò appoggiare tutto sul tavolo e poi avvicinarsi a Draco, Ron e suo padre, porgendo a ognuno un caffè.
 
Draco non  la degnò di uno sguardo, Ron lo prese come un automa, mentre suo padre abbozzò l’ennesimo sorriso stanco e cominciò a sorseggiarlo.
 
“Ciao” sussurrò sua madre, sedendole accanto.
 
“Come stai?” chiese Gabrielle, dandole un bacio sulla guancia per rincuorarla.
 
“Io abbastanza bene” disse sua madre, facendo vagare lo sguardo sul corridoio, per poi fermarsi su Draco “Non voglio neanche immaginare cosa succederebbe a Draco se l’operazione andasse male”
 
Gabrielle annuì.
 
In quel momento la porta delle sale operatorie si aprì, lasciando uscire un Blaise stanco e una Charlie a dir poco distrutta: era preoccupata e scarmigliata, per non parlare anche delle sue occhiaie.
 
Fece un cenno a Gabrielle, mentre Blaise si avvicinò a Draco.
 
Tutti nel frattempo erano impazienti e preoccupati, da un lato volevano sapere ma dall’altro avevano paura di ciò che avrebbero potuto sentire.
 
“Allora… come sta?” chiese Daniel per Draco, che non aveva la forza di fare niente se non di guardare il suo migliore amico.
 
“Vivrà” si limitò a dire Blaise, mentre Ellie e Allison scoppiavano a ridere sollevate e Robert e Daniel si aprivano in un sorriso identico, felice.
 
“Ma c’è un ma, vero?” disse Draco alzandosi, capendo al volo l’espressione del suo migliore amico.
 
Immediatamente Allison e Ellie smisero di ridere, agghiacciate.
 
Blaise sospirò, ma fu Charlie a rispondere “Ha perso il bambino…ma c’è dell’altro: è in coma”
 
Draco impallidì, e Gabrielle si chiese come fosse possibile che un fantasma potesse farlo. Perché era quello che Draco sembrava al momento.
 
“Come è in coma?! Si sveglierà, non è vero?” strillò Ellie, scattando in piedi, mentre Allison cominciava a singhiozzare.
 
Charlie fece una faccia che era tutta un programma, mentre Blaise sospirò ancora “Ho paura che ci sia la possibilità che non si svegli. Non siamo in grado di dirlo, potrebbe svegliarsi tra due giorni oppure tra vent’anni”
 
Ellie emise un suono strozzato, scoppiando a piangere.
 
Gabrielle sentì accanto a sé sua madre sospirare e suo padre irrigidirsi, mentre Ron si prese la testa tra le mani, disperato. Erano rimasti in disparte, così come Helena, Sirius e Nate: quello era un dolore della famiglia Malfoy, nonostante fossero tutti legati ad Hermione, chi più chi meno.
 
Solo suo padre e Ron avrebbero avuto il vero diritto di dire qualcosa, ma avevano preferito fare da spettatori.
 
“Mi dispiace, Draco” disse Blaise.
 
Draco alzò lo sguardo, animato da nuova speranza “Portami da lei. Devo vederla”
 
Blaise corrugò la fronte “Non credo che…”
 
“Ora” disse Draco perentorio, seguendolo poi dentro le sale.
 
Charlie sospirò, prima di avvicinarsi a Daniel. Gabrielle li raggiunse, titubante. Non sapeva come avrebbe reagito Daniel.
 
“Dan…ti va di mangiare qualcosa? Anche tu, Gabi, avete bisogno di carboidrati, come ne ho bisogno io. Ho appena finito il turno… inoltre devo parlarvi”
 
Daniel annuì “Fammi parlare un attimo con le ragazze, sono distrutte. Vedo se riesco a riportarle a casa”
 
Charlie fece una faccia dispiaciuta “Tranquillo, io mi devo cambiare” detto ciò si avviò ai Trasportatori e scomparve.
 
Gabrielle, temendo di essere di troppo, stava già per tornare dai suoi, ma Daniel la prese per mano.
 
“Stammi vicino” sussurrò, senza guardarla. Gabrielle strinse la sua mano, senza aggiungere altro.
 
Ellie piangeva ancora, tra le braccia di Helena, che faceva di tutto per non imitarla.
 
Gabrielle riconobbe il suo mento tremolante e gli occhi lucidi, l’aveva vista tante volte da bambina, dopo essersi sbucciata un ginocchio…
 
Allison, invece, si era alzata di scatto ed era uscita, senza dare spiegazioni a nessuno.
 
Li aveva semplicemente sorpassati, sorda ai deboli richiami di Daniel, ed era scomparsa con il Trasportatore.
 
Daniel s’inginocchiò davanti alle ragazze, mentre Gabrielle restò in piedi.
 
“Ellie… hey, cucciola… sta’ tranquilla dai, la mamma si sveglierà. Non ci lascerà mai in balia di papà” tentò di sdrammatizzare, accarezzandole una guancia.
 
“No…” biascicò, tra le lacrime “sta morendo…” singhiozzò, piangendo ancora di più.
 
Prima che Daniel potesse fare qualcosa, però, Robert gli si parò praticamente davanti “Spostati. Non fai che farla star peggio.”
 
Daniel sospirò, rialzandosi “Rob… ascolt-”
 
Negli occhi di Robert passò un lampo di pura ira “No, ascolta tu, stronzo! Lei non ha bisogno di te, NOI non abbiamo bisogno di TE! Perciò perché non te ne vai con la tua fidanzatina e non torni tua vita perfetta? Tanto che te ne frega della mamma?!”
 
Lo sguardo di Daniel s’indurì, così come la sua mascella “Adesso stai esagerando, Robert”
 
Rob lo guardò sprezzante, fermo sulle sue posizioni “Oh, io non credo, Daniel”
 
Gabrielle vide chiaramente Daniel aprire e chiudere i pugni, tentando di non reagire.
 
“Lo sai che mi dispiace, per quello che è successo. Non ho mai smesso di dirtelo, ma adesso dovresti crescere e comportarti in maniera civile. Allison mi ha perdonato, non vedo perché TU, che non sei neanche il diretto interessato non debba farlo.”
 
Rob per poco non gli saltò addosso, fermato all’ultimo da Sirius, comparso dal nulla. Probabilmente stava controllando che la situazione non generasse.
 
“ALLISON NON TI HA PERDONATO, STRONZO, COME NON L’HO FATTO IO! E neanche Ellie avrebbe dovuto, ma sai che lei è l’anello debole, no?”
 
“Adesso basta” sibilò Ellie alzandosi, le lacrime che ancora le rigavano il volto e lo sguardo incazzato nero “Ma vi sentite? Siete due bambini! La mamma non si sveglierà più! È morta cazzo! Morta! MORTA, MORTA, MORTA! E voi litigate per una stracazzo di scommessa?! Siete due merde, non ve ne fotte un cazzo della mamma! Beh, io mi sono stancata di sentire le vostre cazzo di stronzate, e mi sono stancata di questa dannata famiglia. Vi odio tutti, DOVETE ANDARE ALL’INFERNO!” urlò a pieni polmoni, in un palese attacco isterico.
 
Era sfinita psicologicamente ed era comprensibilmente scoppiata.
 
Calde lacrime ricominciarono a scendere, mentre si accasciava al suolo, distrutta, continuando a ripetere: “Morta, morta, morta…”.
 
Robert le si inginocchiò accanto, abbracciandola forte. Sussurrò qualcosa di incomprensibile e cominciò ad accarezzarle la testa, piano e amorevolmente, mentre anche i suoi occhi si riempivano di lacrime.
 
Daniel fece per avvicinarsi, ma l’occhiata di Rob bastò per fargli capire che non era proprio il caso.
 
Gli adulti avevano assistito alla scena, allibiti. Non sapevano come intervenire, ed ognuno di loro era stanco e spossato. Harry e Pansy si guardarono, entrambi distrutti; si alzarono insieme, rassegnati.
 
Non avrebbero visto Hermione per molto tempo.
 
Fecero un segno a Helena e Sirius.
 
La prima scoccò un’occhiata a dir poco preoccupata alla sua migliore amica, ma, vedendola tra le braccia del fratello, cedette.
 
Sirius invece guardò prima Rob, completamente spaesato, e poi Nate, anch’egli stanco e sfibrato. Scosse la testa, facendo capire che sarebbe rimasto.
 
Gabi guardò sua sorella e i suoi sparire davanti al Trasportatore; ben presto Daniel le si avvicinò, triste come non mai.
 
“Non so davvero cosa fare…”
 
Gabrielle lo spinse davanti al Trasportatore, prendendo il suo viso tra le mani e appoggiando la sua fronte alla sua “Ha pur sempre quindici anni, non puoi pretendere che ragioni come te… devi lasciargli tempo… inoltre, con tutto questo casino, credo che la sua mente stia cercando un modo per dare la colpa a te. Oramai sei il suo capro espiatorio…”
 
Daniel sospirò, scoraggiato, ma non aggiunse altro per via dell’arrivo di Charlie, che li portò a casa sua per via dell’orario.
 
Prima di prendere il Trasportatore, però, Gabrielle vide chiaramente Daniel fissare ancora una volta suo fratello, che non mutò la sua espressione:
 
dolore infinito e rabbia repressa pronta a scoppiare.
 
Gabi non voleva neanche pensare a quando sarebbe scoppiato lui, considerando l’animo docile di Ellie.
 
Sarebbe stato una furia.
 
 
~
 
 
13 giugno 2019
Soho, Charlie’s
2.30 a.m.
 
 
Quella cena improvvisata era stata una vera boccata d’aria per tutti e tre.
 
Charlie si versò un altro bicchiere di vino rosso, sorridendo malinconica mentre Gabrielle rinvangava un episodio del passato, legato ad un certo Trent ed ad un secchio di sardine.
 
Bei momenti, quelli.
 
Avevano optato per cucinare una pasta, anzi, Daniel l’aveva proposto, sotto gli sguardi scettici delle ragazze, che si erano dovute ricredere di fronte all’innegabile bravura del Malfoy.
 
Non aveva voluto rivelare loro dove avesse imparato, neanche sotto ricatto.
 
Gabrielle finì il racconto, provocando delle risate smorzate nel suo ragazzo e nella sua migliore amica. Ben presto l’allegria si spense, lasciando posto ad una profonda angoscia.
 
La mora, piuttosto che rimuginare ancora sulla faccenda, si guardò attorno per l’ennesima volta.
 
Adorava l’appartamento di Charlie, era piccolo ed incasinatissimo, come solo la sua amica potesse essere. Le pareti erano di caldi arancioni chiari, mentre il soffitto era la riproduzione del cielo fuori.
 
Non era come ad Hogwarts, dove sembrava essere senza tetto: era semplicemente un affresco che riproduceva il cielo com’era fuori.
 
Gabrielle guardò distrattamente le numerose stelle, per poi riportare l’attenzione al loculo, come Charlie lo chiamava divertita.
 
Era un monolocale, reso trilocale con la magia.
 
C’era una cucina abbastanza piccola, una camera da letto poco più grande, un salottino e un enorme bagno, il vero orgoglio della ragazza.
 
“Di cosa dovevi parlarci?” chiese Daniel, tentando di ignorare il gelo che era calato su di loro.
 
Charlie arrossì automaticamente, catturando così anche l’attenzione di Gabrielle.
 
“Credo di essere innamorata” sussurrò, mettendosi poi le mani sul viso per non vedere le loro reazioni.
 
Daniel aprì leggermente la bocca, sconvolto, mentre Gabrielle si esibiva in un vero e proprio smandibolamento.
 
Era a bocca spalancata, gli occhi fuori dalle orbite e ogni sua certezza ormai disintegrata da quelle quattro parole.
 
“Come, prego?” riuscì a stento a dire, guardando Charlie abbassare le mani e annuire, colpevole.
 
“Non so come sia potuto succedere!” esclamò, come se avesse dovuto difendersi.
 
Gabrielle era scioccata, no, di più, era attonita, sconvolta, totalmente scombussolata.
 
Charlie non si innamorava! Mai!
 
Non aveva mai detto un “Ti voglio bene”, né ai suoi parenti, né tanto meno a lei o Daniel.
 
Per non parlare di ogni suo fidanzato, che veniva trattato alla stregua di conoscente se non durante le notti – o i pomeriggi, in effetti. Ma andava bene anche la mattina, bastava solo una sgabuzzino delle scop… ehm, torniamo a noi – e non si era mai innamorata.
 
MAI.
 
Né l’aveva, o avrebbe mai ammesso, nonostante la cosa fosse successa.
 
E in quel momento se ne usciva con una frase simile.
 
Daniel era nelle sue stesse condizioni, almeno questo la consolava un pochino.
 
“Da quanto state insieme?”chiese lui, avendo la decenza di chiudere la bocca.
 
Charlie scosse la testa “Ed è proprio qui che c’è l’intoppo: lui è come me! Noi non stiamo insieme, la nostra è solo una storia di sesso, come tutte le mie precedenti. Ma io come una cogliona mi sono innamorata!” ruggì, palesemente arrabbiata con sé stessa.
 
Gabrielle aveva una gran voglia di dirle che aveva finalmente ricevuto pan per focaccia, ma si trattenne. Decisamente Charlie stava già male abbastanza, non le servivano le sue frecciatine in stile Serpeverde.
 
“Era” disse Daniel, calmo.
 
Sia Gabrielle che Charlie lo guardarono spaesate, facendolo sbuffare.
 
“Ovviamente, era una storia di sesso. Adesso c’è ben altro!”
 
Charlie fece un verso strozzato, irritata. “Ma allora non vuoi capire! Non posso dirgli che lo amo, che razza di figura ci farei? Sarei solo l’ennesima ragazzina che tenta di fare la dura, per poi sciogliersi in lacrime. Mi sento tanto l’unicorno delle praterie in questo momento”
 
“Fatto sta che lo ami. Che farai?” chiese Gabrielle, guardandola negli occhi.
 
“Non lo so” disse stancamente “ci devo riflettere. Voi piuttosto? Novità?”
 
Solo in quel momento Gabrielle si ricordò della anello che aveva all’anulare, sollevando incondizionatamente la mano.
 
Charlie sgranò gli occhi, allibita “Non è possibile…” sussurrò, per poi guardare Daniel, che sorrideva, timido ed imbarazzato.
 
“AAHHHHHHHH NON CI POSSO CREDERE! FAMMI VEDERE!” strillò, fiondandosi sull’anello della sua migliora amica, rischiando di staccarle una mano.
 
Gabrielle sorrise, guardando la sua migliore amica ed il suo ragazzo confabulare, eccitati.
 
Era felice che quella pazza di Charlie fosse riuscita a distrarre Daniel e a non fargli pensare alla madre.
 
Ben presto però, la realtà sarebbe ripiombata su di loro, rischiando di schiacciarli.
 
Ma loro ce l’avrebbero fatta.
 
Guardò gli occhi di Daniel, capaci di ucciderla e resuscitarla, di amarla e divertirla.
 
Sì, ce l’avrebbero fatta.
 
 
***
 
Allora, ci sono andata giù troppo pesante?
So che non vi aspettavate un bel po’ di quello che è accaduto, a partire dal profondo odio che Robert sembra nutrire per Daniel. A cosa sarà dovuto?
Per non parlare dello sfogo di Ellie: è letteralmente scoppiata. Non è molto brava a reggere la tensione, povera…
L’unica cosa felice in questa depressione di capitolo è la coppia di Gabrielle e Daniel. Loro incarnano la mia idea di amore, quello vero. Poi nel tempo vedremo come si amano davvero.
Comunque, ringrazio chi segue e chi recensisce! Grazie, grazie davvero!
 
Piccolo spoiler:
 
Non era in grado di sopportare una cosa del genere. O forse semplicemente non voleva. Uscì in terrazzo, tentando in tutti i modi di respirare. Si sentiva oppresso, perso. Nonostante fosse all’aria aperta, un senso di claustrofobia lo invadeva. Si sentiva in trappola, senza vie d’uscita di nessun tipo.
In quel momento avvertì una mano sulla spalla, che ebbe il potere di farlo tornare in sé. Si girò, scontrando i suoi occhi con due pozze castane.
Due occhi espressivi lo fissavano, comprensivi.
I suoi occhi.
 
IL PROSSIMO CAPITOLO SARA’ IL POV DI ROBERT.
 
Alla prossima, un bacio :) Vic15
  
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