Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Remedios la Bella    27/08/2011    5 recensioni
Un ragazzo tedesco che tollera gli ebrei e trova misera la loro condizione. Max.
Una ragazza Ebrea dallo sguardo vuoto e dal passato e presente tormentati e angustiati. Deborah.
Due nomi, un'unica storia. 15674 è solo il numero sul braccio di lei, ma diverrà il simbolo di questa storia.
In un'epoca di odio, nasce l'amore.
E si spera che quest'amore rimanga intatto per lungo tempo, e sradichi i pregiudizi.
Enjoy!
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avviso: la prima parte di questo capitolo non sarà molto leggera ... ho cercato di rendere la descrizione meno esplicita possibile, visto che il rating e il genere non includono certe scene. Se riterrete però che sono andata oltre, provvederò a cambiare rating e genere.
PS: Lo so, sono crudele! Ma senza questa parte non si può svolgere il resto della storia.
PPS: scusate del ritardo di un giorno! Ma ieri non mi sono proprio collegata.
Remedios




Capitolo 15
 
Lui era venuto, ora se n’era andato ma era venuto, per assicurarsi che stessi bene, che fossi viva. Poteva esistere una creatura più dolce di lui in questo mondo? Ne dubitavo. Fin dal primo giorno in cui il signor Schubert mi aveva portato in quella casa, Max mi aveva guardato con curiosità, mi aveva parlato e aiutato. Io gli diedi stranamente fiducia in modo immediato, mi importò poco che fosse tedesco, mi aveva parlato in fondo. Non sapevo ancora perché, ma dentro di me sentivo che lui era speciale, lo era sempre stato. E forse sentivo che io … lo amavo. Colpo di fulmine, lo potrei chiamare in questo modo, ma mi ero in qualche modo intenerita e innamorata di lui, ormai il mio cuore era come agganciato al suo in una morsa di sangue e lacrime di gioia miste a quelle di disperazione e angoscia nel constatare che questo sentimento, a parer mio, avrebbe avuto vita sin troppo breve.
Ero ancora seduta sul letto della stanza di Xavier, e ero ancora immersa nei miei pensieri, quando sentii dei passi pesanti venire da fuori, passi attutiti e decisi, quasi che il piede che stesse camminando stesse sbattendo per terra sotto l’influsso di una forza ben cadenzata.
Sentii la porta aprirsi e per mia sfortuna incontrai lo sguardo di quell’uomo tanto spregevole, i suoi occhi color ghiaccio mi squadravano sprezzanti e lussuriosi.
“ Bene, Hundin …” parlò lui, chiudendosi la porta alle spalle, e avvicinandosi fulmineo al letto per spingermici sopra:” ho una buona notizia e una cattiva notizia.”
C’era un tono di pura malvagità in quello che aveva appena detto e questo mi fece rabbrividire.
Mi alzai poggiandomi sui gomiti come per poterlo guardare meglio negli occhi:” E cosa sarebbe?”
“ la buona notizia …” dicendo questo mi sbatté sul materasso bloccandomi con violenza i polsi oltre la mia testa:” è che oggi diverrai donna. La cattiva notizia … è che il tuo bel Romeo partirà lontano da qui.”
Sbarrai gli occhi leggermente allibita e dolorante per la stretta che mi stava martoriando i polsi. Cosa intendeva dire con “ Il tuo Romeo partirà lontano da qui?”
Poi, la risposta venne da sé, e solo un pensiero mi venne in mente … Max. In guerra.
La rabbia mi salì in gola e in un urlo strozzato urlai:” Tu sei un emerito stronzo!!”
“ Hai iniziato tu questo giochetto, e ne pagherai le conseguenze, insieme al nostro carissimo amichetto!” mi disse lei, spingendomi sempre di più sul materasso lurido e dall’odore nauseabondo. Si distese sopra di me facendo pressione sul bacino e potei sentire in modo piuttosto sconcertante il suo … membro. Ero disgustata da ciò che inevitabilmente mi avrebbe fatto.
“ E ora preparati … puttana.” Liberò la stretta dai polsi, ma in compenso mi afferrò il busto scarno e iniziò a succhiarmi il collo avido mentre le sue luride unghie graffiarono la mia pelle.
Sentii le vertigini e il sangue non affluire in testa durante i suoi disgustosi succhiotti, e una sensazione di freddo pungente appena lui mi strappò il vestito di dosso, lasciandomi completamente nuda davanti a quegli occhi bramosi di vittoria e umiliazione.
Mi coprii istintivamente con le braccia raggomitolandomi, ma la sua forza prese il sopravvento sulla mia, e mi trovai con le gambe allargate e le braccia sbattute sul letto.
“ Ti odioooooo!! Ti odio schifoso bastardo!!” urlai, mentre lui si tolse i pantaloni e i boxer, mostrando tutta la sua orrenda virilità.
“ E adesso mi odierai tanto.” Disse lui afferrandomi i fianchi e costringendomi a allargare le gambe mentre si distese sopra di me. Cercai di divincolarmi, spingendolo sulle sue larghe spalle, ma potei sentire il momento preciso in cui entrò in me e il dolore immenso che ne seguii. Urlai straziata da quel dolore, mentre la sua risata soddisfatta mi fece imbestialire. Le lacrime scesero dagli occhi come niente, mentre lui rideva, brutto bastardo.
“ Soffri  ebrea … soffri come non hai mai fatto!” affondò, e urlai dal dolore. Fu terribile, per tutto il tempo in cui lui fu dentro di me potei sentirmi violata, maltrattata e … senza speranza.
Il dolore alla fine fu immenso, svenni in preda al pianto disperato. Perché dovevo subire tali angherie?
 
Mio padre mi chiamò nel tardo pomeriggio, con voce autoritaria. Io rimasi un po’ sorpreso da quella chiamata, ma andai lo stesso nel suo ufficio. Bussai, e sentii il suo “ Avanti.”
Entrai piano, richiudendo accuratamente la porta alle mie spalle.
“ Padre ..” feci, a malavoglia, il saluto Nazista davanti al tenente colonnello:” eccomi qui.”
“ Siediti.” Mi disse lui con tono secco e autoritario. Presi posto sulla poltroncina davanti alla scrivania di mio padre, nel suo piccolo ma ordinato ufficio, illuminato da una finestra ornata di tende porpora che dava sul cortile.
“ Dovrei parlarti di una cosa importante …” dicendo questo si alzò dalla sua sedia e iniziò come a girare intorno alla scrivania di mogano, mentre io seguii con gli occhi i suoi movimenti:” Tu hai sedici anni ormai …”
“ Si padre …”
“ Benissimo … alla tua età di solito non è molto concesso, ma visto che hai me come padre … vorrei che tu ti arruolassi.”
Il mio respiro fu come bloccato a quell’affermazione. Arruolarmi? Se aveva voglia di farmi spaventare, ci stava riuscendo alla grande.
“ Come padre?”
“ arruolarti …  verrai temprato per la guerra, e potrai aiutare la tua patria natia per portare la pace dappertutto.” Mi disse lui con fare quasi persuasivo. Odiavo ogni volta che voleva convincermi che quello che lui proponeva era giusto.
“ ma non sono troppo giovane?”
“ No, hai l’età giusta è un fisico adatto alla guerra … qualsiasi ruolo ti spetterà, sono sicuro che saprai compierlo a dovere.”
No, non avevo voglia di andare a uccidere gente, o  di scortare povera gente .. se voleva tentarmi, sbagliava persona.
“ E se mi ribellassi?” gli dissi con tono provocatorio:” in fondo … non sono come te.”
Potei sentire, dopo quella esclamazione, la sua presa alla mia spalla:” Se non vuoi farlo per me … fallo per chi tu sai.”
Quella sua provocazione mi fece venire i brividi lungo la schiena, la mia bocca si contrasse in una smorfia di disgusto e inarcai il sopracciglio voltandomi di scatto: “ Non osare toccarla.”
“ sei stato tu a iniziare mio caro … è ora che tu rimuova il suo ricordo dalla tua bacata testolina. Un bel po’ d’aria fresca ti farà bene.”
“ Non puoi costringermi!” mi alzai di scatto dalla sedia, per poterlo guardare negli occhi e sfidarlo psicologicamente: “ Non osare torcerle un capello … lei non ha fatto niente.”
“ è un nemico, andrà punito per questo.” Mi disse lui, freddo:” e tu .. non riesco a capire come fai a sopportarli!”
Non frenai l’urlo di rabbia che avevo represso in gola fino a quel punto:” è un essere umano! Non un nemico, non un mostro … un essere umano! E tu sei solo una marionetta, un conformista, uno che va dietro a un uomo che vuole il potere per sé ( Chiaro riferimento a Hitler)!”
“ non osare parlare così a tuo padre!” potei ricevere uno schiaffo dritto in faccia, secco e veloce:” Sappi che lei per colpa della tua stoltezza morirà … lo hai voluto tu! Tra due giorni partirai … prepara i bagagli, o te li faccio preparare io a suon di calci!” Mi sbraitò contro, mentre io mi accarezzai la guancia dolorante.
Lo guardai con occhi odiosi, e mi diressi verso la porta aprendo violentemente la maniglia, esercitando su di essa tutta la rabbia che avrei voluto scagliare su mio padre.
“ Stronzo …” sibilai, prima di sbattere la porta alle mie spalle. Non piansi nemmeno, ero sin troppo furioso per farlo. Mi limitai a andare al piano di sopra, trovandoci Elly che in qualche modo stava appostata sulla scala come se volesse cogliere qualcosa.
“ Hai sentito?”
“ Si.” Disse lei secca, guardandomi né freddamente né con compassione.
“ Bene … “ le sussurrai, prima di dirigermi verso la mia stanza. Potei però sentire la sua voce, prima che io potessi varcare la soglia della stanza:” Fratello … non morire.”
“ Non mi importa … piuttosto ..” le dissi voltandomi:” cerca di non far morire lei. È l’ultima cosa che ti chiedo.”
Vidi come un accenno del suo capo, e poi sparii in camera mia.
Ora l’unica cosa che volevo era di poterla vedere, un’ultima volta prima di poterla solo sognare sdraiato su una dura branda, mentre fuori sarebbe scoppiato il finimondo. 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Remedios la Bella