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Autore: Lules    27/08/2011    3 recensioni
Primo capitolo di sette intensi brevi passi sulla storia d'amore tra Tonks e Lupin. Come sarà iniziata? E come finirà tutto? Leggete e recensite...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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EPILOGO


2 maggio 2019

Un ragazzo, alle sette e trenta di mattina, camminava per Charing Cross Road a passo svelto.

Era proprio un bel ragazzo, a parere dei parecchi sguardi femminili che lo percorrevano da testa a piedi; certo, un po’ strano, ma pur sempre affascinante.
Quest’ultimo doveva essere sulla ventina d’anni, era alto e slanciato, aveva gli occhi di un castano violaceo e, cosa più interessante, aveva i capelli azzurri, i quali, all’estremità del ciuffo ribelle, tendevano vagamente al verde smeraldo.
Per di più, portava in una mano un piccolo pacchetto avvolto in una carta scintillante color dell’oro con una forma alquanto buffa, mentre nell’altra un mazzo di fiori esotici enorme.
Il giovane, sperando di non essere in ritardo e  guardandosi attorno furtivo, svoltò a sinistra, in un vicoletto secondario.
Dalla strada, i passanti sentirono solo un “pop” provenire da lì, ma nessuno di loro si accorse che il ragazzo era scomparso.
Questo, infatti, nel giro di un secondo non si trovava più nello stesso vicolo di Londra, ma su una bassa collina di un morbido verde smeraldo, costellata qua e là da piccoli cespugli fioriti. Il sole sorgeva e illuminava perfettamente il panorama glorioso che gli si stagliava di fronte: una vastissima prateria ed una sottile striscia di oceano. Il fatto era che Ted aveva sì gli occhi colmi di meraviglia e felicità, ma non guardava nemmeno ciò che lo circondava: la sua attenzione era tutta concentrata su una snella figura femminile di fronte a lui, luminosa quasi quanto il sole. Quest’ultima era una ragazza molto, molto bella, dai lunghi capelli biondi, la pelle bianca e le labbra rosse come sangue. I suoi occhi azzurri brillavano come diamanti. 
Solo in quel momento Ted si rese conto che aveva ancora in mano quell’assurdo pacchettino, e sperando che lei non notasse il gesto, se lo lasciò cadere in una tasca dei pantaloni.
Poi le si avvicinò, e senza dire niente, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente. Attorno a loro, le rondini volavano cinguettando allegre.
Quando si staccarono, Ted sussurrò alla ragazza,-Auguri, Victoire. Tanti auguri-, e,alquanto imbarazzato per lo scarno regalo, le porse il mazzo di fiori, che lei prese in mano sorridente. –Grazie, Teddy. Sono meravigliosi-. Lui sospirò.
-Ah, Vic! Se solo mi avessi permesso di farti un regalo migliore
-Me l’hai già fatto l’anno scorso per i miei diciotto anni, e quello era più che migliore.  Era straordinario-,lo interruppe lei,- e sei tu che hai accettato il mio compromesso. Niente regali per questo compleanno. E’ solo il diciannovesimo, e io conto di passare almeno altri cento compleanni insieme a te!-, concluse abbracciandolo per la vita.
Ted rise. Se solo avesse saputo cosa aveva in tasca….-E  va bene. Hai vinto. Io ci ho solo riprovato, sai com’è… comunque, sei sicura di voler venire con me?-, le domandò, e un’espressione seria gli si dipinse sul bel volto.

 Victoire annuì, sempre col sorriso, ma irremovibile. –Certo-.
-Fai come vuoi, ma un cimitero non è un bel posto dove passare il proprio compleanno!
Lei sbuffò. –Smettila di blaterare e dammi la mano-. Lui gliela porse, e con un altro “pop”,i due scomparvero e la collinetta rimase deserta.
I due ragazzi apparvero un instante dopo in un prato verde pieno di margherite di campo. Di fronte a loro vi era una paesino, ma non era quella la loro meta: infatti si voltarono e si diressero nella direzione opposta rispetto al centro abitato. Pochi metri più avanti vi era una staccionata bianca, e, al di là di quella, si sparpagliavano in maniera del tutto disordinata decine di lapidi.
Prima di scavalcare la staccionata, Ted sospirò malinconico. Victoire gli passò un braccio attorno alla vita.
-Andiamo-, disse dolcemente.
Presero a camminare tra le tombe, a passo lento. Poi,scorsero una lapide particolarmente bella: era almeno il doppio in larghezza di tutte le altre ed era di marmo rosa pallido. I ragazzi si avvicinarono.
Ted sapeva di essere a pochi passi dai corpi,o da quello che ne rimaneva,dei suoi genitori. Uno strano misto di orgoglio, di allegria e di tristezza lo attraversò.
Arrivati davanti alla tomba, Ted fissò tristemente  le sottili scritte d’oro incise sulla tomba:

Remus John Lupin, nato il 10 Marzo 1960, morto il 2 maggio 1998

Ninfadora Tonks, nata il 3 ottobre 1973, morta il 2 maggio 1998


Sotto, una frase:

"Sii te stesso, e saprai amare oltre ciò che è irreversibile"


Ted sapeva a cosa si riferiva quella frase. Remus era un Lupo Mannaro, e Ninfadora una Metamorfomagus, proprio come lui. Erano stati loro stessi, senza vergognarsene, e avevano amato.. e lo stavano ancora facendo: l'irreversibile era la morte.
-Mettiamo i tuoi fiori, Ted?-, gli chiese la voce lontana di Victoire.

Lui annuì soltanto, agitò una bacchetta che aveva estratto da una tasca e fece apparire dal nulla un’enorme corona di rose e girasoli.
-Bene-, disse,piatto. Lei lo abbracciò.

-Ti amo Ted, e sai che avrei tanto voluto conoscerli. Sono morti difendendo te e il mondo magico, insieme a tanti altri. E sono sicura che sono fieri di avere un figlio come te-. “Anche io avrei voluto conoscerli”,si disse Ted.
 E una lacrima gli rotolò lungo la guancia. Rimasero lì, abbracciati per una bella manciata di minuti, ma un pensiero, all’improvviso, fece capolino nei pensieri confusi del ragazzo, e gli bussò con insistenza nella sua mente.
Ted si riscosse, come fulminato, e si ricordò che la felicità più completa era lì, ad un passo da lui, in quel giorno così triste e allegro allo stesso tempo. Doveva solo tendere una mano ed afferrarla; così, trasse un lungo respiro e prese delicatamente Victoire per mano. La condusse verso una panchina poco distante da loro, e la fece sedere.
-Victoire, ti devo dire una cosa… prima di andare alla commemorazione ad Hogwarts.
-E’ tutta la vita che ti conosco. E’ da quando ho quattro anni che sono pazzo di te. E mi ricordo bene quando non hai voluto venire con me ad Hogsmeade, quando ero al quinto anno… non ti interessavo. Ci ero rimasto malissimo. Ma come vedi, alla fine ce l’ho fatta, ti ho conquistata-, disse, allegro. Victoire annuiva, senza capire bene dove lui volesse andare a parare.
-Ho pensato che questo fosse il momento giusto per dire quello che sto per dire, e anche il posto, a dirtela tutta. Sono contento che in qualche modo ci siano anche i miei genitori.
- Sono quattro anni che stiamo insieme,e sono stati quattro anni magnifici, i migliori della mia vita … io voglio che tutto questo continui, per sempre-. Se Ted avesse teso un po’ di più le orecchie, sarebbe riuscito a sentire il cuore di Victoire che le galoppava nel petto, e quasi le rompeva le costole dalla forza con cui batteva.
Ted deglutì, poi estrasse finalmente il pacchettino dalla tasca, tolse la carta d’oro che lo avvolgeva e… Victoire rimase senza fiato. Era una scatolina, quella che aveva in mano il ragazzo, di un verde muschio vellutato. Sul coperchio vi era una grossa ninfea(ecco il perché della forma strana), e al centro del fiore, minuscoli esserini con ali luccicanti danzavano allegri. I loro occhi si incontrarono, e Ted pensò che di lì a poco si sarebbe disidratato del tutto, dal momento che stava sudando come un matto.
-Ted, cosa…?
Ma Ted non lasciò finire la frase alla ragazza, perché si inginocchiò davanti a lei con trasporto, la scatola in mano.
-Victoire Weasley, io ti amo. Ti amo,e non riesco a immaginare di passare un solo istante della mia vita senza di te. Quindi…-,e  aprì la scatola, rivelandone così il contenuto: un bell’anello d’argento con una pietra simile ad uno smeraldo, ma con straordinari riflessi azzurri e intarsiata da sottilissime foglioline e rametti d’argento,-vuoi diventare mia moglie?-.
Victoire era radiosa: la sua felicità sembrava attirare ogni singola raggio di luce solare, gli occhi inondate di lacrime. Prima che Ted potesse capire cosa stava succedendo,la ragazza gli si gettò addosso, facendolo cadere all’indietro, ricoprendolo di baci. Quando finalmente smise, Ted la guardò.-Era un sì?-, le chiese, trattenendo a stento le risate.
-SI!-, strillò lei. Gli uccelli dell’albero più vicino volarono via, spaventati,-sì,sì,sì…-, e riprese a baciarlo. Lui la allontanò, divertito e raggiante.
-Te lo posso mettere almeno al dito?-.
Prese l’anello e glielo fece scivolare sull’anulare della mano sinistra.
-Questo però è un regalo!-, esclamò Victoire ad un tratto, mentre contemplava l’anello,-me l’hai fatta questa volta, Ted Remus Lupin!-.
Sul volto di Ted apparve un ghigno.-Non potevi rifiutare … e non è un regalo, signorina, è un pegno. O una promessa, pensalo come vuoi. Fatto sta, che senza che io tradissi il tuo compromesso,oggi ti sei guadagnata un anello fatto dai folletti e un ragazzo dai capelli azzurri, biglietto di sola andata-. Ridevano, abbracciati, nel un cimitero, posto che riesce a racchiudere gioia e tristezza, e,soprattutto,amore. Rimasero così per un bel po’, fino a quando Ted non interruppe il bel momento.
-Vic, mi sa che ora dobbiamo andare…la commemorazione inizia alle nove e mezza e la nonna ci aspetta a casa-. Victoire annuì.
-Sì-, disse lei.
Tutta la loro famiglia, e anche coloro che non conoscevano, sarebbero arrivati da ogni parte del mondo, come consuetudine da quel 2 maggio 1998, ad Hogwarts, per rendere omaggio ai caduti e per celebrare ancora e ancora Harry Potter e la caduta di Lord Voldemort. Del fatto che i suoi genitori fossero tra quei caduti, che fossero morti per proteggerlo, amandosi e amandolo, Ted ne era fiero. Ed era fiero anche del fatto che di lì a poco si sarebbe sposato con la ragazza più meravigliosa di quella Terra. Così, si incamminò con Victoire, mano nella mano, verso il loro radioso futuro. Remus Lupin e  Ninfadora Tonks, anche loro mano nella mano, camminavano al suo fianco, luminosi come quella giornata di maggio, come auree protettive. Ted non lo sapeva, ma gli erano affianco da sempre, e lo sarebbero stati per sempre. 

Prima di salutarvi del tutto voglio spiegarvi un paio di cose su quest'epilogo, per chi non le capisse, e giustificare alcune scelte.
Ted ha 21, e Victoire ne compie 19; decidono di andare per primi alla tomba di Rem e Dora, ma la commemorazione vera  epropria si terrà ad Hogwarts, dove parteciperanno anche gli altri. 
La frase sulla tomba è inventata da me, e per questo fa schifo; ho preso solo spunto dalla tomba di Lily e James.
Okey, finite le spiegazioni. Godetevi quest'ultimo deprimente e schifoso capitoletto.
Grazie, grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito la storia! A prestissimo, Lules
  
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